Pfas cancerogeno e infertilità maschile.

ISDE, Medici per l’Ambiente, plaude che la IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ha  considerato il PFOA ufficialmente un cancerogeno certo per l’uomo. Ancora oggi, denuncia ISDE, misure efficaci, atte ad assicurare acqua non contaminata alle popolazioni colpite dai Pfas e ad arrestare l’immissione di queste sostanze tossiche nell’ambiente, non sono state effettuate o solo  parzialmente, lasciando l’ambiente e ampie fasce della popolazione senza protezione. Le stesse misure da noi consigliate in Veneto devono essere estese a tutte zone del paese contaminate da PFAS a partire dalla provincia di Alessandria, dove ha sede un impianto produttivo che immette tonnellate di PFAS nell’ambiente, e di molte altre zone, principalmente nel Nord Italia dove questi PFAS vengono utilizzate e forse prodotte. Al seguente link https://www.rainews.it/tgr/veneto/notiziari potete trovare un’intervista rilasciata dal Dott. Vincenzo Cordiano (medico ISDE tra i massimi esperti internazionali di PFAS) in merito al  completamento di uno studio sulla fertilità maschile nei giovani maschi esposti in Veneto.

Gesù Cristo sotto le macerie.

Se Gesù dovesse nascere oggi, nascerebbe sotto le macerie a Gaza.

Quando glorifichiamo l’orgoglio e la ricchezza, Gesù è sotto le macerie…

Quando ci affidiamo al potere, alla forza e alle armi, Gesù è sotto le macerie…

Quando giustifichiamo, razionalizziamo e teologizziamo il bombardamento dei bambini, Gesù è sotto le macerie…

Gesù è sotto le macerie. Questo è il suo presepe. È a casa con i marginalizzati, i sofferenti, gli oppressi e gli sfollati. Questo è il suo presepe.

Clicca qui il Rev. Dr. Munther Isaac Evangelical Lutheran Christmas Church Bethlehem.

L’Occidente dominato da un solo paese, gli Stati Uniti, contro tutti.

Il numero di conflitti armati è il più alto dalla guerra mondiale. Ecco i maggiori, con il totale stimato di morti dall’inizio delle ostilità: Myanmar 200mila morti, Palestina-Israele 50mila morti, insurrezioni nel Maghreb 50mila morti, conflitti armati interni in Messico 350mila morti, Russia-Ucraina 200mila morti, Etiopia 500mila morti, Sudan 12mila morti, Colombia 450mila morti, Afghanistan 2 milioni di morti, Somalia 500mila morti, Repubblica Democratica del Congo 900mila morti, Nigeria 95mila morti, Iraq 1 milione di morti, South-Sudan 400mila morti, Boko Haram 360mila morti, Siria 500mila morti, Yemen 370mila morti. Due miliardi di esseri umani, uno su quattro, vivono in paesi coinvolti in conflitti. Le spese militari globali non sono mai state così alte. Hanno superato 2200 miliardi di Euro all’anno, cresciute quasi del 4% in termini reali dall’anno scorso. L’Europa ha visto la più forte crescita di spese militari degli ultimi trent’anni, +13%.

Quest’anno nessun gesù bambino nasce a Betlemme.

Esperti Onu hanno lanciato un appello alla comunità internazionale affinché impedisca  il genocidio della popolazione palestinese. Studiosi dell’Olocausto e del genocidio hanno reiterato l’urgenza di un intervento per scongiurarne il pericolo. Raz Segal: è un caso da manuale di genocidio.  Ministro della Difesa Yoav Gallant: “Stiamo imponendo un assedio totale a Gaza. Niente elettricità, niente cibo, niente acqua, niente carburanti. Stiamo combattendo animali umani e agiremo di conseguenza”. Il generale Ghassan Alian: “Avete voluto l’inferno, avrete l’inferno”.

Clicca qui I bambini di Gaza

La legge tutela gli interessi degli inquinatori piuttosto che degli inquinati.

In merito al controverso articolo “Studi legali e associazioni ambientaliste non tutelano i risarcimenti alle Vittime”, clicca qui, che patrocinava azioni collettive di cause civili (class action) l’avvocato Roberto Barocci del Forum Ambientalista Grosseto ci invia un intervento “Sui procedimenti penali in materia ambientale” (clicca qui) che così conclude: “Quanti nel corso di decenni si sono spesi a difesa dei propri territori e dell’ambiente raccogliendo le sottoscrizioni su segnalazioni ed esposti inoltrati alle autorità e, successivamente, hanno dovuto constatare tra gli stessi cittadini la diffusa delusione e la rassegnazione profonda, debbono denunciare costantemente che tale legislazione tutela più gli interessi degli inquinatori che del “popolo inquinato”, come ebbe ascrivere il magistrato Gianfranco Amendola”.

Gandhi, un maestro.

Mohandas K. Gandhi è stato della nonviolenza il più grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d’intervento politico e sociale e principio d’organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaborò le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 tornò in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guidò grandi lotte politiche e sociali affinando sempre più la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed è tale la grandezza di quest’uomo che una volta di più occorre ricordare che non va  mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili – che pure vi sono – della sua figura, della sua riflessione, della sua opera.

Clicca qui la biografia dal 1928. Dal libro di Anna Bravo, La conta dei salvati. Dalla Grande Guerra al Tibet: storie di sangue risparmiato, Laterza, Roma-Bari 2013.

Pfas in Liguria.

“Da Arpal Liguria, che seppure con gravi ritardi sta monitorando aree del territorio, sarebbe auspicabile conoscere accertamenti relativi agli Pfas, giacchè anche la nostra Regione non è esente da insediamenti industriali inquinanti.” : Clicca qui sul giornalino dell’Associazione “LIGURIA A SINISTRA KEEP LEFT” che  affronta il tema della Sanità Ligure, anche relativamente a ciò che è emerso nell’assemblea che si è tenuta in Val Bisagno con tutte le associazioni aderenti a “Fronte comune ligure. Insieme per la sanità pubblica“.

2024.

