
Certo che se quasi la metà non sono assicurati all’Inail e quindi non appaiono, si fa presto a dimezzare le statistiche. Clicca qui l’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro.
Movimenti di Lotta per la Salute, l"Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Certo che se quasi la metà non sono assicurati all’Inail e quindi non appaiono, si fa presto a dimezzare le statistiche. Clicca qui l’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro.
Conferenza stampa di presentazione della PIATTAFORMA PER LA DIFESA DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE PUBBLICO a cura delle Associazioni, Movimenti, Reti, Organizzazioni promotrici del “Fronte comune ligure. Insieme per la sanità pubblica”. Clicca qui i Principi di fondo, i Presupposti indispensabili, le Proposte e le Rivendicazioni.
PFAS emergenza sanitaria mondiale: perché non ligure?
La Regione Liguria sottovaluta colpevolmente i costi umani (morti e malattie) e i conseguenti costi economici (cure mediche) derivanti dall’emergenza ambientale e sanitaria provocata dai tossici e cancerogeni PFAS.
Perciò al Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti chiediamo
Che, nell’immediato, disponga che l’Asl si attrezzi per effettuare a ciascun cittadino le analisi del sangue atte ad accertare e determinare la presenza di composti perfluorurati PFAS.
Che, in tempi brevi, programmi le indagini sanitarie collettive per dette analisi tramite campionamenti di sangue a beneficio della popolazione tutta, individuando progressivamente le fasce più a rischio (esempio lavoratori e gestanti) e i sottogruppi statistici dell’indagine epidemiologica (esempio età).
Che, contemporaneamente, predisponga affinchè Arpal esegua indagini ambientali con monitoraggi periodici tramite campionamenti delle acque di superficie e di falda, compreso acquedotti e impianti di depurazione, atte a determinare la presenza di dette sostanze perfluorurate.
Che, contemporaneamente, individui con le organizzazioni sindacali i settori produttivi per l’estensione delle indagini ambientali anche alle emissioni atmosferiche.
Le motivazioni di queste allarmate e urgenti rivendicazioni ambientali e sanitarie in merito ai PFAS sono state compiutamente esposte ai giornalisti nella Conferenza stampa. Clicca qui.
La “garanzia finanziaria” di quasi 5 mila euro, prevista per i richiedenti asilo nel decreto a firma del ministro dell’Interno Piantedosi di concerto con i ministri Nordio (Giustizia) e Giorgetti (Economia), come alternativa al trattenimento in un Cpr (Centro di permanenza per il rimpatrio) in attesa delle pratiche per il diritto d’asilo, è una richiesta simile, e anche peggiore, a quella che pretendono gli scafisti in Libia, Tunisia per far partire i migranti. Non solo per l’entità della somma, da dare per altro in un’unica soluzione, ma anche per l’ignobile ricatto: ‘se non li dai vai a finire nei Cpr, e per quello che ne consegue: essere rinchiuso per un anno e mezzo, almeno, nei lager dei Cpr, dove la pratica delle torture c’è eccome: violenze verso chi si ribella, divieti di comunicare con l’esterno, trattamenti disumani in fatto di sanità, alimentazione, condizioni di detenzione. Meloni, all’Onu – per quanto ha potuto e voluto partecipare, tra banchetti e intrattenimento con la figlia – ha fatto la morale sulla non attenzione degli altri paesi alla lotta contro i trafficanti, alla condizione disumana dei “migranti”, ecc.; poi torna in Italia e si sostituisce ai trafficanti, pretendendo il pizzo con i guanti bianchi della “legalità” di un decreto, ma in aperta violazione della Costituzione. E’ il governo che si fa usuraio, che vuole fare cassa anche sulla pelle dei migranti. Clicca qui.
Piero Fassino piange miseria ma sulla base del suo criterio di stipendio parlamentare, l’Italia era al primo posto in Europa già nell’inchiesta del 2016 con i 10.435 lordi mensili di indennità di base ai suoi deputati. A questa base si aggiunge la “diaria”, il rimborso delle spese di soggiorno a Roma che è fissata in 3.503,11 euro se si partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell’arco della giornata. Poi c’è “rimborso delle spese per l’esercizio del mandato”, 3.690 euro al mese, che può essere speso per stipendiare i collaboratori oppure trattenuto. C’è poi anche il rimborso per le spese di trasporto e di viaggio che ammonta a 1.107 o 1.331 euro al mese a seconda che la distanza da Roma. Oltre alla gratuità di tutti gli spostamenti in treno, aereo e autostrade. E poi, ciliegina sulla torta, un rimborso di 1.200 euro annui per le spese telefoniche, 100 euro al mese. Sommando il tutto viene fuori un compenso complessivo mensile, lordo, per i deputati pari a 19.059,11 o 18.835,11 euro.
Chi vuole può esercitarsi a calcolare il rapporto tra questo stipendio e il salario minimo di 9 euro all’ora lordi.
A Cesena, al convegno di Energia Popolare, la «non-corrente» (sic) bonacciniana del Partito Democratico, mentre con l’aria condizionata i notabili di Bonaccini – tutti con curriculum ominosi: alfieri della cementificazione, difensori di un’economia ecocida, favorevoli ai rigassificatori e quant’altro – se la cantavano e se l’applaudivano, nel mondo si batteva ogni record di temperatura e aumentava la frequenza di fenomeni estremi e disastri, in particolare proprio in Emilia Romagna. A quei politici, Wu Ming (clicca qui) prefigura scenari che essi non osano o non sono in grado di immaginare o medierebbero al ribasso. Cioè:
La costa adriatica va decementificata e depavimentata il più possibile, per ripristinare gli ecosistemi precedenti all’urbanizzazione – dune e foresta litoranea – e, in alcuni casi, alle bonifiche. I posti di lavoro – sovente lavoro precario, supersfruttato, sottopagato – nel turismo di massa sarebbero sostituiti da nuovi e meno frustranti impieghi, quelli generati da una grande riprogettazione ecologica del territorio e da un grande recupero, seguito da una cura perenne, degli ecosistemi. Tutto questo costituirebbe una barriera reale e sensata all’erosione costiera e alla catastrofe ambientale nell’entroterra. Non solo: potrebbe attrarre una nuova curiosità ecologica ed estetica.
È chiaro che simili suggestioni vanno contro l’interesse immediato di troppe lobby e potentati economici, contro abitudini diffuse e consolidate, contro la spinta inerziale dell’esistente. Per questo non verranno mai raccolte dall’attuale classe dirigente – locale, regionale, nazionale o europea che sia. Classe dirigente di cui sarebbe d’uopo, e urgente, sbarazzarsi.
Non togliere il reddito di cittadinanza agli inoccupabili in parlamento.
Quattro dimissioni eccellenti (Amato, Bassanini, Gallo, Paino) scuotono il Clep (Comitato per i livelli essenziali delle prestazioni) che il Ministro Calderoli aveva concepito come una minicostituente per fornire una patina di legittimità costituzionale al percorso dell’Autonomia differenziata, destinato a sboccare in una destrutturazione dell’Italia come Nazione. Clicca qui.
Chi sono i vandali? Sono i ragazzi di “Nuova Generazione” che fanno “sprecare litri di acqua” per ripulire i monumenti dalla vernice lavabile, e rischiano la galera? Oppure sono i signori del cemento che provocano disastri come l’alluvione in Romagna, e i loro politici… che “rischiano” di essere nominati commissario straordinario (Bonaccini) del disastro da loro combinato?
Mentre alcuni giovani, definiti «ecovandali» dai massmedia nostrani, rischiano la galera, altri, rispettati personaggi, costruttori, immobiliaristi con la complicità di amministratori comunali e politici, invocano grandi opere, la ripresa della crescita e la “necessità” di continuare a cospargere di cemento il nostro Paese. Chi sono i veri vandali, i veri barbari? I giovani che rischiano anni di galera per cercare di attirare l’attenzione delle istituzioni e della politica sui problemi prodotti dal cambiamento climatico o i costruttori avidi al seguito di politici che invocano la ripresa dell’edilizia (non certo quella popolare), la costruzione del Ponte sullo Stretto, la trivellazione del suolo e del mare alla ricerca di gas e petrolio? Clicca qui.
Meloni ha tagliato, nell’ambito della legge di Stabilità, il 40% dei fondi assegnati annualmente all’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, l’ente interregionale che si occupa, tra le altre cose, della sicurezza idrogeologica di tutto il Nord Italia e, dunque, anche delle aree colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna.
Ministro Giorgetti: “Nel 2042 rischiamo di perdere il 18% del Pil con gli attuali tassi di fecondità”.
Ministro Lollobrigida: “…Ma qui stiamo parlando di denatalità per tutelare la nostra cultura e la nostra lingua, non la razza. Siamo qui per capire se il nostro raggruppamento linguistico e culturale possa sopravvivere… Credo che sia evidente a tutti che non esiste una razza italiana. È un falso problema immaginare un concetto di questa natura. Esiste però una cultura, un’etnia italiana, quella che la Treccani definisce raggruppamento linguistico culturale, che immagino che in questo convegno si tenda a tutelare…“
Ministro Roccella: “Alla natalità abbiamo dedicato il nome di un ministero e soprattutto, fin dal primo giorno, interventi concreti, risorse importanti e una visione strategica. Ricordando che il fattore economico è importante, ma lo è altrettanto quello culturale…“. “Le etnie esistono, noi orgogliosi di essere italiani”.” Il numero dei figli è un parametro fondamentale che abbiamo introdotto in ogni ambito”
Ministro Salvini:” Nel decreto lavoro i premi per chi ha figli abbiamo previsto che siano detassati… Abbiamo fatto una scelta politica come è una scelta quella fatta in Ungheria di detassare le donne che hanno quattro figli“.
