Divieto di Pfas nei farmaci. Fuoco di sbarramento delle industrie.

La proposta delle autorità competenti di Germania, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca e Norvegia, ai sensi del regolamento Reach (la legislazione chimica dell’Ue che mira a limitare i rischi per l’ambiente e la salute umana derivanti dalla produzione e dall’uso di un’ampia gamma di sostanze chimiche) propone di limitare la produzione, la commercializzazione e l’uso dei Pfas: potrebbe portare al divieto di tutti i Pfas entro il 2027, con deroghe molto limitate.

La lobby farmaceutica europea, l’Efpia (Federazione europea delle industrie e delle associazioni farmaceutiche) minaccia il pericolo di andare incontro a “una diffusa chiusura delle produzione di medicinali” e dunque “la carenza di medicinali diventerebbe una possibilità realistica”.

L’Epfia ammette le nocività dei Pfas sull’ambiente però le reputa accettabili: “I Pfas vengono utilizzati nella produzione dei medicinali, tuttavia quelli utilizzati nei medicinali veri e propri non presentano alcun rischio o hanno un rischio basso identificato attraverso le valutazioni rischio-beneficio dei farmaci o le valutazioni del rischio ambientale”. Insomma, “Sebbene sia necessario ridurre al minimo le emissioni, l’approccio dovrebbe quello di garantire la produzione e disponibilità continua di medicinali per i pazienti in Europa”. Eppoi, “Non tutti i Pfas hanno le stesse proprietà pericolose”. Insomma, fidatevi di noi, e concedeteci le deroghe.

Va da sé che l’industria farmaceutica precisa che include nel termine “medicinali” oltre “gli elementi costitutivi e le materie prime utilizzate nella sintesi chimica dei medicinali” anche “i reagenti e alcune apparecchiature, nonché i materiali di imballaggio che utilizzano fluoropolimeri o prodotti combinati come le siringhe preriempite”. Per non dimenticare qualcosa, l’Efpia conclude: “Inoltre, l’intero processo di produzione e sviluppo dei medicinali dipende fortemente da una serie di materiali Pfas in un’ampia varietà di applicazioni”.

Squalifica se si usano Pfas per sciolinare gli sci.

Nelle discipline nordiche, il fluoro è stato bannato per ragioni ambientali. Per i controlli tutti gli atleti dovranno consegnare gli sci ai funzionari FIS prima della gara e dopo. Ci sarà da attendere ore dopo la fine delle gare per avere la classifica ufficiale, poiché tutti i test “anti-fluoro” dovranno essere effettuati.  E’ perfino possibile che si verifichino casi in cui, con gli sci, si possa raccogliere del fluoro dalla neve e che il test risulti positivo

A Gaza danni collaterali.

Giorgia Meloni in Parlamento. Per quel che riguarda il Medio Oriente, chiede la liberazione degli ostaggi, parla di due popoli, due Stati. Ma tiene a chiarire: “No al cessate il fuoco. C’è una differenza tra entrare in casa di qualcuno, guardare un neonato, tagliargli la testa e chiedere alle persone di evacuare perché non si vogliono coinvolgere i civili”. Passaggio che provoca qualche protesta. Così come il riferimento ai “danni collaterali” quando dice che “Hamas si fa scudo con il popolo palestinese, ed è oggettivamente difficile targetizzare sui terroristi”.

Rinchiuso in una RSA contro la sua volontà.

«È morto il professor Gilardi rinchiuso per tre anni in una RSA contro la sua volontà. Finiti i presìdi, gli striscioni, i gesti dimostrativi, le inchieste televisive, le istanze e gli appelli , le raccomandazioni del Garante,  e destinati al dimenticatoio i problemi con la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, che aveva condannato l’Italia per la violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Ora tutto torna “a posto” e l’operazione “silenzio e oblio” potrà iniziare a macinare risultati»
(continua…)

Occhi per occhio.

In tre settimane di guerra sono morti almeno 5.791 palestinesi, tra cui 2.360 bambini; altre 16.297 persone sono rimaste ferite e 1,4 milioni sono state già sfollate. Il 13 ottobre, 23 ospedali nel nord della Striscia di Gaza hanno ricevuto ordini di evacuazione forzata dall’esercito israeliano e da allora continuano incessanti le telefonate dall’esercito israeliano affinché l’ordine sia eseguito. Questi ospedali forniscono cure salvavita a oltre 2.000 pazienti e sono l’unico rifugio sicuro per decine di migliaia di famiglie. In mezzo alla catastrofe umanitaria che sta colpendo la Striscia di Gaza, questi ordini di evacuazione forzata sono praticamente impossibili da attuare. Firma il nostro appello urgente, chiedi alle autorità israeliane di revocare immediatamente gli ordini di evacuazione e di garantire la protezione delle strutture sanitarie.

FIRMA L’APPELLO

Questo appello di Amnesty International cadrà nel vuoto perché la vendetta “Occhio per occhio” dell’ Antico Testamento (Libro dell’Esodo, cap. XXI) è interpretata da Israele senza  proporzionalità biblica (1 a 1), piuttosto come rappresaglia detta decimazione (dal latino decimatio) (es. eliminare 10 italiani per 1 tedesco). Se i morti israeliani sono stati 1.400, siamo neanche alla metà della meta.

Immediato cessate il fuoco e urgente conferenza di pace.

Si fermi questo inaudito massacro in atto. Chiediamo il tempestivo intervento della comunità internazionale e dell’ONU per un immediato “cessate il fuoco” e favorire una soluzione definitiva e condivisa dei rapporti tra Israele e Palestinesi.

Quel che è in corso, da parte di Hamas e del governo di estrema destra israeliano, è una palese violazione di tutti i trattati e le convenzioni internazionali di salvaguardia delle popolazioni civili dalle guerre e da ogni forma di occupazione.

La nostra condanna contro ogni forma di violenza, di aggressione e di rappresaglia contro la popolazione civile, sia Palestinese, sia Israeliana è assoluta.

Hamas, dopo il criminale eccidio di civili inermi, deve immediatamente rilasciare gli ostaggi e cessare le ostilità che, oltretutto, le dono anche la storica e giusta lotta del popolo palestinese per il riconoscimento di un proprio stato autonomo.

Il governo di Israele con la sua rappresaglia ha già prodotto migliaia di morti, soprattutto donne e bambini, e mette a repentaglio la stessa esistenza dell’intera popolazione della Striscia di Gaza, già ad alto indice di povertà, impedendo il suo rifornimento di cibo, acqua ed elettricità ed in totale assenza di corridoi di fuga e, da ultimo, con inauditi massacri come quello dell’Ospedale scaturito dal bombardamento di Gaza.

Solo con il rifiuto della guerra e della violenza possiamo tutti impegnarci per costruire giustizia, rispetto per il diritto alla autodeterminazione dei popoli, per la convivenza e per una pace giusta e duratura.

