Ecologia politica: stipendi scadalosi, un insulto alla gente comune.‏

Acos vede altri due ottimi “piazzamenti”: il condirettore Vittorio Risso con 127 mila 429 euro, al 4° posto e, al 6°, il direttore amministrativo Riccardo Daglio (oltre 90 mila euro). Nel mezzo, al 5° posto, troviamo il direttore di Srt Andrea Firpo (94 mila). A seguire, dal 7° posto in avanti: il segretario comunale Angelo Lo Destro (83 mila), il comandante della polizia municipale Armando Caruso (68 mila 775) e i dirigenti comunali Roberta Nobile (66 mila), Maura Orlando (66 mila), Maria Rosa Serra (65 mila) e Roberto Moro (64 mila).

Senti questo forte ronzio? Sono le migliaia di persone che hanno firmato.‏

Le api, le farfalle e i coleotteri sono gli strumenti che la Natura ha voluto per l’impollinazione. L’uomo ha pensato bene di trovare un loro micidiale nemico: l’inquinamento dovuto a sette pesticidi. L’Europa ha già compiuto un primo passo vietandone l’impiego di tre delle multinazionali Bayer e Syngenta: Clothianidin, Imidacloprid e Thiametoxam. Ma non basta. Se non vogliamo che presto l’agricoltura riceva un colpo mortale, anche gli altri quattro veleni devono essere vietati: il Fipronil, il Clorpirifos, la Cipermetrina e la Deltametrina. Greenpeace chiede di sottoscrivere e di fare sottoscrivere l’appelloclicca qui

6 luglio manifestazione nazionale contro i femminicidi e gli stupri delle donne.‏


Non si può continuare a far finta di niente: clicca qui.

A questo appello stanno via via aderendo collettivi e singole, ultime: l’associazione di Roma “Lucha Y Siesta” l’importante realtà che organizza tante donne immigrate, donne in lotta per la casa; le lavoratrici del Coordinamento insegnanti precarie “3ottobre” di Milano.

L’attrice Lella Costa in un messaggio scrive:
“Mie care, sono contenta e orgogliosa di scoprire che percorsi diversi ci portino a progetti comuni. Ma vi devo anche confessare che quando ne ho parlato non pensavo allo sciopero delle donne come a una
proposta concreta, quanto piuttosto a una provocazione per attirare interesse su temi cruciali che stanno gravando sempre più sulle spalle e sulla pelle delle donne. Il che ovviamente non significa che non ci creda. Quindi,se vorrete tenermi informata dei vostri progetti, ve ne sarò grata. Un abbraccio Lella”
Ai collettivi, associazioni, singole compagne rinnoviamo l’appello a farvi sentire e ad esserci.
Anche dopo la provocazione del governo di nominare Isabella Rauti consigliere del Viminale per le politiche di contrasto della violenza di genere e del femminicidio, non possiamo non farci sentire. Non possiamo permettere, in silenzio, che governi e regimi contro le donne, da un lato ipocritamente firmino “convenzioni” contro la violenza sessuale sulle donne e dall’altro attacchino in modo così inaccettabile la dignità e la vita delle donne un esempio devono essere le nostre sorelle in Turchia, nella rivolta in corso le donne sono in prima fila.
Ora è tempo della lotta. Chi antepone le “parole” alla lotta, si trincera dietro le parole per rimandare sine die la lotta. E’ vero, siamo poche oggi, ma dobbiamo essere una scintilla che comincia ad illuminare una strada ancora troppo in ombra.
Un forte saluto a tutte e aspettiamo di avere buone notizie.
Concetta Musio di Taranto

Per adesioni, informazioni:

sommosprol@gmail.com
sandonato56@gmail.com

Redditolavoro mailing list:

22 Sindaci e i Comitati della Valle Bormida contro la Provincia e la discarica di Sezzadio, per la difesa delle acque‏.

Il PD Partito Democratico e alleati hanno il dovere di uscire allo scoperto, in quanto il Presidente della Provincia, Paolo Filippi, che non ha mai nascosto il suo favore per l’opera, pur essendo uscito dal partito, è tuttora sostenuto da una maggioranza di centrosinistra.

Clicca qui il comunicato dei Comitati.

Clicca qui l’articolo su Il Manifesto  

Malattie reumatiche croniche, tra salute e lavoro.

