
E’ online il numero 50 del Granello di Sabbia, rivista bimestrale di Attac Italia. Clicca Granello di Sabbia n.50: “Guerra e migranti, guerra ai migranti” – ATTAC Italia (attac-italia.org)
Movimenti di Lotta per la Salute, l"Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
E’ online il numero 50 del Granello di Sabbia, rivista bimestrale di Attac Italia. Clicca Granello di Sabbia n.50: “Guerra e migranti, guerra ai migranti” – ATTAC Italia (attac-italia.org)
Vi è particolare attesa per la nuova Relazione al Parlamento del Garante dei diritti di chi è privato della libertà personale e la disabilità, che verrà presentata il 20 giugno in Senato, in particolare per «un ripensamento complessivo del sistema legato alle strutture residenziali». (continua…)
La ministra dell’Interno del Regno Unito ha autorizzato l’estradizione di Julian Assange negli Usa. Il cofondatore australiano di Wikileaks è accusato di spionaggio. Ma la sua vera colpa è di aver rivelato le bugie di guerra e i crimini dell’esercito americano, fornendo un grande contributo alla libertà di informazione, così come fecero i giornalisti americani che rivelarono i crimini di guerra Usa nel Vietnam. “Questa decisione pone Assange in grande pericolo e invia un messaggio agghiacciante ai giornalisti in ogni parte del mondo”, ha dichiarato Amnesty International. Insieme a tutte le associazioni pacifiste ci uniamo al coro di proteste verso questa grave violazione dei diritti fondamentali dell’uomo che ferisce e impaurisce tutti coloro che in guerra cercano di raccontare la verità, spesso venendo sospettati di spionaggio e di violazione del segreto militare. La decisione del governo di Londra di consentire l’estradizione di Assange, che ha semplicemente divulgato documenti relativi a questioni di grande interesse pubblico, è un attacco alla libertà di informazione e rappresenta un precedente pericoloso e poco edificante per qualsiasi Paese che si professi democratico..
L’articolo 3 della Convenzione – quello che ne detta i “Princìpi generali” – è il più ignorato e tradito . Vi si parla tra l’altro di rispetto per la dignità, di autonomia e indipendenza delle persone, di non discriminazione, di piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società, di parità di opportunità e di accessibilità.
(continua…)
Ieri in Palestina è stata uccisa una donna, una giornalista. Si chiamava Shireen Abu Akleh. In quella terra abbandonata ad una occupazione militare che continua da 55 anni (per alcuni da 74) succede molto spesso. Ieri anche i nostri TG sono stati costretti a darne conto perché questa donna palestinese aveva anche un passaporto americano, aveva una fama internazionale ed era molto stimata. Non voglio commentare. Verrà un giorno in cui i riflettori si spegneranno anche sulla tragedia dell’Ucraina come li hanno spenti sulla tragedia del popolo palestinese e di tanti altri popoli martoriati. E allora altri capiranno cosa vuol dire Papa Francesco quando parla della globalizzazione dell’indifferenza, di cuori induriti e della nostra inerzia complice di fronte alla violenza che impazza nel mondo. Ieri, io mi sono vergognato per come è stata “trattata” l’uccisione di questa donna della Terra Santa che faceva, con il coraggio della gentilezza, da “scorta mediatica” al suo popolo. 78 giorni di “full immersion” nelle atrocità dell’Ucraina non hanno scalfito la coscienza impietrita dei manipolatori dell’informazione. Nessuna sorpresa. Solo vergogna. Flavio Lotti
Se vuoi cercare di capire quanto grande sia la tragedia palestinese e la nostra vergogna occidentale, clicca qui questo articolo scritto ieri da Gideon Levy, editorialista del quotidiano israeliano Haaretz.
Prima bisogna inviare forze di interposizione nonarmata e nonviolenta sotto la guida dell’Onu per fermare subito le stragi e le devastazioni; per l’immediato cessate il fuoco e l’immediato inizio di negoziati di pace che facciano cessare tutte le uccisioni. Ancora prima bisogna soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla guerra; inviare aiuti umanitari per sostentare l’esistenza di chi non può o non vuole fuggire, e per ricostruire prima possibile e meglio possibile le strutture e i servizi necessari alla vita quotidiana. Subito dopo bisogna scogliere la Nato braccio armato dell’azione militare statunitense. Sciogliere la Nato è la cosa di gran lunga più efficace che i paesi europei possano fare oggi per la pace e per salvare innumerevoli vite. Clicca qui la posizione del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera”: struttura nonviolenta attiva dagli anni ’70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali; struttura nonviolenta che oltre trent’anni fa ha coordinato per l’Italia la più ampia campagna di solidarietà con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano “La nonviolenza e’ in cammino”. Da alcuni mesi è particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l’illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell’intero mon! do vivente, da 46 anni prigioniero innocente, ecc.
