“Gorbaciov nonviolento” neppure pubblicato in occidente.

Il 27 novembre 1986, tre anni prima della rimozione del muro di Berlino,  Mikhail Gorbaciov e Rajiv Gandhi a nome dell’URSS e dell’India, un quinto dell’umanità, chiedevano un totale rovesciamento della politica di dominio e di guerra e proponevano di costruire un mondo libero dalle armi nucleari e nonviolento in cui la vita umana fosse considerata il valore supremo. Il messaggio fu del tutto ignorato in Occidente. Così come in Russia e in India. Nel senso che non fu neppure pubblicato in nessuna parte del mondo. Clicca qui il testo del documento firmato a Nuova Delhi dai leaders sovietico e indiano. Non solo come statista, ma anche come pacifista nonviolento, Gorbaciov fu un fallimento.  Non è importante quanto siano alti gli ideali o i desideri di rinnovamento di un capo politico, in quanto ciò che veramente conta sono poi i risultati e le azioni concrete, quanto si costruisce piuttosto che quanto si distrugge.    

Il carcere israeliano con un milione di minori.

Allarme di Michelle Bachelet, alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Ogni bomba che Israele sgancia sull’enclave assediata, crimine di guerra dopo crimine di guerra, viene sganciata con la consapevolezza che i minori sono le probabili vittime, e i minori sono il 47% della popolazione di Gaza. Secondo Save the Children, oggi l’80% dei minorenni di Gaza dichiara di vivere con depressione, dolore e paura. L’accademico palestinese-americano Yousef Munayyer afferma che è ora di smettere di chiamare Gaza una “prigione a cielo aperto”, ma quello che è veramente: una camera di tortura. Nello stesso Israele le scuole palestinesi o arabe ricevono spesso un finanziamento per ogni alunno quasi sei volte inferiore rispetto alle scuole per studenti ebrei poiché non possono essere ammesse al finanziamento da parte dell’istituzione sionista. Successivamente subiscono discriminazioni nel mercato del lavoro e sono anche soggetti alle 65 leggi razziste di Israele. Secondo l’Associazione Defense for Children International, in Palestina ogni anno circa 500-700 minorenni palestinesi, alcuni dei quali di appena 12 anni, sono detenuti e perseguiti nei tribunali militari israeliani illegali. L’accusa più comune contro di loro è il lancio di pietre. Clicca qui.

Su Spinetta, dal cielo 5 microgrammi ogni giorno di Pfas per ogni metro quadrato. Nell’acqua 52 microgrammi per litro di C6O4.

Per quanto riguarda gli inquinamenti del polo chimico di Spinetta Marengo,  la Regione Piemonte non si è mai sprecata in monitoraggi sanitari e ambientali. Tant’è che la Regione aveva ignorato già nel 2009 la nostra allarmata richiesta di controlli ematici di massa. Tant’è che, non la Regione, bensì nel 2022 è l’Università di Liegi, con la nostra collaborazione, ad effettuare campionamenti pubblici riscontrando angoscianti  livelli di PFAS nel sangue della popolazione, soprattutto dei lavoratori Solvay. Neppure la Regione si è in tal senso mossa di fronte ai rari ma  preoccupanti monitoraggi di Pfas nelle matrici aria e acqua. Ad esempio quello compiuto da Arpa e Università di Torino (Ilaria Marchisio, Tiziana Schilirò, Simona Possamai, Nicola Santamaria).

Questo studio per la “Valutazione dell’impatto della Solvay sull’ambiente nelle matrici aria e acqua” è stato effettuato tramite campionamenti di acqua a monte e a valle del polo chimico, mentre  per la matrice aria è stata sviluppata una sperimentazione su due diversi metodi di campionamento, attivo e passivo, entrambi affidabili e ripetibili magari studiando l’effetto che pioggia e neve possono avere sui PFAS dispersi in aria, oltre a valutare le eventuali differenze tra le deposizioni nei periodi invernali e quelle nei periodi estivi. Lo studio non manca di notare che  “In entrambe le matrici ambientali è stata riscontrata la presenza di molecole non ancora normate”, ovvero coperte da segreto industriale Solvay.

Nelle Tabelle, i dati dell’inquinamento da PFAS del corpo idrico nel 2019 e 2020 evidenziano che nell’acqua del Bormida  il PFOA (ufficialmente dismesso nel 2013) supera gli standard di legge, fino a 0.21 µg/l microgrammi litro. Il dato più eclatante è che tra i Pfas le concentrazioni maggiori, addirittura 52.5 µg/l, sono  del cC6O4: un Pfas   prodotto ed utilizzato in Italia esclusivamente nel polo chimico di Spinetta Marengo, e perfino riscontrato a monte del fiumeAl punto che i ricercatori sono costretti ad esclamare: Alla luce di questi dati, è quanto mai opportuno che  vengano studiati gli effetti cancerogeni del cC6O4 sull’ecosistema e sulla salute umana soprattutto”. In primo luogo sarebbe necessario intensificare la frequenza dei monitoraggi per misurare durante i diversi episodi di sversamento una sostanza così solubile in acqua e facilmente trasportabile. 

Per quanto riguarda la matrice aria, ad oggi il metodo di campionamento di aria che risulta più facilmente attuabile è quello relativo alle deposizioni ambientali. Le analisi dei campioni prelevati evidenziano la presenza sia di PFOA che di cC6O4 e ADV. In particolare le ultime due sono sostanze caratterizzanti del polo chimico di Spinetta Marengo in quanto prodotte e utilizzate esclusivamente in locoIl dato più preoccupante risulta quello relativo al cC6O4, riscontrato con valori di circa 5 µg/m2 gg (5 microgrammi ogni giorno per ogni metro quadrato ), se ci confrontiamo con uno studio realizzato nel nord della Germania: ad Alessandria per il cC6O4 si hanno valori con ordine di grandezza di mille volte superiori a quelli tedeschi. Al punto che i ricercatori tornano ad ammonire: “Considerando le nozioni in nostro possesso circa la sua tossicità da inalazione, sarebbe assai opportuno un approfondimento su tale tematica”. Di grande rilievo è l’annotazione che “la maggior parte dei PFAS si distribuisce principalmente nella fase gassosa e non nel particolato, quindi  avendo avuto la possibilità di campionare solamente il particolato con i filtri in fibra di quarzo, sono andate perse gran parte delle concentrazioni realmente presenti nell’aria, concentrazioni assai importanti”.

Come stigmatizzavamo, la Regione Piemonte non ha tenuto in minimo conto gli allarmi sanitari e gli inviti dei ricercatori. Malgrado che essi in molte pagine si siano  dilungati  a riferire  studi e indagini  scientifiche internazionali (l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro IARC, l’EFSA European Food Safety Authority,  le Direttive UE , la  Convenzione di Stoccolma ecc.) circa le caratteristiche e la presenza dei Pfas, la persistenza, l’(eco)tossicità, e gli effetti tossici e cancerogeni sulla salute umana per ingestione, inalazione e assorbimento cutaneo che possono avvenire in maniera diretta o indiretta. Men che meno sono riusciti a scuotere l’inerzia (la complicità con Solvay) della Regione sui provvedimenti da adottare piuttosto che rilasciare nuove autorizzazioni AIA, e cioè a imitare gli Usa per indagini  e chiusure impianti.

Lino Balza Movimento di lotta per la salute.

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Medvedev: per fare la guerra alla Russia vi fate del male da soli.

Medvedev, detto Raditz.