Ci appelliamo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite affinché assuma la propria responsabilità di organo garante del diritto internazionale chiedendo alle parti l’immediato cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri, il rispetto del diritto umanitario per evitare ulteriore spargimento di sangue, con l’impegno di convocare, con urgenza, una Conferenza di pace che risolva, finalmente, la questione Palestinese, condizione che porrebbe fine all’occupazione Israeliana e alla legittima resistenza Palestinese, ristabilendo così le condizioni per la costruzione di società pacifiche e democratiche.

Comitato per la pace  Taranto 

Anche questo  appello  cadrà nel vuoto perché l’ONU è sempre stata filo araba ma sempre paralizzata dai veti USA a favore di Israele. Clicca qui.

I Pfas producono infertilità ai maschi.

Al Congresso nazionale dell’Associazione medici per l’ambiente – ISDE Italia è stato premiato lo studio che sta dimostrando la correlazione tra Pfas e fertilità maschile. Lo studio promosso dal dottor Francesco Bertola è in corso avendo già esaminato 900 ragazzi residenti nelle zone del Veneto contaminate da Pfas e riscontrato che il 30 per cento presenta anomalie a livello riproduttivo.

Lo studio, che si avvia alla conclusione con sei mesi di anticipo rispetto al previsto, si prefigge di arruolare oltre 1000 giovani maschi residenti nell’area rossa ai quali vengono offerti gratuitamente visite mediche, esami di laboratorio sul sangue e sullo sperma, densitometria ossea, ecografia testicolare, con l’obiettivo di evidenziare precocemente anomalie dello sperma che sono già presenti in circa il 30% dei circa 900 soggetti finora esaminati. Per completare lo studio indipendente c’è bisogno di numerosi fondi che possono essere donati, e dedotti dalle tasse, seguendo le indicazioni riportate alla pagina www.isde.it/pfas dove sono riportati anche tutti i dettagli dello studio stesso.

ISDE sta conducendo lo studio su «Pfas e fertilità maschile” nella cosiddetta “area rossa” del Veneto, pesantemente contaminata dalle sostanze perfluoroalchiliche ovvero le «molecole per l’eternità» perché non decadono. Si tratta di una enorme contaminazione delle acque potabili del Veneto causata dalle lavorazioni delle industrie – prima di tutte la Miteni di Trissino – che hanno usato composti impermeabilizzanti (Pfas) e per lo sbrinamento delle ali degli aerei (Pfos).

Pfas, fattore di rischio per le cardiopatie ischemiche.

Checchè ne dica un Gip di Vicenza, i Pfas aumentano il colesterolo. Pubblicato su Toxicology Reports, lo studio mostra come i maggiori inquinanti PFOA e PFOS interferiscono sul processo di assorbimento cellulare del colesterolo dal sangue. Dai dati epidemiologici emerge che la quota di persone con elevati livelli di colesterolo nella fascia di età 35-75 anni è più che doppia rispetto alla popolazione generale (57% vs 22%).

Il team dell’università di Padova, coordinato dal professor Carlo Foresta, ha dimostrato che i Pfas interagiscono con la membrana delle cellule del fegato e ostacolano il normale assorbimento di colesterolo, incrementandone quindi i livelli circolanti (effetto dovuto a una ridotta plasticità della membrana cellulare, che impedisce la corretta funzionalità di tutti quei meccanismi di captazione del colesterolo).

I risultati degli studi epidemiologici, sia internazionali che a livello della Regione Veneto, condotti sulla popolazione residente in zone contaminate mostrano che la percentuale dei soggetti con elevati livelli di colesterolo nel sangue, nella fascia di età compresa 35 e 75 anni, è più del doppio rispetto alla popolazione generale di controllo (circa 57% contro 22%). L’ipercolesterolemia è il principale fattore di rischio per le cardiopatie ischemiche, prima causa di morte tra le malattie cardiovascolari, davanti a fumo di sigaretta, diabete, ipertensione e obesità.

Sottolinea il professor Foresta: “I risultati di questo studio aggiungono un ulteriore tassello al più ampio spettro di manifestazioni cliniche associate all’esposizione ai PFAS e ormai ampiamente riconosciute a livello internazionale”. Checchè ne dica un GIP di Vicenza.

Pfas delitto perfetto in Veneto?

I Pfas sono universalmente riconosciuti come interferenti endocrini e potenziali cancerogeni, legati all’infertilità e a malattie cardiovascolari, al punto che scienziati e studiosi di tutto il mondo ne chiedono la messa al bando come produzione e come utilizzo.
A causa dell’inquinamento della Miteni di Trissino i Pfas si sono diffusi nella falda di un’area abitata da 350mila persone, tra Vicenza, Verona e Padova. 

Ebbene, ha lasciato allibiti Giuseppe Venditti, GIP di Vicenza, che ha archiviato l’indagine preliminare sulla concentrazione di Pfas nel sangue di lavoratori e lavoratrici della ex Miteni, impedendo così l’accertamento dei fatti e delle responsabilità.  La lettura della sentenza chiarirà la frase che come motivazioni gli viene attribuita sulla “carenza del nesso causa-effetto tra esposizione e patologie”: una connessione «esclusa dalla letteratura scientifica prevalente» oltre qualsiasi ragionevole evidenza «tra elevati livelli» di Pfas nel sangue, ovvero nel siero dei lavoratori, e «patologie tumorali»”. Basti dire che è l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanita ad aver classificato il PFOA come “possibilmente associato” (gruppo 2b) ai tumori del rene e del testicolo”.

Inoltre, i Pfas sono responsabili, non solo delle patologie tumorali, ma anche di infarti e ictus cerebrali e una lunga lista di altre malattie. Basti ricordare l’istogramma relativo ad una ricerca epidemiologica regionale pubblicata nel 2012, in cui si evidenzia che gli ictus cerebrali riscontrati nella ULSS 5 (quella di cui, all’epoca, facevano parte alcuni comuni della zona rossa) erano quasi il doppio della media regionale. E’ noto che tali patologie sono correlate all’aumento del colesterolo nel sangue, provocato dal Pfoa”. O basti ricordare la ricerca epidemiologica del 2019, dei dottori Paolo Girardi e Enzo Merler, sulla “mortalità in soggetti di sesso maschile esposti ad acidi polifluoroalchilici con elevata dose interna di acido perfluoroottanoico”, che documenta morti e malattie gravissime tra le fila degli sfortunati lavoratori, mai informati di ciò cui andavano incontro.

Facciamo rientrare questa sentenza nella casistica penale del libro “Ambiente Delitto Perfetto”, in attesa del proseguimento della inchiesta principale, per disastro ambientale, presso la Corte di Assise di Vicenza. 

In migliaia contro la Nato e per la pace.

