Il governo del nucleare militare.

L’Italia non ha ancora aderito alla messa al bando delle armi nucleari. Il trattato Onu per la messa al bando delle armi nucleari (TPAN), che considera tali ordigni illegali per il diritto internazionale al pari di quelle chimiche e batteriologiche, è in vigore dal 24 ottobre. Neppure il Governo mostra di voler uscire dal programma “nuclear sharing” della Nato e interrompere l’acquisto degli F35. Il “nuclear sharing” in Italia si traduce nel dare ospitalità a decine di testate nucleari statunitensi (Ghedi, Aviano), addestramento di cacciabombardieri Tornado per il loro utilizzo, adeguamento delle basi in attesa dell’arrivo degli F35.

Dicono: “Guerra al Covid” ma i soldi li usano per le armi.

Cosa si potrebbe fare con i 6 miliardi stanziati dal Governo per  nuove armi? Con i soldi di un carro armato ariete (7 milioni di euro) potremmo riaprire 20 piccoli ospedali. Per una fregata potremmo assumere 1.200  infermieri per 10 anni. Per un blindo centauro (13 milioni): 2.800 borse di studio per studenti fuori sede. Per un elicottero nh-90 (444 milioni): 4.500 ventilatori polmonari. Per un pattugliatore d’altura ppa (427 milioni): ammodernare 410 ospedali. Per un sommergibile u-212 (670 milioni): lo stipendio a 1.000 medici per 10 anni. Per una nave anfibia (1 miliardo e 171 milioni): abolire le tasse universitarie ad un milione di studenti. Per i cacciabombardieri F35 (195milioni) potremmo rimettere a nuovo 380 scuole che cadono a pezzi.

Perciò le campagne Sbilanciamoci e la Rete Italiana Pace e Disarmo chiedono una moratoria per il 2021, anno Covid, sulle spese di investimento in armamenti: da destinare alla sanità e all’istruzione.

Dal 2021 il programma del Pentagono Usa prevede inoltre la costruzione di 500 bombardieri  supersonici nucleari B61-12 al costo di 10miliardi di dollari: ogni bomba costa il doppio di quanto se fosse costruita interamente in oro. L’Italia dovrà accrescere la spesa militare oltre a quelli stanziati dal Governo e tratti dal Recovery Fund? L’Italia, in ossequio al veto USA, violerà  ancor più il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari e il Trattato Onu (neppure firmato dall’Italia) sulla abolizione delle armi nucleari?

Dalla frantumazione sociale e identitaria degli USA una lezione per l’Italia.

Il rischio che la guerra globale combattuta a pezzi presto o tardi travolga anche la vecchia Europa non è zero: in uno scenario di questo tipo per l’Italia è quanto mai importante tendere alla neutralità, riscoprendo la bussola dell’interesse nazionale e la propria natura di “paese cerniera” per gli equilibri internazionali. Clicca qui l’analisi di Maurizio Vezzosi.

I sindacati non sono pacifisti.

A Genova blocco di una delle navi della compagnia saudita Bahri, che dopo le proteste ed i blocchi di maggio non carica più armi però nella sua pancia ci sono armamenti ed esplosivi destinati alla guerra in Yemen che da anni sta facendo strage di migliaia civili. Alcuni lavoratori di turno nel pomeriggio hanno fatto obiezione di coscienza, rifiutando di lavorare al carico della nave, ma sono stati sostituiti da altri camalli. La CGIL, nonostante le richieste di lavoratori, ha rifiutato di proclamare sciopero. Clicca qui l’intervista  con  Cristian, lavoratore portuale ed antimilitarista.

Dopo l’incontro con l’amministratore delegato di Leonardo, clicca qui, pesante commento dei pacifisti: “ Quando si tratta di produrre armi CGIL-CISL e UIL sono più guerrafondai dei padroni”.

Campagna per l’uscita dell’Italia dalla NATO – per un’Italia neutrale.

