Usa, Russia, Nato e Zelensky stanno distruggendo l’Ucraina.

La prima criticità è quella economica. Kyev è entrata in guerra che era già praticamente in default, ma adesso la situazione è drammatica, perché ovviamente gran parte delle attività produttive si sono fermate, le regioni più ricche sono sotto controllo russo, una parte significativa della popolazione attiva o è sotto le armi o è fuggita all’estero; anche se i paesi della NATO stanziano continuamente aiuti, la gran parte è costituita da armamenti, ed i trasferimenti di denaro spesso arrivano assai dopo lo stanziamento. Di conseguenza, Kyev è costretta a stampare denaro per sopperire alle necessità immediate, ma questo ovviamente alimenta l’inflazione, e crea un avvitamento dell’economia.

La seconda è quella energetica. Con la sistematica distruzione delle infrastrutture elettriche, l’intero sistema sociale (produttivo, amministrativo, logistico, di comunicazione) è prossimo al collasso. In queste condizioni, anche solo superare l’inverno – al netto degli ulteriori danni di guerra – sarà assai complicato, ed i segnali di insofferenza si moltiplicano all’interno della società ucraina: non più solo tra le truppe al fronte, o la popolazione civile, ma anche tra alcuni esponenti politici (e, cosa più rilevante, alcuni oligarchi).

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L’Ucraina sarà distrutta definitivamente.

Le colombe del papa attaccate da un corvo e da un gabbiano.

In attesa di conoscere dal ministro Guido Crosetto lo sforzo dell’Italia nella guerra alla Russia, apprendiamo che più di 500 satelliti statunitensi e della NATO vengono utilizzati nell’interesse delle forze armate ucraine, inclusi più di 70 satelliti militari, che gli ufficiali di stato maggiore della NATO sono in zona di guerra in Ucraina e che più di 25 paesi hanno speso finora 97 miliardi di dollari per fornire armi all’Ucraina. Inoltre migliaia di combattenti occidentali affiancano le truppe di Kiev per addestramento ma anche in combattimento come dimostrano numerosi video diffusi dallo stesso esercito di Kiev: ufficialmente si tratta di “volontari” ma è forte il sospetto che si tratti di militari regolari e contractors.

Al di là dei baciamano, degli applausi scroscianti, degli abbracci calorosi riservati a Zelensky in visita a Washingtonla Casa Bianca finora ha rifiutato categoricamente l’invio a Kiev di quelle armi (missili balistici tattici ATACMS) che possono essere impiegate contro il territorio russo, elemento che innalzerebbe ulteriormente l’escalation tra Mosca e Washington, mentre agli Usa interessa solo inchiodare la Russia nel più lungo Vietnam europeo possibile. Zelensky “pronto a trattare solo una volta riconquistata anche la Crimea”, cioè mai.  L’Ucraina sarà distrutta definitivamente, a prescindere dalle bombe atomiche.

Dalle api segnali di un pianeta in pericolo.

“Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. (Albert Einstein).

Le api, queste straordinarie creature che abitano il Pianeta da oltre 100 milioni di anni, costituiscono il filo conduttore per raccontare diverse sfide ecologiche come quelle della riduzione della biodiversità, del cambiamento climatico, della degradazione del suolo e della transizione energetica. Quando la specie più presuntuosa del Pianeta mette mano al corso della natura provoca gravi danni, alterando la possibilità di sopravvivenza dei non umani, come gli impollinatori, senza comprendere che in realtà si tratta di un ecocidio autodistruttivo. Paradossalmente l’agricoltura, che è una delle attività più strettamente dipendenti da una biosfera sana, è una delle maggiori cause di cambiamenti irreversibili e, quindi, insostenibili come il riscaldamento globale e l’estinzione degli impollinatori da cui trae giovamento e ricchezza. L’impiego massiccio di energie fossili, la distribuzione di veleni come i pesticidi (sono persistenti, tossici e bioaccumulabili), la perdita della fertilità, nelle monocolture di vegetali selezionati per soddisfare esigenze economiche (es.: gli organismi modificati geneticamente), sono alcune delle principali cause di un sistema di produzione alimentare ecologicamente insostenibile. Non c’è più tempo, non possiamo permetterci di sprecare risorse economiche come quelle dedicate alla produzione degli agro-carburanti (mais coltivato per ottenere metano, il biogas) e alle piante modificate geneticamente (es.: quelle rese resistenti agli erbicidi); bisogna fare un passo indietro nel modo di gestire le risorse naturali. Una specie può prosperare solo se godono di salute tutte le altre, dobbiamo sposare questo principio.

Il libro di Giuseppe Zicari, “Agricoltura chimica e impollinatori: segnali di un Pianeta in pericolo. Il biomonitoraggio con le api”, prova a raccontare una visione diversa del Mondo che stiamo costruendo (pardon: distruggendo), una storia piena di retroscena e colma di pericoli sottovalutati. Il file PDF è scaricabile su https://sites.google.com/site/zicari73/, mentre il libro cartaceo è acquistabile su https://www.youcanprint.it/store.

I francesi: stop immediato al Tav Torino-Lione.