Tra le patologie croniche, le malattie reumatiche rappresentano una delle prime cause di inabilità temporanea e di disabilità permanente e costituiscono la più frequente causa di assenza dal lavoro: questo il tema al centro del c onvegno organizzato a Roma da Fit for Work Italia, gruppo di esperti impegnati a sensibilizzare sull’importanza della prevenzione precoce nel trattamento dei disordini muscolo-scheletrici.
continua…

Il governo “sembra” definanziare il progetto Tav Terzo Valico.‏

I fondi del Terzo valico vadano invece per le linee esistenti: manutenzione ed interventi di potenziamento. Per fare qualche esempio, raddoppio nel ponente ligure, incroci sulla Genova-Acqui, binari di precedenza nel levante, interventi sulla linea Genova-Milano ecc. Tutti quegli interventi, insomma, per migliorare la circolazione dei treni in tutta la regione. Con una minima parte degli investimenti del Terzo valico si potrebbe migliorare la situazione delle migliaia e migliaia di cittadini che utilizzano tutti i giorni i mezzi pubblici.
Clicca qui.

Sempre più dura la vita, per i veri invalidi.

Mentre infatti si spende sin troppo per la lotta ai “falsi invalidi”, i cittadini che provano a fare domanda per l’invalidità civile si scontrano con un “labirinto ostile” di burocrazia e mancata informatizzazione, attendendo in media un anno per ottenere i benefìci economici richiesti: è questa la sostanza del Rapporto Nazionale sull’Invalidità Civile e la Burocrazia, presentato da Cittadinanzattiva
continua…

amicizia, amore, sesso: parliamone adesso.

Si intitola così il libro di Anna Contardi e Monica Berarducci, recentemente dato alle stampe da Erickson, nato dall’esperienza dei “Percorsi di educazione all’autonomia” dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down). Si tratta di un manuale di educazione emotiva, relazionale e sessuale, pensato per le persone con sindrome di Down e più in generale con disabilità intellettiva. Il volume verrà presentato il 27 giugno a Roma
continua…

La salute è un diritto, il debito non è un dovere.

Report Forum Salute – Roma

Il 12 giugno 2013, presso l’aula magna del CTO, si è svolto il Forum Pubblico “La salute è un diritto, il debito non è un dovere” organizzato dal Comitato NoDebito e da Medicina Democratica di Roma; significativamente abbiamo voluto che questo appuntamento si svolgesse in un luogo penalizzato dal piano …

ThyssenKrupp

Testo della sentenza d’appello del processo ThyssenKrupp

Pubblichiamo il testo integrale della sentenza ThyssenKrupp, nella quale Medicina Democratica ha partecipato attivamente come parte civile attraverso il lavoro dei suoi consulenti.

Data l’importanza dei contenuti, mettiamo a disposizione il testo integrale scaricabile qui sotto.

Sessualità e disabilità: immagini e nuove prospettive.

Una monografia per festeggiare i trent’anni di vita della rivista «HP-Accaparlante», intitolata “Il corpo degli altri. Sessualità e disabilità: immagini e prospettive”, su temi che tale testata approfondisce da sempre, perché «oggi – come afferma la curatrice Valeria Alpi – la vera sfida per parlare di sessualità e affettività delle persone con disabilità è affidare al corpo una pienezza di senso e di valore»

clicca qui

Verso i due milioni di firme per l’acqua pubblica in Europa: firma e fai firmare!

Tre giorni per raccogliere 5000 firme e superare il quorum nazionale affiancando l’Italia agli altri 11 paesi che ce l’hanno già fatta contribuendo ad un risultato storico. L’iniziativa dei cittadini europei per l’acqua diritto umano in pochi mesi ha superato il milione e mezzo di firme ed è riuscita già a mettere in imbarazzo la Commissione Europea. Il Commissario Europeo al Mercato Interno, Michel Barnier, ha dovuto prendere atto della grande mobilitazione sul tema dichiarando che il servizio idrico verrà stralciato dalla direttiva concessioni, un provvedimento che rischia di accelerare ulteriormente le privatizzazioni dei servizi pubblici. Aiutaci raggiungere l’obiettivo in Italia, firma, fai firmare e diffondi l’inziativa dei cittadini europei per l’acqua pubblica. www.acquapubblica.eu

Il virus “amnesite solvay” colpisce ancora i testimoni al processo di Alessandria

