Restituire il diritto alla salute.

Tre anni dopo l’apparizione del Covid (e relativi oltre 4,3 miliardi per vaccini Big Pharma) restano ancora 178mila interventi chirurgici da recuperare, oltre a quasi un milione di screening oncologici e a 5 milioni di visite mediche da calendarizzare. All’emergenza si arrivò impreparati.  Quando si sottrae denaro al Servizio Sanitario pubblico e lo si sperpera regalandolo ai privati, non restano i soldi per pagare personale, esami e interventi, oltre naturalmente le cure.

E’ il dramma che sta rivivendo la sanità pubblica: mancano 29mila figure professionali, di cui 4.311 medici, non c’è una Regione che si salvi.  Nei Pronto soccorso della Sicilia mancano 372 medici (il 60% di quelli previsti dalle piante organiche), nel Lazio 375, circa il 40%, così come in Emilia-Romagna. In Piemonte ce ne dovrebbero essere 297 in più, in Calabria 90, in Friuli-Venezia Giulia 62, in Campania 420, in Puglia 200, in Veneto 232. Poi c’è la questione dell’ondata di privatizzazioni del servizio, con l’appalto a cooperative esterne. Ondata che è arrivata in Piemonte – dove le cooperative sono presenti in 17 ospedali –, nel Lazio, in Friuli-Venezia Giulia. E poi ancora Liguria, Emilia-Romagna, Veneto, Marche, Lombardia, Regione quest’ultima dove mancano tra i 450 e i 550 medici.

La sanità è solo formalmente gratuita per tutti, invece sempre più i cittadini, quelli che possono permetterselo, ricorrono alla sanità privata causa le interminabili liste di attesa: in media 1.700 euro a famiglia/anno. Il 5,2% dei nuclei familiari versa in disagio economico per le spese sanitarie; 378.627 nuclei (l’1,5%) si impoveriscono per le spese sanitarie e 610.048 (il 2,3%) sostengono spese sanitarie cosiddette “catastrofiche”. Il finanziamento per il Servizio Sanitario Nazionale previsto dalla nuova Legge di Bilancio nel 2023 non tiene nemmeno il passo dell’inflazione.

Gli accordi del governo che uccidono nel deserto.

Le foto di adulti e bambini morti di sete, di stenti e di caldo nel deserto tra Tunisia e Libia inquietano il sonno e la coscienza. Non possiamo restare indifferenti di fronte alla deportazione di migranti operata dalle forze armate tunisine in quel deserto e in quell’altro alle porte d’Algeria. Pensavano di lasciarli morire fuori dallo sguardo indiscreto del mondo lasciandoli senz’acqua e senza un tozzo di pane e invece oggi abbiamo consapevolezza che i denari di Europa e d’Italia sempre di più verranno impiegati per operazioni di questo tipo. Abbiamo appaltato le esecuzioni capitali verso chi si è macchiato dei reati di povertà o di guerra subìta o di minacce ai propri diritti. È impensabile che noi si resti inerti di fronte a governi che si comportano come chi arma la mano di un sicario. Non saprei con quali altre metafore descrivere questo orrore di morti anonime che oggi Nello Scavo dalle pagine di Avvenire riesce a strappare in qualche modo alla connivenza del silenzio colpevole e dell’anonimato acquietante. Davanti al deserto africano non ci sia anche il deserto della nostra umanità. Facciamo qualcosa. (Tonio Dell’Olio) Clicca qui

Friedrich Engels: La natura si vendica di ogni nostra vittoria.

Prosegue il dibattito avviatosi nel corso della recente conferenza (clicca qui il video) organizzata a Torino da CIVG Centro Iniziative Verità Giustizia e Movimento di lotta per la salute Maccacaro. L’intervento del professor Maurizio Pallante è stato il clou della presentazione della “Class action contro Solvay” produttrice unica in Italia dei PFAS, le sostanze perfluoroalchiliche tossiche e cancerogene.

L’equiparazione di Pallante del concetto di sviluppo-crescita nei due modelli di economia – capitalista e socialista – aveva suscitato un avvio di dibattito, idealmente proseguito poi da Peter Boyle riprendendo il marxista giapponese Kohei Saito, nonché Fabio Ciabatti. Vedi: 

Pfas, Pallante, decrescita felice e socialismo.

Il comunismo della decrescita.

Ora, ospitiamo al riguardo Renato Ramello che con Doriella Cavazzini cura una Newslettera dalla Valsusa apprezzata in tutta la penisola. Clicca qui.

10 anni e otto mesi di carcere, 154 frustate.

Appello di Amnesty International

“PER LA LIBERAZIONE DI NARGES MOHAMMADI, ATTIVISTA PER I DIRITTI UMANI DELL’IRAN”  al Capo della magistratura:

Narges Mohammadi,  sostenitrice della campagna contro la pena di morte e vicepresidente del centro per i difensori dei diritti umani in Iran ,è stata condannata ad un totale di 10 anni e otto mesi di carcere, 154 frustate e altre sanzioni in due casi separati derivanti esclusivamente dal suo lavoro per i diritti umani; e alla fine di aprile 2022, le autorità inquirenti hanno aperto un nuovo caso. La detenzione di Narges Mohammadi è ripresa il 21 aprile 2022, quando gli agenti del Ministero dell’intelligence l’hanno arrestata mentre era uscita dal carcere per congedo medico, iniziato il 22 febbraio 2022, e l’hanno mandata a Gharchak per continuare a scontare la pena. Lì, le autorità carcerarie la tengono in condizioni crudeli e disumane…..

Vi invito a rilasciare immediatamente e incondizionatamente Narges Mohammadi poiché è prigioniera di coscienza detenuta esclusivamente per le sue attività pacifiche in materia di diritti umani, ad annullare le sue ingiuste condanne e ritirare qualsiasi procedimento penale contro di lei in relazione al pacifico esercizio dei suoi diritti umani. In attesa del suo rilascio, le devono essere fornite cure sanitarie adeguate non disponibili in carcere e tutte le medicine di cui ha bisogno.

