Non si sana lo scempio ambientale della Valle Bormida.

E’ solo propaganda del vicepresidente piemontese Ugo Cavallera e non decolla il Contratto di fiume del Bormida che interesserebbe oltre 2.300 km quadri, due regioni e quattro province (Alessandria, Asti, Cuneo e Savona), volto alla riqualificazione ambientale, sociale ed economica della Valle Bormida massacrata da Montedison.

rischio di prescizione per l’acqua nociva

A rischio di prescrizione i reati (associazione a delinquere, abuso d’ufficio contestati, frode ecc.) a 19 imputati per le analisi falsificate dell’acqua (non) potabile da parte della società Idrocons con il concorso di alcuni sindaci (Berruti di Montemarzino, Alliano di Cassano Spinola, Gallano di Castellania) e di Elio Bricola presidente del Consorzio Madonna della Rocchetta.

pubblicità solvay

E’ recentemente uscito un libro dedicato a Spinetta Marengo e presentato in pompa magna da Solvay, sul disastro ambientale della quale viene accennato appena un rigo. Anzi, lo si nasconde. Esempio di manipolazione: confrontate le foto sul libretto con quelle della realtà. Per incanto è scomparso l’inquinamento!

aspettando “godot” arpa

40 anni dopo le denunce degli ambientalisti per i bidoni tossici di Carbonara e novese, allarme inquinamento sulle sponde del torrente Curone in territorio Casalnoceto: affiorano le scorie petrolifere abusivamente scaricate.
L’Arpa denuncerà alla magistratura il nome della grande azienda responsabile alla quale far pagare la bonifica?

in che mani siamo

Arpa e Asl e Provincia sono incommentabili. Invece di ordinare l’eliminazione dell’inquinamento, chiedono di spegnere il forno quando tira il vento. E quando non tira (forte), dove vanno a finire le emissioni?
Clicca sull’immagine.

esplosione e rogo alla raffineria

“Nessun pericolo per le popolazioni, i fumi sono saliti molto in alto e sono stati portati via dal vento”: sono le solite dichiarazioni irresponsabili (in questo caso del sindaco Maggi di Sannazzaro) che avevamo appena ascoltato per il rogo della discarica di Spinetta Marengo. Abituato e tranquillo l’olfatto del sindaco che dichiara “un buon rapporto di collaborazione” con il Petrolchimico Eni dove il fuoco ha distrutto l’obsoleto e pericoloso terzo impianto di desolforazione.

amiu e arpa: in che mani siamo

13 ore per domare l’incendio della discarica di Castelceriolo, gestita senza garanzie di sicurezza (manca addirittura l’acqua) e molto allegramente (può entrare e uscire chiunque). Si resta stupefatti che il presidente Amiu (Piercarlo Bocchio) non abbia dato le dimissioni. Si resta stupefatti dell’Arpa che rassicura i giornali sui pericoli, quando addirittura l’incendio è in corso, mentre brucia plastica e diossine e metalli pesanti, prima ancora di aver fatto analisi (che non proveranno nulla data la vastità dell’area interessata). Secondo Alberto Maffiotti le sostanze si sono dissolte a 2.000 metri di altezza, quando le abbiamo viste scendere perfino verso Alessandria. Può fare queste affermazioni perchè non ci sono stati ricoverati per intossicazione acuta, ma di qui a rassicurare che non è stato respirata diossina: ce ne corre. E’ questo l’ennesimo inquinamento della Fraschetta, dove -già in sofferenza di un polo chimico- abbiamo sempre sostenuto non dovevano essere ammessi impianti di rifiuti.
Clicca qui: guarda i video e leggi e ascolta le interviste.

un crimine contro l’umanità

Pochi giorni dopo la diagnosi di mesotelioma da amianto, il 31 gennaio 2011, Marco Giorcelli ha scritto questa riflessione pubblicata sul giornale di cui era direttore, “Il Monferrato”, il 16 marzo 2012, il giorno dopo la sua morte. Clicca qui. La lotta continua per rivendicare giustizia alle vittime, di sviluppare la ricerca medica che curi questa malattia inesorabile, di eliminare il rischio amianto dall’ambiente che ci circonda.

latte materno avvelenato

Il latte materno è sempre più minacciato di contaminazione da agenti tossici ambientali, tra i quali diossine, policlorobifenili, pesticidi, metalli pesanti e altri agenti. A lanciare l’allarme sono le numerose associazioni di medici e genitori riunite nella Campagna Nazionale in Difesa del Latte Materno dai contaminanti ambientali, che verrà presentata il 19 marzo alle ore 16 presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati a Roma.
Clicca qui.

2159 bidoni di rifiuti radioattivi

Chi sarà la ditta specializzata che dovrà fare la bonifica del deposito di rifiuti radioattivi (2.159 fusti) della Controlsonic che da dodici anni minaccia Tortona? Sarà nota entro marzo. Il piano costerà 1 milione e 400 mila euro sotto la responsabilità di Comune e Arpa.

continua la presa in giro del rio lovassina

Continua la presa per il culo del rio Lovassina, il corso d’acqua più inquinato (compreso l’uranio) che da Novi Ligure si scarica in Tanaro, non prima di aver esondato a Spinetta Marengo. Il presidente della commissione politiche ambientali, Mario Bocchio, ha interrogato il suo compare di partito Franco Trussi, assessore ai lavori pubblici di Alessandria, che a sua volta ha sentito un funzionario regionale del suo partito, il quale sembrerebbe aver parlato con un assessore regionale dello stesso partito che… Insomma ci sono 10 milioni di euro per il progetto di scolmatore e casse di esondazione? Non, non ci sono. Da oltre mezzo secolo che viene rivendicato.

neve a cielo sereno

Neve senza nuvole a Spinetta Marengo. I giornali si interrogano (clicca qui La Stampa, clicca qui Il Piccolo). Dove sta la sorpresa? E’ da almeno trent’anni che abbiamo spiegato (a cominciare all’ARPA) le abbondanti nevicate sotto le stelle. Il fenomeno è dovuto all’inquinamento atmosferico di origine industriale. Chiedere alla Solvay i dettagli. Ci conferma la neve chimica il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR): clicca qui.