Il teste Fabio Colombo, geologo, se l’è ancora cavata: ha ricordato la doppia documentazione relativa all’inquinamento, quella ufficiale da fornire edulcorata agli Enti pubblici e quella da tenere nascosta. Ha ricordato che già dal 1989 era noto l’avvelenamento della falda profonda. Ammissioni importantissime. Ma nell’ udienza del 17 giugno abbiamo scoperto un’altra notizia clamorosa: esiste una variante del virus “amnesite solvay”. Finora era dimostrato da numerosi test, cioè testi (Pace, Giunta, Di Carlo ecc.), che il sintomo più eclatante del virus è l’amnesia: non ricordano più nulla delle malefatte commesse o nascoste, neppure quelle firmate in verbale. Invece la variante del gene, anche questa messa a punto in Belgio, agisce in maniera differente, il test cioè il testimone non solo ricorda ma è potenziato in alcune selezionatissime facoltà mentali, al punto che, prima ancora che l’avvocato difensore Solvay gli faccia la domanda, già gli anticipa la risposta. Neanche che si fossero messi d’accordo prima. Il paziente colpito dalla variante del virus è stato il teste Marco Contino. Clicca qui il profilo.

Gli avvocati della Solvay sghignazzano mentre l’epidemiologo conteggia i morti e gli ammalati del cocktail di 21 veleni. Andavano buttati fuori dall’aula.

Gli avvocati difensori della multinazionale belga straripano nell’aula della Corte di Assise di Alessandria. La occupano per oltre i due terzi, famosi e strapagati, contornati da vice, assistenti, collaboratori, coadiuvanti, esperti, consulenti, PR e altro gregge. Un esercito che le tasche del colosso chimico si possono permettere. Ad un certo punto si sono messi a sghignazzare platealmente, mentre l’epidemiologo esponeva i numeri della carneficina a Spinetta Marengo, ed è stato colto su un banale ed evidente errore di battitura dell’indagine. Sghignazzavano in oltraggio agli ammalati e ai parenti dei defunti, presenti in udienza come parti civili. L’epidemiologo insisteva a confermare che pagine e pagine di tragici dati contenuti nella sua relazione, non potevano che concludersi con: “L’eccesso di tumori all’assunzione di cromo esavalente per via orale tramite acqua risulta verosimile”. E’ loro sghignazzavano: in-verosimile in-verosimile.

Cromo esavalente fluorurati & C. della Solvay provocano a Spinetta Marengo fino all’80% dei tumori in più. I bambini nascono con malformazioni genetiche.

clicca qui Tuono News “Polo Chimico, Cadum (ARPA): A Spinetta tra il 30 e il 50% di malattie in più”
clicca qui Pennatagliente “Udienza del 17 giugno 2013”
clicca qui E. Camagna La Stampa “L’epidemiologo: Cromo provoca a Spinetta il 70% di tumori in più”
clicca qui Il Piccolo “Anche malformazioni genetiche”
clicca qui Alessandrianews “A Spinetta malformazioni congenite superiori al 70%”

Non è una novità. Medicina democratica lo sta sostenendo da decenni. L’indagine testimoniata al processo è dell’epidemiologo dell’ARPA Piemonte, Ennio Cadum. Eccessi patologie del 30% per cavo orale, rene, vescica, stomaco, bile ecc. Le malformazioni genetiche dei bambini: 80% in più della media alessandrina. Le indagini epidemiologiche finora condotte, già di per sè drammatiche, sono solo la punta di un iceberg sanitario. Tutta la verità si saprà quando esse comprenderanno anche i lavoratori e tutti i residenti, e gli uni e gli altri per un periodo almeno trentennale. Lo stiamo chiedendo da trenta anni ma i fondi pubblici non sono mai stati messi a disposizione.

Post scriptum Quando la CGIL scelse il dirigente Pace al posto del dissidente Balza. Una testimonianza.


Vorrei aggiungere al precedente profilo di Casimiro Pace un’annotazione personale, ma esemplare. Quando furono istituite le RSL (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza), mi offersi per iscritto di ricoprire questo ruolo per conto della CGIL. Pensavo di essere in pieno possesso di “titoli ed esami” per fungere da spina nel fianco verso la Solvay su ambiente e sicurezza e invece mi fu preferito Casimiro Pace che aveva come titolo la rappresentanza dello staff dirigente aziendale. Fu la dimostrazione dell’autonomia della CGIL. I risultati sull’ambiente e la salute si sono visti.