Io non lo so cosa augurare. Non so che desideri avete, cosa custodisce il vostro cuore, in che direzione tende la vostra anima. So soltanto che vorrei augurare a tutti un mondo migliore, fatto almeno un pochino meglio. Un mondo dove non ci si abitui alle sciagure, alle tragedie, alle nefandezze. Dove ci si possa scandalizzare ancora per gente che muore in maniera insensata, sotto bombe pseudo intelligenti o travolti da un mare di onde e indifferenza. Dove i conflitti vengano risolti col buon senso, con la logica delle idee, e non con la violenza della stupidità. Lo so, sono desideri vani, l’uomo è un animale feroce da Caino in poi. Però anche alla ferocia dobbiamo mettere un freno, dosare l’insensatezza e limitare i nostri peggiori istinti. Ognuno nel suo piccolo può farlo, non è mai troppo tardi. E non è mai troppo tardi per cambiare noi stessi, dentro e fuori, per dire ti voglio bene, per trovare strade nuove, per scoprire emozioni turbolente. Ecco, forse l’augurio che posso fare a tutti, è quello di avere tempo, ma di utilizzarlo bene, fino in fondo, di imparare a misurarlo in larghezza, piuttosto che in lunghezza. Sulla lunghezza possiamo incidere poco, sulla larghezza, sulla qualità, moltissimo.

La Redazione.

Italia record di occupati.

Se non possiamo festeggiare la pace e l’ambiente, almeno potremmo solennizzare che “In Italia l’occupazione continua a crescere”, come titolano giornali e tv a reti unifcate? Tasso di occupazione al 61,8% (+0,1 punti)? Prima di optare per lo champagne, riveliamo “il piccolo” trucco statistico: a partire dal 2021, sono considerate occupate “le persone che, durante la settimana di riferimento, hanno lavorato per almeno un’ora a fini di retribuzione o di profitto, compresi i coadiuvanti familiari non retribuiti”. 

Il dato tanto sbandierato dal governo Meloni, come il più elevato dal 1977 (anno di inizio delle serie storiche Istat sull’occupazione),  non può quindi essere comparato con i dati sull’occupazione precedente al 2021. Alla luce della nuova definizione, l’essere occupato/a non è più garanzia di un reddito stabile superiore alla soglia di povertà relativa. Differenziando i dati per settore, infatti, l’occupazione cresce di più nei settori caratterizzati da “lavoro povero” a minor valore aggiunto, quali costruzioni, terziario arretrato, logistica, servizi di cura e pulizie.

C’è da festeggiare? Certo, il governo può vantare un risultato: il ridimensionamento del reddito di cittadinanza ha aumentato la coazione al lavoro, come si evidenzia dal calo degli inattivi. Ma si tratta di lavoro precario, usa e getta, poco produttivo. Il tasso di disoccupazione totale sale al 7,8% (+0,1 punti) e quello giovanile al 24,7% (+1,5 punti). Tale apparente paradosso (la simultanea crescita di occupati e disoccupati) è spiegata dalla forte riduzione degli inattivi.

C’è fa festeggiare?  La perdita di potere d’acquisto dovuto all’inflazione, che favorisce la stagnazione economica?  La produttività dell’industria italiana che ha visto un calo dello 0,7% a fronte di un aumento delle ore lavorate? Il divario con l’Europa che cresce? L’Italia  il paese dove si lavora di più, si lavora peggio e si è meno pagati?

La Carta della Nonviolenza.

Il Movimento Nonviolento lavora per l’esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell’apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunità mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d’azione del movimento nonviolento sono:

  1. l’opposizione integrale alla guerra;
  2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l’oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
  3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
  4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un’altra delle forme di violenza dell’uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell’uccisione e della lesione fisica, dell’odio e della menzogna, dell’impedimento del dialogo e della libertà di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l’esempio, l’educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

Il giornalismo, ma cos’è oggi?

Siamo, noi nel nostro piccolo, tra i pochi giornalisti italiani che riflettono come è possibile pensare di incarcerare Julian Assange per 175 anni, soltanto per aver fatto quello che qualsiasi giornalista ed editore responsabile dovrebbe sempre fare – cioè rivelare i crimini di guerra e gli altri illeciti di cui viene a conoscenza tramite testimoni spontanei? Soprattutto dal momento che la stessa Corte Suprema statunitense, nel ’71, ha deliberato che è lecito rivelare segreti di Stato se è nell’interesse pubblico farlo?

Tutto ciò è possibile perché, nel 2019, l’amministrazione Trump ha voluto creare un precedente, in barba alla sentenza della Corte Suprema, proprio per poter incarcerare qualsiasi giornalista che, in qualsiasi Paese del mondo, riveli segreti “scottanti” per l’amministrazione statunitense. Niente più giornalismo investigativo, dunque, in quanto “i giornalisti sono i nemici del popolo”, come amava ripetere Trump. Ecco perché le migliori associazioni nazionali e internazionali hanno stilato documenti chiedendo la libertà di Julian Assange proprio per proteggere la libertà di stampa e di espressione.

Ma quale potrebbe essere il destino finale di Julian Assange dopo la sentenza dell’Alta Corte londinese prevista per il 20-21 febbraio? Ecco tre ipotesi, partendo da quella più pessimista per arrivare a quella più ottimista. Patrick Boylan clicca qui.

Se pochi giornalisti in Italia si sono schierati apertamente con Assange, c’è da chiedersi ancora una volta che cosa è oggi questa professione. La definizione più calzante, tra quelle che wikipedia ha raccolto (https://it.wikiquote.org/wiki/Giornalista), è “prostituzione intellettuale”. Non riuscendo più, ad esempio, a distinguere i TG se non dalle sigle di apertura, in alternativa Fulvio Grimaldi (nel nostro piccolo, conosciuto autore del blog “Mondocane”) ci stimola a sintonizzarci  sul canale 262 di Byoblu di Claudio Messora perché Byoblu è unico e insostituibile e, senza salire su una qualche cattedra ideologica, morale o partitica, a buon diritto si chiama TV dei Cittadini” (continua)

Il rapporto è intitolato “Diari di guerra: il genocidio israeliano in corso a Gaza”.

Fino alla data del 15 dicembre 2023, secondo un rapporto della ong Euro-Med Human Rights Monitor, con sede a Ginevra, Israele ha ucciso quasi 25.000 palestinesi, tra cui circa 10.000 bambini.

Precisamente  sono stati uccisi 24.711 palestinesi, il 92% civile negli attacchi aerei e di artiglieria, tra cui 9.643 bambini, 3.109 donne, 210 operatori sanitari e 83 giornalisti. Nel frattempo, 50.112 palestinesi sono rimasti feriti, centinaia dei quali gravemente; questo numero include migliaia di vittime che sono ancora bloccate sotto le macerie degli edifici, mentre altre centinaia non vengono conteggiate, ma probabilmente sono intrappolate sotto le macerie o ferite nelle strade.

