Matteo Salvini: “La prima centrale nucleare fatela nella mia Milano, nel mio quartiere, a Baggio”.

Sul nucleare le idee del governo (ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin) erano precise in fatto di date: “Per il 2029 il rilascio del provvedimento di autorizzazione unica e per il 2039 la messa in esercizio del deposito nazionale”. Poi proponeva di realizzare non uno, ma tre depositi per le scorie nucleari, uno al Nord, uno al Centro e uno al Sud. Però, dell’elenco delle 51 aree idonee presenti nella proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (Cnai) ad ospitare il Deposito Nazionale, non è stata presentata alcuna autocandidatura da parte degli enti territoriali, né di destra né di sinistra.
 
Insomma, il Governo Meloni vuole riaprire le centrali nucleari ma non riesce nemmeno a gestire in maniera seria ed efficace la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi presenti attualmente nel nostro Paese (oltre 32.000 metri cubi a media bassa intensità) e del combustibile delle quattro centrali nucleari nazionali dismesse inviato in Francia e in Gran Bretagna per il suo riprocessamento, e che deve rientrare. Più di recente, Pichetto, dopo che a ottobre 2024, aveva proposto di ammodernare e ampliare  i siti esistenti (22) in attesa del deposito, ha parlato della convinzione ormai maturata che fossero necessari più depositi.
Ad esempio, nell’ex centrale nucleare di Caorso, in provincia di Piacenza, Sogin (società del governo) ha iniziato la demolizione della copertura del deposito temporaneo di rifiuti radioattivi denominata Ersma. La fine della ristrutturazione del deposito è prevista entro dicembre 2027, mentre la messa in esercizio, al termine dei collaudi, è programmata nel primo semestre 2028.
 
La struttura potrà ospitare fino a 2.100 metri cubi di rifiuti radioattivi di bassa e media attività prodotti esclusivamente dai lavori di dismissione della centrale di Caorso, tra i quali quelli che arriveranno dalle future operazioni di smantellamento dei componenti del reattore nucleare.
 
Dunque, benchè neppure è stata individuata la sorte delle scorie radioattive, la corsa al nucleare è ufficialmente iniziata con il governo che ha presentato il suo “Programma Nazionale per il nucleare sostenibile”: piccoli reattori nucleari sul medio termine, per poi concentrarsi nella ricerca sulla fusione nucleare sul lungo termine. Ebbene, i piccoli impianti modulari di terza e quarta generazione (americani e cinesi) sono una tecnologia tutt’altro che alla portata di mano. Mentre è decisamente futuristico l’obiettivo di realizzare un impianto a fusione nucleare entro il 2050: la ricerca sul campo è, al momento, a uno stato davvero primordiale.
 
Ovviamente non si punta sugli impianti di energie rinnovabili: fonti di energia sostenibili e non esauribili per produrre energia, principalmente elettrica o termica. Queste fonti includono l’energia solare, eolica, idroelettrica, geotermica e da biomasse.