Lino Balza

Nella strategia Solvay “Tutti colpevoli, nessun colpevole”. E si parla di tangenti agli Enti locali.‏

Prima di deporre, i testimoni giurano solennemente di dire la verità tutta la verità nient’altro che la verità. Perché allora la Corte di Assise al processo Solvay non ne arresta alcuni in aula per falsa testimonianza e oltraggio alla Corte? Forse perché non li riconosce capaci di intendere e volere, bensì ammalati, colpiti da un virus, un ceppo dell’Alzheimer proveniente dal Belgio, i cui sintomi evidenti sono prepotenti amnesie? Nell’udienza del 12 giugno, Pietro Alemani, ad esempio, rischia il terzo infarto nell’inutile sforzo di ricordare. Ma Casimiro Pace è il caso clinico più eclatante. E’talmente colpito dal Virus Solvay che, tra impietose risa in aula, non riconosce neppure la propria firma sui verbali. Chi è Pace? Com’era prima di ammalarsi di “amnesite solvay”? Vediamone un breve profilo e il commento di Gianni Spinolo.

Pace Casimiro, detto Renato, negli anni ’80 è uno dei 5 segretari della Cellula del PCI alla Montedison (poi Solvay) di Spinetta Marengo (AL). Una segreteria composta da 2 operai e da ben 3 impiegati, di cui, uno, Pace, addirittura capo reparto. Un lavoratore coraggioso dunque, che si espone, il compagno Pace, soprattutto quando la Cellula ha uno scontro pubblico e durissimo con la Direzione aziendale e il Consiglio di fabbrica alleati. La Cellula chiede l’urgente chiusura del reparto Pigmenti e la sua riconversione a ciclo chiuso, in quanto l’ispezione sanitaria regionale ha sanzionato che trattasi di lavorazione a cielo aperto di cromo e piombo, massimamente cancerogeni. Sindacati e Direzione invece si accordano per tenere aperto il reparto benché produca cancro, in attesa di tempi migliori (che non arriveranno mai: l’impianto sarà comunque chiuso qualche anno dopo, senza che si siano salvate né occupazione né salute). Il compagno Pace si batte, sconfitto, contro la Direzione. Ci mette la firma e la faccia. Riesce così a farsi notare. E apprezzare. Il direttore Leonardo Capogrosso, memore di essere stato brevemente negli anni ’70 rivoluzionario alla Montedison di Bussi sul Tirino per essere subito rimosso e promosso dirigente, lo promuove da semplice capo reparto nello staff dirigenziale dello stabilimento, in cui assumerà il controllo di ben sette laboratori, tra cui igiene industriale. Dove rileverà e nasconderà i parametri anomali di concentrazione di veleni nelle acque di falda, come risulta dal verbale a suo tempo da lui sottoscritto al Pubblico Ministero e che in aula cerca goffamente di disconoscere. Va in pensione nel 2011 mentre la Solvay gli assume la figlia. Insomma anche lui “tiene famiglia” ed è l’unica amnesia che il “Virus Solvay” gli risparmia. Il compagno!! Gianni Spinolo, uno dei membri di quella segreteria di Cellula PCI, che si fece licenziare piuttosto che promuovere, non si sta rivoltando nella tomba perché già gli si era rivoltato lo stomaco da vivo. Mettiamolo in rilievo: anche da questo processo, emergono figure luminose della classe operaia ed escrementi umani.

Il teste Pietro Alemani, geologo, è accompagnato all’udienza dalla moglie che teme che rischi un altro infarto nello sforzo di ricordare. Invano, tira fuori solo un mucchio di “non ricordo”. Fa di più. Anche se a verbale aveva al Pubblico Ministero dichiarato l’esatto contrario, cerca di scagionare l’imputato Francesco Boncoraglio, addossando tutte le malefatte a Leonardo Capogrosso. Tanto, gli avvocati gli hanno detto, non lo danneggia perché l’ex direttore non è imputato per avvenuta prescrizione di reato. Messo alle strette e preso dalla foga oratoria dell’insegnante, confessa i dissensi con Boncoraglio e Capogrosso che gli avevano impedito le indagini sulle discariche che essi sapevano essere tossiche e nocive.