Inoltre ci sono più di 1.850 milioni di sfollati nella Striscia di Gaza che rimangono senza un rifugio sicuro in condizioni disumane. 62.990 unità abitative sono state completamente distrutte, mentre altre 172.055 sono state parzialmente danneggiate. Tra le infrastrutture vitali, sono state distrutte   286 scuole, 1.356 strutture industriali, 124 strutture sanitarie, inclusi 22 ospedali,  142 moschee, 3 chiese e 140 addetti stampa.

Eternit, delitto perfetto del premiato filantropo internazionale.

Nell’ambito del processo Eternit Bis, la Corte d’Assise di Novara ha dichiarato Stephan Schmidheiny colpevole di omicidio colposo di 147 vittime dell’amianto casalese.  Sono state rese note le motivazioni della condanna in primo grado a dodici anni (più cinque d’interdizione ai pubblici uffici) dell’imprenditore svizzero, patron della Eternit di Casale Monferrato… e noto filantropo internazionale. Per i giudici Stephan Schmidheiny era consapevole del danno che arrecava l’attività della fabbrica, ma per tutelare gli interessi economici dell’azienda, non fece nulla. La decisione della Corte è stata motivata con un documento di 1020 pagine, in particolare facendo riferimento alla riqualificazione del reato da omicidio doloso alla forma ‘più lieve’ di omicidio colposo, aggravato da colpa cosciente. Nel pratico si traduce in estinzione del reato per moltissime vittime (199), dato che l’omicidio colposo viene prescritto in 15 anni. Tutti i casi di morte antecedenti al 2008 sono stati dichiarati prescritti. Il motivo? La condotta di Schmidheiny, non è stata criminale, non perseguiva scopo di lucro: «credeva nell’uso controllato dell’amianto» e perseguiva la filantropia.

Premio ONU alla famiglia Benetton. Oltraggio alle Vittime.

I Benetton, dopo avere letteralmente spremuto senza manutenzioni  le autostrade italiane in concessione, che hanno all’attivo due tragedie come quella di Avellino e Genova, assumono ora il ruolo di filantropi. Alessandro Benetton ha ricevuto dalle mani del segretario ONU, Antonio Guterres, il Global advocate of the year 2023“, per la dedizione e leadership nella promozione di politiche sostenibili (tre miliardi di euro investiti nella sostenibilità per indirizzare il processo di decarbonizzazione del trasporto aereo mondiale) in qualità di presidente di Edizione Spa, una delle principali holding europee”. Edizione, che racchiude i patrimoni dei quattro rami della famiglia Benetton, è la storica cassaforte attraverso cui la famiglia di Treviso per anni ha controllato Atlantia, holding che a sua volta era azionista di maggioranza di Autostrade per l’Italia (Aspi). Dopo aver annunciato l’avvio di una procedura di revoca della concessione, il governo italiano si è ricomprato Aspi, attraverso una cordata guidata da Cassa depositi e prestiti, liquidando i Benetton con oltre otto miliardi di euro. A Genova, al processo, i Benetton neppure sono imputati.

Ponte Morandi, la strage ancora in attesa di giustizia: 182 udienze, per 58 imputati e 170 testimoni. La sentenza (forse) nel 2024.

Commentano i famigliari dei 43 morti del crollo del ponte Morandi: “La risonanza  del premio Onu stride come il rumore del cemento frantumato del ponte  sotto il peso degli utili stellari. Nessun premio, nessun riconoscimento potrà cancellare quello che è stato, sarebbe necessario molto di più, sarebbe necessario che la Giustizia italiana liberasse definitivamente il vaso di Pandora che è stato aperto dalla tragedia del ponte Morandi, ma purtroppo questa via al momento sembra sbarrata”. Clicca qui.

 

I costi del Terzo Valico a go-go.

I costi del Terzo Valico dei Giovi, mega -inutile dannosa costosa- opera ferroviaria che dovrebbe connettere Genova a Milano con una linea ad “alta capacità” di 53 km, di cui 37 in galleria, in soli quattro mesi sono lievitati di quasi 1,5 miliardi senza che nessuno battesse ciglio. Il risultato è che il conto finale è raddoppiato. Il contratto tra Rfi (la controllata della rete delle Ferrovie)  e consorzio Cociv, firmato a novembre 2011, valeva 4,8 miliardi, saliti a 6,5 in pochi anni. A luglio scorso la Corte dei Conti aveva ricalcolato il conto finale in 7,4 miliardi. In una manciata di mesi si è arrivati a 10,6 miliardi.

Frane e amianto, stop and go, ulteriori aumenti di costi (sottratti ad altre opere), rinvio dell’apertura della linea a chissà quando, rischio di restituire i fondi europei: è l’epilogo prevedibile di un’opera cara alla politica locale e nazionale ma che non ha mai superato una vera analisi costi-benefici (la commissione del 2018, governo Conte-1, la bocciò). Fu concepita nella legge Obiettivo, ma è da sempre considerata inutile visto che il porto di Genova non ha prospettive di un grande sviluppo del traffico merci e da Voghera fino a Milano si resta con due binari, già congestionati. Nel 2014 fu lo stesso Ad delle Ferrovie, Mauro Moretti, ad ammetterlo: “Da Genova a Milano è giusto che le merci vadano in camion. In nessun Paese per fare 150 chilometri si va con le ferrovie”. Qui siamo a 53 km. I lavori sono iniziati nel 2012, dovevano finire nel 2021, poi nel 2026, ora  nel 2027 o chissà. Clicca qui

Pfas: nella zona rossa quasi 4 mila morti in più tra il 1984 e il 2018.

Abbassamento della risposta immunitaria ai vaccini e maggior rischio di contrarre patologie tumorali per i residenti nei Comuni della zona rossa, quelli che si ritrovano nel sangue concentrazioni più alte di Pfas. Due temi già trattati nel corso del processo in svolgimento in Corte d’assise a Vicenza che vede imputati 15 manager di Miteni, Icig e Mitsubishi Corporation, accusati a vario titolo di avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari. Sono stati ulteriormente  dettagliati da Annibale Biggeri, professore ordinario di statistica medica all’università di Padova.