Parte dall’Italia per concludersi il 2 aprile, con destinazione Leopoli, la più grande manifestazione di solidarietà e impegno per la pace in Ucraina finora organizzata in Europa. Sullo sfondo, c’è un’idea a metà tra realtà e utopia: replicare in Ucraina quanto accadde a Sarajevo nel 1992, quando il popolo della pace marciò nella città assediata. Una grande carovana di veicoli – circa una sessantina tra furgoni, minivan e auto – provenienti da numerose città italiane varcherà la frontiera a Gorizia intraprendendo un lungo viaggio fino al confine polacco-ucraino per esprimere vicinanza alle vittime e invocare la mediazione politica per un cessate il fuoco immediato. A bordo del convoglio ci saranno oltre duecento esponenti della società civile non violenta in rappresentanza di decine di realtà della galassia del pacifismo e della nonviolenza che hanno aderito all’appello “Stop the war now” lanciato nelle settimane scorse dall’associazione Papa Giovanni XXIII. Nel gruppo ci sono organizzazioni cattoliche come i Beati costruttori di pace, Pax Christi, Comboniani, Focolari e la Pro civitate christiana di Assisi ma anche laiche come Cgil, Arci, Un ponte per, Libera e Gruppo Abele. Inizialmente era prevista anche la partecipazione di un gruppo di deputati e senatori del Parlamento italiano, ma poi non si è concretizzata.
La missione di pace porterà aiuti per la popolazione sotto forma di beni alimentari e materiali sanitari per un valore complessivo che si aggira intorno al milione di euro. Tutto raccolto grazie alle donazioni. I sessanta autoveicoli della carovana faranno ritorno in Italia domenica 3 aprile con a bordo più persone possibile: la capacità di carico è di circa trecento profughi, tra bambini, donne e anziani. In queste ore sono in corso trattative con gli ospedali della città per far uscire dal Paese bambini malati da affidare alle strutture sanitarie italiane. L’iniziativa non avrà soltanto un carattere umanitario: «Vogliamo far vedere l’altra faccia dell’Europa, quella che non crede nell’invio di armi e strumenti bellici ma vuole portare aiuti di altro genere ». La cosiddetta “diplomazia dei popoli” si rimette dunque in moto, proprio come fece esattamente trent’anni fa a Sarajevo, con la marcia dei cinquecento che raggiunse la città bosniaca sotto le bombe.
Le autorità israeliane devono essere chiamate a rendere conto del crimine di apartheid contro i palestinesi. È quanto ha dichiarato oggi Amnesty International in un rapporto di 278 pagine nel quale descrive dettagliatamente il sistema di oppressione e dominazione di Israele nei confronti della popolazione palestinese, ovunque eserciti controllo sui loro diritti: i palestinesi residenti in Israele, quelli dei Territori palestinesi occupati e i rifugiati che vivono in altri stati.
Nel rapporto si legge che le massicce requisizioni di terre e proprietà, le uccisioni illegali, i trasferimenti forzati, le drastiche limitazioni al movimento e il diniego di nazionalità e cittadinanza ai danni dei palestinesi fanno parte di un sistema che, secondo il diritto internazionale, costituisce apartheid. Questo sistema si basa su violazioni dei diritti umani che, secondo Amnesty International, qualificano l’apartheid come crimine contro l’umanità così come definito dallo Statuto di Roma del Tribunale penale internazionale e dalla Convenzione sull’apartheid.
Amnesty International chiede al Tribunale penale internazionale di includere il crimine di apartheid nella sua indagine riguardante i Territori palestinesi occupati e a tutti gli stati di esercitare la giurisdizione universale per portare di fronte alla giustizia i responsabili del crimine di apartheid. Clicca qui.
Nella Giornata mondiale contro il cancro infantile, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, la più alta istituzione a livello mondiale, rende pubblico un documento che colpisce per l’inaccettabile comportamento posto in essere dai Governi di alcuni Stati. Non usa mezzi termini, l’ONU, per spiegare quanto in là si siano spinti questi Governi, quanto abbiano anteposto gli interessi economici a scapito della salute e della dignità umana, come si siano prodigati per favorire produzioni inquinanti portatrici di malattie, morte e danni spesso irreversibili all’ambiente. L’ONU chiama questi territori “zone di sacrificio”, definendone la perdurante esistenza “una macchia sulla coscienza collettiva dell’umanità”.
