Autore: Admin
tutta la Valle Scrivia nel mirino di iniziative a rischio ambiente
Casale contro Mirabello
si respira zolfo
Biogas o Biaffare?
le iniziative di Medicina Democratica all’Assemblea Nazionale
-
bilancio d’esercizio 2012 e deliberazioni conseguenti;
-
promozione di campagne nazionali di Medicina Democratica con particolare riguardo a iniziative comuni e condivise con i movimenti;
-
rilancio della iniziativa per ricordare Michelangiolo Bolognini;
-
valutazione dello stato della rivista “Medicina Democratica”
-
valutazione sullo stato delle vertenze legali in corso
La discussione prosegue per identificare le cause del mancato sviluppo di tali iniziative e su come attivarle, con particolare riferimento a iniziative in grado di autofinanziare l’associazione quali:
ad Alessandria parte il processo alla Michelin di Spinetta Marengo
NO TAV Terzo Valico a passo di carica
Leggi tutto
Interrogazione al Senato della Repubblica sul Terzo Valico
Leggi tutto
VENERDI’ 24 MAGGIO:
Presentazione del Progetto Esecutivo ad Arquata Scrivia
Corri con la tua bandiera la StraNovi
Assemblea pubblica a Pontecurone
Assemblea pubblica a San Quirico
Nel ricordo di Matteotti e Falcone
NEL RICORDO DI MATTEOTTI CONTRO IL FASCISMO CHE TORNA
Si e’ svolto mercoledi’ 22 maggio 2013 a Viterbo presso il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” un incontro di riflessione in memoria di Giacomo Matteotti, nell’anniversario della nascita del martire antifascista il 22 maggio 1885. Nel corso dell’incontro sono stati letti alcuni brani da scritti e discorsi del parlamentare socialista assassinato dai sicari mussoliniani nel 1924.
*
“L’uomo che sapeva dare l’esempio” e i nostri compiti oggi Al termine della commemorazione il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ribadito la necessita’ di restare fedeli all’esempio di Matteotti e di proseguirne la lotta contro il sistema dello sfruttamento, contro il regime della corruzione, contro la violenza fascista. Giacomo Matteotti e’ un autentico maestro della nonviolenza in cammino; un inflessibile oppositore della guerra; un socialista antiautoritario; un difensore nitido e intransigente della democrazia integra e progressiva; un suscitatore della consapevolezza e dell’impegno morale, civile, sociale, politico; uno strenuo sostenitore del dovere della verita’. Nel ritratto che di Matteotti scrisse Piero Gobetti all’indomani dell’omicidio e’ rievocata l’opposizione di Matteotti alla guerra, la militanza socialista avversa ad ogni demagogia ed ogni politicantismo, la difesa dei lavoratori delle campagne, l’austerita’ dei costumi, l’opposizione al fascismo: “Egli rimane come l’uomo che sapeva dare l’esempio”. E basta scorrere una qualunque raccolta degli scritti e dei discorsi di Matteotti per cogliere il rigore intellettuale, morale e politico con cui conduceva le sue inchieste e presentava le sue denunce, rischiarava le coscienze, organizzava la lotta. Dalle pagine che ancora una volta oggi abbiamo riletto emerge tutta la chiarezza e la precisione con cui ricostruiva e smascherava le violenze degli agrari, del militarismo e della guerra, degli squadristi assassini, della macchina dello stato asservita a una cricca criminale; emerge tutta l’acutezza e la profondita’ della sua analisi dell’oppressione, mirabilmente descritta ed interpretata e denunciata nelle sue premesse e nei suoi effetti, nei suoi meccanismi e nelle sue complicita’, nella sua ideologia e nelle sue pratiche scellerate; emerge tutta la grandezza del suo appello alla solidarieta’ in difesa della dignita’ umana, alla lotta contro lo sfruttamento e l’oppressione e la violenza, all’impegno per la liberazione dell’umanita’. Scriveva: “Mai come in questo periodo di tempo la legge e’ divenuta una finzione, che non offre piu’ nessuna garanzia per nessuno… Ottanta cittadini italiani sono stati in quest’anno uccisi impunemente dai cittadini che godono il privilegio fascista… Migliaia di cittadini sono stati bastonati, percossi, feriti…”. Scriveva: “Nel nome della Patria si riducono in servitu’ i tre quarti degli Italiani e si lascia che, sotto la etichetta del bene della Nazione, la nuova classe dirigente soddisfaccia interessi personali, sfoghi rancori, vendette o meschine ambizioni. E per trastullare il popolo asservito, si torna a largirgli, come nei tempi corrotti di schiavitu’ politica, lo spettacolo di feste, parate, cortei, gesti retorici…”. Sono parole che non si possono rileggere senza fremere, senza sentirne l’appello anche a noi rivolto, il richiamo ai nostri odierni doveri, alla lotta che ancora e di nuovo oggi e’ da condurre contro il regime della violenza e della corruzione, contro l’eversione dall’alto, contro i poteri criminali, contro il fascismo che torna. Come dicevamo anche nella commemorazione dello scorso anno, “possa il suo rigore morale e politico, la sua limpida onesta’ e intransigenza, illuminarci ancora nella lotta contro la guerra assassina, nella lotta contro i regimi e i poteri criminali, nella lotta per la liberazione dell’umanita’ oppressa e sfruttata, nella lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani”.
*
Una breve notizia biobibliografica
Giacomo Matteotti, nato a Fratta Polesine nel 1885, laureato in giurisprudenza, militante socialista, pubblico amministratore, organizzatore dei lavoratori, parlamentare, oppositore fierissimo del fascismo, il 10 giugno 1924 venne sequestrato ed assassinato dai sicari fascisti. Tra le riflessioni e testimonianze in sua memoria particolarmente commovente il saggio commemorativo pubblicato da Piero Gobetti nello stesso 1924, dapprima su “La rivoluzione liberale” poi in opuscolo. In esso leggiamo anche la seguente lapidaria definizione di Matteotti: “Egli rimane come l’uomo che sapeva dare l’esempio”. Opere di Giacomo Matteotti: una raccolta di interventi di Matteotti e’ nel volumetto Reliquie, Dall’Oglio, Milano 1964. Opere su Giacomo Matteotti: cfr. almeno Piero Gobetti, Per Matteotti. Un ritratto, Il Melangolo, Genova 1994; cfr. anche almeno la raccolta documentaria a cura di Giuseppe Rossini, Il delitto Matteotti, Il Mulino, Bologna 1966. Dal sito de “La storia siamo noi” riprendiamo per estratti la seguente breve notizia biografica: “Giacomo Matteotti nasce a Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, il 22 maggio del 1885. I Matteotti sono una famiglia benestante. Dopo il liceo, Giacomo si iscrive alla facolta’ di Giurisprudenza dell’Universita’ di Bologna, dove si laurea con una tesi in diritto penale. Le prime testimonianze della sua militanza politica risalgono al 1904, quando inizia a collaborare al periodico socialista di Rovigo ‘La Lotta’. Non sappiamo su quali letture maturi la sua fede politica, ne’ come viva i contrasti interni al partito socialista dei primi anni del secolo. I biografi di Matteotti ci raccontano che dalla fine del 1910 il giovane socialista e’ fra i protagonisti della vita politica e amministrativa di Rovigo, che nel 1912 e’ un fiero avversario della guerra di Libia, e che allo scoppio della prima guerra mondiale si schiera risolutamente per la neutralita’… Quando viene eletto deputato – nelle elezioni del 1919 -, ha notevoli competenze, acquisite attraverso l’esperienza di amministratore locale. Ma e’ con l’opposizione al regime fascista che Matteotti diviene un leader politico di livello nazionale. Come la maggior parte dei suoi compagni