Deve anche essere protetta da ulteriori torture e maltrattamenti.

Deve essere condotta un’indagine tempestiva, indipendente, efficace e imparziale sulle accuse di tortura e altri maltrattamenti, al fine di assicurare i responsabili alla giustizia in processi equi….”

FIRMA ORA!

https://www.amnesty.it/appelli/iran-nuova-condanna-per-narges-mohammadi/

Ritorna il Festival Alta Felicità.

Che anche quest’anno avrà come cornice le splendide montagne della Val di Susa!

Tre giorni di musica, cultura e relax a Venaus, paese simbolo della Valle che Resiste. Tra gli eventi: domenica 30“TORINO-LIONE: UN BUCO NELL’ACQUA?”, lunedì 31 “ANTIABILISMO: CONOSCERE L’ABILISMO PER ABBATTERLO”. Infine sulla newslettera dalla Valsusa (clicca qui):  DA VENERDÌ 4 A DOMENICA 6 AGOSTO CAMPEGGIO ITINERANTE CLAVIERE (ITA)- BRIANCON (FR) TRE GIORNI IN CAMMINO VERSO UN MONDO SENZA FRONTIERE NÉ AUTORITARISMI Tre giorni di incontri e discussioni.

Giornalisti, parlate delle cause del cambiamento climatico, e delle sue soluzioni.

Il monito, in realtà  rivolto al Governo, è  firmato da 100 scienziati e studiosi italiani, fra i quali il Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, Antonello Pasini, Nicola Armaroli, Stefano Caserini, Enrico Giovannini, Luca Mercalli, Telmo Pievani. Infatti “Omettere queste informazioni condanna le persone al senso di impotenza, proprio nel momento storico in cui è ancora possibile costruire un futuro migliore”, insomma alimenta la rassegnazione e la negazione della realtà, cioè fa il gioco dell’inazione del Governo. Clicca qui.

I dati epidemiologici devono essere resi pubblici.

Chiunque risieda nei pressi di un impianto di incenerimento di rifiuti ha il diritto ad accedere ai dati relativi alla mortalità e la frequenza di malattie. A stabilirlo una storica sentenza del TAR del Piemonte, passata decisamente in sordina, la quale ha riconosciuto tali dati epidemiologici come “informazioni ambientali” a cui la Pubblica amministrazione deve consentire l’accesso. Clicca qui.

Giornalisti, è inaccettabile il vostro silenzio sull’Africa.

Indirizzato il mirino sull’Ucraina, i mass-media sono nelle mani dei potenti gruppi economico-finanziari, ben integrati nel mercato militarindustriale globale, con ben poche possibilità di scrivere quello che veramente sta accadendo in Africa, insomma asserviti e complici. 

Padre  Alex Zanotelli rivolge comunque un appello ai giornalisti: “Non vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli africani stanno vivendo”. Zanotelli non si si fa molte illusioni sull’appello “ma è la crescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo. Per questo, come missionario e giornalista, uso la penna per far sentire il loro grido, un grido che trova sempre meno spazio nei mass-media”.

Anzi, colpisce allo stomaco i giornalisti: è inaccettabile il vostro silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame, sui cambiamenti climatici in Africa che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile, sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi, sui governi  che tentano di bloccare i migranti provenienti dal continente nero,  sui  nostri politici che urlano «Aiutiamoli a casa loro» dopo che per secoli li abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, sull’essere noi occidentali i nuovi nazisti. Clicca qui.

Ma i giornalisti hanno uno stomaco robusto.

L’amianto è sempre colpevole.

L’amianto è comunque colpevole anche se il lavoratore morto per cancro al polmone era un fumatore. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione. L’operaio, elettromeccanico e manutentore di mezzi rotabili, dal 1988 aveva lavorato alle officine di Roma Centocelle di Cotral S.p.A., società di trasporto pubblico del Lazio, smontando apparecchiature e componenti elettrici contenenti amianto. Era il 1992 quando iniziarono a comparire i primi sintomi del tumore polmonare che ne causerà il decesso nel 1994 a 37 anniI familiari si sono rivolti all’Osservatorio Nazionale Amianto e al suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, per ottenere giustizia. L’Osservatorio Nazionale Amianto tutela da anni le vittime di questo pericoloso cancerogeno. Queste possono richiedere assistenza tramite lo sportello amianto on line https://onanotiziarioamianto.it/sportello-amianto-ona-nei-territori/ o chiamando il numero verde gratuito 800 034 294.

“Non arrendetevi mai, lottate sempre”.

Si sono tenuti i funerali di Celeste Fortunato, attivista ambientale e mamma. Si è battuta per proteggere i bambini da gravi malattie nel quartiere Tamburi di Taranto. E’ morta ieri stroncata dalla leucemia. Queste le sue ultime parole scritte per noi e lette al termine della messa.

Non arrendetevi mai, lottate sempre. Battetevi per ciò che è giusto, anche quando tutto sembra perduto. Amatevi. L’amore è la cosa più importante, irrinunciabile, fondamentale, alla base della mia vita. Se avrete amato, avrete vissuto, vissuto davvero. E nulla vi farà paura. Vi voglio bene. Proteggete mio figlio, la cosa più bella che ho fatto nella mia vita. State accanto al mio amore Enzo. Alla mia mamma, al mio caro papà, alla mia straordinaria sorella, il mio mondo. Grazie per tutto ciò che di bello mi avete donato, facendomi felice.

Celeste

Per approfondimenti clicca qui e qui.

Il comunismo della decrescita.

Riallacciandosi al servizio sul nostro Sito, Pfas, Pallante, decrescita felice e socialismo., potrebbe inserirsi nel dibattito il saggio di Fabio Ciabatti (clicca qui) sulla scia delle teorie di Kohei Saito, marxista giapponese che, nel suo  Marx in the Anthropocene: Towards the Idea of Degrowth Communism, argomenta il “comunismo della decrescita” presente nello sviluppo teorico di Karl Marx.