Premier Meloni :“Vogliamo che non sia più scandaloso dire che siamo tutti nati da un uomo e una donna, che non sia un tabù dire che la natalità non è in vendita, che l’utero non si affitta e i figli non sono prodotti da banco che puoi scegliere e poi magari restituire… per questa iniziativa bella e coinvolgente che sta diventando tradizione, grazie oltre le parole di rito: viviamo in un’epoca nella quale parlare di natalità, maternità, famiglia è sempre più difficile sembra un atto rivoluzionario… bisogna avere coraggio per sostenere cose fondamentali per la nostra società…”
Il professor Francesco Domenico Capizzi ci indirizza, (clicca qui) su “SMIPS Scienza Medicina Istituzioni Politica Società”, al Manifesto-Appello firmato da eminenti personalità accademiche e scientifiche e rivolto alla massime autorità dello Stato.
La Comune fu una forma politica assolutamente inedita, adatta ad essere l’involucro dell’emancipazione sociale. Diede vita a un governo costituito essenzialmente da lavoratori, basato sui principi della eleggibilità, revocabilità e responsabilità davanti al popolo di tutti i suoi organi politici, giudiziari e amministrativi: tutti retribuiti con salari operai. La Comune non era un corpo parlamentare, ma un corpo di lavoro esecutivo e legislativo al tempo stesso. Stabilì l’espropriazione delle grandi proprietà capitalistiche, sostituì l’esercito permanente con il popolo in armi. Decretò la separazione della Chiesa dallo stato e la creazione della scuola laica. Stabilì la libertà più completa di parlare, di scrivere, di riunirsi, di associarsi. La Comune dichiarò che la sua bandiera è quella della Repubblica Universale e quindi fece degli stranieri dei cittadini alla pari. Stabilì la partecipazione delle donne nei club e nelle sezioni dell’internazionale, di cui spesso presiedono le sedute. La parità dei salari uomini – donne, la scolarizzazione femminile, la creazione di asili nido, la parificazione tra figli naturali e figli legittimi, l’uguaglianza dei diritti dentro e fuori dal matrimonio. Stabilì anche delle misure per cui la cultura non doveva essere una merce per l’élite, ma a disposizione di tutti. Promosse norme per i servizi pubblici funzionali come l’assistenza sanitaria pubblica e gratuita.
Clicca qui l’iniziativa a Genova del Centro di Documentazione “LOGOS”. La Mostra originale “La Commune de Paris 1871”, realizzata dall’Associazione Les Amies et amis de la Commune de Paris (la più antica associazione operaia ancora esistente fondata nel 1882), sarà visitabile nell’atrio della Biblioteca Universitaria di Genova da giovedì 9 a lunedì 20 marzo.
Meloni: «Non strumentalizzate questi morti». Piantedosi: «L’unica cosa che va affermata è che non devono partire». Clicca qui un commento.
Dopo l’ennesima strage in un Mediterraneo diventato un cimitero, il professor Salvatore Palidda sviluppa il concetto di tanatopolitica: l’approdo dell’ex-sinistra (Minniti-Gentiloni ) alle scelte reazionarie (baratto coi libici per gli interessi dell’Eni) ha continuato a rinnovarsi in Italia come nel resto d’Europa. Non stupisce, quindi, che oggi il governo delle destre e il suo ministro dell’interno Piantedosi si sentano assolutamente legittimati a perseguire la scelta di ‘far morire o lasciar morire’ i migranti, insieme alla criminalizzazione di chi vuole soccorrerli. Questa scelta di tanatopolitica è di fatto coerente con ciò che sembra più opportuno chiamare “fascismo democratico” di un governo legittimato da solo 27% di aventi diritto al voto, una minoranza che passa per maggioranza. È quanto da decenni auspicano i partito delle destre e dell’ex-sinistra perché così ci sono meno elettori da controllare o coltivare come clientela. Clicca qui il saggio del professor Palidda.
Alcuni commenti alla domanda: Fare del primo partito italiano -l’astensionismo- un “Nuovo soggetto politico nazionale per un modello alternativo di sviluppo e di politica”, che non comprenda nessuno degli attuali partiti? Cioè riattivare un disegno che si era arenato dieci anni fa, quando si sprecò l’occasione storica della vittoria dei Referendum che ci aveva indiscutibilmente promosso quale Soggetto protagonista della politica nazionale? Clicca qui.
“Io sono Giorgiaa, sono una donnaa, sono una mammaa, sono italianaa, sono cristianaa”. Soprattutto cristiana.
Quello che in Italia non si fa: “setacciato” il suolo svizzero a caccia dei PFAS: presenti nell’80% dei terreni esaminati in tutte le regioni della Svizzera, anche in quelle più discoste: vedi la cartina. Lo studio è stato condotto dall’Università di Zurigo di scienze applicate (ZHAW) e Agroscope (il centro di competenza per la ricerca agronomica), su mandato dell’Ufficio federale dell’ambiente. La mediana dell’inquinamento è di 1,4 µg/kg (per ogni chilo di terra), alcune quantità riscontrate superano addirittura i 6 microgrammi (zone del Ticino comprese, nella cartina appaiono come punti arancioni). I risultati possono essere considerati come concentrazioni di fondo, tuttavia, per i terreni più fortemente inquinati, si cercano fonti specifiche, come i fanghi di depurazione o magari insediamenti industriali come Solvay e Miteni, comunque industrie che utilizzano i pfas. Gli esperti e le autorità si dichiarano oltremodo preoccupati per queste sostanze tossiche e cancerogene, bioaccumulabili e indegradabili, e chiedono al Consiglio federale di intervenire. La sezione “Siti contaminati” dell’Ufficio federale dell’ambiente, sezione che accompagna i progetti di ricerca per la gestione di siti inquinati, oltre ai divieti coordina e sostiene i Cantoni nei risanamenti: dove ci sono siti fortemente inquinati, allora lì si agisce per primi nella bonifica.
I governanti svizzeri dimostrano quel senso di responsabilità che manca in Italia: non è ancora stato ripresentato nel nuovo parlamento il Disegno di Legge (ex Crucioli) che vieta l’uso, la commercializzazione e la produzione di PFAS o di prodotti contenenti PFAS, detta norme per la realizzazione di misure di decontaminazione e di bonifica delle aree interessate dall’inquinamento, per la ricerca finalizzata alla individuazione di materiali sostitutivi, e per la riconversione produttiva e il controllo sull’inquinamento.
In continuità con Draghi, il governo Meloni ha approvato il Disegno di Legge Delega sulla Non Autosufficienza, ovvero il DdL Delega sulle “Politiche in favore delle persone anziane”, che è in realtà una controriforma epocale che esclude dalle cure sanitarie e socio-sanitarie i malati cronici non autosufficienti (per ora anziani, ma con prevedibile estensione a tutti coloro che sono giudicati assimilabili). Si tratta di un testo inaccettabile per le persone malate non autosufficienti e le loro famiglie: un provvedimento che – se approvato – non concederà un solo nuovo diritto alle persone anziane malate croniche non autosufficienti (e alle persone con disabilità grave) e, anzi, sottrarrà clamorosamente diritti a queste categorie di italiani, emarginandole rispetto ai servizi cui hanno diritto gli altri cittadini, in violazione della Costituzione. Clicca qui il Coordinamento per il Diritto alla Sanità per le Persone Anziane malate e non autosufficienti – CDSA.
24/1/2023, questo https://webtv.senato.it/4621?video_evento=241695 è il link ai vari interventi alle audizioni al Senato sullo scudo penale Ilva. L’intervento di PeaceLink comincia al minuto 60.
Il decreto non è emendabile e se viene convertito in legge equivale a riportare in Italia la pena di morte, per di più verso persone innocenti di cui non conosciamo nome, sesso, età e volto.
Clicca qui il video con l’intervento di Alessandro Marescotti.
Si pone il legittimo quesito: Chi è punibile? Di chi è la eventuale responsabilità penale? Oppure il governo afferma che ci sono “fatti” per i quali è esclusa ogni responsabilità penale? Che possano contemplarsi per forza di legge reati per i quali l’artefice non sia punibile e persone impunibili alle quali è concesso commettere reati?
Contro il decreto del governo, per il documento ACP (Associazione Culturale Pediatri) redatto dalla dottoressa Annamaria Moschetti: cliccare qui. La video intervista di Moschetti è cliccabile qui.
In particolare, esiste un grave e concreto rischio rappresentato dalla esposizione alle sostanze neurotossiche immesse in ambiente dall’impianto siderurgico e che in presenza di una continuità produttiva, sono fortemente da temersi ritardi cognitivi e riduzioni del Quoziente Intellettivo (QI) nei bambini così come documentato dalla letteratura scientifica.
Sullo stesso decreto, per il documento di Gianfranco Amendola: cliccare qui: ll nuovo governo ci ha dimostrato che al peggio non c’è mai fine.
La Procura Generale della Corte dei Conti ci comunica per conoscenza che ha trasmesso alla Procura Regionale del Lazio -per valutazioni di competenza- la nostra Lettera aperta inviata ai deputati e ai senatori del Parlamento italiano:
Egr. Onorevoli e Senatori,
che ci state leggendo insieme ai quasi 38mila destinatari di questa
Lista del “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” inviata tramite
“Rete Ambientalista Movimenti di lotta per la salute, l’ambiente, la
pace e la nonviolenza”.