Due gli studi di riferimento. Il primo, finanziato dall’università, realizzato con la società per l’epidemiologia e prevenzione “Maccacaro” per l’Istituto superiore della sanità, ha indagato la mortalità inerente il Covid-19, che nella zona rossa è risultata superiore alle medie nazionali. Il secondo studio, commissionato dalla Regione e condotto per l’università di Padova, ha analizzato il tasso di mortalità nelle aree colpite dagli sversamenti di Miteni: in pratica un morto in eccesso ogni tre giorni, in particolare patologie oncologiche a reni e testicoli.

A loro volta, hanno testimoniato il prof. Adriano Zamperini, ordinario di psicologia sociale all’università di Padova, che ha relazionato sulle ricadute psicosociali tra la popolazione in zona rossa e arancione, e Francesco Bertola, presidente di Isde-Medici per l’ambiente di Vicenza sull’infertilità nei soggetti contaminati

La lotta all’inquinamento da PFAS (ri)parte dai ragazzi delle scuole.

Ogni anno, da sei anni, coordinato da Donata Albiero, il Gruppo educativo Zero PFAS del Veneto – costola del grande Movimento No PFAS – va a parlare ai giovani, entrando letteralmente nelle scuole, per offrire un vero e proprio percorso pedagogico “One health. Pfas inquinanti per sempre”  sul più grande inquinamento da PFAS d’Europa. 7mila gli studenti veneti incontrati, 32 le scuole e 4 le Province attraversate. Le persone avvelenate da Pfas nella zona rossa del Veneto sono ormai decine di migliaia e oltre l’80% dei bambini veneti ha quantità di PFAS nel sangue superiori a quelle rilevate nelle popolazioni esposte a contaminazione di fondo. Presero consapevolezza dell’inquinamento Miteni solo nel 2013.

Allarme per la salute pubblica. Le urine degli europei sono piene di Bisfenolo.

Un rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), basato su dati provenienti da uno studio di monitoraggio biologico della UE, Human-Biomonitoring-Studie, ha rivelato che fino al 100% delle persone provenienti da 11 paesi dell’Unione Europea potrebbe essere stata esposta al Bisfenolo, una sostanza chimica sintetica nociva impiegata nella produzione delle plastiche in policarbonato per alimenti e bevande, oltre ai livelli considerati sicuri per la salute, soprattutto per quel che riguarda i bambini e le donne in gravidanza. 

Non risulta che ad Alessandria la popolazione sia stata sottoposta a biomonitoraggio, benché  avessimo ripetutamente denunciato a Istituzioni e Procura l’uso – non autorizzato- di Bisfenolo, insieme ai Pfas, nelle produzioni della Solvay di Spinetta Marengo.

Il biomonitoraggio europeo  ha misurato bisfenoli A, S e F nelle urine di 2.756 adulti provenienti da 11 paesitra il 71% e il 100% dei partecipanti ha superato i limiti consentiti nell’UE di esposizione alla sostanza che  danneggia il sistema immunitario  anche a dosi molto basse, con effetti indesiderati che implicano la riduzione della fertilità, l’interferenza endocrina, reazioni allergiche, cancro al seno, sovrappeso, danni al sistema nervoso, comportamenti anomali nei bambini ecc..

La Commissione Europea  intende presentare, con l’inizio del nuovo anno, il regolamento per vietare l’uso del bisfenolo A nei contenitori alimentari di plastica e nelle lattine.

Denunciate 45 aziende del polo industriale di Colturano.

Per la presenza di inquinanti molto al di sopra dei livelli consentiti, le analisi nel Parco Agricolo Sud Milano, autonomamente finanziate dall’Associazione Parco Sud e dal WWF Martesana Sud Milano, denunciano il Comune della città metropolitana di Milano che non interviene contro le 45 aziende presenti nel “polo industriale” di Colturano, che sversano le acque reflue nel canale di irrigazione dei campi di mais del Parco Agricolo, anziché conferire i loro scarichi tossici nella rete fognaria.  

Studi legali e associazioni ambientaliste non tutelano i risarcimenti alle Vittime.

Quando si tratta di reati ambientali e sanitari, gli avvocati in Italia non vanno  oltre le cause in sede penale, trovando più facile accodarsi alle iniziative dei Pubblici Ministeri, piuttosto che impegnare risorse e rischi per cause in sede civile. Tali processi però propiziano insignificanti benefici per l’ambiente (vedi il libro Ambiente Delitto Perfetto), e ancor meno risarcimenti alle persone fisiche Vittime degli inquinamenti.

Non così è in altri Paesi, soprattutto negli Stati Uniti dove il fenomeno delle “class actions” costituisce uno dei punti fondamentali del sistema processuale perché fornisce efficaci forme di tutela alle varie situazioni a rilevanza sovra individuale. In Italia, diversamente dall’esperienza statunitense, l’introduzione delle azioni collettive nell’ordinamento giuridico è recente e ha avuto una scarsa applicazione. Il motivo è dovuto all’assenza di studi legali con professionalità adeguata, con attitudini imprenditoriali, con l’anticipazione delle spese della consulenza. Alla stregua degli avvocati disincentivati, le stesse Associazioni ambientaliste trovano più comodo presentarsi in penale come parti lese e fare cassa con i risarcimenti a loro dedicati.

Conclusione: le Vittime in Italia non sono neppure risarcite per i danni alla salute. Negli Usa, invece, nel corso di circa due secoli di vita le class actions hanno avuto un successo straordinario. Lo conferma, ad esempio, la recente (seconda) condanna al Gruppo Monsanto, filiale del colosso tedesco Bayer, a risarcire 857 milioni di dollari di danni a studenti e genitori volontari di una scuola esposta ai policlorobifenili (pcb), i cosiddetti inquinanti ‘eterni’ tipo PFAS.

Fermare gli impianti ILVA: si deve secondo la cittadinanza, si può secondo la Corte europea.

«Qualora i fenomeni di inquinamento ambientale derivanti dall’impianto o prevedibili, nonostante l’uso delle migliori tecniche disponibili, causino danni eccessivi alla salute umana devono essere adottate misure protettive ulteriori. Se misure in tal senso non risultino attuabili, l’impianto non può essere autorizzato. La tutela della salute umana può in tal caso giustificare anche rilevanti pregiudizi economici».

È uno dei passaggi del parere proposto il 14 dicembre 2023 alla Corte di Giustizia Europea del Lussemburgo da parte dell’avvocato generale Juliane Kokott in merito al caso ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia. Adesso, nei primi quattro-cinque mesi del prossimo anno si attende la sentenza del collegio.

