J’accuse. Morti e ammalati sulla coscienza dei sindaci di Alessandria.

Nello J’accuse del Movimento di lotta per la salute Maccacaro a magistratura e politica (clicca quiemergono le enormi responsabilità delle Istituzioni piemontesi. Infine, del sindaco Giorgio Abonante.

“La chiusura dello stabilimento, seguita da un’immediata bonifica dell’area è l’unica via efficace per evitare di assistere a decenni di morti”: è l’ennesimo commento del Comitato Stop Solvay a seguito dell’incontro che un gruppo di cittadini dell’associazione “Ànemos” ha avuto con il sindaco di Alessandria, Giorgio Abonante, e dirigenti e tecnici del Comune. Anche Ànemos, come riferisce il settimanale Il Piccolo, ha chiesto al sindaco una “ordinanza che imponga alla Solvay di cessare immediatamente la produzione delle sostanze inquinanti”. “Immediatamente: senza aspettare l’ipotetico 2026 della Solvay di auto cessazione di ‘quasi tutti i Pfas’ (dopo averne sostenuto per anni l’innocuità)”. Ciò alla luce -sottolinea l’ex assessore Claudio Lombardi delle indagini epidemiologiche e delle indagini ambientali aria-acqua-suolo non solo riferite ai vecchi e nuovi PFAS che a iosa svolazzano con cloroformio e fluoroclorocarburi, senza scuotere le coscienze. Infatti, Giorgio Abonante ha eluso completamente questo impegno, sgusciando ancora una volta come una anguilla.

Il sindaco prende in giro la popolazione. Di fatto, ha preso in giro i presenti “Condivido le vostre preoccupazioni” lavandosene le mani come Ponzio Pilato “Solleciterò Regione e Asl a intervenire”, proprio perché sa che non tocca a loro emanare l’ordinanza. Anzi, è in palese malafede quando si inventa su facebook che “Regione, Asl e Arpa hanno sancito in modo netto” per iscritto? “come in questo momento non ci siano gli elementi sufficienti per imporre divieti, chiusure”. Anzi, si nasconde dietro la scusa che manca una legge nazionale sui Pfas. Insomma non fa altro che prendere tempo a prescindere dagli allarmi scientifici nazionali e internazionali. Altro che “vaso di coccio ma in buona fede”.

Come ad Alessandria non bastassero esaustivi già lustri e lustri di sentenze, e la bonifica omessa, e la mole di indagini accumulatesi. Non sarebbero esaurienti per questo sindaco  neppure conferme recenti, come  il monitoraggio ambientale condotto da Arpa nel periodo marzo 2022 – marzo 2023 con tanto di presenza di cC6O4  nel Comune di Alessandria e addirittura nel Comune di Montecastello, né esaurienti i monitoraggi effettuati su uova e vegetali nel periodo 2021 – 2022 a cura della Regione Piemonte in collaborazione con ASL AL, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta nell’ambito del tavolo regionale Ambiente, Clima e Salute e su specie ittiche a valle del polo industriale di Spinetta Marengo a cura dell’IRSA-CN, e neppure la scoperta di nuove discariche.

Nello J’accuse, la colpevolezza del sindaco è senza attenuanti:

Ad oggi, il polo chimico Solvay di Spinetta Marengo, malgrado la sentenza di Cassazione, non è ancora stato bonificato né in terra né in cielo né in acqua per la “maledetta ventina” di inquinanti (cromo esavalente, cloroformio, cromo totale, tetracloruro di carbonio, tetracloroetilene, tricloroetilene, triclorofluorometano, diclorodifluorometano, diclorofluorometano, nichel, antimonio, arsenico, bromoformio, dibromoclorometano, bromodiclorometanofluoruri in concentrazione addirittura da 2.946 a 57.404 μg/l ecc. eccetera) anzi ha aggravato il delitto e lo ha esteso in provincia. Né per queste violazioni -dolose- è stato aperto un nuovo processo. Neppure dopo il disastro ecosanitario dei Pfas acclarato dalle indagini ambientali ed epidemiologiche.

Ad oggi, la strategia industriale di Solvay si regge su una penetrate attività lobbistica in politica, sorretta quanto basta da una poderosa propaganda mediatica (addirittura della presidente Ilham Kadri in persona), da noi regolarmente e ripetutamente demolita. Per ciò: scoperte fantascientifiche col biossido di titanio.  Per ciò: la fantasiosa truffa mediatica dei ciclopici filtri che sarebbero in grado a Spinetta di rilevare e trattare, gestire e monitorare i contaminanti Pfas nelle falde e nelle reti idriche. Ovviamente non nell’atmosfera. Anzi i filtri dovrebbero poi essere inceneriti. La multinazionale prometterebbe “zero tecnico” delle emissioni di Pfas (C6O4, ADV) negli scarichi di acqua con tecnologie al carbone attivo granulare (GAC), allo scambio ionico (IO) e alle tecnologie di osmosi inversa RO (metodo di filtrazione meccanica in uso dagli anni ’50 del secolo scorso): diventerebbe “acqua distillata” e addirittura riutilizzata e non scaricata in Bormida, insomma “ciclo chiuso”. Per ciò, altra luna nel pozzo: VolontariamenteSolvay entro il 2026 realizzerà quasi il 100% dei suoi fluoropolimeri senza l’uso di fluorotensioattivi, per eliminare pressoché totalmente le emissioni di fluorotensioattivi”.  Per ciò: i misteriosi “sostituti dei Pfas a impatto zero”. Il corollario di questa inconsistente propaganda sono La bonifica è a buon punto”, “Il sistema di tutela ambientale dentro e fuori lo stabilimento è ok”Insomma, la strategia Solvay è profitti immediati, prendere tempo e fare proselitismo istituzionale e mediatico. Quindi è chiarissima è la volontà di non chiudere gli impianti.

Ad oggi, il sindaco di Alessandria non ha emesso ordinanza di fermata delle produzioni inquinanti dentro e fuori il Comune, come imporrebbe il principio di precauzione alla massima autorità sanitaria locale: infatti gli studi già compiuti dimostrano che nella popolazione c’è una grave sofferenza sanitaria rispetto al resto della provincia e della regione: si muore di più per le molte e note patologie associate a Pfas e altre molecole prodotte dalla Solvay e da questa immesse nell’ambiente da decenni, come provato da ripetute indagini ambientali.