I Pfas sono una calamità ambientale e sanitaria: intervenga il Parlamento.
Egr. Onorevoli e Senatori,
già nella trascorsa legislatura è stato presentato dall’ex senatore Mattia Crucioli un DISEGNO DI LEGGE CHE METTE AL BANDO I PFAS IN ITALIA. (clicca qui). Vieta la produzione, l’uso e la commercializzazione dei perfluoroalchilici (PFAS) nonché degli innumerevoli prodotti contenenti PFAS, ne disciplina la riconversione produttiva e le misure di bonifica e di controllo. Accoglie in ciò le censure di Commissione interparlamentare ecomafie e Commissariato Onu, insomma assume le istanze di tutti i Movimenti, Associazioni e Comitati, che da anni si battono per eliminare questi cancerogeni bioaccumulabili e persistenti, praticamente indistruttibili, dalle acque, dall’aria, dagli alimenti, dunque dal sangue dei lavoratori e dei cittadini altrimenti ammalati e uccisi (emblematico l’ecocidio veneto perpetrato dalla Miteni di Trissino).
Al bando, ovviamente, la produzione. In Italia l’unico stabilimento che produce i Pfas è la Solvay di Spinetta Marengo in Alessandria… (continua a leggere)
Per ulteriori approfondimenti, abbiamo messo a disposizione della Procura di Roma, dopo quelle di Vicenza e Alessandria, il Dossier “Pfas. Basta!”: in oltre 350 pagine è una piccola enciclopedia che racconta la storia in Italia delle lotte contro gli inquinatori Solvay e Miteni, dalle denunce degli scarichi in Bormida degli anni ’90 fino ai processi 2022 ad Alessandria e Vicenza. Una lunga storia di mobilitazioni anche contro connivenze, complicità, corruzioni, ignavie di Comune, Provincia, Regione, Governo, Asl, Arpa, Sindacati, Magistratura e Giornali. La lunga storia dei PFAS (PFOA e C6O4 e ADV) è tratta in breve da stralci dei libri “Ambiente Delitto Perfetto” (Barbara Tartaglione – Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia) e “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”, nonché del Sito “Rete Ambientalista Movimenti di lotta per la salute, l’ambiente, la pace e la nonviolenza” www.rete-ambientalista.it gestito dal “Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccacaro”. Il Dossier è disponibile a chi ne fa richiesta.
All’attenzione del Parlamento Ue la questione delle morti di militari e civili causate dagli armamenti contenenti il metallo pesante e usati nei teatri di guerra e nei poligoni di tiro dalla Nato. Una strage silenziosa al centro di una battaglia giudiziaria in Italia. Nel nostro Paese ci sono almeno 8mila veterani gravemente ammalati per l’esposizione a vari metalli pesanti come l’uranio impoverito mentre circa 400 sono morti. Tutti tornati dai teatri di guerra dove i bombardamenti effettuati dalla Nato hanno causato una “pandemia tumorale” che continua a mietere migliaia di vittime sia civili che militari. Oppure rientrati dal servizio presso poligoni dell’Alleanza come Capo Teulada o Quirra in Sardegna. Su questa perdurante strage, che si configura come un crimine di guerra, la presidente del Consiglio europeo Ursula von der Leyden non chiederà l’istituzione di un Tribunale penale internazionale nonostante la Nato abbia utilizzato oltre 300 tonnellate di munizionamento all’uranio impoverito nelle sue guerre illegali e nei poligoni anche italiani,… e così il ministro della difesa Guido Crosetto. Continua…
In 3.800 pagine, le motivazioni della sentenza raccolgono un’imponente documentazione che testimonia la gravità dell’inquinamento e del pericolo per la salute, nonché la gravità della sua radice: radice squisitamente politica: il disastro ecologico è stato frutto di un disastro politico, non poteva avvenire senza il compiacente consenso di chi era incline al compromesso a danno dei cittadini e del bene comune. Clicca qui Peacelink.
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L’Italia continuerà a mandare armi all’esercito ucraino. Il governo Meloni sugli aiuti militari a Kiev si muove in piena continuità con quello di Mario Draghi: un decreto legge per autorizzare l’invio di armi, una risoluzione a metà mese e i decreti interministeriali da secretare e presentare al Copasir con la lista degli equipaggiamenti. La norma è stata approvata nel Consiglio dei ministri.
L’oggetto del decreto è chiaro: il governo proroga fino al 31 dicembre 2023 la cessione di aiuti militari a Kiev “previo atto di indirizzo delle Camere”. Risoluzione che sarà approvata il prossimo 13 dicembre: quel giorno il ministro della Difesa Crosetto si presenterà in aula per spiegare le motivazioni della proroga e i partiti voteranno le rispettive risoluzioni. A gennaio arriverà il sesto decreto interministeriale che conterrà anche missili terra-aria Aspide e Samp-T. Crosetto potrebbe desecretare la lista ma, fanno sapere fonti della Difesa, non ha ancora deciso.
Oltre a discutere per un nuovo soggetto politico, i Movimenti ambientalisti e pacifisti stanno preparando la piattaforma di confronto con il nuovo esecutivo italiano, prevedibilmente di scontro perché così era già con i governi precedenti, a maggior ragione perché si appesantiranno i groppi della vera transizione ecologica e delle disuguaglianze sociali. Il nodo scorsoio che al momento serra l’economia è la guerra in Europa (le altre guerre ci sembrano lontane). Si aggrovigliano le esortazioni alla pace, alcune sono addirittura esaltazioni di guerra camuffate. Quelle nobili, pur accese in magnifiche manifestazioni, se non si consolidano in precise rivendicazioni da porre alle forze politiche, al parlamento e al governo, rischiano l’ennesima sconfitta del pacifismo, la peggiore.
Concretamente cosa significano le parole d’ordine “Immediato cessate il fuoco” e “Avvio di negoziati verso una Conferenza internazionale di pace”? Quale deve essere, secondo i Movimenti, la posizione internazionale dell’Italia? Dato per scontato che non è quella che la Russia si dichiari sconfitta e, senza ricorrere alle armi atomiche, si ritiri nei confini antecedenti il 2022. Né quella che l’Ucraina si arrenda allo statu quo nunc dell’occupazione e rinunci a velleitarie riconquiste territoriali (Crimea compresa). Neppure quella che gli Usa sostengano Zelensky in una infinita guerra di logoramento della Russia, a spese economiche e sociali soprattutto delle popolazioni europee.
Dunque, allo stato drammatico dei fatti, per dare innanzitutto concretezza nelle manifestazioni all’appello del cessate il fuoco e della conferenza di pace, per fissare soprattutto uno spartiacque tra le forze politiche, è necessario investire direttamente il governo con precise rivendicazioni. Non possono essere solo la fine delle (auto)sanzioni e dell’invio di armi. Si deve rivendicare al governo una iniziativa in campo europeo atta a favorire un percorso di compromesso negoziabile in ambito Onu. Su quali linee di utopia concreta.
1) L’autodeterminazione. Dunque, effettuare nuovamente i referendum nelle regioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia sotto la supervisione dell’Onu, così da fugare ogni dubbio avanzato dall’occidente circa la loro validità. Eventualmente la Russia dovrà andarsene se questa è la volontà del popolo.
2) Il riconoscimento. Riconoscere formalmente la validità del referendum del 2014 dunque la Crimea come parte della Russia, come lo è stata dal 1783 (fino all’errore di Krusciov del 1954).
3) La neutralità. L’Ucraina continui a stare fuori dalla Nato, neutrale.
“….La politica considera evidentemente “accettabile” la condizione materiale ed esistenziale in cui vive la maggior parte delle persone nel nostro Paese: 5,6 milioni di persone in povertà assoluta e 8,8 milioni in povertà relativa; 4 milioni di lavoratori e lavoratrici povere; 8 contratti di lavoro su 10 precari; 3 milioni di giovani NEET; dispersione scolastica al 13%; analfabetismo di ritorno oltre il 30%; 10 milioni di persone non riescono più a curarsi e una persona su tre è a rischio esclusione sociale. Tutto questo mentre dal 2008 a oggi il numero dei miliardari è passato da 12 a 51 e tra marzo 2020 e novembre 2021 il valore dei patrimoni dei super-ricchi è cresciuto del 56%. L’aumento senza precedenti nella storia della Repubblica delle disuguaglianze e dell’esclusione sociale rappresenta un enorme tradimento della nostra Costituzione e un gigantesco rischio per il funzionamento della democrazia. Ma nonostante le prospettive continuino a peggiore, l’impegno a sconfiggere disuguaglianze ed esclusione per garantire “pari dignità sociale” come stabilisce la nostra Costituzione sembra non rappresentare la priorità di nessun Governo e Parlamento degli ultimi 15 anni. Stiamo assistendo a una svolta autoritaria e tecnocratica che sta erodendo i principi della nostra democrazia……”.
Continua a leggere “Rete dei Numeri Pari” sulla newslettera notav Valsusa di Doriella@Renato.