Anche sull’Italia viene puntato il dito dell’ONU, indicando, a mo’ d’esempio, quale “zona di sacrificio” proprio Taranto, tenuta sotto scacco dalla grande acciaieria che da decenni ne ferma il progresso ecocompatibile, sparge i propri veleni sul territorio e gli abitanti, collezionando un incredibile ed insopportabile numero di morti e malati, in particolare tra neonati, bambini e adolescenti. L’ONU scrive testualmente (continua)
Il progetto “Sulla stessa rotta / Abolish Frontex”, che al momento ha raccolto l’adesione di circa 40 organizzazioni, vuole comunicare un’altra Italia, diversa da quella della narrazione mediatica dominante, che ha fatto e continua a fare dell’accoglienza e della lotta per i diritti delle persone in movimento la propria battaglia. “Sulla stessa rotta” sarà una staffetta virtuale, che attraverserà il territorio italiano da Lampedusa fino ai confini delle rotte intraeuropee, e con cui costruiremo insieme una contronarrazione del percorso migratorio di chi attraversa il territorio italiano nel proprio progetto di vita. Clicca qui.
E’ la prima volta che Amnesty usa ufficialmente il termine ‘Apartheid’ a sostegno dell’accusa di privare i palestinesi dei diritti fondamentali. E lo fa 390 volte in un rapporto di 211 pagine.
E’ on line su YouTube un video di Riccardo Noury, portavoce italiano di Amnesty International, che chiede la liberazione di Leonard Peltier, l’illustre attivista nativo americano impegnato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente e malato di covid.
La morte di due studenti, Lorenzo e Giuseppe, durante l’alternanza scuola-lavoro ha soffiato sul fuoco della rabbia studentesca, e gli studenti continuano a mobilitarsi contro il modello di scuola del governo Draghi, in opposizione all’alternanza scuola-lavoro, alla nuova maturità del ministro Bianchi e contro la mancanza di sicurezza all’interno delle scuole.
Il tema delle scuole e dell’istruzione pubblica è da sempre legato a doppio filo con i temi che da anni agita il movimento No Tav riguardo quelle che dovrebbero essere le reali priorità del Paese. Quello di cui ha bisogno questo Paese non sono le grandi opere inutili, ma rivoluzionare completamente questo modello di scuola”. Clicca qui le altre iniziative No Tav Valsusa.
Il 6 febbraio ricorre l’anniversario dell’arresto nel 1976 di Leonard Peltier, l’illustre attivista nativo americano da sempre impegnato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente, e da alcuni giorni malato di covid.
Come ogni anno anche in varie città europee in questi giorni si svolgono iniziative pubbliche per chiedere la sua liberazione.
Quest’anno vi è una ragione in più pochi giorni fa Leonard Peltier è stato contagiato dal covid, e nel carcere di massima sicurezza in cui è detenuto non può disporre delle cure adeguate.
Riferimenti utili: bigoni.gastone@gmail.com, naila.clerici@soconasincomindios.it, nepi1.anpi@gmail.com, centropacevt@gmail.com.
Trasferimenti segreti, interrogatori in regime di isolamento, torture, alimentazione forzata durante gli scioperi della fame, sparizioni forzate. Questo è quello che perpetuano da 20 anni le autorità degli Stati Uniti. Dal 2002 sono state 780 le persone imprigionate come sospetti terroristi, con totale diniego del diritto a un giusto processo, al punto che le stesse commissioni militari hanno prodotto appena 8 condanne, per le altre 772 è stata mera tortura.
Mercoledì 12 gennaio alle ore 18:00 a questo link: https://us02web.zoom.us/j/83081698162?pwd=YjR4RXBvMlNjYmJjZ3hvQjVCZFF3QT09
ID riunione: 830 8169 8162 Passcode: 530796.
Mercoledì 19 gennaio alle ore 18:00 a questo link: https://us02web.zoom.us/j/88141035171?pwd=RVJZelFCWUkyanlyRDNYRVgzUHpqQT09
ID riunione: 881 4103 5171 Passcode: 021942.