in memoria delle vittime dei disastri industriali e ambientali

9 ottobre 2011. Per la prima volta si celebra la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali causati dall’incuria dell’uomo”. Autrice della legge (n. 101 14/6/11) è Sabina Rossa: figlia dell’operaio e sindacalista Guido Rossa che fu ucciso a Genova dalle brigate rosse nel 1979, per averne, da solo, denunciato l’attività in fabbrica. Scopi della giornata: il ricordo delle stragi industriali (dal Vajont a Spinetta Marengo), la riflessione sui crimini commessi da uno sviluppo industriale selvaggio, la necessità di promuovere maggiori repressione dei reati e prevenzione dei disastri.

altri ricorsi contro la provincia

La Provincia di Alessandria è scatenata contro il territorio. Dopo il giudizio positivo sulla compatibilità ambientale, concede l’autorizzazione integrata ambientale (Aia) alla Elciter di Bosco Marengo per l’avvio dell’impianto di trattamento e recupero di rifiuti speciali pericolosi e non (42 mila tonnellate annue). Partono altri due ricorsi al Tar del Piemonte.

altri 10 indagati per il polo chimico spinettese

Lesioni colpose e omicidio colposo sono i reati ipotizzati dalla Procura a carico di Carlo Cogliati, Leonardo Capogrosso, Alberto Grandi (deceduto), Nicola Sabatini, Maurilio Aguggia, Franco Simonini, Paolo Bolzani, Filippo Lombardo, Otilio Masseroli, Corrado Tartuferi (deceduto), quali direttori e dirigenti Montedison (Montefluos, Ausimont) di Spinetta Marengo, stabilimento ora di proprietà Solvay. L’inchiesta è nata da quella sull’inquinamento da cromo esavalente e altri 20 veleni (30 incriminati) e da una serie di esposti presentati dai familiari di dipendenti che si ammalarono e morirono per aver lavorato nello stabilimento. Medicina democratica sarà parte civile al processo.
Clicca qui per leggere le testimonianze delle vittime.

Fraschetta maglia nera per ambiente e salute


“I tumori nella Fraschetta uccidono più che nel resto del Piemonte e d’Italia”: gli abitanti, contando i morti in famiglia, lo sanno da sempre. Le indagini epidemiologiche non possono fare altro che confermarlo. E così l’ha dimostrato la terribile indagine sanitaria presentata in un recente convegno. Al quale non siamo stati invitati, pur essendo indiscutibilmente Medicina democratica da decenni il massimo esperto delle cause malattie e delle morti, cause che non possono non ricondursi all’inquinamento delle industrie locali, come da noi –troppe volte inascoltati- denunciate ripetutamente. Basti vedere i processi Solvay e Michelin in corso. Scandaloso è il mancato rilievo sui mass media locali di questa ecatombe.
Fa eccezione l’articolo di Miriam Massone: Clicca qui per leggerlo

News Solvay

Il TAR, accogliendo i ricorsi amministrativi del WWF, ha annullato i decreti che rinnovavano alla ditta Solvay le concessioni minerarie per 30 anni in Valdicecina che avrebbe comportato un significativo impatto su un bene sempre più prezioso quale l’acqua potabile. Che ne è, sindaco Fabbio, delle falde di Spinetta Marengo?
Riguardo al polo chimico di Bussi, «abbiamo quattro certezze», rimarca Giovanni D’Addario, della Filctem Cgil, «è inquinato, è un sito classificato di interesse nazionale, non ci sono i soldi per la bonifica e l’azienda Solvay è determinata ad abbandonare l’area, nonostante abbia sottoscritto un accordo di programma con l’impegno a rimanere in zona fino al 2015». Il sindacato si dice pronto a «costituirsi parte civile».
Perchè non lo fa anche ad Alessandria?

Solvay Smantella I Tetti In Amianto

Grazie alle ripetute denunce di Medicina democratica alle autorità sanitarie e giudiziarie, finalmente Solvay ha cominciato a eliminare in qualche parte dello stabilimento le coperture di amianto che rendono ancora più pericolose le condizioni di salute dei lavoratori e dei cittadini. Però …
… L’incapsulamento?
Mediante questo procedimento la superficie delle lastre viene trattata con sostanze, in genere di natura sintetica, idonee ad inglobare ed ancorare saldamente le fibre di amianto impedendo così il rilascio nell’ambiente.
La rimozione delle lastre non dovrebbe essere eseguita da Aziende autorizzate?

“Operation Adoucir Les Journalistes” Come Solvay Liscia Il Pelo All’Opinione Pubblica

Nella foto: Fabio Novelli ripreso mentre addolcisce
Il processo penale per avvelenamento doloso e omessa bonifica è alle porte (14 dicembre) e Bruxelles sta sempre più potenziando lo staff che, all’indomani dello scandalo cromo, aveva creato per restaurare la disastrosa immagine pubblica.
La massiccia campagna mediatica è denominata “Operation adoucir les journalistes”, “Operazione addolcire i giornalisti”. Tra gli obbiettivi: risparmiare i costi della bonifica delle falde inquinate da cromo esavalente e altri 20 veleni. Sveliamo gli altarini.
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Nuova Indagine della Procura sui Rischi alla Solvay

Per quanto riguarda il fascicolo aperto dalla Procura e l’ipotesi di catastrofe industriale per la stessa azienda, ci sembra di nuovo il caso di ribadire che un Piano di emergenza deve contenere tre elementi di garanzia. Il sistema di allarme con sirene percepibili in ogni abitazione, efficiente e senza falsi allarmi che ingenerino la favola “al lupo al lupo”. Il piano di evacuazione per trasferire la popolazione il più lontano possibile dalla fabbrica, in luogo sicuro. Infine il piano di soccorso, affinchè gli ospedali siano pronti e attrezzati ad assicurare le immediate cure. Non ci pare proprio che il Piano di emergenza Solvay garantisca questi tre aspetti, sia cioè stato predisposto per preparare le azioni dei mezzi di evacuazione e di soccorso nonchè i comportamenti della popolazione. Per i cittadini, chiudersi in casa e accendere la radio: non pare proprio la soluzione. Né sufficiente la proposta di dotare le abitazioni di apparecchiature di rilevamento del vento per fuggire dalla parte opposta. Resta la soluzione di dotare le famiglie della Fraschetta di maschere antigas che diano il tempo sufficiente alla Protezione civile di procedere all’evacuazione.
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Medicina Democratica Denuncia Arpa e Asl

Medicina democratica denuncia Arpa e Asl alla Procura della Repubblica sul rischio amianto per i lavoratori Solvay e i cittadini di Spinetta.
Vi mostriamo le foto attuali che provano la mancata bonifica delle coperture di amianto.
Clicca qui se vuoi esaminare il testo dell’esposto alla Procura e relativa documentazione.
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Clicca qui se vuoi leggere Il Piccolo.