Per fortuna esistono anche i testimoni onesti. Contro i quali si scatenano i celeberrimi avvocati di Solvay. E’ il turno, dopo ARPA e NOE, della Provincia nella persona di Paolo Bobbio, geologo dell’ufficio bonifiche. La tesi è che la Solvay avrebbe voluto mettere nel 2004 in sicurezza il sito ma che la Provincia l’avrebbe impedito. Solvay definiva e definisce “bonifica” quattro pozzi che prelevano e puliscono l’acqua di falda, come raccogliere il mare con un cucchiaio, mentre l’unica bonifica efficace, assai più costosa, è l’asportazione dal terreno dei veleni che si sciolgono in falda: 21 e non solo cromo esavalente. Ovvie le perplessità della Provincia. Efficace o inefficace che fosse, ha avuto buon gioco a ribadire Bobbio, nessuno ha impedito a Solvay di eseguire la presunta messa in sicurezza, la quale, per legge, “non va autorizzata, si fa e basta, e la si comunica dopo agli enti”. In più, insiste, Solvay conosceva da anni le perdite e taceva. E fa i nomi dei principali attori: Giorgio Carimati e Giorgio Canti. La strategia processuale di Solvay continua ad essere quella di chiamare in correo quanti più soggetti possibili (Comune, Provincia, Regione, Arpa, Asl, Noe, magari anche l’Onu) secondo il principio “tutti colpevoli, nessun colpevole). Tutti quegli Enti in tanti anni hanno avuto responsabilità enormi nel disastro sanitario ed ecologico di Spinetta Marengo: siamo stati noi di Medicina democratica i soli per 30 anni e sulla nostra pelle a denunciarle inascoltati, ma stiamo parlando di responsabilità politiche e morali, mentre le responsabilità penali gravano su Solvay. A meno che Solvay sappia anzi voglia dimostrare le tangenti che afferma Ausimont versava a… A chi?

clicca qui La Stampa ” La Solvay: furono gli enti a rallentare la bonifica”
clicca qui S. Mossano “Le discariche fantasma coi veleni del polo chimico”
clicca qui Il Piccolo “Processo, la Solvay si giustifica”
clicca qui Radiogold “Polo chimico: la difesa punta il dito contro la Provincia: dissero no alla messa in sicurezza”
clicca qui Tuononews “Processo al polo chimico di Spinetta: Bobbio (Provincia) e il battibecco con la difesa Solvay”
clicca qui Pennatagliente 
clicca qui Alessandrianews “La Provincia disse no alla messa in sicurezza di emergenza”
clicca qui Pennatagliente  “L’amnesite Solvay ha colpito ancora”

Neppure i profumi e gli yogurt e il sangue al cromo esavalente fanno notizia‏


Per le cronache dell’udienza del 3 giugno in Corte d’Assise del Processo Solvay (senza, purtroppo, che nessun testimone sia ancora stato arrestato in aula):

clicca qui  Alessandrianews “Le discariche tossiche? Come se non esistessero”
clicca qui  Il Piccolo “Solvay sapeva e taceva”
clicca qui  La Stampa “Polo chimico, altri duelli sui testimoni questa volta finisce 2-1 per la Procura”
clicca qui  Pennatagliente 

C’è chi, in poche righe, scrive “ennesima” fuga di gas alla Solvay (addirittura PFIB, tossico e cancerogeno) con lo stesso distacco di chi guarda il cielo e commenta “ennesima” giornata di pioggia. E’ l’assuefazione, malattia professionale dei giornalisti, che si congiunge con il fatalismo dei cittadini. Non tutti, ma troppi. Dunque anche le cose più enormi non fanno notizia. Che la Paglieri

Che la Paglieri producesse borotalchi e profumi con l’acqua al cromo esavalente e altri 21 veleni tossici e cancerogeni. Che la Pederbona conferisse latte al cromo e altri 21 inquinanti alla Centrale del latte di Alessandria e Asti. Che entrambe le aziende non si siano costituite parti civili contro la multinazionale belga. Che venisse trasfuso a ignari pazienti il sangue dei donatori Solvay pieno di PFOA (tossico, cancerogeno, teratogeno). Che le autorità sanitarie abbiano ignorato il nostro allarme. Che vengano ancora oggi chiusi pozzi dell’acquedotto comunale perché l’inquinamento della falda non avrà mai fine senza la bonifica dei terreni in cui sono stati nascosti cromo e altri 21 veleni che percolano. Che i più famosi avvocati d’Italia siano impegnati con qualunque mezzo a difendere Solvay per tali fatti e altri, per “avvelenamento doloso delle acque e dolosa omessa bonifica”ecc. Che testimoni al processo mentano tranquillamente al cospetto degli ammalati… e dei morti. Che migliaia di podisti alla stracittadina non alzino barricate bensì sponsorizzino sulle magliette il logo dell’inquinatore. Che tali notizie, insomma, non scandalizzino gli animi e non animino grandi titoli sui giornali come dovrebbero: anche questa è notizia, ma non avrà rilievo.



