Una doverosa precisazione dopo il fattaccio giornalistico di Alessandria.

Una precisazione: due dei sei componenti il consiglio di amministrazione Soged sono dimissionari dunque sollevati da responsabilità per il mancato licenziamento del direttore de Il Piccolo di Alessandria e, ancor prima, dal sospetto di aver predisposto con lui lo sciacallaggio pubblicitario “Per qualche copia in più, sbatti il mostro pompiere in prima pagina”, ovvero la diffamazione  ribadita dal consigliere Mattia Papili: ma quali eroi? se la sono cercata, erano solo tre drogati, in quanto tali sconsideratamente intervenuti dentro il capannone dopo una prima deflagrazione, mettendo così nei guai… i due poveri coniugi che non li avvertono che il fabbricato era imbottito di esplosivi al fine di truffare l’assicurazione: omicidio con dolo eventuale (clicca qui la reale vicenda delle tre morti  sul lavoro, tragicamente comune a troppe altre quotidiane).

I consiglieri dimissionari sono Michele Guala e Claudio Chirivì due importanti imprenditori che avrebbero dovuto risollevare le sorti del giornale in affanno di tiratura e di inserzionisti. Dopo questa vitale defezione tramite anche ritiro delle quote societarie, i restanti membri del C.d.A. (presidente Ivana Barbarino e amministratore delegato Alessandro Massano, nonchè Mattia Papili e Ornella Sassone) pur legati da vincoli familiari devono reggere da soli la problematica situazione industriale cartacea e web a costi crescenti. Contro di loro si sono aggiunti come boomerang i due editoriali del direttore Alberto Marello che hanno suscitato rivolte nella collettività e sui social, il suo mancato licenziamento sostituito da irricevibili scuse, peraltro subito smentite dal Papili. Possono contare sulla neutralità della redazione malgrado le preoccupazioni occupazionali. Devono temere le richieste di danni da parte dei famigliari dei vigili del fuoco. 

Non arretriamo di un passo: limiti zero ai Pfas.

Copertina del Dossier del Movimento di Lotta per la salute Maccacaro (chiedi copia)

I limiti dei micidiali Pfas devono essere pari a zero: ribadiscono le MammeNo Pfas e StopSolvay , non c’è margine di mediazione con il Ministero dell’Ambiente di Costa, che si limiterebbe ad un abbassamento: clicca qui e  qui.

Intanto il 25 gennaio a Vicenza  il giudice per l’udienza preliminare, Roberto Venditti, dovrà per prima cosa pronunciarsi sull’unificazione delle tre inchieste condotte dalla Procura berica. La prima riguarda l’inquinamento anteriore al 2013, la seconda quello più recente legato ad un Pfas di nuova generazione, il GenX, e la terza il fallimento della fabbrica chimica Miteni di Trissino: clicca qui

Mentre a valle l’acqua inquinata dalla discarica di Ca’ Filissine  (clicca qui) è in espansione, l’ARPA veneta è nella bufera (clicca qui), invece l’ARPA piemontese e la Procura alessandrina sono ancora in apnea malgrado i nostri esposti, altrettanto la Commissione parlamentare ecomafie. 

Programma Usa per affrontate l’inquinamento da Pfas.

Segnalo che al seguente link della pubblicazione Rete Ambientalista (I Pfas nel mirino di Joe Biden.) si può leggere dell’annuncio della nuova amministrazione USA di un programma per affrontate l’inquinamento da Pfas, includendolo tra le sostanze pericolose e fissandone in particolare i limiti in apposita legge sulle acque destinate al consumo umano (Safe Drinking Water Act), in una strategia di eliminazione per sempre di queste sostanze. (continua da hyperlink)

In vigore il Trattato per liberare l’umanità dell’incubo atomico. Ma l’Italia/Usa non firmano.

Il Trattato di Proibizione della Armi Nucleari, firmato da 50 Stati, è entrato  in vigore il 22 gennaio,  proibisce agli Stati di sviluppare, testare, produrre, realizzare, trasferire, possedere, immagazzinare, usare o minacciare di usare gli armamenti atomici, o anche solo permettere alle testate di stazionare sul proprio territorio. Chiediamo che l’Italia, che già possiede armi di questo tipo, disobbedisca agli Usa,  aderisca al Trattato, dunque si impegni a distruggere i propri arsenali in accordo con un piano definito e legalmente vincolante. Clicca qui.