Salviamo il clima con il disarmo e senza il nucleare.

A Glasgow in preparazione della Cop26 si respira un clima di boicottaggio della partecipazione degli attivisti provenienti dall’estero. Ciò conferma le premesse negative poste dagli incontri preparatori, ad esempio la preCOP di Milano: non vi sono grandi speranze riponibili rispetto alla incisività delle conclusioni previste per la conferenza ONU che si terrà a Glasgow a novembre. Il bla bla bla denunciato da Greta Thunberg è la verità. In particolare merita evidenziare  il tema dell’impatto delle attività militari sull’ambiente e sul clima e quindi il disarmo come soluzione del problema, ovvero portare alla Cop26 l’obiettivo di sbarramento al rientro in gioco della lobby nucleare. Clicca qui Peacelink.it

La ribellione di Alessandria contro Solvay e l’assalto di Greenpeace allo stabilimento.

Stiamo insistendo con successo, tramite la nostra Lista,  nell’allargare l’informazione sulle vicende Pfas di Veneto e Piemonte ai mass media italiani e non solo. Con titoli anche significativi, “Pfas Piemonte: la ribellione di Alessandria contro il polo industriale”, come quello di “Osservatorio Diritti”: una testata online indipendente specializzata in inchieste, analisi e approfondimenti sul tema dei diritti umani in Italia e nel mondo. Si tratta di contributi giornalistici apprezzati (clicca qui) anche quando, ci dispiace,  peccano di omissioni ed errori: evitabili con una più attenta lettura del nostro Dossier “Pfas. Basta!” (sempre disponibile a chi ne fa richiesta).

Questa attenzione mediatica preoccupa molto Solvay di Spinetta Marengo. Non solo questa. Infatti la partecipazione di Greenpeace (clicca qui) alle due serate del recente “processo popolare” ad Alessandria ha messo in agitazione i vertici della multinazionale belga. Il sospetto che si sono posti a Bruxelles è stato: Greenpeace non può essersi scomodata solo per un convegno. Deve esserci  sotto qualcosa di più grosso.  Il ricordo è andato agli effetti mediatici dei due spettacolari blitz del 1992 contro il “buco dell’’ozono”: la scalata alle ciminiere e l’incatenamento alle autobotti. (Vedi nota in calce

Dati questi precedenti, è comprensibile lo stato di allarme dello stabilimento di Spinetta Marengo. Non bastano certo le guardie giurate interne. Questa volta Solvay, per la vigilanza delle mura dell’immenso perimetro aziendale, si avvale addirittura dei Rangers dell’azienda leader in Italia nel settore della sicurezza. Ma, e nel caso di  blocco del gigantesco scarico reflui in Bormida?  Per quanto potenziati, basterebbero i Rangers  a neutralizzare una organizzazione come Greenpeace famosa in tutto il mondo per le sue clamorose azioni dirette e non violente? Il messaggio nazionale  e internazionale che oggi può trasmettere Greenpeace è importante come quello del 1992: ieri “Basta CFC”, oggi “Basta PFAS”. Per me un onore aver partecipato a entrambi gli obiettivi.

Movimento di lotta per la salute Maccacaro.

Per saperne di più: clicca qui stralci da “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza prefazione di Giorgio Nebbia, e da “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”. Il “buco dell’ozono” nella stratosfera, causa dei tumori maligni melanoma, era originato dai clorofluorocarburi CFC, i gas contenuti nei frigoriferi e nelle bombolette spray. Lino Balza fu in prima linea nella vittoriosa campagna per eliminare i CFC, malgrado lavorasse nella fabbrica che li produceva: Montefluos-Ausimont di Spinetta Marengo (oggi Solvay) e subisse rappresaglie (fino al licenziamento) sanzionate dalla Magistratura. Con quella battaglia noi segnammo una crescita della coscienza ecologica su scala mondiale. Grazie a quella battaglia, i CFC furono sostituiti con gli HFC, anche essi però non perfettamente eco-compatibili, in quanto la loro liberazione in atmosfera contribuisce ad aumentare l’effetto di surriscaldamento della Terra. Nel 2016 è stato concluso a Kigali un accordo definito storico: quasi 200 Stati si sono impegnati alla riduzione graduale degli HFC.