E’ questa una tesi senz’altro originale e radicale che si contrappone ai movimenti “verdi” che spesso si sono cullati nell’illusione di uno sviluppo sostenibile compatibile con il capitalismo, oppure, come sembrerebbe nella versione della “Decrescita felice” di Maurizio Pallante, hanno pensato l’ambientalismo come una sorta di terza via tra capitalismo e comunismo.

Secondo Saito, il superamento delle precedenti concezioni produttivistiche fu indotto in Marx dai vasti studi di geologia, chimica, mineralogia, botanica, e occupandosi di problemi come l’eccessiva deforestazione, il trattamento crudele del bestiame, lo sperpero delle fonti di energia fossili e l’estinzione delle specie, con un occhio attento all’agricoltura non capitalistica e ai sistemi di proprietà fondiaria. La natura presenta a qualunque società umana dei limiti che non possono mai essere oltrepassati, pena la catastrofe ecologica. Marx dunque pone la possibilità di un ricambio organico tra umani e natura che sia al contempo egualitario e ecologicamente sostenibile, che non richieda uno sviluppo indefinito delle forze produttive. Un’economia circolare. Un comunismo connotato dalla decrescita?

La domanda resta aperta. Fabio Ciabatti, come marxista, conclude: “Queste discussioni possono apparire il frutto di una oziosa acribia filologica, ma occorre notare come la posta in gioco sia politicamente significativa. Finché l’ambientalismo sarà sinonimo di una limitazione generalizzata dei consumi in nome della sostenibilità ecologica difficilmente potrà diventare una prassi generalizzata delle classi subalterne in un mondo caratterizzato da una enorme sperequazione nella distribuzione della ricchezza. Per vincere la battaglia nel territorio conteso dell’immaginario collettivo occorre mettere in campo una concezione completamente diversa di benessere sociale che, basandosi sull’idea di ricchezza comune, sappia coniugare equità sociale e rispetto dei limiti naturali”.

Pfas, Pallante, decrescita felice e socialismo.

Nel corso della recente conferenza (clicca qui il video)  organizzata a Torino da CIVG Centro Iniziative Verità Giustizia e Movimento di lotta per la salute Maccacaro, l’intervento del professor Maurizio Pallante  è stato il clou della presentazione della Class action contro Solvay: produttrice unica in Italia dei PFAS, le sostanze perfluoroalchiliche tossiche e cancerogene, emblematiche e cardine (si trovano ovunque, in padelle, contenitori alimentari, acqua di rubinetto,  tessuti impermeabili eccetera) di questo modello di sviluppo pur determinando a livello planetario  un disastro ecologico e sanitario epocale.

Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la Decrescita Felice, nel suo intervento aveva rimarcato la necessità di un nuovo modello di economia -“la conversione economica dell’ecologia”- che abolisca il concetto di sviluppo, che è incompatibile con la vita del pianeta, in quanto sia il capitalismo che il socialismo si sono posti la crescita della produzione delle merci come obiettivo dei loro modelli di economia, con vittoria dell’economia di mercato sull’economia pianificata, del capitalismo sul socialismo.

L’equiparazione dei due modelli aveva suscitato nella conferenza un avvio di dibattito, che idealmente viene qui riproposto (clicca qui) da Peter Boyle, il quale, riprendendo il marxista giapponese Kohei Saito, se da un lato sprona la sinistra a  prendere sul serio l’idea della decrescita, dall’altro afferma che  l’ecologia non era una considerazione secondaria per Karl  Marx, ma al centro della sua analisi del capitalismo, della sua critica alla ricerca cronica della illimitata  crescita economica da parte del capitalismo. Insomma, Marx avrebbe capito che il comunismo avrebbe portato sia abbondanza che decrescita: ristrutturando radicalmente l’economia per dare priorità ai bisogni sociali e alla sostenibilità ecologica, sarebbe possibile migliorare la vita della maggioranza anche riducendo la produzione. Questa visione di una società post-capitalista è comune a Maurizio Pallante?

Intervenire sulle fonti terrestri di rifiuti marini.

Le fonti terrestri rappresentano l’80% dei rifiuti marini in Europa e circa l’85% di essi è di plastica, secondo il rapporto dell’EEA ‘Dalla fonte al mare – L’indicibile storia dei rifiuti marini’. Gli imballaggi e i piccoli oggetti di plastica costituiscono quasi l’80% di questi rifiuti di plastica. Occorre affrontare le cause alla radice: alla fonte per evitare che i rifiuti inquinano i fiumi terrestri e si dirigono verso le nostre coste e mari. Clicca qui.

Fermate i 52 giganteschi “aerogeneratori” in Montefeltro.

Sono ormai 9 i progetti di impianti eolici di taglia industriale presentati a catena, nell’arco di pochi mesi.  L’istanza al Ministero dell’Ambiente e alla Regione Toscana, per impedire l’assalto scriteriato di pale eoliche in alta Valmarecchia e Valtiberina, è stato presentato da  Italia Nostra sezioni Firenze e Valmarecchia, WWF sezioni di Rimini e Forlì-Cesena, Mountain Wilderness Italia, Club Alpino Regione Toscana, Associazione I Cammini di Francesco in Toscana, Gruppo di Intervento Giuridico, Associazione Culturale D’la dè Foss (Al di là del Fosso), Associazione Altura ed i Gruppi Crinali Bene Comune in Valmarecchia e Appennino Sostenibile in Toscana. Clicca qui

Tortura e maltrattamenti nelle frontiere europee.