L’Università Estiva Europea dei Movimenti Sociali si terrà in Germania. Temi in discussione: la transizione economica, ecologica, sociale, antirazzista, femminista, democratica, del lavoro, il commercio, pace e diritti umani. Le plenarie avranno la traduzione simultanea in inglese, francese, tedesco. I seminari in due lingue. Negli eventi più piccoli autorganizzati ci sarà un aiuto alla comprensione nelle diverse lingue con la presenza di traduttori. E’ previsto un vasto programma culturale, con eventi e concerti.
Clicca qui per tutte le informazioni utili alla partecipazione.
E’ successo a una donna che, assistita dal marito e dal figlioletto di quattro anni, nascosta tra gli alberi ha dato alla luce un bambino con il terrore di essere scoperta dai soldati. Succede anche questo in Polonia, Stato dell’Unione europea, se si ha la sfortuna di essere una famiglia di migranti bloccata al confine con la Bielorussia. Il cordone ombelicale è stato legato con un laccio, poi tagliato con i denti. I migranti sono selvaggina. Scene di caccia in Europa, a pochi passi da noi. Clicca qui.
Per contrastare gli orrori atroci ed infami che abbiamo di fronte. Clicca qui.
Alla vigilia della Giornata Internazionale dei diritti umani. Nel 40° anniversario del Centro Diritti Umani dell’Università di Padova a 60 anni dalla prima Marcia Perugia-Assisi. Clicca qui.
Necessaria la più ferma opposizione possibile al Protocollo Aggiuntivo alla Convenzione sui Diritti Umani e la Biomedicina del Consiglio d’Europa che rischia di essere approvato. (continua…)
Basta con queste discriminazioni sulla mobilità e sull’accesso alla cultura! Due recenti episodi a Torino. (continua…)
Mentre la fame e la miseria affliggono milioni di famiglie brasiliane colpite dalla pandemia, dalla disoccupazione, dalla precarietà della vita, le denunce di tortura nelle carceri di Goiás e Minas Gerais rivelano condizioni disumane a cui i detenuti, per lo più neri, sono sottoposti dalle autorità. Clicca qui.
il governo ha inserito nella NADEF (Nota di aggiornamento al DEF Documento Economia Finanze) un DDL per l’attuazione dell’Autonomia Differenziata. La materia inserita addirittura nel Collegato la si sottrae a qualunque dibattito reale nel Paese e alla possibilità di sottoporla poi eventualmente a referendum. In una situazione del Paese che ha visto e vede i disastri della prima regionalizzazione nella sanità, ai quali si è sommata l’incapacità delle Regioni ad assicurare sicurezza nelle scuole e nei trasporti; in una situazione che vede aumentare ogni giorno di più le diseguaglianze tra i territori e all’interno dei territori stessi, dal nord al sud del Paese. Clicca qui la Mozione L’Assemblea Nazionale dei Comitati per il ritiro di ogni Autonomia Differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti.
Perchè è una persona innocente detenuta da 45 anni per delitti che non ha commesso.
Perché è una persona impegnata contro il genocidio del suo popolo, e per questo è perseguitato.
Perchè è un difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani, e per questo è perseguitato. (continua)
È una brutta pagina per la tutela dei diritti umani delle minoranze discriminate nel nostro Paese la bocciatura avvenuta in Senato del cosiddetto “Disegno di Legge Zan” (“Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”). Ma in ogni caso continueremo sempre a denunciare e a combattere la violenza e tutte le forme di oppressione dovunque la individueremo, perché un mondo libero dalla violenza è un mondo migliore per tutti e tutte» (continua…)
Gli Stati Uniti d’America devono annullare tut
Per chiudere la prigione americana nell’isola di Cuba dove si violano i diritti umani e si pratica la tortura. Per ricevere il link di accesso e collegarsi mercoledì ore 21 alla videoconferenza, clicca il link: https://www.peacelink.it/
La “guerra al terrore” ha generato il carcere di Guantanamo (su cui è partita una campagna per la chiusura : aderisci), dove hanno torturato le persone senza che il movimento pacifista abbia fatto in Italia qualcosa di realmente significativo. Alcuni addirittura pensavano che Guantanamo fosse stata chiusa! La nostra responsabilità di pacifisti è grande. Perché? Semplice. Perché loro hanno addormentato le nostre coscienze. Ma noi che abbiamo fatto per svegliarle?
Aderendo alla petizione popolare, il Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, ha annunciato con un video e con un tweet la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d’America della grazia per Leonard Peltier, l’illustre attivista nativo americano impegnato per i diritti di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati falsamente attribuiti delitti che non ha mai commesso.
Corso di Casacomune, gruppo Abele. Clicca qui.
