La raccolta differenziata di plastica va all’inceneritore.

Il caso Parma-Pizzarotti  riaccende i riflettori su limiti e inganni dell’industria del riciclo che si presenta come “green“. In Italia viene avviato al riciclo il 51% della plastica che i cittadini raccolgono. La raccolta dei Comuni è scorretta. Non tutte le plastiche sono riciclabili.  Obbiettivi:  aumentare l’efficienza della filiera del riciclo e soprattutto ridurre il consumo di plastica. Clicca qui Luisiana Gaita.

Parte il processo PFAS contro Miteni e rimbomba per Solvay in Alessandria, tra mancate bonifiche, possibili inceneritori, allarmi per alimenti e contenitori, licenziamenti e omertà sindacali. Allarme nazionale.

Alla vigilia del processo PFOA contro la Miteni di Trissino (11 novembre),

dopo le critiche del “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” nella costituzione delle Vittime parti civili nel procedimento penale e il sopraggiungere di nuove testimonianze: clicca qui,

si infittisce la polemica in merito alla bonifica, questione che sarà centrale nel corso del processo: clicca qui.

All’orizzonte della bonifica compare addirittura un inceneritore  che la società Ecoprogetto Venezia  intende realizzare anche a quello scopo nel sito di Fusina-Venezia: clicca qui.

D’altronde, quando si parla di Pfas si intende anche il C6O4 (Pfas a catena più corta) anche esso  trovato nel sangue. A sua volta, l’Istituto superiore di sanità ISS ha divulgato i dati che dentro il corpo dei bambini stanno arrivando  “dosi settimanali” di Pfoa, segno  che il veleno bioaccumulabile viene assunto tanto negli alimenti che dalle confezioni degli alimenti. L’allarme dunque è nazionale: clicca qui.

L’attenzione dunque si sposta di nuovo sulla Solvay di Spinetta Marengo dove il C6O4 ha sostituito il Pfoa, per anni scaricato in Bormida/Tanaro/Po.

Ebbene, ad Alessandria Solvay ha contemporaneamente inaugurato un nuovo impianto e annunciato che intende aumentare del 30% la capacità produttiva di fluoroelastomeri, cioè il Tecnoflon, perciò estendere la produzione e l’uso di C6O4: clicca qui l’autorizzazione AIA Autorizzazione Integrata Ambientale  chiesta alla Provincia,

e contemporaneamente ha annunciato la procedura di licenziamento per 28 persone.

Insomma si offre ai sindacati di convertire i licenziamenti in prepensionamenti in cambio di continuare come struzzi a non sollevare problemi insormontabili sull’utilizzo del C6O4: emissioni in atmosfera, emissione di liquidi e reflui, e relativi effetti sulla salute di lavoratori e cittadini.

Per quanto riguarda liquidi e reflui, altra coincidenza, la notizia di un inceneritore (tra Alessandria e Asti)  grazie ad un colossale finanziamento regionale ad una società mista pubblico-privata. Coincidenza, solo temporale? con l’inceneritore veneto?

Il tutto sta avvenendo coperto dal massimo silenzio delle Istituzioni e dei Sindacati. Silenzio che rompiamo.

DOCUMENTO TRASMESSO A TUTTI GLI ORGANI DI INFORMAZIONE DAL “MOVIMENTO DI LOTTA PER LA SALUTE MACCACARO”

Risorgimento Valbormida. Acna fabbrica di armi chimiche.

“Occorre rivedere la bonifica e il danno ambientale” commenta Ilvo Barbiero nella recensione al il libro “Veleni di stato” di Gianluca de Feo, che ha esaminato documenti dei Servizi Segreti inglesi, contenuti nei National Archives, desecretati dopo la fine della guerra fredda, che si riferiscono al periodo che va dagli anni ’20 alla fine della seconda guerra mondiale. Clicca qui.

Cambiare sistema e non il clima: non è per Fridays For Future uno slogan.