Clicca qui per aderire.  Aggiornamento: Il Parlamento greco ha ratificato l’«Accordo di cooperazione per la reciproca difesa», che concede agli Stati uniti l’uso di tutte le basi militari greche. Esse serviranno alle forze armate Usa non solo per stoccare armamenti, rifornirsi e addestrarsi, ma anche per operazioni di «risposta all’emergenza», ossia per missioni di attacco.

La guerra nucleare è possibile. L’Italia viola la Costituzione non aderendo al Trattato di proibizione delle armi nucleari.

Le crisi mondiali, gravate dall’aggravamento del cambiamento climatico, rendono realmente possibile una guerra nucleare iniziata in base ad un piano oppure per errore o semplice fraintendimento. La rinnovata corsa agli armamenti e la loro proliferazione sono conseguenza di importanti trattati e negoziati cancellati o minati. In Italia è dominante la responsabilità di un vasto arco politico bipartisan che obbliga un Paese non nucleare ad ospitare e a prepararsi ad usare armi nucleari, violando il Trattato di non proliferazione che pur ha ratificato. Soprattutto è gravissimo il rifiuto dell’Italia ad aderire al Trattato sulla proibizione  delle armi nucleari votato a grande maggioranza dall’Assemblea dell’Onu. Per aderire l’Italia dovrebbe quindi richiedere agli Stati Uniti di rimuovere dal suo territorio le bombe nucleari B6 senza installarne altre, nonché le basi militari Nato. Così impone la Costituzione italiana che ripudia la guerra.

«Fuori la guerra dalle nostre vite»: appello dei portuali genovesi per il 12 febbraio.

Nei mesi scorsi, una mobilitazione partita dai lavoratori del porto di Genova  ha impedito l’imbarco di materiale bellico diretto in Arabia Saudita e destinato alla guerra in Yemen. Analoghe manifestazioni a sostegno del blocco del traffico di armi si sono tenute in altri porti europei (Le Havre e Marsiglia, ancora prima a Bilbao). I venti di guerra però non si sono fermati come dimostrano benissimo gli sviluppi drammatici legati alle guerre in Siria, al conflitto libico e all’aggressione statunitense in Iraq. Nostro dovere è boicottare la guerra. Il 12 febbraio (la data potrebbe variare) a Genova arriverà una nuova nave carica di armi. Come lavoratori chiameremo tutta la città solidale ad unirsi a noi per bloccare l’ennesimo traffico di morte. Invitiamo tutti e tutte a raccogliere quest’appello(leggilo cliccando qui).

I ruoli della basi italiane e del MUOS nella strategia bellica statunitense.


Manifestazioni anche negli Stati Uniti.

Intervista a Antonio Mazzeo che non esclude la possibilità che i droni  dell’attentato a Soleimani siano partiti da Sigonella e che siano stati guidati dal MUOS o con la sua collaborazione. La trasformazione di Sigonella in vera e propria “capitale mondiale dei droni Usa e Nato”  uno degli atti più incostituzionali e irresponsabili della recente storia d’Italia: mille miglia al di là della Costituzione, fuori dagli stessi principi etici e del diritto consacrati nella lunga storia dell’Umanità. In più, essere piattaforma di lancio di attacchi terroristici e bombardamenti indiscriminati significa trasformarsi immediatamente in obiettivo da colpire come ritorsione e, magari, anche per prevenire nuovi attacchi. Si instaura così una interminabile catena di sangue. Clicca qui.

Uscire dall’Iraq e dal Libano. Uscire dalla Nato. Via dall’Italia le basi USA. Articolo 11 della Costituzione.