Dmitrij Medvedev, considerato il politico più vicino a Putin, insulta i politici italiani: “Volevate continuare a fare del male alla Russia e starvene tranquilli e impuniti? Volevate  vederla stramazzare al suolo, fatta a pezzi con le sanzioni. Le fate la guerra con armi e sanzioni, il male da voi causato non colpisce solo il popolo russo, ma anche il vostro proprio popolo. Sono gli italiani a pagare più dei russi le conseguenze della vostra follia. I vostri giornali già preparano mentalmente il popolo a risolversi i problemi economici e sociali  che avrà quest’inverno. In Russia luce, gas, legna e acqua a volontà e a buon prezzo, ma in Europa è già emergenza su prezzi e occupazione. La causa non è Putin, ma dell’ottusa politica Ue-Usa-Nato e di chi l’ha sostenuta”. I politici italiani hanno risposto a Medvedev con insulti, forti nella convinzione che gli italiani sono disposti a fare sacrifici pur di fare la guerra alla Russia, e lo dimostreranno alle elezioni,  smentendo Medvedev che li incita a far valere il voto: “ I voti degli elettori sono una potente leva di influenza anche sui politicanti più amorali. Quindi agite, vicini europei! Non tacete. Chiamate i vostri deficienti a rendere conto! E noi vi udiremo. Il vantaggio è evidente: l’inverno in compagnia della Russia è molto più caldo e confortevole che in un altezzoso isolamento con i fornelli del gas spenti e i termosifoni freddi”. E’ quel che si dice un parlare sprezzante, da smargiasso.  Soprattutto non si capisce a chi  Medvedev intenderebbe fare propaganda elettorale, considerando che, a proposito di sanzioni,  tutti i partiti erano con Draghi, Meloni compresa.

Giocare con il fuoco in Ucraina.

E’ un articolo su Foreign Affairs di John Mearsheimer, probabilmente il maggiore studioso al mondo della logica di potenza. Si è diplomato a West Point, ha fatto parte dell’Esercito e dell’Aviazione degli Stati Uniti. Ha insegnato per quarant’anni all’Università di Chicago. I suoi testi sono letture obbligatorie in tutti i corsi di International Relations almeno occidentali, e nelle Accademie militari di tutto il mondo. Non ha mai cercato o accettato impegni nell’amministrazione politica degli Stati Uniti per conservare la sua indipendenza di pensiero e la sua obiettività di studioso. Foreign Affairs è il più importante periodico specializzato statunitense in materia di politica internazionale, e viene letto da tutta l’ufficialità politica ed economica americana ed europea; perciò l’articolo implica una forma di convalida ufficiosa della posizione di Mearsheimer, un severo monito sui rischi della guerra in Ucraina, e implicitamente un preoccupato appello per un cambio di strategia americana contro la Russia.  Clicca qui.

“Giocare con il fuoco ci si brucia”: nel colloquio è stato anche l’avvertimento del presidente cinese Xi Jinping all’omologo Joe Biden, in vista delle elezioni medio termine in USA:

Disastro ambientale a Imperia.

Valter Cammelli, amministratore delegato di Amat, e Valerio Chiarelli, direttore esecutivo di Rivieracqua, sono indagati nell’ambito dell’inchiesta della Guardia Costiera, coordinata dalla Procura della Repubblica, per i continui sversamenti in mare del depuratore, oggetto nei mesi scorsi di un’inchiesta del  giornale ImperiaPost. Le indagini hanno permesso di ricostruire la natura illecita della gestione delle lavorazioni di riparazione del rilancio in mare del depuratore e  lo sversamento prolungato dei reflui non depurati direttamente in mare, causando una significativa compromissione dell’importante matrice ambientale delle coste imperiesi. Le eccezionali  indagini sono state condotte su tre livelli dimensionali: dal mare, dall’aria e da terra.

Lo scandalo irrisolto dei dispositivi respiratori della Philips.

L’amministratore delegato della Philips, Frans van Houten, è stato costretto alle dimissioni in quanto gli ultimi due anni del suo mandato sono stati segnati dallo scandalo dei dispositivi per l’apnea notturna, che potrebbero aver causato  problemi di salute, e che Philips non ha ancora risolto di riparare e sostituire.

Tant’è che il Ministero della salute ha lanciato l’allarme che riguarda i pazienti che sono in trattamento con i dispositivi a pressione continua delle vie aeree (CPAP), i dispositivi a pressione positiva delle vie aeree bilivello (PAP) e i ventilatori meccanici, utilizzati nella terapia del sonno e per il trattamento di alcune patologie delle vie respiratorie. Questi  trattamenti avvengono sia presso il proprio domicilio che presso le strutture sanitarie ospedaliere.  La schiuma fonoassorbente in poliuretano su base poliestere (PE-PUR), usata nei citati dispositivi come attenuatore acustico durante il funzionamento di routine, potrebbe degradarsi liberando particelle e composti organici volatili, che potrebbero essere inalati e/o ingeriti. La degradazione della schiuma può rappresentare un potenziale rischio a medio e lungo termine per la salute degli utilizzatori. L’allarme è condiviso con l’Associazione italiana degli pneumologi ospedalieri (AIPO), con la Società italiana delle malattie respiratorie infantili (SIMRI) e con la Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (SIAARTI).

Accuso Solvay in tribunale per il mio cancro. Ma anche per gli operai.

Il Dossier in 500 pagine è disponibile a chi ne fa richiesta.

Il 28 agosto, nell’esposto (clicca qui) che  ho depositato presso il Tribunale di Alessandria,  ho allegato (clicca qui) il report ufficiale del  Centre Hospitalier Universitaire de Liège SERVICE DE TOXICOLOGIE Professeure Dr Corinne CHARLIER – C.Charlier@chuliege.be Cheffe de Service, Professeure ordinaire – Experte judiciaire.

Infatti, con la nostra collaborazione, l’emittente televisiva belga Investigation  (RTBF) ha affidato al laboratorio di tossicologia dell’Ospedale Universitario di Liegi la determinazione di diversi PFAS, tra cui PFOA e PFOS, in campioni di sangue: da un lato  prelevati da abitanti di Spinetta Marengo  nelle vicinanze del sito industriale Solvay (sito produttivo di fluoropolimeri), e dall’altro a qualche chilometro più lontano da abitanti di Alessandria. L’obiettivo era quello di oggettivare il sospetto di un’esposizione particolarmente elevata ai PFAS nelle vicinanze di Solvay, legata alle attività e alle emissioni dell’azienda, e quindi di una maggiore contaminazione da PFAS di questa popolazione.

I risultati di queste ricerche scientifiche permettono di affermare che la popolazione di Spinetta Marengo è significativamente contaminata sia dai cosi detti “vecchi” che dai “nuovi “ PFAS : PfOA – C6O4, –  ADV, tutti tossici e cancerogeni. 

In particolare, rilevo nell’esposto, i risultati delle analisi dei  composti perfluorurati (Pfas) nel mio  sangue, consegnatimi dall’Università di LiegiMisurano le seguenti concentrazioni in µg/l (microgrammi per litro): PFOA: µg/l 11,48 e PFOS: µg/l  9,65. Invito il Procuratore capo Enrico Cieri, tralasciando per il momento  la riflessione sul PFOS che ufficialmente non sarebbe stato lavorato dalla Solvay, e in attesa dei risultati delle analisi su ADV e C6O4, invito a soffermarsi  sul PFOA.

