Il virus “amnesite solvay” colpisce ancora i testimoni al processo di Alessandria

Il teste Fabio Colombo, geologo, se l’è ancora cavata: ha ricordato la doppia documentazione relativa all’inquinamento, quella ufficiale da fornire edulcorata agli Enti pubblici e quella da tenere nascosta. Ha ricordato che già dal 1989 era noto l’avvelenamento della falda profonda. Ammissioni importantissime. Ma nell’ udienza del 17 giugno abbiamo scoperto un’altra notizia clamorosa: esiste una variante del virus “amnesite solvay”. Finora era dimostrato da numerosi test, cioè testi (Pace, Giunta, Di Carlo ecc.), che il sintomo più eclatante del virus è l’amnesia: non ricordano più nulla delle malefatte commesse o nascoste, neppure quelle firmate in verbale. Invece la variante del gene, anche questa messa a punto in Belgio, agisce in maniera differente, il test cioè il testimone non solo ricorda ma è potenziato in alcune selezionatissime facoltà mentali, al punto che, prima ancora che l’avvocato difensore Solvay gli faccia la domanda, già gli anticipa la risposta. Neanche che si fossero messi d’accordo prima. Il paziente colpito dalla variante del virus è stato il teste Marco Contino. Clicca qui il profilo.