Julian Assange un eroe del giornalismo.

Il 27 e 28 ottobre si decide l’estradizione di Julian Assange chiesta dagli Stati Uniti. Il giornalista australiano rischia 175 anni di carcere per aver rivelato crimini di guerra. E’ una operazione intimidatoria nei confronti di tutti i giornalisti investigativi. Clicca qui.

Da “Presa Diretta”, per la liberazione di Assange appello dell’ONU e di numerose organizzazioni per la difesa dei Diritti umani e del diritto d’informazione. Clicca qui

Su Byoblu24, approfondimento  con Berenice Galli (Pangea) e Germana Leoni che spiega l’operazione rivoluzionaria fatta da Assange con WikiLeaks nel mondo dell’informazione. Le reazioni più brutali cominciarono ad arrivare dopo la pubblicazione dei “War diaries” (diari di guerra) Iracheni e Afgani. Clicca qui.

Nuovo attacco alla Valle Bormida.

La bretella autostradale Predosa-Carcare-Albenga è un progetto il cui costo ammonterebbe a circa 3 miliardi e andrebbe a devastare l’entroterra di Finale e della Val Bormida, sventrando montagne e vallate bellissime con gallerie e viadotti di cemento, disperdendo torrenti e falde acquifere e aumentando il rischio di frane e alluvioni molto frequenti negli ultimi decenni. Negli ultimi mesi si è costituito un comitato che promuove questo scempio e raccoglie i soliti: autorità, mercanti e industriali, imprenditori e sindacalisti, speculatori e parassiti che si presentano eleganti e “qualificati”. Hanno realizzato conferenze e c’è confusione, il tracciato dell’autostrada è ancora da definire e hanno ipotizzato diverse possibilità (vedi immagine) ma l’unica certezza è la volontà di ottenere il denaro pubblico per spartirselo.

Il governo non ha chiesto scusa al Movimento Nonviolento.

A Trieste, nell’incontro con il ministro Patuanelli, i portuali hanno chiesto: “Vogliamo  scuse pubbliche da parte del governo. Non deve più succedere che persone che vogliono manifestare liberamente il proprio pensiero, vengano trattate come lunedì scorso, quando la polizia ha sgomberato un presidio pacifico con la forza”. L’inquietante episodio era stato da noi stigmatizzato: clicca qui. Condivisibile anche la scelta dei portuali di annullare il successivo corteo per  il rischio di scontri e infiltrazioni di black bloc.

Inquinamento da piombo. Una questione ancora in sospeso.

La WHO International Lead Poisoning Prevention Week, per approfondire le problematiche legate all’utilizzo del piombo e alle conseguenze sulla salute e sull’ambiente, sarà l’occasione per chiedere normative nazionali e internazionali più stringenti sull’utilizzo della sostanza chimica e per presentare gli ultimi approfondimenti scientifici riguardanti gli impatti sulla salute del piombo, in particolar modo le recenti pubblicazioni dell’OMS sui rifiuti elettronici e la salute dei bambini. Clicca qui  il programma del convegno di ISDE.

A Trieste “violenza di Stato” contro “nonviolenza”.

I Trentacinquemila che ci leggono su Sito e Lista, conoscono che dedichiamo il nostro tempo e spazio ai “Movimenti di lotta per la Salute l’Ambiente, la Pace, la Nonviolenza”.

I contenuti delle lotte sono un cardine della partecipazione e delle mobilitazioni popolari. L’altro perno sono le forme di lotta. Noi abbiamo sposato quale forma di lotta vincente la nonviolenza: la quale è tutt’altro che la negazione del conflitto, non significa affatto passività o arrendevolezza  bensì  lotta dura e dolorosa  con mezzi non violenti sulle persone: il  conflitto si realizza tramite un insieme di tecniche senza violenza, tra cui la protesta simbolica (appelli, manifestazioni, sciopero della fame), la non collaborazione (picchetti, scioperi, boicottaggi) e la disobbedienza civile, ossia la violazione consapevole e pubblicizzata di una legge. Tecniche che possono anche costare la galera (Ghandi, Capitini, Dolci, Snowden, Assange ecc.).  