Dunque la mia misurazione nel 2022 è µg/l 11,48 : sono  considerati dall’Università un livello di rischio attuale (sotto i 2 µg/l. non ci sarebbero rischi per la salute, beninteso secondo le attuali conoscenze). Dunque, se è vero che ottimisticamente il PFOA dimezza la sua presenza nel sangue ogni 3,7 anni,  nel 2002 , 20 anni fa,  quando mi sono allontanato dallo stabilimento, il livello di PFOA nel mio sangue era di 598,80  µg/l. Se l’ASL mi avesse sottoposto a prelievo di sangue, come richiesi per me e per tutta la popolazione, l’ASL avrebbe misurato 598,80 µg/l. Enorme. Nel frattempo infatti ho subìto l’asportazione totale della tiroide per cancro maligno (limitandoci alla malattia, finora più importante, tra quelle attribuite dagli scienziati ai PFAS).

Al Procuratore capo ho inoltre sottolineato che nel 2013,  anno in cui Solvay dice di aver concluso la produzione di PFOA (sostituendolo con C6O4 e ADV), il mio livello sarebbe stato 100 µg/l. Tra i trenta spinettesi analizzati dall’Università di Liegi, i dati più alti riguardano ex operai Solvay che adesso hanno 39 µg/l, un valore che se fosse stato estrapolato (con il sistema del dimezzamento ogni 3,7 anni) nel 2013 avrebbe superato quota 300  µg/l. Tre volte il mio, considerando che io non ero addetto alle produzioni ma impiegato amministrativo. Per tutti sono valori stratosferici.

Nell’esposto ho di nuovo sottolineato che da sempre Solvay effettuava privatamente i prelievi del sangue agli operai e li secretava (come denunciato in Procura già nel 2009), dunque Solvay sapeva. Non è questa una condotta dolosa? In tutti i 15 esposti abbiamo sostenuto senza reticenze questa condotta della Solvay, sia per la sua lunga conoscenza internazionale dei rischi derivanti dai PFAS, sia localmente per la consapevolezza altrettanto prolungata dei danni provocati all’ambiente addirittura verificati nel sangue dei propri dipendenti, reati a nostro giudizio senza soluzione di continuità quanto meno dalla data di acquisizione della proprietà in Italia.

Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro

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Vergognosa ordinanza del sindaco di Alessandria.

Sostanze ad alto rischio tossico e cancerogeno, composti organo clorurati, in particolare Cloroformio, Tetracloruro di Carbonio, Tetracloroetilene e Tricloroetilene  da tempo provengono dalla falda e migrano dal suolo sotto le abitazioni attorno alla Solvay? L’Arpa li campiona e l’Asl ne allarma la dannosità per i soggetti esposti?

Studi epidemiologici (Università di Liegi) misurano l’avvelenamento dei tossici e cancerogeni Pfas nel sangue della popolazione?

Ebbene, Giorgio Abonante emette una ordinanza, come gli compete quale massima autorità sanitaria locale.

Ordina alla Solvay di sospendere da subito le produzioni che originano i suddetti inquinamenti, chiuderle in attesa di eventuali  ulteriori e specifiche indagini? Ordina analisi del sangue di massa?

Invece no, l’ordinanza dirama alle famiglie già di mezza Spinetta  delle  misure di precauzione  da adottarsi nei locali interrati di pertinenza delle loro abitazioni, una più grottesca dell’altra: non andare in cantina, tantomeno a fumare o a consumare cibi, procurarsi dei ventilatori, non custodirvi altre sostanze chimiche, non riscaldarle, non fare buchi sul pavimento, non tinteggiare le pareti… Pazzesco.

Vergognoso. Stiamo parlando di un Comune che per anni niente affatto sta obbligando Solvay alle efficaci definitive bonifiche, né a tal fine indirizza all’Arpa adeguate  campagne di monitoraggio sulle matrici ambientali acqua-aria-suolo dei composti clorurati e fluorurati, e neppure all’Asl di epidemiologia, men che meno ordina analisi del sangue di massa ai cittadini e ai lavoratori.

Allegata (clicca qui) l’ordinanza pilatesca: chi non la ritiene vergognosa alzi la mano.

Pfas anche in Toscana: fiumi e mari. Vanno fermati in tutta Italia con il Disegno di legge Crucioli.

L’inquinamento da Pfas in Toscana è legato principalmente ai distretti tessile, vivaistico e conciario: nelle acque superficiali  è presente una contaminazione bassa ma diffusa mentre nelle acque sotterranee  si inizia a evidenziare la loro presenza. Anche in Toscana dunque, dopo Veneto Piemonte Lombardia (Miteni di Trissino e concerie, Solvay di Spinetta Marengo e Bollate), i Pfas sono ritrovati da ARPAT nel Serchio, nel Versilia, nell’Usciana, nell’Elsa, nel Bisenzio e nell’Ombrone.

Inoltre, dalla Versilia a Capalbio, dal 2020 al 2022, da Arpat sono stati ritrovati a varie concentrazioni di Pfas in tutti i delfini piaggiati  lungo il litorale toscanoche tra l’altro attestano  una capacità di questi inquinanti di attraversare la membrana encefalica, come dalle analisi dell’università di Siena insieme ai veterinari dell’Izslt che compiono la necroscopia, acquisendo anche i parametri morfometrici di base (lunghezza totale, peso, sesso, età) e codificando lo stato di conservazione.

Nessuna sorpresa, perché questi tossico cancerogeni -indistruttibili e accumulabili negli organismi viventi- imperversano soprattutto acqua-aria-suolo delle aree circostanti i siti di produzione e lavorazione.  Ma non solo. Sono ovunque nell’ambiente perché i Pfas vengono impiegati dagli anni cinquanta nelle lavorazioni di numerosi prodotti di largo consumo giornaliero: pentole antiaderenti teflon, impermeabilizzanti per tessuti goretex; tappeti; pelli; insetticidi; schiume antincendio; vernici; rivestimento dei contenitori per il cibo; cera per pavimenti e detersivi eccetera.

Contro questa calamità mondiale (neppure l’acqua piovana  è più potabile) Vi è una unica soluzione definitiva in Italia: l’approvazione (ormai per la prossima legislatura, ammesso che qualche forza politica lo riproponga) del  Disegno di Legge del senatore Mattia Crucioli (clicca qui) che detta “Norme per cessazione della produzione e dell’impiego dei Pfas”. Insomma li mette al bando in Italia. Vieta la produzione, l’uso e la commercializzazione di PFAS o di prodotti contenenti PFAS, ne disciplina la riconversione produttiva e le misure di bonifica e di controllo. Insomma assume le istanze di tutti i Movimenti, Associazioni e Comitati, che da anni si battono per eliminare questi cancerogeni bioaccumulabili  e persistenti, praticamente indistruttibili, dalle acque, dall’aria, dagli alimenti,  insomma dal sangue dei lavoratori e dei cittadini altrimenti ammalati e uccisi.

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Per il crollo del ponte Morandi (costato la vita a 43 persone il 14 agosto 2018) la holding Atlantia, controllata dalla famiglia Benetton, è stata “punita” comprandole a prezzo più che pieno (8,2 miliardi) la concessionaria Autostrade per l’Italia anziché con la revoca della concessione che era nei voti del governo gialloverde guidato da Giuseppe Conte e, notate, della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. L’osceno regalo è stato imposto a Conte, che ha eseguito in silenzio, dalla ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli (oggi capolista del Pd per la Camera a Piacenza) e dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, oggi sindaco di Roma. Mentre Luigi Di Maio, l’uomo che suggeriva a Conte di obbedire a De Micheli, è candidato con il Pd all’uninominale di Napoli-Fuorigrotta. All’origine di tutto ci sono le elezioni del 2006, vinte di misura dall’Ulivo di Romano Prodi. In quella tornata la società Autostrade è il principale finanziatore dei maggiori partiti: 150 mila euro ciascuno ai Ds, alla Margherita, al Comitato per Prodi, a Forza Italia, alla Lega Nord, a Alleanza nazionale e all’Udc di Pier Ferdinando Casini candidato PD a Bologna e Bruno Tabacci candidato nell’uninominale per il Pd a Milano. Continua con Andrea Martella capolista per il Pd al Senato nella circoscrizione Veneto 1, Matteo Salvini,  Matteo Renzi, Graziano Delrio, Enrico Letta e compagnia bella.