di partito, egli vede nel fascismo la reazione della borghesia alle lotte del movimento operaio. Vuole combattere il regime coniugando socialismo e democrazia e rivendicando l’importanza della questione morale. Nell’ottobre del 1921, al congresso socialista di Roma, la spaccatura fra riformisti e massimalisti diventa insanabile. Matteotti si schiera con i riformisti di Turati ed esce dal partito dando vita ad una nuova formazione politica: il Partito socialista unitario… Il 30 maggio del 1924 denuncia alla Camera dei deputati le violenze e i brogli elettorali che hanno portato il partito di Mussolini al 66,3% dei consensi. Nei mesi precedenti ha anche scoperto il giro d’affari che lega il fascismo alla compagnia petrolifera Sinclair Oil, ed e’ pronto a rivelarlo. Si iscrive a parlare alla Camera per la seduta dell’11 giugno, ma il giorno prima e’ rapito e trucidato dai fascisti”. Dalla voce a Matteotti dedicata nella Wikipedia riprendiamo per estratti la seguente notizia bibliografica: a) opere di Giacomo Matteotti: “La recidiva. Saggio di revisione critica con dati statistici, Milano, Fratelli Bocca, 1910; Un anno di dominazione fascista, Roma, Tip. italiana, 1923; edizione inglese: The fascisti exposed. A Year of Fascist Domination, translated by E. W. Dickes, Londra, Indipendent Labour Party Publication Department, 1924; rist. Howard Fertig, 1969; edizione tedesca: Fascismus in Italien. Grundlagen – Aufstieg – Niedergang (con Hanns Erich Kaminski), Berlino, Verlag fur Sozialwissenschaft, 1925; edizione francese: Une annee de domination fasciste, Bruxelles, Maison nationale d’edition, 1924; Il fascismo della prima ora. Pagine estratte dal “Popolo d’Italia”, Roma, Tipografica italiana, 1924; Reliquie, Milano, Corbaccio, 1924; Contro il fascismo, Milano-Roma, Avanti!, 1954; Discorsi parlamentari, 3 voll., Roma, Stabilimenti tipografici Carlo Colombo, 1970; Scritti e discorsi, Milano, Aldo Garzanti, 1974; Scritti e discorsi, Venezia, Marsilio, 1981; Scritti sul fascismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1983; Giacomo Matteotti 1885-1985. Riformismo e antifascismo. Scritti e discorsi, testimonianze, contributi, Roma, Ediesse, 1985; Lettere a Velia, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1986; Sulla scuola, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1990; Sul riformismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1992; Lettere a Giacomo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 2000; Scritti giuridici, 2 voll., a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 2003; La questione tributaria, a cura di S. Caretti, Manduria, P. Lacaita, 2006; Scritti economici e finanziari, a cura di S. Caretti, 2 voll., Pisa, Plus, 2009; L’avvento del fascismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Plus, 2011; Epistolario: 1904-1924, a cura di S. Caretti, Pisa, Plus, 2012″; b) opere su Giacomo Matteotti: “Luigi Cyaheled, Matteotti e’ vivente, Napoli, Casa Editrice Vedova Ceccoli & Figli, 1924; Giuseppe Rossini (a cura di), Il delitto Matteotti tra il Viminale e l’Aventino, Bologna, Il Mulino, 1968; Antonio G. Casanova, Matteotti. Una vita per il socialismo, Milano, Bompiani, 1974; Ives Bizzi, Da Matteotti a Villamarzana. 