38 Rinviati A Giudizio Per L’inquinamento Della Fraschetta

Medicina democratica riconosce, nei capi di accusa formulati dai PM
-avvelenamento doloso e mancata bonifica-
i punti cardine del proprio esposto-denuncia alla Procura.
Ci auguriamo, a questo punto, una accelerazione del corso della Giustizia verso la rapida condanna dei responsabili e il risarcimento dei danni e alle vittime.
A tal fine, Medicina democratica non solo si batterà quale parte civile al processo per una bonifica vera del territorio a totale carico della Solvay e non della collettività, ma organizzerà – con o senza sindacato – a costituirsi parti civili tanto i famigliari dei defunti che i lavoratori e i cittadini già ammalati o solo a rischio di malattia.
Intanto chiediamo che siano finalmente resi pubblici i dati sanitari e ambientali che sono stati secretati in questi mesi.
Per il PFOA è necessario altresì che sia garantita la sicurezza delle trasfusioni di sangue.
Perplessità invece esprimiamo sul ritardo a concretizzarsi in procedimento penale del secondo filone di inchiesta:
Inquinamenti e danni da PFIB, PFOA ecc… su cui abbiamo abbondantemente documentato con esposti.

Se clicchi qui: il nostro commento al rinvio a giudizio.
Se clicchi qui: le istruzioni ai lavoratori e ai cittadini per costituirsi parti civili al processo. Attenzione! Riguardano non solo gli ammalati ma anche coloro che sono a rischio di ammalarsi!
Se clicchi qui: la denuncia sulle trasfusioni di sangue a rischio.
Se clicchi qui: l’articolo su La Stampa.
Se clicchi qui: i nomi dei 38 indagati

E’ MORTO ROBERTO TOPINO

Un lutto per la scienza e per i movimenti ambientalisti. Il nostro Roberto è stato ucciso a 58 anni da quella tragica malattia, il cancro, contro cui da 30 anni aveva combattuto salvando tante vite, quale medico specialista in Medicina del lavoro particolarmente impegnato nel settore della prevenzione delle malattie professionali e nella tutela della salute dentro e fuori i luoghi di lavoro.
Attivissimo fino all’ultimo, Topino ci lascia una eredità enorme (basta scorrere Google) di studi, ricerche, articoli, interviste, filmati, appassionati e rigorosi interventi su nucleare, amianto, cromo esavalente, inceneritori, PCB, pesticidi, nanoparticelle ecc. Esemplare è il suo Macabro tariffario del cancrovalorizzatore (così anche lui chiamava gli inceneritori): clicca qui

Via Cadmio Zinco Rame Della Kme Di Serravalle Scrivia

Contro la Delta (poi Barre Italia, oggi Kme) negli anni 60’ numerosi agricoltori, portavoce Francesco Piacentino di Medicina democratica, cominciarono una lunga battaglia per la presenza di metalli pesanti nei terreni. La vittoriosa battaglia ambientalista è stata conseguita a suon di sentenze ed oggi è suggellata dalla ordinanza del sindaco di Novi Ligure.
Clicca qui per leggere l’articolo di Giampiero Carbone.

La Sicurezza Solvay nelle Mani dei Tre

Su Il Piccolo, a firma di Enrico Sozzetti, dalle consuete voci di azienda e Cisl, apprendiamo che non ha ragione di essere la richiesta della CGIL di aumentare da 3 a 6 i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) nello stabilimento della Solvay di Spinetta Marengo (Alessandria).
Non solo secondo l’azienda e la Cisl, ma anche secondo la Uil, i 3 RLS sono stati finora -per capacità, esperienza e coraggio- più che sufficienti a garantire la salute e la sicurezza innanzitutto dei lavoratori e perfino dei cittadini. E’ dimostrato dal fatto che la Solvay in tutti questi anni -proprio grazie ai massicci investimenti ambientali imposti all’azienda dai mastini sindacali- è sempre stata fuori da ogni scandalo ambientale tipo PFOA, da ogni inquinamento tipo PFIB, da ogni processo penale tipo cromo esavalente ecc. che ha colpito la Fraschetta. Secondo Cisl e Uil, veri e propri mastini della Solvay, la responsabilità di questi crimini ambientali semmai potrebbe ricercarsi tra le altre aziende del polo chimico spinettese (Michelin, Paglieri, Arkema…). Meglio sparare alto per essere sicuri di non colpire nessuno.
S.T.
Clicca qui se vuoi leggere (La Stampa) del fasullo e miliardario progetto di bonifica dell’AMAG.

LUCI E OMBRE AL CONVEGNO CGIL SULLA SOLVAY

Temi scottanti. Assenze e presenze inquietanti. Domande impertinenti. Risposte evasive. Affermazioni sorprendenti. Armonie e conflitti. Denunce e complicità. Ricatti e paure. Sospetti e certezze. Divisioni e inciuci. Pentimenti e proposte. Centrodestra e centrosinistra d’accordo. E tante altre sorprese.
Se vuoi leggere il resoconto del convegno, clicca qui.

