Circola una newslettera che vuole mettere in imbarazzo i pacifisti: “Ma tutti quei pacifisti che, per ottenere la fine della guerra, chiedono all’Ucraina di arrendersi, perché invece non chiedono alla Russia di cessare i bombardamenti? Senza protezione aerea le città ucraine verranno distrutte. Per i civili sarà uno sterminio. La domanda è: perché armi sì e aerei no?”. Alla prima domanda è impossibile rispondere perchè è demente. Alla seconda, una delle risposte può essere: interposizione Nato, né armi né aerei a meno che ci prepariamo al massacro anche in Italia. Invece potresti arruolarti tu tra i mercenari invece di mandarci gli altri, armiamoci e partite.
Una risposta sarebbe: a due mani. Invece non è proprio così. Il 23 dicembre 1978 nasceva il Servizio Sanitario Nazionale e la creazione delle Unità Sanitarie Locali: la legge, la 833, fu varata dal governo Andreotti e fu il successo storico del primo Ministro della Salute donna, Tina Anselmi. I principi fondanti erano i seguenti: universalità, uguaglianza, gratuità, globalità dei servizi offerti, solidarietà, democraticità, controllo pubblico e unicità (niente privati).
Poi il processo di progressiva disapplicazione dell’art 32 della Costituzione è avvenuto in tre fasi. 1992, il governo Amato avvia la regionalizzazione della Sanità e istituisce le Aziende Sanitarie Locali e Ospedaliere: ha inizio il processo di aziendalizzazione della sanità. 1999, il governo D’Alema, ministre Rosy Bindi alla sanità e Livia Turco alla solidarietà, conferma e rafforza l’evoluzione in senso aziendale e regionalizzato e istituisce con lo zampino dei sindacati i fondi integrativi sanitari per le prestazioni che superano i livelli di assistenza garantiti dal SSN. 2001, approvato dal governo Amato2 e confermato col 64% dal referendum sostenuto dal centro-sinistra mentre governa Berlusconi, alle Regioni viene riconosciuta autonomia legislativa anche per la sanità: è l’avvio della famigerata autonomia differenziata, con la regionalizzazione della sanità e la nascita di 21 Sistemi Sanitari Regionali differenti.
Insomma la risposta è: il centrosinistra ha fatto e disfatto il Servizio Sanitario Nazionale. La destra ovviamente… continua a leggere l’analisi storica di Pierpaolo Brovedani. Clicca qui.
A questo punto gli ecopacifisti non sapranno più chi votare alle prossime elezioni. Pare definitivamente perso il loro appoggio che era stato determinante nelle ultime trionfali elezioni con il 33% (oggi ridotto nei sondaggi ad un terzo). In questi cinque anni, sono stati dagli ecopacifisti accusati di essere dei traditori, o quanto meno degli impotenti, su Tav Valsusa, Tav Terzo Valico, Ponte Morandi, fanghi tossici, PNNR, TAP, Ilva, trivelle, nucleare, energie rinnovabili, pace, Nato, spese militari, inceneritori, reddito di cittadinanza, terra dei fuochi, migranti, eccetera. Ora sopra i Cinquestelle, “governisti ad oltranza incollati alle poltrone”, piomba fatale l’ultima tegola: per PFAS e bisfenoli, i famigerati tossici e cancerogeni, bioaccumulabili e indistruttibili, che sono messi al bando in quasi tutto il mondo, con eccezione proprio dell’Italia.
Per i Pfas, il M5S infatti ha avviato la discussione in Senato il Decreto Legge (prima firmataria Vilma Moronese) che invece aveva trovato la più ferma opposizione – “E’ispirato dalla Confindustria” – da parte dei movimenti in lotta dal Veneto al Piemonte, Comitati e associazioni: Movimento di lotta per la salute Maccacaro, Mamme No Pfas, ISDE, Comitato Stop Solvay, Greenpeace, Fryday For Future.
Infatti, a differenza dei Movimenti, che chiedono immediati limiti zero alle micidiali emissioni di queste sostanze in suolo aria acqua, e dunque chiedono la drastica fermata degli impianti nocivi (della multinazionale Solvay di Spinetta Marengo AL e di altre aziende in Italia soprattutto conciarie) invece il DDL Moronese blandamente si limita a “ridurre, e se possibile annullare, l’immissione di Pfas nell’ambiente”, con tanto di “periodo transitorio di adeguamento”. In altre parole dà il via libera legale alle aziende (Solvay) per un tempo indeterminato di produrre e inquinare.