Alla Corte UE il caso è giunto dal Tribunale di Milano (Milano è la sede legale della società) a cui si sono rivolti associazioni e cittadini di Taranto chiedendo per i danni ambientali e sanitari la chiusura o il fermo degli impianti siderurgici.

La Corte Europea dei diritti dell’uomo si era  già espressa  evidenziando mancate tutele della salute dei cittadini di Taranto e dei lavoratori. E ora l’avvocato generale sottolinea che «i fenomeni di inquinamento che, compromettendo la salute umana, violano i diritti fondamentali delle persone interessate sono sempre significativi».

Sperimentazione di massa in Piemonte …di suicidi assistiti?

Abbiamo definito  “Affaire Sanitario  Pfas Piemonte” in termini eufemistici: “presa in giro” (clicca qui). Perche?

Perchè il girotondo del monitoraggio del sangue della popolazione alessandrina era passato dal sindaco di Alessandria al presidente della Regione e questi, al culmine dello sberleffo (anche televisivo: alle Iene), l’aveva “affidato” ad un fantomatico  Comitato Etico. Cioè, come si dice in gergo calcistico e ormai politico, ha buttato la palla in tribuna. Cosa ha a che fare, infatti, una indagine sierologica da affidare all’ASL di Alessandria  con un Comitato Etico? Nulla.

Esso è un organismo, peraltro nominato sei mesi fa, che ha come compito di “realizzare sperimentazioni farmacologiche, sperimentazioni cliniche non farmacologiche su protocolli e procedure mediche, chirurgiche, psicologiche, diagnostiche e terapeutiche, sperimentazioni cliniche su dispositivi medici” ovvero “studi su ogni procedura che implichi l’uso di organi, tessuti e cellule umane a scopi scientifici” ovvero “richieste di autorizzazione all’uso terapeutico di medicinali per uso compassionevole” ovvero “suicidio medicalmente assistito”. E’ un organismo pletorico di 18 membri, tra cui avvocati, farmacologici, assicuratori, farmacisti, rappresentanti farmaceutici, ingegneri, nutrizionisti, nessun epidemiologo, presidente una farmacista e vice un rappresentante sanitario. 

Che cazzo c’entra? A meno che, continuare a  NON sottoporre lavoratori e cittadini alle analisi del sangue per NON confermare l’enormità epidemiologica  di malattie e morti, altro non voglia essere che… una sperimentazione di massa di suicidi assistiti! Suicidi?

Si presta a questa oscenità il sindaco di Alessandria che avrebbe il dovere civile e giuridico, in quanto  massima autorità sanitaria locale,  di applicare il principio di precauzione alla salute pubblica e fermare le produzioni di Solvay.

Il massacro dei bambini.

Se interroghi Wikipedia quale è stato il il più grande massacro di bambini ti cita Babij Jar nei pressi della città ucraina di Kiev, sito di massacri ad opera dei nazisti e collaborazionisti ucraini ai danni della popolazione locale, il più noto quello compiuto tra il 29 e il 30 settembre 1941. Fu uno dei tre più grandi massacri della storia dell’Olocausto, superato solo dal massacro della operazione Erntefest in Polonia, nel 1943. Alla stessa domanda riferita a questo secolo, Wikipedia ancora non risponde, in attesa dei conteggi dalla Palestina.

Lo zampino peloso dei servizi segreti militari sui Pfas.

Degli speciali delle Iene, gli ultimi  riferiti al Piemonte clicca qui e clicca qui , (quello di Piazza pulita-La7 sembra fermato ai blocchi di partenza), si stanno occupando le lobby industriali-militari, certamente non per le possibili limitazioni nei settori applicativi dei beni di consumo (rivestimenti delle padelle, impermeabilizzanti per i tessuti, giubbotti antipioggia e così via), bensì per le implicazioni della grandissima industria aeronautica, navale, spaziale, costruzioni, semiconduttori e soprattutto quella militare: strettamente interconnessa con i PFAS impiegati a profusione. Questo è il vero nocciolo della questione  e spiega anche la recente scissione della Solvay.

Il peso dei Pfas nel complesso militare industriale ha  rilevanza cruciale nell’industria nucleare e in quella nucleare bellica, nel processo di fabbricazione dei semiconduttori in ambito elettronico, cruciali in Occidente nella competizione tecnologica con la Cina, in ambito sia civile sia militare. Ci ricordiamo che la prima  applicazione dei Pfas avvenne nella costruzione della bomba di Hiroshima.

Le lobby industrialmilitari, esempio Solvay per intenderci,  sono entrate in fibrillazione quando  la pressione del fronte ecologista, superando gli Enti amministrativi intermedi (sindaci e governatori) facilmente sotto controllo, ha preteso di premere sui Parlamenti per leggi di messa la bando dei Pfas, ad esempio il disegno di legge ex Crucioli. Per contro, a livello governativo le lobby hanno intessuto una ferrea ragnatela di tavoli di approfondimento, rimandi a commissioni, rinvii dai  livelli decisionali a quelli europei (a loro volta zavorrati), cadute di esecutivi. Ed è qui che industria, ambienti governativi, ambienti militari, intelligence, si sono fatti sotto e hanno ottenuto la solita “provvisoria” dilazione all’italiana.

Un provvisorio che dura da decenni, quando la produzione dei Pfas in Italia, dopo il fallimento della Miteni,  è stata affidata alla Solvay di Spinetta Marengo in provincia di Alessandria. Qui la Solvay, nonostante sia investita da polemiche a più non posso, ottiene le autorizzazioni (filiando il C6O4 dal padre Pfoa ad es.) mentre mai da parte della magistratura è arrivato un arresto cautelare o un draconiano provvedimento di sequestro, malgrado i solleciti; mentre i reati patrimoniali e ambientali gravissimi sono imputati a livelli manageriali di basso livello e puniti con condanne irrisorie, senza risarcimenti alle Vittime.