continua la battaglia per lo screening neonatale allargato

Sono passati un po’ di anni, da quando l’AISMME (Associazione Italiana Sostegno Malattie Metaboliche Ereditarie) ha incominciato a battersi per l’applicazione dello screening neonatale metabolico su tutti i 600.000 nuovi nati ogni anno sul territorio nazionale, ciò che consentirebbe di evitare conseguenze spesso pesantissime. E ora “rilancia” con una lettera inviata al nuovo ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
continua…

Cementir spegne il forno e annuncia 42 licenziamenti‏

Il forno era contestato dai residenti di Arquata Scrivia in quanto inquinante. Ma all’origine della decisione c’è la crisi nazionale del settore cemento. La strategia dell’azienda è infatti quella di trasformare Arquata da sito di produzione del cemento a semplice centro di macinazione. La strategia della CGIL (Massimo Cogliandro) è invece di aggrapparsi alla speranza del Tav Terzo valico.

Dal “falso invalido” al “falso cieco”‏

Quello del “falso invalido” è un tema troppo ghiotto per la politica e per i media nell’era della crisi, e non vi si può rinunciare perché esso definisce agli occhi dell’opinione pubblica uno dei “nemici”, “colpevoli della crisi stessa”. E quando arrivano i dati veri, meglio cambiare strategia e puntare allora sul “falso cieco”, per mantenere aperta una “caccia” che dura ormai da anni»

continua…

respinto il ricorso contro il licenziamento di Riccardo Antonini

E’ immensa l’indignazione di fronte all’ingiusta sentenza del giudice del lavoro di Lucca Nannipieri che ha respinto il ricorso di Riccardo Antonini per il reintegro nel suo posto di lavoro in ferrovia. Con questa vergognosa sentenza è stata scritta l’ennesima pagina antioperaia con la quale si è fatto strame dei diritti di libertà fondamentali ed indisponibili di ogni lavoratore, lavoratrice e cittadino/a.
Chiediamo agli eletti che fanno riferimento alla classe operaia – nelle istituzioni ad ogni livello, dal Comune di Viareggio al Parlamento nazionale a quello europeo, di denunciare il contenuto di questa sentenza antidemocratica, lesiva dei diritti umani, tramite interrogazioni nelle rispettive sedi istituzionali, con la richiesta al vertice delle Ferrovie dello Stato di revocare/annullare il licenziamento inflitto per rappresaglia a Riccardo Antonini con la contestuale Sua piena reintegra nel posto di lavoro e nella retribuzione.
Medicina Democratica nazionale, in accordo con la sua Sezione di Viareggio e con l’Assemblea 29 Giugno della stessa città, promuoverà una petizione nazionale, coinvolgendo la più ampia base
di lavoratori, lavoratrici, movimenti, associazioni, comitati, popolazioni autoorganizzate, per sostenere la predetta richiesta alla direzione delle F.S. di revoca/annullamento del licenziamento di
Riccardo Antonini. Sosterremo tutte le iniziative di mobilitazione e lotta per conseguire la reintegra nel lavoro e nella retribuzione del lavoratore Riccardo Antonini colpito in modo così grave ed indelebile, pena subire ulteriori attacchi ai diritti fondamentali di ogni lavoratore e lavoratrice. Sosterremo concretamente il lavoratore nell’impugnazione della sentenza avanti la Corte d’Appello di Firenze, Sezione Lavoro. La vergognosa sentenza subordina la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro a potenti e poteri forti. E’ una sorta di istigazione a penalizzare salute, sicurezza ed ambiente. E’ una sentenza che avrà pesanti responsabilità sulla vita dei lavoratori, dei viaggiatori e dei cittadini come le 32 Vittime della strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009.
Lo stillicidio di morti sui binari proseguirà incessantemente. Dal 2007 ad oggi sui binari sono morti 38 lavoratori: uno ogni due mesi! Si tratta di una vile aggressione all’attività dei ferrovieri
impegnati sulla sicurezza e in difesa della salute. Questo giudice si è assunto una responsabilità pesante come un macigno. Riverente e succube dei poteri forti, complice di “datori di lavoro” che sacrificano la sicurezza per il profitto. Abbiamo visto la vergogna dei periti nell’incidente probatorio della strage di Viareggio (sul libro paga delle ferrovie) smentiti dalla Commissione ministeriale rispetto alla foratura della cisterna; assisteremo anche alla vergogna delle falsità dei testimoni di Moretti addetti alla sua scorta (e sul libro paga delle ferrovie).