LA QUESTIONE AMBIENTE NELLA FRASCHETTA

Cari concittadini,
vi siete mai chiesti perchè non si vedono più nel nostro cielo volare le rondini e da quest’anno neppure i rondoni e, sul far della sera volare i pipistrelli? Nelle notti di primavera non si ode il melodioso canto dell’usignolo e da molto tempo non siedono più nei nostri prati le lucciole?
Tutto questo avviene perchè la situazione ambientale della FRASCHETTA è altamente inquinata.
Per quanto riguarda l’aria lo smog ci opprime ed attanaglia .L’ARPA ci informa che in Alessandria , statisticamente, 88 persone all’anno, muoiono per lo smog. Smog, la cui composizione è variata nel tempo.
Dapprima negli anni sessanta era prevalentemente rappresentata da CO2 ed ossidi di carbonio ed attualmente con l’avvento dei nuovi carburanti ricca di particelle PM 8,2 e,sopratutto PM 2,5.
Le particelle PM 2,5 sono le più pericolose perchè,recenti indagini in medicina, hanno dimostrato che a livello degli alveoli polmonari, possono penetrare nel sangue e dare accidenti vascolari di estrema gravità. Nel territorio intorno alla Solvay Solexis (Foto in alto) si aggiungono le 19 sostane inquinanti, nominate da tutti i giornali e per cui sta indagando la Procura della Repubblica.
Per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico oltre all’inquinamento da Cromo esavalente ed altre sostanze, di cui ha parlato diffusamente la stampa locale e nazionale, bisogna aggiungere l’inquinamento da PERFLUORATI, denunciati da Lino Balza di Medicina Democratica e che interessa oltre la Bormida, in cui si scaricano le acque reflue della Solvay Solexis, il TANARO ed oltre fino al PO che risulta inquinato da tali sottoprodotti fino alla foce.
Studi prevalentemente americani stanno dimostrando la tossicità dei perfluorati con effetti teratogeni e cancerogeni.
A tutto questo bisogna aggiungere il fatto del deposito di sostanze radioattive presso il Comune di Bosco Marengo e la diffusione delle fibre di amianto di cui sono pieni i giornali e la stampa.
Cari concittadini, mentre ITALIA NOSTRA, a cui mi onoro di appartenere, assieme alle altre Associazioni Ambientaliste si batte in sede nazionale affinché il grande catino, rappresentato dalla PIANURA PADANA possa essere meno inquinato, promuovendo congressi e riunione di Amministratori locali; da parte mia, continuerò a battermi nelle due Commissioni locali in cui sono presente, per il miglioramento delle condizioni ambientali di ALESSANDRIA.
Prof. Dott. GIANFRANCO MANUELLI

Comitato Scientifico Comissione Europea: “Dai Rubinetti Rischi per Neonati e Ragazzi”

“Sostanze tossiche 5 volte superiori al lecito”
Un comitato scientifico incaricato dalla Commissione europea lancia l’allarme sulla qualità delle acque potabili italiane. Nelle tubazioni elementi tollerati ( ? ) dagli adulti ma pericolosi per i bambini e i giovani nell’età dello sviluppo. Leggi qui.
Sono anni che il Forum dei Movimenti per l’Acqua e Medicina Democratica lanciano questo allarme e denunciano la folle politica delle “deroghe” ai limiti dei tossici presenti nell’acqua SENZA che vengano fatti gli investimenti dovuti per eliminarle e SENZA che i cittadini vengano informati, come prevede la stessa Legge che concede la possibilità di ottenere queste famigerate “deroghe”. Pensiamo al cromo esavalente e al PFOA:
Un motivo in più perchè l’acqua ritorni pubblica e sotto il controllo dei cittadini; una forte argomentazione da offrire ai cittadini per invitarli a firmare e far firmare per il Referendum.

Dall’Emilia Romagna si Attiveranno Affinché la Solvay Solexis Venga Messa in Condizione di Cessare lo Scarico di PFOA nel Fiume

Estense.com: Parte il controllo dell’acido nel Po

Non è previsto dalla legge italiana, ma ora Ato e Asl chiederanno ad Hera di organizzare il controllo del Pfoa (acido perfluoroottanoico) con periodicità mensile, per monitorare il pericoloso inquinante, certamente presente in alta concentrazione nelle acque del Po (non c’è al momento una analisi recente dell’acqua grezza). E’ quanto emerso oggi nella commissione consigliare presieduta dal prof. Durante, cui hanno partecipato i tecnici di Ato e Asl.

Il problema dunque esiste. L’allerta lanciata da Progetto per Ferrara sui rischi potenziali per la salute dei ferraresi, aveva origine dal fatto che la presenza del Pfoa nelle acque del Po non è casuale. La Solvay di Spinetta Marengo lo scarica regolarmente nel Bormida, le cui acque finiscono nel Tanaro e poi nel Po. E Ferrara attinge l’acqua da potabilizzare, per circa il 70%, proprio dalle acque superficiali del fiume. Questo è il motivo per il quale Ppf ha ripetutamente richiesto, per un mese, il dato di concentrazione dell’inquinante nell’acqua potabile.
Purtroppo nè Hera nè altri avevano mai controllato la presenza di Pfoa.
Oggi il dr. Buriani dell’Asl ha portato in commissione l’analisi di un campione prelevato il 2 aprile, commissionata all’Istituto Mario Negri di Milano, che certifica in 14,5 nanogrammi/litro (il limite più basso in Germania di Pfoa e Pfos è pari a 100 ng/litro) la concentrazione dell’inquinante nell’acqua potabile. Il dato confortante va, a nostro parere, confermato subito da altri campioni, allo scopo di ridurre al minimo l’incertezza di misura (un’analisi costa 500 euro, non una fortuna). Esso inoltre va affiancato da analoghe analisi dell’acqua grezza del Po, dove, secondo l’ing. Graldi, sono attese concentrazioni da 10 a 100 volte superiori.
Si ricorda che il Pfoa è tossico, mutageno, cancerogeno, teratogeno, se respirato o bevuto o mangiato col pesce e nella catena alimentare.
L’Ato definirà dunque con Hera le modalità di controllo periodico, della gestione dei filtri a carbone, dai quali dipende l’abbattimento del Pfoa, nonchè l’accertamento della curva di efficacia di detti filtri. Il dr. Buriani dell’Asl ha suggerito di allargare il monitoraggio ad altre matrici oltre all’acqua, agli alimenti umani e ad altri contaminanti simili al Pfoa. Gli enti locali si attiveranno (stando a quanto dichiarato dall’assessora Sapigni) nei confronti degli enti piemontesi (regione ed Arpa Piemonte, Provincia ed Asl di Alessandria, Comune di Spinetta Marengo), affinchè l’azienda, ivi situata, venga messa in condizione di cessare lo scarico libero di Pfoa nel fiume.
Ppf esprime soddisfazione per l’esito dell’iniziativa politica intrapresa (il cui merito è stato riconosciuto anche dal presidente del consiglio Colaiacovo) ed appoggerà tutti i provvedimenti che l’amministrazione intenderà assumere per mettere sotto controllo il problema.

Valentino Tavolazzi, consigliere comunale Ppf

La Solvay di Rosignano una Realtà Economica Marginale e Controproducente per l’Ambiente e la Popolazione

Maurizio Marchi, referente di Medicina Democratica a Livorno, ci ha segnalato che da qualche mese è consultabile il Rapporto redatto dall’Università di Pisa sulla Solvay di Rosignano
 (http://www-dse.ec.unipi.it/persone/docenti/luzzati/rosignano/rosignano.htm).