TUTTE LE DONNE SABATO 25 SETTEMBRE ORE 14 PIAZZA DEL POPOLO ROMA Clicca qui. Torniamo in piazza con una consapevolezza in più, perchè dalla pandemia abbiamo imparato una lezione: contro l’incuria del potere, occorre lottare per praticare la cura che metta al centro la vita degli esseri umani della natura e di tutti i viventi. Torniamo in piazza mentre si svolge il dramma dell’Afghanistan. Un altro, e altri crimini provocati dalle guerre dei potenti: in Siria, Yemen, Kurdistan, Palestina, Iraq, Libano, Libia, in tanta parte dell’Africa… La guerra, sempre scatenata da interessi economici e di potere, opera distruzione. La violenza chiama violenza. Mai crea democrazia, libertà, diritti. Per questo le nostre prime parole sono contro la guerra. Contro la guerra patriarcale in nome della libertà delle donne. Contro la guerra distruttiva in nome della “esportazione” di democrazia. Contro la guerra che arricchisce l’industria delle armi e i poteri militari, che porta occupazioni e guerre civili. Contro la guerra, che esprime con la massima violenza l’incuria, dell’umanità e della natura. Torniamo in piazza per svelare l’ipocrisia di una politica che oggi si strappa i capelli per “le donne e i bambini afghani” dopo aver occupato per 20 anni il paese e sostenuto i signori della guerra ed il oro governi corrotti legati all’economia della droga e autori, essi stessi, di crimini Il nostro paese non è innocente. Basta con la retorica mediatica, basta con l’esaltazione del “ventennio di libertà”. Torniamo in piazza per altri tre buoni motivi (continua)
Il M.I.R. (Movimento Internazionale della Riconciliazione), il cui acronimo inglese è IFOR (International Fellowship of Reconciliation), è un movimento internazionale, a base spirituale, composto di donne e uomini che sono impegnati nel praticare la nonviolenza attiva come stile di vita, come mezzo di riconciliazione nella verità e mezzo di trasformazione personale, sociale, economica e politica.
Il MIR italiano ha scelto come simbolo il charkha, l’arcolaio a ruota per filare il cotone. Gandhi chiedeva a tutti gli indiani di tessere da se stessi il cotone per rivalutare il lavoro manuale perché, attraverso la tradizionale attività artigianale, tutti potessero guadagnarsi il pane: per questo ne aveva fatto il simbolo della nonviolenza. Per noi rappresenta un richiamo alla semplicità di vita, ad un lavoro senza sfruttati e sfruttatori, rispettoso dell’ambiente; il modello di vita che perseguiamo.
Per saperne di più leggi di seguito. LEGGI ORA
Ancora una volta, come sempre accade nel mondo in situazioni di emergenza dovute a guerre, calamità naturali o disastri causati dell’uomo, le persone con disabilità, e in particolare i bambini e le donne con disabilità, continuano ad essere “i più vulnerabili tra i vulnerabili” come viene testimoniato dall’Associazione Nove, impegnata già dal 2012 nel Paese asiatico, con vari progetti rivolti alle persone più vulnerabili (continua…)
Anche quest’anno a Renoize: Parco Schuster, Roma San Paolo, nel segno dell’antifascismo e per la giustizia sociale e ambientale.
Autorevole presa di posizione pacifista del Pontefice: “Basta guerre in nome della democrazia”. Parole che avremmo voluto sentire da Fassino, D’Alema e Napolitano ecc. alla fine di una guerra disastrosa e fallimentare che hanno appoggiato. Anche il regista Michael Moore sostiene il ritiro delle truppe americane deciso da Biden. Clicca qui.
Mohamedou Ould Slahi ha passato oltre 10 anni nella prigione di Guantánamo, dopo essere stato arrestato sulla base di un sospetto: senza nessuna prova e accusa ufficiale da parte degli Stati Uniti, è stato detenuto per presunta collaborazione agli attentati terroristici dell’11 settembre. Il film The Mauritanian di Kevin Macdonald, disponibile su Prime video, narra in modo crudo e senza veli la storia di un innocente che passa più di 10 anni in una prigione subendo torture fisiche e psicologiche per qualcosa che non ha mai fatto.