Oltre 150 personalità pubbliche francesi (tra cui  i sindaci di Grenoble, Lione, numerosi amministratori locali nonché sindacalisti del settore ferroviario, deputati europei e nazionali) chiedono  l’immediato STOP ai lavori preparatori per il raddoppio della linea Torino-Lione al fine di dirottare le risorse sul rinnovamento della linea AV esistente, su cui tra l’altro sono stati già investiti 800 milioni nel 2011 per garantirne l’adeguamento. “In un momento in cui bisogna fare di tutto per limitare il riscaldamento globale e rafforzare l’indipendenza del nostro Paese, nel momento in cui scarseggiano le medicine e i prodotti alimentari importati dall’altra parte del mondo, nel  momento in cui il governo sostiene di non avere i soldi per la sanità e per gli ospedali, nel momento in cui i treni quotidiani sono degradati e le infrastrutture ferroviarie non sono mantenute o sono insufficienti, chiediamo di fermare il progetto Lione-Torino, la cui unica logica è quella di trasportare sempre più merci più lontano e di alimentare questo culto energivoro e distruttivo”. Continua qui il documento. Non abbattere un solo albero, non artificializzare un metro quadrato di terreno agricolo e non prosciugare un metro cubo d’acqua.

“Io condivido”, una rete informativa online sulla disabilità.

Bandi regionali, news su cooperative, associazioni, enti e aziende, giochi online, turismo accessibile, segnalazione di disservizi e anche notizie, annunci ed esperienze: sono numerose le sezioni che compongono “Io condivido”, meritoria rete informativa online sulla disabilità, ideata e realizzata nel proprio blog “Disabilmente.it” da Chiara Maria Recco, donna con disabilità motoria, un progetto cui possono fare riferimento cooperative sociali, associazioni, altri enti, aziende e naturalmente le persone con disabilità (continua…)

A volte ritornano. E cercano di censurarci.

Blogger censura la libertà di espressione e d’informazione (Art. 21 Costituzione italiana) (Art. 11 Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea). Così si giustifica: “Abbiamo ricevuto una richiesta di revisione per il tuo post intitolato ‘Contestata la Giuria del Premio Acqui Ambiente’. Abbiamo stabilito che viola le nostre norme e dal Blog abbiamo eliminato il post”.

Chi ha chiesto la revisione? Quale violazione? Cliccando qui, ognuno può leggere la “contestazione” in oggetto, che fu ripresa dagli organi di informazione dell’epoca. I fatti risalgono addirittura al 2017, quando la selezione di otto finalisti operata dalla Giuria della XI edizione del “Premio letterario biennale 2016-2017 Acquiambiente” rappresentò una scelta culturale e politica in netta contraddizione con lo spirito che lo costituì nel 1997. Ebbene, ognuno può leggere che trattasi di opinabile quanto pertinente quanto legittima critica. Che, però, si estendeva a quella sfera politica (e qui casca l’asino) oggi quanto mai in auge. Ci chiedevamo: “Fino a che punto affonderà l’impronta politica e culturale sempre più marcata che sta dando ai Premi Acqui Storia e Ambiente l’assessore alla cultura Carlo Sburlati politico di lungo e controverso corso?”.

Considerate, scrivemmo sui giornali, che col Premio Acqui Ambiente sono passati da una chiara caratterizzazione anticapitalista del premio ad una altrettanto chiara rappresentazione non conflittuale, conservatrice del sistema: il premio è stato politicamente e culturalmente snaturato, ha perso ogni ispirazione a Ken Saro Wiwa e alle lotte della Valle Bormida. Il patron Carlo Sburlati ha condotto analoga operazione fatta col Premio Acqui Storia, al quale ha stravolto la genesi antifascista. D’altronde Sburlati non ha mai nascosto le sue simpatie nostalgiche per il fascismo, anzi filonaziste (celebrazione del romeno Codreanu). La sua lottizzazione per palesi fini politici ha sfigurato il Premio Storia e offeso la memoria dei morti della Divisione Acqui a Cefalonia, ai quali Marcello Venturi dedicò il Premio: quale vera e propria manifestazione antifascista! ALLA VIGILIA DEL 25 APRILE QUESTE VERITA’ VANNO DETTE CON FORZA.

Infatti, contro Sburlati e Premio Acqui, con noi si scagliò (clicca qui) l’Associazione nazionale Divisione Acqui, di cui fanno parte reduci e parenti delle vittime dell’eccidio nazista di Cefalonia del 1943 (11mila morti): “Nelle giurie di Sburlati trovano posto diversi giornalisti, intellettuali e accademici di destra, vicini ad Alleanza nazionale o quantomeno non davvero «simpatizzanti» per la lotta di Liberazione. An, del resto, è il partito di Sburlati, un ginecologo che non ha mai nascosto le sue simpatie nostalgiche per il fascismo…”.

D’altronde i Premi di Acqui Terme, dopo la “svolta Sburlati”, erano stati più volte contestati a sinistra. A cominciare da Giorgio Nebbia che si dimise per protesta dalla giuria (clicca qui).

Noi, oggi, contro la censura di Blogger, rivendichiamo il nostro antifascismo.

In avvio il processo contro Solvay di Spinetta Marengo.

Andranno letti, sospendendo la severità del giudizio, gli atti appena depositati dalla Procura della Repubblica di Alessandria con l’ipotesi di disastro ambientale colposo a carico della Solvay di Spinetta Marengo. Questo processo si avvierà in primavera e avrà prevedibilmente durata decennale. Non sia un alibi per il Sindaco di Alessandria e per il Parlamento per attendere di provvedere d’urgenza rispettivamente: a emettere ordinanza di fermata delle produzioni inquinanti, ad approvare una Legge che metta al bando in Italia produzione, utilizzo, consumo dei famigerati Pfas.

Clicca qui la notizia di cronaca, con relativo apprezzamento del docufilm: pur rilevando il particolare curioso se non clamoroso che in tutta la sua durata non viene mai citato Lino Balza (e il suo cinquantenario operato), verso il quale l’autrice, Monica Gasparini, nutre una antipatia viscerale  per essere stata a suo tempo criticata come cronista (ma poi rivalutata). Il suo inscalfibile ostracismo nuoce alla deontologia giornalistica del bisettimanale locale, e soprattutto alla completezza dell’informazione sulla questione Solvay: come si evince nello stesso docufilm (al quale una consulenza non sarebbe stata superflua). Comunque, alla completezza stanno provvedendo esaurientemente i nostri Sito e Lista (38mila lettori! tra cui i locali).