Alla  manifestazione contro la Base a San Pietro a Grado (Pisa, le realtà presenti, dai Comitati di Coltano e Firenze, alle realtà pacifiste, antimilitariste e ambientaliste, dal concentramento – che era ai confini del piccolo centro all’interno del parco naturale – sono partiti in corteo in direzione della caserma Camp Darby distante qualche chilometro, in un percorso tutto all’interno del parco di San Rossore, fatto di prati e alberi fino alla Base, nell’area del Cisam a San Pietro a Grado. Anche questa manifestazione ha portato la sua solidarietà alla Palestina: striscioni, bandiere, molti interventi e slogan (“free, free Palestine”, “Israel terrorist”), così come ha partecipato una delegazione a sostegno del popolo curdo che proprio in questi giorni è stato bombardato dalla Turchia nel nord-est della Siria.

Hanno partecipato alla manifestazione una delegazione del comitato “A Foras” dalla Sardegna, del movimento No Tav, i movimenti di lotta per la casa di Roma e Milano,, alcune realtà politiche come Pap e Rc, Carc, e sindacali (alcuni lavoratori SiCobas di Prato/Firenze, Usb, Cobas confederazione, Sial Cobas Piaggio), operai GKN, la rete del CLA,  assieme alla componente studentesca (collettivi, Osa, Cambiare Rotta e Fgc). Al termine il corteo ha tagliato qualche metro della recinzione della Base nell’area del Cisam.

Solvay boicotta indisturbata i controlli Pfas.

Per impedire gli accertamenti delle Istituzioni, Solvay non fornisce gli standard analitici per misurare i livelli di C6O4 e ADV nel sangue della popolazione. La Regione Piemonte e il Sindaco potrebbero obbligarla, soprattutto il sindaco -massima autorità sanitaria locale- emettendo finalmente ordinanza di fermata degli impianti da cui derivano le emissioni tossiche e cancerogene incriminate. Il sindaco può, mentre la Procura non avrebbe la facoltà di un atto specifico che vada oltre le autonomie di un progetto di ricerca internazionale.

“A noi e a tutta la ricerca scientifica mondiale non vengono forniti da Solvay gli standard per questo tipo di investigazioni”: questa esplicita denuncia proviene dal professore dell’Università del Piemonte Orientale, Francesco Dondero, promotore e coordinatore del progetto “H2020–Scenarios” dedicato allo studio dei Pfas, le famigerate sostanze perfluoroalchiliche usate in ogni campo industriale e prodotte a Spinetta Marengo dalla multinazionale chimica nonchè scaricate in suolo – aria – acqua. Scenarios, finanziato dall’Europa con 12 milioni di euro, comprende 19 organizzazioni di 10 Paesi europei, oltre a Israele, Usa e Canada, e vede come partner strategico l’Azienda Ospedaliera di Alessandria con il Dipartimento delle Attività Integrate Ricerca e Innovazione e Azienda Sanitaria Locale.

Nell’onesta intervista pubblicata su Radio Gold News (clicca qui) Dondero illustra che per Alessandria il progetto promette un biomonitoraggio in due sottopopolazioni: la prima è quella residente nell’area di Spinetta (da 0 a oltre 6 km dal polo chimico, con appena 300 misure) e l’altra (160 campionamenti) è la popolazione inquinata del Comune di Montecastello a cui si è aggiunto Frugarolo come limitrofo Comune di controllo.

“Il progetto ha l’obiettivo di inquinamento zero per un ambiente libero dalle sostanze tossiche.  Puntiamo a fornire progressi tecnologici sviluppando metodi su misurazioni istantanee per il rilevamento e la valutazione del rischio ambientale e bonifica di contaminanti tossici persistenti”, però il boicottaggio di Solvay tende a “limitarci fortemente nel poter definire il potenziale di rischio di esposizione a queste sostanze” che non hanno una tossicità acuta ma di cui “è impossibile non trovare tracce nel sangue”: accusa lo studioso universitario. Il quale, infatti, ha ben presente che, a fronte della complice Regione Piemonte che nega l’indagine ematologica estesa a tutta la popolazione, noi, Comitati e Associazioni, abbiamo con il supporto del Policlinico di Liegi organizzato un’indagine su un campione di lavoratori e abitanti di Spinetta e Alessandria: risulta che il 55% degli analizzati ha concentrazioni di PFOA nel sangue che superano ogni soglia di pericolo. Con rischio devastante sulla salute: “E’ innegabile. Nel 2023 sono usciti almeno 10 studi di tipo epidemiologico che lo esplicitano”: rimarca Dondero.

Per sopperire al boicottaggio di Scenarios, il professor Dondero specifica che “abbiamo costruito un modello meccanicistico, un modello di predizione dei possibili effetti delle sostanze, basato su evidenze sperimentali”. Così, non teme di sbilanciarsi: “Pur privati degli standard analitici, il metodo alternativo che abbiamo studiato, comunque, darà una indicazione molto precisa dei livelli di C6O4 nel sangue”. Non così, al momento, per l’ADV. Ma aggiunge un’altra nota indigesta per Solvay: “Il cC6O4 è una molecola piccola che sfugge al controllo dei sistemi di ritenzione di Solvay visto che la stiamo trovando negli scarichi del Bormida”.

L’attuale sabotaggio -vincente- di Solvay ha già fatto sì che i dati del biomonitoraggio Scenarios, modesti (privi della parte sierologica ed epidemiologica di tutta la popolazione) ma comunque molesti, non possano essere disponibili prima della fine del 2024. Dunque l’azienda belga si dimostra decisa a sbarrare o quanto meno procrastinare alle calende greche il passaggio successivo del progetto. Infatti il professor Dondero, insieme all’Azienda Ospedaliera di Alessandria, avrebbe “redatto un secondo progetto europeo da 7/8 milioni di euro incentrato sul rapporto tra valori nel sangue di queste sostanze e stato di salute. Sarebbe, sottolinea il docente, un puro progetto epidemiologico che rappresenterebbe una marcia in più per rispondere all’annosa questione della salute in relazione a quanto Pfas è stato assunto dall’organismo umano: quanto l’esposizione ai Pfas ha avuto o avrà effetto sulla salute umana. Se questo progetto venisse approvato dall’Europa avremo uno sviluppo incredibile”. Solvay farà muro. Per anni e anni.  

Un muro robusto a quelle Nazioni che in Europa premono da tempo per la restrizione totale dei Pfas, e ai Comitati e alle Associazioni che hanno promosso il Disegno di Legge (Crucioli) che mette al bando produzione e utilizzo dei Pfas in Italia.

Mossad colto di sorpresa o…

“Nell’attacco terroristico  di Hamas c’è stata la regia del Mossad, così come avvenne con la CIA per le Torri Gemelle. Il fine strategico è lo stesso: innesco della ‘guerra globale al terrorismo’, ossia ieri invasione di Afghanistan e Iraq, oggi sterminio della Palestina”. La tesi è ardita ma è avanzata da un esperto di affari militari. Infatti Manlio Dinucci, giornalista e geografo, è stato direttore esecutivo per l’Italia della International Physicians for the Prevention of Nuclear War, associazione vincitrice del Nobel per la pace nel 1985. Collabora con «il manifesto» ed è autore, tra l’altro, de Il sistema globale (2002) e, con Daniel Bovet, di Tempesta nel deserto (1991). Clicca qui.