Le immagini che abbiamo visto a Trieste ci inorridiscono: Lo Stato, la polizia di Stato carica con idranti lacrimogeni manganelli i pacifici manifestanti seduti per terra davanti al porto di Trieste, inermi studenti lavoratori, operai, uomini, donne, bambini. Questa Violenza di Stato non può mai essere  giustificata dalle azioni di frange violente (a Trieste peraltro intervenute successivamente): essa è la negazione dello Stato, inteso come Democrazia piuttosto che fascismo.

L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro e sull’antifascismo, quando si arriva a licenziare e picchiare  i lavoratori: è un gran brutto segnale per la Democrazia.

Ci dobbiamo interrogare tutti sullo stato di salute della Democrazia in Italia: la polizia che carica  con idranti e manganelli i pacifici manifestanti al porto di Trieste e che scorta  gli squadristi fascisti verso la sede della Cgil perché non sbaglino strada, il 60% che non va più a votare, nessuna opposizione parlamentare ad un governo che raggruppa tutti i “migliori”, e appunto l’unica opposizione reale nel Paese – la Democrazia Diretta cioè i Movimenti – che viene  criminalizzata a parole e repressa sui campi del conflitto.

Il nostro fermo auspicio è che non si sminuisca, anzi si rinvigorisca  l’opzione della Nonviolenza come forma vincente  di lotta,  alternativa alla violenza nei movimenti e nei governi,  altrimenti saremmo anzi saremo nella condizione di barbarie politica e sociale che abbiamo conosciuto in tempi non troppo lontani.

Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro.

“Aria invidiabile a Taranto”.

Oggi il Sole 24 Ore parla di “aria invidiabile” a Taranto commentando la graduatoria delle concentrazioni di polveri sottili in Italia. Chi ha scritto queste cose sul Sole 24 Ore dovrebbe spiegarci come mai dal 2011 al 2019 siano morte a Taranto 1020 persone in più nei tre quartieri vicini all’area industriale rispetto all’atteso calcolato su base regionale. Chi scrive sul Sole 24 Ore ignora, evidentemente, che la composizione chimica delle polveri sottili (pm10, pm2.5) ne determina l’impatto sanitario. Per cui non basta calcolarne la concentrazione in microgrammi a metro cubo se a parità di microgrammi gli impatti sanitari sono differenti, a seconda che siano polveri da traffico o polveri di origine industriale.

E se fosse vero che al quartiere Tamburi di Taranto c’è aria invidiabile, l’articolista potrebbe fare affari acquistando le case che si svendono a prezzi irrisori. 

Alessandro Marescotti Presidente Peacelink 

A Vicenza processo Pfas in stallo. Miteni, come Solvay, non vuole pagare.

Copertina del Dossier (disponibile a chi ne fa richiesta)

Se la Corte di Assise deciderà di accogliere le istanze della difesa, cioè di non considerare responsabili civili Miteni e le vecchie proprietà di Miteni (Mitsubishi e ICig), a pagare per bonificare la contaminazione saranno i cittadini. Il tribunale deciderà nell’udienza dell’11 novembre. La posta in gioco è alta anche per i risarcimenti agli ex lavoratori ammalati o defunti, come si evince dall’intervista al Procuratore Lino Giorgio Bruno: clicca qui.

Vietati in USA i prodotti per bambini contenenti PFAS. Referendum popolare per bandirli in Italia.

Per l’abrogazione dei Pfas Solvay.

Culle, box, seggiolini, materassi, ecc. contengono queste sostanze conosciute come  forever chemicals” (prodotti chimici per sempre) perché non si decompongono nell’ambiente e si accumulano nel nostro sangue e organi, provocando un aumento del rischio di cancro, danni allo sviluppo fetale e riduzione dell’efficacia del vaccino.  Molti studi li hanno trovati già nel latte materno. Clicca qui. Per sfuggire in Italia alla loro messa al bando, Solvay ha sviluppato nuove versioni di PFAS (C6O4, ADV) sfruttando la complicità a destra della Provincia di Alessandria e a sinistra l’insipienza del ministro della salute Roberto Speranza. Autorganizzeremo un Referendum popolare on line per eliminarli nell’uso e nella produzione dello stabilimento di Spinetta Marengo. Infatti si è appena concluso in Alessandria il Processo popolare veneto-piemontese alla multinazionale belga organizzato da Greenpeace, Legambiente e Movimento di lotta per la salute Maccacaro, con la collaborazione di ISDE, CNR-IRSA, WWF, Pfas Land, Mamme No Pfas, Casa di quartiere.