3M esce dalla sciagurata produzione Pfas. Solvay perché no?

La domanda la rivolgiamo a Ilham Kadri.

3M comunica che entro la fine del 2025 (meglio tardi che mai) interromperà la produzione di tutti i fluoropolimeri, fluidi fluorurati e prodotti additivi a base di PFAS.  Perché Solvay non comunica che non sarà da meno della 3M, anzi uscirà ancora prima: entro il 2024? O addirittura entro il 2023, come chiediamo noi. 

Così la 3M motiva la propria risoluzione: “La decisione di 3M si basa su un’attenta considerazione e una valutazione approfondita del panorama esterno in evoluzione, inclusi molteplici fattori come l’accelerazione delle tendenze normative incentrate sulla riduzione o l’eliminazione della presenza di PFAS nell’ambiente e le mutevoli aspettative delle parti interessate”. Perché le considerazioni etiche e le valutazioni economiche e legali di Mike Roman presidente e amministratore delegato della 3M non debbono valere anche per Ilham Kadri presidente e amministratore delegato della Solvay?  Ce lo spieghi Lei.

 Afferma Mike Roman: “Interromperemo l’uso di PFAS in tutto il nostro portafoglio di prodotti entro la fine del 2025: abbiamo già ridotto il nostro uso di PFAS negli ultimi tre anni attraverso la continua ricerca e sviluppo e continueremo a innovare nuove soluzioni per i clienti”. Perché Lei, Ilham Kadri, non ha fatto altrettanto?

Mike Roman fa i conti con le proprie responsabilità per i danni dei Pfas e prodotti chimici correlati: “3M continuerà a porre rimedio e ad affrontare i contenziosi difendendosi in tribunale o attraverso risoluzioni negoziate, il tutto a seconda dei casi”. A Ilham Kadri sul bilancio non pesano ancora  sufficienti cause legali.

Mike Roman si millanta: “Sono presidente di una azienda da 35 miliardi di dollari che migliora la vita in tutto il mondo. I 96.000 dipendenti dell’azienda sono uniti da uno scopo comune: sbloccare il valore delle persone, della scienza e delle idee per reimmaginare ciò che è possibile”. Ilham Kadri di cosa si vanta?

In definitiva, la 3M afferma obtorto collo che il beneficio della cessazione dei pfas vale più del sacrificio finanziario. Invece la Solvay sfida magistratura, sindaci, parlamento italiano. Il cinismo di Solvay non conosce confini. Spinetta Marengo è un business coloniale.  La popolazione è solo un puntino sulla carta geografica. Nessuno si aspetti una replica di Ilham Kadri a queste nostre note.

Pfas: qualcosa si muove dopo la nostra lettera aperta ai parlamentari.

La Procura Generale della Corte dei Conti ci comunica per conoscenza che ha trasmesso alla Procura Regionale del Lazio -per valutazioni di competenza- la nostra Lettera aperta inviata ai deputati e ai senatori del Parlamento italiano:

Egr. Onorevoli e Senatori,

che ci state leggendo insieme ai quasi 38mila destinatari di questa

Lista del “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” inviata tramite

“Rete Ambientalista Movimenti di lotta per la salute, l’ambiente, la

pace e la nonviolenza”.

I Pfas sono una calamità ambientale e sanitaria: intervenga il Parlamento.

Egr. Onorevoli e Senatori,

già nella trascorsa legislatura è stato presentato dall’ex senatore Mattia Crucioli un DISEGNO DI LEGGE CHE METTE AL BANDO I PFAS IN ITALIA. (clicca qui).  Vieta la produzione, l’uso e la commercializzazione dei perfluoroalchilici (PFAS) nonché degli innumerevoli prodotti contenenti PFAS, ne disciplina la riconversione produttiva e le misure di bonifica e di controllo. Accoglie in ciò le censure di Commissione interparlamentare ecomafie e Commissariato Onu, insomma assume le istanze di tutti i Movimenti, Associazioni e Comitati, che da anni si battono per eliminare questi cancerogeni bioaccumulabili e persistenti, praticamente indistruttibili, dalle acque, dall’aria, dagli alimenti, dunque dal sangue dei lavoratori e dei cittadini altrimenti ammalati e uccisi (emblematico l’ecocidio veneto perpetrato dalla Miteni di Trissino).

Al bando, ovviamente, la produzione. In Italia l’unico stabilimento che produce i Pfas è la Solvay di Spinetta Marengo in Alessandria… (continua a leggere)

Per ulteriori approfondimenti, abbiamo messo a disposizione della Procura di Roma, dopo quelle di Vicenza e Alessandria, il Dossier “Pfas. Basta!”: in oltre 350 pagine è una piccola enciclopedia che racconta la storia in Italia delle lotte contro gli inquinatori Solvay e Miteni, dalle denunce degli scarichi in Bormida degli anni ’90 fino ai processi 2022 ad Alessandria e Vicenza. Una lunga storia di mobilitazioni anche contro connivenze, complicità, corruzioni, ignavie di Comune, Provincia, Regione, Governo, Asl, Arpa, Sindacati, Magistratura e Giornali.  La lunga storia dei PFAS (PFOA e C6O4 e ADV) è tratta in breve da stralci dei libri “Ambiente Delitto Perfetto” (Barbara Tartaglione – Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia) e “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”, nonché del Sito “Rete Ambientalista Movimenti di lotta per la salute, l’ambiente, la pace e la nonviolenza” www.rete-ambientalista.it gestito dal “Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccacaro”. Il Dossier è disponibile a chi ne fa richiesta.