30 anni di lotte nel Polesine (1915-1945), Treviso, Giacobino, 1975; Stefano Caretti, Matteotti. Il mito, Pisa, Nistri-Lischi, 1994; Mauro Canali, Il delitto Matteotti. Affarismo e politica nel primo governo Mussolini, Bologna, Il Mulino, 1997; Valentino Zaghi, Giacomo Matteotti, Sommacampagna, Cierre, 2001; Omaggio a Matteotti nell’ottantesimo anniversario della morte (1924-2004), a cura di Matteo Monaco. Roma, Ulisse, 2005; Mauro Canali, Il delitto Matteotti, Bologna, Il Mulino, 2004; Stefano Caretti, Il delitto Matteotti tra storia e memoria, Manduria- Bari-Roma, Lacaita Editore, 2004; Nunzio Dell’Erba, Matteotti: azione politica e pensiero giuridico, in “Patria indipendente”, 28 maggio 2004, a. LIII, nn. 4-5, pp. 21-23; Stanislao G. Pugliese, Fascism, Anti-fascism, and the Resistance in Italy: 1919 to the Present, Rowman & Littlefield, 2004; Enrico Tiozzo, La giacca di Matteotti e il processo Pallavicini. Una rilettura critica del delitto, Roma, Aracne, 2005; Gianpaolo Romanato, Un italiano diverso. Giacomo Matteotti, Milano, Longanesi, 2010; Giovanni Borgognone, Come nasce una dittatura. L’Italia del delitto Matteotti, Bari, Laterza, 2012″.Il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo
NEL RICORDO DELLE VITTIME DELLA STRAGE DI CAPACI
Si e’ svolto nella mattinata di giovedi’ 23 maggio 2013 a Viterbo presso il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” un incontro in memoria delle vittime della strage di Capaci del 23 maggio 1992. * Nella giornata in cui si fa memoria delle vittime della strage di Capaci – ha detto il responsabile della struttura nonviolenta viterbese – ogni persona di volonta’ buona ed ogni istituzione democratica rinnova un impegno ineludibile: l’impegno a contrastare il potere mafioso. Ma questo impegno richiede limpidezza di comportamenti e rigore di ragionamento; esso non si esplica con la retorica di circostanza e le trovate spettacolari, esso non ammette ambigue alleanze e vili disattenzioni, complici indifferenze e chiassose distrazioni. L’impegno a contrastare il potere mafioso richiede la rottura delle contiguita’ con quanto al potere mafioso e’ funzionale e quanti vi sono collusi; richiede la fine della subalternita’ agli stili di pensiero, ai modelli di condotta e alle concrezioni di potere che col potere mafioso hanno stretto patti, raggiunto accordi sia pur taciti, e con esso hanno affinita’ ideologiche ed omologie di metodo e fini, intrattengono scambi di favori ed intrecci di costumi, occulte o flagranti cointeressenze pratiche. In una parola: la lotta alla mafia richiede la fine dei proclami generici e l’adozione di analisi, scelte, iniziative adeguate e concrete: ovvero la teoria e la pratica che nessuno meglio del Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato” di Palermo ha saputo elaborare, proporre, attuare. Nella giornata in cui si fa memoria delle vittime della strage di Capaci questo va detto in primo luogo: che opporsi alla mafia e’ dovere di tutti. Che opporsi alla mafia implica altresi’ opporsi al sistema dello sfruttamento, al regime della corruzione, all’eversione dall’alto, al fascismo che torna. Che opporsi alla mafia implica riconnettersi alla Resistenza antifascista ed al suo frutto migliore: la Costituzione della Repubblica Italiana e il suo progetto di democrazia progressiva. Che opporsi alla mafia significa continuare sempre ed ovunque la lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa della biosfera, per la liberazione dell’umanita’. La nonviolenza, che e’ la lotta di liberazione dell’umanita’ contro tutte le menzogne e le violenze, e’ in cammino. La nonviolenza, che e’ l’antifascismo vivente, che e’ l’antimafia coerente, che e’ l’antibarbarie in azione, convoca alla lotta per un’umanita’ di persone libere ed eguali in diritti. Nel nome e nel ricordo delle vittime della strage di Capaci. Nel nome e nel ricordo di tutte le persone che si sono opposte alla violenza. Nel nome e nel ricordo di tutte le persone che hanno lottato per la dignita’, l’uguaglianza e la liberta’ di tutti gli esseri umani. La mafia puo’ essere sconfitta, quindi deve essere sconfitta. La nonviolenza e’ piu’ forte.