Con riferimento proprio al Piemonte: «È come se una matrice occulta generasse la solita sceneggiatura. Il meccanismo è stato bene illustrato in un recente servizio delle Iene peraltro. A Roma girano voci che la magistratura, di Torino nello specifico, abbia aperto un fascicolo esplorativo che non riguarda notizie di reato o un fascicolo contro ignoti. Il focus riguarderebbe l’operato di alcuni assessorati. La produzione di Pfas da sempre gode di guarentigie speciali che direttamente o meno sono richiamate anche in alcuni documenti coperti dal segreto militare. Soggetti di alto livello in seno ai ministeri, al governo, alle gerarchie militari, all’Arma dei carabinieri, alla magistratura, per non parlare delle Camere fino a giungere al Copasir, sono a conoscenza di questa realtà. In qualche modo tutto ciò fa parte del gioco ». «La produzione dei Pfas è coperta dal segreto militare».

A parlare in questi termini, in esclusiva, ai taccuini di Marco Milioni di “Vicenzatoday.it”, è un funzionario del Ministero dell’Ambiente che considerando la delicatezza del tema chiede «il più totale anonimato». Omnia silendo ut audeam nosco: tacendo per ascoltare conosco ogni cosa. 

La colossale “presa in giro” sanitaria piemontese.

Perfino i giornali, che non sono mai stati lì ad azzannare Solvay, stanno evidenziando la farsa che si sta consumando sulla pelle della popolazione di Alessandria. In presenza di indagini epidemiologiche (otto) che evidenziano mortalità e morbilità fuori limiti, in presenza di indagini ambientali (ripetute) che evidenziano il superamento dei dati oltre ogni limite, ebbene, al sindaco –massima autorità sanitaria locale- viene chiesto di sottoporre lavoratori e cittadini alle analisi del sangue tramite Asl.

Il sindaco dice che non tocca a lui, bensì alla Regione, anzi glie l’ha chiesto… da anni. La Regione risponde (alle Iene) che tocca all’ assessore alla sanità. L’assessore alla sanità passa la palla al dirigente responsabile del settore sanità pubblica veterinaria. Il veterinario la passa infine al Comitato Etico. Organismo che nessuno ha mai sentito nominare, peraltro nominato dalla Regione (che a sua volta è.. dominata da Solvay… pensiamo che autonomia!). Il fantomatico Comitato indipendente (da chi?), composto da una decina di enti territoriali ed extra regionali (ma a prescindere dal Veneto, dove sanno già tutto da anni), valuterà il da farsi nel futuro.

In questo osceno balletto di responsabilità, viene da concludere che chi decide in realtà è Solvay. Allora ritorniamo dal sindaco Giorgio AbonanteLei, che è la massima autorità sanitaria locale, perché, nel frattempo  della “taranta” (il ballo che non finisce mai), lei, per il vincolato principio di precauzione, perché nel frattempo  non ha  fermato le produzioni inquinanti, a salvaguardia della salute pubblica?

Sicuri cancerogeni ma il sindaco non li ferma

Pfas dichiarati “Certamente Cancerogeni” da IARC: cosa vuol dire e implicazioni

Storico accordo migranti 2023 Italia-Albania.

20.000 profughi albanesi giunti con la nave Vlora al porto di Bari l’8 agosto 1991.

Dopo lo sbarco i migranti vennero temporaneamente ospitati nello Stadio della Vittoria e nei giorni seguenti furono quasi tutti rimpatriati su aerei e traghetti con l’inganno: gli era stato detto che sarebbero stati portati in altre città italiane. Il 16 agosto quasi tutti erano stati riportati in Albania, tranne circa duemila persone che erano riuscite a scappare.

L’appello per il cessate il fuoco in Palestina delle Ong italiane.

“La pausa umanitaria temporanea a Gaza è stata insufficiente, solo con un cessate il fuoco permanente sarà possibile raggiungere in piena sicurezza gli oltre 2 milioni di civili, assicurando beni e servizi essenziali e interventi salvavita”. È la richiesta delle Organizzazioni della società civile italiana impegnate da decenni sul campo in attività umanitarie, di cooperazione internazionale e di tutela dei diritti umani, firmatarie dell’appello internazionale “Cease Fire Now”, attualmente sottoscritto da oltre 700 organizzazioni di tutto il mondo e oltre un milione di cittadini. 

È possibile firmare la petizione globale “Cease Fire Now” su: https://t.ly/ceasefirenow

Organizzatrici dell’iniziativa: ActionAid Italia, Amnesty International Italia, Amref Italia, Azione contro la Fame Italia, Defence for Children International Italia, Fondazione L’Albero della Vita, Medici Senza Frontiere (MSF), Oxfam Italia, Save the Children Italia, SOS Villaggi dei Bambini, Terre Des Hommes Italia, VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, WeWorld. Aderiscono inoltre le reti di organizzazioni: AOI, CINI. Ovviamente Movimento di lotta per la salute Maccacaro.

Il cambiamento climatico inizia anche dalla Liguria.

Inizia dai progetti che stanno stravolgendo i quartieri periferici genovesi, attraversano la Regione, il Mar Ligure e non risparmiano nessun tipo di ambiente: terrestre, marino, aereo. Ce n’è per tutti: dal percorso del nodo ferroviario alla funivia del Lagaccio, dalla Gronda allo Skymetro, dalla mega diga foranea al tunnel sub-portuale e al dissalatore, da un ulteriore forno crematorio all’idea di un termovalorizzatore e, ciliegina sulla torta, la nave rigassificatrice a Vado Ligure. Opere faraoniche vengono calate dall’alto da un presidente di regione e da un sindaco poco inclini alla trasparenza e ai percorsi partecipati con i cittadini che dicono di rappresentare, con l’appoggio di una classe politica sempre più distante dalle persone. Sono in linea con le scelte politiche nazionali che continuano a incentivare progetti che favoriscono gli interessi economici di pochi a discapito del bene comune e della collettività. Clicca qui la RETE GENOVESE.

Per quanto riguarda la diga foranea di Genova: clicca qui, in  un articolo di Andrea Moizo, il segreto della tenuta dei fondali dell’opera da 950 milioni.

Firma l’Appello della Marcia di Assisi: L’Italia deve dire basta!

L’Italia deve dire basta!
E deve riconoscere lo Stato di Palestina

Non si può uccidere un bambino o una bambina.
Non si possono uccidere tanti bambini tutti i giorni.
Non si possono uccidere i loro genitori, tutti i giorni.
Non si possono violare tutte le leggi internazionali.
Non si possono bombardare gli ospedali, i campi profughi, le chiese…
Non si possono lasciare decine di migliaia di feriti e ammalati senza cure e medicinali.
Non si può negare e minacciare l’esistenza di un popolo e dei suoi diritti inalienabili.
Non si può fare un genocidio.
Non si possono cacciare milioni di persone dalla propria terra.
Non si può fare tutto questo e pretendere di avere ragione.
Non si può fare tutto questo ed essere impuniti.