A maggior ragione dopo l’indagine dell’Università di Liegi. Dunque il sindaco, in qualità di massima autorità sanitaria locale, non imponendo -come invece avvenuto nel mondo in analoghe condizioni- l’urgenza che sia fermata la fonte d’esposizione alla popolazione, si consegna all’accusa di omissione di atti di ufficio. Infatti Abonante sa, dalle campagne di analisi dell’Arpa, che su Spinetta Marengo dal cielo piovono 5 microgrammi ogni giorno di Pfas per ogni metro quadrato, e nell’acqua 52 microgrammi per litro di C6O4. Dunque fa solo il gioco della Solvay -che persegue di procrastinare le produzioni secondo i propri profitti- il pretestuoso rinvio dell’ordinanza a dopo ulteriori studi epidemiologici per determinare un presunto nesso causa-effetto (Pfas causa di patologie), quando invece il nesso causale è acquisito scientificamente e internazionalmente. Va da sé che sempre maggiori studi saranno utili per individuare cure e per determinare l’entità dei risarcimenti.

Infatti l’associazione PFAS/patologie è dimostrata da una mole spaventosa di ricerche esistenti in letteratura scientifica; l’epidemiologia dimostra le associazioni, sui rapporti di causa indaga la tossicologia; i riferimenti di letteratura costituiscono la legge generale, i casi locali la confermano con significatività statistica: lavoratori e cittadini alessandrini esposti hanno una frequenza di patologie maggiore di coloro che non sono esposti a PFAS. Nella scienza una certezza assoluta non esiste ma è altrettanto vero che esiste una altissima probabilità del rapporto di causa fra l’esposizione e PFAS tale da escludere il falso positivo.

Ad oggi, la Regione Piemonte, in complicità con sindaco e azienda, rinvia anzi evita il monitoraggio del sangue a tutta la popolazione, il cui esito sarebbe sentenza capitale per Solvay. Queste storiche omissioni di atti di ufficio appaiono tanto più gravi alla luce del drammatico campionamento Pfas del sangue di lavoratori e cittadini che abbiamo nel 2022 commissionato all’Università di Liegi. L’estensione dello screening ematico fornirebbe dati utili ad individuare strategie efficaci di prevenzione e cura ma anche, in sede processuale, fornirebbe ulteriori dati per valutare in solido le responsabilità e i danni di Solvay nei confronti dei lavoratori e dei cittadini.

Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro

La storia delle lotte dal 1990 in Italia contro i Pfas è compresa nelle circa 500 pagine del Dossier “Pfas. Basta!” a cura di Lino Balza del “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”. E’ disponibile a chi ne fa richiesta.

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La vera storia di come i Pfas hanno -dolosamente- contaminato l’Italia. J’accuse: enormi responsabilità di Magistratura e Istituzioni. Oggi siamo ad un punto di svolta.

La storia delle lotte dal 1990 in Italia contro i Pfas è compresa nelle circa 500 pagine del Dossier “Pfas. Basta!”: a cura di Lino Balza del “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”. E’ disponibile a chi ne fa richiesta. Clicca qui la sintesi cronologica, in particolare comparata tra Solvay/Piemonte e Miteni/Veneto, che così conclude:

“L’assenza di una legge nazionale non giustifica né assolve le gravi responsabilità delle Autorità locali: non è un alibi.  Una legge come l’ex DDL Crucioli non pare praticabile a breve nell’attuale quadro politico. Denunciamo il vuoto:  la calamità mondiale dei Pfas (Forever Pollution Project denuncia oltre 17mila siti contaminati da Pfas in Europa) ha in Italia le sue punte di iceberg nei disastri ambientali e sanitari (stigmatizzati anche dall’ONU) del Veneto (made in Miteni di Trissino) e del Piemonte (Solvay di Spinetta Marengo), ma ormai non lascia indenne nessuna regione della penisola: Lombardia, Toscana, Lazio, Trentino eccetera, come abbiamo più volte documentato sul nostro Sito www.rete-ambientalista.it”.

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Free Leonard Peltier.

Tra pochi giorni, il 12 settembre 2023, Leonard Peltier compira’ 79 anni, la maggior parte dei quali passati in carcere, criminalmente ed assurdamente condannato per un delitto che non ha mai commesso. Leonard Peltier è l’illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell’intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente. La sua liberazione è stata richiesta da innumerevoli personalita’ benemerite dell’umanità, tra cui numerosi Premi Nobel, figure come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta; è stata richiesta da Amnesty International e dal Parlamento Europeo; è stata richiesta da milioni di esseri umani, innumerevoli associazioni ed istituzioni, tra cui una Commissione giuridica ad hoc dell’ONU. Scriviamo alla Casa Bianca – attraverso la pagina web www.whitehouse.gov/contact/ – per chiedere la liberazione di Leonard Peltier; un messaggio semplice e chiaro può essere il seguente: “Free Leonard Peltier”.

Ha riaperto la bocca ma non sull’uranio impoverito.

Non dimentichiamo la strage degli ordigni con “Uranio impoverito”: 340 soldati italiani morti e 4mila malati. Ricordiamola proprio mentre spopola il generale Roberto Vannacci che proietta il suo libro in testa alle classifiche di vendita. In questo libro egli nasconde di aver presentato alla Procura di Roma e alla Procura presso il Tribunale militare della Capitale un pesante esposto contro gli alti comandi militari: “I soldati in Iraq furono esposti a uranio impoverito. Dopo le mie denunce ci sono stati atteggiamenti prevaricatori e vessanti nei miei confronti”. Nel mirino rientrava Sergio Mattarella che, quando era ministro della Difesa tra il 2000 e il 2001, ridimensionava: “I rischi non sono provati, la terra in Kosovo non è inquinata, e poi sono armi ritenute legittime dalle leggi”. Dopo di che, la carriera del pluridecorato generale subisce una improvvisa svolta, “amoveatur ut promoveatur”: Addetto alla Difesa all’ambasciata italiana a Mosca e infine imbavagliato presso l’Istituto geografico militare di Firenze. Ora ha riaperto la bocca, ma non sull’uranio impoverito.

Santoro sfida sinistra e M5S: “Serve una lista pacifista”.

Il possibile logo della lista.