Questo messaggio rientra nella Campagna Guantanamo. Firma anche tu su www.peacelink.it/guantanamo
20° settimana di MOBILITAZIONE CONTRO L’OCCUPAZIONE DELLE TERRE DEL PRESIDIO EX-AUTOPORTO A SAN DIDERO, al fine di contrastare la preparazione del cantiere per costruire UN NUOVO AUTOPORTO e spostare quello attuale a Susa lasciando il posto a opere per la Nuova Linea TAV Torino Lione. Conferenze a Bussoleno su “Ecologia è politica”. La Rete italiana delle Donne in Nero in strada per l’Afghanistan. Campeggio giovanile dall’8 all’12 settembre nei territori liberati di Venaus. Preparazione dello sciopero globale per clima del 24 settembre. EXTINCTION REBELLION dal G20 alla COP26. Queste e le altre iniziative No Tav Valsusa nella newslettera di Doriella&Renato: clicca qui.
28a Marcia per la Giustizia a Quarrata (Pistoia). Il tema socio-ambientale supera le contraddizioni ideologiche e di classe perchè riguarda tutti, senza distinzione. Anche a sinistra ha tardato molto nel rendersi conto della gravità del problema. Lo guardavano con diffidenza, come se si trattasse della bandiera di lotta dei verdi riformisti. Continua.
Al Presidente del Consiglio Mario Draghi
Gentile Presidente,
in questo delicato momento in cui si invoca il rispetto dei diritti umani in Afghanistan, noi crediamo che sia importante dare il buon esempio chiedendo al tempo stesso che venga posta fine alla violazione dei diritti umani nella prigione di Guantanamo, gestita dagli Stati Uniti a Cuba.
E quindi le scriviamo affinché lei richieda formalmente al Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, un gesto importante e altamente significativo come la chiusura della prigione di Guantanamo.
Amnesty International non solo ne chiede la chiusura ma chiede che vengano processati i responsabili di quella vergognosa e criminale esperienza di sospensione del diritto umanitario. Noi concordiamo con tale richiesta di Amnesty International.
Non si può essere credibili nel chiedere ai talebani il rispetto dei diritti umani se poi noi quel rispetto non lo chiediamo agli Stati Uniti.
Quella prigione è come la Bastiglia e non ha più ragione di esistere. È il simbolo odioso delle torture e degli abusi, in aperta violazione delle Convenzioni di Ginevra, compiuti in nome della lotta al terrorismo. Quell’orribile prigione, quella vergogna della storia non ha più alcun appiglio per restare in piedi.
Le chiediamo pertanto di rispondere a questa nostra richiesta di giustizia internazionale. Oggi – in questo contesto di grandi cambiamenti – la chiusura del carcere di Guantanamo ha molta più possibilità che in passato di avvenire. Farebbe onore all’Italia, a cui tra l’altro era stato affidato il compito di riformare il sistema giudiziario in Afghanistan, farsi promotrice, anche in seno all’Unione Europea, di un passo verso la giustizia e il rispetto dei diritti umani.
Per essere credibili in Afghanistan bisogna dare il buon esempio a casa propria.
Distinti saluti
Parte da oggi, 31 agosto 2021, la Campagna Guantanamo e chiunque può firmare la lettera che invieremo al Presidente del Consiglio Mario Draghi. L’obiettivo è fare pressione sul governo italiano perché richieda al presidente USA Joe Biden la chiusura della prigione americana di Guantanamo, luogo di torture e di violazioni dei diritti umani, oltre che delle Convenzioni di Ginevra. Guantanamo si trova geograficamente nella base USA dell’isola di Cuba.
Per firmare il link è https://www.peacelink.it/guantanamo
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Grazie!
Materiale informativo lo trovi qui:
Compresi i 220mila che sono già in Europa da anni. Infatti negli ultimi 12 anni l’Europa ha negato asilo a 290mila profughi afghani, rimpatriando oltre 70mila persone, di cui almeno 15-20mila erano donne. Ora i governi europei dovrebbero impegnarsi per proteggerle garantendo asilo politico per tutte e tutti. Clicca qui.
Vittime dei bombardamenti turchi. Appello urgente al Presidente del Consiglio, al Ministro degli Esteri e alle Commissioni esteri di Camera e Senato. Sottoscriviamo per l’ospedale attrezzato di Shengal Clicca qui.