Il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo
Unione Europea: smaltimento definitivo dell’amianto entro il 2028
-
introduzione di un registro pubblico degli edifici degli Stati membri contenenti amianto;
-
sostegno alle associazioni delle vittime;
-
definizione di una tabella di marcia degli interventi e la garanzia che gli ispettori che operano sul campo siano dotati di attrezzature di protezione adeguate e che gli addetti alla rimozione siano sufficientemente qualificati.
post scriptum
Solvay ammette le proprie azioni dolose pur di far fuori la testimone
Scommettiamo? Cento a uno, che la dottoressa Chiara Cataruzza si avvarrà della facoltà di non rispondere, uscendo di fatto dal processo quale testimone pericolosissimo sia per Ausimont che per Solvay apparentemente avversari. A dimostrazione (ennesima) che l’eccezione della Solvay alla sua partecipazione come teste, e tramite il paradosso giuridico di indicarla addirittura come imputata dei capi d’accusa, con tanto di prove, era stata preventivamente preparata con l’Ausimont e Cataruzza. A dimostrazione che Solvay e Ausimont fingono di litigare tra loro, come i ladri di Pisa. Scommettiamo?
Clicca qui Corriereal “Processo polo chimico: scommettiamo?”
Leggi tutto “Solvay ammette le proprie azioni dolose pur di far fuori la testimone”
mangiare carne non è una scelta come un’altra
licenziato il PR solvay per il boomergang pubblicitario della stralessandria
Clicca qui Barbara Tartaglione “L’Input della contestazione”
Clicca qui Roberto Gilardengo “La corsa che unisce e lo sponsor che divide”
Clicca qui Emma Camagna “Attesi maltempo e grillini che vogliono oscurare il logo Solvay”
Clicca qui Ettore Grassano “Alessandrini, ignavi che nascondete la testa nella sabbia”
Clicca qui Pennatagliente “Boomerang pubblicitario”
Clicca qui Lumina e Malerba “StrAlessandria: invito a coprire lo sponsor”
Cosa non si fa per soldi. L’omertà delle testimoni al processo Solvay
Caterina Di Carlo, con tutti i suoi “Non so”, “Non ricordo”, è stato battezzata “la smemorata di Spinetta”, surclassando il famoso “smemorato di Collegno”. Facendo suo il proverbio, la colta “ingegnere ambientale” di collegamento fra l’imputato Canti e il quartier generale di Bruxelles ha preferito passare da ignorante piuttosto che da brigante, a giustificare così l’elevato livello retributivo. A scuola, a forza di insistere a insegnarle ingegneria ambientale, le avevano fatto odiare l’ambiente.
Ennesimo incidente alla Solvay di Spinetta Marengo
Ennesima smentita della buona fede della Solvay al processo.
clicca qui La Stampa
responsabilità penali e/o responsabilità morali nel processo Solvay, prossima udienza il 13 maggio con testi d’eccezione
StrAlessandria: Solvay e Comune come i ladri di Pisa. Fanno finta di litigare in Tribunale e in Piazza corrono insieme.
Clicca qui Pennatagliente
Clicca qui Città Futura “StrAlessandria:scopriamo la città, copriamo lo sponsor”
Clicca qui La Stampa “Alla StrAlessandria con la t-shirt Solvay?”
Clicca qui La Pulce on line “Sponsor nemico della StrAlessandria?”
Mi rivolgo a voi che partecipereste alla StrAlessandria 2013. La corsa è una gran bella iniziativa sportiva della nostra città, con una forte partecipazione della cittadinanza giovanile, che sa che lo sport fa bene alla salute. Ma avete pensato che correreste con una maglietta che sponsorizza Solvay? Avete pensato che voi sponsorizzereste la più grande azienda chimica presente sul nostro territorio, quella che da mesi è alla sbarra in Corte d’Assise del Tribunale di Alessandria nel processo in cui sono imputati 8 dei suoi massimi dirigenti per inquinamento doloso delle falde dell’acquedotto cittadino e dolosa omessa bonifica? Consiglio di controllare l’etichetta delle bottiglie di acqua che verranno distribuite per dissetare i corridori, che non riportino la dicitura “sorgente Solvay”, potrebbe essere dopante anzi letale. Mi chiedo se voi, donne uomini bambini che partecipereste a questa corsa, siete a conoscenza di quanto accade nella vostra città. Venite a vedere la realtà drammatica, che coinvolge anche la vostra salute, negli occhi degli ammalati e dei famigliari dei defunti che sono in aula del Tribunale. O vi fate circuire dalla propaganda Solvay con la sua pubblicità ricca di belle immagini e slogan in cui essa afferma di avere e condividere con la popolazione valori per migliorare la qualità della vita? Non sono insultanti queste affermazioni? Sono davvero gli stessi interessi che condividiamo noi cittadini che invece pretendiamo un ambiente salubre e la tutela della salute? Piuttosto che correre con la maglietta Solvay, pagata dalla Solvay, in una corsa pagata dalla Solvay, io invito la cittadinanza a recarsi, sarebbe bello correndo, presso il Tribunale ove si svolge il processo, a presenziare alle udienze alle quali mi troverete sempre, per ascoltare quel che dicono gli avvocati della difesa e dell’accusa mentre si alternano negli interrogatori ai testimoni. Fatevi un’idea con la vostra testa. È arrivato il momento di scegliere da che parte stare, se veramente vogliamo fare qualcosa per il benessere del futuro di tutti noi. Senza la salute non esiste il lavoro, è un’equazione fondamentale e pertanto non possiamo non indignarci davanti a cotanta indifferenza. Sarà meglio correre verso il nostro futuro!