Coloro che si erano illusi di una ordinanza del sindaco per la chiusura delle produzioni della Solvay di Spinetta Marengo hanno già ricevuto la risposta. L’ha data chi è più autorevole di Giorgio Abonante: Renzo Penna, già senatore e segretario generale della Camera del lavoro di Alessandria. Questa direttiva del PD merita di essere letta attentamente: clicca qui. Lo slogan di Penna “La storia industriale di questo Paese ci insegna che la chiusura delle aziende non porta mai alla bonifica”, per essere credibile dovrebbe a supporto offrire esempi di bonifiche senza la chiusura delle fabbriche dei veleni. Esempio è invece Casale Monferrato con l’Eternit, che non sarebbero mai state bonificate con una fabbrica tenuta aperta: come difendevate voi sindacalisti insultando sui giornali (scripta manent) il solito ambientalista (come me) che ne chiedeva la chiusura. Da buon sindacalista, oggi come allora, come il suo omologo Giorgio Bertolo per l’Acna di Cengio (scripta manent), Penna contrappone, per ricatto, i lavoratori ai cittadini. Noi invece equipariamo la salute di tutti. Cosa che, ad esempio, non ha fatto fino in fondo la CGIL, che fu la prima a denunciare nel 2002 (scripta manent) i danni tossicocancerogeni dei Pfas nel sangue dei lavoratori di Spinetta, senza poi chiederne l’eliminazione.
Caro Penna, l’alternativa alla chiusura non può essere giammai il sacrificio della salute. L’alternativa occupazionale, a sua volta, è una preoccupazione legittima, però la devi chiedere agli inquinatori (a scapito dei profitti) e non agli inquinati. I quali, anzi, proposte di riconversione le hanno avanzate, ad esempio Claudio Lombardi, a tacere Franco Armosino attuale segretario generale della CGIL. D’altronde, la storia del polo chimico spinettese (puoi sempre rileggerla sui miei libri) dovrebbe insegnarti il susseguirsi di lotte contro le produzioni nocive, e non sempre con il sindacato dalla parte giusta, esempio i famigerati Pigmenti di cui come cellula PCI chiedemmo la chiusura contro il Consiglio di fabbrica.
Lotte che trovano i politici, sempre, dalla parte dei padroni. Purtroppo è quanto emerge, di fatto, dall’intervento di Renzo Penna, il quale infine invita ComitatoStopSolvay (Legambiente, Movimento di lotta Maccacaro, eccetera) a subordinarsi al “pieno” sostegno delle Istituzioni: comune, provincia, regione, asl, arpa, sindacato. Cioè di quelli, in testa il PD, che in questi anni hanno determinato -con il metodo dello scaricabarile- la catastrofe ecosanitaria di Alessandria.
Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro.
Crisi eco-climatica, guerra, emergenza sociale, diritti del lavoro, democrazia:
serve un’alternativa di società!
Assemblea nazionale di convergenza
Roma – sabato 1 ottobre ore 10.00-17.30
Scup Sportculturapopolare – Via della Stazione Tuscolana 84
Per discutere tutte e tutti assieme il nuovo quadro politico-sociale in cui dovranno collocarsi le lotte, per confrontarsi su come attraversare collettivamente un autunno drammatico, per proporre percorsi di mobilitazione sociale capaci di costruire luoghi e orizzonti comuni per tutte le persone e le realtà che sono in campi per un’alternativa di società.
Siamo alle soglie di un autunno drammatico. L’inflazione e l’impennata dei prezzi dell’energia prefigurano una stagione di pesante peggioramento delle condizioni di vita di ampie fasce di popolazione e di possibile chiusura di moltissime attività economiche.
Tutto questo dentro un contesto di crisi plurime di un modello economico che ha già prodotto emergenza sociale e povertà, attacco ai diritti del lavoro, una guerra che rischia di precipitare tutte e tutti nel baratro e una crisi eco-climatica che ha mostrato, per tutta l’estate, l’anteprima delle devastazioni possibili.
Tutto questo dentro un contesto di crisi della democrazia e della rappresentanza, con l’arrivo di un governo di destra. Un governo che, mantenendo inalterata l’agenda delle politiche liberiste, peggiorerà il clima sociale mettendo a rischio i diritti delle donne, i diritti civili, il reddito di cittadinanza per le fasce di povertà e i diritti dei migranti.
In questi anni, molte realtà sociali hanno contribuito a costruire importanti percorsi di convergenza dal basso, affermando come dalle multiple crisi del modello dominante si possa uscire solo costruendo un’altra società. Sono stati percorsi ricchi, articolati, inclusivi, che hanno permesso l’intreccio tra esperienze di lotta e culture differenti. Sono percorsi che richiedono un ulteriore salto di qualità nella loro capacità di convergenza, sia per allargare il perimetro di quanti vi partecipano, sia per essere capaci di trasmettere indignazione e speranza ad una società che vive di paura e di rancore.
Il nuovo quadro politico-sociale che si profila induce a programmare già una Assemblea nazionale di convergenza a Roma – sabato 1 ottobre ore 10.00-17.30. Infatti, siamo alle soglie di un autunno drammatico. L’inflazione e l’impennata dei prezzi dell’energia prefigurano una stagione di pesante peggioramento delle condizioni di vita di ampie fasce di popolazione e di possibile chiusura di moltissime attività economiche. Tutto questo dentro un contesto di crisi plurime di un modello economico che ha già prodotto emergenza sociale e povertà, attacco ai diritti del lavoro, una guerra che rischia di precipitare tutte e tutti nel baratro e una crisi eco-climatica che ha mostrato, per tutta l’estate, l’anteprima delle devastazioni possibili. Tutto questo dentro un contesto di crisi della democrazia e della rappresentanza, che rende probabile l’arrivo di un governo di destra dopo le elezioni del prossimo 25 settembre. Un governo che, mantenendo inalterata l’agenda delle politiche liberiste, che virano verso una nuova austerity, peggiorerà il clima sociale mettendo a rischio i diritti delle donne, i diritti civili, il reddito di cittadinanza per le fasce di povertà e i diritti dei migranti.
In questi anni, molte realtà sociali hanno contribuito a costruire importanti percorsi di convergenza dal basso, affermando come dalle crisi plurime del modello dominante si possa uscire solo costruendo un’altra società. Sono stati percorsi ricchi, articolati, inclusivi, che hanno permesso l’intreccio tra esperienze di lotta e culture differenti. Sono percorsi che richiedono un ulteriore salto di qualità nella loro capacità di convergenza, sia per allargare il perimetro di quanti vi partecipano, sia per essere capaci di trasmettere indignazione e speranza ad una società che vive di paura e di rancore. Per questo “Società della cura” propone a tutte e tutti di vederci, confrontarci e discutere assieme in assemblea. Per analizzare assieme il nuovo quadro politico-sociale in cui dovranno collocarsi le lotte, per confrontarsi su come attraversare collettivamente un autunno drammatico, per proporre percorsi di mobilitazione sociale capaci di costruire luoghi e orizzonti comuni per tutte le persone e le realtà che sono in campi per un’alternativa di società.
Alcune forze politiche valorizzano la propria presenza con l’imperativo di NON votare per i due schieramenti di centrosinistra (PD più cespugli e cespuglietti, Calenda, Renzi, Bonino, Fratoianni) e di centrodestra (Meloni, Salvini, Berlusconi). Spiegano, soprattutto il M5S, che si tratta di due coalizioni falsamente contrapposte ma in realtà del tutto organiche all’attuale sistema, si differenziano – per ragioni meramente strumentali ed elettoralistiche – solo nel modo di interpretare l’ideologia politicamente dominante, alla quale in realtà aderiscono in toto, perciò va scongiurato un bipartismo… fra due destre.
C’è anche chi sottolinea che votare non è sufficiente.
“MIR Italia Movimento Internazionale della Riconciliazione”: Votare non basta. Occorre una nostra azione politica, che vada oltre le associazioni per pace e nonviolenza Bisogna fare una protesta sociale incisiva, nonviolenta, come l’obiezione alle spese militari. (clicca qui).
Sui media circolano però anche programmi alternativi… alle elezioni stesse:
“Partito Comunista del Proletariato d’Italia”: L’astensione attiva, politica, cioè il boicottaggio di queste elezioni farsa, è la tattica giusta, (clicca qui)
“Nuovo – Partito comunista italiano”: Votare e far confluire i voti su una sola delle liste anti Larghe Intese (Unione Popolare, Italia Sovrana e Popolare, Partito Comunista Italiano, Italexit per l’Italia, Vita e altre minori) per rendere il Parlamento ingestibile .
“Reddito di cittadinanza Salario minimo”: La lotta è un’alternativa. Non è rappresentata dall’astensione, necessaria ma sterile, è un’alternativa all’astensione, come lo è al “voto utile antifascista” e a liste che pretendono di rappresentare gli interessi proletari e popolari senza essere dentro le lotte, senza essere fuori e contro il sistema dei partiti parlamentari e il sindacalismo gestito dalle direzioni collaborazioniste.
“Coordinamenta femminista e lesbica – Roma AED femminismo Associazione Educazione Demografica – Bergamo”: Non votare è l’unica salvaguardia di un minimo di dignità che ci può essere rimasta come subalterne/i. Il nostro orizzonte deve essere la modifica dei rapporti di forza, è l’unica strada che abbiamo. Possediamo degli strumenti storici come le piazze, il boicottaggio, il sabotaggio, lo sciopero, la disubbidienza civile singola e collettiva, e dobbiamo inventarci altre forme di lotta perché da qui in poi sarà durissima e la risposta del potere estremamente violenta. (clicca qui)
Quelli che avrebbero più motivo di andare alle urne, i più fragili, i più poveri, i più emarginati, sono proprio quelli che non votano. E, al contrario, il nucleo costante dell’elettorato è costituito dalle categorie superiori, dai ceti più ricchi e più istruiti, dai maschi delle regioni del centro-nord. La crescita dell’astensione obbedisce a una logica implacabile: accentua le disuguaglianze economiche, sociali, demografiche. Se gli uni finiscono per essere estromessi, allontanati, dimenticati, gli altri sono sovrarappresentati. Il Parlamento eletto rischia di dare come non mai un’immagine falsata del Paese. Finora i partiti hanno fatto poco o nulla per arginare l’astensione. Le liste dei candidati, i soliti nomi, noti e arcinoti, avranno semmai contribuito allo sconforto e alla frustrazione. Soprattutto sono sottovalutati i programmi. Su questo insistono ecopacifisti e volontariato.
