Privatizzazione idrica a go go.

Secondo  il Consiglio Nazionale dei Geologi, la riforma del settore idrico contenuta nel Pnrr nei fatti prepara la definitiva privatizzazione del servizio: ll Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) prevede investimenti per ‘garantire la gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l’intero ciclo e il miglioramento della qualità ambientale delle acque interne e marittime’. Ma la cosiddetta riforma del settore idrico contenuta nel Pnrr, pur presentandosi come un rafforzamento della governance, nei fatti prepara la definitiva privatizzazione del servizio idrico attraverso la conquista del Sud Italia da parte delle società multiutility del centro nord. Insomma, si tratta di un rilancio dei processi di privatizzazione centrato sull’allargamento del territorio di competenza di alcune grandi aziende multiservizio quotate in Borsa che gestiscono i fondamentali servizi pubblici a rete come acqua, rifiuti, luce e gas. Mentre invece dovrebbe essere prioritario approvare una legge attuativa dell’esito referendario del 2011”.

Ponte sullo Stretto di Messina grave danno all’Ambiente.

Clicca qui Italia Nostra che ribadisce quanto già espresso congiuntamente da altre associazioni ambientaliste in una lettera al Governo di fine marzo scorso, a proposito del rilancio del progetto del 2010 del General Contractor Eurolink (capeggiato da Impregilo) da parte del Webuild (società composta da Impregilo-Salini e da Astaldi) di un ponte sospeso a unica campata della lunghezza di 3.300 metri, sostenuto da torri alte 400 metri. Sono invece necessari interventi per migliorare la logistica e le reti ferroviarie e stradali siciliane e calabresi, ricordando come in questi anni i servizi forniti dai traghetti e dalle ferrovie siano stati ridotti e come ci sia bisogno di interventi urgenti su infrastrutture che devono essere messe in sicurezza e adeguate (per carenze nella progettazione ed esecuzione dei lavori o per scarsa manutenzione), pensando nel contempo a velocizzare le relazioni e a favorire l’intermodalità a vantaggio di residenti e turisti.

Nasce la “Coalizione Art.9 per salvare il paesaggio”.

Ad opera di quindici associazioni ambientaliste, Altura, Amici della Terra, Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, Assotuscania, CNP, Comitato per la Bellezza, ENPA, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Movimento Azzurro, Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio, Pro Natura, Rete della Resistenza sui Crinali, Wilderness Italia, assai preoccupate delle novità contenute nel decreto “Semplificazioni”, varato a supporto del PNRR del governo. Clicca qui.

Ambiente Venezia invia diffida per la ripresa della navigazione crocieristica nella Laguna.

“Formale Diffida verso la Sovrintendenza, la Capitaneria di Porto, l’Autorità Portuale di Venezia per la sospensione, con propri provvedimenti, a tutela, del passaggio per il bacino di san Marco e il canale della Giudecca delle navi adibite a trasporto di passeggeri di stazza superiore alle 40.000 tonnellate in base al DL 45 del 1 aprile 2021, al DM del 3 marzo 2012 e del vincolo BBCC del 31 gennaio 2019”. Clicca qui.

Il governo non è intenzionato ad affrontare l’emergenza climatica.

Con i suoi programmi, il governo ignora il Global Methane Assessment (clicca qui) , il rapporto dell’Onu pubblicato da UNEP e Climate and Clean Air Coalition, che sottolinea che  tagliare le emissioni di gas metano è urgente per limitare il riscaldamento globale e le crisi sanitarie che l’accompagnano. Dunque  bisogna eliminare i contributi ai combustibili fossili, fermare gli investimenti in ulteriori infrastrutture di gas fossile.

La finta transizione energetica di Civitavecchia.