L’assemblea nazionale, rappresentata  a Napoli da oltre 80 assemblee locali, ha condiviso le posizioni per rilanciare le lotte per la giustizia climatica. Tra queste: TAV  Val di Susa, No-Grandi navi  Venezia, no Muos  Catania e Siracusa, no TAP  Lecce,  terra dei fuochi Napoli, Bagnoli, Enel Civitavecchia, Snam Abruzzo, Terzo Valico Alessandria, metanodotto sardo, ecc. Clicca qui. L’assemblea, mentre chiede al governo di dichiarare l’emergenza climatica ed ecologica nazionale, lancia il quarto sciopero globale per il 29 novembre, proponendolo a livello internazionale sotto lo slogan “block the planet”.

Risorgimento Valbormida. Presidio in Provincia contro la discarica Riccoboni di Sezzadio.

Una lotta iniziata più di 7 anni fa è che è ben lontana dalla scrittura della parola fine, nonostante le manovre del ministro Raffaele Costa (a destra nella foto) e del presidente provincia  Gianfranco Baldi (a sinistra). Clicca qui il Comitato Sezzadio per l’Ambiente.

Risorgimento Vallebormida. La Liguria insegna l’economia circolare al Piemonte.

Lo stop a “l’attentato alla salute” della valle Bormida Piemontese, a mezzo  della discarica Filippa  a Cascina Pitocca, tra Frugarolo e Casalcermelli, era stato imposto da:  Comitato torrente OrbaMovimento di lotta per la salute Maccacaro, Italia Nostra, Legambiente, Comitati di Carentino, Casalcermelli Predosa e Sezzadio. Sarebbe la copia della discarica di Cairo Montenotte che il proprietario, Massimo Vaccari,  pubblicizza come simbolo dell’economia circolare, e una specie di parco giochi per bambini, insomma un gioiello donato al Comune della valle Bormida Ligure. Dopo lo stop, il Vaccari è ritornato alla carica approdando alla nomina della commissione esaminatrice richiesta da Legambiente: clicca qui.

Neoplasie e termocombustore di Acea a San Vittore di Frosinone, gemellino di Acerra.

Secondo la denuncia alla Procura dell’associazione  “Fare Verde”, la consistente diffusione di neoplasie nella zona, potrebbe essere ricondotta alle emissioni nocive in acqua, aria e suolo. Dallo studio  dei medici dell’ospedale Regina Elena di Roma, risulterebbe, tra la popolazione che vive nell’area, un alto indice di incidenza tumorale alle vie respiratorie e al sistema digerente. Una relazione dell’Ispra (l’Istituto superiore per la ricerca ambientale) sul biennio 2014/2015 anni in cui tale inceneritore, non ha bruciato soltanto rifiuti solidi urbani, ma anche materiali “altri”, che hanno prodotto ceneri pericolose finite anche su Ferentino e Patrica, a oltre 70 km di distanza. Il tutto si accompagnerebbe a numerose e gravi irregolarità inerenti l’ iter autorizzativo.

Vallebormidapulita. Un bel carcere sul sito dell’Acna.

Il sindaco di Cengio è entusiasta: un ‘residence’ con centinaia di ospiti (detenuti, guardie carcerarie, addetti alle cucine e alle pulizie, impiegati amministrativi…) – molti ovviamente incapacitati a fuggire – a 50 metri da una discarica di rifiuti pericolosissimi di milioni di metri cubi e a un depuratore di reflui urbani e industriali (i percolati emunti tutt’intorno), il tutto periodicamente olezzante.

Clicca qui dalla lettera aperta di Roberto Meneghini al sindaco.

Clicca qui il comunicato stampa  dell’Associazione per la Rinascita della Valle Bormida.

Gli inquinanti stanno oltrepassando la (presunta) barriera Acna e vanno verso Bormida.

Esposto a Procure piemontesi e liguri, Province e Regioni piemontesi e liguri, Ministeri ambiente e salute, Unione Europea. Oltre a documentare l’inquinamento, la denuncia ricorda che in Valle  Bormida ogni famiglia sconta ancora  i gravi danni alla salute provocati dalle lavorazioni di Cengio, sia per gli addetti  sia tra i residenti loro famigliari e concittadini. I medici locali sono testimoni dell’alta incidenza di specifiche neoformazioni correlate ai prodotti aromatici lavorati e depositati nelle discariche.  Dei residui di tali sostanze, nel sito ubicato tra Cengio (SV) e Saliceto (CN), com’è noto, ve n’è una ben visibile ed inquietante collina di milioni di metri cubi. Clicca qui l’esposto.