Sostieni anche tu questa richiesta della cittadinanza alle istituzioni europee. Entro il 10 luglio 2024, riuscendo a raccogliere 1.000.000 di firme (53.580 per l’Italia), si può chiedere l’adozione di strumenti normativi adeguati affinché sia applicato in via effettiva l’art. 4 della Carta dei diritti fondamentali della UE e sia bandito l’uso della violenza, della tortura e di trattamenti inumani e degradanti nel controllo delle frontiere dello spazio UE e all’interno dei paesi terzi con i quali le Istituzioni europee o uno o più stati membri hanno stretto accordi volti a contenere l’ingresso in Europa di migranti o richiedenti asilo, nonché all’interno degli stessi stati membri nella gestione dell’accoglienza, prevedendo sanzioni in caso di inottemperanza agli obblighi stabiliti.
Link per firmare: https://eci.ec.europa.eu/032/public/#/screen/home

Campeggi di lotta in agosto.

Clicca qui i programmi di

OSTUNI CLIMATE CAMP Camping Cala dei Ginepri

RÉSISTANTES INCONTRI DI LOTTE LOCALI E GLOBALI sull’altopiano del Larzac in Francia

CAMPEGGIO ITINERANTE CLAVIERE (ITA)- BRIANCON (FR)

CAMPEGGIO NOMUOS 2023 in Contra Ulmo, al terreno NoMuos, Niscemi

CORTEO E CAMPEGGIO NO PONTE piazza Cairoli Messina.

L’aria condizionata è una delle cause del cambiamento climatico.

Le attuali tecnologie utilizzate per il raffrescamento degli ambienti usano combustibili fossili e sono in grado di ridurre le temperature interne ma rilasciano calore, aumentando quindi quelle esterne, tanto che ad esempio studi dell’Istituto Nazionale per la Salute Pubblica e l’Ambiente dei Paesi Bassi parlano di produzione di gas serra con un effetto di circa 4.000 volte superiore all’anidride carbonica e un conseguente aumento del 25 per cento delle temperature stimato per la prima metà di questo secolo; o ancora che uno studio dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, recentemente pubblicato su Scientific Reports, afferma che l’uso dei condizionatori per far fronte all’aumento delle temperature da qui al 2050 rischia di generare un aumento di emissioni nell’ordine di 10 milioni di tonnellate di anidride carbonica in Europa e ben 120 milioni in India.

Limiti di esposizione alle radiazioni dei telefoni cellulari.

Clicca qui International Journal of Environmental Research and Public Health.  Dopo la pubblicazione della bozza di decreto legge che prevede di innalzare i limiti di legge da 6 a 27 o 30 V/m,  le associazioni A.P.P.L.E.- elettrosmog (Associazione Per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog), ISDE- Medici per l’Ambiente, A.I.E(Associazione Italiana Elettrosensibili) e A.M.I.C.A. (Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e Ambientale), assieme ad altri numerosi gruppi e comitati, hanno inviato al governo, ai parlamentari e consiglieri regionali una lettera appello https://www.applelettrosmog.it/  per chiedere di non innalzare gli attuali valori.

Non ho patria.

Un gruppo di preti della Toscana, ex-cappellani militari, al termine di un loro incontro emisero un comunicato, dove esprimevano “riverente e fraterno omaggio a tutti i caduti d’Italia” e allo stesso tempo il loro pensiero andava a tutti i soldati “di tutti i fronti e di tutte le divise, che morendo si sono sacrificati per il sacro ideale della Patria”. Il comunicato si chiudeva con un riferimento molto duro a tutte quelle persone, che si trovavano in carcere a motivo della loro obiezione di coscienza: «Considerano un insulto alla Patria ed ai suoi caduti la cosiddetta “obiezione di coscienza” che, estranea al comandamento cristiano dell’amore, è espressione di viltà».

Clicca qui il testo della “Lettera ai cappellani militari toscani che hanno sottoscritto il comunicato dell’11 febbraio 1965″ pubblicata da don Lorenzo Milani.  Quella lettera costò a Milani due processi per apologia di reato. La lettera, insieme all’autodifesa al processo, costituisce uno dei grandi testi a sostegno dell’obiezione di coscienza contro ogni guerra, contro ogni esercito, contro ogni uccisione.

Superando torna dopo Ferragosto.

La redazione di «Superando.it» si prende alcune settimane di pausa. Riprenderà le pubblicazioni con regolarità dal 17 agosto, ma nel frattempo, naturalmente, lascia a disposizione dei Lettori e delle Lettrici  ampi archivi, sempre divisi per settore (Diritti – Autonomia – Salute – Lavoro – Studio – Sport e Turismo – Società) (continua…)

Via libera di Toti a 700 mila metri cubi di fanghi nel porto di Genova.

Col benestare della Regione Liguria, presieduta da Giovanni Toti, oltre 700 mila metri cubi di fanghi contaminati e rifiuti sono stati riversati nel mare di Genova, in spregio alla legge che disciplina il dragaggio dei fondali dei porti italiani.  Per favorire l’attracco delle maxinavi di MSC (ultima generazione, le World Class, mostri da 333 metri di lunghezza e 216 mila tonnellate di stazza lorda, quasi 7mila passeggeri e 9,5 metri di pescaggio) è stato dragato il fondale ma i fanghi sono stati ributtati in acqua invece di esser smaltiti come prevede la legge sulla base di analisi chimiche ed ecotossicologiche. Il gruppo svizzero Msc, finanziatore di Toti, a Genova fa il bello e cattivo tempo. Clicca qui

L’articolo 32 della Costituzione prevede il diritto alla salute quale pilastro fondamentale del sistema Paese.

La sanità è solo formalmente gratuita per tutti, invece sempre più i cittadini, quelli che possono permetterselo, ricorrono alla sanità privata causa le interminabili liste di attesa: in media 1.700 euro a famiglia/anno. Il 18mo Rapporto Sanità del Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità dell’Università di Roma Tor Vergata riferisce che il 5,2% dei nuclei familiari versa in disagio economico per le spese sanitarie; 378.627 nuclei (l’1,5%) si impoveriscono per le spese sanitarie e 610.048 (il 2,3%) sostengono spese sanitarie cosiddette “catastrofiche”. Il finanziamento per il Servizio Sanitario Nazionale previsto dalla nuova Legge di Bilancio nel 2023 non tiene nemmeno il passo dell’inflazione.