Isde: i limiti dei Pfas devono essere zero.

In ossequio a quanto sancito dalla nostra Costituzione e dal principio di precauzione sancito dal Trattato di Maastricht dell’Unione europea, ISDE Italia chiede un’audizione parlamentare urgente per esporre alcune importanti osservazioni in merito al recepimento della Direttiva europea sulla qualità delle acque destinate al consumo umano: Bisfenolo A, Microcistina-LR, PFAS devono avere il loro valore limite nelle acque a uso umano fissato in zero. Inoltre ISDE mette in evidenza la potenziale pericolosità del cosiddetto effetto cocktail, relativo a sostanze tossiche, cancerogene o mutagene e con azione di interferenza endocrina che, se anche rilevate singolarmente entro limiti, possono tra loro agire sinergicamente, in modo tale da configurare un rischio elevato per la salute umana. Clicca qui.

Chiesero di distruggere le prove del PFOA.

Al processo di Vicenza, Roberto Ferrari, manager di progetto di Erm Italia, la società incaricata di valutare le criticità ambientali della Miteni, sul banco dei testimoni ha lanciato accuse pesantissime per quanto riguardò il rapporto 2008: “Ci chiesero di distruggere i risultati delle analisi sulla presenza di Pfoa nell’acqua di falda. Mario Fabris, direttore tecnico dell’azienda di Trissino, chiamò al telefono il mio responsabile, Giuseppe Filauro, per chiedergli di togliere dall’ultima versione del nostro report i dati sul Pfoa. Era necessario edulcorare gli allarmi che avevo inserito nel lavoro sulla falda». Nella sua testimonianza Filauro ha ovviamente smentito.

Clicca qui Rai 3 Veneto.

Insufficiente l’argine europeo ai Pfas negli alimenti. E nei farmaci?

l rischio non è circoscritto ai lavoratori e ai cittadini limitrofi alle produzioni, esempio Solvay di Spinetta Marengo. Infatti i cibi, frutta, verdura, latte, uova, pesce, crostacei, molluschi bivalvi, carne di animali d’allevamento e selvatici, eccetera, possono essere contaminati da Pfas sia da terreni e acque inquinate utilizzate per coltivarli, sia dall’uso diretto di materiali (durante la lavorazione) e di imballaggi contenenti Pfas a contatto con gli alimenti. Infatti i Pfas sono utilizzati per rivestimenti antimacchia e resistenti all’acqua per tessuti e tappeti, rivestimenti resistenti all’olio per carta e cartone, materiali a contatto con gli alimenti, lucidanti per pavimenti, formulazioni di insetticidi, schiume antincendio ecc.

La Commissione europea Efsa ha concluso che i perfluoroalchilici, chiamati anche “sostanze chimiche per sempre” o “eterne”, in quanto la loro composizione chimica tossica e cancerogena non ne consente la degradazione, causano danni sullo sviluppo del feto, sul colesterolo, sul fegato e sul sistema immunitario nonché sul peso alla nascita ecc., stabilendo una dose settimanale tollerabile della somma delle sostanze pari a 4,4 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo a settimana. Si tratta di norme poco efficaci, che scontano il limite che ci sono pochi laboratori in Europa in grado di svelare la presenza di quantità più piccole di PFAS, ma già nocive prima dell’accumulo.

Infine, riferendosi ai prodotti di consumo, Isde Medici per l’Ambiente ci informa sulla stesura di un capitolo che rivela che “ci sono un centinaio di farmaci anche di uso comune, come antidiabetici e gastroprotettori che sono pfas; addirittura l’unico farmaco per la fibrosi cistica è una pfas (ha un giro d’affari solo negli USA è di 5,6 miliardi di dollari). Un sacco di articoli che i medici usano quotidianamente (protesi foli di sutura macchine per la respirazione artificiale e l’anestesia) contengono pfas”.

Cozze avvelenate, l’Ilva ha ucciso anche il mare.

Non solo l’aria e i terreni, ma anche il mare e i suoi prodotti sono stati avvelenati dalle emissioni nocive dell’ex Ilva di Taranto per via aerea e mediante le correnti marine degli scarichi. È la conferma che arriva dalle 3700 pagine di motivazioni della ciclopica sentenza “ambiente svenduto” con cui la Corte d’assise di Taranto ha emesso 22 condanne ai danni degli ex proprietari della fabbrica ionica, la famiglia Riva, e i dirigenti dell’acciaieria tra il 1995 e il 2012. Clicca qui.

Occorre un’insurrezione.

Abolire la guerra, gli eserciti, le armi, prima che la guerra, gli eserciti e le armi aboliscano l’umanità.
Solo la pace salva le vite.
Solo la nonviolenza può salvare l’umanità e l’intero mondo vivente.
Occorre un’insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze dell’umanità intera per abolire la guerra prima che essa ci annichilisca tutte e tutti.

Quando Einstein chiese a Freud: perché la guerra?

Einstein: «la necessità di un organismo sovranazionale, quale la Società delle Nazioni, con il mandato di comporre tutti i conflitti che sorgono tra gli Stati che manca però del potere necessario a far rispettare le proprie decisioni. La riluttanza da parte degli Stati a cedere sovranità in favore di qualche cosa che li trascende.»
Freud: «la guerra contraddice nel modo più stridente a tutto l’atteggiamento psichico che ci è imposto dal processo civile, così che dobbiamo ribellarci contro di essa: semplicemente non la sopportiamo più, non è soltanto un rifiuto intellettuale e affettivo, in noi pacifisti è un’intolleranza costituzionale, per così dire il massimo dell’idiosincrasia.» (Carteggio tra Albert Einstein e Sigmund Freud, 1932)

La corsa agli armamenti.