Dalla parte di Medici Senza Frontiere.

Comunque la si pensi sulla questione Israele e Palestina, comunque si interpretino le vicende storiche, nessuno di noi vorrebbe vedere persone morire così brutalmente che siano Israeliani o che siano Palestinesi. Eppure ci tocca vedere persino gli ospedali colpiti. Giusto per dare il colpo finale a chi c’è dentro.

Abbiamo scelto di affiancare Medici Senza Frontiere, i soli rimasti fra le realtà organizzate a operare in condizioni terribili. Ci consola sapere l’esistenza di queste meravigliose realtà fatte di persone coraggiose che rischiano la loro vita e in più sono costrette a toccare con mano sofferenze atroci. Vedere e operare corpi martoriati compresi quelli di bambini innocenti non è certamente impresa facile.

Oggi parte la nostra raccolta fondi per dare una mano a quei medici eroi che stanno tentando disperatamente di salvare vite umane contando come sempre sulla sensibilità e fiducia dei nostri lettori e sulla consapevolezza che Medici Senza Frontiere farà di tutto per compiere miracoli all’inferno.

L’acqua sempre più al centro della crisi climatica.

L’acqua sempre più al centro della crisi climaticaA tracciare un quadro della situazione è Legambiente con numeri e dati presentati al V Forum Acqua: dal 2010 al 31 agosto 2023 nella Penisola su 1.855 eventi meteorologici estremi, ben il 67% ha visto per protagonista la risorsa idrica con 667 allagamenti, 163 esondazioni fluviali, 133 danni alle infrastrutture da piogge intense, 120 danni da grandinate, 85 frane da piogge intense, 83 danni da siccità prolungata. Tra le regioni più colpite: Sicilia e Lombardia con 146 eventi ed Emilia-Romagna con 120. Tra le città spiccano Roma, con 65 eventi, Milano 32, Agrigento 24, Bari 24, Genova 20, Palermo 17, Napoli 17, Ancona 14, Bologna 11, Modena 10, Torino 10. Clicca qui.

I Pfas nelle scuole.

In Veneto aderiscono al percorso educativo per l’anno scolastico in corso: sei associazioni (CiLLSA-ISDE- Libera-Medicina democratica-Rete Gas Vicentina-Acqua bene comuni di VI), due comitati (Comitato Agno Chiampo-Zero Pfas Padova) due gruppi (Cittadini zero Pfas-Mamme No Pfas) e Pfas.land (organo on line di informazione del Movimento No Pfas ). Clicca qui.

“Un’Altra Anzola è possibile”.

Per ripensare il territorio di Anzola e Via Emilia, fermare il consumo di suolo, clicca qui, incontro pubblico organizzato dalla Rete consociativa ambientalista costituita dal Comitato “Salviamo Lavino – No Ipermercato”, le associazioni Ambientiamoci e Malala ed i circoli di Legambiente Bologna, Pianura Nord e SettaSamoggiaReno. 

Il cibo agroecologico: la salute vien mangiando.

All’evento organizzato da ISDE Medici per  l’Ambiente (al quartiere del Carmine di Genova nell’ambito della manifestazione “SeminaGenova”) con il logo di “FronteComuneLigureperlasalute”, si parla di Alimentazione: non in senso dietologico, ma come determinante dell’inquinamento di aria, acqua, suolo e come fattore  importante alla base del grosso problema della antibiotico-resistenza.

Esercitazione nucleare Nato in Puglia.

I Comitati per la Pace della Puglia Bari, Brindisi, Foggia, Gioia del Colle, Gravina in Puglia, Lecce, Manduria, Manfredonia, Ruvo di Puglia, San Severo, Taranto esprimono una profonda preoccupazione per l’annunciata esercitazione militare Steadfast Noon 2023“, che è in svolgimento e che coinvolge le basi aeree di Amendola e Gioia del Colle in Puglia. Questa operazione è finalizzata a testare la capacità di deterrenza nucleare dell’Alleanza Atlantica e rappresenta una scelta irresponsabile mentre il mondo vive sotto la minaccia della guerra. Steadfast Noon getta benzina sul fuoco. Clicca qui il Comunicato Stampa.

Gaza genocidio da manuale.

Clicca qui Amy Goodman, la conduttrice di Democracy Now!, un programma di notizie internazionali che va in onda ogni giorno su più di 800 stazioni radiofoniche e televisive in inglese e più di 450 in spagnolo. È coautrice del libro “Coloro che combattono il sistema: eroi ordinari in tempi straordinari negli Stati Uniti”, pubblicato da Le Monde Diplomatique.

Laudato sì, Laudato qui.

Seminario di approfondimento sulle questioni più importanti sul tappeto oggi, tra esperti di crisi climatica e ricadute ambientali, sociali, economiche e esponenti di movimenti, associazioni e singoli attivistiche, a diverso titolo, sono impegnati in azioni di conversione ecologica.

Casacomune

Laudato si’, Laudato qui

Non possiamo più indugiare, dobbiamo riflettere e agire: fare e per fare dobbiamo capire: informarci e formarci, ascoltare…

Clicca qui il Programma e come iscriversi.

Le tematiche affrontate sono molteplici, come molteplici sono gli aspetti della crisi ambientale e sociale dei nostri tempi: ecomafie, agricoltura, migrazioni ambientali, lavoro, etica del profitto e sanità pubblica, qualità della vita, ruolo dei movimenti e delle ONG, ecofemminismo, economia e spiritualità.

Al nostro fianco, avremo relatori di grande professionalità e competenza del mondo accademico e di organizzazioni da sempre in prima linea su queste tematiche. Non mancheranno testimonianze di attivisti, sindacalisti, associazioni ed altri attori impegnati quotidianamente che sono la vera spinta al cambiamento perché mossi da passione e dalla cura per il bene comune, capaci di guardare lontano, capaci di futuro.

Evitare prodotti senza la dicitura “Bisfenolo free”.

Il bisfenolo A, al pari dei Pfas, oltre che tossico è considerato dall’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (European Chemicals Agency (ECHA) un interferente endocrino, cioè una sostanza in grado di danneggiare la salute alterando l’equilibrio endocrino, soprattutto nella fase dello sviluppo del feto e del neonato per le loro ridotte capacità di metabolizzare. Il Ministero della Salute sottolinea che “gli studi sperimentali, e anche un numero crescente di studi epidemiologici, indicano che il BPA ha effetti estrogenici, quindi in grado di ‘mimare’ l’azione degli estrogeni (ormoni ‘femminili’) che hanno una vasta influenza sulla funzione riproduttiva, ma anche su altre funzioni dell’organismo”.