“Tra i cinquestelle e i rossoverdi non c’è consapevolezza della gravità di questa guerra, che sta distruggendo l’Europa, e delle conseguenze che sta già determinando in campo economico e sociale. Perciò è urgente dare rappresentanza al popolo della pace. Serve una lista pacifista alle Europee”. L’appello ultrapacifista è lanciato da Michele Santoro insieme a Luigi de Magistris, Raniero La Valle e Ginevra Bompiani. Clicca qui

Più servizi meno servitù a Genova.

In merito al trasloco dei depositi chimici dal quartiere genovese di Multedo al bacino portuale di Sampierdarena, contrastato dai cittadini, il procedimento di Valutazione di impatto ambientale (VIA) sarà di competenza del ministero dell’Ambiente e non della Regione Liguria. Nel piano definitivo di trasferimento dei depositi chimici a Ponte Somalia (tra la Calata Tripoli e la Calata Mogadiscio), documento che è stato presentato da Superba, rispetto alla bozza di progetto iniziale è calato il numero di serbatoi che dovrebbero essere costruiti in banchina: passano da 74 a 71 anche se nella sostanza il piano non cambia. L’attività dei nuovi depositi consentirebbe  di stoccare e movimentare prodotti liquidi chimici, con una previsione annua stimata in circa 300 mila – 400 mila tonnellate/anno. L’area individuata per ospitare Carmagnani e Superba «presenta una superficie totale pari a circa 77.251 metri quadrati, maggiore di quella che attualmente occupano i depositi esistenti in Multedo.

AIA ILVA: non facciamoci fregare.

Il 23 agosto 2023, per lo stabilimento siderurgico ILVA arriva a scadenza l’AIA, ossia l’Autorizzazione Integrata Ambientale. Concessa nel 2011 e riesaminata nel 2012 dopo l’intervento della magistratura, è stata poi prorogata più volte perché non riuscivano ad attuarla. E i sostenitori della “decarbonizzazione” adesso accetteranno altri 12 anni di carbone autorizzato dal ministro nella cokeria che lancia benzene sul quartiere Tamburi? Cosa vogliono fare Comune, Provincia e Regione. Clicca qui Peacelink.

Cingolani eterno secondo al Premio Attila.

Il quasi “Premio Attila” Roberto Cingolani è stato indagato dalla procura di Roma per abuso d’ufficio in quanto, quale ministro della Transizione ecologica nel governo Draghi, nel 2022 concesse l’autorizzazione Aia sullo stabilimento Solvay di Rosignano con cinque anni di anticipo rispetto alla scadenza naturale dell’autorizzazione precedente, pur consapevole degli irrisolti rischi ambientali e del mancato rispetto delle normative. All’epoca Cingolani era stato accusato anche di conflitto di interessi in quanto era stato in rapporti (non commerciali: senza finanziamenti fra le parti) con la multinazionale Solvay nella sua veste di responsabile della ricerca e innovazione della multinazionale (statale) Leonardo…  conflitto che già Beppe Grillo aveva escluso quando l’aveva voluto ministro.

Ma era omicidio volontario.

Dopo 5726 giorni, dopo tanto correre, scappare dalla giustizia ha varcato la soglia del carcere Harald Espenhahn, il manager tedesco condannato per omicidio colposo (derubricato da doloso, tale era) per la morte di sette operai dello stabilimento ThyssenKrupp di corso Regina Margherita, a Torino, durante un incendio scoppiato nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007. Una sentenza arrivata in via definitiva nel 2016 ma mai eseguita a causa dei continui ricorsi che l’imputato ha fatto alla giustizia tedesca per evitare il carcere. Clicca qui.

Gemellaggio Pfas tra Arkema e Solvay, tra Lione e Alessandria.

La fabbrica del colosso francese Arkema, che coabita con la belga Solvay nel polo chimico di Spinetta Marengo, è nell’occhio del ciclone a Lione perché dal 1957 in località Pierre-Bénite ha scaricato nel Rodano 3,5 tonnellate di PFAS all’anno.  Lo scandalo è stato scoperto dopo un’inchiesta giornalistica appena un anno fa. Pesci e pollami avvelenati in una quindicina di Comuni e soprattutto l’indagine dei media locali che ha rivelato livelli allarmanti di contaminazione nel sangue dei residenti, tra cui bambini, e denunciato la mancata azione dei politici. Gli abitanti della cosiddetta Chemical Valley hanno con associazioni e sindacati avviato contro Arkema azione legale per risarcimenti dei crimini ambientali, la prima in Francia.

Le analogie tra le due situazioni ecosanitarie e politiche sono impressionanti. Stesse responsabilità degli amministratori locali, uguale ricorso alle class action, assenza leggi nazionali di messa al bando dei Pfas.

Pfas antincendi nel sangue dei cittadini di Tokyo.

Coordinato da Koji Harada, professore associato di salute pubblica alla Kyoto University, un gruppo civico di Tokyo ha rilevato livelli pericolosi di Pfas nei campioni di sangue di abitanti dell’area occidentale della capitale giapponese, con il sospetto che la contaminazione delle risorse idriche sia riconducibile alla base aerea statunitense di Yokota, che utilizza liquidi schiumogeni antincendi.

Si devono sostituire i Pfas nei chip dei computer, sì ma come?

Le prospettive della domanda di semiconduttori sono solide: essenziali per la nostra economia moderna, dalle automobili agli smartphone, dai data center ai sistemi di intelligenza artificiale e di apprendimento automatico, fino ai sistemi di difesa; la corsa all’intelligenza artificiale in corso tra Google e Microsoft è un ulteriore motore di crescita. 

Pur in cima alla classifica delle performance industriali però, allo stesso tempo, le prospettive sono accompagnate da diversi rischi legati alla geopolitica e al potenziale aumento dei costi di produzione a causa dei divieti legati all’uso della sostanza chimica cancerogena PFAS, che è fondamentale per realizzare i microchips. Infatti ha messo in fibrillazione l’industria dei chips la decisione della 3M di dismettere i Pfas entro la fine del 2025, poiché i profitti non sono più sufficienti a giustificare i potenziali costi derivanti da controversie legali in futuro.

L’inevitabile futura messa al bando dei Pfas costituirà un grosso problema per i chip dei computer e quindi per la tecnologia in generale. Si troverà un surrogato per i PFAS, ma lo scenario è quello di una sostituzione a fronte di notevoli costi aggiuntivi.