I nuovi dati dell’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (SIPRI), nell’ambito del suo Arms Industry Database, mostrano un aumento dell’1,9% delle vendite da parte delle prime 100 aziende di armi e servizi militari del mondo. Gli Stati Uniti continuano a dominare la vendita di armi rappresentando nel 2021 oltre il 50% del totale mondiale. I 100 maggiori fornitori di armi e servizi militari del mondo hanno registrato un totale di 592 miliardi di dollari di vendite nel 2021. La cifra segna un aumento dell’1,9% in termini reali rispetto al 2020 e il settimo anno consecutivo in cui le vendite di armi sono cresciute in tutto il mondo. Tra il 2015 e il 2021 la vendita di armi è aumenta del 19% in termini reali, secondo il SIPRI. Clicca qui.

Benzene Ilva a go-go.

Il 18 dicembre 2022 c’è stato un picco elevatissimo di benzene cancerogeno nel quartiere Tamburi di Taranto, in via Machiavelli. Alle ore 4 la concentrazione è arrivata a 42 microgrammi a metro cubo. Per vedere il grafico del picco registrato dalla centralina dell’ARPA Puglia cliccare qui. L’OEHHA della California fissa il valore di soglia acuto (calcolato su base oraria) a 27 microgrammi a metro cubo. Si veda Reference Exposure Levels (RELs) https://oehha.ca.gov/air/crnr/notice-adoption-revised-reference-exposure-levels-benzene. Il valore della centralina in via Orsini è probabilmente ancora più elevato di quello di via Machiavelli, ma non abbiamo accesso ai dati orari di quella centralina. 

Alessandro Marescotti – Presidente di PeaceLink

In prospettiva: bombe a fusione nucleare.

La fusione nucleare, quand’anche avesse un bilancio energetico positivo (cioè non consumasse più energia di quella che produce), genera radiazioni e produce rifiuti radioattivi, quindi meglio lasciarla comunque sul sole, ed utilizzare la sua energia con il fotovoltaico e l’eolico!

Gian Piero Godio

Sono sgomento di fronte alla campagna, internazionale, di disinformazione e mistificazione sul “grande” risultato sulla fusione nucleare! E non da ora. Al di là della questione generale della fusione, in questo caso tutti i commenti, anche di specialisti, celano a un’opinione pubblica che non è in grado di valutare (o non ha gli elementi) alcuni fatti cruciali che cambiano radicalmente le cose. Solo alcuno fatti:

— la National Ignition Facility è un impianto MILITARE (poi concesso anche ad esperimenti di fisica fondamentale) dei Livermore laboratories, uno dei tre grandi laboratori (con Los Alamos e Sandia) di RICERCA SULLE ARMI NUCLEARI;

— la fusione per confinamento inerziale – radicalmente diversa dal confinamento magnetico – anche se arriverà alla fusione “one shot” di un insieme di nuclei leggeri più piccolo di un grano di pepe, non è idonea alla realizzazione di impianti di produzione di energia: ma è la strada che perseguono i militari (dopo il trattato di bando dei test nucleari del 1996, ancorché mai ratificato dagli USA) per studiare il perfezionamento delle bombe a fusione, magari nella prospettiva di realizzare micro testate a fusione. Stiamo cercando di scrivere articoli ma ovviamente non raggiungeremo le grandi testate. Gli scienziati, in generale, ci inzuppano il pane: del resto sono loro che hanno realizzato la bomba atomica!

Angelo Baracca

Intervista ad Annamaria Moschetti, ambientalista dell’anno.

Annamaria Moschetti, presidente della Commissione per l’ambiente dell’Ordine dei medici di Taranto, è  una pediatra che si occupa delle malattie d’inquinamento che colpiscono i più piccoli. E’ l’Ambientalista dell’anno 2022: ha ricevuto a Casale Monferrato (Alessandria) il Premio Luisa Minazzi, promosso – all’interno del Festival della virtù civica – da Legambiente e dalla rivista La Nuova Ecologia insieme al Comitato organizzatore composto da esponenti di diverse associazioni della cittadina piemontese. Casale Monferrato è città martire dell’Eternit come Taranto è città martire dell’Ilva. Clicca qui.

Revocare la laurea ad honorem a Stephan Schmidheiny che ha sulla coscienza migliaia di morti.

L’Associazione  familiari e vittime dell’amianto chiede all’università statunitense  di Yale di revocare la laurea ad honorem al criminale  imputato nel processo Eternit-bis.  Anzi, la prestigiosa università è accusata di aver aiutato, per soldi, il miliardario dell’amianto a rifarsi un’immagine di “imprenditore verde”. Clicca qui.

Abbiamo effettuato un altro versamento alla Ricerca per la cura del mesotelioma di euro 190, derivati come sempre integralmente  dalla vendita dei nostri  libri.

Covid “peste nera” del XXI secolo?

La Corte Costituzionale si è pronunciata (con un inammissibile ritardo di 640 giorni dalla pubblicazione del decreto legge) in merito alla legittimità costituzionale dell’obbligo vaccinale e della sospensione dal lavoro e dallo stipendio per gli operatori sanitari inadempienti all’obbligo di vaccinazione contro il Covid-19. Responso: “Le scelte del legislatore sull’obbligo vaccinale del personale sanitario (compresi gli amministrativi nonchè i docenti ed il personale della scuola, i militari e le forze di polizia) sono non irragionevoli, né sproporzionate”.