Maurizio Pallante al Reggio Calabria Film Fest.

Si parla di Cambiamento climatico con Maurizio Pallante al  Green Talk organizzato in collaborazione con SAVE YOUR GLOBE per il Green Day della XVI edizione del Reggio Calabria Film.  Il talk show condotto da Elena Presti presso il Waterfront cittadino e patrocinato dall’Ordine provinciale dei dottori agronomi e dei dottori forestali e da SEquS, si intitola “Cambiamento climatico e transizione ecologica – Ultima chiamata” e prende spunto proprio dal libro “Ultima chiamata” del prof. Maurizio Pallante. Libro  sarà presentato per l’occasione alla presenza dell’autore, noto per le numerose pubblicazioni a tema economico, sociale ed ambientale e per essere stato il fondatore del Movimento della decrescita felice.  Clicca qui.

I vaccinati si ammalano più degli altri: cosa cambia con la “scoperta” dell’ISS.

Variante Omicron 5, reiterazione dei vaccini, efficacia di quelli a mRna, eventi avversi: gli ultimi studi sul Covid stanno smontando molte tesi ideologiche .Nessuno in Italia – né enti istituzionali, né l’Accademia e tantomeno i politici – avvertono l’esigenza di promuovere un momento di riflessione pubblica su quanto è successo in Italia con la comparsa del Covid dai primi del 2020 in poi. Eppure, tanti sono gli interrogativi sospesi – da come è iniziata l’epidemia alla tempestività e appropriatezza delle misure predisposte – e che oggi tornano ad incombere a fronte dell’incertezza delle prospettive che si profilano al nostro orizzonte. Ci sarà una recrudescenza della pandemia? Quali vaccini dovremo utilizzare? Non dovremmo sviluppare una strategia diversificata? È pronto il nostro sistema sanitario a farvi fronte?

Non sono questioni di scarsa irrilevanza ed è scandaloso che l’informazione debba limitarsi a riportare le esternazioni – spesso strampalate, quando non addirittura ispirate ad una visione catastrofista priva di qualunque fondamento – di un manipolo di esperti, invero conosciuti ormai più per le loro intemerate televisive che per le ricerche che realmente conducono in laboratorio o nei reparti. Proviamo noi a formulare – quantomeno – le domande fondamentali. Leggi tutto

Rigassificatore nel porto di Piombino.

Il governo (Draghi) con procedure raffazzonate e autoritarie pretende di autorizzare un rigassificatore galleggiante di 300 metri dal porto di  Piombino trafficatissimo per navi merci e passeggeri, con le abitazioni a soli 800 metri, in cui arriverebbero decine di navi metanifere per conferire il gas liquido. Nella regione delle stragi della Moby Prince e della stazione di Viareggio,  il rigassificatore e le navi metanifere , senza una fascia di rispetto di qualche chilometro, potrebbero diventare una bomba in caso di incidenti. Infatti il  vicino rigassificatore di Livorno in mare ha attorno una zona di interdizione totale della navigazione per la sicurezza di 3,7 km e poi ulteriori 2 miglia di limitazione al solo passaggio delle altre navi.

Il treno ad alta lentezza Torino-Lione.

Ideato negli anni novanta, progettato negli anni duemila, a che punto è oggi il Tav Torino-Lione? Clicca qui. Del tunnel di base, due canne di 57,5 chilometri ciascuna da Susa (Italia) a Saint-Jean-de-Maurienne (Francia), sono stati realizzati soltanto 10,5 chilometri su 115, tutti in territorio francese. Zero in territorio italiano. Intanto sono state compiute opere accessorie sui due versanti, in Italia è stata completata la galleria geognostica di 7 chilometri a Chiomonte. Secondo i dati di Telt, la società pubblica italo-francese che deve realizzare l’opera, tra Francia e Italia oggi sono aperti nove cantieri, con circa 1.200 addetti (oltre ai militari). In Italia: uno a Chiomonte (per lo scavo delle nicchie del tunnel geognostico della Maddalena), uno a San Didero (per la realizzazione del nuovo autoporto della Val di Susa,) e uno a Salbertrand (per la pulizia dell’area che ospiterà la fabbrica per il trattamento dei materiali di scavo).

I costi. Per il tunnel di base, finanziato a metà dall’Unione europea e a metà da Italia e Francia, si prevede un costo di 9,6 miliardi di euro. A oggi sono stati spesi e impegnati per l’opera circa 6,6 miliardi. Poi ci sono i costi delle due tratte nazionali, italiana e francese, per accedere al tunnel, sulle quali gravano molte incertezze sui finanziamenti. In questi trent’anni, il  movimento No-Tav ha dimostrato l’enorme sperpero dei soldi pubblici nella “grande opera”, la sua sostanziale inutilità (non c’è e non ci sarà né un traffico merci né un traffico passeggeri che giustifichino gli investimenti previsti) e sta lottando contro la devastazione ambientale della Valle Susa, a fronte di migliaia di militari inviati dai vari governi.   

Si attivino gli Uffici Scolastici Regionali per acquisire sussidi e ausili didattici rivolti agli alunni con disabilità.

Un Decreto del Ministero dell’Istruzione descrive le varie tappe burocratiche necessarie a far sì che le scuole utilizzino i fondi disponibili per acquisire sussidi e ausili didattici rivolti agli alunni e alle alunne con disabilità. In particolare, vi si invitano gli Uffici Scolastici Regionali ad aprire quanto prima i bandi rivolti alle scuole, già in vista dell’inizio del prossimo anno scolastico. Interessante è anche il fatto che il Decreto si incentra sull’intervento dei CTS, i Centri Territoriali di Supporto (continua…)

“Fine vita” mai?

Crediamo fermamente che lo Stato debba tutelare adeguatamente il diritto alla vita delle persone con disabilità, fornendo loro gli strumenti necessari per la miglior vita possibile, e che quando non sono in grado di autorappresentarsi, spetti alle loro famiglie ogni decisione in materia di fine vita. (continua…)

Permessi, congedi parentali e discriminazioni: le modifiche alla Legge 104.

Il recente Decreto Legislativo 105/22 ha introdotto alcune novità in tema di maternità, paternità e congedo parentale, modificando o integrando alcune parti della Legge Quadro 104/92. In sostanza, niente più “referente unico” per la fruizione dei permessi mensili, per assistere le persone con disabilità. D’ora in poi, infatti, i tre giorni di permesso mensile retribuito potranno anche essere alternati nella fruizione tra più soggetti (lavoratori dipendenti). E i congedi straordinari, come già accade per i permessi, saranno fruibili, d’ora in avanti, anche da un convivente di fatto (continua…)

No muos, combattivo corteo verso la base usa. La polizia attacca.

Dal campeggio No Muos in contrada Ulmo/Niscemi è partita la manifestazione sino ai cancelli della base Us Navy Nrtf, controllata in modo massiccio da polizia e digos, camionette, jeep, auto, elicotteri, poliziotti pure a cavallo…Un corteo combattivo e determinato contro la guerra, contro l’occupazione con le basi militari dei territori come la Sicilia con il beneplacito dei governi italiani asserviti agli USA/Nato, contro gli strumenti di morte come il Muos oggi anche al servizio della guerra interimperialista in Ucraina. All’arrivo al primo cancello della Base il corteo è avanzato determinato verso di esso, alla battitura delle reti la polizia ha attaccato in modo assolutamente spropositato il corteo sparando getti di acqua con gli idranti sui manifestanti  nonché lanciato lacrimogeni illegali al gas CS.