“s o s t e n i b i l i t a e q u i t a s o l i d a r i e t a . i t” : Con l’auspicio che si possa formare un’aggregazione comprendente buona parte del variegato mondo ambientalista intorno a pochi punti essenziali, elenchiamo di seguito alcuni punti (La transizione ecologica. Conversione economica dell’ecologia. La leva fiscale. Riforme sociali per ridurre le disuguaglianze)
su cui riteniamo necessario avviare un confronto per provare a costruire un’alleanza sul fronte ecologista: (clicca qui).
“Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera”: Occorre una coalizione contro la guerra. Fermare la guerra, cessare la produzione e l’invio di armi assassine, revocare le folli e scellerate “sanzioni” che stanno devastando l’economia europea e gettando nell’abisso della miseria le classi lavoratrici e popolari. (clicca qui).
“OMAR (Osservatorio Malattie Rare) con lAMR (Alleanza Malattie Rare)”: Incontro-confronto con i responsabili Sanità delle varie forze politiche, per sottoporre le proprie istanze, con l’auspicio che esse possano essere da subito considerate dal nuovo Parlamento e dal nuovo Governo. (continua…)
Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap): Servirebbe in un vero e proprio contratto da sottoscrivere con l’intero movimento associativo delle persone con disabilità e delle loro famiglie, che obblighi chi andrà al governo a dare concretezza alle pari opportunità e all’inclusione sociale delle stesse persone con disabilità. (continua…)
Ecoitaliasolidale: Non si intravedono validi programmi elettorali sull’ambiente, siamo aperti al confronto per valutare se può esistere ancora in Italia una rappresentanza politica competente. (clicca qui).
Unione Popolare: L’unione che raccoglie senza simboli o bandiere di singoli partiti un insieme di realtà politiche di sinistra e associative ha esplicitamente messo tra le sue priorità la transizione ambientale nel suo programma allegato in sintesi (clicca qui).
“Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera”: Ed ancora una volta saranno esclusi dal voto milioni di persone che in Italia vivono, lavorano, crescono i loro figli, fanno un gran bene al nostro paese. Milioni di persone che continuano a subire nel nostro paese un regime di apartheid, una violenza razzista istituzionale che è strettamente connessa ed complice della violenza razzista e schiavista e assassina dei poteri criminali e del regime dei predatori e della corruzione. Cosa si attende ancora a riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che in Italia vivono? Cosa si attende ancora a far cessare il regime della segregazione razzista nel nostro paese?
“CSVnet”, la rete che riunisce 48 Centri di Servizio per il Volontariato: Mancano nel dibattito elettorale idee e proposte strategiche per potenziare il Terzo Settore e valorizzare l’impegno del volontariato per un Paese più inclusivo, solidale e sostenibile. Lettera ai leader delle principali forze politiche chiedendo impegni precisi per sostenere il Terzo Settore e i volontari che in questi anni hanno tenuto unito un Paese indebolito dalla crisi economica e sociale e dalla pandemia (continua…)
“Federazione FISH Liguria”: Quante persone sorde o ipoudenti escluse dal dibattito pre-elettorale!
Richiedere, ricevere e comunicare informazioni e idee su base di uguaglianza con gli altri: lo prescrive la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che dal 2009 è una Legge Italiana, e tuttavia, come denunciano due Associazioni aderenti alla Federazione FISH Liguria, chiedendo in tal senso un intervento dell’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), «le persone sorde o ipoudenti stanno incontrando molte difficoltà, in ogni sede, ad ascoltare e comprendere bene quanto viene detto dai candidati alle prossime elezioni politiche nazionali» (continua…)
AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla): Dare continuità alle azioni sulla sclerosi multipla e le patologie correlate; e per le persone con disabilità in generale. Documento con le priorità di azione urgenti
(continua…)
Fridays for Future Italia: Volete il nostro voto ma ignorate la nostra voce. La politica dei partiti si è presa tutto il palcoscenico e la facoltà di scegliere cosa è meglio per il paese, ma è lontana dalle istanze e dalle preoccupazioni delle persone che dicono di rappresentare. Non potete rappresentarci se non ci ascoltate. Clicca qui https://fridaysforfutureitalia.it/lagenda-climatica/
APRI Associazione Cimadori per la ricerca italiana sulla sindrome di Down, l’autismo e il danno cerebrale: Quanto mai necessari alcuni provvedimenti aumentando la qualità di vita delle persone con autismo e del loro contesto familiare e sociale nel presente e nel futuro, oltre a ridurre la grande spesa pubblica che oggi costituisce un eclatante esempio di spreco di risorse. (continua…)
Centro Studi Erickson: Il tema del riconoscimento nella scuola delle differenze e di un approccio educativo attento alle diversità è praticamente assente dai programmi elettorali delle principali forze politiche. E invece facilitare inclusione, equità e pari opportunità è esplicitamente previsto dall’“Obiettivo 4” (“Istruzione di qualità”) dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. (continua…)
LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA
Sottoscrivi anche tu il nostro appello di “Costruttori di Pace *” al Presidente della Repubblica e a tutte le organizzazioni della società civile affinché promuovano e sostengano una trattativa per l’immediato cessare del fuoco in Ucraina. (Questo il link) Un segnale necessario, in questo particolare momento, poiché alcuni schieramenti politici – che hanno silenziato il tema del conflitto in Ucraina durante la campagna elettorale – continuano a individuare nelle sanzioni e nell’invio delle armi l’unica soluzione possibile, rinunciando a farsi parte attiva in Europa di iniziative di garanzia tramite l’ONU. Ecco perché chiediamo l’istituzione – nel governo che verrà – di un Ministero per la Pace: per garantire che la PACE venga considerata come valore costituente irrinunciabile della nostra Repubblica.
Ci appelliamo inoltre al Presidente affinché l’Italia si faccia promotrice di un processo costituente che rilanci l’ambizione di dotare l’Europa di una Carta fondamentale che poggi sulla pace, sul ripudio della guerra, sulla cura della Terra, sul rapporto con la natura, sulla fratellanza, sulla solidarietà interna e internazionale e sul superamento delle disuguaglianze e dei privilegi. Abbiamo già raccolto quasi 800 adesioni. Cerchiamo di arrivare a 1000 sottoscrizioni. Consegneremo al Quirinale la lettera il 21 settembre 2022, in occasione della giornata internazionale della Pace.
La più grossa delle “bufale Pfas” propinate a giornali e istituzioni dalla multinazionale Solvay è sempre stata l’inverosimile innocuità sanitaria di PFOA e poi di C6O4 e ADV ovunque prodotti.
Cominciò a contraddirla con l’annuncio del “Lancio di nuove tecnologie non fluorotensioattive che saranno in piena produzione presso lo stabilimento di Solvay a West Deptford, NJ entro la fine di giugno 2021. A quel punto, Solvay non utilizzerà più coadiuvanti di processo fluorotensioattivi in qualsiasi parte degli Stati Uniti. Le nuove tecnologie consentono lo sviluppo di prodotti che i clienti utilizzano in una varietà di applicazioni che supportano una società più sostenibile”. Obtorto collo, basta Pfas negli Stati Uniti. E in Italia? L’Italia è considerata terzo mondo, la Provincia di Alessandria per Spinetta Marengo infatti autorizza addirittura l’ampliamento del C6O4.
Perciò annuncia un’altra truffa mediatica: quella dei presunti filtri che sarebbero in grado a Spinetta di rilevare e trattare, gestire e monitorare i contaminanti Pfas nelle falde e nelle reti idriche, ovviamente non nell’atmosfera. La multinazionale promette “zero tecnico” delle emissioni di Pfas (C6O4, ADV) negli scarichi di acqua con tecnologie al carbone attivo granulare (GAC), allo scambio ionico (IO) e alle tecnologie di osmosi inversa (RO (metodo di filtrazione meccanica in uso dagli anni ’50 del secolo scorso): diventerebbe “acqua distillata” e addirittura riutilizzata e non scaricata in Bormida, insomma “ciclo chiuso”. Premio nobel per la chimica alle giovanissime ricercatrici? insegniamo agli americani? Tutto risolto? Niente affatto. Innanzitutto non c’è la ben che minima garanzia che rimuovano il 100% dei PFAS contaminanti. Inoltre prevedono costi insopportabili data l’ampiezza del territorio inquinato e inquinante, si pensi solo alla vastità di frequenti cambi di membrane filtranti. A tacere dello smaltimento a loro volta dei solidi e dei liquidi di questi trattamenti, cioè incenerimento. I Pfas fanno parte del cocktail di tossici cancerogeni presenti a Spinetta in atmosfera e nelle falde, i filtri dell’osmosi inceneriti manderebbero altri Pfas in atmosfera e falde. Inoltre -attenzione- i Pfas sono utilizzati per produrre tantissimi materiali (padelle, imballaggi, vestiti): come verrebbero bonificati?