Decreto legittimo e ragionevole non significa “scientificamente fondato”: infatti la Corte ha dato per certo che la situazione sanitaria del paese, al momento dell’emanazione del D.L. 44/2021, fosse realmente della gravità dichiarata dal governo e che la soluzione proposta fosse realmente adeguata alla supposta gravità della situazione, ovvero che l’assunzione obbligatoria del “vaccino” per poter lavorare, fosse scientificamente l’unica soluzione possibile ed una soluzione priva di rischi di gravi effetti avversi per la salute. Cioè la Corte si è fidata ciecamente dei fondamenti di verità in base ai quali il governo e il legislatore hanno deciso, e questi a loro volta si sono affidati ai propri consulenti scientifici, con la conferma di credibilità garantita dai mezzi di informazione (di propaganda?). Ma il famoso CTS (Comitato Tecnico Scientifico) non è forse di nomina politica, senza che nessuno a nome dei cittadini abbia avuto modo di verificare le competenze e l’assenza di conflitti di interessi dei consulenti tecnici nominati? Ma in Italia c‘era realmente una grave epidemia con il rischio concreto della morte della popolazione (come avvenne alla metà del XIV secolo), e  davvero esisteva un farmaco in grado di evitare tutte queste morti?

Insomma, si pone la questione degli “organi di garanzia” attualmente non previsti dalla Costituzione. Clicca qui.

Verità e giustizia per le vittime di uranio impoverito.

All’attenzione del Parlamento Ue la questione delle morti di militari e civili causate dagli armamenti contenenti il metallo pesante e usati nei teatri di guerra e nei poligoni di tiro dalla Nato. Una strage silenziosa al centro di una battaglia giudiziaria in Italia.  Nel nostro Paese ci sono almeno 8mila veterani gravemente ammalati per l’esposizione a vari metalli pesanti come l’uranio impoverito mentre circa 400 sono morti. Tutti tornati dai teatri di guerra dove i bombardamenti effettuati dalla Nato hanno causato una “pandemia tumorale” che continua a mietere migliaia di vittime sia civili che militari. Oppure rientrati dal servizio presso poligoni dell’Alleanza come Capo Teulada o Quirra in Sardegna. Su questa perdurante strage, che si configura come un crimine di guerra, la presidente del Consiglio europeo Ursula von der Leyden non chiederà l’istituzione di un Tribunale penale internazionale nonostante la Nato abbia utilizzato oltre 300 tonnellate di munizionamento all’uranio impoverito nelle sue guerre illegali e nei poligoni anche italiani,… e così il ministro della difesa Guido Crosetto. Continua

Strage di Piazza Fontana, buco nero nella storia della Repubblica.

Milano, venerdì 12 dicembre 1969, ore 16.37. Tutto avviene in meno di un secondo. Il salone centrale della Banca Nazionale dell’Agricoltura diventa un mattatoio. Chi organizza l’attentato ha ben presente il risultato finale. Sette chilogrammi di gelignite compressi in una cassetta metallica. La morte di diciassette persone, quattordici sul colpo, e ottantotto feriti. Clicca qui.

Presidio No Triv al tribunale di Potenza.

All’ingresso del tribunale,  striscioni e bandiere No Triv per ricorrere le pesanti responsabilità di Eni, delle altre multinazionali del fossile, del drammatico condizionamento dei livelli di salute ed ambiente subìto dai cittadini lucani e degli abitanti delle regioni limitrofe. Lo sversamento di oltre 400 tonnellate di petrolio al Centro Oli di Viggiano ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 13 persone tra dirigenti ENI e membri del CTR (Comitato Tecnico Regionale), nonché all’arresto di un dirigente ENI, con le accuse, fra le altre, di disastro ambientaleabuso d’ufficio, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale. Clicca qui.

Niente libertà senza giustizia sociale e niente giustizia sociale senza libertà.

«L’inclusione sociale delle persone con disabilità continua a restare una ferita aperta e mi riferisco ai diritti inalienabili di milioni di persone alle quali occorre, urgentemente, assicurare l’assistenza sanitaria e sociale, il diritto a una vita indipendente e, più in generale, ad essere inclusi nella società, con tutte le opportunità di cui godono gli altri cittadini e cittadine»: lo scrive Salvatore Cimmino, commentando la notizia della condanna a quattro mesi di otto persone con disabilità, per avere manifestato in difesa dei propri diritti (continua…)

I Pfas sono una calamità ambientale e sanitaria: intervenga il Parlamento.

Egr. Onorevoli e Senatori,

già nella trascorsa legislatura è stato presentato dall’ex senatore Mattia Crucioli un DISEGNO DI LEGGE CHE METTE AL BANDO I PFAS IN ITALIA. (clicca qui).  Vieta la produzione, l’uso e la commercializzazione dei perfluoroalchilici (PFAS) nonché degli innumerevoli prodotti contenenti PFAS, ne disciplina la riconversione produttiva e le misure di bonifica e di controllo. Accoglie in ciò le censure di Commissione interparlamentare ecomafie e Commissariato Onu, insomma assume le istanze di tutti i Movimenti, Associazioni e Comitati, che da anni si battono per eliminare questi cancerogeni bioaccumulabili e persistenti, praticamente indistruttibili, dalle acque, dall’aria, dagli alimenti, dunque dal sangue dei lavoratori e dei cittadini altrimenti ammalati e uccisi (emblematico l’ecocidio veneto perpetrato dalla Miteni di Trissino).

Al bando, ovviamente, la produzione. In Italia l’unico stabilimento che produce i Pfas è la Solvay di Spinetta Marengo in Alessandria, da dove proprio fin dagli anni ’80 è partita la nostra denuncia contro gli inquinamenti. Ad Alessandria il sindaco potrebbe, dovrebbe, fermare con ordinanza gli impianti che producono e utilizzano i Pfas (PFOA, C6O4, ADV) e li scaricano in aria/acqua/suolo: nell’immediato, perché intercorreranno i tempi processuali prima che tribunali di Vicenza e Alessandria provvedano alle sanzioni e ai risarcimenti.

