Non esistono posti di lavoro su un Pianeta morto.

“Non c’è giustizia climatica senza giustizia” E quindi “non c’è giustizia climatica senza pace, in quanto non c’è giustizia senza pace! Soprattutto se la guerra oggi può significare la scomparsa anche in un attimo dell’intero genere umano. Clicca qui, se vuoi esprimere parere e aggiungere firma, un contributo al dibattito per il convegno che la Coalizione Clima sta organizzando. Primi firmatari: Giuseppe Farinella – Il Sole di Parigi, Giovanna Pagani – WILPF Italia, Alfonso Navarra  – Disarmisti Esigenti , Oliviero Sorbini – Accademia Kronos.

La concentrazione media di Co2 in atmosfera ha raggiunto il record assoluto di 405,5 ppm nel corso del 2017.

A tre anni dalla sigla a Parigi del disatteso Accordo globale sul clima, dal 3 al 14 dicembre in Polonia, a Katowice, alla 24° Conferenza delle Parti ONU sui Cambiamenti Climatici, con la partecipazione dei rappresentanti di oltre 190 governi, l’Associazione A Sud seguirà le negoziazioni, i forum di discussione e le mobilitazioni, riportando aggiornamenti e notizie. Clicca qui gli eventi in Italia sulle tematiche COP. 


Le biomasse, che delusione pericolosa.

Oltre di 120 associazioni ambientaliste da circa 30 paesi hanno denunciato la truffa delle biomasse forestali, incentivate come energie rinnovabili al fine di proteggere il clima. In realtà la produzione delle biomasse crea più problemi di quanti ne risolva. La dichiarazione, intitolata “La delusione delle biomasse” (The Biomass Delusion), sottolinea come la combustione su larga scala delle foreste per produrre energia danneggia il clima, le foreste, le comunità locali e ostacola la transizione verso l’energetica pulita. Read more…

Se il dogma è la crescita dell’economia, saranno irrisolvibili i cambiamenti climatici.

In merito alle proposte del neo Nobel per l’economia, William Nordhaus, per attenuare le cause dei cambiamenti climatici (surriscaldamento globale), Giorgio Nebbia esprime un commento critico: “Finora nessun rimedio della scienza economica o della tecnica ha mostrato di essere efficace nell’attenuare la crisi climatica… se si volesse rallentare l’aumento della concentrazione di gas serra nell’ atmosfera che sta portando ad un riscaldamento planetario crescente, occorrerebbero misure drastiche tali da compromettere la base stessa dell’economia, il dogma della crescita. Alcuni credono che una qualche attenuazione si potrebbe ottenere con energiche azioni sui consumi in modo da diminuire quelli dei paesi ricchi e spreconi pur assicurando un minimo decente livello di vita ai poveri. E’ un po’ quello che ripete l’enciclica ‘Laudato si’, ma a Papa Francesco pochi governanti danno retta, non è mica un premio Nobel”. Clicca qui Giorgio Nebbia.

Nasce la Rete europea dei medici-sentinella per l’ambiente.

Si è tenuto a Bruxelles un evento organizzato da ISDE Italia (International Society of Doctors for Environment) e HEAL (Health and Environment Alliance), con il supporto della Regione Toscana, dal titolo ‘Doctors in action for climate change’. E’ stata condivisa l’esperienza della “Rete di medici-sentinella per l’ambiente”, una rete di medici di Medicina Generale (Mmg) o pediatri di libera scelta (Pls) la cui funzione è quella di monitorare incidenza, prevalenza e progressione di una malattia o di una serie di patologie nel tempo in gruppi di popolazione o in zone geografiche prestabilite. Clicca qui.

Una grande manifestazione per il clima e i diritti in occasione della “Cop24” Accordo sul clima in Polonia.

Preceduta da una serie di incontri in tutta Italia, da una campagna di sensibilizzazione e di informazione e dalla redazione di una proposta programmatica articolata in più punti per avviare la tanto attesa riconversione ecologica del sistema. Infine una manifestazione conclusiva a Roma e la nascita di un Osservatorio.
Clicca qui il documento propositivo.

Dissesto climatico e guerre accrescono la povertà nel mondo.

Cresce la fame nel mondo, nel 2017 124 milioni vittime di carestia. Le nazioni più colpite sono quelle teatro di conflitti. In Africa è il dissesto climatico ad aver trascinato 39 milioni di persone di 23 Paesi, nell’insicurezza alimentare. Clicca qui. In Italia 5 milioni in povertà assoluta secondo le statistiche ufficiali, ma Mattarella dice che siamo tutti più ricchi: clicca qui.

Clima, ambiente e ripercussioni sulla salute umana.

