Categoria: Inail
Adelante, Cgil, con juicio, si puedes.

Avevamo, anche come iscritti, stimolato più volte la CGIL (non solo di Alessandria) a occuparsi della catastrofe eco sanitaria della Solvay di Spinetta Marengo. Esempio clicca qui con lettera PEC al segretario generale della Camera del lavoro di Alessandria, Franco Armosino. L’invito pressante era di partecipare con Comitati e Associazioni alle azioni verso Solvay a tutela della salute e dei diritti dei lavoratori e dei cittadini.
Finalmente, stante CISL e UIL sempre assenti, la CGIL annuncia che chiederà di costituirsi parte civile nel prossimo processo-bis con l’ipotesi di reato di disastro ambientale colposo. Lo fa con molta prudenza: senza formulare precise accuse all’azienda ma specificando che rappresenterebbe “persone potenzialmente esposte a inquinanti antichi e recenti”. “Potenzialmente”: l’inquinamento (dai dati Arpa) e le morti e le malattie (dalle indagini epidemiologiche) non sono, per Armosino, certezze ma… ipotesi. Come non avesse neppure in mano le cartelle delle analisi dei lavoratori.
Tant’è che la CGIL di Alessandria, a differenza della consorella di Vicenza (per Miteni), si è ben guardata finora da aprire vertenze Inail e giudiziarie Solvay per ottenere risarcimenti per le morti e le malattie dei lavoratori dello stabilimento chimico di Spinetta Marengo. E non venga a raccontare che i risarcimenti verranno dal processo-bis: essendo anche esso circoscritto al reato di disastro ambientale ed escludendo i danni alle Vittime. O che “si apriranno benefici previdenziali”: bella consolazione.
I sindacati a tutela dei dipendenti e dei pensionati della Solvay.

Non pare certo che ad Alessandria i sindacati in rappresentanza dei lavoratori si costituiranno parte offesa nell’imminente procedimento penale contro Solvay di Spinetta Marengo. Neppure è probabile che avviino in sede civile cause per il risarcimento dei danni ai dipendenti e ai pensionati, come invece ha fatto la CGIL a Vicenza nei confronti della Miteni di Trissino. Anzi, non risulta che, quanto meno, abbiano aperto un contenzioso nei confronti dell’Inail.
Eppure, per la prima volta in Italia, l’Inail ha accolto la richiesta di riconoscimento di malattia professionale per 19 lavoratori della Miteni, che lavorarono a stretto contatto con i Pfas. Il bio-accumulo di Pfas nel sangue dei lavoratori ha determinato un danno riconosciuto del 2%, che non dà diritto a risarcimenti, ma che stabilisce un precedente importante riconoscendo il rischio e la nocività della presenza delle sostanze derivate dal fluoro nell’organismo, potenziali causa di patologie correlate.
Eppure non abbiamo registrato una presa di posizione dei sindacati all’invito di partecipare con Associazioni e Comitati alle azioni verso Solvay a tutela della salute e dei diritti dei lavoratori e dei cittadini. Attendiamo replica fattuale (Cisl e Uil non avevano mai risposto in precedenza) alla lettera (PEC 20/4/23) al segretario della Camera del lavoro di Alessandria, che qui riproduciamo.
Sinistra, centro, destra tutti insieme ad occultare i morti sul lavoro.

Certo che se quasi la metà non sono assicurati all’Inail e quindi non appaiono, si fa presto a dimezzare le statistiche. Clicca qui l’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro.
Impiegato indennizzato per l’amianto della Banca San Paolo.

La Corte d’Appello di Roma ha confermato la condanna dell’INAIL a indennizzare il danno da mesotelioma pleurico (200mila euro di arretrati più una rendita ) insorto in un dipendente di Banca San Paolo filiale di Roma Eur che aveva lavorato per 14 anni respirando fibre di amianto spruzzato anche nelle travi del soffitto, prima della bonifica. Dopo questa condanna, l’ONA, Osservatorio Nazionale Amianto, inizierà la causa contro la Banca Intesa San Paolo per il risarcimento dei danni differenziali.
Omicidi bianchi: i dati aggiornati.

I dati sugli infortuni pubblicati dall’INAIL ed elaborati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Vega Engineering riscontrano che da gennaio a luglio 2023 il bilancio delle morti sul lavoro è ancora drammatico: sono 559 le vittime di cui 430 in occasione di lavoro e 129 in itinere, con una media di 80 decessi al mese. Clicca qui.
L’Inail neppure li censisce i morti sul lavoro.

Morti sul lavoro: silenzi e bugie Inail.

Clicca qui Carlo Soricelli, curatore dell’«Osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro»
Mattarella, non chiuda gli occhi sulla strage dei morti sul lavoro.