Pfas nei campioni di sangue di 293 su 302 donne incinte e dei cordoni ombelicali dei loro bimbi.

Le analisi del sangue di 302 donne incinte e del cordone ombelicale dei loro bimbi appena nati hanno rilevato che il 97 percento dei campioni era contaminato dai Pfas.

A condurre la ricerca è stato un team statunitense guidato da scienziati del “Programma sulla salute riproduttiva e l’ambiente dell’Università della California di San Francisco”, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del “Laboratorio di Chimica Ambientale – Dipartimento di Controllo delle Sostanze Tossiche della California Environmental Protection Agency e dell’Università della California di Berkeley”, coordinati dalla professoressa Tracey J. Woodruff, docente presso il “Dipartimento di Ostetricia, Ginecologia e Scienze della Riproduzione dell’ateneo di San Francisco”.

Gli autori dello studio hanno sottolineato la preoccupazione che il Pfos è associato a problemi nello sviluppo dei bambini e nel sangue materno a un rischio superiore di diabete gestazionale, ipertensione correlata alla gravidanza e pre-eclampsia, una condizione potenzialmente fatale: “ È urgente fare di più per comprendere il ruolo che i Pfas hanno nelle condizioni materne e nelle disuguaglianze di salute. Siamo esposti a centinaia di sostanze chimiche e questa ricerca contribuisce a comprendere meglio l’impatto che stanno avendo sulla nostra salute. I Pfas sono stati trovati perfino in tutti i rotoli di carta igienica testati in un’altra indagine, probabilmente contaminati durante il processo di lavorazione della carta”. I dettagli del nuovo studio “Extending Nontargeted Discovery of Environmental Chemical Exposures during Pregnancy and Their Association with Pregnancy Complications—A Cross-Sectional Study” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Environmental Health Perspectives (EHP).

L’azione informativa nelle scuole del Gruppo educativo Zero Pfas.

Gentile direttore, seguiamo il vostro giornale ritenendolo ricco di informazioni. Ci piacerebbe che in esso trovasse posto anche quello che facciamo noi da attivisti del Movimento No Pfas del Veneto, precisamente come gruppo educativo Zero Pfas che è entrato nelle scuole con PFAS/Scuola in un percorso collettivo dal 2018: quattro province venete, 7.000 studenti incontrati di 32 scuole . Clicca qui

Alta esposizione ai Pfas dei Vigili del fuoco.

Dal 2020 un regolamento europeo ha vietato l’utilizzo di Pfoa nelle schiume anti-incendio, ma sarebbe utile verificare se le vecchie siano state sostituite con schiume prive di Pfas tutto il territorio nazionale. Sicuramente, invece, per i pompieri resta irrisolto l’alto rischio dei Pfas nei dispositivi di protezione individuale DPI: divise, tute, pantaloni, giacche, elmo, guanti: tutti completi antifiamma costruiti appunto con l’indispensabile protezione delle famigerate sostanze perfluoralchiliche.

Il prolungato tempo di indossamento delle tute antifiamma, unitamente al calore dovuto alle alte temperature degli incendi, aumenta l’assorbimento dei Pfas nel corpo umano, con relative malattie -come ampiamente dimostrato dalla letteratura scientifica internazionale- cardiovascolari e tiroidee, ipertensione e ipercolesterolemia, a tumori ai testicoli, il mesotelioma, il linfoma non Hodgkin e il cancro alla prostata. (Secondo alcuni studi statunitensi questi sono quattro degli otto principali tumori che colpiscono i vigili del fuoco con una percentuale maggiore rispetto alla popolazione normale).

Ebbene, in Italia non risultano analisi e studi epidemiologici, mentre negli Stati Uniti iniziano processi (sempre con l’avvocato Billot) contro le aziende produttrici dei DPI per i pompieri e l’amministrazione Biden stanzia milioni di dollari per gli screening oncologici dei vigili del fuoco;  mentre l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) ha riclassificato la lotta antincendio dei vigili del fuoco  come occupazione ad alto rischio per il cancro, così come una ricerca dell’University of Central Lancashire.

La nuova Diga Foranea del Porto di Genova: analisi critica.

Il ritornello che si ascolta su stampa e media è quello di un progetto gigantesco, sfidante, ingegneristicamente complesso e unico al mondo per diverse caratteristiche costruttive. Uno sfoggio dell’ingegneria progettistica italiana e delle ditte costruttrici italiane. Un’opera strategica per la crescita dei traffici marittimi e per lo sviluppo dell’Italia.

Ma è proprio così oppure no? Alcune voci dicono invece che si tratti di un’opera inutile ed anzi che sia dannosa. Mentre il punto di vista a favore del progetto è molto facile da trovare, vediamo quello contrario: (clicca qui). E sentiamo le argomentazioni critiche -molto meno facili da rinvenire, se non cercando con attenzione- che riportano le negatività di quest’opera: rischi di tsunami sulla costa per smottamenti nei profondi canyons subacquei vicinissimi, rischi di crollo della o di parte della diga che poggerà su fondali limoargillosi poco solidi, rischi di compromettere la circolazione profonda delle correnti mediterranee e gli ecosistemi marini). Tra le altre negatività: la rincorsa continua al gigantismo navale, spreco di massa, espansione di un insostenibile modello consumistico, inquinamento dell’aria e dell’acqua, servitù portuali per gli abitanti.  

Cessate il fuoco immediato.

PACE SUBITO: Manifestazione del 24 agosto 2023 a Marina di Massa. Cessate il fuoco immediato. Basta invio armi. Trattative e diplomazia. Clicca qui.

Promossa dall’Accademia Apuana della Pace con: ANPI provinciale, ARCI Massa Carrara, Ass. Casa Betania, Ass. Mondo Solidale, Azione Cattolica Diocesana, Cantiere per la Pace Lunigiana, CGIL – Camera del lavoro di Massa Carrara, Chiesa Metodista -Valdese, Legambiente Carrara, Massa- Montignoso, Librerie Solidali. Adesioni: Ass. Alberto Benetti, Ass. A.R.PA, Ass. Nuovi Paesaggi Urbani, Fridays For Future Massa, Libera Coord. provinciale, Medici per l’Ambiente -Isde, AGEA Scouts Massa, Associazione Senegalese Massa Carrara, Associazione Rahma – Musulmani Carrara, Le Ali dell’Aquila – ass. comunità albanese, Scout AGESCI gruppo Massa2 e MASCI comunità Massa2.

