I Bidoni Sepolti di Carbonara Scrivia e i Tumori a Tortona

La bonifica fu una presa in giro. Quanti dei 30 mila mila fusti tossici (ddt, diserbanti ecc.) sono ancora lì?
La denuncia di Carmelo Ciniglio (Medicina democratica):
Alle ultime elezioni amministrative denunciai, suscitando un vespaio, i sospetti sui bidoni ancora interrati, la presa in giro della bonifica, le omissioni e le responsabilità delle autorità pubbliche. I mandanti della banda di delinquenti che non ha esitato a mettere in pericolo la salute dei cittadini, forse non riusciremo più a smascherarli, hanno avuto il tempo per occultare prove e farle sparire. Ma credo che esista il dovere scientifico di stabilire l’attuale pericolosità di quelle sostanze. A Tortona sono aumentati del 30% i tumori alla mammella e al colon, soprattutto nella fascia tra i 30 e i 40 anni.
Una testimonianza di Antonello Brunetti (nel sito http://www.comitatiscrivia.it/):
L’8 febbraio del 1986 scoppia la vicenda Carbonara. La denuncia parte dal Movimento dei Verdi che, stanco di inoltrare segnalazioni, ha provveduto per conto suo a estrarre alcuni bidoni tossici. I due firmatari, Battegazzorre e Peonia, elencano anche le caratteristiche dei contenuti : liquidi catramosi, acido solforico, medicinali e rifiuti ospedalieri, ecc.
Quattro sono le discariche. La più grande in zona Cadano a Carbonara, al Maghisello, in zona Scaura, in zona San Guglielmo. Emergono subito i nomi dei dirigenti dell’Ecolibarna, i componenti della famiglia Giacobone, l’ex sindaco di Tortona Rolandi e l’Edilvie, proprietari di due terreni coinvolti. Io aggiungerei, anche se non sono mai stati fatti sondaggi, due aree castelnovesi: fra la Martina e la testa bianca e sulla riva destra fra Castelnuovo e Alzano. La vicenda giunge sulle pagine nazionali e si provvede a sostituire la Ecosystem che ha fatto solo pasticci rompendo i bidoni e versandone il contenuto sul terreno. C’è l’impegno dei ministri Romita e Zanone, la promessa della magistratura di fare chiarezza sulla vicenda, ma alla fine non ci sarà né un arresto né una multicina. La bonifica viene affidata dallo Stato alla Castalia, una ditta sorta ad hoc e che riesce a fagocitare grosse cifre ma non depura un bel nulla , lasciando monticelli disseminati ovunque, spianate di cemento, laghi fangosi pericolosissimi e probabilmente ancora tanti bidoni sotto terra. L’attenzione scema rapidamente e non appare alcuna relazione finale che elenchi quanto fatto, quanto occorre ancora fare, responsabilità, entità del materiale sepolto e previsioni per le conseguenze future.
Un commento di Danilo Bottiroli:
Per il suo interesse ai numerosi casi di patologia alla tiroide proveniente dal tortonese, nel 1990 chiesi all’oncologo del Policnico San Matteo di Pavia:” Dott. Zonta, crede che ci sia un legame tra le patologie alla tiroide e il ritrovamento di migliaia di bidoni tossici nel greto del torrente Scrivia a Tortona?” La risposta fu: ” Io questo non posso affermarlo, ma è provato che la causa di patologie alla tiroide è dovuta ad agenti inquinanti.” A venti anni di distanza dico solo una cosa e la dico veramente con tristezza e con rabbia: la prima persona che mi informò sulla storia dei bidoni di Brentassi (frazione di Fabbrica Curone) abitava in quella zona e morì poco tempo dopo di tumore alla tiroide. Oggi, per quel che ne so, le patologie alla tiroide nel tortonese sono tantissime! Il mio sospetto è che si inizi a pagare ora le nefandezze del passato. La mia preoccupazione e la mia lotta è fare in modo che i nostri figli non paghino per le nefandezze di oggi e di ieri.

Un servizio di Maria Teresa Marchese su La Stampa (clicca qui)