Comunicato stampa 4 giugno 2013: Sentenza a lutto!

Ieri mattina il giudice del lavoro del Tribunale di Lucca, Luigi Nannipieri, ha confermato il licenziamento di Riccardo. Di fronte al Tribunale vi è stato un presidio molto partecipato di familiari, cittadini, ferrovieri, lavoratori … Una partecipazione superiore a quella delle precedenti udienze. La decisione del giudice è semplicemente una sentenza ingiusta. Una sentenza “partigiana” schierata dalla parte sbagliata: quella dell’imputato cav. Moretti che anziché garantire la sicurezza di cui c’è bisogno in ferrovia, continua a ripetere che in ferrovia “non esiste un problema sicurezza”. In questo viene clamorosamente smentito anche dall’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria (Ansf) e dalla stessa Commissione investigativa del Ministero delle Infrastrutture che proprio in questi giorni “raccomanda” le ferrovie ad eliminare o sostituire i picchetti (elemento che ha forato la cisterna dalla quale è fuoriuscito il Gpl che ha provocato la strage). Quindi non sono solamente i ferrovieri, i familiari, i cittadini a rivendicare sicurezza e a puntare il dito sulle gravi responsabilità del gruppo dirigente delle ferrovie. Si è trattato di una sentenza complice con chi sacrifica la vita sull’altare del profitto. Una sentenza che oggettivamente istiga a penalizzare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e che, come conseguenza, rischia di avere pesanti responsabilità sulla vita dei lavoratori, dei viaggiatori e dei cittadini. Cittadini come erano le 32 Vittime della strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, uccisi/e mentre riposavano nelle proprie abitazioni credendo di essere nel luogo più sicuro della propria vita. Lo stillicidio di morti sui binari, già impressionante (dal 2007 ad oggi sono 38 i lavoratori morti: uno ogni due mesi!), rischia di appesantirsi enormemente. Per il semplice fatto che di fronte a pesanti sanzioni come sospensioni e licenziamenti a ferrovieri ed Rls impegnati a tutelare salute e sicurezza, sui binari non scorre solo il sangue, ma anche il terrore a causa dell’intimidazione, del ricatto, della minaccia …
Dopo aver assistito alla relazione-vergogna dei periti del Gip poi smentiti clamorosamente, oggi assistiamo ad una sentenza-vergogna. Periti e falsi testimoni (addetti alla scorta di Moretti) sul libro paga delle ferrovie. Noi non tolleriamo e non ci stiamo.
Lunedì 10 giugno ore 21.15 assemblea pubblica nella stazione di Viareggio.
Sabato 29 giugno, 4° anniversario della strage ferroviaria, giornata della memoria e di mobilitazione!
– Associazione “Il Mondo che vorrei”
– Assemblea 29 giugno
– Medicina democratica – Sez. Viareggio                                
Viareggio, 05 giugno 2013

Solvay prima nega poi ammette la fuga di gas denunciata da Medicina Democratica

E guarda caso, proprio mercoledì 5 giugno la centralina dell’Arpa situata nei pressi dello stabilimento e preposta ad analizzare l’aria, quel giorno, chissà per quale motivo era rotta e non trasmetteva i dati. Proprio al momento giusto. Rotta o bloccata da Solvay? E perchè l’Arpa non è intervenuta immediatamente? L’Arpa è caduta dalle nuvole alla denuncia di Medicina democratica. Infine ha precisato da vero scienziato alla Catalano: “non c’è alcun pericolo se il gas non è stato inalato”. E se è stato inalato? E’ tossico e cancerogeno. Ma non c’era nessuna centralina a stabilirlo. Guarda caso.
Clicca qui Oggi Cronaca (il cui titolo è sbagliato: l’azienda non aveva diramato nessun stato di allerta, tanto che ha negato la fuga per 36 ore)
Clicca qui Radio Gold  (in cui l’Arpa insiste a contraddire Solvay sul fuori uso della centralina)            
Clicca qui La Stampa “L’incidente di mercoledì l’azienda lo conferma, ma minimizza. Balza invece no”
Clicca qui Alessandrianews “Fuga di gas alla Solvay. L’azienda: nessun rischio”
Clicca qui Il Piccolo (il cui direttore torna alla consuetudine di fornire la versione Solvay e ignorare la denunciante Medicina democratica).

ennesima fuga di gas alla Solvay di Spinetta Marengo

I lavoratori ci segnalano, mercoledì mattina 5 giugno, una fuga del micidiale gas PFIB (perfluoroisobutilene), tossico e cancerogeno, al reparto Monomeri della Solvay di Spinetta Marengo (AL). La direzione avrebbe anche omesso di porre lo stabilimento in stato di emergenza. I lavoratori allarmati avrebbero avvertito, si presume in forma anonima dato l’alto rischio di ritorsioni, le autorità competenti, dunque l’ARPA e la stessa Procura della Repubblica. Si tratterebbe dell’ennesima fuga di gas e dell’ennesima omissione dell’emergenza.

