Recovery plan italiano in aperta violazione dei trattati europei.

Nel testo inviato alla commissione europea del Recovery Plan o P.N.R.R. del governo Draghi, a fronte di un ipotetico fondo europeo da 196 miliardi di euro per la “transizione ecologica”, il budget previsto per l’economia circolare è di soli 2,1 miliardi di euro, pari a meno dell’1 % del totale! Nonostante questo, tutti i giorni i media riportano le dichiarazioni di ministri, sottosegretari e parlamentari che ci spiegano come l’obiettivo centrale per la sostenibilità dei processi produttivi sia l’economia circolare e la de-carbonizzazione della produzione di energia attraverso fonti rinnovabili (non le biomasse, il metano o l’idrogeno prodotto dal metano). Occorre precisare che l’economia circolare serve a ridurre le importazioni di materie prime dall’estero, attraverso il recupero di “materia prima secondaria” dal riciclaggio dei rifiuti differenziati. Distruggere la materia per recuperare un quarto di energia è del tutto opposto al principio della circolarità decisa dall’U.E. Nel recovery plan del governo Draghi viene spacciata per “economia circolare” la produzione di biogas e di bio-metano a partire dalla coltivazione e fermentazione di colture intensive (mais, sorgo) e di rifiuti organici differenziati per produrre “bio-metano sostenibile”! Invitiamo quindi a firmare questa petizione… clicca qui.