Dove il governo intende passare da combustibile fossile a… combustibile fossile, “riconvertire”  cioè le  centrali a carbone in centrali a gas. A ruota ci sono anche gli analoghi progetti per Brindisi, Fusina e La Spezia. La cittadinanza di Civitavecchia si ribella con il progetto Porto Bene Comune: un’idea all’avanguardia che trasforma l’intera area portuale di Civitavecchia in un’isola energetica territoriale a emissioni zero attraverso impianti fotovoltaici, un off shore eolico e l’utilizzo dell’idrogeno verde per lo stoccaggio, con la creazione di centinaia di posti di lavoro ma soprattutto tutelando la qualità dell’aria e il contenimento dell’attuale tasso vertiginoso di malattie riconducibili all’inquinamento.

Il rischio sui risarcimenti sarebbe l’ultima beffa per i tarantini.

Miliardi di euro in sanzioni e provvisionali. Una montagna di denaro che si rischia a Taranto di vedere mai. Nonostante le condanne inflitte dal Tribunale di Taranto, il rischio della beffa è concreto per le quasi mille parti civili costituite nel processo Ambiente svenduto come vittime dell’ ex Ilva. La sentenza della Corte d’assise, infatti, oltre ai 280 anni di carcere inflitti agli imputati, tra i quali Fabio e Nicola Riva e l’ex presidente della Puglia, Nichi Vendola, ha stabilito anche le somme che gli imputati dovranno versare immediatamente alle parti civili, in attesa che la sentenza diventi definitiva e su quella venga avviato un processo civile che possa quantificare l’ammontare del risarcimento. Una sorta di anticipo che si aggira complessivamente intorno agli 8 milioni di euro, tra 5 e 100mila euro a testa, ma per capire come potrà andare a finire, basta studiare la storia recente di un vecchio processo che vide condannato definitivamente Emilio Riva, l’ex patron dell’acciaio scomparso nel 2014. La sentenza “Ambiente svenduto” copre il periodo 1995-2013, dopo il quale non possono che essere sempre definite  “criminali” le condizioni dell’area a caldo dell’ex Ilva, a tutto il 2021. Clicca qui.

Scatenata la repressione contro i Movimenti dal nord al sud dell’Italia.

La repressione del dissenso è il comune filo rosso che si snoda tra lotte e territori, travolgendo specificità e motivi del conflitto, non appena si supera la soglia minima di allarme del consenso popolare; non appena si accendono i riflettori mediatici su aspetti e vicende pubbliche da custodire gelosamente come affari privati. Gli esempi sono tanti, come tanti sono i modi con cui si articola il ricatto sui territori per ridurre al silenzio e tutto ricomporre alla logica unitaria del dogma degli affari privati e del profitto. E’ il caso delle lotte No Tav e No Tap, dei No Muos a Niscemi, dei 45 ragazzi antimilitaristi No basi Nato del processo “Lince” in Sardegna, dei No Grandi Navi a Venezia, dei No Pfas di Alessandria e Vicenza, dei No Carbone a Brindisi, Civitavecchia, Imperia, di chi da decenni si oppone No Ilva a Taranto, della Rete campana No Rifiuti contro le discariche della morte, di chi lotta No nucleare contro il traffico di rifiuti, di chi, infine, No espulsioni, per aver compiuto il solo gesto di lavare i piedi dei migranti che giungono in Italia dalla rotta balcanica, si ritrova imputato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Clicca qui l’Appello per sostenere le spese legali dopo la recente sentenza di primo grado emessa dal GUP di Lecce, che condanna oltre un terzo dei 92 imputati per reati connessi alle proteste messe in campo dal 2017 al 2018 contro l’approdo a Melendugno (Lecce) del megagasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline), proveniente dall’Azerbaigian, ed in prosecuzione lungo la dorsale adriatica per congiungersi con quelli del nord Italia.

Le ferite dei Balcani : dalle bombe della Nato alla guerra ai migranti.

A distanza di 22 anni dalla fine dei bombardamenti NATO, in diretta https://www.facebook.com/events/529925098022363 per parlare di Balcani, partendo dalle conseguenze di quella guerra per affrontare insieme ad esperti/e cosa avviene lungo la rotta balcanica, percorsa ogni anno da migliaia di persone migranti e profughe nel tentativo di entrare in Europa.

Prima causa legale contro lo Stato italiano per inazione climatica.