Il Bisfenolo, prodotto sin dagli anni ’60, molto  diffuso in tutti i Paesi industrializzati, utilizzato in Solvay a Spinetta Marengo senza Autorizzazione e da noi denunciato con esposto in magistratura, è impiegato nella produzione delle plastiche in policarbonato (molto apprezzate per le proprietà di trasparenza, resistenza termica e meccanica) per recipienti per uso alimentare, e nelle resine che compongono il rivestimento protettivo interno presente nella maggior parte delle lattine per alimenti e bevande. Gli usi in campo non alimentare vanno dalla carta termica degli scontrini ai dispositivi odontoiatrici. Come i Pfas, il BPA dal 2009 è inserito nell’elenco delle sostanze vietate nei prodotti cosmetici e dal 2011 il suo uso è vietato per la fabbricazione di biberon di policarbonato per lattanti.

Dunque, la dicitura “BPA free” sui molti prodotti per la casa, come stoviglie, pentole, borracce e contenitori di plastica eccetera, è la precauzione minima da controllare.

Quindi le padelle in teflon sono cancerogene?

I produttori che ancora usano i Pfas nel confezionamento delle pentole antiaderenti, negano la contaminazione dei cibi e la cancerogenità a condizione che siano adottati alcuni comportamenti:

  • Evitare di riscaldarle eccessivamente pentole e padelle prima della cottura.
  • Non rigare o raschiare pentole, padelle e stoviglie (nel caso risultassero consumate o danneggiate, andrebbero buttate e raccolte tra i rifiuti speciali).
  • Buttare nei rifiuti speciali pentole, padelle e tegami troppo vecchi, dove il rischio di presenza dei PFOA è più elevato.
  • Consigliabile non lavarle in lavastoviglie.

“Teflon” è uno dei nomi commerciali (assieme a Fluon, Algoflon, Hostaflon, Inoflon e Guaflon) che si rifà a un materiale ben più noto nei laboratori chimici, denominato “politetrafluoroetilene (sigla PTFE)”. Un polimero appartenente alla classe dei perfluorocarburi (PFC), derivante dall’omopolimerizzazione del tetrafluoroetene, e alla categoria dei PFAS, sostanze per-fluoroalchiliche al centro delle cronache  in quanto altamente sospette di essere tossiche e cancerogene.

“Fermare immediatamente il massacro a Gaza”.

L’appello di 500 operatori sanitari italiani. Clicca qui e aderisci. La situazione a Gaza è quasi inimmaginabile e si prepara a diventare ancora peggiore molto presto. Queste interviste su aljazeera 

https://www.aljazeera.com/program/upfront/2023/10/13/are-israel-and-hamas-guilty-of-war-crimes

mostrano chiaramente ciò che sta per essere scatenato su 2.3 milioni di Gazawi.

Oggi hanno anche dovuto evacuare 3 ospedali nel nord con grave difficoltà e tanti pazienti a rischio. Oltre ai cittadini che vi avevano trovato un precario rifugio. Terra bruciata.

Tutti alla scoperta di alcune bellezze di Genova.

Divenute “per tutti”, grazie in particolare all’impegno della consulente culturale Lidia Schichter, i “Rolli Days” di Genova –manifestazione in cui si aprono ai visitatori i palazzi dell’antica aristocrazia genovese – torneranno il 13 e 14 ottobre, per un nuovo ciclo di visite guidate “for All”, dedicate a persone con disabilità o in situazione di fragilità. Il Giardino Archeologico, la Sala Paganini, il Giardino Segreto di Palazzo Lomellino e la Sala Dorata di Palazzo Tobia Pallavicino: questi i siti coinvolti (continua…)

Il Piemonte finanzia i Pfas ma non tutela la salute dei suoi cittadini.

Comunicato stampa.

In Usa li hanno già messi al bando da un bel po’, in Europa molti Stati spingono per fare altrettanto incontrando le potenti resistenti della lobby capitanata da Solvay, e appunto Solvay non molla, soprattutto in Italia (clicca qui) dove conta sulla complicità dei governi, delle amministrazioni locali e perfino dei sindacati. Anche dei sindacati: è ancora senza risposta la lettera raccomandata PEC al segretario generale della CGIL di Alessandria (clicca qui) né hanno avuto miglior riscontro i nostri allarmi in vista del “nuovo” impianto “Aquivion” a Spinetta Marengo: 9,5 milioni di euro investiti con fondi di Governo e Regione.

Solvay non molla sui PFAS: finchè gliel’hanno concesso ha avvelenato -ambiente e sangue dei lavoratori e della popolazione- con il pfas PFOA, benchè lo stessero vietando in tutto il mondo e avessi denunciato (2009) tale situazione con il primo di otto esposti alla Procura di Alessandria. Poi ha sostituito il PFOA con pfas cosiddetti “a catena corta”, ADV e C6O4, tossici e cancerogeni altrettanto se non di più, sversandoli naturalmente in aria e acque con l’autorizzazione della Provincia (o senza: per il Bisfenolo).

Solvay non molla ed ecco che oggi arriva il sostituto dei sostituti pfas: “a catena cortissima” il polimero fluorurato “Aquivion”, annunciato come innocuo, “emissione in atmosfera di semplice vapore acqueo”, come i predecessori d’altronde. “Al più tossiche se maneggiate inopportunamente”, le “Membrane Aquivion Pfsa” sono garantite come DOCG, anche se il brevetto è segreto, gelosamente custodito nella banca brevetti europea. Smaltimento tramite incenerimento? Come tutte le resine fluoropolimeriche. Ma il segreto non ha preoccupato enti locali e sindacati che sono corsi a tagliare il nastro al “nuovo” impianto. Il tutto nell’ambito della strategia di Bruxelles, di cui rivelammo la bozza due anni fa (clicca qui), non senza evidenziare che “la strategia è da Solvay volutamente confusa. L’unica cosa palpabile sono i finanziamenti pubblici”.

Raccogliendo le tesi e gli studi internazionali, il nuovo, ovvero vecchio Aquivion è descritto come “fondamentale per la trasmissione di energia a scambi ionici, con innovativa tecnologia di produzione di materiali per membrane polimeriche, che si integra in una filiera dell’idrogeno verde sostenibile, rinnovabile e carbon free, che punta anche allo sviluppo per l’automotive”. Una delle prime pubblicazioni risale al 2013 e porta la firma, tra gli altri, di Luca Merlo di Solvay, con sede a Bollate. A riguardo scrivemmo: “A Bollate il nuovo laboratorio ‘Dry Room’ per batterie al litio, nell’ambito di ricerca, sviluppo e commercializzazione di polimeri speciali utilizzati nella fabbricazione di batterie al litio, è in stretta sinergia operativa con lo stabilimento produttivo Solvay di Spinetta Marengo”. (Per inciso: i Pfas di Bollate (città metropolitana di Milano) Arpa li ritrova sparsi in Lombardia).