L’Italia tra i paesi al mondo a più alto rischio di mortalità per ondate di calore. Ogni anno, in Italia, più di 30mila morti sono attribuibili a inquinamento atmosferico. Riguardo gli effetti dei cambiamenti climatici e ambientali l’Italia va considerata un vero è proprio laboratorio di ricerca, per la sua posizione geografica e l’estensione longitudinale, l’estrema eterogeneità meteo-climatica, lo stato diffuso di inquinamenti post-industriali, unito a una vulnerabilità idro-geologica e sismica. Elaborato il primo Who Unfccc Climate and health country profile for Italy. Clicca qui.

Gli ordigni nucleari come armi di distruzione climatica.

Esempio: Un attacco nucleare contro la Corea di poche decine di bombe H non farebbe solo milioni di morti subito su un territorio circoscritto: il cambiamento climatico e la destabilizzazione agricola ed ecologica investirebbero un’area molto più ampia e nel periodo di un paio di decenni potrebbero causare centinaia di milioni di morti.
Esempio: una guerra nucleare regionale tra India e Pakistan potrebbe offuscare il Sole e affamare buona parte dell’umanità.

Clicca qui Alfonso Navarra.
Clicca qui Alan Robock e Owen Brian Toon.

L’Unione Europea congela all’Italia le sanzioni per lo smog.

Su richiesta del ministro (si fa per dire) dell’Ambiente. Siamo in periodo preelettorale. E chissenefrega se 250 persone al giorno muoiono per la tossicità dell’aria che respiriamo. L’Italia da sola riesce a registrare 84.400 decessi prematuri per smog su un totale UE di 491.000. Grazie al congelamento ci saranno altre 40mila vittime che la nuova legislatura potrà commemorare.

“Il tempo a disposizione dell’uomo sta per finire”:


La scalata con Greenpeace alle ciminiere della Montefluos di Spinetta Marengo
 

15 mila scienziati scrivono una disperata lettera all’umanità. “A 25 anni dal primo appello c’è stato un solo miglioramento ambientale: la riduzione del buco dell’ozono”. In 25 anni, c’è stata una riduzione del 26% dell’acqua fresca disponibile per persona, una riduzione del 29% nel numero di mammiferi, rettili, anfibi e pesci, una crescita del 75% del numero di zone morte nell’oceano, la perdita di circa 300 milioni di acri di foreste. (continua)



La sicurezza dei fiumi non si fa tagliando gli alberi sulle sponde.

Come si illudono alcuni sprovveduti alessandrini che sono andati in corteo in Regione (clicca qui)
Quali interventi sono invece necessari (casse di esondazione) per mettere in sicurezza i corsi d’acqua (Tanaro e Bormida): li indica (clicca qui) l’ex assessore all’Ambiente, Claudio Lombardi. L’analisi è lucida, peccato non realizzata anche per l’inerzia della sua Giunta (centrosinistra). Purtroppo l’attuale assessore è Paolo Borasio (Giunta centrodestra): nel suo curriculum c’è solo che è tifoso dell’Alessandria Calcio.

L’alluvione è una faccia dei cambiamenti climatici.

Giorgio Nebbia (clicca qui) analizza le cause (le attività umane) delle “bizzarrie” climatiche: l’alternarsi di siccità e allagamenti, e stigmatizza in particolare le responsabilità politiche che determinano le alluvioni e le distruzioni. Denuncia che un Servizio Idrogeologico Nazionale sarebbe, esso sì, la “grande opera” che necessita all’Italia, in grado di evitare disastri umani e costi economici. Anzi creerebbe migliaia di posti di lavoro.

Cambiamenti climatici: l’altra faccia delle alluvioni è la siccità.

Dove scompare la pioggia i terreni inaridiscono e sono preda di incendi In Italia le riserve idriche si sono dimezzate in appena sette anni. E di acqua dolce utile ce n’è pochissima: appena lo 0,5% di un globo per il 70% fatto d’acqua. Con lo 0,5% devono vivere miliardi di esseri umani, con la loro agricoltura e allevamenti. Il circolo è vizioso: la siccità provoca scarsi raccolti, si rimedia aumentando le superfici coltivabili a scapito delle foreste, la deforestazione aumenta le emissioni di anidride carbonica, la quale peggiora ulteriormente gli eventi estremi, tra cui la siccità. Già oggi il 60% dell’umanità vive in aree colpite da stress idrico.

Aiutiamoli a casa loro: innanzitutto riduciamo nel pianeta le emissioni inquinanti.