Barbara Tartaglione – Medicina democratica Movimento di lotta per la salute Sezione provinciale di Alessandria.
Solvay E La Banda Di Malfattori
…per i quali i malati e i familiari dei defunti usano definizioni ben più
pesanti.
Clicca qui Pennatagliente “Processo Solvay: udienza del 6 maggio”
Clicca qui Alessandrianews Maffiotti: “inquinanti ancora oltre i limiti”
Clicca qui La Stampa “Così a Spinetta celavano i veleni”
Clicca qui La Stampa “Bonifica del polo chimico? Servono da 10 a 20 anni”
Clicca qui Il Piccolo “Caso Solvay: Erogata acqua nociva all’uomo”
Clicca qui Tuono News “Processo polo chimico”
per la salvezza della Solvay serve un piano industriale
Il futuro dello stabilimento chimico della Solvay di Spinetta Marengo sta in una vera bonifica, altrimenti chiuderà. Per la salvezza serve un piano industriale quale quello messo a punto da Medicina democratica per la Solvay di Rosignano (Livorno).
Infatti il conflitto che in Alessandria oppone la multinazionale belga alle Parti civili e al Pubblico ministero ha la sua ragione di essere notevole.
E’ nell’eventualità di una condanna anche a 15 anni di reclusione per i suoi otto dirigenti. E’ soprattutto nella preoccupazione per i costi economici che discendono dalla condanna. Non quelli dei risarcimenti alle parti lese: per un colosso internazionale sono inezie, in conto rischi e facilmente assorbibili rispetto agli utili astronomici di una impresa leader mondiale. Il vero costo, invece, una bella botta per gli azionisti di Bernard de Laguiche, sarebbe la condanna a pagare la bonifica di un milione di metri cubi di veleni tossici e cancerogeni, una ventina, tra i quali il cromo esavalente non è neppure il più micidiale, sotterrati sotto e accanto alla fabbrica. Bonificare significa togliere dal terreno la massa velenosa che altrimenti continuerà a sciogliersi nella gigantesca falda acquifera sottostante. Una spesa considerevole anche per azionisti che in dieci anni hanno pur collezionato utili stratosferici. Quando i belgi nel 2002, al termine di una lunga e complessa contrattazione, hanno comprato lo stabilimento bacato e conveniente, sapevano perfettamente, come tutti, dal primo cittadino all’ultimo operaio, meglio di tutti: come dimostrano la documentazione sequestrata e le intercettazioni telefoniche, sapevano questa drammatica situazione di inquinamento. Ecco che, piuttosto che estrarre i veleni dai terreni, piuttosto che estrarre i miliardi dalle loro tasche, hanno ordinato ai propri dirigenti di nascondere discariche e analisi e imbrogliare gli enti pubblici, cioè commettere reati, scientemente, con dolo: proprio come segnano i capi di imputazione: “avvelenamento doloso delle acque e dolosa omessa bonifica”. Ecco che poi, nel 2008, scoppiato