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Modello Genova, soldi e politica: il nuovo potere fondato sulla tragedia del ponte.

Per effetto della tragedia del 2018, in città è arrivata una quantità di denaro pubblico senza precedenti, quasi 8 miliardi di euro, intorno alla quale si è cementata l’alleanza tra il presidente di regione Giovanni Toti e il sindaco Marco Bucci. Il  crollo del Ponte Morandi ha trasformato il capoluogo ligure in un prototipo politico economico che molti vorrebbero esportare nel resto d’Italia. Invece parliamo di un sistema che utilizza soldi – 6 miliardi, forse in futuro addirittura 8 – per realizzare opere, ma soprattutto per cementare un sistema di potere. Per costruire e comprare consenso. Parliamo, prima di tutto, di finanziamenti dall’Italia e dall’Europa; una quantità forse mai vista in una sola città. 

La Lanterna. Perfino lei. Intorno al simbolo di Genova nascerà una distesa di container: un’opera bocciata anni fa dal ministero dei Beni Culturali che oggi viene realizzata con la scorciatoia delle procedure straordinarie. Così arrivano 30 milioni di finanziamenti pubblici per tombare una calata, portare migliaia di contenitori sotto il faro più famoso del mondo. A beneficio, secondo alcuni, di una persona sola: Aldo Spinelli, imprenditore e finanziatore del centrodestra di Giovanni Toti e Marco Bucci. 

Schiumata record, il venerdì nero del Bacchiglione.

Un circolo di pescatori documenta la ennesima contaminazione del corso d’acqua a Debba: gli strali di Guarda sul depuratore di Longara. E intanto sul mondo ecologista si moltiplicano le preoccupazioni per i cascami piemontesi dell’affaire Pfas: fioccano  commenti a non finire dopo che una troupe della tv di Stato belga ha reso noti i risultati delle analisi del sangue effettuati su alcuni residenti della zona di Spinetta Marengo ad Alessandria. Clicca qui VicenzaToday 

Avvelenamento da Pfas. I Comitati accusano. La Solvay è “stupita”. Il sindaco fa lo slalom.

Questione Solvay: senza soluzione di continuità fra sindaci?

Il sangue degli spinettesi analizzato dall’università di Liegi in Belgio L’esposizione media è 5 volte più alta nella popolazione del sobborgo rispetto a quella alessandrina, ed in alcuni casi anche 10 volte maggiore.

L’azienda è stupita e negachiama in correo le Amministrazioni. Lino Balza: “Il sindaco fa lo slalom tra Solvay e ambiente”. Clicca qui Solvay: tutte le istituzioni sapevano del sangue contaminato dei lavoratori.).

Il servizio (http://lapulceonline.it/2022/08/18/avvelenamento-da-pfas-il-comitato-accusa-la-solvay-e-stupita/) è de  GIORNALE PUNGENTE DELLA PROVINCIA DI ALESSANDRIA: SOLO PER VERI ROMPIBALLE. FATTI MISFATTI E STRAFATTI.

Depositato l’ esposto alla procura di Alessandria: clicca qui.

Rete Ambientalista: “La popolazione di Spinetta Marengo è contaminata da Pfas”.

Abbiamo le prove: la popolazione è sicuramente contaminata da Pfas, PerFluorinated Alkylated Substances. È la Rete Ambientalista a lanciare l’allarme: “Le analisi del sangue parlano chiaro”. Clicca qui. Fondato nel 2006, ViPiù - Vera Informazione è “quotidiano indipendente su Veneto (focus Vicenza), Italia, Europa e mondo e su Perle e borghi d’Italia”.

Chemviron sorvegliata speciale per i Pfas.

Insieme ai tecnici dello Spisal,  sopralluogo dei carabinieri ambientali NOE alla Chemviron, lo stabilimento chimico di Legnago che tratta i reflui della Miteni, la fabbrica del distretto Agno-Chiampo finita al centro dell’affaire Pfas. La questione è nota da tempo e riguarda la filiera dello smaltimento dei reflui da Pfas, i temuti derivati del fluoro realizzati dalla trissinese Miteni finiti nelle acque di falda e poi trattati proprio dalla Chemviron. Nel corso di tale sopralluogo si sono riscontrate delle criticità e per tale motivo lo “Spisal  sta valutando i provvedimenti da adottare al fine di eliminare e ridurre al livello più basso tecnicamente possibile l’esposizione dei lavoratori alla polvere di carbone”. Dopo un esposto del gruppo Mamme No Pfas, il Servizio prevenzione igiene sicurezza ambienti di lavoro dell’Ulss 9, ossia lo Spisal, già nel  novembre scorso aveva effettuato un sopralluogo. Dopo il quale i lavoratori sono stati invitati nel programma di screening.

Basta proroghe al benzopirene di Italiana Coke.

A Cairo Montenotte nei primi mesi dell’anno picchi altissimi di benzopirene nell’aria 7 volte superiori al valore obiettivo sui 12 mesi. Già nel 2020 e 2021 erano stati superati i valori medi annuali.

Evidentemente ad Italiana Coke non viene imposto di rispettare  tutte le prescrizioni date dagli enti preposti e ribadite dai Giudici amministrativi: Consiglio di Stato nel 2021 e Tar Liguria pochi giorni fa che ha rigettato il ricorso di Italiana Coke contro le prescrizioni della Regione. Italiana Coke ha tempo fino a metà agosto per installare il sistema di monitoraggio di emissioni previsto dall’AIA , per cui è stata concessa una proroga di 50 giorni per difficoltà a reperire le forniture. Il numero di morti di tumore del sangue e di organi a Cairo è per gli uomini 90 volte superiore rispetto al resto della regione e 70 volte per le donne. Altre proroghe non sono ammissibili.

I Premi Attila non tramontano mai.

Non ci dimentichiamo dei nostri PREMI ATTILA supervotati: i Benetton che dal crollo del ponte Morandi ci hanno ulteriormente guadagnato, Salvini che ha dimezzato i sondaggi, Renzi che ha ridotto il risultato elettorale a meno di un decimo, Draghi che da cardinale si aggira al Quirinale. E Fabrizio Palenzona, che merita un aggiornamento ( a cura di Gianni Barbacetto) del suo diploma (clicca qui):

Se Giorgia Meloni vincerà le elezioni del 25 settembre – come prevedono i sondaggi – salirà per prima al Colle e indicherà al presidente della Repubblica il nome a cui affidare l’incarico di formare il nuovo governo: il suo. A rassicurare i mercati, i poteri italiani e i circoli internazionali ci stanno pensando da tempo i tre tutori che le stanno preparando la strada, i tre tenori che le insegnano a stare a tavola, a dimenticare i toni da borgatara, a trasformarsi in statista. Sono tre democristiani doc con radici nella Prima Repubblica: Guido Crosetto, Fabrizio Palenzona, Luigi Bisignani. Ovvero politica, affari e grembiulini, ben dosati e shakerati… Gemello diverso di Crosetto è Fabrizio Palenzona, l’Obelix di Tortona. Stessa militanza nella Dc in Piemonte, ha poi un percorso politico più tortuoso (passa anche per la Margherita e Matteo Renzi), ma una lineare e purissima vocazione per il potere. Diventò socio, nel consorzio di camionisti Unitra, di Marcellino Gavio, potentissimo costruttore e padrone delle autostrade [altro Pemio Attila, N.d.R.],  poi da Camionista si fece Banchiere (nominando se stesso, allora presidente della Provincia di Alessandria, nella Fondazione Crt), fino a diventare vicepresidente di Unicredit e consigliere di Mediobanca. Uomo di peso, re dei lobbisti, Obelix si fece pure insediare dai Benetton al vertice di Aiscat, l’associazione dei concessionari di autostrade, ma anche degli aeroporti di Roma e di Impregilo, allora colosso delle costruzioni. Politico, Camionista, Uomo-autostrada, Banchiere, “Credente peccatore” (autodefinizione) e cattolico tradizionalista, ma anche fraterno amico del super-massone Giancarlo Elia Valori, Palenzona ha avuto rapporti altalenanti con Luigi Bisignani (tangente Enimont, P2, P4 eccetera)… Mentre il centrosinistra litiga, i tre tenori lavorano.