I No Tav sono terroristi.

Una mappa delle aggressioni fasciste.

“I No Tav sono un organizzazione violenta, quanto resta del terrorismo italiano anni ‘70. Diciamo che per un torinese, No Tav significa sicuramente terrorista metropolitano, chiunque vive a Torino ha questa percezione. La cosa più grave nei confronti dei No Tav è che siccome si avvolgono di una motivazione ambientalista, quando questa motivazione viene legittimata loro reclutano, con una dinamica che ci riporta davvero agli anni 70”. Su RAI 3 queste sono le dichiarazioni  di Maurizio Molinari, oggi direttore di Repubblica, ieri corrispondente da Tel Aviv dove dava dei terroristi ai palestinesi mentre erano massacrati dagli israeliani. Portavoce di Berlusconi da quando è in difficoltà a controllare la dentiera, a  dargli manforte è Antonio Tajani, il quale di rosso ha solo il naso, il che spiega l’affermazione “Si comincia con lo spinello e si arriva all’eroina” (come dire: si comincia a tagliare il filetto e si finisce per sbudellare il cognato). Entrambi sarebbero lì per commentare l’aggressione fascista alla sede della CGIL, ma ne vogliono ridimensionare la gravità e dunque  parlano d’altro, piuttosto che di antifascismo e di scioglimento di  Forza Nuova. Su queste enormità il silenzio di Maurizio Landini, presente in studio, la dice lunga sullo stato della CGIL.

Il Movimento No Tav gli ha replicato come segue. “Forse vale la pena ricordare a Molinari che sabotaggi, manifestazioni, picchetti e Disobbedienza Civile sono pratiche di resistenza portate avanti dai Movimenti ambientalisti in tutto il globo, tra l’altro regolarmente celebrate proprio sulle pagine del suo giornale purché si verifichino a quella distanza di sicurezza che non infastidisce i finanziatori del suo gruppo editoriale. Forse vale la pena ricordare a Molinari che la sua percezione del Movimento No Tav non è quella di ‘chiunque vive a Torino’ ma quella di un ristrettissimo circolino formato da qualche esaltato che si è entusiasmato per le madamine del rotary club il tempo di un happening in Piazza Castello. Forse vale la pena ricordare a Molinari che nel movimento No Tav si riconoscono, da decenni, centinaia di migliaia di cittadini tra Torino e la Val Susa, la totalità delle Associazioni ecologiste italiane e dei partiti verdi che siedono al Parlamento Europeo senza contare sindaci, consiglieri regionali, unione montana e decine di enti in tutta la regione Piemonte. Forse vale la pena ricordare a Molinari che “i no tav” non sono un’organizzazione, violenta o non-violenta che sia, ma un Movimento che fa paura per una sua peculiarità davvero unica in Italia: fa quello che dice e dice quello che fa. Forse vale la pena ricordare a Molinari che ‘il terrore’ in Val di Susa lo largisce uno Stato che manganella una popolazione con ha la sola colpa di aver tenuto la schiena dritta per troppo tempo, che minaccia di togliere i figli ai genitori coi quali manifestano, che entra all’alba nella case per portarsi via parrucchieri, pescivendoli, studenti, commesse e pensionati per rinchiuderli tra quattro mura. Forse vale la pena ricordare a Molinari che lui fa il direttore del principale quotidiano sedicente “di sinistra” e che sta parlando del più longevo e radicato Movimento Ambientalista italiano”.

Ma forse non vale la pena di ricordare queste cose a Molinari, le conosce benissimo ma è pagato altrimenti.

L’equiparazione comunisti/fascisti, destra/sinistra, opposti estremismi, torna ad essere il sistema e la narrazione decisiva del vero controllo sociale e autoritario del paese, altro che green pass. I fascisti sono serviti a questo, come sempre, come da sempre in questo paese che con i fascisti e il fascismo i conti non li ha mai voluti fare.