Il Rapporto, nonostante avesse come scopo dichiarato quello di tracciare un quadro organico capace di garantire una coesistenza duratura dell’azienda con il territorio, ha visto la scarsa collaborazione della multinazionale belga.
Addirittura pare che l’Azienda abbia diffidato gli autori a divulgare i dati forniti dall’Osservatorio dell’Accordo di Programma Solvay ritardando, così, la pubblicazione del documento.
La Relazione approfondisce molte questioni del rapporto tra uso delle risorse naturali del territorio ed impatto ambientale da una parte, e valore aggiunto ed occupazione apportati dall’altra.
Ne risultano conclusioni sorprendenti: il contributo al valore aggiunto complessivo che ricade sul territorio è del 1-2 % dell’intero valore aggiunto di tutte le attività presenti sul territorio stesso. Mentre il contributo all’occupazione complessiva è del 2-4%.
Percentuali molto modeste, che fanno della Solvay una realtà economica marginale e tendenzialmente controproducente specie se si rapportano i modesti risultati economici al prelievo di risorse, all’impatto ambientale e all’esposizione della popolazione all’alto rischio di incidente rilevante.
Prendendo spunto da questo studio si possono fare alcune considerazioni sulla Solvay Solexis di Spinetta Marengo.
Il contributo all’occupazione è di circa 0,9%.
Un dato ottimistico che si ottiene partendo dal presupposto che i dipendenti, poco più di 800 (vedi Il Piccolo del 18 dicembre 2009), siano tutti residenti nel comune di Alessandria (circa 94.200 abitanti) e non anche in altri comuni.
Un discorso diametralmente opposto può essere fatto in merito all’impatto ambientale e all’esposizione della popolazione all’alto rischio di incidente rilevante.
Sarebbe interessante che qualche Università conducesse sulla Solvay di Spinetta Marengo uno studio analogo a quello condotto sulla Solvay di Rosignano.
L’Ateneo non dovrebbe avere alcuna relazione con la multinazionale belga altrimenti i dati ottenuti non avrebbero alcun valore proprio come per il “Progetto L.IN.F.A.” la cui inattendibilità è stata dimostrata dagli eventi che si sono succeduti dal maggio 2008.

L’ Infinito Black Out di Informazioni sulla Solvay

Sono consentiti questi scarichi? Cosa contengono? Fluoroderivati? Acido fluoridrico? Tetrafluoroetilene? Perfluoropropene? PFIB? PFOA? Vapore acqueo tramite prelievo dalle falde contaminate (secondo la Procura di Alessandria) da cromo esavalente e altri 20 diversi inquinanti (antimonio, arsenico, nichel, selenio, fluorurati, solfati, composti alifatici clorurati cancerogeni, DDD, DDT, DDE ecc.)?
Finirà il black out? Avremo le risposte da ARPA, Provincia, Comune, Regione? I cittadini hanno il diritto di conoscerle.
Così come sulla sicurezza del sangue per le trasfusioni.
Clicca qui per vedere le foto inedite delle emissioni in atmosfera della Solvay di Spinetta Marengo

Il PFOA non è Mai Stato Controllato

Estense.com: Il Pfoa non è mai stato controllato
La notizia c’è ed è importante. Riguarda la salute pubblica. L’ha fornita mercoledì il direttore dell’ATO Ivan Graldi, convocato d’urgenza dal sindaco nella conferenza dei capigruppo, a seguito della posizione contraria, del capogruppo di Progetto per Ferrara Valentino Tavolazzi, a portare l’approfondimento sul PFOA al 12 di aprile, come proposto dal Presidente del Consiglio.

L’ing. Graldi ha detto ciò che temevamo: il PFOA non viene monitorato da Hera, non ci sono analisi che dimostrino inconfutabilmente la sua assenza nell’acqua potabile. L’Ato ha di recente chiesto ad Hera di organizzare almeno una analisi mensile, dopo aver messo a punto le metodiche necessarie.

Dunque il problema esiste, è serio e l’inquinante verrà sottoposto a monitoraggio.

Il direttore dell’Ato ha dichiarato che l’impianto a carboni attivi abbatte quasi completamente il PFOA, oltre ad inquinanti simili. Tuttavia non dispone di analisi che lo dimostrino scientificamente. Perché non si sono fatti controlli nei mesi scorsi?

Da tempo è nota l’informazione che il PFOA è scaricato a Spinetta Marengo (Alessandria) dalla Solvay, società già sotto processo per lo scandalo del cromo esavalente, cancerogeno, e che dalla Bormida il PFOA passa nel Tanaro e infine nel Po. Dunque per Ferrara la presenza di PFOA nel Po non è un problema di presenza generale dell’inquinante nelle acque dei fiumi, ma ha una sua specificità ed urgenza derivante dallo scarico della Solvay. E’ falso che l’inquinante sia “nuovo”. Chi doveva attivarsi, Hera, Ato, Asl, Comune?

E’ vero che l’Italia colpevolmente non ha fissato limiti di legge per l’inquinante, soprattutto per l’acqua potabile, ma è nota e dimostrata scientificamente l’estrema pericolosità per la salute del PFOA (acido perfluorottanoico, tossico, mutageno, cancerogeno, teratogeno, se respirato o bevuto o mangiato col pesce e nella catena alimentare). E’ noto altresì che gli Usa ed alcuni stati europei (Germania, Gran Bretagna) lo hanno normato da tempo.

Perché a Ferrara, particolarmente interessata al problema essendo servita dal più grande impianto di potabilizzazione dell’acqua del Po, domande semplici sono rimaste senza risposta fino all’odierna rivelazione dell’Ato che il PFOA non è monitorato? Non siamo per nulla tranquillizzati dalle dichiarazioni dell’Ato. Vogliamo sapere se il Pfoa è presente nell’acqua potabile e in quali concentrazioni!