Gli Stati Uniti perseguono da circa un ventennio con criminale determinazione una strategia di destabilizzazione permanente  del Medio Oriente: l’invasione nel 2003 dell’Iraq lasciata nel caos da 17 anni, i raid in Libia del 2011 contro Gheddafi insieme a Francia e Gran Bretagna, la guerra per procura in Siria contro Assad ed in Yemen, le monarchie del Golfo e la Turchia impegnate, insieme ai jihadisti, a contrastare prima di tutto l’influenza iraniana e poi anche quella russa. L’obiettivo di Washington era ed è quello di polverizzare gli stati arabi e musulmani, e oggi gli hezbollah in Libano,  che in qualche modo possano opporsi a Israele, il guardiano degli Usa nella regione, e all’Arabia Saudita, il maggiore cliente petrolifero  di armamenti Usa. Gli iracheni hanno intimato ai nostri 900 soldati di andarsene. Nel Sud del Libano c’è UNIFIL, i circa 10mila militari della forza multinazionale di interposizione delle Nazioni Unite. Il comandante è un italiano, il generale Stefano Del Col; anche il contingente più grande, 1.068 donne e uomini, è italiano. Serve una grande azione diretta e nonviolenta per la pace: clicca qui.

L’uso militare nascosto della tecnologia 5G.

Mentre le tecnologie precedenti erano finalizzate a realizzare smartphone sempre più avanzati, il 5G è concepito non solo per migliorare le loro prestazioni, ma principalmente in campo militare. Avrà un ruolo determinante nell’uso delle armi ipersoniche: missili, armati anche di testate nucleari. Inoltre sugli smartphone 5G i giocatori di tutto il mondo, senza rendersene conto,  finanzieranno la preparazione della guerra, quella reale. Clicca qui.

No guerra no Nato, dai camalli di Genova a Solbiate Olona.

Presidio  di fronte alla base Nato di Solbiate Olona, uno dei 9 comandi di reazione rapida. Oltre alle distruzioni e ai morti (90% civili) le guerre sottraggono risorse (70milioni € al giorno all’Italia) a sanità istruzione pensioni , e distruggono l’ecosistema (1 giorno di guerra uguale carburante per 1milione di auto), poi il nucleareClicca qui

Costruiamo ponti. Non muri.

La Missione di “Un Ponte Per” nel Nord Est della Siria prosegue il suo lavoro e continua ad essere operativa insieme alla Mezzaluna Rossa Curda. La situazione in Siria è drammatica. Restiamo nelle zone del conflitto al confine turco-siriano per continuare a portare soccorso alle centinaia di civili colpiti dall’aviazione militare turca. Aiutaci. Clicca qui.

4 novembre 2019: non festa ma lutto. Ogni vittima ha il volto di Abele.

Proponiamo che, nell’anniversario della fine dell'”inutile strage” della prima guerra mondiale, si realizzino in tutte le città d’Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l’impegno affinché non ci siano mai più guerre, mai più uccisioni, mai più persecuzioni. Clicca qui l’appello.

Secco no dei sindacati alla riconversione bellica in Sardegna.

Il governo in difficoltà a rispettare la Mozione di maggioranza votata alla Camera che ha chiesto all’esecutivo  di bloccare l’esportazione di alcuni tipi di armi – le bombe d’aereo e i missili – verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Quella sarda è una dimostrazione di quanto disarmo e riconversione siano stati banditi dai governi: esemplari le promesse mancate per rinunciare ai bombardieri F35. Ovviamente non si trovano soldi per affrontare il dissesto idrogeologico e il rischio chimico, mentre mancano le scuole e quelle che ci sono cadono a pezzi. Clicca qui.

Quale sarà la risposta del prossimo governo italiano per i nuovi missili?

ll sito missilistico Nato di Deveselu in Romania, facente parte del sistema statunitense Aegis di «difesa missilistica», ha terminato «l’aggiornamento» iniziato lo scorso aprile. Lo comunica la Nato, assicurando che «esso non ha conferito alcuna capacità offensiva al sistema», il quale «rimane puramente difensivo, focalizzato su potenziali minacce provenienti dall’esterno dell’… (continua)

Genova blocca di nuovo le navi delle armi.