Stanti ad Alessandria i disastri ambientale (in acqua e atmosfera) e sanitario (nel sangue), non c’è altra alternativa etica che chiudere le produzioni. Subito, nel 2022 (DDL Crucioli). Ma Solvay scrolla le spalle, e manda l’opinione pubblica sulla luna (nel pozzo): “Volontariamente, Solvay entro il 2026 realizzerà quasi il 100% dei suoi fluoropolimeri senza l’uso di fluorotensioattivi presso il suo stabilimento di Spinetta Marengo, per eliminare pressoché totalmente le emissioni di fluorotensioattivi”.
Quasi e pressoché sono tradotti: “Una piccola linea di prodotti, strategica per i settori industriali dei semiconduttori e dell’energia che rappresenta meno dell’1% del volume produttivo, richiederà ulteriori attività di ricerca per eliminare completamente l’uso dei fluorotensioattivi. Per questa linea verrà utilizzato un processo di produzione a ciclo chiuso, strettamente controllato, a zero reflui”. Cioè la fantomatica “osmosi inversa”. Dunque NON c’è impegno a fermare gli impianti entro il 2026.
Dei sostituti dei Pfas, presunti quasi e pressoché a impatto zero, non si fa menzione tossicologica, altri segreti industriali, non autorizzati da nessuno, tutti da verificare se si sta cadendo dalla padella alla brace. Verifica rinviata a dopo il 2026, nel mentre gli impianti con Pfas staranno marciando e inquinando a pieno volume.
La data 2026 è una promessa, in fede di una “scelta” assunta da Solvay volontariamente, non in forza di una legge.
Solvay invita l’opinione pubblica e le istituzioni a guardare la luna nel pozzo, per distogliere l’attenzione dal Disegno di Legge Crucioli, il solo strumento concreto che metterebbe -da subito- al bando in Italia la produzione, l’uso e il consumo dei Pfas. I quali, ribadiamolo, sono solo la punta d’iceberg del disastro ecosanitario del polo chimico di Spinetta Marengo. Purtroppo la strategia della multinazionale belga è vincente.
Lino Balza Movimento di lotta per la salute
Su TERA e AQUA di settembre se clicchi qui dove fra l’altro troverai La terra brucia, servono azioni concrete: cosa fare a livello nazionale. Cortina una pista da bob costosissima e inutile ma fortissimamente voluta da Zaia. Avere cura della montagna. Salute e pratiche di cittadinanza nella terra dei Pfas. Obiettare alla guerra.
Per effetto della tragedia del 2018, in città è arrivata una quantità di denaro pubblico senza precedenti, quasi 8 miliardi di euro, intorno alla quale si è cementata l’alleanza tra il presidente di regione Giovanni Toti e il sindaco Marco Bucci. Il crollo del Ponte Morandi ha trasformato il capoluogo ligure in un prototipo politico economico che molti vorrebbero esportare nel resto d’Italia. Invece parliamo di un sistema che utilizza soldi – 6 miliardi, forse in futuro addirittura 8 – per realizzare opere, ma soprattutto per cementare un sistema di potere. Per costruire e comprare consenso. Parliamo, prima di tutto, di finanziamenti dall’Italia e dall’Europa; una quantità forse mai vista in una sola città.
La Lanterna. Perfino lei. Intorno al simbolo di Genova nascerà una distesa di container: un’opera bocciata anni fa dal ministero dei Beni Culturali che oggi viene realizzata con la scorciatoia delle procedure straordinarie. Così arrivano 30 milioni di finanziamenti pubblici per tombare una calata, portare migliaia di contenitori sotto il faro più famoso del mondo. A beneficio, secondo alcuni, di una persona sola: Aldo Spinelli, imprenditore e finanziatore del centrodestra di Giovanni Toti e Marco Bucci.
I Verdi ad Alessandria hanno segnalato la loro inesistenza. Interrompono la catalessi al fine di presentarsi, come “Europa Verde-Verdi Alessandria”, alle elezioni. Usano come pretesto il monitoraggio Arpa delle acque di falda relativo alla Solvay di Spinetta Marengo. Benchè questo monitoraggio del drammatico inquinamento altro non è che la ripetizione dei precedenti, improvvisamente i Verdi si sdegnano e decidono di rompere il (loro) silenzio: Non è più tollerabile che i nostri concittadini siano esposti ad inquinanti 12 volte oltre il limite consentito dalla legge. Adesso basta. Chiedono forse la chiusura della fabbrica? No, esprimono fiducia e collaborazione alla dirigenza della Solvay alla quale chiedono di mostrare a tutte le cittadine ed i cittadini quanto è stato fatto sino a oggi. Insomma imputano a Solvay un difetto di comunicazione rispetto agli ottimi risultati di miglioramento ambientale conseguiti a suon di investimenti.
L’esecutivo era stato avvisato da marzo che avremmo vissuto una delle siccità peggiori di sempre, complice la crisi climatica, ma non ha fatto nulla, impegnato nel Pitesai (Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee) e nel TAV che, oltre ad avere un bilancio climatico devastante, porterebbe alla perdita di decine di miliardi di litri d’acqua di falda, corrispondenti al fabbisogno idrico annuo di una città di 600.000 abitanti, e anche nel collocare l’Eni nel più grande progetto al mondo di gas naturale liquefatto (Gnl) in Qatar, una bomba climatica.
Di conseguenza i razionamenti d’acqua saranno all’ordine del giorno se il governo non affronterà il problema alla radice e continuerà a pensare alla crescita economica come dogma assoluto. Invece deve efficientare la rete idrica, fare delle fonti rinnovabili il pilastro del nostro sistema energetico, puntare al totale ripensamento del settore alimentare che porti a prediligere gli alimenti vegetali non destinati agli allevamenti animali. Clicca qui.
30/6 PATTI SMITH INCONTRA FRANCO BATTIATO; 1/7 GIACOMO LEOPARDI INCONTRA POETI DI OGGI; 2/7 PUTIN INCONTRA GIORGIA MELONI. 10/7 VIAGGIO NEL GIARDINO INCANTATO “sconsigliato a chi sta vivendo momenti di stress, noia, depressione, solitudine, a chi ha problemi d’insonnia, eccesso o mancanza di desiderio, bulimia o inappetenza e a tutti quelli che hanno problemi di concentrazione nello studio o di dipendenza da fumo e alcol”. Clicca qui.
Marco Ponti fa la storia (clicca qui) di come i grillini si sono arresi al Sistema. Eppure avevano cominciato bene: furono promosse dal governo giallo-verde nel 2018 analisi sistematiche dell’utilità di grandi opere, con lo strumento considerato il più adatto, cioè l’analisi costi-benefici sociali. Si iniziò con opere per 27 miliardi, quattro al Nord e una al centro, dell’utilità delle quali esistevano forti dubbi. I tecnici incaricati, guidati da Ponti, dimostrarono che si trattava davvero di sprechi di soldi pubblici. Ma poi nei 5 Stelle il vento cambiò. Addio razionalità economica e lotta agli sprechi dei soldi dei contribuenti, residui di idee ormai obsolete. Sì a tutto. Nel perseguire la berlusconiana logica delle Grandi Opere ovunque, oggi, i Cinquestelle coerentemente sostengono il governo Draghi e il Pnrr: 62 miliardi sono allocati a grandi opere, soprattutto ferrovie, e soprattutto al Sud. Le grandi opere inutili sono perfette per il consenso. Tutti sono contenti: sindacati, politici locali e centrali, costruttori, la mafia. Chi paga, cioè i contribuenti, non lo saprà mai, e i politici non risponderanno mai di sprechi. Perfetto, no? Perfetto ma non per i grillini: non hanno avuto grandi benefici di consenso elettorale. Né li avranno gli attuali vari tronconi, stante il modello politico ed economico Sì Tav che hanno imboccato. Imbattibile la battuta di Grillo: “Dovremmo uscire dal governo per un cazzo di inceneritore!?”. O per qualche cazzo di vagone di missili in Ucraina?
Tanto sono gli altri a morire.
“Italia Nostra” con il Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, contro Legambiente, WWF e Greenpeace. Queste ultime sostengono la possibilità di installare in tre anni 60 GW di potenza rinnovabili, prevalentemente solare ed eolico, invocando addirittura un Commissario con pieni poteri per saltare tutte le procedure autorizzative. Secondo Italia nostra e ministro, invece, il Sud è ormai saturo di impianti eolici e non è più in grado di assorbirne altri; l’energia prodotta in assenza di un adeguamento della rete di trasmissione e della creazione di un sistema di stoccaggio, processi dai costi miliardari e non ancora iniziati, non riesce ad essere trasferita nei luoghi di consumo, al Nord, e rischia di essere sprecata; e infine, la narrazione, in voga soprattutto a seguito della guerra, che facendo più rinnovabili i prezzi delle bollette scendano è pura fantasia.
Mobilitazione per il 14 maggio contro il disegno di legge sulla concorrenza e il mercato, che si prefigge una nuova ondata di privatizzazioni di beni comuni fondamentali, dall’acqua all’energia, dai rifiuti al trasporto pubblico locale, dalla sanità ai servizi sociali e culturali, fino ai porti e alle telecomunicazioni. Fa il paio con il disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata. Clicca qui.
E’ la più grande mobilitazione di accademici sul tema del cambiamento climatico mai verificatasi. In occasione della pubblicazione della terza parte del sesto rapporto del Gruppo internazionale di studio sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (International Panel on Climate Change), il gruppo di Scientist Rebellion (Ribellione degli scienziati) ha indetto una settimana internazionale di disobbedienza civile: più di mille tra ricercatori, professori universitari e cittadini coinvolti in proteste ed eventi pubblici di informazione scientifica in 25 Paesi. In Italia significative azioni di protesta a Venezia, Torino e Roma aventi nel mirino in particolare Eni e Leonardo. Le manifestazioni disobbedienza civile non-violenta sono state represse dalla polizia. Clicca qui.