A Genova il 24% degli edifici costruito in aree a rischio esondazione.

Inoltre il 18,6% degli stabili  sono in aree soggette a rischio di incendio di interfaccia e l’1,95% in aree soggette a rischio frana: secondo la Protezione civile in collaborazione con l’Università di Genova. In questa situazione si collocano le costruzioni alla foce del Bisagno Fiera del mare e la prospettiva di una mastodontica diga.

Allarme innalzamento del mare: in 20-30 anni rischio porti sommersi.

Venezia è il caso limite e il più famoso, ma a rischio in Italia ci sono molte altre città costiere come Napoli, Cagliari, Palermo, Genova, Livorno e Brindisi. Clicca qui.

Il mare si alzerà mediamente di 30 centimetri, mettendo a rischio la funzionalità di quasi tutti i nostri porti. A lanciare l’allarme è stato il presidente di Federlogistica conftrasporto Luigi Merlo, nel corso della presentazione, a Firenze, del progetto europeo Co.Cli.Co.

Firmiamo i referendum contro la caccia.

Due proposte chiedono di abrogare gli articoli di legge che permettono la caccia; il terzo abroga l’art. 842 del Cod. Civile che permette l’accesso nei fondi privati da parte dei cacciatori. C’è la possibilità della firma ON LINE: cercate in Face-book la pagina NO ALLA CACCIA: rispetto per tutti gli animali e trovate i link per due firme e la pagina Comitato SÍ aboliamo la caccia con il link per la terza firma.

Gli USA non tocchino Julian Assange.

Gli Stati Uniti d’America devono annullare tutte le accuse contro Julian Assange, incluse quelle di spionaggio relative alle attività di pubblicazione di documenti nell’ambito del suo lavoro con Wikileaks. Se estradato negli Usa, Assange potrebbe affrontare 18 capi d’accusa: 17 ai sensi della Legge sullo spionaggio e uno ai sensi della Legge sulle frodi e gli abusi informatici.  Rischierebbe gravi violazioni dei diritti umani tra cui condizioni detentive, come l’isolamento prolungato, che potrebbero equivalere a maltrattamento o tortura. Assange è stato il primo soggetto editoriale a essere incriminato ai sensi della Legge sullo spionaggio. La richiesta di estradizione da parte degli USA  si basa su accuse che derivano direttamente dalla diffusione di documenti riservati nell’ambito del lavoro giornalistico di Assange con Wikileaks. Rendere pubbliche informazioni del genere è una pietra angolare della libertà di stampa e del diritto dell’opinione pubblica ad avere accesso a informazioni di interesse pubblico. Tutto questo dovrebbe essere oggetto di protezione e non di criminalizzazione. Clicca qui Amnesty International. 

Voi G20, noi il futuro.

Il 30 ottobre a Roma, si riuniscono i governi del G20 sotto la presidenza italiana Draghi: gli stessi poteri, le stesse ricette, gli stessi interessi, la stessa ingiustizia che ci hanno portato nella crisi e nella pandemia. Martedì 19 ottobre ore 18:00 Roma, giardini di Piazza Vittorio,  assemblea pubblica verso il G20;  venerdì 22 ottobre ore 18:00 riunione nazionale verso il G20 online. Clicca qui altre giornate di mobilitazione.

Ciechi perché non possono permettersi occhiali da vista.

Milioni di persone nel mondo potrebbero tornare a vedere. Un miliardo e 100 milioni hanno una disabilità visiva. Tra loro 43 milioni sono cieche, 295 hanno problemi visivi moderati o gravi, 510 milioni potrebbero tornare a vedere con un semplice paio di occhiali da vista e 90 milioni sono bambini. “Giornata Mondiale della Vista”: con la cura e la prevenzione, cecità e disabilità sono evitabili nei Paesi in Via di Sviluppo. (continua…)

Sono un cane guida e il mio è un mestiere davvero speciale.