Dal 1 gennaio 2008, l’Osservatorio nazionale di Bologna è l’unico in Italia che monitora realmente i morti sul lavoro. Chiuderà alla fine di quest’anno per il fallimento di questa iniziativa: cioè per l’insensibilità dello Stato, della Politica e di chi se ne dovrebbe occupare e non lo fa. Il numero REALE di morti è quello rilevato dall’Osservatorio: il 30% in più di quello falso diffuso da INAIL, in questi 15 anni invece sono morti complessivamente per infortuni oltre 20.000 lavoratori. Dall’inizio di questo anno sono morti 1186 lavoratori. Carlo Soricelli, fondatore dell’Osservatorio, scrive al presidente della Repubblica, clicca qui.
PFAS. I lavoratori in penale se la passano male. Meglio il civile ad Alessandria e Vicenza.

Il procedimento penale per le malattie professionali accusate dai lavoratori della Miteni di Trissino subisce una battuta d’arresto per la richiesta di archiviazione del pubblico ministero Alessia La Placa. i lavoratori della Miteni sono ad oggi i più contaminati nella letteratura medica mondiale: trovati fino a 91.900 nanogrammi di Pfas per millilitro di sangue, molti hanno o stanno affrontando patologie cardiovascolari, tumori, conseguenze psicologiche gravissime. Il collegamento ai Pfas è più che plausibile dati i risultati dei numerosissimi studi medico-scientifici internazionali, anche veneti. Determinante la posizione dei periti interpellati dal pubblico ministero: La Pira e Di Bello.
Ebbene, è come avevamo avvertito due anni fa (clicca qui), il professor Enrico Pira ce lo saremmo ritrovato nei processi di Vicenza e di Alessandria, perché è indiscutibilmente (si legga il profilo) l’illustre baluardo scientifico dei grandi inquinatori italiani per i quali esercita esclusivamente la professione di consulente giudiziario al fine di scagionarli per le morti e le malattie dei propri dipendenti. Data la sua fama, averlo la PM scelto come perito, era scontato l’esito. Inoltre, avendo la PM scelto come capo di imputazione “lesioni colpose gravi” piuttosto che “lesioni dolose”, avrebbe fatto sì che il procedimento sarebbe finito in prescrizione. A seguito del rigetto della istanza di archiviazione e della richiesta di disporre nuove indagini, la patata bollente dei diciannove indagati e delle ventidue parti offese passa al giudice per le indagini preliminari Roberto Venditti, ed eventualmente ad un altro pubblico ministero.
La Cgil, attraverso il Patronato Inca, ha inoltrato all’Inail 43 domande di riconoscimento di malattia professionale dei lavoratori esposti: di queste l’Inail ne ha finora accolte 19, riconoscendo che il solo bioaccumulo nel sangue di Pfas è un danno perché può favorire l’insorgenza di una serie di patologie correlate; altre 21 sono in fase di valutazione e 3 sono state respinte. Anche questo riconoscimento farebbe propendere -sia ad Alessandria che a Vicenza- per la via del procedimento giudiziario in sede civile delle Vittime fisiche piuttosto che in sede penale.
Record per morti sul lavoro.

Aumentano da Nord a Sud gli incidenti sul lavoro e purtroppo anche quelli mortali. Sono 364 i lavoratori che hanno perso la vita nei primi cinque mesi del 2022, con una media di oltre due morti sul lavoro al giorno. In netto aumento, inoltre, le denunce di infortunio (+48%), che rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso aumentano del 48%. Lo rivela l’osservatorio Vega Engeneering su dati Inail.
In questo tragico bilancio la provincia di Alessandria è la prima in classifica. Clicca qui.
–>(6) Di Pfas muoiono per primi i lavoratori.