Tutto questo è vietato non solo dalla morale ma dalla legge, dal diritto internazionale dei diritti umani.
Tutto questo è disumano.
Tutto questo sta succedendo ora.
Tutto questo deve essere fermato.

L’Italia deve dire basta! Cessate-il-fuoco!
E lo deve dire ora.

Insieme con Papa Francesco, l’Italia, il nostro Parlamento, le forze politiche, le nostre istituzioni, i nostri governanti devono trovare il coraggio di dire basta e di chiedere l’immediato cessate-il-fuoco.

Siamo già tutti coinvolti. Siamo già tutti corresponsabili. Il silenzio ci rende complici.

La pace è possibile ed è nelle mani di tutti i governi che, come il nostro, hanno il dovere, la possibilità e i mezzi per intervenire.

La pace è possibile se riconosciamo ai palestinesi la stessa dignità, gli stessi diritti e la stessa sicurezza che riconosciamo agli israeliani.

L’Italia può fare molto per la pace. Ma deve cambiare: non può continuare ad astenersi o essere di parte.

L’Italia deve assumere un ruolo attivo, propositivo e progettuale mettendosi dalla parte della legge, del diritto internazionale e dei diritti umani.

L’Italia deve chiedere all’Onu l’immediato riconoscimento della Palestina come Stato membro delle Nazioni Unite e impegnarsi a fornire sostegno politico, operativo e finanziario all’attuazione del Piano “due Stati per due Popoli”.

Il Parlamento italiano deve approvare una risoluzione che includa i seguenti punti da sottoporre all’Unione Europea e all’Onu:

  1. l’istituzione immediata della Palestina come 194° Stato membro dell’Onu, con i confini del 4 giugno 1967, con capitale a Gerusalemme Est;
  2. il rilascio immediato di tutti gli ostaggi israeliani a Gaza e dei palestinesi arbitrariamente detenuti nelle prigioni israeliane;
  3. il cessate il fuoco permanente di tutte le parti;
  4. l’invio immediato di tutti gli aiuti umanitari indispensabili per salvare e curare la popolazione di Gaza;
  5. il ritiro dell’esercito israeliano da Gaza;
  6. la costituzione e l’invio di una “forza di pace” dell’Onu in Palestina
  7. la convocazione di una Conferenza Internazionale di Pace.

L’Italia deve difendere i diritti umani, la legalità e il diritto internazionale, deve battersi affinché prevalga la forza della legge sulla legge della forza e deve agire nell’interesse superiore dei valori di umanità iscritti nella nostra Costituzione e nelle più importanti carte internazionali, della pace, dei diritti umani, della sicurezza internazionale nel mondo.

L’Italia deve assumere un’iniziativa politica urgente e operare coerentemente affinché venga fatta propria innanzitutto dall’Unione Europea.

Per la realizzazione di questa politica, l’Italia può contare sul consenso della stragrande maggioranza dei propri cittadini e sull’impegno fattivo di un’ampia rete di gruppi, associazioni, Enti Locali e Regioni, attiva da più di trent’anni, ricca di relazioni, competenze, progetti ed esperienze con entrambi i popoli.

Per questo l’Italia deve agire come “sistema paese” con una strategia e un piano di lavoro integrati. La diplomazia dei popoli e delle città può arrivare dove i governi non arrivano e provare a costruire, dal basso, le condizioni di una pace che non può più attendere.

Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace
Coalizione AssisiPaceGiusta

FIRMA L’APPELLO

Cellulari e 5G funzionano benissimo senza rischi per la salute.

Chiediamo ai deputati, che tra pochi giorni dovranno esaminare il DDL, di sopprimere lo sciagurato emendamento introdotto dai senatori di innalzare il limite di 6 Volt/metro alle esposizioni prolungate al campo elettrico emesso dalle antenne telefoniche. Il governo aumenta il limite, facendo aumentare i tumori nella popolazione, al fine di favorire alle compagnie telefoniche 4 miliardi di euro. Il governo vuole aumentare questo limite massimo ignorando che già dal 2011 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro AIRC dell’Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità, ha classificato le onde elettromagnetiche usate per la telefonia come un possibile cancerogeno per l’uomo, e ignorando che ora gli studi sperimentali confermano la allarmante decisione della IARC.

Clicca qui il volantino della Rete, compreso il QR code per poter vedere il filmato e firmare la petizione, nonché il link https://www.attoprimo.org/appello-degli-scienziati-per-la-sicurezza-elettromagnetica/ alla dichiarazione degli scienziati a favore del contenimento delle emissioni. Sul sito www.attoprimo.org trovi anche la descrizione della Rete 6V/M https://www.attoprimo.org/nasce-la-rete-6v-m/.

Il massacro di Gaza non è una vendetta.

Le motivazioni allo sterminio dei palestinesi vanno al di là della vendetta  scatenata dopo la sanguinosa operazione Tempesta di al-Aqsa del 7 ottobre. Alla base ci sono cause economiche. Il progetto è preesistente: l’obiettivo di Israele è quello di impossessarsi delle immense ricchezze costituite dai giacimenti di gas che spetterebbero ai palestinesi. Il piano di deportazione si articola in tre fasi: 1) costringere la popolazione stanziata nel nord della Striscia (oltre un milione di persone), sottoposto a bombardamenti massici, a spostarsi verso sud; 2) far entrare l’esercito israeliano a Gaza in modo da occupare l’intera Striscia ed eliminare le postazioni di Hamas; 3) trasferire la popolazione nella zona desertica del Sinai egiziano da cui non dovrà fare più ritorno. All’Egitto, le cui condizioni economiche sono gravi, è stato proposto l’annullamento dell’intero debito estero (135 miliardi di dollari). Questo piano si collega con il progetto del Canale Ben Gurion, un progetto che prevede di congiungere Gaza e Ashkelon al golfo di Aqaba nel Mar Rosso (260 km) creando un nuovo corridoio, alternativo al Canale di Suez (193 km), per il commercio mondiale e l’energia. Clicca qui

L’oppressione delle donne in Iran.

Il Premio Nobel per la Pace 2023 è stato assegnato dall’Accademia di Oslo all’attivista iraniana per i diritti delle donne Narges Mohammadi.