Prete operaio, uomo di pace.

Don Roberto Sciolla è un “prete operaio”, sacerdote di Iglesias, in Sardegna. Uomo di pace e punto di riferimento di una comunità, quella del Sulcis, che conosce le sfide dell’arretratezza e della fragilità sociale. Sciolla è anche tra i protagonisti del comitato contro la fabbrica della Rwm a Domusnovas: era l’industria della vergogna, delle bombe calate sui civili in Yemen, ora è “santificata” come una preziosa risorsa europea per rifornire la resistenza ucraina. Lunedì ha inviato una lettera al cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, per chiedere l’aiuto di tutta la Chiesa: “Non sarebbe il caso che non solo il Papa, non solo il suo inviato per la pace, ma tutti i Vescovi, ogni Diocesi, ogni Parrocchia, levino diffusamente la voce contro questa aberrazione?”.

Il ruggito del coniglio del sindaco pro pfas di Alessandria.

“Non perdo tempo. Adotterò una specifica ordinanza”: l’annuncio di Giorgio Abonante fa sobbalzare. Non può che essere l’ordinanza di fermata delle produzioni Pfas (cC6O4 e ADV) della Solvay di Spinetta Marengo. E’ suo dovere: lui per legge è la massima autorità sanitaria locale: conosce dalle indagini epidemiologiche dove e come si muore. Ma finora aveva messo la testa sotto la sabbia. Ora è in possesso del drammatico monitoraggio aria dell’Arpa: non è una novità bensì l’ennesima conferma del grave inquinamento atmosferico e idrico che scorre dal sobborgo alessandrino fino al lontano Comune di Montecastello. Però questa volta, evidentemente, per il sindaco la misura è colma: “Non perdo tempo” esclama in una intervista ad una emittente locale. Una ordinanza di chiusura della Solvay: clamoroso. Si richiamano alla memoria i precedenti del sindaco Mirabelli per impianti in marcia senza autorizzazione e del pretore Di Serafino per sversamenti incontrollati in Bormida.

“Adotterò una specifica ordinanza”. Però, se procediamo nella lettura dell’intervista, apprendiamo la vera natura del provvedimento: “L’ordinanza potrebbe prevedere alcune limitazioni o obblighi a carico della popolazione, come era capitato quando venne trovato Cloroformio in alcune cantine di Spinetta”. Abonante impose agli abitanti di non accedere alle proprie cantine senza mezzi di protezione per il cloroformio che risaliva dalle falde, ma non prescrisse alla Solvay di eliminare lo scarico della sostanza tossica e cancerogena -secondo l’Arpa- dal cielo e nell’acqua. Cosa ordinerà ora agli abitanti per limitare i Pfas tossici e cancerogeni che piovono dal cielo: di respirare meno? Oppure ordinerà a Eolo di modificare direzione ed intensità dei venti (Sud Ovest-Nord Ovest per Spinetta e Nord-Nord Est per Montecastello) di modo che le postazioni di monitoraggio Arpa non siano più sottovento rispetto alle ciminiere di scarico?  

E’ grottesco questo ruggito del coniglio, è scandaloso questo sindaco, al quale balena appena “l’ipotesi più estrema, imporre eventuali limitazioni alla produzione di queste sostanze”Tappare le ciminiere, no? Non si sente né Mirabelli né Di Serafino, e scarica le proprie peculiari responsabilità su Arpa, Asl, Provincia, Regione, con le quali in realtà si narcotizza annusando il programma “Solvay One Planet” della multinazionale: “Emissioni in atmosfera verso impatto zero nel 2030”. Si avvale, per la prossima conferma elettorale, della compiacenza dei giornali locali che, nelle loro censure, non riescono certo a oscurare la nostra martellante denuncia. 

Giovani all’attacco della Solvay di Spinetta Marengo.

Chi l’ha detto che i giovani non alzano lo sguardo dal telefonino e non si accorgono che l’ambiente circostante colpito da Solvay sta irrimediabilmente compromettendo la loro vita? Sono giovani i cittadini del “Comitato Stop Solvay” che hanno dato vita alle manifestazioni per le vie di Alessandria sotto gli striscioni “Solvay incompatibile con la vita. Chiusura e bonifica subito”, e che hanno organizzato tramite l’Università di Liegi il clamoroso monitoraggio della presenza di Pfas nel sangue della popolazione.

A sua volta, Ànemos è un gruppo di cittadini che si è unito per tutelare la salute contro l’inquinamento di Spinetta Marengo e Alessandria, e al suo interno sono proprio ragazzi e ragazze il nucleo attivo, tramite anemos.salute@gmail.com, pagina Facebook Ànemos salute-inquinamento Alessandria- Fraschetta e Instagram anemos.alessandriafraschetta.

300 residenti si erano illusi, presentando una proposta popolare di delibera del consiglio comunale, per una conclusione dell’indagine epidemiologica che sfociasse nell’eliminazione delle cause delle malattie e delle morti in eccesso, in altre parole nella fermata delle produzioni incriminate.

E’ naturale che si siano sentiti presi in giro nelle promesse dell’inerte sindaco, vieppiù dopo l’ultimo monitoraggio dell’Arpa sui Pfas nei cieli tra i comuni di Alessandria e Montecastello. Nelle prossime assemblee in preparazione, sarà importante un primo censimento delle Vittime: ammalati e famigliari dei deceduti, che intendono partecipare alla causa civile collettiva -class action- di risarcimento dei danni fisici ed esistenziali. 

I compagni sopravvissuti ai Pfas.

Ad Abonante serve per pubblicità elettorale.

