Attivisti contro la fiera delle armi di Londra.

Migliaia di dimostranti hanno inscenato azioni dirette per bloccare una delle più grandi fiere delle armi del mondo. La Defense and Security Equipment International [(Fiera) Internazionale degli Armamenti di Difesa e Sicurezza], o DSEI. Il centro di esposizioni è stato ripetutamente bloccato
durante la settimana. Sono state arrestate più di cento persone. (continua)

A Manchester suona l’Isis, nel Mediterraneo suonano i governi occidentali.

Secondo l’aberrante fanatismo Isis, sarebbero “i bambini uccisi dalle bombe inglesi a Mosul vendicati con i bambini crociati ammazzati a Manchester”. E Trump promette di proteggerci dal terrorismo fomentando guerre e vendendo armi? Non è così che si elimina il terrorismo: gli risponde papa Francesco.
Clicca qui il generale Fabio Mini, già capo di Stato maggiore del Comando Nato per il Sud Europa ecc., esperto di strategia militare e questioni geopolitiche.

Ecco la nuova bomba H che arriverà in Italia.

Gli Stati Uniti hanno deciso di imbarcarsi in un programma di ammodernamento delle armi nucleari, che si stima costerà mille miliardi di dollari nei prossimi trenta anni. Il programma riguarderà anche l’Italia: verranno rimpiazzate le settanta bombe atomiche di Aviano e Ghedi. L’attuale arsenale è già in grado di cancellare la Terra: quante volte la si vuole annientare?

Clicca qui Stefania Maurizi.

Pax Christi : un congresso sulla nonviolenza a fianco di papa Francesco ma con le resistenze del sistema ecclesiastico.

La posizione dei vescovi italiani è arretrata, un freno al Papa. Occorre abolire i cappellani militari, introdurre la teologia della pace nell’insegnamento dei seminari, farla entrare nelle parrocchie, fare un Sinodo della chiesa per proporre l’Italia come ponte di pace, appoggiare la Conferenza ONU sulle armi nucleari, chiedere al governo italiano l’allontanamento dal nostro paese delle 70 bombe nucleari americane, bocciare il Libro bianco del governo contrario alla Costituzione.

Clicca qui Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di Noi Siamo Chiesa.

Irruzione falangista al parlamento italiano.

Alcune centurie di falangisti hanno dato l’assalto al parlamento italiano, ed al grido di “Viva la muerte” hanno deliberato la legalizzazione dell’omicidio. Per ora solo in casa e di notte, poi si vedrà.
Frattanto il governo si pompeggia della magnifica trovata dei nuovi campi di concentramento diffusi in tutte le regioni d’Italia, dell’incremento delle deportazioni, dell’istituzione dei tribunali speciali etnici, della cancellazione di fondamentali garanzie giuridiche per chi non esibisce limpieza de sangue. Dalle televisioni tutte è un solo inno alla guerra sola igiene del mondo, al modo di produzione schiavista stadio supremo della civiltà. Clicca qui.

Più polizie, più penalità, più dispositivi e risorse per la massima sicurezza: questa la ricetta vincente rispetto a cui, da oltre vent’anni, s’è scatenata senza tregua la competizione fra destra e sinistra.

L’intervento militare dell’Italia passa attraverso un’interpretazione discutibile dell’art. 11 della Costituzione, interpretazione che continua a essere manipolata per giustificare la dotazione di armamenti offensivi (quali i cacciabombardieri) e le missioni militari all’estero coperte anche con la retorica delle “guerre umanitarie” e del peace keeping.

Clicca qui il saggio del professor Salvatore Palidda.

Esportare materiali bellici fa bene all’economia italiana; la trasparenza invece può nuocere.

E’ ciò che si evince dalla “Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”. Nonostante le enormi reticenze, si possono ricavare informazioni preoccupanti. Come le 5.000 bombe partite dalla Sardegna inviate in Arabia Saudita e utilizzate dalla Royal Saudi Air Force per bombardare lo Yemen. O gli oltre 3.600 fucili della Benelli inviati lo scorso anno alle forze di sicurezza del regime di Al Sisi e di cui l’Osservatorio OPAL di Brescia ha dato notizia. Ma migliaia di operazioni restano in una vaga nebulosa. Alla faccia della trasparenza sbandierata dal governo Renzi.
Clicca qui Giorgio Beretta.