Ecologia politica: il salario minimo.

Piero Fassino piange miseria  ma sulla base del suo criterio di stipendio parlamentare, l’Italia era  al primo posto in Europa già nell’inchiesta del 2016 con i 10.435 lordi mensili di indennità di base ai suoi deputati. A questa base si aggiunge la “diaria”, il rimborso delle spese di soggiorno a Roma che è fissata in 3.503,11 euro se si partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell’arco della giornata. Poi c’è  “rimborso delle spese per l’esercizio del mandato”, 3.690 euro al mese, che può essere speso per stipendiare i collaboratori oppure trattenuto. C’è poi anche il rimborso per le spese di trasporto e di viaggio che ammonta a 1.107 o 1.331 euro al mese a seconda che la distanza da Roma. Oltre alla gratuità di tutti gli spostamenti in treno, aereo e autostrade. E poi, ciliegina sulla torta, un rimborso di 1.200 euro annui per le spese telefoniche, 100 euro al mese. Sommando il tutto viene fuori un compenso complessivo mensile, lordo, per i deputati pari a 19.059,11 o 18.835,11 euro.

Chi vuole può esercitarsi a calcolare il rapporto tra questo stipendio e il salario minimo di 9 euro all’ora lordi.

L’acqua radioattiva di Fukushima in mare tramite un tunnel sottomarino.

L’acqua radioattiva trattata dalla centrale nucleare distrutta dal devastante tsunami seguito allo spaventoso terremoto dell’11 marzo 2011 sarà scaricata in mare tra la fine di agosto e settembre attraverso un tunnel sottomarino. L’acqua immagazzinata è stata trattata attraverso un processo denominato Advanced Liquid Processing System (ALPS) per rimuovere quasi tutta la radioattività, a parte il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno difficile da separare dall’acqua. Circa 1,3 milioni di tonnellate di acqua immagazzinate in enormi serbatoi saranno diluite con acqua di mare, per limitare la concentrazione di trizio, e   gradualmente rilasciate a 1 km dalla costa attraverso un tunnel sottomarino.

Il governo giapponese negli ultimi anni ha lavorato a lungo in diplomazia su un piano di scarico per avere meno critiche possibili. Con il beneplacito di Usa e Corea del Sud, a luglio 2023 è arrivato l’ok dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). Il via libera è però criticato da Cina e Hong Kong che hanno minacciato di vietare le importazioni di pesce da 10 prefetture giapponesi.

Pacifisti o spie russe?

E’ veramente paradossale che verso un pacifista nonviolento di fama internazionale come Yurii Sheliazhenko venga applicato un articolo classificato fra i “reati contro la pace”. Quale? “Propaganda di guerra”. Articolo 436 del Codice Penale dell’Ucraina, il primo di una serie di articolo classificati fra i “reati contro la pace, la sicurezza dell’uomo e l’ordine giuridico internazionale”https://www.peacelink.it/conflitti/a/49605.html

Il governo di Kiev attraverso il suo sito SSU.GOV.UA ha fornito ufficialmente i dati della repressione e dei suoi successi contro le opposizioni alla giunta, dal 24 febbraio al marzo 2023:  87.100 arresti e procedimenti penale avviati dagli investigatori della SBU, 3.200 arrestati con l’accusa di essere collaboratori o simpatizzanti del nemico. Clicca qui Enrico Vigna/CIVG.

Ipocrisia climatica.

A Cesena, al convegno di Energia Popolare, la «non-corrente» (sic) bonacciniana del Partito Democratico, mentre con l’aria condizionata  i notabili di Bonaccini – tutti con curriculum ominosi: alfieri della cementificazione, difensori di un’economia ecocida, favorevoli ai rigassificatori e quant’altro – se la cantavano e se l’applaudivano, nel mondo si batteva ogni record di temperatura e aumentava la frequenza di fenomeni estremi e disastri, in particolare proprio in Emilia Romagna. A quei politici, Wu Ming (clicca qui) prefigura scenari che essi non osano o non sono in grado di immaginare o medierebbero al ribasso. Cioè:

 La costa adriatica va decementificata e depavimentata il più possibile, per ripristinare gli ecosistemi precedenti all’urbanizzazione – dune e foresta litoranea – e, in alcuni casi, alle bonifiche. I posti di lavoro – sovente lavoro precario, supersfruttato, sottopagato – nel turismo di massa sarebbero sostituiti da nuovi e meno frustranti impieghi, quelli generati da una grande riprogettazione ecologica del territorio e da un grande recupero, seguito da una cura perenne, degli ecosistemi. Tutto questo costituirebbe una barriera reale e sensata all’erosione costiera e alla catastrofe ambientale nell’entroterra. Non solo: potrebbe attrarre una nuova curiosità ecologica ed estetica.

È chiaro che simili suggestioni vanno contro l’interesse immediato di troppe lobby e potentati economici, contro abitudini diffuse e consolidate, contro la spinta inerziale dell’esistente. Per questo non verranno mai raccolte dall’attuale classe dirigente – locale, regionale, nazionale o europea che sia. Classe dirigente di cui sarebbe d’uopo, e urgente, sbarazzarsi.

Premio Attila 2018.

Il procuratore capo di Genova, Nicola Piacente, alla fine della manifestazione  del 14 agosto 2023 ha ammesso : “Bisogna essere chiari, le ipotesi più datate di omissione di atti d’ufficio e falso sicuramente andranno in prescrizione. Ci sono lungaggini di carattere procedurale che possono portare all’estinzione dei reati“. Tradotto vuol dire che almeno una parte dei  reati che hanno portato alla morte di 43 persone è destinata a non essere mai punita. I tempi richiesti da un’indagine iper-complessa (due incidenti probatori, quasi sessanta terabyte di materiale informatico raccolti) e da un processo con 58 imputati e oltre duecento parti civili sono troppo lunghi per sfuggire del tutto alla mannaia della prescrizione (anche senza che Nordio ci metta lo zampino col modello Cirielli-Orlando)Ma con o  senza prescrizione la famiglia Benetton non aveva  penalmente nulla da temere.