Per la seconda volta nell’arco di un mese, la mobilitazione dal basso dei lavoratori del porto di Genova, insieme ad antimilitaristi e pacifisti, impedisce il carico di generatori destinati all’esercito saudita  da anni principale attore nella guerra in Yemen,  unanimemente considerata la tragedia umanitaria peggiore degli ultimi trent’anni: decine di migliaia di vittime civili, compresi migliaia di bambini e 22 milioni di persone che sopravvivono di aiuti esterni. Clicca qui.

Clicca qui: la lettera che i portuali di Genova hanno inviato agli operai della Teknel di Roma che produce armamenti destinati all’Arabia saudita per la guerra in Yemen.  

Ritornano gli euromissili.

Al 2 febbraio potranno tornare gli euromissili che il movimento disarmista aveva fatto rimuovere con le lotte degli anni ’80. Mobilitiamoci in occasione della giornata internazionale del 4 aprile contro le basi USA e Nato! Firma qui l’Appello.

Coordinamento toscano contro Camp Darby per la Pace e la Costituzione.

A Empoli il 26 gennaio. Il Tavolo per la Pace della val di Cecina sta cercando di coordinarsi con altre realtà associative toscane per ricreare, con più forza, un movimento contro la militarizzazione, sempre più crescente, in Italia e in Toscana in particolare. Il “Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccacaro” aderisce. Clicca qui.

Il 4 novembre sia giorno di lutto e non di festa.

E’ tempo che l’anniversario della fine dell'”inutile strage” della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l’impegno affinchè non ci siano mai più guerre, mai più uccisioni, mai più persecuzioni. Clicca qui.

Arriva il nuovo pacco nucleare dagli Stati Uniti.

La nuova bomba nucleare B61-12 – che gli Usa si preparano a inviare in Italia, Germania, Belgio, Olanda e probabilmente in altri paesi europei – è ormai in fase finale di realizzazione. Ognuna è equivalente a 50 mila tonnellate di tritolo, 500 ci costeranno 10miliardi di dollari. L’Italia sarà esposta a ulteriori pericoli quale base avanzata della strategia nucleare degli Stati uniti contro la Russia e altri paesi. Non c’è che un modo per evitarlo: chiedere agli Usa, in base al Trattato di non-proliferazione, di rimuovere qualsiasi arma nucleare dal nostro territorio; rifiutare di fornire al Pentagono, nel quadro della Nato, piloti e aerei per l’attacco nucleare; uscire dal Gruppo di pianificazione nucleare della Nato; aderire al Trattato Onu sulla proibizione delle armi nucleari. Clicca qui Manlio Dinucci.

Perché Confindustria, Cgil e Cisl difendono la fabbrica di morte in Sardegna?

La fabbrica tedesca RWM fornisce le bombe che stanno massacrando il popolo yemenita. Clicca qui il comitato riconversione RWM per la pace, il lavoro sostenibile, la riconversione dell’industria bellica, il disarmo, la partecipazione civica a processi di cambiamento, la valorizzazione del patrimonio ambientale e sociale del Sulcis-Iglesiente.

Gli ordigni nucleari come armi di distruzione climatica.

Esempio: Un attacco nucleare contro la Corea di poche decine di bombe H non farebbe solo milioni di morti subito su un territorio circoscritto: il cambiamento climatico e la destabilizzazione agricola ed ecologica investirebbero un’area molto più ampia e nel periodo di un paio di decenni potrebbero causare centinaia di milioni di morti.
Esempio: una guerra nucleare regionale tra India e Pakistan potrebbe offuscare il Sole e affamare buona parte dell’umanità.

Clicca qui Alfonso Navarra.
Clicca qui Alan Robock e Owen Brian Toon.

I roghi della mafia che smaltisce i rifiuti.