Solvay: tutte le istituzioni sapevano del sangue contaminato dei lavoratori.

L’indagine epidemiologica dell’Università di Liegi (clicca qui) è contestata da Solvay. Questi i punti salienti della sua replica del 18 agosto 2022, che commentiamo punto per punto.

“Dal 2004 Solvay effettua il biomonitoraggio di tutti i lavoratori potenzialmente esposti ai PFAS …”.

E’ la prima volta che Solvay fa pubblicamene questa ammissione. Le analisi del sangue privatamente eseguite dall’azienda erano state rivelate dal nostro esposto in magistratura nel 2009, documentate con alcuni referti dei valori inusitati di PFOA rilevati, chiedendo perciò analisi pubbliche sia per i lavoratori che per i residenti.

“I risultati delle analisi vengono comunicati annualmente in modo dettagliato e trasparente a tutti i dipendenti e alle rappresentanze sindacali, oltre che agli Enti pubblici di controllo competenti.”

La rivelazione è clamorosa. Comune, Asl, Arpa, Provincia, Regione, sarebbero stati in possesso dei dati da otto anni. Non ne avrebbero mai fatto cenno alla popolazione  per rassicurarla o, viceversa, per avviare indagini sierologiche pubbliche per lavoratori e dipendenti. L’affermazione è sconcertante rivolta all’ex assessore all’ambiente Claudio Lombardi.

“I risultati di più di 5.000 analisi non destano alcuna preoccupazione dal punto di vista clinico-tossicologico. La sorveglianza medica pluriennale, continua e costante dei dipendenti non indica correlazioni con effetti patologici associati all’esposizione professionale ai PFAS.”.

Questa indagine epidemiologica -tale è definibile perché mette in relazione i valori ematochimici con le eventuali malattie (insomma il rapporto causa/effetto)- andrebbe portata a conoscenza del mondo scientifico internazionale, perché contesta l’infinità di studi che hanno dimostrato la correlazione dei Pfas con le più gravi patologie: al sistema immunitario, infertilità, gravidanza, interferenti endocrini, cancri  ai tesaticoli  eccetera. A maggior ragione perché le analisi Solvay si riferiscono al PFOA, messo al baldo dalla Convenzione di Stoccolma per la sua indiscussa morbilità. Solvay non solo avrebbe controllato i valori Pfas nel sangue  ma anche provveduto alle visite mediche di ogni specialità clinica. E tutti i lavoratori sarebbero risultati in piena salute. 

“Ricordiamo inoltre che Solvay ha recentemente annunciato l’impegno per eliminare volontariamente l’uso dei fluorotensioattivi (un tipo di PFAS utilizzato come additivo) globalmente: entro il 2026 realizzerà quasi il 100% dei suoi fluoropolimeri senza l’uso di fluorotensioattivi presso il suo stabilimento di Spinetta Marengo (AL)“.

Uno scrupolo che sarebbe… eccessivo alla luce della situazione idilliaca descritta. In realtà si tratta dell’ennesima menzogna.  Rivelatrice del dolo di questa azienda. Infatti ho depositato un esposto alla procura di Alessandria (clicca qui).  Il quattordicesimo.

Lino Balza Movimento di lotta perla salute Maccacaro.

Le analisi del sangue parlano chiaro: la popolazione di Spinetta Marengo è contaminata da Pfas.

Oggi, 17 agosto 2022,  gli scienziati del CHU -policlinico universitario di Liegi (Belgio) e dell’Università di Liegi, nelle persone della dottoressa Corinne Charlier, della dottoressa Catherine Pirard e del Dottore Gauthier Eppe,  hanno incontrato a Spinetta Marengo  le persone che a marzo si erano sottoposte a prelievo del sangue. Lo scopo è stato di  illustrare  il risultato dell’indagine epidemiologica condotta, nel rispetto della privacy.

I risultati di queste ricerche permettono di affermare che la popolazione di Spinetta Marengo è significativamente più contaminata sia dai cosi detti “vecchi” che dai “nuovi “ PFAS : Pfoa, C6O4, ADV. Clicca qui il rapporto “semplice” di questi ricercatori.

Con la troupe belga

Il rapporto scientifico si inquadra nell’inchiesta, alla quale abbiamo collaborato con Claudio Lombardi come Comitato Stop Solvay e Movimento di Lotta per la salute Maccacaro, avviata  nel mese di marzo 2022 quando i giornalisti e gli  operatori della trasmissione “INVESTIGATION”, della RTBF , televisione nazionale belga, hanno incontrato la popolazione nel sito in cui lavora e produce Pfas lo stabilimento Solvay Specialty Polymers S.p.A . Per questo lavoro giornalistico, un gruppo di abitanti di Spinetta Marengo, nonché per riscontro di residenti ad Alessandria in zona adeguatamente distante dallo stabilimento Solvay, ha accettato di sottoporsi ad una indagine epidemiologica per valutare se questi PFAS (sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate) spesso chiamati “inquinanti eterni” si trovano in quantità importante nel sangue della popolazione che vive vicino al polo chimico. Il sangue di questi due gruppi di persone, è stato analizzato dagli scienziati dell’Università di Liegi. I risultati sono drammatici e inequivocabili.

Il reportage dell’indagine, che ha  come oggetto  l’impatto del polo chimico sulle condizioni di salute della  popolazione di Spinetta Marengo sarà trasmesso inizio settembre in Belgio, e divulgato su questo Sito.

Io, con i Pfas nel sangue e il tumore alla tiroide.

Clicca qui l’esposto inviato via Pec alla Procura della Repubblica di Alessandria.

Le patologie, tra cui il tumore maligno alla tiroide, sono confermate dalle mie recenti analisi del sangue dei composti perfluorurati (Pfas). Per le lesioni e i danni, dunque mi costituirò parte civile in Tribunale nei confronti della Solvay che a Spinetta Marengo li produce e diffonde in acque suolo aria. Con me potranno farlo quanti, aderendo alla nostra Iniziativa di marzo con l’Università di Liegi, hanno riscontrato nelle analisi le preoccupanti concentrazioni di Pfas (PFOA, C6O4, ADV) e dunque sono stati colpiti e/o sono a rischio per queste bioaccumulabili e indistruttibili sostanze tossiche cancerogene mutagene: malattie della tiroide, cancro ai testicoli, cancro ai reni, fegato, disturbi del sistema immunitario, colesterolo, infertilità, colite ulcerosa, ipertensione indotta dalla gravidanza, ipercolesterolemia, disturbi dell’apprendimento nei bambini eccetera. Potrà farlo la popolazione lavorativa e residente di Alessandria qualora sottoposta a screening di massa, così come rivendichiamo alle istituzioni da almeno quindici anni e ripetiamo con l’attuale Raccolta di firme.