il bubbone pubblico, avviato il procedimento penale, hanno proposto una bonifica finta, assai meno costosa (dai 2,5 ai 12 milioni, secondo le indiscrezioni di stampa). Hanno subito trovato una sponda giusta in Lorenzo Repetto, allora presidente dell’Amag, per un finto piano di bonifica costoso per gli enti pubblici e inutile: una impossibile “sciacquatura” delle acque avvelenate prelevate dalla falda, come raccogliere con un cucchiaio l’acqua dal lago. E’ inquietante il ruolo di faccendiere che emerge anche dalle intercettazioni, ma altresì sconcertò la compiacenza del Comune (sindaco Fabbio) a questo “piano Amag” di cui ora tutti ridono ma allora sputtanato solo da noi. Ora Solvay e alcuni sindacalisti e politici dicono: la vera bonifica non è possibile, costa troppo all’azienda che minaccia di chiudere la fabbrica. Il classico ricatto occupazionale. Dura da sempre: da quanti decenni rivendicammo l’Osservatorio ambientale della Fraschetta con al primo punto la richiesta delle indagini idrogeologiche ed epidemiologiche? Se i politici ci avessero ascoltato, oggi non saremmo a questo punto. A questo punto è comprensibile la disinvoltura della dispendiosa campagna mediatica “Operation adoucir les journalistes” orchestrata da Paolo Bessone, ovvero la foga con cui Solvay si sta battendo in Corte d’Assise per evitare una onerosa condanna ai suoi azionisti, ingaggiando in aula più famosi avvocati d’Italia e umiliando ammalati e parenti dei defunti. Mentre attende con preoccupazione che la Magistratura apra il secondo filone processuale per i gravissimi inquinamenti da PFOA, PFIB ecc. a danno di lavoratori, cittadini e ambiente, come documentato dai nostri esposti anche con le analisi del sangue dei dipendenti.
come salvare lo stabilimento Solvay, l’ambiente e l’occupazione
Siamo in grado di offrirvene una bozza: clicca qui.
Serva da meditazione ed esempio per il futuro della fabbrica di Spinetta Marengo.
il dramma PFOA alla Solvay
La denuncia partì da Medicina Democratica ed è ripetutamente riproposta: su questo blog potete contare nella colonna “Argomenti” ben 43 interventi sul PFOA.
Ad esempio clicca qui la relazione svolta da Lino Balza presso l’Auditorium del Liceo Scientifico Leibniz di Bormio.
Scarso rilievo hanno ottenuto le nostre denunce sui giornali locali.
Solvay mostra il volto buono…
chiuso un altro pozzo a Spinetta Marengo
Clicca qui La Stampa
Clicca qui Il Piccolo
altre grane giudiziarie per Lorenzo Repetto
Ogm alla Roquette di Cassano Spinola
Prima gli affari poi la salute
L’allegra gestione dell’azienda acqua e gas
Solvay elimina i veleni a Spinetta Marengo?
Solvay: a Bussi come a Spinetta
telefonini e tumori
TAV Terzo Valico: le balle della cisl
Clicca qui Antonello Brunetti.