Il ripudio della guerra è un valore sacro e uno dei pilastri portanti della nostra Repubblica.

Sono passati due anni dalla morte di Gino Strada e si sente la mancanza della sua voce contro la guerra. Siamo stati sommersi dal coro del Partito Unico Bellicista. Clicca qui Pressenza Agenzia stampa internazionale per la pace, la nonviolenza, l’umanesimo e la nondiscriminazione con sedi a Atene, Barcellona, Berlino, Bordeaux, Bruxelles, Budapest, Buenos Aires, Firenze, Madrid, Manila, Mar del Plata, Milano, Monaco di Baviera, Lima, Londra, New York, Parigi, Porto, Quito, Roma, Santiago, Sao Paulo, Torino, Valencia e Vienna.

Nuovi picchi record di benzene a Taranto.

Il benzene è altamente cancerogeno. Il picco odierno elevatissimo è stato preceduto nei giorni scorsi da un intervento dell’Arpa Puglia all’interno dello stabilimento siderurgico ILVA. I controlli hanno potuto riscontrare criticità poi segnalate agli enti competenti. La notte del 31 luglio si è registrato un record assoluto per Taranto: 85 microgrammi a metro cubo come picco (media oraria). Clicca qui.

Mai Premio Attila fu più meritato.

Aggiorniamo per l’ennesima volta  il curriculum (clicca qui) di Fabrizio Palenzona, uno dei nostri più “prestigiosi” vincitori del Premio Attila come nemico dell’ambiente.  Si farebbe prima a elencare le poltrone che Palenzona non ha collezionato, perciò ricordiamo solo brevemente i precedenti della sua carriera (dal termine latino “carrus”, che significa veicolo a ruote, da distinguersi da “professione” che deriva dal termine latino “profiteri”):

Nato a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, il 1 settembre 1953, Palenzona, soprannominato il camionista di Tortona, figlioccio di Marcellino Gavio e da sempre vicino al Gruppo e alla famiglia, con cui i rapporti negli ultimi anni si sono un po’ raffreddati. Grazie a loro è stato banchiere, per diversi anni vicepresidente di Unicredit e consigliere di Mediobanca, poltrona lasciata nel 2012. E’ stato presidente dell’Aiscat e dell’Asecap, le associazioni italiana ed europea delle concessionarie di autostrade, e degli Aeroporti di Roma, oltre che di Conftrasporto. Il tutto grazie anche  alla politica che è stata centrale nella sua invidiata vita. Ha fatto parte dell’Acli, della Dc, apparteneva alla corrente di Carlo Donat-Cattin, suo maestro, poi ha aderito alla Margherita e a Renzi. Viene considerato di area centrosinistra, corrente camaleonte.  Dal 1985 al 1995 è stato sindaco di Tortona. Dal 1995 al 2004 presidente della provincia di Alessandria. Diverse le inchieste giudiziarie che l’hanno toccato con la famiglia in questi anni, ma non hanno mai scalfito le sue dimensioni.

La chiesa cattolica e la pace.

Presso il monastero  di Camaldoli  si è appena tenuto  il convegno in celebrazione dell’80esimo anniversario del “Codice di Camaldoli”, testo di assoluto rilievo elaborato da esponenti dell’associazionismo cattolico e che risultò essere una “base” per la futura Costituzione della Repubblica italiana.​ Nel monastero benedettino, infatti,  per una settimana si riunirono, nei giorni in cui il Gran Consiglio del Fascismo sfiduciava Mussolini e ancora infuriava la guerra,  una trentina di economisti, giuristi, sociologi, tutti tra i venti e i quarant’anni, provenienti dai movimenti legati all’Azione Cattolica e stimolati da monsignor Giovanni Battista Montini, su diretta indicazione di Pio XII (Moro, Fanfani, Andreotti, Dossetti, La Pira, Taviani, Vanoni, Saraceno).

Non sappiamo se le critiche alla chiesa di padre Alex Zanotelli  siano  state affrontate in questa celebrazione 2023, ci affidiamo dunque alla lettura (clicca qui) della prolusione al convegno del cardinale Matteo Zuppipresidente della Conferenza episcopale italiana, nonché  incaricato da papa Francesco di dirigere una missione “che contribuisca ad allentare le tensioni nel conflitto in Ucraina”, questione pace  appunto sollevata da Zanotelli.

Boicottare Unicredit, Intesa Sanpaolo e Deutsche Bank…

Padre Alex Zanotelli: il PNRR proiettato alla produzioni di armi che sottraggono i fondi da scuole sanità cultura istruzione, mai visto un governo italiano così prigioniero del complesso militare industriale, pericolosissimo il ministro della difesa Crovetto; dunque bisogna boicottare le banche armate: quelle che investono in armi con milioni di utili e tolgono i soldi alla scuola e alla sanità; ma per questa campagna di boicottaggio (con Pax Christi e le tre riviste Nigrizia, Missione Oggi, Mosaico di pace) è grave il silenzio delle comunità cristiane, anche loro indifferenti a quanto le guerre impattano sulla povertà e l’ecosistema, al punto che siamo sul crinale del baratro dell’esplosione nucleare.

Conclude Zanotelli:  è arrivato il tempo di gridare che è necessaria oggi la disobbedienza civile, anche a costo di essere incriminati come i portuali di Genova,  è necessario trovare il coraggio di correre il rischio di essere processati, ad esempio  una disobbedienza civile di tanti che lavorano in fabbriche d’armi che si rifiutino di continuare a fare il proprio lavoro, o contro le aziende (ENI) che lucrano sui fossili. Clicca qui l’intervista a padre Alex Zanotelli.

“Fermare subito la deriva del sistema nazionale di accoglienza”.

Il TAI (Tavolo Asilo e Immigrazione) esprime profonda preoccupazione per l’ennesima grave crisi del sistema d’accoglienza, e si pone in totale disaccordo con l’approccio emergenziale assunto dal governo Meloni che ancora una volta punta ad ostacolare il diritto d’asilo e il diritto ad una accoglienza dignitosa. A Buon Diritto ActionAid Amnesty International Italia ARCI ASGI Casa dei Diritti Sociali Centro Astalli CIES CIR CNCA Commissione Migranti/GPIC Missionari Comboniani Italia Europasilo Fondazione Migrantes Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose CGIL International Rescue Committee Italia Medici del Mondo Italia Medici Senza Frontiere Oxfam Italia Refugees Welcome Italia Società Italiana Medicina delle Migrazioni UIL. Clicca qui.