Però, nel richiamare il precedente dell’amianto, È L’INTERVENTO LEGISLATIVO A LIVELLO NAZIONALE INNANZI TUTTO NECESSARIO E URGENTE, perché l’emergenza Pfas è oramai conclamata dalle Arpa in Veneto, Piemonte, Lazio, Trentino, Lombardia ecc.

Onorevoli e Senatori,

per valutare l’urgenza sanitaria di intervenire, vi invitiamo di ascoltare, dalla viva voce del dottor Vincenzo Cordiano, la relazione di ISDE Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (clicca qui). La relazione, corredata  di esemplari tabelle esplicative, mostra quanto queste sostanze, i Pfas vecchi e nuovi, siano bioaccumulabili e indistruttibili, tossiche e cancerogene, come si accumulino nei tessuti umani, in particolare polmoni, reni, tiroide ecc., quanto siano individuate da tutti gli studi epidemiologici nazionali e internazionali, per inequivocabile nesso causale, come agenti di malattie e morti per cancri a rene, testicoli, tiroide, ecc. nonché come interferenti endocrini già a livello embrionale e puberale, eccetera.  La drammaticità è sottolineata dalla relazione nel fornire una guida clinica per la prevenzione sanitaria. Ma, ATTENZIONE, ONOREVOLI E SENATORI, LA PREVENZIONE PRIMARIA TOCCA AL PARLAMENTO. 

Per ulteriori approfondimenti, è a vostra disposizione (come di tutti coloro che ci faranno richiesta) il Dossier “Pfas. Basta!”: in oltre 350 pagine è una piccola enciclopedia che racconta la storia in Italia delle lotte contro gli inquinatori Solvay e Miteni, dalle denunce degli scarichi in Bormida degli anni ’90 fino ai processi 2022 ad Alessandria e Vicenza. Una lunga storia di mobilitazioni anche contro connivenze, complicità, corruzioni, ignavie di Comune, Provincia, Regione, Governo, Asl, Arpa, Sindacati, Magistratura e Giornali.  La lunga storia dei PFAS (PFOA e C6O4 e ADV) è tratta in breve da stralci dei libri “Ambiente Delitto Perfetto” (Barbara Tartaglione – Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia) e “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”, nonché del Sito “Rete Ambientalista Movimenti di lotta per la salute, l’ambiente, la pace e la nonviolenza” www.rete-ambientalista.it gestito dal “Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccacaro”.

Lista dei Prigionieri per la Pace 2022.

Ogni anno, in ogni paese del mondo, migliaia di persone vengono incarcerate per motivi di coscienza, per aver fatto azioni nonviolente contro la guerra, o per aver obiettato al servizio militare armato. La War Resisters’ International stila ogni anno l’elenco dei prigionieri di cui riesce ad avere notizie certe. E’ un elenco incompleto di resistenti attualmente in prigione per il loro lavoro per la pace; comprende quelli che sono contenti che si rendano pubbliche le loro storie e i loro nomi.
In Italia la Lista viene diffusa dal Movimento Nonviolento, nell’ambito della Campagna di Obiezione alla guerra.
Quest’anno stiamo evidenziando in particolare gli attivisti di Russia e Ucraina perseguiti per le loro proteste pacifiche contro la guerra, insieme agli obiettori di coscienza di Singapore, Eritrea, Corea del Sud e Israele. Clicca qui.

Premio Nobel per la pace a chi sostiene la guerra.

L’ONG Center for Civil Liberties (Ucraina) ha ricevuto  il Premio Nobel per la Pace insieme ai difensori dei diritti umani russi e bielorussi. Qual è il segreto del suo successo? Insistere sul fatto che la guerra è necessaria e che non sono possibili negoziati. Clicca qui. 

Il Comitato per il Nobel (Norvegia) ha assegnato ancora una volta un premio per la pace che viola la volontà di Alfred Nobel e lo scopo per cui il premio è stato creato, selezionando destinatari che palesemente non sonola persona che ha fatto di più o meglio per promuovere la fratellanza tra le nazioni, il abolizione o riduzione degli eserciti permanenti e istituzione e promozione di congressi di pace.” Dal 1901, non è la prima volta che viene sputtanato questo premio. Ricordiamo: 1906, Theodore Roosevelt. 1919, Woodrow Wilson. 1978, Menachem Begin. 1990, Michail Gorbaciov. 1991, Aung San Suu Kyi. 2009, Barack Obama. Clicca qui.

NON ha ricevuto il premio Nobel per la Pace Mahatma Gandhi. Il paese pacifista più premiato sono gli Stati Uniti (23 volte), Seguono Regno Unito (12), Francia (10), Nazioni Unite (9)….. Italia (0). 105 persone sono state insignite, tra cui solo 16 donne. Per 19 anni non è stato assegnato.

Ambiente, amianto, infortuni sul lavoro.

Lunedì 12 dicembre alle 9.30 nella sala Laudato si’, al Campidoglio, a Roma, l’Osservatorio Nazionale Amianto e la Fondazione E-Novation saranno insieme in un convegno dal titolo “ESG – Stati Generali della Sostenibilità – ambiente e amianto, infortuni sul lavoro, governare la sostenibilità” durante il quale saranno sviscerati i temi degli infortuni sul lavoro, delle malattie professionali e più in generale della tutela dell’ambiente. Clicca qui.

Foto d’epoca.