Vice presidente del Centro per la difesa dei Diritti Umani imprigionata dalle autorità iraniane dal maggio 2016. Il comitato afferma che ha ricevuto il premio per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e per i suoi sforzi nella promozione dei diritti umani e della libertà per tutti. La coraggiosa lotta di Narges Mohammadi ha comportato enormi costi personali: il regime iraniano l’ha arrestata 13 volte, condannata cinque volte e condannata a un totale di 31 anni di carcere e 154 frustate. Mohammadi è ancora detenuta nel famigerato carcere di Evin e il comitato ha espresso l’auspicio che l’Iran rilasci l’attivista. 

Gli USA votano contro il cessate il fuoco.

Mentre a Gaza continua il massacro di civili gli Stati Uniti votano contro il cessate il fuoco umanitario.

Con un gesto eccezionale, il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha invocato, per la prima volta durante il suo mandato, l’articolo 99 della Carta Onu per richiamare l’attenzione del Consiglio di Sicurezza sulle stragi che si stanno compiendo a Gaza e nei Territori Palestinesi Occupati.

Solvay anticipa la sua linea di difesa all’imminente processo di Alessandria.

Con una puntigliosa nota, Solvay ha replicato al servizio della trasmissione di Italia1 “Le Iene“, andato in onda martedì sera e intitolato “Il Paese dei veleni”. Ne è scaturito un anticipo della sua linea di difesa per l’imminente processo. Che merita un contradditorio. Clicca qui un “botta e risposta” di sei minuti, che potete ascoltare cliccando sopra la registrazione vocale.

Oppure leggere:

Solvay:  Dissentiamo dal capo di accusa formulato dalla Procura di Alessandria, cioè di disastro innominato colposo, cioè non intenzionale, in quanto tutti i nostri manager hanno sempre operato con correttezza e nell’osservanza delle normative ambientali.

Balza: Anche noi dissentiamo dalla Procura, nel senso che riteniamo non solo incontestabile il reato ma che esso sia doloso. E non colposo, cioè’ non intenzionale, tipo: scusate ma non l’abbiamo fatto apposta. Non ve n’eravate accorti? malgrado le nostre accuse per decenni sulle basi di Arpa e Asl? Ora siete ulteriormente accusati di omessa bonifica. E non stiamo parlando solo di Pfas ma anche  dell’altra “maledetta ventina” di veleni.

I pompieri ad alto rischio Pfas.

Le organizzazioni sindacali stanno sempre più prendendo atto dell’alta pericolosità dei “forever chemicals” presenti nei dispositivi di protezione individuale (tute, giacconi, elmi, maschere eccetera) in uso al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, nonché per la composizione chimica degli schiumogeni da loro usati nel corso degli interventi. Questi completi individuali antifiamma e gli schiumogeni contengono infatti il Teflon, ovvero PFAS, ovvero possono portare a gravi malattie cardiovascolari e tiroidee, tumori, ipertensione, ipercolesterolemia  ecc.

Clicca qui una approfondita inchiesta su tutto quanto viene nascosto ai vigili del fuoco e sulle responsabilità dei governi.

In Veneto i Pfas di Arzignano.

L’associazione ecologista Cillsa di Arzignano ha acceso i suoi riflettori sulla salubrità dell’acqua potabile coinvolta dalle concerie di Arzignano, dove il gestore pubblico del servizio idrico Acque del Chiampo «ha rilevato la presenza di 14 nanogrammi per litro di Pfoa» nell’acqua, concentrazione che appunto  «rende l’acqua non potabile dal punto di vista sanitario». Il Pfoa infatti  è stato certificato da IARC sicuramente cancerogeno sopra ogni dubbio.

I Pfas di Cologna Veneta.

Un’ordinanza del Consiglio di Stato ha stabilito ulteriori verifiche sulla presenza di Pfas nelle acque scaricate nel fiume Fratta che scorre nell’Est Veronese, e che verranno svolte da un esperto del corso di Ingegneria chimica e dei processi industriali dell’Università di Padova. Tra i sospettati c’è lo stabilimento della Sirp s.p.a. a Cologna Veneta tenuto sott’occhio dalla Provincia di Verona già dal 2016. Tra l’azienda conciaria e l’ente pubblico è nata infatti una diatriba che ha portato prima il Tar del Veneto e ora il Consiglio di Stato a esprimersi e a indagare.

Altri Pfas in Trentino.

Il monitoraggio verso l’ex discarica della Maza, lì dove per almeno un ventennio senza criterio sono stati portati i rifiuti di tutto l’Alto Garda per un milione di metri cubi d’immondizia, è da anni costantemente seguito e approfondito  da Appa,  con un nutrito gruppo di ricercatori affiancato dal Dipartimento d’ingegneria dell’Università di Trento, nonchè anche dall’Adep, l’Agenzia per la depurazione.

Oggetto degli studi: acque reflue, fanghi di depurazione e percolato, tre elementi presenti che accomunano i Pfas in  micro-sostanze inquinanti emergenti come i farmaci umani o di uso veterinario. 

Pfas in Svizzera, in quasi la metà delle acque sotterranee.

Nel Canton Ticino,  a Sant’Antonino si beve acqua minerale a causa del pozzo che fornisce il 90% del fabbisogno idrico del Comune, una fonte indispensabile ma contaminata dai composti chimici PFAS. Un inquinamento causato dal cantiere AlpTransit del tunnel ferroviario del Monte Ceneri. Anche il comune di Capriasca è colpito dalla contaminazione.

Lo studio dell’UFAM ha evidenziato tracce di PFAS in quasi la metà delle acque di falda svizzere, e  nel caso del Prà Tiro oltre i limiti attualmente vigenti in Svizzera di 3 microgrammi al litro. Nello studio dell’ACCS, invece, cinque diversi laboratori cantonali hanno analizzato 564 campioni provenienti da tutto il Paese e dal Liechtenstein, che coprono l’approvvigionamento di acqua potabile del 70% della popolazione. In 306 non si trovavano tracce, mentre in cinque casi si superava il valore di 0,1 microgrammi per il totale di 20 PFAS, valido nell’UE e anche la Svizzera – dal 2026 – dovrebbe rendere vincolante. Da notare che la Commissione UE propone di abbassare ulteriormente e di molto la soglia, a 0,0044 µg/l per la somma di 26 PFAS.

Del tema delle PFAS doveva occuparsi la puntata di Patti Chiari bloccata da un provvedimento super cautelare il 29 settembre