Oggi, 17 agosto 2022, gli scienziati del CHU -policlinico universitario di Liegi (Belgio) e dell’Università di Liegi, nelle persone della dottoressa Corinne Charlier, della dottoressa Catherine Pirard e del Dottore Gauthier Eppe, hanno incontrato a Spinetta Marengo  le persone -fra cui il sottoscritto- che a marzo si erano sottoposte a prelievo del sangue. Lo scopo è stato di illustrare il risultato dell’indagine epidemiologica condotta, nel rispetto della privacy. I risultati di queste ricerche permettono di affermare che la popolazione di Spinetta Marengo è significativamente contaminata sia dai cosi detti “vecchi” che dai “nuovi “ PFAS : Pfoa, C6O4, ADV.

Cloroformio nelle cantine: chiudere le produzioni o le cantine?

L’Arpa ha riscontrato cloroformio e altri inquinanti non solo sparati dalle ciminiere ma anche la loro presenza  nelle cantine delle abitazioni di Spinetta Marengo: la falda che scorre sotto il sobborgo rilascia i veleni addirittura in superficie e lo fa, secondo gli studi e le analisi di Arpa, introducendo i suoi vapori anche attraverso le fondamenta delle case. “Sicuramente interverremo,” promette il sindaco Giorgio Abonante “porremo delle condizioni di uso delle cantine in modo tale che le persone sappiano che se non le rispettano rischiano la salute”. Abbiamo capito bene? Il sindaco non ha intenzione di vietare a Solvay gli scarichi in falda degli inquinanti bensì di disciplinare l’accesso delle cantine agli abitanti. Distribuendo cartelli “PERICOLO DI CLOROFORMIO. MUNIRSI DI MASCHERINE ” da apporre all’ingresso delle cantine?

Solvay, attenta ai progetti “ambiziosi” del sindaco.

Vota Giorgio vota Giorgio

Non avevamo espresso sufficienti aspettative a favore del candidato sindaco Giorgio Abonante in merito alla soluzione del disastro ecosanitario del polo chimico Solvay di Spinetta Marengo. In forza di due fondati pregiudizi. Non aveva mai espresso critiche nei confronti della inerte connivenza con l’azienda dell’ultima giunta di centrodestra. La sua lunga militanza politica era in linea con le precedenti giunte a guida PD, addirittura accusate in aula dagli stessi avvocati Solvay di concussione.

Pur nel prevalere dell’astensionismo, eletto con una buona maggioranza (comprendente il M5S al suo minimo storico), Abonante non ci ha smentito nella sua prima intervista sul tema. Premessa la lode all’azienda: “nessuno nega quello che è stato fatto, perché è sotto gli occhi di tutti, è un patrimonio che gli si riconosce”, premesso che “anche noi vogliamo che Solvay aumenti la produzione” del Pfas C6O4 piuttosto che eliminarlo,  Abonante ammette aggiustamenti forse perfezionismi: “Non dico una soluzione definitiva, ma comunque un miglioramento della condizione ambientale e sanitaria”. Allo scopo, Abonante rivela due progetti, che definisce “ambiziosi”. Uno è di chiedere un appuntamento con il presidente  della Regione, Alberto Cirio, molto noto quale cerbero della multinazionale belga. Con il quale “discuterà anche di un viaggio in Belgio dai soci della Solvay per discutere di come intervenire in modo più forte e significativo”. L’altro è mussolineamente definito un “imperativo categorico “: “Sapere quali sono le condizioni di salute dei cittadini. Che questo poi dipenda dal polo chimico, dal traffico, dai problemi della Pianura Padana, lo vedremo in un secondo momento”. Abbiamo capito bene: non sta parlando specificatamente di indagine epidemiologica mirata su cause-effetti degli avvelenamenti di Solvay. Infatti neppure di sfuggita cita la necessità di esami del sangue di massa della popolazione alessandrina per i Pfas, come dovrebbe quale massima autorità sanitaria locale. 

Un partito da non votare.

I Verdi ad Alessandria hanno segnalato la loro inesistenza. Interrompono la catalessi  al fine di presentarsi, come “Europa Verde-Verdi Alessandria”, alle elezioni. Usano come pretesto il monitoraggio Arpa delle acque di  falda relativo alla Solvay di Spinetta Marengo. Benchè questo monitoraggio del drammatico inquinamento altro non è che la ripetizione dei precedenti, improvvisamente i Verdi si sdegnano e decidono di rompere il (loro) silenzio: Non è più tollerabile che i nostri concittadini siano esposti ad inquinanti 12 volte oltre il limite consentito dalla legge. Adesso basta. Chiedono forse la chiusura della fabbrica? No, esprimono  fiducia e collaborazione  alla dirigenza della Solvay alla quale chiedono di mostrare a tutte le cittadine ed i cittadini quanto è stato fatto sino a oggi. Insomma imputano a Solvay un difetto di comunicazione rispetto agli ottimi risultati di miglioramento ambientale conseguiti a suon di investimenti.

Pfas: “gli inquinanti eterni” sono ovunque, anche nella carta igienica.

L’ha scoperto un nuovo test di  Mamavation negli Stati Uniti. La ricerca  è stata condotta in laboratorio certificato dall’Agenzia per la Protezione Ambientale, l’equivalente  delle nostre ARPA (equivalenza solo nominale perché in Italia, Piemonte docet, neppure  gli screening del sangue vengono fatti, figuriamoci i test sulla nocività delle carte igieniche).  Si tratta comunque, come specifica il test, di livelli bassi di Pfas, il che indica che non vengono aggiunti di proposito alla carta igienica, ma la possono contaminare inavvertitamente attraverso la produzione o l’imballaggio. A dimostrazione che, come rivela un’altra indagine di EHN.org, i PFAS  si trovano ormai davvero dappertutto, dall’abbigliamento sportivo ai trucchi, bioaccumulabili e indistruttibili. Ciò non significa che non ci sia pericolo derivante dalla carta igienica, infatti dagli studi condotti sull’esposizione cutanea ai Pfas:  Una ricerca, ad esempio, ha scoperto che l’esposizione cutanea al PFBA ha effetti nocivi sul fegato e ha mostrato risultati simili all’esposizione orale al PFBA e al PFOA; un altro studio, invece, che ha esaminato i PFAS nei seggiolini per auto ha rilevato che i PFAS possono migrare dal tessuto al sudore, suggerendo un potenziale rischio di esposizione cutanea; un altro studio ancora ha scoperto che l’esposizione cutanea è simile all’esposizione orale al PFOA e può essere immunotossica.

Cercare i Pfas nel sangue prima di avere figli.

Ad auspicarlo è il medico Giovanni Fazio uno degli esponenti di spicco della rete ambientalista vicentina che denuncia il mancato potenziamento dei consultori familiari.  Fazio spiega che sarebbe importantissimo che fosse data la possibilità di cercare i Pfas nel sangue delle coppie prima che queste decidano di avere dei figli. Un approccio, spiega, che dovrebbe valere in primis per chi vive o lavora anella cosiddetta zona rossa. Invece la Regione Veneto pone un sostanziale divieto di eseguire esami del sangue ai soggetti a rischio Pfas. In Piemonte l’argomento non è neppure accennato.

Le mamme No Pfas: vogliamo lo studio epidemiologico sulle donne in gravidanza.

Durante l’udienza del processo  a Vicenza, la dottoressa Francesca Russo, direttore Prevenzione, sicurezza alimentare, veterinaria della Regione Veneto, ha esposto le statistiche sugli effetti della contaminazione da PFAS sulle donne in gravidanza. (i dati qui consultabili). Purtroppo manca lo studio epidemiologico deliberato nel 2016, ora più che mai necessario. L’urlo di protesta delle mamme No Pfas lo chiede a gran voce: “Nonostante le richieste della Commissione ecomafie, la Regione Veneto non ha mai chiarito i motivi per i quali lo studio non è mai partito e in aula nessuno ne ha fatto cenno. Noi invece continuiamo a chiederlo con forza, certi che fornirà un contributo fondamentale a questo processo, chiarendo in modo inequivocabile la responsabilità delle persone che hanno causato questo enorme disastro”.  In Piemonte nessun cenno di studio.