Nel “centro di detenzione” di Guantanamo Bay, isola di Cuba, inaugurato venti anni fa, l’11 gennaio 2002, sono detenute ancora 40 persone, 15 delle quali dall’anno della sua apertura. Dal 2002 vi hanno transitato 780 detenuti, mai processati dalla giustizia dei tribunali ordinari. Diventata il simbolo dello stato di non-diritto e della tortura, la prigione di Guantanamo è una vergogna per gli Stati Uniti. Sin dalla sua creazione, Guantanamo rappresenta per gli Usa uno scandalo tanto sul piano umanitario che giuridico. È stata aperta calpestando tutti i regolamenti e le leggi internazionali, dalle Convenzioni di Ginevra ai diversi trattati, ed è stata organizzata come un prolungamento della rete di prigioni segrete della Cia, dove si praticava massivamente la tortura. Nel corso del tempo, il carcere di Guantanamo è diventato anche uno scandalo sul piano finanziario e amministrativo. Il suo funzionamento mobilita 1.500 persone (tra militari, personale amministrativo e legale, medici, ecc.) e costa più di 500 milioni di dollari all’anno, per soli 40 detenuti (13 milioni di dollari a detenuto) passati dalle prigioni segrete della CIA. Amnesty International l’11 gennaio scorso ha pubblicato un rapporto approfondito che evidenzia ancora una volta le violazioni dei diritti umani in corso a Guantanamo: trasferimenti segreti, interrogatori segreti, incatenamenti, alimentazione forzata per chi era in sciopero della fame, torture, sparizioni forzate e assenza totale di rispetto della legalità. Clicca qui.
La foto del marine che afferra un bambino passato da una donna afghana oltre il filo spinato dell’aeroporto di Kabul occupa oggi la prima pagina di tanti giornali. Una foto disperata. L’immagine di una salvezza fra le braccia di un soldato americano. Ma qual è la realtà oltre la propaganda che gli organi di informazione stanno conducendo da venti anni? Clicca qui PeaceLink, clicca la realtà di una guerra criminale e imperialista di oltre due trilioni di dollari bruciati senza sbocchi positivi né per la popolazione né per gli stessi aggressori. La “guerra giusta“, presentata in questi anni da destra come la soluzione dei problemi dell’Afghanistan, si è rivelata la più pericolosa tentazione della storia. E la più fallimentare. Fallisce anche la sinistra con l’elmetto che rimbrottava i pacifisti che non erano a favore della “guerra giusta”. La guerra abbracciata da D’Alema, Napolitano e Prodi è oggi fallita. Fallita definitivamente. Emerge, malgrado la propaganda ipocrita, la nitida coerenza con cui Gino Strada condannava la guerra, senza se e senza ma, dimostrando cultura, coraggio ed etica: perché lui gli afghani li ha aiutati veramente. Con lui, i pacifisti avevano ragione venti anni fa e a maggior ragione oggi perché solo senza la guerra possiamo premere perché l’Afghanistan sia impegnato sul fronte – non militare ma civile – di un maggiore rispetto dei diritti umani.
O che sono più i soldati morti per suicidio che in combattimento? O della lungimiranza della “sinistra” italiana? Queste e altre dieci imbarazzanti domande cliccando la rassegna stampa.
Articoli su Guerra e Pace
Rassegna di Elio Pagani
Julian Assange, nuovo caso Dreyfus?
https://ilmanifesto.it/contro-la-guerra-julian-assange-nuovo-caso-dreyfus/
La democrazia esportata in armi, la Waterloo di Biden e della NATO
https://ilmanifesto.it/la-democrazia-esportata-in-armi-la-waterloo-di-biden-e-della-nato/
Afghanistan: morti più soldati americani per suicidio (30177) che in combattimento (2312)
https://www.peacelink.it/conflitti/a/48700.html
Vogliamo parlare dei bambini stuprati in Afghanistan?