L’intera valle si solleverà contro l’impianto Syndial.

A Cengio, in una sala comunale folta di amministratori locali e di cittadini sia Liguri che Piemontesi, il sindaco Dotta e Syndial (l’erede di ACNA) hanno provato a presentare un progetto di riutilizzo di parte delle aree del Sito di Interesse Nazionale (SIC) dove si è svolta per più di cento anni una delle tragedie ambientali e umane più gravi d’Europa in tempo di pace. L’immensa discarica era lì, a due passi, (continua)

Fare campagna elettorale: votare contro questi partiti.

Per il Movimento di lotta per la salute Maccacaro, intervento di Lino Balza all’assemblea organizzata il 10 maggio 2019 ad Alessandria dal Comitato Torrente Orba. Altri interventi di:  Legambiente, Pro Natura, Comitato Vivere a Predosa, Comitati della Valle Bormida, Comitati di Carentino, Casalcermelli, No Tav, Comitato Terrasana, medici, sindaci e cittadini.

Clicca qui il video.

Clicca qui la trascrizione dell’intervento.

Difesa dell’Acqua pubblica e della Salute ad Alessandria.

IL COMITATO “TORRENTE ORBA”,  con l’adesione di Italia Nostra, Legambiente Piemonte, Legambiente Ovadese, Movimento di lotta per la salute Maccacaro, Pro Natura Piemonte, Comitati di Carentino, Casalcermelli Predosa e Sezzadio, organizza un dibattito pubblico su Difesa dell’Acqua pubblica e della Salute. Venerdì 10 maggio 2019 alle ore 21,00 in Alessandria, Ex Taglieria del Pelo Via Wagner n. 38/d.

Le popolazioni alessandrine vivono sulla propria pelle gravi ed irrimediati inquinamenti: dalla Solvay a Spinetta Marengo al disastro ambientale della Valle Bormida prima con l’Acna di Cengio e ora con la discarica di Sezzadio, all’area non bonificata della Pedaggera, al Tav Terzo Valico ecc. Infine la mega discarica sull’Orba a Frugarolo/Casalcermelli: clicca qui sul Sito della Rete Ambientalista.   

 

Rifiuti Zero, Paul Connett e Rossano Ercolini.

La diffusione della strategia Rifiuti Zero in Italia è legata a due nomi: Paul Connett e Rossano Ercolini. Ercolini  per primo ci fece conoscere Connett:  clicca qui i video della conferenza del 31 maggio 2005 ad Alessandria (In particolare, è perfino divertente il link con… il finale canterino).  

Massimo teorizzatore e attivista della strategia,  Connett, professore emerito della St. Lawrence University,   ha condotto  oltre 1.700 presentazioni pubbliche negli Usa  e in 44 altri paesi del mondo.  Il primo Comune italiano ad aderire alla strategia Rifiuti Zero è stato nel  2007  Capannori (Lucca) su impulso di Ercolini, che ha infatti ricevuto nel 2013 il Goldman Prize, il cosiddetto premio nobel per l’ambiente. Attualmente   sono oltre  230 i Comuni italiani aderenti alla strategia, per un bacino complessivo di 6 milioni di abitanti. 

Lo Zero rifiuti o Rifiuti Zero ( Zero Waste) è una strategia di gestione dei rifiuti che si propone di riprogettare (continua )

Maxi discarica nell’alessandrino.

Come già scriveva a gennaio il “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”  Clicca qui   questa mega discarica in autorizzazione a Frugarolo/Casalcermelli  rappresenta una ulteriore minaccia  alla  popolazione di un territorio che vive sulla propria pelle gravi ed irrimediati inquinamenti: dalla Solvay a Spinetta Marengo al disastro ambientale della Valle Bormida prima con l’Acna di Cengio e ora con la discarica di Sezzadio, all’area non bonificata della Pedaggera, al Tav Terzo Valico eccetera

Enorme discarica nell’alessandrino.