Uno scandalo che deve finire. Non è ulteriormente tollerabile (addirittura con un processo in corso) che i lavoratori si allarmino di quello che avviene nello stabilimento, e che si rivolgano all’esterno per essere tranquillizzati, e verso esterno non possano usare canali ufficiali ma solo personali, perchè hanno paura di rappresaglie. E che, contemporaneamente, all’esterno della fabbrica le Autorità non sappiano niente degli incidenti, mentre le Direzioni aziendali negano che sia successo alcunchè di preoccupante. Non è ulteriormente tollerabile questo giochetto criminale. La parola deve essere data alle apparecchiature. In una fabbrica ad alto rischio devono esserci sistemi di controllo, gestiti dal pubblico e non dal privato, che monitorino minuto per minuto l’inquinamento. Politici e sindacalisti sono da sempre latitanti o peggio. Diventa allora responsabilità dell’insieme informativo alessandrino di farsi carico di questa questione.   

Clicca qui  Pennatagliente “nuova fuga di gas alla Solvay di Spinetta Marengo”
Clicca qui I cittadini prima di tutto “ennesima fuga di gas alla Solvay”

Confermata la storica sentenza di condanna per le morti di amianto Eternit

Ancora una volta la forte partecipazione e presenza dei lavoratori, dei cittadini e delle associazioni solidali che si battono da oltre trent’anni contro l’amianto ha contribuito ad una nuova vittoria: la conferma della condanna di Schmidheiny. Clicca qui il comunicato stampa di Medicina democratica e delle altre associazioni. In particolare noi insistiamo sul  finanziamento del Piano Nazionale Amianto e sulla proposta di legge n. 8 del 15 marzo 2013 del Sen. Casson; sulla petizione a livello europeo per l’eliminazione definitiva dell’amianto da tutti i paesi; sull’inaffidabilità assoluta dell’INAIL; sull’abolizione della prescrizione del reato presente nella legislazione che riguarda gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
Clicca qui Medicina Democratica ONLUS “Dispositivo sentenza d’appello Eternit”
Clicca qui Medicina Democratica ONLUS “Sentenza d’appello condannato a 18 anni Schmidheiny”
Clicca qui La Stampa on line “Eternit, 18 anni a Schmidheiny. A Comune e Regione 50 milioni”
Clicca qui La Stampa “Eternit, condanna storica”
Clicca qui La Stampa A. Gaino “Eternit, condanna più pesante in appello”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “Commento alla sentenza dell’attrice Laura Curino”
Clicca qui La Stampa A. Gaino “Intervista a Guariniello”
Clicca qui La Stampa N. Zancan “Appello Eternit: commenti”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “La questione è farsi dare il denaro da Schmidheiny”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “Sentenza per i vivi e per i morti”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “Giustizia più forte dell’Eternit”
Clicca qui La Stampa “Tra i malati: più cittadini che operai”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “Spinta alla ricerca”
Clicca qui La Stampa M. Brambilla “L’amianto uccide”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “Battaglia per i risarcimenti”
Clicca qui La Stampa S. Mossano “Da contumace a latitante”
Clicca qui Pennatagliente “La sentenza d’appello al processo Eternit”
Clicca qui Giornal “Eternit. La giustizia alla lunga paga. I morti restano. Cavallera: continueremo con la bonifica ambientale.”
Clicca qui Ansa “Eternit: applausi a Napoli per sentenza”
Clicca qui La Repubblica “Sentenza Eternit, condanna a 18 anni per il magnate svizzero”
Clicca qui Il Corriere della Sera “Guariniello: La sentenza? Un inno alla vita”
Clicca qui Alessandria Oggi “Eternit: 18 anni a Schmidheiny e oltre 50 milioni di risarcimento”
Clicca qui Basta Morte sul Lavoro “La lotta all’amianto è ancora lunga”

Clicca qui  Pennatagliente “Opuscolo processo Eternit”