Le grandi marche eliminano i Pfas dall’abbigliamento mentre Solvay pretende di produrli a Spinetta Marengo.

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The North Face, Vans, Supreme e Timberland hanno appena annunciato di eliminare dai loro prodotti le sostanze per- e polifluoroalchiliche, i ben più noti PFAS o “sostanze chimiche per sempre”.

Particolari caratteristiche fisico-chimiche come la repellenza ad acqua e a grassi, la stabilità termica e la tensioattività,  le rendono molto utili in un ampio campo di applicazioni industriali, nonché in tantissimi prodotti di uso quotidiano, proprio come i tessuti impermeabili. Purtroppo però, il loro impatto ambientale è tutt’altro che trascurabile: PFOA, C6O4, ADV risultano essere chimicamente stabili nell’ambiente e resistenti ai tipici processi di degradazione, riuscendo a persistere nel suolo, nell’aria e nell’acqua anche per anni.

Molti studi hanno attestato la pericolosità dei PFAS per la salute dell’uomo. Sappiamo che sono interferenti endocrini, cioè che alterano i processi ormonali all’interno dell’organismo, con pesanti conseguenze sullo sviluppo, sul comportamento e sulla fertilità; favoriscono inoltre l’insorgenza di malattie della tiroide e del metabolismo (come obesità e diabete di tipo 2. Oltre a questo, sono considerate sostanze cancerogene, con un’influenza sull’insorgenza di patologie come il tumore ai reni o ai testicoli. Tra le conseguenze legate all’esposizione ai PFAS, infine, ci sono anche ipertensione, colite ulcerosa, colesterolo. In tutti questi casi, non si tratta di effetti immediati: molto spesso le malattie si manifestano anche dopo anni dall’esposizione a queste sostanze nocive.