Nuovo studio epidemiologico promosso da ISDE su PFAS e fertilità maschile.

L’esposizione  verrà valutata sia tramite il dosaggio dei PFAS nel  sangue e nel  liquido seminale, sia valutando se c’è stata esposizione ai PFAS ancora prima di nascere, nella  vita fetale, durante la gravidanza materna.

Altro obiettivo di Isde Veneto è verificare la possibilità di rilevare delle soglie di tossicità, in termini di concentrazione ematica, al di sopra delle quali il rischio di danni alla fertilità maschile è più probabile; questo consentirebbe la possibilità di elaborare alcuni semplici criteri che permettano poi di identificare, in tutta la popolazione generale maschile non solo della zona rossa, in età fertile, ed esposta ai PFAS, i soggetti a rischio di compromessa fertilità maschile.

Il messaggio degli scienziati è chiaro: i cittadini vanno sottoposti a screening per i Pfas.

Il prestigioso Journal of Hepatology Report ha pubblicato uno studio che dimostra come l’esposizione ai Pfas aumenti il rischio di cancro al fegato negli esseri umani, la forma più comune nota come carcinoma epatocellulare non virale. Gli scienziati hanno trovato le  prove che il PFOS altera il processo del metabolismo del glucosio, il metabolismo degli acidi biliari e il metabolismo di alcuni aminoacidi – molecole che si fondono per formare proteine ​​- nel fegato. Il carcinoma epatocellulare è responsabile di circa l’85% di tali casi di cancro, che è stata la quinta e la settima causa di morte per cancro rispettivamente tra uomini e donne statunitensi; tra i tumori più mortali con un tasso di sopravvivenza a cinque anni inferiore al 20%.

Sottolineando la “necessità urgente di identificare i fattori di rischio” per questo cancro mortale, dal rapporto pubblicato dalle National Academies of Sciences, Engineering and Medicine giunge un forte richiamo alle agenzie della salute degli Stati Uniti a muoversi rapidamente per avviare test ampi sulle persone esposte ai Pfas. A questo richiamo sono sorde totalmente  la sanità del Piemonte e parzialmente quella del Veneto dove, nonostante le richieste da parte di cittadini e associazioni, solo gli abitanti della zona rossa vengono sottoposti a specifici test.

Afghanistan un anno dopo. 1)

Il racconto di Francesca Borri che da un anno vive a Kabul. Il 15 agosto è un anno dal ritiro degli americani. E i giornalisti sono di nuovo tutti qui: per raccontare il burqa a un anno dalla fine della guerra. Anche se intanto, le nostre sanzioni hanno bloccato l’economia: e ora il 95% degli afghani è alla fame. La guerra, qui, ha solo cambiato armi. Clicca qui.

Alle elezioni senza il nuovo soggetto politico dei Movimenti?

Peggio di una bestemmia.

E’ dura consapevolezza che a nessuno schieramento partitico sono minimamente attribuibili -nel futuro come nel passato- né attenzione né coerenza alle istanze rappresentate dai Movimenti di lotta per l’ambiente, la salute, la pace e la nonviolenza. E’ scontato, come conseguenza, il fenomeno dell’astensionismo. 

Ebbene, poche settimane fa, nell’universo ecopacifista, era stato ripreso e rinviato in autunno  un dibattito per l’eventuale presentazione alle elezioni politiche di un “Nuovo soggetto politico nazionale per un modello alternativo di sviluppo e di politica”, per la riattivazione cioè di un disegno che si era arenato dieci anni fa, quando si sprecò l’occasione storica della  vittoria dei Referendum che ci aveva indiscutibilmente promosso quale Soggetto  protagonista della politica nazionale.

Occasione non irripetibile, secondo alcune proposte nel dibattito (ad esempio nell’intervista di Laura Trussi a Giorgio Cremaschi: clicca qui).

Giovanni Tomei (Sovranità Popolare, clicca qui) mette in rilievo l’importanza della strutturazione organizzativa del soggetto politico:  tutta l’attenzione comunicativa e di servizi devono essere resi disponibili per preparare il terreno all’evento elettorale, perchè noi siamo maggioranza inespressa di popolo che sa quel che vuole, per cui viene prima la puntuale organizzazione del modello funzionale alla vicina tornata elettorale.

Nel frattempo, però, la data del voto è stata fissata per il 25 settembre. Dunque i tempi sono saltati?

Secondo Peppe Sini (Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera, clicca qui) forse è possibile tentare comunque di proporre candidati in queste elezioni palesemente truccate per  far vincere o la destra neofascista o la destra tecnocratica.

Forse è il caso che comprendiamo, noi attivisti sociali dotati di competenze temprate nel fuoco delle lotte, di dover convergere per promuovere un nuovo soggetto dell’alternativa all’élite che proponga l’opposizione alla guerra prospettando la pace come condizione di vita e di giustizia nonché modello complessivo  di sviluppo:  puntualizza Alfonso Navarra di Disarmisti esigenti & partners (clicca qui).

Per Marzia Marchi,  invece, (clicca qui), non è il momento di dar vita a un nuovo contenitore politico bensì di riempire con le nostre istanze i movimenti che già esistono; non senza perplessità, auspica una interlocuzione con Conte e M5S. Allo scopo, per Dino Caliman (clicca qui), invece esisterebbe Popolo d’Italia Liberi e forti. Addirittura c’è chi (Paolo D’Arpini) segnala un sondaggio lampo con le liste antisistema riorganizzate.

Organizzata, piuttosto, si mostra già la Rete Movimento Ecologista con un “Manifesto Ecologista” di impegni precisi (clicca qui) già ampiamente sottoscritto da Associazioni e Comitati, e al quale aderire con urgenza: serve una immediata e radicale conversione ecologica dell’economia di cui non  troviamo traccia nelle dichiarazioni e soprattutto nelle decisioni dei partiti.

Dunque, allo stato dei fatti in pieno ferragosto, non è improbabile  che si debbano aspettare altri dieci anni per vedere all’opera nelle elezioni politiche  un “Nuovo soggetto politico nazionale per un modello alternativo di sviluppo e di politica”, anzi, per una alternativa al modello di sviluppo. Maurizio Pallante (Movimento per la decrescita felice) ci aveva spedito un prezioso pamphlet dal titolo “Fondamentali 1.O d’un progetto politico in costruzione” che fin dalla prefazione afferma: “Il tentativo è, con ogni evidenza, velleitario. Per essere ottimisti le sue possibilità di riuscita sono prossime allo zero. Eppure contro ogni evidenza va fatto. Non ci sono alternative”. “Non ci sono alternative al superamento di questo sistema economico e produttivo”“E’ eticamente necessario, anche se razionalmente può apparire velleitario, verificare la possibilità di costituire un soggetto politico che, a differenza dei partiti politici esistenti, si proponga come obiettivo principale l’attenuazione dei problemi ecologici, con la piena consapevolezza che ciò richiede di rimettere in discussione la finalizzazione dell’economia”. “Un soggetto politico che, a differenza dei partiti esistenti, si proponga di cambiare il sistema economico e produttivo”. Nel pamphet seguono i capitoli: Per una conversione economica dell’ecologia, Politica agricola e alimentare, Politica energetica, Politica fiscale ecc.