«Mi chiamo Wafer e di mestiere faccio il cane guida. Il mio è un mestiere di grande impegno e responsabilità, perché consiste nell’accompagnare una persona che non può più affidarsi ai propri occhi per muoversi autonomamente. Il 16 ottobre sarà la XVI Giornata dedicata al Cane Guida e io vi chiedo di rivolgere un pensiero speciale a noi e al benefico effetto che la nostra presenza porta a tanti ciechi e ipovedenti che grazie al nostro aiuto, possono riconquistare la loro libertà, autonomia e recuperare il loro benessere psicologico e la loro autostima» (continua…)

L’assuefazione alla guerra.

La “guerra al terrore” ha generato il carcere di Guantanamo (su cui è partita una campagna per la chiusura : aderisci), dove hanno torturato le persone senza che il movimento pacifista abbia fatto in Italia qualcosa di realmente significativo. Alcuni addirittura pensavano che Guantanamo fosse stata chiusa! La nostra responsabilità di pacifisti è grande. Perché? Semplice. Perché loro hanno addormentato le nostre coscienze. Ma noi che abbiamo fatto per svegliarle? 

Quando si capirà che abbattere tutte le barriere sarebbe un vantaggio per tutti?

Il presupposto all’eliminazione di tutti gli altri tipi di barriere riguarda le barriere culturali, ossia il modo in cui viene considerata la persona con disabilità dalla società. In questo senso un cambiamento di rotta è possibile e in parte sta già avvenendo; certo, le spinte contrarie ci sono – mantenere lo status quo è sempre più rassicurante ed economico –, ma si tratta di contrastarle attraverso buone pratiche, per dimostrare con i fatti che permettere anche a chi ha una disabilità di dare il proprio contributo alla società è più vantaggioso per tutti. (continua…)

Incuria e cura. Il mondo alla prova della pandemia e oltre. Pensieri e pratiche femministe.

Incontro internazionale di riflessioni ed esperienze femministe e di rafforzamento di legami, occasione per esprimere valutazioni critiche  e prospettive per consolidare le relazioni internazionali. Il seminario, una settimana prima del vertice del G20, è proposto da FemmSdc Group (gruppo femminista attivo nella Società della Cura, rete italiana di oltre 400 associazioni) con la collaborazione di Global Dialogue, Transform! Europe. Relatrici internazionali online, italiane in presenza. Clicca qui il programma.  

Silenzio su Mancini e Vialli per non rovinare l’ambiente.

L’ambiente del calcio naturalmente. Da gemelli del gol a gemelli dell’offshore non deve accorgersene nessuno perché rappresentano l’Italia nel pallone, quella nella massiccia evasione fiscale. Silenzio di Stato dunque perchè Mancini deve restare  il volto della formazione campione d’Europa. Bello, bravo e vincente, benvoluto dalla critica, praticamente un santino azzurro. Il Draghi del calcio.

Scoperchiato il vaso di Pandora Solvay: Bernard De Laguiche prende i soldi e scappa.

Ci sono anche Spinetta Marengo e le ricchezze dell’amministratore delegato di Solvay  Bernard De Laguiche, e famiglia, nell’inchiesta giornalistica internazionale “Pandora Papers”, che ha scoperchiato le ricchezze nei paradisi fiscali dell’offshore (Singapore Isole Vergin, Panama ecc.). International Consortium of Investigative Journalists (Icij ) ha ricostruito l’imponente esodo miliardario di De Laguiche e famiglia proprio negli anni in cui ad Alessandria la magistratura  indagava e processava e condannava l’inquinamento  del polo chimico di Spinetta Marengo, infine sentenziato dalla Cassazione per “disastro ambientale e omessa bonifica”. E’ infatti  particolarmente dal 2009, quando dopo i miei esposti la Procura ha avviato il processo, che De Laguiche e famiglia Solvay  hanno  cominciato a nascondere  beni e  miliardi fuori dall’Europa e in diverse entità offshore. Miliardi che centinaia di Parti civili chiedevano fossero destinati alle Vittime e ai  famigliari dei cittadini e dei lavoratori, nonché alla bonifica del territorio.