Alla Miteni di Trissino, tardivamente chiusa nel 2018, per decenni si è consumato, nell’indifferenza sindacale e politica, un caso di contaminazione industriale tra i più pericolosi d’Europa. Oggi, tramite il patronato Inca della Cgil del Veneto ma non del Piemonte, l’Inail riconosce la malattia professionale per gli ex lavoratori che hanno altissime concentrazioni di PFAS nel sangue, anche quando manca (ancora) un danno funzionale. Quando questo si verificasse l’Inail li risarcirà. In attesa di riconoscimento il diritto alla rendita per i superstiti.
Malgrado il grave episodio di inquinamento acque della Marzotto del 1976, Miteni (Mitsubishi-Eni ) ha nascosto (almeno dal 1990) e nessuno dentro e fuori la fabbrica si preoccupato degli allarmi che venivano dagli USA. Nessuno ma non il medico di fabbrica, lo stesso che garantiva per Solvay di Spinetta, che dal 2000 misurava la concentrazione di Pfas e Pfoa nel sangue dei dipendenti con livelli elevatissimi, fino a 22 mila volte più alti del normale: in media 20mila nanogrammi per litro di sangue, con picchi di 90mila. Nessuna denuncia di malattia professionale, ovviamente.
Lo Studio pubblicato nel 2019 da Merler e dal dottor Paolo Girardi sulle cause di morte degli ex operai Miteni ha riscontrato un raddoppio di cancro al fegato e di tumori linfatici ed emopoietici, un aumento della mortalità per diabete, cirrosi epatica, ipertensione e suicidi. Non risultano Studi analoghi per gli operai alessandrini.
Arriva nel 2013 la scoperta della contaminazione della falda acquifera grande come il lago di Garda, da dove pescano gli acquedotti di 21 Comuni delle province di Vicenza, Verona e Padova, e un imprecisato numero di pozzi privati, 350 mila persone, destinate, stando alle proiezioni, a diventare 800 mila. Arriviamo all’udienza del 13 aprile 2021 per entrare nel vivo del maxiprocesso di Vicenza. Oltre ad avvelenare i lavoratori, Miteni con PFOA e C6O4 ha avvelenato anche l’aria, il terreno e la falda. Come sta avvenendo in Alessandria.
Ad Alessandria per evitare futuri costi giudiziari e di bonifiche, Solvay, sta pensando ad operazioni di scorporo, come fece Miteni vendendo la fabbrica al prezzo simbolico di 1 euro alla lussemburghese Icig, e come sta facendo la stessa multinazionale belga a Rosignano.
Nella pandemia meno infortuni e più morti sul lavoro.
Dunque più sfruttamento padronale. Nei primi dieci mesi dell’anno calano gli infortuni sul lavoro, ma aumentano i casi mortali. Lo rileva l’Inail. Tra gennaio e ottobre le denunce di infortunio sono state 421.497 (- 21,1% pari a circa 113mila in meno rispetto alle 534.314 dello stesso periodo del 2019), 1.036 delle quali con esito mortale (+ 15,6% pari a 140 casi in più rispetto agli 896 dei primi dieci mesi del 2019). In diminuzione le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 36.619 (- 28,3%). Clicca qui Pennatagliente.
L’INAIL riconosce le malattie professionali da PFAS.
Riconosce che l’accumulo di queste sostanze, rilevabili nella concentrazione sierica, provoca gravi danni all’organismo. Clicca qui. Ora è il momento della Magistratura, soprattutto per sentenziare le patologie di migliaia di cittadini con i Pfas nel sangue.
Perché i lavoratori italiani sopportano l’Inail dei padroni?
L’Istituto, che omette gli atti ispettivi e nega l’accesso ai dati sanitari, è oggi quello che il ceto politico – eccezionalmente compatto – degli ultimi trenta anni ha voluto che fosse. Clicca qui Vito Totire, medico del lavoro/psichiatra a Bologna, portavoce della Rete nazionale per l’ecologia sociale.
Covid-19 e la scia di sangue dei lavoratori.
L’Inail ha certificato a giugno oltre 49.000 denunce di contagi sul lavoro e sottostimato 236 morti. La categoria più colpita è quella dei lavoratori della sanità. Complessivamente, nei primi 6 mesi dell’anno sono morti oltre 900 lavoratori (senza il dato degli infortuni mortali in itinere) E’ una carneficina alimentata da competitività, precarietà e modelli flessibili dell’organizzazione del lavoro e della produzione, utilizzando anche l’arma del ricatto occupazionale. Salute e sicurezza sono sempre di più subordinate alla salute dei bilanci e alla sicurezza dei profitti. Non è sufficiente limitarsi a esprimere l’indignazione di fronte a casi eclatanti o invocare più controlli. Clicca qui.
Ben 28mila denunce di infortunio da contagio.

Secondo i dati Inail, ma sono solo il 40% del totale. Leggi sopra lo stralcio tratto dall’articolo di Massimo Franchi de Il Manifesto, 1 maggio 2020.
Le elemosine ai malati di mesotelioma.
I politici non vogliono comprendere che l’amianto è un crimine di pace enorme, tragico, planetario: va affrontato come fossero i danni di una guerra. Le risorse per i risarcimenti ci sarebbero. L’Inail deve essere esautorato. Clicca qui Vito Totire.
Taglio dei fondi sulla sicurezza del lavoro.
Per fare uno sconto fiscale agli imprenditori sono stati ridotti gli incentivi a migliorare la sicurezza sul lavoro, mentre rischiano di essere tagliati i rimborsi in caso di infortunio. Clicca qui.
L’Inail venga esautorato dalla gestione dei riconoscimenti delle patologie tumorali e da amianto.