  1. In foto, dal palco reale il presidente della repubblica Sergio Mattarella risponde all’ovazione infinita del popolo della politica della finanza e dello spettacolo. Si applaudono il o la presidente del consiglio Giorgia Meloni, fasciata/o in un abito di velluto Armani: “Spero sia all’altezza delle aspettative” dice raggiante ai giornalisti, ma le costerà una infreddatura. Non meno radiosa ma più coriacea è la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, in scintillante blu elettrico: “Non dovremmo lasciare che Putin distrugga l’Ucraina, anche per questo non vedo l’ora di vedere l’opera del russo Mussorgskij”. Elegante monospalla di seta nero per Laura Mattarella. Addobbati da pinguini, come tutti in teatro, Giuseppe Sala e Ignazio Benito La Russa battono le ali come pinguini.

All’interno del fasto della Scala di Milano nessuno è inzaccherato di uova marce come succedeva in altra epoca; all’esterno qualche bidone di vernice lanciato sui muri del teatro era stato prontamente ripulito e perseguito, la piazza è presidiata da polizia e carabinieri in assetto antisommossa che si accontentano di fronteggiare cori e slogan contro quelli che sono dentro: la casta dei Robin Hood alla rovescia. 

1968. In foto, nessuno slogan contro il pericolo fascista: nessuno immaginava 54 anni dopo.

La transizione ecologica può nascere solo dal basso.

Già decine di anni fa il MISE – non un centro studi di ecologisti radicali – stimò l’entità della spesa necessaria a mettere in sicurezza il paese dai rischi sismico, idrogeologico, incendi, inquinamenti. Essa ammontava a circa 190 miliardi di Euro. Sfumò ogni programma quando ci si accorse che servivano soprattutto tanti piccoli progetti “ a grana fine” di ripristino e riterritorializzazione,  e non le Grandi Opere dal sicuro effetto politico-mediatico. Lo stesso PNRR rappresenta un’enorme occasione sprecata; se si pensa che sono destinati al risanamento del territorio appena 4,5 miliardi di Euro, il  2%  del totale spendibile. Un paradosso a fronte dei 31 miliardi di euro dedicati ad alta velocità e grandi opere ad alto impatto ambientale, che diventano 81 con il Collegato Infrastrutture.  Sarebbe  necessaria una svolta reale quanto drastica nelle politiche ecologiche e territoriali. Siamo scettici che questo possa accadere per improvvise “illuminazioni” di un ceto politico-istituzionale, bloccato da incapacità e soprattutto interessi estranei a questi temi. Appare necessaria l’azione di quelle numerosissime soggettività che anche nel Belpaese lavorano ogni giorno per la tutela  di ambiente e territorio, ma anche per produrre ricchezza da beni autosostenibili; e costituiscono ormai una realtà economica da decine di miliardi di euro all’anno. La transizione che urge parte da loro. (Continua).

L’impatto climatico dell’industria navale.

La posizione di 12 associazioni e comitati di alcune città portuali  sui 500 milioni che andranno agli armatori per assicurare migliori performance ambientali e un significativo abbattimento delle emissioni delle navi, anche nei porti. Le  soluzioni  controverse proposte nel Decreto governativo che non rappresentano uno strumento efficace per una vera transizione ecologica del settore. Come corollario di questo decreto sarà fondamentale che il Governo attivi l’incremento dei controlli sulle emissioni navali anche ai camini, i monitoraggi dell’aria nei porti, il divieto di utilizzo dell’olio combustibile pesante (HFO), i limiti d’accesso alle navi più inquinanti nei porti.

Disuguaglianze sanitarie: 20 anni di vita in meno per le persone con disabilità.

Le persone con disabilità (oggi stimate in 1 miliardo e 300 milioni) hanno un’aspettativa di vita che risulta minore fino a 20 anni rispetto a quella degli altri, a causa delle disuguaglianze sanitarie sistemiche e persistenti. Infatti, il maggior rischio di sviluppare patologie croniche (doppio per asma, depressione, diabete, obesità, malattie orali e ictus) è dovuto a fattori evitabili, iniqui e ingiusti e non alla condizione di disabilità e alle menomazioni. Lo dice il “Rapporto globale sull’equità sanitaria per le persone con disabilità”, diffuso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (continua…)

Pazienti di serie B i disabili ammalati di cancro.

Come spiega la FAVO (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), le persone con disabilità vengono trattate come “pazienti di serie B” anche in àmbito oncologico, se è vero che sia sul campo della diagnosi precoce che su quello dell’accesso alle terapie, si registrano notevoli disagi rispetto al resto della popolazione. E’ assodato che le difficoltà affrontate da una persona con disabilità congenita o acquisita, motoria o intellettiva, quando si ammala di cancro, rappresentano tuttora una tematica negletta della medicina. (continua..)

Più investimenti in Italia, ma in armi.

La tendenza di decisa crescita per la spesa militare italiana continua anche per il 2023: 26,5 miliardi. Mentre nel mondo aumenta la vendita degli strumenti di morte: 592 miliardi di dollari. 40 delle 100 aziende leader del settore-armi (nonché le prime cinque in assoluto) hanno sede negli Usa: totale vendite per 299 miliardi di dollari. L’azienda dell’Unione europea meglio classificata è l’italiana Leonardo, al 12° posto: il gruppo, di cui il maggior azionista è il Ministero italiano dell’Economia, ha realizzato vendite per 13.9 miliardi di dollari nel 2021, con un incremento del 18% rispetto all’anno precedente. Clicca qui.

La sentenza ILVA condanna l’inquinamento politico.

In 3.800 pagine, le motivazioni della sentenza raccolgono un’imponente documentazione che testimonia la gravità dell’inquinamento e del pericolo per la salute, nonché la gravità della sua radice: radice squisitamente politica: il disastro ecologico è stato frutto di un disastro politico, non poteva avvenire senza il compiacente consenso di chi era incline al compromesso a danno dei cittadini e del bene comune. Clicca qui Peacelink.

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