Covid, multe e prevenzione.

Oltre un milione di multe ai non vaccinati.

La sentenza pronunciata dal giudice di pace di Fano, Pericle Tajarini,  ha accolto l’opposizione di un over 50 a pagare 100 euro di multa e condanna l’agenzia delle Entrate a pagare le spese processuali. “I vaccini Covid – si legge nella sentenza – non sono idonei a impedire ai soggetti di essere contagiati e nemmeno di contagiare a propria volta, quindi non appaiono strumenti di prevenzione, rivelandosi percentualmente idonei in misura di fatto prossima allo zero”. Insomma, la copertura garantita dal siero magico è prossima allo zero.

“L’Occidente in Ucraina ha sabotato i negoziati”.

Il professore dell’Università di Chicago John Mearsheimer ha notoriamente messo in guardia nel 2014 rispetto alle provocazioni della NATO contro la Russia in Ucraina, avvertendo che la politica della NATO in Ucraina stava portando al disastro. In questa intervista John Mearsheimer: “L’Occidente in Ucraina ha sabotato i negoziati” risponde alle domande del giornalista freelance Aaron Maté sullo stato della guerra per procura in Ucraina e sui pericoli futuri. 

L’emancipazione di una regione in assetto di guerra.

Il Parlamento Europeo ha approvato il regolamento sull’ “ASAP Act in support of ammunition production”, ovvero l’atto per sostenere l’aumento della produzione di munizioni in Europa. Una norma che, oltre a finanziare con 500 milioni di euro – consentendo agli Stati di attingere anche ai fondi del PNRR – la produzione di armi e munizioni, prevede una serie di agevolazioni e deroghe alle autorizzazioni da concedere alle industrie belliche per accelerare la produzione di munizioni made in Europe. Questa è una norma da tempo di guerra che coinvolge sempre più l’Europa nel conflitto ucraino. In Sardegna non si è dovuta attendere quella norma per facilitare l’insediamento di industrie che producono ordigni bellici. È bastata una politica industriale devastante sotto l’aspetto ambientale, sanitario, sociale e ovviamente economico, per trasformare il florido territorio del Sulcis-Iglesiente in una delle province più povere d’Europa e per creare il terreno fertile per accogliere qualsiasi attività, anche le più nocive e quelle più improponibili dal punto di vista etico. Clicca qui.

Il vantaggio non solo di uccidere gli animali ma fi farli anche soffrire a lungo.

L’abilità di scagliare frecce alla Robin Hood nelle placide valli della Liguria sarà esercitabile secondo un emendamento al calendario venatorio  che da una parte estende la durata della stagione e dall’altra permette di cacciare i cinghiali  tutto l’anno, e di farlo anche con “arco e frecce”.

La proposta, che si allinea al Piano nazionale per il contenimento della fauna selvatica, è del consigliere regionale della Lega Alessio Piana e prevede inoltre l’estensione della stagione venatoria per caprioli e daini e l’introduzione del cervo e del muflone tra le specie catturabili. L’esercizio di crudeltà di Piana conta sul fatto che l’animale colpito dalla freccia non muore sul colpo, ma attraverso una lenta e dolorosa agonia per dissanguamento. Questo sadico vantaggio  compenserebbe il rischio per gli umani di essere infilzati da arcieri dilettanti e da cinghiali feriti furiosi.

Come bloccare l’invio delle armi in Ucraina.

Fornire armi assassine dove è in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall’articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana: “L’Italia ripudia la guerra”. Pertanto, il  governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra è ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedeltà, ed è quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all’invio di armi assassine, o l’invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale. E’ quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all’invio di armi assassine dove una guerra è in corso. E’possibile contrastare questo crimine? Ecco come è possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra – che quelle armi assassine alimentano – uccide: clicca qui il  “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera”.

Contro la pena di morte.

E’ uscito il nuovo Foglio di Collegamento interno del Comitato Paul Rougeau contro la pena di morte , di cui il sommario: Come programmato, Jemaine Cannon è stato ucciso in Oklahoma — L’esecuzione in Alabama di James Barber — Aspettiamo da vent’anni che sia fatta giustizia per Guantánamo  — Iran: triste bilancio di morti nel primo semestre del 2023  — La storia dell’ultimo uomo impiccato in Scozia. Clicca qui.

Anche questo numero è dedicato in gran parte agli Stati Uniti, paese avanzato che ancora, direttamente o indirettamente, si rende responsabile di gravi violazioni dei diritti umani. Ma c’è un articolo sull’Iran in cui il regime dell’Ayatollah Ali Khamenei usa intensamente la pena di morte. Gli articoli comparsi nei numeri precedenti si trovano nel sito www.comitatopaulrougeau.org articoli scritti da organizzazioni abolizioniste in tutto il mondo, nonché appelli che potete firmare e diffondere.

Il sindaco embedded.

Comunicato stampa

La Procura sequestra tre discariche Solvay, ma neppure questo convincerà il sindaco a emettere ordinanza di chiusura.

I Carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) sono tornati all’interno del polo chimico della Solvay di Spinetta Marengo dopo il blitz del 12 febbraio 2021 quando sequestrarono le cartelle cliniche degli operai con livelli stratosferici di Pfas nel sangue: la cui occultata presenza Lino Balza aveva rivelato nel 2009 con esposto corredato con tanto di copie fotostatiche delle analisi.

Su provvedimento chiesto dalla Procura di Alessandria e disposto dal Gip, il 9 agosto 2023 i Noe hanno eseguito il sequestro preventivo di tre discariche dei gessi. A proposito, clicca qui articolo gennaio 2016 di cui la nostra foto.

Montagne di rifiuti alte come ciminiere.

Le enormi vasche sequestrate, scoperte e spazzate dal vento, erano state riutilizzate nonostante non dovessero più essere operative. Il provvedimento rientrerà nell’inchiesta che, nel lontano scorso dicembre, la Procura ha chiuso contestando a due dirigenti Solvay, Stefano Bigini, 62 anni (dal 2008 e fino al dicembre 2018 direttore di stabilimento), e Andrea Diotto, 47 anni (dal 1° gennaio 2013 direttore dell’Unità di produzione fluidi e dal 1° settembre 2018 direttore di stabilimento), non un reato di dolo bensì “un’ipotesi di disastro ambientale colposo; imputando, inoltre, all’azienda la responsabilità amministrativa (ex articolo 25 del 18 giugno 2001 con riferimento al reato di disastro ambientale colposo), commessa a vantaggio e nell’interesse  per il risparmio dei costi di bonifica e la maggiore efficacia della produzione industriale”.