Borioli e Fornaro deputati indecenti
E’ stata presentata in Parlamento una interpellanza sul Terzo Valico firmata da tre componenti del PD, ossia Stefano Esposito, Daniele Borioli e Federico Fornaro. Anzitutto sorprende la mancanza di decenza da parte dei due alessandrini che si aggregano a quell’Esposito di Torino che si distingue per la sua intolleranza, arroganza e odio nei confronti degli abitanti della Val di Susa.Non aggiungo altro su Esposito se non la considerazione che a lui si adatterebbe benissimo il detto “Un bel tacer non fu mai scritto”, non certo per mancanza di liberalità ma per le sue continue altezzose e ricercate provocazioni. Andare a chiedere a questo individuo favorevolissimo all’Alta Velocità di firmare un documento relativo alla moratoria Terzo Valico sinceramente ci sorprende per la totale mancanza di pudore. Infatti questo blando documento che non fa alcun accenno agli espropri in corso, alle frenetiche attività genovesi per partire al più presto, richiama continuamente come esempio da seguire (sic!) la linea devastatrice della Val di Susa. Un esempio: Un modello da perseguire è quello della Val di Susa ove “si armonizza il processo di progettazione e realizzazione della nuova linea ferroviaria AC Torino-Lione con le esigenze di tutela e valorizzazione dell’ecosistema e delle comunità locali “ Occorre puntare “all’attuazione di un analogo strumento di concertazione che accompagni il processo di completamento della progettazione e di realizzazione della linea ferroviaria AV/AC Genova-Milano, tratta denominata “Terzo Valico”, che presenta caratteristiche dimensionali, finanziarie e di complessità ambientale del tutto simili alla linea ferroviaria AC Torino-Lione”. Il documento prosegue – senza che mai appaiano parole come espropri, amianto, traffico, cave, spreco di miliardi, priorità, inutilità dell’opera, alternative, ecc. – con l’invito a “demandare all’Osservatorio Tecnico la valutazione, l’approfondimento e le decisioni inerenti le ulteriori istanze avanzate dai Comuni, in particolare in relazione agli aspetti di maggior tutela della salute e dell’ambiente e ai processi di armonizzazione tra gli obiettivi di sistema dell’opera e le sue possibili ricadute positive sul piano dello sviluppo territoriale locale”. Brrr, si drizzano i capelli in testa a leggere ’ste cose: ma chi glel’ha dettate ? Chiappe-Revello?Antonello Brunetti
il nobel alla strategia rifiuti zero
Messaggio per i soci
- discussione e approvazione del bilancio d’esercizio 2012 e deliberazioni conseguenti;
- eventuali proposte di integrazioni del Consiglio Direttivo;
- promozione di campagne nazionali di Medicina Democratica con particolare riguardo a iniziative comuni e condivise con i movimenti;
- rilancio della iniziativa per ricordare Michelangiolo Bolognini;
- valutazione dello stato della rivista “Medicina Democratica” alla luce della -acquisizione della testata da MD Coop e alla sua valenza di organo della associazione; discussione su iniziative da promuovere per favorirne la diffusione e allargare la partecipazione redazionale delle sezioni;
- valutazione sullo stato delle vertenze legali in corso e sui modi del coinvolgimento degli associati per future iniziative giudiziarie.
Medicina democratica parte civile contro Fibronit
Sabato 4 maggio porte aperte al No dal Molin
Dopo cinque anni, la nuova base statunitense imposta nell’area a Vicenza sta per diventare operativa. Se prima ci opponevamo a un cantiere, ora ci opponiamo a una base di guerra e alle sue conseguenze distruttive, siano esse nel territorio che abitiamo o in luoghi lontani dalle nostre case. Leggi l’appello.
finanziato dalla comunità europea
le risposte del governo ai no tav terzo valico
La resa e chi non si arrende. Leggi tutto
le scorie nucleari dimenticate nei depositi di Bosco Marengo…
Forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio.
unanime no di pontecurone al tav terzo valico
alla sbarra registi e attori della catastrofe chimica della solvay di spinetta marengo: prossima udienza il 24 aprile
Clicca qui Uno Notizie
Clicca qui Alessandria News
Clicca qui CorriereAl
Clicca qui PennaTagliente
Premio Attila Alessandria 2012 vince Cogliati, solvay

Clicca qui PennaTagliente
Clicca qui Forum Alessandria
Clicca qui La Provincia Pavese
mettere fine a questa follia
Leggi tutto
Info, autobus e treni per la marcia popolare del 20 Aprile
Leggi tutto
gli obbiettivi del piano anti amianto
Clicca qui un primo commento di Medicina democratica.
i prossimi appuntamenti verso la marcia del 20 aprile
11 aprile a Serravalle Scrivia. 13 aprile a Pontecurone. 20 aprile marcia popolare da Novi Ligure a Pozzolo Formigaro. Clicca qui.
E’ uscito l’ultimo numero di Gaia
Notizie dall’Ecoistituto del Veneto: clicca qui il sommario.