Il governo italiano, anziché tradurre in legge il DDL Crucioli per la messa al bando degli Pfas (clicca qui), anziché pretendere da Solvay -condannata in Cassazione per disastro ambientale!- i 100milioni di euro chiesti al processo dal ministero dell’Ambiente per la bonifica del territorio, anziché ripresentarsi come parte civile nel nuovo processo per omessa bonifica, invece, lo Stato, compiacenti Regioni Piemonte e Lombardia, tramite il fondo “Fabbriche intelligenti” creato apposta dal ministero dello Sviluppo economico, ha destinato milioni di euro alla multinazionale belga, per produrre Aquivion, poi che nel 2019, Solvay speciality polymers ha depositato al ministero la richiesta di finanziamenti  (inizialmente 22 milioni di euro) per il suo nuovo piano industriale, (denominato “Progetto per sviluppo di materiale per celle a combustibile e batterie a flusso con realizzazione di impianto pilota”) sfruttando abilmente l’enorme contenitore finanziario “Green Deal” della Comunità Europea  a incentivare l’energia pulita, prodotta cioè da fonti rinnovabili, dunque dall’idrogeno verde.

E così la Regione Piemonte ha prelevato i soldi dal “Bilancio di previsione finanziario 2023-2025” destinandoli a Solvay invece che al piano di monitoraggio che dovrebbe -lo chiediamo da anni- cercare i Pfas nel sangue della popolazione alessandrina. E il sindaco taglia nastri, applaude entusiasta e inaugura sculture luminose (clicca qui).

La Regione nega la connivenza e finge di volare alto ma impatta sul territorio: “L’impianto Aquivion si inserisce in una ampia sinergia: dalla creazione entro giugno 2026 di tre stazioni di rifornimento a base di idrogeno rinnovabile previste a Tortona, Arquata e Belforte, alla ricerca nella nostra provincia di un’area dismessa destinata a produrre idrogeno verde, fino agli investimenti per il retroporto di Genova”.

Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro

Nota bene. Uno studio dell’American Chemical Society dimostra che i PFAA a catena corta e ultracorta non possono sostituire i PFAS.

Secondo uno studio pubblicato su Environmental Science & Technology da scienziati dell’American Chemical Society, i livelli di queste sostanze sostitutive (PFAA “a catena corta”, cioè con meno di otto atomi di carbonio, e quelli “a catena ultracorta” con solo due o tre atomi di carbonio) negli organismi umani sono simili o superiori a quelli dei PFAS “di prima generazione”. Anzi, le piccole dimensioni delle molecole facilitano il loro spostamento attraverso le riserve idriche nei test in vitro e in vivo hanno indicato che potrebbero essere ancora più tossici dei composti più lunghi. Se il principio di precauzione ha un valore, questo sarebbe un buon momento per usarlo.

CGIL fai qualcosa per i Pfas.

Ancora nessuna presa di posizione della CGIL all’invito di partecipare con Comitati e Associazioni alle azioni verso Solvay a tutela della salute e dei diritti dei lavoratori e dei cittadini. Come da lettera (PEC 20/4/23) al segretario della Camera del lavoro di Alessandria (Cisl e Uil non avevano mai risposto in precedenza):

Oggettotutela Lavoratori risarcimenti Vittime.

Caro Franco Armosino, ti scrivo nella veste di segretario generale della Cgil di Alessandria, sono Lino Balza, personalmente in veste di vecchio (assai critico) iscritto, e formalmente per il Movimento di Lotta per la salute Maccacaro.

 Per quanto riguarda Solvay di Spinetta Marengo, tu sei perfettamente al corrente delle indagini epidemiologiche e dei monitoraggi Arpa, degli studi scientifici internazionali e nazionali, in particolare in Veneto, dei documenti Commissario ONU e Commissione Ecoreati,  delle azioni che sta svolgendo la CGIL per i lavoratori Miteni, della presa di posizione di Landini (che sto contattando),  dei processi in sede penale (entro l’anno Solvay bis) che nulla però risarciscono alle Vittime, delle enormi concentrazioni di Pfas nel sangue dei lavoratori spinettesi, eluse con la strategia dello struzzo, dell’indagine dell’Università di Liegi, del Disegno di Legge “Crucioli” eccetera; ebbene, come Associazioni e Comitati, stiamo preparando azioni di cause civili / class action per lavoratori e cittadini, per le quali ritengo sarebbe assai grave non partecipassero i sindacati, la CGIL soprattutto.

Se, per quanto ti conosco, sei interessato: dammi riscontro, magari parlane con avv. Volante, fammi chiamare. Ciao, Lino Balza.

Riceviamo da “zeitun.info” e volentieri pubblichiamo.

Come gli occidentali vedono il conflitto israelopalestinese: basta aprire qualunque telegiornale. Per l’altro punto di vista dobbiamo scorrere zeitun.info (ulivo in arabo) un Sito “che svolge un lavoro di traduzione  di articoli della stampa internazionale che raccontano quanto avviene in Israele/Palestina da una  prospettiva diversa dalla parzialità dei media italiani”. Quattro articoli recenti:

Israele “non può più controllare il proprio destino” dopo lo stupefacente attacco palestinese

Intervista a Meron Rapoport

Il coraggioso Gideon Levy mette gli israeliani di fronte ai fatti

L’arroganza di Israele di Gideon Levy

L’attacco shock di Gaza ha terrorizzato gli israeliani. Bisognerebbe anche svelare il contesto

analisi della catastrofe che ha colpito Israele . articolo di Amos Harel

http://zeitun.info/2023/07/07/le-dichiarazioni-di-netanyahu-dovrebbero-indurre-un-importante-cambiamento-di-paradigma-nella-palestina-occupata/

Analisi di come Netanyahu non voglia permettere la creazione di uno Stato palestinese ma l’ANP gli fa comodo. Articolo di Ramzy Baroud

Non ci sarà mai pace senza giustizia.

Facciamo pace a Gerusalemme.

A trent’anni dalla firma degli Accordi di Oslo, dopo decenni di denunce e allarmi inascoltati, i responsabili delle istituzioni e della politica internazionale devono recitare il “mea culpa” e riconoscere la necessità pressante di fare quello che non è ancora stato fatto: la pace tra i “nemici”, la pace a Gerusalemme.

C’è un solo modo per mettere fine a questo incubo che sta insanguinando la Terra Santa e minaccia di infiammare il mondo intero: riconoscere ai palestinesi la stessa dignità, la stessa libertà e gli stessi diritti che riconosciamo agli israeliani. Tanti lunghi e dolorosi decenni di occupazione militare, uccisioni mirate, bombardamenti, guerre, arresti, repressione indiscriminata, abusi, umiliazioni, deportazioni, apartheid e violazione di tutti i fondamentali diritti umani, ampiamente documentati delle Nazioni Unite, dimostrano il fallimento di tutte le opzioni militari. Non ci sarà mai pace senza giustizia.

Rinnoviamo dunque, ancora una volta, un accorato appello a tutti i responsabili della politica nazionale, europea e internazionale perché intervengano energicamente per mettere fine a questa tragedia facendo rispettare il diritto internazionale dei diritti umani, la legalità internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite. Israele e Palestina: due Stati per due Popoli. Stessa dignità, stessi diritti, stessa sicurezza.