Nella cartina: il boom dei fenomeni migratori a causa dei cambiamenti climatici, ovvero del riscaldamento globale, per uragani, cicloni, siccità, desertificazione,1 alluvioni, tifoni, piogge monsoniche.  Il rapporto Lancet Countdown prevede un miliardo di rifugiati climatici entro il 2050. Non solo, nei paesi ricchi si diffonderanno le malattie tropicali.

Ue, Usa e Cina i maggiori inquinatori di anidride carbonica. Italia sempre peggio.

Il più diffuso dei gas che provocano i cambiamenti climatici (siccità + alluvioni) ha raggiunto il record degli ultimi 800mila anni. E’ in continua progressione: tra 20 anni l’aumento della temperatura globale renderà il pianeta inospitale. Negli ultimi anni la Cina ha ridotto le emissioni, invece l’Italia le ha aumentate.
Ma ad Alessandria (Comune top ten dell’inquinamento atmosferico) hanno trovato la soluzione per evitare almeno le alluvioni: tagliare gli alberi alle sponde dei fiumi (clicca qui).

Essendo queste le mappe ISPRA delle popolazioni esposte a rischio alluvioni e frane.

E’ più opportuno spendere per affrontare il dissesto idrogeologico oppure per opere inutili e dannose come i TAV? Dal 2010 al 2016 in Italia si sono registrati 242 eventi catastrofici: 52 casi di allagamenti da piogge intense, 98 di danni alle infrastrutture da piogge intense, 8 di danni al patrimonio storico, 44 di frane, 40 di esondazioni fluviali, 56 giorni di stop a metro e treni urbani, 145 morti, 40mila evacuati, 56 casi di stato di emergenza, 7,6 miliardi di danni alle attività produttive.

E’ nelle merci la vera causa del riscaldamento planetario.

E’ nei processi della loro produzione, nell’uso che ne viene fatto e nei processi di eliminazione dei rifiuti. Se si vuole rallentare gli effetti nefasti degli inquinamenti e dei mutamenti climatici bisogna agire sulla modificazione tecnologica delle merci esistenti, sulla diminuzione della massa delle merci usate e sprecate nei paesi ricchi, perché i paesi poveri di più merci avranno bisogno, se non altro per uscire dal buio della miseria e delle malattie. Clicca qui Giorgio Nebbia.

La democrazia alla prova dei conflitti ambientali.

Questa pubblicazione, tratta dall’omonimo seminario, in collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Politiche della Sapienza Università di Roma e il Centro di Do­cumentazione sui Conflitti Ambientali (CDCA), disamina il complesso tema dei conflitti socio-ambientali e della partecipazione democratica dei cittadini nei processi decisionali finalizzati alla gestione del territorio e delle risorse naturali. Interventi di Giorgio Nebbia, Marianna Stori, Giovanni Ruocco. Luca Scuccimarra, Marica Di Pierri, Giovanni Moro, Fabio Giglioni, Alessandro Beupcke, Renato Grimaldi, Pietro Dommarco. Clicca qui.

Non è civiltà quella che prevede di ammalarsi e morire perché si respira.

Difendiamoci dall’inquinamento della Valle Padania partecipando a queste due petizioni:

Appello al presidente della Repubblica clicca qui.
Petizione ai Presidenti delle Regioni della Valle padana clicca qui.
Intanto, su input di “AmbienteScienze” di Cremona, si sta avviando una iniziativa nazionale, alla quale anche noi aderiamo, col titolo “RiambientiAMOci”, il cui logo è quasi pronto e il suo blog, www.riambientiamoci.it è in fase di costruzione.
Clicca qui Luca Mercalli “Smog nelle città è già allarme”
Clicca qui Valentina Frezzato “resta alta l’allerta per le PM10”

Il riscaldamento globale è provocato dall’uomo e non da eventi naturali.

Basta una occhiata al famoso grafico realizzato nel 1998 da Mann, Bradley e Hughes, semplice ma frutto di rilievi e calcoli molto complessi. E’ evidente l’impennata del riscaldamento dall’inizio della Rivoluzione industriale. L’anidride carbonica, responsabile di oltre il 63% del riscaldamento globale, ha una concentrazione nell’atmosfera che supera il 40% dei livelli precedenti l’era industriale.

Il 2016 è l’anno record per l’incremento della temperatura e nell’Artico la situazione è drammatica.

Si va verso il picco delle emissioni? Non solo per l’arrivo della presidenza Trump che rallenterà la crescita delle rinnovabili, ma per l’accelerazione sul fronte dei fossili che determinerà una riduzione dei prezzi di gas e petrolio e per l’allontanamento dell’adozione di una carbon tax.
Quali le variabili in gioco? Clicca qui una analisi di Gianni Silvestrini.