Dopo uno studio nel 2015 della EWG, associazione di consumatori americani sulla responsabilità del Bisfenolo A per l’insorgenza di tumori, disturbi del sistema endocrino e riproduttivo, diabete e malattie cardiache, il BPA è scomparso dagli imballaggi esterni e dai biberon per bambini, mentreè ancora usato per il rivestimentointerno delle lattine per alimenti. Ora unaricerca, portata avanti per otto anni dagli uffici investigativi per il controllo alimentare e la salute degli animali di Baden-Wuerttemberg in Germania, ha analizzato più di 400 cibi in scatola e rilevato quantità preoccupanti di BPA, utilizzato per rivestimento delle lattine onde evitare che gli alimenti entrino in contatto direttamente con il metallo, rendendolo resistente alle elevate temperature in fase di sterilizzazione dei cibi. Poi però il Bisfenolo viene rilasciato negli alimenti stessi, per poi essere ingerito. Il Bisfenolo è in uso alla Solvay di Spinetta Marengo, ma senza AIA e controlli ambientali e sanitari.
Maurizio Landini, segretario CGIL, alla manifestazione pacifista di Roma: : “La guerra non si ferma armando il popolo ucraino. Bisogna ridurre le spese militari. Lo ha detto anche papa Francesco. Dobbiamo invertire questa situazione e dobbiamo fare accoglienza. Non esistono le guerre giuste. E’ compito del sindacato battersi contro la guerra. Il 90% delle vittime delle guerre sono i civili, sono i lavoratori. Gino Strada è qui con noi, con la sua vita contro la guerra. Credo che sia venuto il momento del coraggio, della responsabilità, ma anche dell’utopia. Dobbiamo abrogare la guerra, così come è stata abrogata la schiavitù. La guerra la fanno i poveri, per conto dei ricchi. Siamo dalla parte della ragione e abbiamo la forza per cambiare tutto”.
Per Zanotelli “se Putin chiede la neutralità dell’Ucraina, bisogna metterla sul tavolo. Perché oggi l’Ucraina è una polveriera, è un Paese spaccato profondamente, con un nazionalismo che fa paura. E quando si combinano nazionalismo e religione, è pericolosissimo“. Zanotelli previene le accuse che potrebbero arrivargli di avere simpatie per Putin: “Lo so, lo so. Ma non è vero. Putin è un autocrate, un dittatore. Ma non è Hitler. È un sovranista. Andrebbe condannato per quello che ha fatto. Ma è folle rispondere a una potenza nucleare con la minaccia delle armi. Bisognerebbe lavorare, invece, perché le armi tacciano. E questo lo si può fare contrastando le pretese espansionistiche della Nato. Perché l’Ucraina deve entrare nella Nato? Di questo passo rischiamo il conflitto nucleare”. Clicca qui.
La dichiarazione dell’ l’attuale direttore della CIA William J. Burns: «Le aspirazioni dell’Ucraina e della Georgia verso la NATO non solo toccano un nervo scoperto in Russia, ma generano serie preoccupazioni riguardo alle conseguenze per la stabilità nella regione. La Russia non solo percepisce l’accerchiamento e la pressione come una minaccia alla sua influenza nella regione, ma teme anche conseguenze imprevedibili ed incontrollate, le quali danneggerebbero gravemente gli interessi inerenti alla propria sicurezza. Gli esperti ci dicono che la Russia è particolarmente preoccupata per le forti divisioni in Ucraina sull’adesione alla NATO, con gran parte della comunità di etnia russa contraria all’adesione, e ciò potrebbe condurre ad ulteriori spaccature, generando violenza oppure, nel peggiore dei casi, una guerra civile. In tale eventualità, la Russia dovrebbe decidere se intervenire; una decisione che la Russia non vuole trovarsi ad affrontare». Però la dichiarazione, contenuta in un cablo diplomatico pubblicato da WikiLeaks, non è di oggi ma del 2008 su quando Burns era ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca.
Il delirio bellicista e antirusso dei media europei deve certo preoccupare, ma non oltre un certo punto: gli stereotipi apocalittici del tipo “il mondo non sarà più quello di prima”; “la più grande crisi dopo il ’45”; “sull’orlo della terza guerra mondiale” non dureranno a lungo. Verranno dismessi non appena si profilerà un nuovo Grande Nemico al posto di Putin e della Russia.
Non è questione di geopolitica. O di valori e di passioni. Ma di interessi. Gli interessi dell’industria della paura che semina panico e rancore allo scopo di vendere copie e alzare ascolti. Un’industria subdola, alleata di quella militare, soprattutto americana, che va in giro per il mondo in cerca di nemici mortali da combattere. (continua Pino Arlacchi)
Pesanti conseguenze economiche e sociali negli equilibri interni della Russia. In Europa potrebbe prefigurarsi uno scenario peggiore di quello con cui faranno i conti i russi. Clicca qui una analisi di Maurizio Vezzosi.
Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera”:
Per la pace occorre:
il “cessate il fuoco” immediato e definitivo dell’Onu; 2. un negoziato vero sotto l’egida dell’Onu; 3. l’invio da parte dell’Onu di forze di interposizione non armata e nonviolenta; 4. immediati soccorsi umanitari (non militari) per tutte le ! vittime della guerra; 5. soccorrere, accogliere ed assistere tutte le persone in fuga dalla guerra; 6. iniziare subito la ricostruzione delle case, delle scuole, degli ospedali, di tutte le strutture della vita civile. (clicca qui)
E’ stato arrestato e portato in carcere Stefano Mangione condannato a 1 anno e 6 mesi per resistenza aggravata per i fatti accaduti dieci anni fa (26 luglio 2013) durante un presidio davanti al Tribunale di Torino in solidarietà con una compagna NO TAV pisana, Marta Camposano, arrestata una settimana prima in una manifestazione al cantiere della Clarea di Chiomonte, che aveva denunciato di aver subito violenze e molestie sessuali da parte delle forze dell’ordine dopo il fermo. Clicca qui sulla newslettera di Doriella&Renato per il video e come esprimere solidarietà . Troverai anche l’importanza rilevante del TAV anche a livello militare, in quanto fa parte dei corridoi di mobilità militare europea (TEN-T) che sono estremamente strategici la NATO, al fine di garantire il veloce spostamento di mezzi pesanti per il continente in caso di teatri di guerra.
Da martedì otto marzo in Italia ci sono un paio di “eroi” in più: si tratta di due fotografi piacentini – Sergio Ferri e Marco Salami – presenti a quella che avrebbe dovuto essere la conferenza stampa congiunta del Premio Attila con il sindaco della città polacca di Przemyśl, Wojciech Bakun, conclusasi con una figura di merda di proporzioni colossali di Capitan Mojito.
La storia viene raccontata bene dall’edizione telematica del quotidiano piacentino Libertà, dove campeggia un articolo che dà la parola ai due operatori dell’informazione presenti in stazione, dove avrebbe dovuto tenersi il momento topico della visita di Matteo Salvini, rivelatosi un clamoroso autogol.
Dopo che il leader leghista era stato umiliato dal borgomastro della cittadina al confine tra la Polonia e l’Ucraina – che ad un certo momento rifiuta pubblicamente di ricevere l’ospite, invitando lo stesso a seguirlo oltre il confine per condannare il presidente della Federazione Russa – i due hanno apostrofato il parlamentare italiano definendolo «Pagliaccio! Buffone!» ed invitandolo ad indossare di nuovo la maglia con l’effigie di Putin.
Per la semplice ragione che in Piemonte neppure una analisi del sangue è stata eseguita. In Veneto il Piano di Sorveglianza Sanitaria avviato dalla Regione nel 2017 dimostra che oltre l’80% dei bambini hanno quantità di Pfas nel sangue ben superiori a quelle rilevate nelle popolazioni esposte a contaminazione di fondo. Il dato è stato rimarcato dalDirettore Servizi Socio-Sanitari della ULSS durantel’udienza del 3 marzo del processo presso il tribunale di Vicenza a carico di 15 manager di Miteni, ICIG e Mitsubishi per l’inquinamento con le sostanze interferenti endocrine in un’ampia area tra Verona, Padova e Vicenza.
Dopo uno studio nel 2015 della EWG, associazione di consumatori americani sulla responsabilità del Bisfenolo A per l’insorgenza di tumori, disturbi del sistema endocrino e riproduttivo, diabete e malattie cardiache, il BPA è scomparso dagli imballaggi esterni e dai biberon per bambini, mentre è ancora usato per il rivestimentointerno delle lattine per alimenti. Ora una ricerca, portata avanti per otto anni dagli uffici investigativi per il controllo alimentare e la salute degli animali di Baden-Wuerttemberg in Germania, ha analizzato più di 400 cibi in scatola e rilevato quantità preoccupanti di BPA, utilizzato per rivestimento delle lattine onde evitare che gli alimenti entrino in contatto direttamente con il metallo, rendendolo resistente alle elevate temperature in fase di sterilizzazione dei cibi. Poi però il Bisfenolo viene rilasciato negli alimenti stessi, per poi essere ingerito.