https://www.peacelink.it/conflitti/a/48697.html
Afghanistan 2016: la lotta per salvare i bambini schiavi sessuali
Afghanistan, si tratta per il potere e si muore per la bandiera
https://ilmanifesto.it/afghanistan-si-tratta-per-il-potere-e-si-muore-per-la-bandiera/
A Kabul finisce la jihad occidentalista
https://www.gennarocarotenuto.it/30260-kabul-jihad-occidentalista-donne-usa-talebani/
L’intelligence Usa smentisce Biden: «Era a conoscenza della minaccia»
https://ilmanifesto.it/lintelligence-usa-smentisce-biden-era-a-conoscenza-della-minaccia/
Ora basta con la guerra! Vieni alla Perugia Assisi
http://www.perlapace.it/ora-basta-la-guerra/
https://www.labottegadelbarbieri.org/stili-di-vita/
Le bugie sull’Afghanistan che il PD conosceva benissimo
https://www.peacelink.it/conflitti/a/48701.html
Perché deve tornare il tempo della solidarietà
https://ilmanifesto.it/perche-deve-tornare-il-tempo-della-solidarieta/
Quali progressi erano stati fatti sul piano civile dal 2002 al 2010 in Afghanistan mentre D’Alema diceva che stavamo salvando gli afghani e che i pacifisti avrebbero dovuto essere “orgogliosi” della missione militare? Nessuno. “L’aspettativa di vita è scesa da 46,6 a 44,6 anni. L’alfabetizzazione è diminuita dal 36 al 28%“. Questo diceva la CIA nei suoi archivi consultabili pubblicamente. La mortalità infantile è aumentata del 4,6% tra il 2002 e il 2010. Tra il 2002 e il 2009 la popolazione sotto la soglia di povertà è cresciuta dal 23 al 36%“. Ma i governi USA/NATO dicevano l’opposto. La CIA diceva la verità e i governi le menzogne. Paradossale. Dato che i politici venivano smentiti dalle statistiche della CIA, i governi hanno manipolato i dati. E hanno costruito bugie con statistiche fasulle. Tutto documentato negli “Afghanistan Paper” che il Washington Post sta pubblicando in questi giorni a puntate. Duemila pagine di documenti top-secret che raccontano le bugie di guerra che adesso dobbiamo conoscere e far conoscere. Soldati mandati a morire per nulla, per una guerra drogata dalle menzogne sugli aiuti ai civili. La guerra è stata un colossale fallimento ma ancora maggiore è stato il fallimento civile che è stato mascherato manipolando i dati statistici afghani. Tutte le novità sulle menzogne in Afghanistan sono su https://www.peacelink.it La gente deve sapere come è stata ingannata in questi venti anni di guerra.
Il nuovo rapporto ONU sul clima è il più dettagliato allarme mai presentato fino ad ora. Afferma che i cambiamenti climatici sono “inequivocabilmente” causati dalle attività umane e stanno provocando disastrosi effetti “senza precedenti”.
In Italia il simbolo dell’emergenza climatica sono gli altoforni a carbone e le cokerie dell’ILVA di Taranto, gli unici impianti di questo genere ancora rimasti nella nostra nazione. Siamo di fronte, oltre al disastro ecosanitario, anche al disastro climatico. Siamo di fronte a due disastri ecologici, uno locale e uno globale. Quello di Taranto è un ciclo siderurgico insostenibile per gli uomini e per il clima. Va fermato. Clicca qui il cronoprogramma chiesto da Peacelink al Governo.
Genova 2001 ci parla ancora della necessità della convergenza, della costruzione di un campo di forze per l’alternativa (continua)
Leonard Peltier (clicca qui) è un illustre attivista per i diritti umani dei nativi americani, vittima di una spietata persecuzione politica, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati attribuiti delitti che non ha commesso, nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall’opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchù, Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, eccetera. Cresce ogni giorno il numero delle personalità della cultura, delle istituzioni, dell’impegno morale e civile, della solidarietà, che stanno scrivendo al Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, per chiedere un’iniziativa europea per la liberazione di Peltier che riprenda e prosegua l’impegno già espresso dal Parlamento Europeo con le risoluzioni del 1994 e del 1999. Clicca qui. Per aderire Clicca qui.
MOVIMENTI SOCIALI DI TUTTO IL MONDO A GENOVA NELL’ANNIVERSARIO DEL G8 DEL 2001 mentre in tutta Italia si stanno svolgendo iniziative locali.
ASSEMBLEA NAZIONALE DI CONVERGENZA Si terranno 60 interventi delle principali reti, movimenti sociali di vecchia e nuova generazione, associazioni, gruppi, campagne organizzazioni sociali sindacali e politiche che si battono per una alternativa di sistema. L’obiettivo dell’assemblea è avviare un processo convergente verso una grande mobilitazione nazionale anti-sistemica in autunno.
ASSEMBLEA INTERNAZIONALE Gli interventi mescolano attivismo di vecchia e nuova generazione. Tutti gli attivisti e le attiviste di allora sono ancora attivi nelle campagne di oggi. Saranno divisi in micro-sessioni, ma a tutti sarà posta la stessa domanda: “come rafforzare la connessione fra movimenti e attori dell’alternativa a livello continentale e globale?”Fra questi segnaliamo figure chiave dell’altermondialismo come Walden Bello (Filippine), Zé Correa (Brasile), Christophe Aguiton (Francia), Nandita Shah (India), KamalLahbib (Marocco), PhyllisBennis (USA) MoussaTchangari (Niger), Edga