Una doverosa precisazione dopo il fattaccio giornalistico di Alessandria.

Una precisazione: due dei sei componenti il consiglio di amministrazione Soged sono dimissionari dunque sollevati da responsabilità per il mancato licenziamento del direttore de Il Piccolo di Alessandria e, ancor prima, dal sospetto di aver predisposto con lui lo sciacallaggio pubblicitario “Per qualche copia in più, sbatti il mostro pompiere in prima pagina”, ovvero la diffamazione  ribadita dal consigliere Mattia Papili: ma quali eroi? se la sono cercata, erano solo tre drogati, in quanto tali sconsideratamente intervenuti dentro il capannone dopo una prima deflagrazione, mettendo così nei guai… i due poveri coniugi che non li avvertono che il fabbricato era imbottito di esplosivi al fine di truffare l’assicurazione: omicidio con dolo eventuale (clicca qui la reale vicenda delle tre morti  sul lavoro, tragicamente comune a troppe altre quotidiane).

I consiglieri dimissionari sono Michele Guala e Claudio Chirivì due importanti imprenditori che avrebbero dovuto risollevare le sorti del giornale in affanno di tiratura e di inserzionisti. Dopo questa vitale defezione tramite anche ritiro delle quote societarie, i restanti membri del C.d.A. (presidente Ivana Barbarino e amministratore delegato Alessandro Massano, nonchè Mattia Papili e Ornella Sassone) pur legati da vincoli familiari devono reggere da soli la problematica situazione industriale cartacea e web a costi crescenti. Contro di loro si sono aggiunti come boomerang i due editoriali del direttore Alberto Marello che hanno suscitato rivolte nella collettività e sui social, il suo mancato licenziamento sostituito da irricevibili scuse, peraltro subito smentite dal Papili. Possono contare sulla neutralità della redazione malgrado le preoccupazioni occupazionali. Devono temere le richieste di danni da parte dei famigliari dei vigili del fuoco.