La famiglia De Laguiche nega un qualche legame tra la creazione delle società offshore e la vicenda giudiziaria, ma in quello stesso periodo i consulenti finanziari che lavorano per la famiglia avrebbero costituito un fondo fiduciario in Nuova Zelanda che alla fine avrebbe ricevuto azioni Solvay per un valore di 11,3 milioni di dollari insieme a 412.000 dollari di dividendi Solvay. I documenti trapelati mostrano che anche altri due insider di Solvay possedevano società fittizie registrate in giurisdizioni segrete e che nel 2011 de Laguiche trasferì almeno 57 milioni di dollari in azioni Solvay e altri beni a due nuovi trust registrati a Singapore. E’ così che si evita di pagare le tasse sui dividendi e i risarcimenti ai processi.

Malgrado la condanna della Cassazione, Solvay non ha provveduto alla bonifica integrale del sito ma addirittura, ampliando la produzione dei famigerati tossico cancerogeni PFAS, ha peggiorato la calamità  sanitaria e ambientale acqua-aria-suolo dell’alessandrino. Tant’è che si sta aprendo ad Alessandria un nuovo processo per disastro ambientale e omessa bonifica che non potrebbe non coinvolgere i miliardari della  Solvay.

E a nulla servirebbero le dimissioni, per ” motivi personali  pochi giorni fa, di De Laguiche  dal consiglio di amministrazione di Solvay nel quale era stato oltre che amministratore delegato anche, non a caso, direttore finanziario. Giocherellando con il registro delle assemblee generali diverse centinaia di migliaia di azioni della società quotata Solvay sono state nascoste in società offshore, azioni detenute dai diversi discendenti dei fondatori della società, in particolare Bernard De Laguiche, pronipote del fondatore Alfred Solvay. De Laguiche era a capo della società Solvac, che riunisce più di 2.300 eredi della dinastia Solvay e che oggi detiene più del 30% delle azioni della multinazionale belga. Di queste operazioni finanziarie  poteva essere stata tenuta all’oscuro l’attuale amministratore delegato Ilham Kadri, una delle donne più potenti del mondo degli affari secondo al rivista Fortune, Premio d’oro Women in Business per la donna dell’anno nel 2017? Icij non ha risposto a questa domanda.

Proprio nella veste di direttore finanziario, De Laguiche aveva sovrainteso all’acquisto dello stabilimento Montedison di Spinetta Marengo: mela marcia a prezzo stracciato. Infatti la sua responsabilità fu chiamata in causa nel dicembre 2002 con una lettera aperta  a tutti i giornali, che Lino Balza ripropose nella sua lunga testimonianza in Tribunale nel 2014. Di più si può leggere sul libro “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia, e riflettere sull’immaginativa di Bernard che  -prendi i soldi e scappa- se la spassa ai tropici. Vale la pena amaramente sorridere sull’immagine che riproponiamo   a tanti  anni di distanza?

Clicca il  Processo popolare alla Solvay: è in pieno svolgimento ad Alessandria e potrà concludersi con una sentenza pronunciata tramite referendum on line.

Con Emilio sempre. Presidio a Bussoleno.

Presidio sotto la sua casa per  attendere insieme a lui e alla sua famiglia la risposta del Tribunale della Cassazione che deciderà  sul ricorso per la sentenza della Corte d’Appello di Torino che ha decretato la concessione dell’estradizione per Emilio allo Stato francese. Clicca qui con gli altri appuntamenti di lotta la newslettera di Doriella&Renato.

Un milione di firme per salvare le api.

Si è conclusa la raccolta firme on line per sostenere l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) “Save Bees and Farmers” – “Salviamo Api e Agricoltori“, che ha portato a raccogliere oltre un milione di firme in tutta l’Unione Europea.
Se questa ICE sarà convalidata la Commissione Europea e il Parlamento Europeo dovranno rispondere alle richieste dei cittadini per un’agricoltura senza pesticidi e rispettosa degli insetti impollinatori… LEGGI L’ARTICOLO >

L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile: il PNRR viola il referendum.

L’ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) analizza lo stato di avanzamento del nostro Paese rispetto all’attuazione dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, clicca qui. Nel paragrafo “GOAL 6 – Acqua pulita e servizi igienico-sanitari” si denuncia esplicitamente il fatto che il PNRR, non escludendo la possibilità di gestione da parte dei privati, porti a disattendere l’esito referendario.