Il Disegno di Legge, primo firmatario Vilma Moronese e relatore Andrea Ferrazzi, nell’udienza al Senato è stato bocciato senza appello dall’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia.
Il dottor Vincenzo Cordiano, dopo aver meticolosamente evidenziato i copiosi studi nazionali e internazionali che fanno di queste sostanze tossiche e cancerogene una calamità mondiale da mettere al bando con urgenza, ha così concluso la sua audizione:
“Dunque ISDE ribadisce che anche piccole quantità di PFAS emesse nell’ambiente devono essere eliminate in quanto bioaccumulabili negli alimenti e nel sangue. Perciò i limiti di emissione proposti da questo Disegno di Legge non hanno alcuna base scientifica, non sono assolutamente protettivi per la salute e l’ambiente e, come tutti i limiti diversi da zero, non sono altro che un compromesso. Per ISDE, tali limiti del DDL riferiti a queste sostanze che non esistono in natura, sono un compromesso inaccettabile: fra i diritti alla salute dei lavoratori e dei cittadini che vogliono dunque limiti zero , e, dall’altro, gli interessi dei produttori -inquinatori che perseguono meri interessi economici con risparmio su prevenzione produzione e bonifica e perciò vogliono limiti diversi da zero”.
Clicca qui il video completo dell’audizione di ISDE al Senato
“Nell’accettare limiti pfas diversi da zero” commenta il dottor Cordiano “ si scende a compromessi. Che compromessi? A mio parere si decide coscientemente e consapevolmente di sacrificare la salute dei propri figli e dei propri nipoti e pronipoti sull’altare degli interessi di pochi inquinatori arricchiti”. Il riferimento è anche ad Associazioni che si sono espresse nell’audizione in Senato: “ A chi, per compiacenza o piaggeria, nonostante la Moronese abbia detto chiaramente che più di così lei non poteva fare, si è accodato e ha concesso il lasciapassare”.
Bocciato senza rimedio dalle associazioni e dai comitati davanti alla Commissione Ambiente del Senato, il Disegno di Legge, primo firmatario Vilma Moronese e relatore Andrea Ferrazzi, è stato bocciato ma con appello da Greenpeace. La quale, a firma di Giuseppe Ungherese assieme al comitato Mamme No Pfas, ha consegnato infatti una relazione che chiede modifiche al DDL: “L’Italia si faccia promotrice di una politica rivolta alla riduzione ed eliminazione di queste sostanze, intraprendendo percorsi in linea con altri paesi europei ed extraeuropei, che si stanno dirigendo verso l’impiego delle stesse solo per usi essenziali, in vista di una loro progressiva sostituzione con molecole biodegradabili e biocompatibili, in altri termini con sostanze non pericolose. Venga stabilito un cronoprogramma che, partendo dalla fissazione dei limiti tendenti a ZERO, preveda il progressivo e rapido divieto di utilizzo al fine di arrivare al divieto di produzione e di uso di queste sostanze dannose”.
“I miglioramenti” proposti da Greenpeace sono giudicati dagli ambientalisti una toppa che non chiude il buco del DDL Moronese: non vietano in modo totale le emissioni in terra acqua suolo ma cercano di limitarne la presenza con limiti “tendenti” a zero, rimandano un “divieto di produzione e di uso” a tempi futuri e aleatori. Dunque non verrebbe nella sostanza modificato il DDL Moronese che infatti non si allinea con i Paesi che hanno messo al bando i Pfas, bensì “mira a ridurre, e se possibile annullare, l’immissione nell’ambiente, prevedendo inoltre un periodo transitorio di adeguamento alle misure di regolamentazione degli scarichi di acque reflue industriali per gli impianti già autorizzati”. Esso sembra fatto su misura per la Solvay di Spinetta Marengo, che lo approva potendo infatti continuare a produrre. Fino a quando? Finchè la multinazionale belga, con tanta buona fede e a discapito dei profitti, proverà a “ridurre” gli scarichi e addirittura “annullare”. Beninteso: annullare “se possibile”. Se impossibile, morti e malattie continuino a portare pazienza.
Il Disegno di legge Moronese, fin dall’oggetto, non va oltre l’obbiettivo della “Riduzione dell’inquinamento da Pfas e il miglioramento della qualità delle acque destinate al consumo umano”. Il Disegno di Legge del senatore Mattia Crucioli è osteggiato dalla Confindustria perchè invece detta “Norme per cessazione della produzione e dell’impiego dei Pfas”. Insomma li mette al bando in Italia. Vieta la produzione, l’uso e la commercializzazione di PFAS o di prodotti contenenti PFAS, ne disciplina la riconversione produttiva e le misure di bonifica e di controllo. Insomma assume le istanze di tutti i Movimenti, Associazioni e Comitati, che da anni si battono per eliminare questi cancerogeni bioaccumulabili e persistenti, praticamente indistruttibili, dalle acque, dall’aria, dagli alimenti, insomma dal sangue dei lavoratori e dei cittadini altrimenti ammalati e uccisi.
I primi beneficiari di questa legge sarebbero le popolazioni toscane e venete (concerie ed ex Miteni di Trissino), lombarde (Solvay di Bollate) e piemontesi (Solvay di Spinetta Marengo). D’altronde gli scarichi della Solvay in Bormida raggiungono la foce del Po. A causa dei comportamenti omissivi e complici di Comune, Provincia e Regione Piemonte, è diventata drammatica la situazione ambientale e sanitaria inferta ad Alessandria dalla Solvay, che è incurante della condanna in Cassazione per disastro ambientale e omessa bonifica nonchè del nuovo processo, ed è impassibile alle censure di Onu e Commissione Ecomafie. Infatti Pfas e Bisfenolo sono paradossalmente “soltanto” la punta di un immenso iceberg di sostanze tossiche e cancerogene che piovono da 72 ciminiere.
Con la nuova legge Crucioli sarebbe ancor più palese che Comune, Provincia e Regione, che si nascondono dietro il dito dell’assenza di limiti nazionali, sono fuorilegge al pari dell’azienda. Di conseguenza, è scontato che in Parlamento il DDL sarebbe osteggiato soprattutto dalla destra che governa le tre amministrazioni regionali. In aula sarà cruciale l’atteggiamento dei Cinquestelle: se sosterrà il DDL Moronese piuttosto che il DDL Crucioli, o incoerentemente entrambi, aggraverà lo strappo con l’universo ambientalista che li aveva lanciati al successo elettorale.
Per questa Legge promossa col senatore Crucioli, esprimo la soddisfazione del Movimento di lotta per la salute Maccacaro e mia personale dopo 50 anni di lotte da dipendente e pensionato, senza aver mai chiesto la chiusura dell’intero stabilimento.
Oggi però la parola chiusura è sempre meno un tabù, espressa senza remore dai Movimenti, è presa in esame dallo stesso segretario della CGIL. Il colosso chimico sorge nel cuore di un centro densamente abitato, a rischio Seveso. Ha dimostrato di essere incapace di garantire sicurezza e salute a popolazione e lavoratori. Evidentemente è impossibile. La stessa multinazionale belga afferma, vero o falso, che eliminare i Pfas significherebbe privarsi del 60 per cento del fatturato. L’unica soluzione auspicabile per coniugare salute e lavoro è la chiusura delle lavorazioni chimiche e la trasformazione del sito in Centro di Ricerche per bonifiche ambientali “non produttivo” e quindi non inquinante e non pericoloso.
Il disegno di legge depositato dal senatore Mattia Crucioli “Norme relative alla cessazione della produzione e dell’impiego delle sostanze poli e perfluoroalchiliche” (clicca qui) è in piena corrispondenza con il Dossier (clicca qui) presentato da Legambiente in occasione della Giornata mondiale dell’acqua 2022 .
La road map di Legambiente infatti, in coincidenza degli obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, si pone il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla Direttiva Quadro Acque (2000/60), in particolare della messa al bando nella produzione e nella commercializzazione delle sostanze inquinanti, persistenti e bioaccumulabili, i PFAS, “per i quali la gravità della situazione è ben conosciuta e che, nonostante l’attivismo di associazioni e cittadini, continuano a rappresentare un pericolo per l’ambiente e per la salute delle persone”.
I PFAS, le sostanze perfluoroalchiliche, tossiche e sospette cancerogene in diverse patologie, nonché ampiamente riconosciute come interferenti endocrini, hanno contaminato aria e acque di vaste aree del Veneto e del Piemonte, e si stanno ritrovando anche in numerose parti d’Italia. Emblematici i casi della Solvay di Spinetta Marengo e della Miteni di Trissino. Per quest’ultima, finalmente chiusa dopo una gigantesca contaminazione delle falde che ha avvelenato centinaia di migliaia di abitanti, è in corso dal 2021 il processo penale a Vicenza; ad Alessandria sta per essere avviato. “Un caso paradossale” stigmatizza Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente – “se si pensa che, nonostante la presenza di questo inquinante sia accertata fino al Po e nella falda esterna dello stabilimento, la Solvay ha chiesto e ottenuto dalla provincia di Alessandria l’estensione dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) per l’uso e la produzione di cC6O4. Attualmente, è perciò autorizzata a produrre 60 tonnellate/anno di cC6O4 e a scaricarne nel fiume Bormida fino a 940 Kg/anno”. E la popolazione neppure è sottoposta a monitoraggio del sangue.