Diamo a Cesare quello che è di Cesare: la CGIL fu, nel 2002, la prima (dopo Lino Balza) a denunciare l’estrema pericolosità dei Pfas sulla salute. Lo fece con un giornalino aziendale “Informa Filcea” (clicca qui) distribuito ai lavoratori dello stabilimento Solvay di Spinetta Marengo. Ma, a differenza di Balza, da allora in poi la CGIL ha fatto “Zitto e mosca!” e l’“esortazione” (di Solvay&Comune) a fare totale silenzio e a mantenere assoluta riservatezza è stata osservata fino all’eccezione della testimonianza della dimissionaria segretaria della Camera del Lavoro al processo del 2009.

15 anni dopo, la CGIL (Spi Cgil) prende la parola tramite il comitato “Vivere in Fraschetta” che comprende i pensionati: abitanti anziani tutto sommato soddisfatti di essere fino ad oggi sopravvissuti, e dunque non troppo esigenti a pretendere decisioni dal primo cittadino (peraltro della stessa corrente politica), men che meno una ordinanza di chiusura delle produzioni di Solvay che tutti sanno -loro per primi- responsabili “della maggiore incidenza di alcune tipologie di tumori”: più che dimostrata dalle numerose indagini epidemiologiche. Così, con consumata ipocrisia, i vecchi compagni di sopravVivere in Fraschetta giurano “non vogliamo la chiusura della Solvay, ma vorremmo sapere” dal compagno sindaco “se c’è ‘un nesso’ tra le produzioni del Polo Chimico e la maggiore incidenza di alcune patologie.” Come sono candidi. Che tenerezza il candore dei capelli.

Pfas nel Garda.

Secondo le analisi commissionate dal Coordinamento Ambientale Alto Garda e Ledro, dal depuratore del Linfano i Pfas finiscono nel Rio Salone, poi nel Sarca e infine nel lago di Garda.

Stop acqua potabile nel vicentino.

Premesso che, per tutelare sul serio la salute, il limite di Pfas nell’acqua dovrebbe essere zero, è stato superato lo stesso parametro di 0,100 µg/l previsto dal decreto legge entrato in vigore per nota della Regione il 30 maggio 2023. A nulla serve il sistema di filtraggio, così il sindaco di Montebello Vicentino ha emesso un’ordinanza che stabilisce la temporanea sospensione dell’uso dell’acqua potabile a scopo alimentare su tutto il territorio comunale. 

Pfas dalla Lombardia alla Toscana.

Mentre il Corriere della Sera pubblica l’anteprima di uno studio effettuato da Greenpeace sull’acqua ad uso potabile della Lombardia con allarmanti concentrazioni di Pfas in diverse zone, in Toscana l’Arpat si conferma avanguardia italiana nei controlli pubblicando l’ennesimo dossier del suo “Monitoraggio ambientale corpi idrici superficiali: fiumi, laghi, acque di transizione”, ovvero la ricerca di sostanze pericolose in organismi che occupano l’apice della catena alimentare in ecosistemi fluviali. Il monitoraggio sulle circa 250 stazioni dislocate in fiumi, torrenti, laghi e foci, è stato suddiviso in tre anni.

Ebbene: “Tutti i campioni di biota fluviali risultano classificati non buono, a causa del superamento della concentrazione ammessa dalla normativa ambientale vigente, di mercurio e Pfas. Sono evidenti sostanze utilizzate dalle industrie, di tutta Italia, che finiscono a varie concentrazioni nelle acque fluviali e nei pesci d’acqua dolce fino alla foce di Arno, Serchio, Ombrone, Cornia, San Rocco”.

Commentano i giornali toscani: “E’ evidente che con queste sostanze chimiche non è lecito “scherzare” perché ne va della salute degli esseri umani e viventi e della natura in generale e, se si pensa che l’inquinamento proviene chiaramente dalle industrie, la domanda che da anni ci si pone resta invariata: perché anche a costi maggiori l’industria italiana non produce prodotti privi di sostanze chimiche pericolosissime come i pfas? La politica regionale fino a quando potrà continuare a tacere su questi temi?”

Perché, aggiungiamo, il parlamento non mette al bando la produzione dei Pfas della Solvay di Spinetta Marengo?

Lo scandalo Pfas scuote gli Stati Uniti.

Nell’acqua che esce dai rubinetti di quasi la metà di uffici e abitazioni americane ci sono più di 12 mila prodotti chimici legati ai PFAS. Secondo uno studio dello United States Geological Survey (USGS) metà dell’acqua della nazione è inquinata. La ricerca è stata condotta raccogliendo campioni da 700 rubinetti nelle case, scuole e uffici, equamente distribuiti fra zone rurali e urbane. Secondo USGS, i PFAS sono stati rilevati con maggior frequenza nelle aree urbane o nelle zone ad alta densità industriale. La stima è che il 75% dell’acqua nelle zone urbane contiene almeno una tipologia di PFAS, nelle zone rurali questa percentuale scende al 25%. Le Grandi Pianure, la regione dei Grandi Laghi e la California sono le regioni con la più alta concentrazione di PFAS nelle acque potabili.

I risultati dello studio dello USGS non giungono a sorpresa per gli esperti Già nel 2020 gli scienziati dell’Environment Working Group avevano pubblicato una ricerca in cui stimavano che oltre 200 milioni di americani potevano avere PFAS nell’acqua delle loro abitazioni. Nel 2015 un report del Center for Disease Control and Prevention aveva rilevato la presenza di PFAS nel sangue di oltre il 95% degli statunitensi.

L’EPA (Agenzia per la Protezione ambientale) associa ai PFAS gravi rischi per la salute incluse alcune forme di cancro, ritardi nello sviluppo e ripercussioni sulle donne incinte, nella consapevolezza che i processi industriali in cui i PFAS sono coinvolti sono moltissimi: nei processi per il trattamento dei tessuti, delle pentole antiaderenti, nei detergenti, negli articoli medicali e nelle protesi mediche o nei camici chirurgici. senza contare la placcatura dei metalli e la lavorazione del petrolio ecc.