Abbiamo chiesto al sindaco e all’Ato di disporre immediate analisi allo scopo di escludere la presenza dell’inquinante nell’acqua potabile. L’ing. Graldi ha assicurato la massima rapidità, coinvolgendo anche il Cadfc che ha lo stesso problema. Alex De Anna, presidente della commissione controllo dei servizi pubblici ha dato immediata disponibilità ad approfondire la situazione.
Valentino Tavolazzi, consigliere comunale Ppf

Nessuna Risposta e Rischio di Oscuramento del Pfoa

Estense.com: “Nessuna risposta e rischio di oscuramento del Pfoa”
Il direttore dell’Ato ing. Graldi assicura che i filtri a carbone attivo abbattono quasi completamente il Pfoa nell’acqua potabile. Tuttavia egli non dichiara i valori di concentrazione residua dell’inquinante, dopo il processo di potabilizzazione, nè quando e quante analisi siano state effettuate nei mesi ed anni scorsi, neppure da quale ente. Come fa ad essere così certo dell’assenza dell’inquinante nell’acqua potabile? Gli chiediamo di mettere a disposizione i certificati.
Siamo orgogliosi che il laboratorio di Pontelagoscuro sia destinato a diventare un’eccellenza in Europa per questo tipo di controlli. Ma è un’ipotesi futura. Oggi ci interessa sapere se siano stati fatti i controlli di Pfoa nell’acqua potabile. Non siamo per nulla tranquillizzati dalle dichiarazioni dell’Ato. Vogliamo sapere se il Pfoa nell’acqua potabile sia mai stato misurato da Hera o dall’Asl, quando e quali valori siano stati riscontrati. Sono domande semplici rimaste senza risposta!

La vicenda Pfoa soffre anche di un principio di oscuramento da parte di un importante quotidiano locale e ci domandiamo perché! Da diversi giorni inviamo ai media comunicati tanto preoccupati quanto documentati. “Il Pfoa è una sostanza che permane nell’organismo per molti anni e per questo anche piccole esposizioni possono risultare dannose” ha dichiarato a Italiasalute.it Riccardo Crebelli, tossicologo dell’Istituto Superiore di Sanità.
L’Epa, l’agenzia americana per la protezione dell’ambiente, ha deciso di eliminare il Pfoa dalla produzione di pentole entro il 2015.
Uno studio condotto da scienziati dell’Università di Exeter, nel Regno Unito, e pubblicato su Environmental Health Perspectives, ha messo in luce che la sostanza nel sangue potrebbe danneggiare il funzionamento della tiroide. I medici inglesi hanno analizzato circa 4000 persone, scoprendo che i soggetti con una concentrazione nel sangue di Pfoa superiore del 25 per cento rispetto agli altri, avevano oltre il doppio delle probabilità di sviluppare malattie della tiroide. Le donne presentavano un rischio ancora maggiore, perché più sensibili ai problemi della ghiandola endocrina.
In letteratura scientifica esistono mille fonti sulla vasta pericolosità della sostanza cancerogena.
Lunedì in consiglio comunale Ppf ha presentato un ordine del giorno urgente sul Pfoa, che poi ha ritirato a fronte della disponibilità del sindaco e della maggioranza di affrontare l’argomento nella conferenza dei capigruppo di domani ed in commissione sanità.
L’azienda sanitaria ferrarese non si esprime al riguardo. Anche Arpa ed Hera tacciono. Il sindaco, massimo garante per legge della salute pubblica, deve mettere a disposizione della cittadinanza tutte le informazioni disponibili in merito ai controlli effettuati fino ad oggi ed agire per tutelare al meglio la collettività per il futuro. Ci interessa poco sapere che in Italia non siano stati fissati limiti per il Pfoa. Non ci risulta infatti che i controlli siano vietati.

Valentino Tavolazzi, consigliere comunale Ppf

PFOA: Un Nemico in Casa, nel Sangue e nell’Acqua

L’espresso: Un nemico in casa
Molti dei composti chimici più usati negli oggetti di uso quotidiano sono
potenzialmente nocivi per la salute. A essere messe sotto accusa sono ora due famiglie di sostanze che conferiscono resistenza al fuoco e all’acqua, i Pfoa e i Pbde sospettati, rispettivamente, di essere nocivi per il fegato e di mettere a rischio la fertilità
Ci viviamo tutti immersi, e non c’è modo di evitarli. Ma molti dei composti chimici più usati per rivestire di tutto, dalle pentole ai divani, dai tessili agli alimenti, sono potenzialmente nocivi per la salute, e la preoccupazione cresce. A essere messe sotto accusa sono ora due famiglie di sostanze che conferiscono resistenza al fuoco e all’acqua, i Pfoa (da acido perfluoro-octanoico) e i Pbde (polibromodifenileteri) già indicati come distruttori endocrini e potenziali cancerogeni e ora sospettati, rispettivamente, di essere nocivi per il fegato e di mettere a rischio la fertilità.
In uno studio pubblicato sull”American Journal of Gastroenterology’, i ricercatori del College of Public Health di Taipei hanno riportato quanto scoperto su 2.200 persone: esiste una relazione lineare tra il livello di Pfoa nel sangue e l’incremento delle transaminasi, gli enzimi epatici che si innalzano in presenza di una malattia del fegato. Quelli più a rischio sono i grandi consumatori di pesce, dove i Pfoa si accumulano, provenendo dalle acque inquinate dagli scarichi industriali. Nel 2006 l’Europa aveva invitato i produttori a usare sostanze alternative.
In un secondo studio, uscito su ‘Environmental Health Perspective’, i ginecologi dell’Università di Berkeley hanno riferito quanto osservato su 300 donne che stavano cercando di avere un figlio: più alti erano i valori di Pbde e minori erano le probabilità di farcela; in un arco di tempo di 13 mesi, la fertilità era dimezzata per le donne con le più alte concentrazioni. Dagli anni settanta a oggi il livello di Pbde nel sangue degli americani è raddoppiato ogni cinque anni ma qualcosa, forse, sta per cambiare, perché i Pbde saranno del tutto banditi entro il 2013. L’Europa ha vietato alcuni Pbde usati nei computer nel 2002 e definitivamente nel 2008.

Agnese Codignola

Estense.com: Quanto Pfoa c’è nel sangue che doniamo?Gentile Prof. Florio Ghinelli,
Presidente Avis Provinciale-Ferrara
sono Angelo Storari, un cittadino ferrarese attivamente impegnato in attività di volontariato, di protezione civile, di cooperazione con i paesi in via di sviluppo e nelle battaglie a difesa del benessere e della salute delle persone.