Minaccia ulteriormente la popolazione di un territorio che vive sulla propria pelle gravi ed irrimediati inquinamenti: dalla Solvay a Spinetta Marengo al disastro ambientale della Valle Bormida prima con l’Acna di Cengio e ora con la discarica di Sezzadio, all’area non bonificata della Pedaggera, al Tav Terzo Valico eccetera, e ora con la mega discarica in autorizzazione a Frugarolo/Casalcermelli. Clicca qui il comunicato stampa.
Clicca qui come propaganda l’impresa di smaltimento rifiuti.

Perché Brescia detiene il record di PM10.

Perché “ospita” il mega inceneritore e l’unica centrale a carbone operante in un grande centro urbano. Clicca qui Marino Ruzzenenti che sbugiarda le frottole raccontate da A2A e dall’Amministrazione comunale. La beffa per i bresciani è doppia: diventati bravi nel fare la raccolta differenziata (70%), , subiscono lo scorno che i minori rifiuti da smaltire vengono sostituiti da rifiuti speciali importati e più inquinati, procurando maggiori profitti drogati alla monopolistica A2A, cioè agli azionisti privati.

Le realtà autoconvocate a Trebisacce (CS) per le urgenze ambientali della Calabria.

E’ diventata la pattumiera d’Italia e, nel contempo, territorio vergine da sfruttare e conquistare (trivelle, discariche, inceneritori, grandi impianti inutili e dannosi, ecc.). A fare cassa i soliti gruppi nazionali ed internazionali (Astaldi, Impregilo, Cmc, Eni, Total, ecc.); a farne le spese l’intera comunità calabrese e, tra essa, le fasce sociali povere e precarie. (continua)

Malaterra. Come hanno avvelenato l’Italia.

Un libro di Marina Forti (ed Laterza) con il racconto dei principali casi di inquinamento massiccio del territorio : Seveso, Brescia e la Caffaro, valle del Sacco e cianuri, Ilva e Taranto, porto Marghera, Montichiari (BS) e le sue mille discariche, Sicilia e i petrolchimici, Portoscuro e il piombo in sardegna, Bagnoli a Napoli.

I Comitati di Base della Val Bormida” a confronto con il governo.

L’ultima manifestazione è del 17 novembre.

Continua la lotta per l’acqua contro la multinazionale Riccoboni. Incontro dei Comitati e dei Sindaci con il ministro all’ambiente Sergio Costa. Il ministro si è impegnato a valutare la legittimità degli atti amministrativi che hanno dato l’ok all’inizio dei lavori per la discarica di Sezzadio, “in caso di anomalie giuridiche la Provincia può applicare i principi di autotutela”. I comitati: “Il clima politico attorno a questa vicenda sta cambiando”.

Tappa veneta della campagna nazionale #Sbloccaitaliagameover contro l’incenerimento.

 

“Sharing Danger” è l’evento SERR di Venezia, la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti che continua con successo a stimolare azioni diffuse per promuovere una maggiore consapevolezza sulle eccessive quantità di rifiuti prodotti e sulla necessità di ridurli drasticamente per difenderci dal pericolo che rappresentano oggi per il nostro pianeta, i così definiti nuovi Killer. Clicca qui.

Legambiente con il Comitato “Aria pulita” denuncia una nuova terra dei fuochi in Sicilia.

A Joppolo Giancaxio, a pochi chilometri dalla Valle dei Templi, nell’area di importanza comunitaria delle Maccalube, vicino al fiume Akragas, hanno individuato, in un “centro di compostaggio”, anche una discarica di fanghi e percolati, nonché rifiuti di plastiche incendiati e sepolti, che provocano difficoltà respiratorie e conati di vomito. Sequestro del sito e imputazione della Procura alla ditta Giglione per dispersione di rifiuti, inquinamento ambientale e avvelenamento della falda acquifera.

Sopra le falde migliaia di tonnellate rifiuti tossici e nocivi del polo chimico di Bussi.

Inquinamento diffuso, anche per le falde acquifere, a seguito di deposito incontrollato, in contrasto e senza autorizzazione e senza alcuna sicurezza, in un’area di oltre 70.000 mq, di migliaia di tonnellate di scorie industriali e rifiuti tossici e nocivi derivanti dalla storica produzione industriale del polo chimico ex Montedison (oggi Solvay). L’ordinanza provinciale che lo certifica è stata notificata dalla Provincia di Pescara alla Edison spa.