Lettere nella storia: il carteggio tra Bettazzi e Berlinguer.

Per amore del dialogo. In tempi di guerra fredda e di duro confronto ideologico, non capitava mai che un vescovo e un segretario del più grande partito comunista d’Occidente si scrivessero dialogando pubblicamente anziché scomunicarsi a vicenda. Accadde con l’iniziativa di Luigi Bettazzi vescovo di Ivrea e presidente di Pax Christi, movimento cattolico per la pace. Il 6 luglio 1976 – mosso dall’esperienza conciliare – scrisse una lettera aperta ad Enrico Berlinguer, di cui si celebra quest’anno il centenario della nascita. Il segretario del Partico Comunista Italiano attese un anno, ma poi rispose rivelando con la sua lettera quanto fosse cambiata la militanza comunista. Clicca qui.

Luigi Bettazzi cardinale pacifista nonviolento.

Accanto agli studenti della Fuci, la vicinanza ai lavoratori dell’Olivetti, della Lancia e del cotonificio Vallesusa, lo scambio epistolare con il segretario del Partito comunista italiano Enrico Berlinguer, sostenne l’obiezione di coscienza quando ancora si rischiava il carcere, partecipò alla marcia pacifista a Sarajevo, favorevole al disegno di legge sui “diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi” comprese le coppie omosessuali, ha partecipato a tutte le Marce della pace fino agli ultimi mesi di vita. E’ morto l 16 luglio a 99 ani di età. Clicca qui.

Dalla parte dei disertori.

Con il sostegno di molte organizzazioni internazionali, europee e non solo, tra cui EBCO/BEOC (Ufficio europeo per l’obiezione di coscienza), War Resisters’ International (Internazionale dei Resistenti alla Guerra) e Movimento Nonviolento, è stato redatto il Documento: “Appello alla Commissione Europea e al Parlamento Europeo sulle misure necessarie per la protezione internazionale degli obiettori di coscienza russi, ucraini e bielorussi, dei disertori e di coloro che si sono arresi o sono stati catturati. Clicca qui.

Festival Alta Felicità 2023.

Ritorna il Festival Alta Felicità che anche quest’anno avrà come cornice le splendide montagne della Val di Susa!

Tre giorni di musica, cultura e relax a Venaus, paese simbolo della Valle che Resiste. Anche quest’anno potrete entrare a fare parte della Ciurma ad Alta Felicità e sostenere attivamente il festival, diventando parte dello staff. Compila subito il Form e entra a far parte della CIURMA! https://forms.gle/RkesngYioWEVMX4x6 

Il Festival Alta Felicità non è un semplice evento, ma è la dimostrazione pratica che insieme possiamo realizzare parti di quel mondo che desideriamo. La Ciurma ad Alta Felicità è quel grande gruppo di persone, provenienti da tutta Italia e da diversi Paesi dell’Europa e del mondo, che ogni anno arriva a Venaus carica di energia e di voglia di vivere il festival contribuendo alla sua realizzazione perché alla base c’è la condivisione di un modello di sviluppo che mette al centro le relazioni, la cura dell’ambiente e il benessere della collettività. Ogni piccolo contributo è importante, per cui che cosa stai aspettando? Scrivi a ciurma.altafelicita@gmail.com e unisciti alla Ciurma! Il Movimento No Tav ha bisogno anche di Te. Clicca qui.

Stop agli OGM . Una volta per tutte e per sempre.

La legge n. 68 – Decreto siccità contenente l’art. 9 bis “Disposizioni urgenti in materia di genetica agraria”, rappresenta un tentativo vergognoso di far entrare in Italia OGM che sarebbero devastanti e che contaminerebbero irreversibilmente le coltivazioni tradizionali e la Biodiversità su cui si basa l’Agricoltura Italiana. Clicca qui LA RESISTENZA CONTRO GLI OGM – CAMELOT

Italia condannata per violazione di diritti umani.

Dopo il Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, anche l’Associazione Diritti alla Follia commenta la recente Sentenza con cui la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo ha riscontrato gravi violazioni da parte dell’Italia sulla ben nota vicenda di Carlo Gilardi, anziano professore inserito in una Residenza Sanitaria Assistenziale contro la propria volontà, sottoposto a isolamento sociale e ad un uso improprio della disciplina del Trattamento Sanitario Obbligatorio (continua…)

5G, no all’aumento dei limiti di esposizioni.

“5G, no all’aumento dei limiti di esposizioni. Si mantengano inalterati i valori vigenti senza apportare alcuna modifica alla Legge Quadro 36/2001 sui limiti di esposizione e di attenzione cautelativi”. È questo, in sintesi, l’appello lanciato da Legambiente insieme a oltre 80 associazioni e comitati che in questi giorni hanno dato vita alla Rete 6V/m. Le associazioni ricordano che lo studio del Politecnico di Milano  stima che, in presenza degli attuali limiti, il 62% degli impianti risulta non espandibile al 5G (tradotto a livello nazionale si traduce in 27.900 impianti): ciò richiederebbe una modifica degli impianti esistenti o la ricerca di nuovi siti, trascurando completamente gli ormai riconosciuti effetti biologici, cioè i danni alla salute.

a petizione “5G, no all’aumento dei limiti di esposizione” è già sottoscritta da oltre 18.400 cittadini e cittadine. Clicca qui.

“Ragazzi, vi auguro di fare chiasso, fatevi sentire!”.

Lo Stato del Vaticano ha condannato due ragazzi di “Ultima Generazione”  a 9 mesi di reclusione e a 28.000 euro di multa. Due ragazzi che, in piena coerenza con la dichiarazione del Papa Francesco, hanno deciso, attraverso un’azione pacifica e non violenta, di chiedere al governo italiano un maggior impegno nel contrasto al collasso climatico, attraverso l’interruzione dei sussidi pubblici, soldi di tutti noi, all’industria del fossile.