Fondazione PerugiAssisi per la cultura della Pace

Gli Pfas ritardano la pubertà nelle bambine.

Tra i molti effetti negativi associati alle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) ci sono le alterazioni degli equilibri ormonali. Di conseguenza, queste molecole interferiscono con la fertilità. I ricercatori dell’Università di Cincinnati hanno condotto uno studio durato diversi anni, i cui risultati sono appena stati pubblicati su Environmental Health Perspectives. Le bambine provengono da due regioni che differiscono sensibilmente per quanto riguarda la contaminazione da Pfas nelle acque e nell’ambiente in generale. La prima si affaccia sul fiume Ohio che è stato per anni il corso d’acqua dove il colosso della chimica DuPont, con sede a Parkersburg, in West Virginia, ha sversato le acque reflue della lavorazione degli Pfas, e dove si svolgono regolarmente le esercitazioni antincendio con schiume Pfas. La seconda è la zona della Bay Area, che comprende la Silicon Valley, che ospita invece molte aziende produttrici di semiconduttori che usano Pfas nelle loro lavorazioni.

Le bambine nate nelle due zone, in età prepuberale sono state poi seguite con dosaggi ormonali ogni sei mesi, volti a seguire lo sviluppo, così come attraverso la misurazione dei caratteri antropometrici e sessuali secondari come la comparsa del seno o dei peli pubici e ascellari. Il 99% aveva tracce più o meno rilevanti di Pfoa (vietato o limitato dal 2019) e quelle con le concentrazioni maggiori di Pfas avevano livelli ormonali più bassi delle altre e arrivavano al pieno sviluppo, cioè alla prima mestruazione, mediamente 5-6 mesi dopo le altre.

Pfas nelle Marche made Alluflon.

La Procura della Repubblica di Pesaro ha chiesto il rinvio a giudizio per inquinamento ambientale dei dirigenti dell’Alluflon, nota ditta di pentole antiaderenti (con Teflon della Solvay), accusati di aver rilasciato Pfoa nelle acque reflue dello stabilimento, così come aveva rilevato l’ARPAM. L’azienda di Mondavo sostiene di non aver più utilizzato la sostanza da 10 anni, dunque da altrettanto tempo il Pfas tossico e cancerogeno persisterebbe, come sua natura peraltro, indistruttibile nelle falde. Il che non fa stare più tranquilli chi abita vicino o utilizza le acque dei pozzi per annaffiare gli orti.

L’ Alluflon è un gruppo manifatturiero internazionale che nella pubblicità si vanta di produrre in “fabbriche ad altissima specializzazione e automazione”, “i nostri prodotti mantengono il fascino dell’artigianato Made in Italy” (marchio Moneta), e addirittura “siamo fortemente impegnati a preservare l’ambiente e dediti al benessere dei nostri dipendenti”. Meno male.  

Perché non tutto il mondo è solidale con Israele.

In questo momento, in tutte le piazze, nel mondo si vedono molte più persone in solidarietà con i “terroristi palestinesi” che non con gli “israeliani aggrediti”. Come mai? Una risposta può essere che sono alla base dell’orrore odierno settantacinque anni di occupazione israeliana e di una politica occidentale piena di doppi standard che ha lasciato incancrenire la situazione, uccidendo ogni possibile orizzonte politico per una mediazione israelo-palestinese, basata sul principio ONU dei due Stati. Di questo parere è l’ex ambasciatrice Elena Basile insignita dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Nel conflitto israelo-palestinese l’occupazione è israeliana, la negazione del diritto di autodeterminazione del popolo palestinese è israeliana, le incursioni nelle moschee e nelle chiese sono israeliane, la violazione delle risoluzioni Onu è israeliana. Non si mette in discussione il diritto alla difesa, ma una politica israeliana e occidentale nutrita di doppi standard e soprusi che crea il mostro Hamas”. Clicca qui.

Perché i Pfas rappresentano un pericolo per la salute.

Con impatto sugli ormoni legati allo sviluppo e alla fertilità, ipertensione in gravidanza, colite ulcerosa, diabete gestazionale, tumori, alla tiroide, ai reni e ai testicoli, decessi legati a eventi cardiovascolari, diabete e Alzheimer, varie tipologie di cancro nelle donne, tra le quali all’utero, alle ovaie, al seno e alla pelle, rischi per lo sviluppo dei feti. Si trovano nel rivestimento di padelle e pentole antiaderenti  nei tessuti di vestiti come giacche e impermeabili, nelle pelli e nei tappeti,  nel rivestimento di contenitori per il cibo, negli insetticidi, nelle vernici, nelle schiume antincendio e in una pletora di altri  materiali tecnici.

Su “fanpage scienze” clicca qui:

Gli studi dell’Environmental Working Group (EWG) di Washington

Il governatore della Regione Veneto Luca Zaia che accusa di disinteresse il Ministero della Salute.

I campionamenti di Greenpeace Italia in Lombardia.

Gli studi di “Early Life Exposure to Endocrine Disrupting Chemicals and Childhood Obesity and Neurodevelopment”.

Mattarella con elmetto.

Se l’Ucraina cadesse assisteremmo, a una deriva di aggressioni ad altri Paesi ai confini con la Russia e questo condurrebbe a un conflitto generale e devastante”, ha detto il presidente della Repubblica Mattarella, che evidentemente rivive i tempi in cui era ministro della difesa di D’Alema e con la Nato bombardava Belgrado. Mattarella racconta di nuovo la favola dell’orco cattivo e dei buoni che vogliono punirlo, e in poltrona indossa l’elmetto. In realtà,  la guerra Nato-Russia  in Ucraina va fermata perché innanzitutto  massacra un popolo, perché ci espone a rischio di catastrofe nucleare, perché aggrava all’inverosimile la questione climatica e ambientale, perché getta nella disperazione milioni di famiglie, in tutta Europa, per la crisi energetica che ha provocato e che le leggi di mercato, tutte a favore delle multinazionali finanziarie e petrolifere, stanno trasformando in catastrofe sociale.

L’unico modo per fermarla è dire no alla guerra e allo spirito di dominio che  anima ambedue gli schieramenti. Una strada che si attua attraverso tre iniziative:  1) stop all’invio di armi che serve solo a prolungare la guerra ingrassando i produttori di armi;  2) avvio di dialogo fra Russia ed Unione Europea per garantire pace al continente; 3) riduzione delle spese militari e della produzione di armi.

L’area rossa delle acque potabili inquinate dai Pfas in Lombardia.