Nel Disegno di Legge del senatore Crucioli si realizzerebbero gli obiettivi di Legambiente e di tutte le forze che da anni si stanno battendo: Greenpeace, Movimento di lotta per la salute Maccacaro, Mamme No Pfas, Comitato Stop Solvay, Friday for Future, Isde Medici per l’Ambiente. Infatti il DDL stabilisce –con termini temporali precisi e senza ambiguità- che “i limiti di scarico in aria, in acqua e nel sottosuolo dei PFAS siano portati allo zero tecnico, al pari delle acque potabili”; ovvero: “È vietato l’uso, la commercializzazione e la produzione di PFAS o di prodotti contenenti PFAS”. Infine esso “Detta norme per la realizzazione di misure di decontaminazione e di bonifica delle aree interessate dall’inquinamento da PFAS, per la ricerca finalizzata alla individuazione di materiali sostitutivi, alla riconversione produttiva e per il controllo sull’inquinamento”.
In considerazione delle folle oceaniche che hanno manifestato nelle piazze, si riuniscono gli onorevoli alla Camera dei Deputati per varare disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina. Sul “posto di lavoro” presenti 9 su 630.
Altrettanto sinceri ma molto più numerosi sui giornali, nei telegiornali e talk show a stracciarsi le vesti per il governo di Kiev.
A Genova, la polemica a tre su La Repubblica tra Roberta Pinotti (già ministra della Difesa dei governi Renzi e Gentiloni), Mattia Crucioli (avvocato senatore ex grilino, candidato sindaco per L’Alternativa c’è, Ancora Italia, Italexit e Partito Comunista, che il quotidiano sintetizza come “gli anti Draghi”) e Ariel Dello Strologo (candidato di centrosinistra e presidente della comunità ebraica cittadina), offre uno spaccato del dibattito che attraversa il versante politico di centro e sinistra a seguito della guerra in Ucraina.
Secondo Pinotti, si veda l’articolo, «siamo di fronte a una situazione di aggressione da parte della Russia di uno Stato sovrano, dell’Ucraina, che deve potersi difendere. In Italia durante la Resistenza i partigiani si sono difesi anche perché hanno avuto sostegno, e armi, dai Paesi alleati». Crucioli le ricorda un po’ di storia: «E’ una analogia evidentemente sbagliata, sia perché in quel caso gli alleati erano in guerra mentre l’Italia, almeno fino a ieri, non era affatto in guerra con la Russia, sia perché in questo caso chi è vicino alle ideologie naziste sono alcune delle milizie che riceveranno le nostre armi». Sempre Crucioli, rispondendo a Dello Strologo, gli obbietta: «Se uno è ‘pacifista a oltranza e radicale’, come si è definito Dello Strologo, dovrebbe predicare la non violenza e non unirsi al coro dei tanti che soffiano sul fuoco equiparando Putin a Hitler, approvando l’invio di armi italiane ad una delle parti in guerra». Va ben oltre Rifondazione, come appare sul suo Sito, in merito all’arruolamento dei mercenari della “Legione straniera” che dovrebbe affiancarsi alle milizie ucraine paranaziste.
I BAMBINI ALESSANDRINI LE PRINCIPALI VITTIME.
Chi si ricorda che nel lontano 2009, contemporaneamente alla nostra campagna nazionale contro i danni da Pfas (dai pesci mutanti alle pentole antiaderenti ecc.) avevamo nel primo degli otto esposti alla procura della Repubblica, insieme agli studi scientifici internazionali, già fatto particolare riferimento a due -lungamente rivendicate – indagini epidemiologiche? Quella dell’Asl Alessandria e quella della ASL Torino commissionata dalla Procura di Alessandria, tra il 1996 e il 2008. Entrambe per l’area della Fraschetta: circoscrizione di 16mila abitanti, di cui la metà a Spinetta Marengo. La prima sugli abitanti, la seconda sui lavoratori della Solvay (ex Montedison).
Chi si ricorda che uno step riguardava lo “Studio di sorveglianza pediatrica finalizzato al monitoraggio delle patologie respiratorie e allergiche d’interesse per la popolazione suscettibile infantile, sulla base delle rilevazioni effettuate dai medici pediatri sentinella nel periodo novembre 2004-dicembre 2005”? Chi si ricorda quanto allarmammo l’opinione pubblica su quei dati? In particolare perché le patologie pediatriche si rivelano con sintomi più alti e in peggioramento man mano che ci si avvicina allo stabilimento di Spinetta Marengo.
Chi si ricorda che quello studio non ebbe un seguito epidemiologico? Malgrado contenesse l’allarmata raccomandazione: “Il diffuso aumento delle patologie rispetto al passato suggerirebbe il mantenimento nel tempo delle attività di sorveglianza e controllo sulle malattie pediatriche, respiratorie e allergiche, nell’area della Fraschetta”. Monito ripetuto 15 anni dopo nello studio epidemiologico di Cristiana Ivaldi neo responsabile Arpa Piemonte : “Nel sottogruppo di età 0-14 anni, si evidenzia un aumento dei ricoveri per patologie neurologiche (+ 86%) che andrebbe ulteriormente investigato”.
Dunque il disinteresse di Regione Piemonte e Comune e Provincia di Alessandria è totale. Se confrontato agli studi e ai pur timidi progetti in Veneto: dalle gravidanze ed esiti neonatali, incremento di pre-eclampsia, diabete gravidico e nati con basso peso per età gestionale, anomalie del sistema nervoso e difetti congeniti al cuore, fino all’associazione tra esposizione ai Pfas e competenze cognitive e socio emotive dei bambini. E’ un disinteresse colpevole, anzi doloso, nella piena consapevolezza che dallo stabilimento di Spinetta Marengo si sprigiona in aria e acqua uno smisurato mix di sostanze tossiche e cancerogene, un cocktail letale per la popolazione e soprattutto per i bambini. Come confermano gli studi scientifici.
Dunque, la Regione Piemonte, tramite la Provincia di Alessandria di concerto con il Comune, ha il dovere primario di tutelare la salute della propria e altrui popolazione, e dunque sulla base della enorme mole di studi scientifici nazionali e internazionali prodotti, che vanno ben oltre il principio di precauzione, nonchè in pregio delle censorie prese di posizione di Onu e Commissione parlamentare ecomafie, e dunque a prescindere dalla legge nazionale in divenire che regola la materia, dunque la Regione Piemonte ha il dovere di fissare immediatamente limiti zero agli scarichi acqua-aria dei Pfas della Solvay di Spinetta Marengo.
RAPPORTO ONU E STUDIO EUROPEO.
Nella piena consapevolezza degli studi scientifici, il rapporto dello special rapporteur dell’Onu per i diritti umani e l’ambiente, David Boyd, chiede che il mondo deve mettere immediatamente al bando i “forever chemicals” e scrivere la parola fine sul capitolo dell’inquinamento da PFAS: una piaga tre volte più pesante del covid, una proliferazione che interseca e aumenta altri danni all’ambiente e al clima, come il cambiamento climatico e la perdita di diversità biologica”.
Gli studi scientifici confermano che i bambini sono le principali vittime dell’inquinamento, soprattutto quando questo è composto da un mix di sostanze chimiche, in particolare per le sue interferenze sul sistema endocrino ad iniziare dai feti. Nel mix della Solvay di Spinetta Marengo spiccano appunto bisfenolo A (Bpa) e composti perfluorurati (Pfas: Pfoa, C6O4, Adv).
Un poderoso studio europeo, Edc-MixRisk, appena pubblicato sulla rivista scientifica Science (vedi Nota), mette in relazione l’esposizione ad un mix di sostanze chimiche ambientali al rischio di deficit neurologico nei bambini, in particolare nel ritardo nel linguaggio. La ricerca ha implicazioni enormi e pone le basi per una revisione radicale delle politiche nazionali e internazionali delle valutazioni del rischio chimico, finora basate solo sull’esame di singole sostanze e non di loro miscele. Perché sta proprio qui la grande autorità di questo lavoro: le valutazioni dei rischi di salute pubblica da esposizioni ambientali andranno fatte considerando l’interazione di più elementi che, interferendo col nostro sistema endocrino, può provocare danni molto rilevanti. Insomma, decade completamente il concetto di dose tossica minima per le singole sostanze chimiche, a prescindere da qualunque presunto limite di legge diverso da zero.
“E’ improcrastinabile un adeguamento legislativo.“–ammonisce Giuseppe Testa, professore di biologia molecolare all’università di Milano, direttore del centro di neurogenomica allo Human Technopole e group leader nel dipartimento di Oncologia sperimentale allo IEOo Istituto Europeo di Oncologia – E’ indispensabile che la nostra ricerca, finanziata proprio dalla Commissione europea, venga letta con attenzione dai legislatori, dai produttori e dai cittadini disposti a mobilitarsi. Noi abbiamo fatto la nostra parte, ora tocca agli altri attori della società fare la loro”.
IMPROCRASTINABILE UN INTERVENTO LEGISLATIVO
“E’ improcrastinabile un adeguamento legislativo.“ Ebbene, da parte nostra, che da anni immemorabili siamo mobilitati, abbozziamo qui di seguito le linee guida di una
Legge che disciplini la produzione e l’uso delle sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS).
1) Nella prospettiva –avviata nelle Nazioni più consapevoli- che l’utilizzo dei Pfas sia escluso in qualunque gamma di derivati , preso atto degli studi scientifici nazionali e internazionali, nonché degli indirizzi e delle ammonizioni della Commissione parlamentare Ecomafie e dell’ONU,
2) Le Autorità preposte (Stato, Regioni, Enti locali)