Non facciano pubblicità PER queste pentole ma CONTRO queste sostanze tossiche e cancerogene, bisfenolo e pfas pfoa, che vengono prodotte (da Solvay a Spinetta Marengo) e usate in Italia per tanti prodotti: dalle pentole ai tessuti goretex. Presenteremo una Legge che le vieti.
A Genova, la polemica a tre su La Repubblica tra Roberta Pinotti (già ministra della Difesa dei governi Renzi e Gentiloni), Mattia Crucioli (avvocato senatore ex grilino, candidato sindaco per L’Alternativa c’è, Ancora Italia, Italexit e Partito Comunista, che il quotidiano sintetizza come “gli anti Draghi”) e Ariel Dello Strologo (candidato di centrosinistra e presidente della comunità ebraica cittadina), offre uno spaccato del dibattito che attraversa il versante politico di centro e sinistra a seguito della guerra in Ucraina.
Secondo Pinotti, si veda l’articolo, «siamo di fronte a una situazione di aggressione da parte della Russia di uno Stato sovrano, dell’Ucraina, che deve potersi difendere. In Italia durante la Resistenza i partigiani si sono difesi anche perché hanno avuto sostegno, e armi, dai Paesi alleati». Crucioli le ricorda un po’ di storia: «E’ una analogia evidentemente sbagliata, sia perché in quel caso gli alleati erano in guerra mentre l’Italia, almeno fino a ieri, non era affatto in guerra con la Russia, sia perché in questo caso chi è vicino alle ideologie naziste sono alcune delle milizie che riceveranno le nostre armi». Sempre Crucioli, rispondendo a Dello Strologo, gli obbietta: «Se uno è ‘pacifista a oltranza e radicale’, come si è definito Dello Strologo, dovrebbe predicare la non violenza e non unirsi al coro dei tanti che soffiano sul fuoco equiparando Putin a Hitler, approvando l’invio di armi italiane ad una delle parti in guerra». Va ben oltre Rifondazione, come appare sul suo Sito, in merito all’arruolamento dei mercenari della “Legione straniera” che dovrebbe affiancarsi alle milizie ucraine paranaziste.
E’ importante perché le varie disabilità esistono, si possono incontrare ed è opportuno che l’adulto sia in grado di motivare le differenze senza drammatizzarle. E anche i genitori devono affrontare l’argomento, visto che a scuola, al parco o in vacanza si può trovare un compagno di giochi con caratteristiche che possono suscitare diverse reazioni: la risata, la presa in giro o l’accettazione (continua…)
Le vicende processuali Pfas di Alessandria e Vicenza si incrociano e appaiono paralleli i comportamenti delle Agenzie Regionali di Protezione Ambientale del Veneto e del Piemonte. Solo di recente si intravvede un ravvedimento ma per lustri le condotte omissive dell’Arpa piemontese a favore della Solvay di Spinetta Marengo sono state oggetto delle nostre pubbliche critiche. Analogamente per quanto riguarda l’Arpa veneta nei confronti della Miteni di Trissino, al punto che ci si chiede se oggi essa in tribunale dovrebbe sedere sul banco degli imputati piuttosto che comparire fra i testimoni.
Infatti, nella relazione della Commissione parlamentare Ecomafie, il nuovo Procuratore vicentino aveva evidenziato che i carabinieri NOE avevano accertato che la negligente Arpav addirittura preavvertiva Miteni delle presunte ispezioni, contribuendo attivamente quindi ad eluderle, ma che poi il trascorso PM aveva inspiegabilmente archiviato la denuncia e i gravi reati di favoreggiamento e smaltimento rifiuti.
L’Arpav dunque sarebbe stata collusa con i vertici e i dirigenti di Miteni, Mitsubishi e Icig, accusati a vario titolo di avvelenamento di acque, disastro innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e bancarotta fraudolenta. L’inquinamento delle falde si è protratto senza soluzione di continuità quanto meno dal 1966 fino al fallimento della ditta di Trissino, nel 2018.
Siccome l’inchiesta è stata archiviata (ma si chiede di riaprila), Alessandro Bizzotto, già responsabile Arpav del servizio controlli del dipartimento di Vicenza e dell’area di Arzignano, sarà ascoltato in aula come un comune testimone nel dibattimento davanti ai dieci giudici della Corte d’Assise presieduta da Antonella Crea (giudice a latere Chiara Cuzzi). Una giuria composta in maggioranza da donne: c’è maggiore speranza nella giustizia.
Frattanto la situazione sul piano ambientale e su quello della salute si aggrava. Oltre al fatto che non esistono prospettive certe per la bonifica, si infittiscono gli studi internazionali (per ultimo il poderoso studio europeo Edc-MixRisk) consultabili sul nostro Sito www.rete-ambientalista.it .