Si susseguono gli allarmi per le nubi tossiche sprigionate da incendi dolosi a capannoni e discariche di rifiuti soprattutto illegali. Il 7 gennaio, due capannoni di riciclaggio plastiche a Cairo Montenotte. Il 3 gennaio, il capannone di rifiuti pericolosi abusivi a Pavia. A Brescia due incendi, prima a un impianto di trattamento rifiuti speciali, poi ad una discarica. A Pinerolo, un centro di raccolta plastiche. A Pomezia, un centro di stoccaggio, Alessandria ecc. I centri di stoccaggio autorizzati incassano per accogliere quantità superiori alle loro capacità di smaltimento, poi danno fuoco ai rifiuti. Le agromafie dirigono tutto il traffico: un business di 22 miliardi. I reati ambientali accertati (71 al giorno, 3 ogni ora) sono la punta dell’iceberg dell’illegalità. Si collegano a traffico di droga e armi: totale 330 miliardi, comprese le tangenti, di danni alla collettività. Intercettazione a Firenze (6 arresti) per la discarica adiacente ad una scuola: “I bambini all’ospedale? Che muoiano. Io li scaricherei in mezzo alla strada i rifiuti”.

Bombe italiane all’Arabia per uccidere i civili nello Yemen.

 

Di alta qualità e quantità, sono fabbricate in Sardegna dalla multinazionale tedesca Rwm: la Merkel si vergogna di produrle in patria. L’Arabia Saudita le scarica sulle città. Lo conferma l’inchiesta del New York Times. Il governo italiano sta uccidendo migliaia di persone soprattutto bambini, violando ripetutamente il diritto internazionale che vieta l’esportazione di armi verso uno Stato coinvolto in un conflitto condannato da Onu e Ue.

Il Sud, il territorio economicamente più disastrato d’Europa, eppure sempre più militarizzato.

 

Nel 2015 è stata inaugurata a Lago Patria (parte della città metropolitana di Napoli) una delle più importanti basi NATO d’Europa, che il 5 settembre scorso è stata trasformata nell’Hub contro il terrorismo (centro di spionaggio per il Mediterraneo e l’Africa). Sempre a Napoli, la famosa caserma della Nunziatella è stata venduta dal Comune di Napoli per diventare la Scuola Europea di guerra, così vuole la Ministra della Difesa F. Pinotti. Ad Amendola (Foggia) è arrivato lo scorso anno il primo cacciabombardiere F-35 armabile con le nuove bombe atomiche B 61-12. In Sicilia, la base militare di Sigonella (Catania) diventerà nel 2018 la capitale mondiale dei droni. E sempre in Sicilia, a Niscemi, è stato installato il quarto polo mondiale delle comunicazioni militari, il cosiddetto MUOS. Continua a leggere padre Alex Zanotelli.

Le spiagge militari sono le più belle e povere della Sardegna.

Interrompere in estate le esercitazioni militari per aprire le spiagge-poligono ai turisti: non soddisfa assolutamente il movimento “Gettiamo le basi” che si batte da anni contro le servitù militari e i danni alla salute. Mariella Cao: noi chiediamo la dismissione delle basi (la regione è occupata dal 60% dei poligoni italiani) e la loro bonifica, perché provocano povertà e morti (sono in corso processi per l’inquinamento ambientale).

Accendi anche tu una luce per i diritti umani!

Interi popoli prigionieri della guerra, atti barbarici compiuti su persone indifese, mucchi di cadaveri ripescati dal mediterraneo, bambini con il volto sfigurato dalla fame e dalle sofferenze, persone uccise, torturate, vendute come schiavi, stupri, anziani abbandonati alla peggior solitudine, donne e uomini che perdono il lavoro, giovani che non lo trovano, donne violentate e uccise in famiglia, famiglie che non trovano casa, persone che non riescono a curarsi, giornalisti ammazzati e perseguitati dalle mafie e dalla criminalità, beni comuni privatizzati, terra, aria, acqua e cibo devastati. Clicca qui: Giornata mondiale d’azione per i Diritti Umani