La prima donna.

Gabriella Bertini fu sì la prima donna in sedia a rotelle del nostro Paese a guidare un’autovettura nel 1965, fu sì la prima mamma adottiva con disabilitàma soprattutto al momento della sua scomparsa nel 2015, aveva un progetto nel cassetto, ossia Casa Gabriellauna struttura adiacente al CTO di Firenze che completasse il percorso terapeutico delle persone con paraplegia e tetraplegia.

Casa Gabriella” sarebbe stata la prima struttura pubblica in Italia in grado di fornire continuità alle terapie erogate da un’Unità Spinale, come avviene nei più moderni ospedali all’estero. Il progetto prevede una parte dedicata ad aspetti riabilitativi, sociali, sportivi e di aggregazione, e una serie di “casine”, come le ha sempre chiamate Gabriella, dei piccoli appartamenti strutturati in modo diversificato a seconda delle esigenze, dove le persone con disabilità potrebbero imparare una nuova autonomia, ricevere assistenza da personale qualificato e avere accanto i propri familiari.

Nel 2017 il progetto è stato unanimemente approvato dal Consiglio Regionale della Toscana, attraverso una mozione, ma poi si è arenato in un pantano burocratico. Il progetto di Casa Gabriella, che è stato percepito come riguardante la parte finale della vita, mentre tratta molto invece dell’indipendenza assistita e sicura a prescindere dalla età, è ancora “lì”»,  con l’auspicio che le Istituzioni coinvolte (INAIL proprietaria dell’immobile, Regione Toscana, Comune di Firenze e Azienda Sanitaria) riprendano la concreta realizzazione del sogno di Gabriella. Il progetto è ancora vivo perché i bisogni a cui assolverà non sono né spariti né risolti, continua ad esserci con tenacia e convinzione, come la Fiat 500 di Gabriella Bertini, l’unica auto al mondo rimasta degli Anni Sessanta adattata per la guida di una persona con disabilità. L’acquistò nel 1965, contro il parere della famiglia, per raggiungere il posto di lavoro senza aspettare il pulmino. Oggi, riverniciata di un rosso fiammante e donata a un ragazzo con disabilità di Livorno, è ancora in strada, come gli ideali della donna che la guidò per la prima volta. (continua…)