Da parte delle istituzioni e dei media è in atto una repressione violenta, con esempi gravissimi di intimidazione (la Digos che si intromette nelle presentazioni chiedendo alle persone i documenti), condanne esemplari, accuse al limite della querela: perché si chiama terrorista chi sporca temporaneamente un muro o un vetro? Perché si impedisce l’accesso ad un’intera città, attraverso un foglio di via, per anni, anche a chi si è solo versato addosso un po’ di pomodoro sul proprio corpo, aperto uno striscione o promosso uno sciopero? Perché si chiedono misure di sorveglianza speciale a persone non pericolose e non violente? Perché si condanna con la reclusione e multe esemplari chi protesta per la salvezza di tutti? Clicca qui.

Passa in Senato, con 85 sì, 53 no e 5 astenuti, il disegno di legge presentato dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per punire gli eco-vandali. Il ddl aggrava le sanzioni per chi distrugge, disperde, deteriora monumenti e beni culturali con maxi-multe fino a 60mila euro e reclusione fino a sei mesi.

Class action contro Solvay: risarcisca le Vittime dei PFAS.

Solvay paghi i danni del disastro ecosanitario di Spinetta Marengo Alessandria.  

 

Clicca qui il video CIVG della Conferenza di presentazione della causa civile collettiva dei lavoratori, cittadini, comitati e associazioni.

Vincenzo Cordiano, pres. ISDE Medici per l’ambiente Veneto:

“PFAS. Minaccia eterna alla biodiversità planetaria. Emergenza sanitaria in Italia per questi killer indistruttibili” 

Vittorio Spallasso, avvocato Foro di Alessandria; Jacopo Giunta avvocato Foro di Torino: 

“La tutela legale delle Vittime del disastro ecosanitario di Spinetta Marengo”

Maurizio Pallante, presidente Sostenibilità Equità Solidarietà:

“L’assurdità di un’economia fondata sulla crescita della produzione di merci: che non crea sviluppo del benessere, anzi la distruzione dell’ecosistema” 

Coordina Lino Balza – Movimento di lotta per la salute Maccacaro

Il Dossier del Movimento di lotta per la salute Maccacaro è disponibile a chi ne fa richiesta

In merito ai Pfas, sul Sito  www.rete-ambientalista.it alla voce PFOA sono disponibili 704 articoli, di cui i più recenti:

Dal cielo piovono i PFAS della Solvay. I giornali censurano.

“La Regione ha bloccato indagine epidemiologica sui Pfas”.

Ma che cavolo di Pfas ha questo cavolo.

Cinque procure indagano i Pfas nel Trentino.

Chiude in America e Solvay i PFAS li fa in Alessandria.

Le responsabilità della magistratura di Alessandria (a tacere degli amministratori locali).

Pfas, risarcimenti miliardari per gli inquinanti Killer.

Prodotti in Italia i Pfas, vietati negli Stati Uniti.

Non solo gli inquinatori sapevano e nascondevano, ma anche le istituzioni sapevano e…

Suona la grancassa della propaganda Solvay.

Dal cielo piovono i PFAS della Solvay. I giornali censurano.

A conferma del periodo di indagine marzo – agosto 2022, i monitoraggi dell’Arpa rilevano la presenza in atmosfera di PFAS (cC6O4 e ADV) da settembre 2022 fino a marzo 2023 non solo attorno alla Solvay nel sobborgo alessandrino di Spinetta Marengo, ma anche nel lontano Comune di Montecastello dove è stato chiuso l’acquedotto. I Pfas, che circolano nelle falde acquifere, piovono dal cielo e vengono dunque respirati e vanno ad accumularsi sul suolo e sui vegetali, infine nel sangue degli animali e degli abitanti. I quali non sono sottoposti ad analisi.

Clicca qui il relativo servizio di Monica Gasparini su il bisettimanale Il Piccolo di Alessandria. Gasparini ha la peculiarità di fare validi articoli e nel contempo di censurare l’incessante attività della nostra Associazione, anzi con la stessa di (tentare di) oscurare i 40 anni di attività ecologista di Lino Balza che fanno gran parte della storia locale e non solo. Gasparini e/o il suo direttore magari nutriranno rancori personali essendo stati stigmatizzati per la loro pesante insinuazione di prima pagina che i tre eroici pompieri vittime del dovere fossero in preda alla droga. Però non si giustifica l’ostinato l’ostracismo che non rispetta una deontologia giornalistica onesta, e soprattutto che è assai utile alla Solvay bensì non ai lettori e, men che meno, non alle Vittime.

Movimento di lotta per la salute Maccacaro.

Poco tempo fa ho incontrato una conoscente: “Temevo fossi morto, non ti leggo più sul Piccolo, prima non saltavi una settimana”. Accennati i soliti gesti scaramantici, le ricordo: “Ti riferisci agli anni del coraggioso direttore Paolo Zoccola. Per il presente: dammi il tuo indirizzo e riceverai almeno una volta alla settimana la nostra mailing list insieme agli altri quasi 40mila utenti (una tiratura superiore al Piccolo, benchè l’ex trisettimanale festeggi 100 anni dalla sua fondazione)”.

Lino Balza

La posta in gioco dell’Ucraina.

Perché nella guerra in Ucraina l’ultima cosa che conta è il destino di quel Paese e dei suoi abitanti? Lo scontro militare poteva terminare a poche settimane dal suo inizio, in quanto nel marzo dell’anno scorso Putin e Zelensky si erano quasi accordati sul ritiro delle truppe russe in cambio di un impegno per la neutralità permanente dell’Ucraina da inserire nella sua Costituzione. Perché allora la proposta di pace – redatta e firmata dal capodelegazione di Kiev – fu stracciata e la popolazione stritolata? (clicca qui)