E’ per questo motivo che Le scrivo, raccogliendo e facendo eco alle domande che esimi componenti dell’associazione Medicina Democratica e della rete No Inc, con la quale collaboro da tempo, stanno ponendo, in altri territori.
Ma anche perché sono socio e donatore e come tale preoccupato della salute e del benessere non solo miei, ma anche di coloro che beneficeranno della mia decisione di vita, mia e di tanti altri ferraresi, di donare qualcosa che un giorno forse vorrei mi fosse donato se ne avessi necessità. Molti parlano, a volte troppo. I soci Avis fanno certamente parte di coloro che pensano che a volte un solo gesto conti più di mille parole. Uomini del fare, dell’agire concreto, più che della parola.
Noi tutti soci donatori, sono certo, ci preoccupiamo e ci sottoponiamo a controlli, perchè giustamente vogliamo che ciò che diamo al prossimo sia un regalo, un dono. Spero, anzi sono certo pertanto di cogliere la sensibilità, la generosità e lo spirito di tutti i soci donatori, nel chiedere che venga accertato che il nostro sangue sia solo ciò che deve essere: un aiuto, un soccorso, un gesto d’amore e non altro.
Quanto PFOA c’è nel sangue che doniamo? Personalmente vorrei la certezza che non ve n’è traccia. Che anche il minimo dubbio venga fugato. Sappiamo che questa sostanza è presente in vari modi nella catena alimentare e che anche il nostro fiume la trasporta, che non si degrada ma anzi entrando nel ciclo alimentare si deposita nei tessuti.
Purtroppo con grave ritardo e responsabilità, questa sostanza, il cui nocumento alla salute umana è ampiamente dimostrato dalla letteratura scientifica, non è ancora normata nel nostro paese.
Ci auguriamo che l’Avis, di cui orgogliosamente facciamo parte, non lasci il questo appello inascoltato, così come sempre i ferraresi hanno sempre ascoltato l’Avis dimostrando la generosità, l’altruismo e la propensione verso l”altro” di questa nostra terra.

Estense.com: Chi ha controllato l’acido Pfoa nell’acqua del Po?
La risposta dell’Ato ai quesiti posti da Ppf in merito alla presenza di Pfoa nelle acque del Po è inquietante.


L’ing. Graldi nella sua nota odierna dichiara: “Il laboratorio di HERA S.p.A. di Sasso Marconi – Bologna ha nel frattempo già accreditato SINAL le seguenti sostanze denominate Interferenti Endocrini (ED) nelle acque destinate al consumo umano (primo laboratorio in Italia). Analisi dei livelli di: 17α-Etinilestradiolo, Estrone, β-Estradiolo, Bisfenolo A, 4-Octilfenolo, Nonilfenolo in acque grezze e trattate, ed entro l’anno sarà accreditata la metodica su PFOA. Analisi sulle acque grezze e potabili di questa sostanza potranno comunque essere effettuate a partire dal mese in corso”.
Siamo fortemente preoccupati circa l’effettuazione o meno, nei mesi ed anni scorsi, delle analisi del PFOA a monte dell’impianto di Pontelagoscuro. Sono stati fatti i controlli? Quante volte e quando? Chi li ha fatti? Quali valori sono stati riscontrati? E’ stata tutelata la salute dei cittadini?
Il PFOA, acido perfluorottanoico, è tossico, mutageno, cancerogeno, teratogeno, se respirato o bevuto o mangiato col pesce e nella catena alimentare. E’ scaricato a Spinetta Marengo (Alessandria) dalla Solvay, società già sotto processo per lo scandalo del cromo esavalente, cancerogeno. Dalla Bormida finisce in Tanaro e infine nel Po.
A Pontelagoscuro e alla foce del Po il PFOA sarebbe presente in concentrazioni fino a 200 ng/l.
La normativa italiana in materia di acque potabili (D. Lgs. 31/01), che recepisce una Direttiva Comunitaria, non contempla tali sostanze per le quali non sono fissati limiti di concentrazione, ma l’Health Protection Agency (HPA) inglese indica in 10 μg/L (microgrammi per litro) la concentrazione massima accettabile “raccomandata” nelle acque potabili.
Rivolgiamo un appello al sindaco, massima autorità sanitaria della città ed all’azienda sanitaria locale. I cittadini hanno il diritto di sapere se sono stati effettuati i controlli del PFOA nell’acqua potabile, quando, da chi e quali valori sono stati misurati.
Valentino Tavolazzi
Progetto per Ferrara

Sangue Infetto da PFOA – Violazione Sicurezza Trasfusionale

Il sangue dei donatori Solvay, occupati e pensionati, deve essere sottoposto ad esami specifici e certificato presso istituti di garanzia pubblica, ed infine respinto in presenza di PFOA.
Le sacche già contenenti PFOA devono essere ritirate.


E’ questa la richiesta che abbiamo trasmesso, assieme ai documenti aventi come oggetto “sangue infetto da PFOA – violazione sicurezza trasfusionale”, a

Fazio Ferruccio – Ministro della Salute
Artesio Eleonora – Assessore Sanità Piemonte
Morando Maria Grazia– Assessore Sanità Provincia Alessandria
Tutti i sigg. Sindaci della provincia di Alessandria
Saturni Vincenzo – Presidente nazionale AVIS
Latu Rina – Vice Presidente Vicario
Dulio Giorgio – Vice Presidente
Mattivi Renato – Segretario Generale
Chiriano Rocco – Tesoriere
Spagnuolo Pasquale – Responsabile delle Politiche Sanitarie
Pecora Pasquale – Responsabile dell’organizzazione
Tombolillo Antonio – Responsabile delle Politiche giovanili
Valtolina Sergio – Responsabile comunicazione

Esecutivo AVIS regionale Piemonte:
Marescotti Giuseppe – Presidente
Marro Pietro – V/Pres. Vicario
Cestino Graziano – Vice Presidente
Merlo Piero –Tesoriere
Filimberti Franco – Segretario
Cartosio Roberto – Comp. Esecutivo
Garlazzo Claudio – Comp. Esecutivo
Bertolosi Andrea – Comp. Esecutivo
Gentina Roberto – Comp. Esecutivo

Zanetta Gian Paolo – Direttore generale ASL AL Alessandria
Ghiazza Gianfranco – Direttore sanitario ASL AL
Manfredi Stefano – Direttore amministrativo ASL AL
Boraso Flavio – Direttore ospedale Acqui Terme, Novi Ligure
Tofanini Paolo – Direttore ospedale Casale Monferrato
Porretta Simone – Direttore ospedale Ovada
Turba Carlo – Direttore ospedale Tortona
Giorgione Nicola – Direttore ospedale Alessandria
Leporati Massimo – Direttore sanitario ospedale Alessandria