Chiesto un incontro al Presidente della Repubblica. Clicca qui.
Il maggior numero di morti bianche dal 2008.
Lo rileva l’Osservatorio indipendente di Bologna, correggendo i dati Inail. Clicca qui Roberto Rotunno.
L’unica linea adeguata per la prevenzione e la difesa della salute è esautorare l’INAIL.
Invece CGIL-CISL-UIL insistono nella loro linea masochista e il “ceto politico” marcia da sempre unito (con qualche eccezione)… nel negare la prevenzione e perfino i risarcimenti per i danni subiti.
Un intervento polemico di Vito Totire, portavoce di AEA associazione esposti amianto: clicca qui.
Registro nazionale dei mesoteliomi 2018.
Clicca qui il Sesto rapporto Inail.
Morti bianche: non servono comunicati indignati, né Primi maggio, bensì lotte nelle fabbriche e nei territori.
Aumentano i morti sul lavoro, diminuiscono i controlli.
Favorite dal Jobs Act, per risparmiare i costi diminuite anche nel 2017 le ispezioni per scovare violazioni alla sicurezza e lavoro nero. Mille morti all’anno per omicidi bianchi. 3,7 milioni di occupati irregolari. Anche per il 2018 il nuovo ente del governo, Ispettorato nazionale del lavoro, è contestato come efficacia da Inps, Inail e sindacati.
La vita degli operai vale zero. (2)
Altre stragi in fabbrica. Clicca qui il commento di Raffaele Guariniello dopo la tragedia alla Lamina di Milano: in governo non fornisce risorse per prevenzione e sicurezza, anzi le taglie, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro è ancora sulla carta, in ordine sparso Ministero, Inl, Inps e Inail. Eppure almeno due terzi delle aziende sono irregolari. Se ci sarà ripresa economica aumenterà il trend di morti bianche. Nei primi undici mesi 2017: 2.000 infortuni in più, e più morti : 1.121. In dieci anni le vittime sul lavoro sono state 13.000. Una strage.
Il Fondo Vittime Amianto distolto dal capitolo sicurezza dell’Inail.
Oltre a penalizzare i progetti di formazione per la sicurezza degli ambienti di lavoro soprattutto a piccole e medie aziende, il governo fa lo sconto agli imprenditori che hanno causato la contaminazione, dell’amianto, mentre rifiuta il raddoppio dell’una tantum alle vittime per cause famigliari e ambientali. Protesta l’Afeva (Associazione famigliari e vittime dell’amianto).
Clicca qui Silvana Mossano.
Bisogna sottrarre la giurisdizione ai militari e affidarla all’Inail.
La Difesa rifiuta risarcimenti e pensioni ai militari vittime dell’uranio impoverito (342 morti e 7mila malati per tumori), del radon e dell’amianto. Per la “sindrome del Golfo” (effetti chimici e radioattivi delle esplosioni dei proiettili) in America sono stati risarciti migliaia di soldati. E i nostri in Kosovo? E i nostri del Salto di Quirra in Sardegna?
Infortuni sul lavoro a go go.
Inail tra gennaio e agosto: 422mila incidenti sul lavoro (+1.3%), 682 mortali (+4,8%).
Aumentano gli infortuni sul lavoro. Tre decessi al giorno.
I dati della strage Inail: il lavoro si tinge di sangue.
Clicca qui Roberto Rotunno “Aumentano ancora i morti e i feriti”.
Il rischio oncologico da telefonini è pari a quello delle esplosioni atomiche.
Contro l’Inail il magistrato sentenzia: “Il rischio per i sopravvissuti a Hiroshima è stato individuato in 1,39 OR (Odds Ratio) per tutti i tumori, il rischio per l’uso massiccio e prolungato dei cellulari è pari a 1,44 OR”.
Clicca qui Simona Lorenzetti “Le motivazioni della sentenza sul dipendente Telecom”.
Preoccupante aumento delle denunce di infortuni sul lavoro.
Secondo gli ultimi dati prodotti dall’INAIL, sono 7.400 in più, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, gli infortuni sul lavoro denunciati nei primi cinque mesi del 2016. (continua…)
Finalmente rivalutati gli indennizzi Inail da danno biologico.
Dopo ben quindici anni dalla loro introduzione. (continua…)
Infortuni sul lavoro e malattie professionali.
“Bisogna riflettere su aumento morti nel 2015 e arresto calo infortunistico oltre a pericolosa crescita delle malattie professionali“
Clicca qui Comunicato stampa INAIL