Per la prima volta la società civile fa causa allo Stato affinché si assuma le sue responsabilità di fronte all’emergenza climatica. Nell’ambito della campagna di sensibilizzazione intitolata evocativamente “Giudizio Universale”, la causa è stata avviata di fronte al Tribunale Civile di Roma nei confronti dello Stato, rappresentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dei 203 ricorrenti della causa, 24 sono associazioni, 17 minori – rappresentati in giudizio dai genitori e 162 adulti. Clicca qui.

Il trasporto a scuola dev’essere sempre gratuito.

Oltre a ritenere illegittima la prassi di alcuni Enti Locali di imporre alle famiglie di organizzarsi il servizio di trasporto scolastico in proprio, questa Ordinanza del tribunale di Milano ribadisce che il trasporto scolastico dev’essere erogato gratuitamente, anche laddove la scuola si trovi fuori dal Comune di residenza dello studente o della studentessa con disabilità: (continua…)

I rapporti tra la politica e i padroni dell’Ilva.

A p. 22 della rivista “Il Ponte” vi sono le dichiarazioni di Vendola del 2011 su Riva. Basta leggere la sua affettazione  di stima per Emilio Riva e ricordare che l’anno successivo Riva viene arrestato per disastro ambientale. Si spiega come nel 2010, la Regione Puglia annegò il drammatico rapporto dell’Arpa invece di fermare la cokeria o ridurne la produzione, e fornì l’assist a Berlusconi per eliminare il limite per il micidiale benzo(a)pirene. E nel 2011 la Regione, sempre contro l’Arpa,  è partecipe all’infame autorizzazione  che consentiva all’ILVA di non coprire i parchi minerali e di aumentare per di più la capacità produttiva. Tra una risata e l’altra con Archinà, uno dei  principali artefici delle morti per tumore dei bambini, Vendola lo rassicura: “Dica a Riva che il presidente non si è defilato”.  Vendola è stato condannato per concussione aggravata in concorso con Archinà. (continua)

Ilva, prima di tutto va fermata l’attuale produzione inquinante e insicura per i lavoratori.

Da sempre per l’Ilva Alessandro Marescotti è il punto di riferimento del Movimento di lotta per la salute Maccacaro. Clicca qui l’intervista al fondatore di Peacelink: l’ambientalista che per primo si è battuto contro l’Ilva e i suoi 210 chili di veleni l’anno (diossina ecc.) per ogni cittadino di Taranto. Fu denunciato per procurato allarme. In questi anni, dalla sinistra non ha mai avuto la solidarietà di nessuno. La sinistra è rappresentata da Nichi Vendola, nella sentenza condannato per  concussione  a 3 anni e 6 mesi di reclusione per le pressioni sull’Arpa Puglia  affinché ammorbidisse la sua linea dura contro l’Ilva Clicca qui il commento della sua ex portavoce. Marescotti conferma: “I pm ci ascoltavano, la politica ci considerava allarmisti”. Poi annuncia: “Presenteremo un  nuovo esposto sul periodo 2013-oggi, non considerato dalla sentenza”.“ Finora sono esistiti due stati paralleli: i governi e i magistrati”. Nonché i  sindacati e altre associazioni ambientaliste che vorrebbero continuare a produrre acciaio per garantire i livelli occupazionali. “La sentenza può portare a un movimento unitario, cioè la riconversione  senza acciaio». Taranto è incompatibile con la produzione di acciaio? Neanche con la decarbonizzazione o i forni elettrici? “Genova ha rifiutato i forni elettrici per le scorie radio: si tratta di una tecnologia sorpassata. Per quanto riguarda la decarbonizzazione noi non siamo mai stati contrari ma mettiamo due condizioni: che sia sostitutiva e non aggiuntiva con la produzione tradizionale e che sia anticipata da una Valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario (Viias). Non c’è un pregiudizio ma penso anche che la produzione di acciaio verde non abbia più mercato. E comunque prima di tutto va fermata l’attuale produzione inquinante e insicura per i lavoratori”.