Controreplica di Medicina Democratica: L’AVIS Dovrebbe Preoccuparsi e Non Poco

Gent/ma Presidente Avis Comunale
Franca Carnevale
La ringraziamo per la sua sollecita risposta. Però se fossimo in Lei saremmo preoccupati quale presidente comunale dell’AVIS (Associazione volontari italiani del sangue), e come Direttivo, tanto da estendere l’allarme anche alle altre AVIS non solo della provincia. Perché il modulo di autocertificazione che viene chiesto di sottoscrivere al donatore è intestato proprio all’AVIS di Alessandria.
In tale modulo, fatto firmare dal Centro trasfusionale dell’Ospedale di Alessandria, ad esempio, non viene chiesto il luogo di lavoro presente o passato del donatore, tanto meno se la sua azienda è a rischio o ad alto rischio, ancor meno quali sostanze a rischio potrebbero essere nel suo sangue e che andrebbero verificate se presenti nel suo sangue. Nella fattispecie Solvay di Spinetta Marengo: il Centro trasfusionale di Alessandria, tramite il Suo modulo, non chiede non dico la documentazione (per quanto improbante) ma neppure l’autocertificazione che il sangue donato non contenga PFOA, acido perfluorottanoico, sostanza che è pericolosa e messa al bando nel mondo, perché tossica/cancerogena/mutagena/teratogena secondo gli studi internazionali e come documentato alla Procura della Repubblica di Alessandria , pericolosa addirittura nell’acqua dei fiumi e nell’alimentazione ittica. Si figuri Lei nella trasfusione di sangue! Il PFOA è sostanza che non esiste in natura: la sua presenza nel sangue deve essere uguale a zero. Così non è: come attestato anche dai laboratori tedeschi, da Lei impropriamente citati.
Che Lei, come presidente dell’AVIS, non fosse al corrente di quanto sopra, come invece lo sono sindaco/Asl/Arpa, è compatibile. Ma ora è anche Lei informata dei fatti . Quindi è Suo interesse intervenire.
A noi hanno terrorizzato le anonime dichiarazioni del Centro trasfusionale dell’ospedale di Alessandria (Il Piccolo, 10/3/10). Non ci risulta infatti che tale struttura pubblica effettui esami preventivi per rilevare la presenza di questa pericolosa sostanza: analisi speciali che pochissimi laboratori in Italia sono in grado di eseguire in termini scientificamente attendibili, tant’è che ai numerosi lavoratori e pensionati che ci fanno richiesta ne forniamo appena due indirizzi. Non ci risulta che nessuna struttura pubblica chieda ai donatori Solvay una documentazione attestante l’assenza di PFOA nel sangue. Comunque non ci parrebbe deontologicamente corretto affidarsi all’attendibilità di una ditta privata, peraltro inquisita. Non può essere l’azienda ad alto rischio a dichiarare l’idoneità dei propri dipendenti ed ex, ai quali peraltro rifiuta la consegna dei documenti sanitari. Riteniamo perciò che tutto il sangue dei donatori Solvay, occupati e pensionati, debba essere sottoposto ad esami specifici e certificato presso istituti di garanzia pubblica.
Gradisca i nostri saluti.

Replica dell’AVIS: Nessuna Preoccupazione. Nessun Test ai Donatori per il PFOA

Egregio Lino Balza,
voglio rispondere all’articolo da Lei divulgato su “La Stampa” di Martedì 9 Marzo.
Rappresento l’AVIS Comunale di Alessandria in quanto sono il Presidente e con molto orgoglio ho pubblicato l’attività 2009 che ha avuto lusinghieri risultati a favore di chi soffre e che del sangue ha bisogno. A Lei, invece, l’articolo ha creato molta preoccupazione, senza motivo, perché essendo Lei ex dipendente della Solvay Solexis sa benissimo che il sangue dei dipendenti Solvay Solexis, a rischio di esposizione PFOA, viene testato solo in Germania e quindi non vi è motivo di allarmarsi.
Voglio altresì chiarirle che le sue domande non doveva rivolgerle a me, ma al Responsabile del Centro Trasfusionale del nostro Ospedale. Un Presidente AVIS ha il solo dovere di reperire donatori, fare proselitismo nelle scuole, nello sport, educare i giovani alla cultura della solidarietà, controllare che i donatori vengano sottoposti agli esami periodici di routine, aumentare le donazioni con l’obiettivo di raggiungere l’autonomia per il fabbisogno dei nostri Ospedali ecc.. Questo è il mio dovere e cerco di farlo al meglio con un impegno costante e gratuito.
Credo con questa mia di aver chiarito ogni dubbio, e vorrei invitarla a farmi visita per prendere un caffè insieme e visitare la nostra sede sociale, che per me è la più bella. La aspetto fin da ora

Franca Carnevale

PFOA: Terroristi Sarete Voi

Ci terrorizzano le dichiarazioni del Centro trasfusionale dell’ospedale di Alessandria (Il Piccolo, 10/3/10). Avevamo chiesto alla presidente dell’AVIS comunale, Franca Carnevale, se controllava che le donazioni sangue dei lavoratori e dei pensionati Solvay di Spinetta Marengo fossero totalmente esenti dalla presenza di PFOA, acido perfluorottanoico, che riteniamo estremamente pericoloso per la salute dei cittadini riceventi la trasfusione, come abbiamo segnalato anche alla Procura della Repubblica di Alessandria. Non ci hanno rassicurato le affermazioni dell’anonimo responsabile dell’Ospedale. Non ci risulta infatti che la struttura pubblica effettui esami preventivi per rilevare la presenza di questa pericolosa sostanza: analisi speciali che pochissimi laboratori in Italia sono in grado di eseguire in termini scientificamente attendibili, tant’è che ai numerosi lavoratori e pensionati che ci fanno richiesta ne forniamo appena due indirizzi. Non ci risulta che la struttura pubblica chieda ai donatori Solvay una documentazione attestante l’assenza di PFOA nel sangue. Comunque non ci parrebbe deontologicamente corretto affidarsi all’attendibilità di una ditta privata, peraltro inquisita. Non può essere l’azienda ad alto rischio a dichiarare l’idoneità dei propri dipendenti ed ex, ai quali peraltro rifiuta la consegna dei documenti sanitari. Riteniamo perciò che tutto il sangue dei donatori Solvay, occupati e pensionati, debba essere sottoposto ad esami specifici e certificato presso istituti di garanzia pubblica.
LINO BALZA MEDICINA DEMOCRATICA PIEMONTE