A parere di chi scrive, tratterebbesi di dolo imputabile al management belga di Solvay, in quanto esso ha omesso, in violazione della sentenza di Cassazione 2019, di “provvedere al più efficace risanamento della pregressa contaminazione del sito sottoposto a bonifica giudiziaria e al più sicuro contenimento del rilascio dei contaminanti sia nella falda sotto lo stabilimento che a valle”. Esso, tramite i due direttori, ha continuato infatti  a inquinare -dalle tubature interne e con scarichi in Bormida e atmosfera- soprattutto di Pfas (compreso C6O4) il terreno e le acque di falda anche oltre il Comune di Alessandria, come appurato dai monitoraggi Arpa.

Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro.

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Profuma il mondo, crea il benessere della gente.

Profuma il mondo, crea il benessere della gente.

Per la Paglieri l’immagine è tutto. Una scelta fu coprire i seni della modella nella pubblicità, privandoci anche della gigantografia nel transitare davanti allo stabilimento. Una scelta fu quando nel 2009 iniziò il processo contro Solvay di Spinetta Marengo perché le falde erano inquinate di cromo esavalente eccetera, e Paglieri di Spinetta Marengo non si costituì parte civile per chiedere i danni, valutando il danno d’immagine ai propri profumi.

Non si costituirà neppure nel prossimo processo, avendo garanzie per i suoi prelievi idrici dall’AMAG. Perciò senza nessun imbarazzo fa gli onori di casa -descrive il settimanale pubblicitario Il Piccolo- ad Andrea Diotto nelle vesti di neo imputato Solvay per vecchia omissione di bonifica, nonché di presidente del Rotary Club di Alessandria, carica che spetta ai direttori dello stabilimento chimico che tanto benessere regala al territorio.  E’ il connubio riassunto nel motivo-guida aziendale “Scent the world, create people’s wellbeing”, ritradotto: Paglieri profuma il mondo e Solvay crea il benessere della gente. 

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Sullo sfondo, il fantasma di Umberto Eco che commenta: “Ma vai…”

L’ 8 agosto è la “Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo” istituita nel 2001 in memoria della tragedia che proprio in questo giorno, nel 1956, registrò la terribile tragedia nella miniera di carbone del “Bois du Cazier” a Marcinelle in Belgio, dove un incendio causò la morte di 262 minatori di cui 136 italiani.  Ebbene, che fa il sindaco di Alessandria? Prende lo spunto per ricordare i morti di casa sua?  Invece si produce in una esibizione di ipocrisia. Clicca qui.

Morti sul lavoro la strage non si arresta.

L’Osservatorio Nazionale di Bologna  Caduti sul Lavoro è stato aperto da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. Da 16 anni i morti sui luoghi di lavoro sono tutti registrati in apposite tabelle Excel con l’indicazione di data del decesso, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. Clicca qui il report dei primi sette mesi del 2023.

 

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Iniziativa del CIVG e del Movimento di Lotta per la salute “G. Maccacaro” sui PFAS

Presso il circolo Valpiana di Torino ha avuto luogo una riuscita iniziativa di informazione sui PFAS, organizzata in maniera congiunta dal “ CIVG Centro di Iniziative per la Verità e la Giustizia” e dal “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”.

Clicca qui programma e video.

Anche noi abbiamo un dissidente.

Alexey Navalny è stato condannato a 19 anni di reclusione per estremismo di matrice politica. L’accusa ne aveva chiesti 20. Navalny è considerato il principale oppositore politico di Putin. Nel mirino del Cremlino da tempo con la sua Fondazione anticorruzione, il dissidente russo è già in carcere da 2 anni e mezzo, da quando, nel gennaio 2021, fu arrestato dopo il rientro da Berlino dove era stato curato per un sospetto avvelenamento.

La Gran Bretagna detiene Julian Assange  dall’ 11 aprile 2019 nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, noto come la “Guantanamo britannica”, dopo avere “assediato” militarmente l’Ambasciata ecuadoriana in cui si era prima rifugiato. E’ in corso già dal 2019 in Inghilterra il procedimento per l’estradizione negli USA del  giornalista fondatore di Wikileaks, nato in Australia. Egli è accusato di 18 reati contestatigli in larghissima parte in base alle disposizioni dell’Espionage Act del 1917 che punisce, in particolare, le interferenze con le relazioni internazionali e commerciali degli Stati Uniti e le attività di spionaggio: in caso di condanna Assange rischia una pena fino a 175 anni di reclusione.

No al coinvolgimento dell’Italia in Niger.

In Niger, la Francia ipotizza un sostegno esterno occidentale a un eventuale intervento militare di Ecowas (Comunità economica degli stati dell’Africa Occidentale) Il ministro degli esteri Taiani ha escluso la nostra partecipazione ma nel governo ci sono spinte diverse. Dobbiamo ribadire a gran voce la più netta contrarietà ad un coinvolgimento dell’Italia sotto egida Nato o in qualsiasi altra forma. Si tratterebbe infatti di una ingerenza internazionale a sostegno degli interessi coloniali della Francia: cioè sfruttamento delle ricche risorse naturali, innanzitutto dell’uranio (alimenta per il 60% le centrali nucleari francese). In risposta al minacciato intervento di Ecowas, altri stati africani si sono detti pronti a intervenire in difesa della giunta militare responsabile del colpo di stato (CNSP). Dunque sarebbe guerra estesa, regionale, in difesa degli interessi occidentali ancora una volta sulla pelle delle popolazioni dell’Africa.

Clicca qui Enrico Vigna (CIVG): “Mentre Francia, UE, USA e l’ECOWAS, sostenuto dall’Occidente, minacciano l’intervento militare se il presidente deposto Bazoum non sarà reintegrato, ogni giorno migliaia di cittadini scendono in piazza organizzati dal Movimento M62, che da anni si batte contro la presenza francese e per una reale indipendenza del paese”…