Lo ammette finalmente la Regione Lombardia dopo che a maggio l’indagine di Greenpeace diffuse un report dal quale emergeva la situazione anomala e di rischio per la salute pubblica che univa i due Comuni del lodigiano (Crespiatica e Corte Palasio), e dalle amministrazioni locali e dai gestori del servizio piovvero rassicurazioni e smentite. In quel report, Greenpeace metteva in evidenza la situazione di rischio riscontrata anche in altri due Comuni, stavolta della provincia di Bergamo (Caravaggio e Mozzanica), per i quali però la Regione non ha provveduto ai campionamenti

Greenpeace, nel frattempo, ha proseguito con i campionamenti di un laboratorio indipendente e annuncia di aver presentato esposti a 6 procure lombarde, quelle di Bergamo, Brescia, Como, Milano, Lodi, Varese, affinchè siano adottati i provvedimenti cautelari necessari ad impedire il protrarsi della somministrazione delle acque alla popolazione. “Undici campioni su 31, pari a circa il 35% del totale, rivelano la presenza di Pfas nelle acque potabili di fontane pubbliche, spesso collocate in parchi giochi o in prossimità di scuole primarie: 100 nanogrammi per litro a Caravaggio, Mozzanica, Corte Palasio. A Crespiatica, superati i mille nanogrammi per litro”. In presenza di concentrazioni analoghe, oltre 20 Comuni veneti furono inseriti dalla Regione nella “area rossa”. 

Greenpeace sostiene l’urgenza che governo e parlamento varino in tempi un provvedimento che vieti l’uso e la produzione di tutti i Pfas sul territorio nazionale e obblighi a riconvertire le produzioni industriali che ancora utilizzano queste sostanze, come già chiedeva il Disegno di Legge “Crucioli”.

I criminali organizzati siete voi.

La Carovana Sicilia 2023 dal 28 settembre ha attraversato i luoghi simboli (non solo simbolici, purtroppo) che significano guerra e detenzione forzata degli stranieri: Pozzallo, Augusta, Sigonella, Pian del Lago (CL), Porto Empedocle, Campobello di Mazara, Cinisi. A Palermo, con l’adesione dei movimenti No Muos e No Guerra, del Presidio di donne per la pace, dell’Associazione Gambiana, di Stravox e di tanti altri gruppi, africani e non, un sit in antimilitarista davanti ai Cantieri Navali, a mezzogiorno, all’uscita degli operai del primo turno di lavoro, per sottolineare la presenza (che non è eccezionale!) di una portaerei, la Cavour, in riparazione in vista della partenza per il Mar Nero, attuale fronte di guerra. Nel pomeriggio, all’Orto Botanico, a cura di Stravox (gruppo di giovani migranti di vari paesi, molti dei quali studenti universitari) e di molte altre organizzazioni, un seminario per tavoli tematici: approfondimenti sul caso del 3 ottobre (strage dell’Isola dei Conigli nel 2013, nei pressi di Lampedusa, data divenuta pietra miliare in quanto dichiarata Giornata Internazionale in Memoria delle Vittime delle Migrazioni), discriminazione istituzionale, accordi Italia/Libia e Italia/Tunisia, cause dirette e indirette dell’immigrazione, accordi coloniali. Al Foro Italico (lungomare di Palermo), vicino al porticciolo di sant‘Erasmo, per commemorare tutti i morti nel Mediterraneo e le vittime delle politiche di respingimento e di chiusura dei porti. Nel pomeriggio, a Piazza Verdi, di fronte al Teatro Massimo, molteplici interventi di denuncia ma anche, e soprattutto, di proposta per creare rete fra le comunità e progettare iniziative condivise.

Contro Solvay e politici siamo determinati a riprenderci il futuro.

VOSTRI I GUADAGNI
NOSTRI I MORTI
SOLVAY DEVE CHIUDERE
RIDATECI IL FUTURO!

Per lo striscione, se il sindaco di Alessandria, Giorgio Abonante, applicherà “sanzioni”, come minacciato, nei confronti dei ragazzi di Fridays For Future e del Coordinamento Studentesco, innanzitutto confermerà la sua consolidata complicità con Solvay contro la quale omette ordinanze di fermata delle produzioni inquinanti, nonché si coprirà di ridicolo: alla denuncia di “occupazione di suolo pubblico” con relativa “ammenda di almeno 1.000 euro” risponderemo con una sottoscrizione pubblica. Non è mica finita qui. Con il sindaco che ha subito rimosso lo striscione, a soffocare la libertà di espressione.  

Il teatro dove si è svolto “il gesto vandalico” (così è stato definito) è la rotonda davanti alla Solvay di Spinetta Marengo, al centro della quale il sindaco ha fatto installare una scultura luminosa pagata da Solvay che simboleggerebbe il “felice incontro tra la comunità Alessandrina e l’azienda”. L’autore della scultura, Marco   Lodola, ne ha chiesto la rimozione  avvertito delle polemiche che aveva scatenato appena inaugurata questa estate (Clicca qui: Danza macabra.). In effetti l’opera, oggi “imbrattata” (sic), rischia di fare la fine delle “statue parlanti” romane, utilizzate dai cittadini per lanciare messaggi ai potenti e ai signori di allora. Tant’è che la presidente belga, Ilham Kadri, rimangiandosi l’idea, ha proposto di trasferirla a Bruxelles.

Se vi è una “occupazione di suolo pubblico”: questa è rappresentata dal tragico insediamento del polo chimico sul territorio di Alessandria, replicano al sindaco Fridays For Future e Coordinamento Studentesco che in città hanno anche sfilato con una manifestazione, “La scultura che accoglie chi entra a Spinetta da questa mattina, con lo striscione, ha finalmente le vesti che merita: quelle di un’opera rappresentativa di un secolo di morti e veleni. Ripugnano la narrazione fasulla che ci è stata propinata, la favola della buonanotte che racconta ‘l’incontro tra la comunità Alessandrina e l’azienda’. Le comunità di Alessandria, di Spinetta e della Fraschetta, vogliono dire alla Solvay e a chi la sostiene (Comune e Regione, n.d.r) soltanto una cosa: la vostra fame di denaro, il vostro gioco sporco, la vostra omertà ci stanno uccidendo. Invece di celebrare la presenza di un simile mostro sul nostro territorio dovremmo indignarci, organizzarci, mobilitarci”. 

“Continueremo a essere spine nel fianco di coloro che devastano i territori, inquinando falde, aria, terra, senza alcun ritegno per le vite che distruggono strada facendo, perfettamente in linea con le fameliche necessità produttive del modello capitalista” hanno sottolineato gli attivisti “La pericolosità della Solvay e di ciò che produce, nel modo in cui lo produce, è già stata dimostrata in molteplici occasioni: è responsabile di disastro ambientale, oltre che produttrice di inquinanti eterni che causano morte e sofferenza ovunque si trovino. Quello che vogliamo è la chiusura della fabbrica e la bonifica del territorio. Quello che chiediamo a chi ci circonda è di lasciar cadere le proprie paure e le proprie maschere: è arrivato il momento di indignarsi e prendere parola di fronte alle morti e alle malattie che colpiscono la nostra comunità ogni giorno di più. Siamo stanche e stanchi di morire per i vostri interessi, di veder morire i nostri amici, i nostri cari, di ammalarci e non poter combattere. Il tempo dell’attesa è finito, la soluzione è una sola: chiusura e bonifica subito”.