La RAI censura Report.

Dal 1994 REPORT è il programma di giornalismo investigativo in onda su RAI 3 che ogni settimana informa i cittadini su cosa succede in politica e, soprattutto, prova ad accendere una luce sulla mancanza di trasparenza e opacità delle nostre istituzioni. Report però oggi è in pericolo: durante la presentazione dei palinsesti RAI, il conduttore del programma Sigfrido Ranucci ha fatto sapere che sono state tagliate senza motivo 4 puntate della nuova stagione. Firma questo appello per chiedere alla RAI che la messa in onda di Report sia sempre garantita, senza tagli e censure.

L’Italia è uno Stato satellite.

Ahi, serva Italia…

Giorgia Meloni spenderà il 5% del Pil nella difesa come richiesto da Trump. l’Italia, non avendo nemici, comprerà tante armi dagli Stati Uniti per utilizzarle nelle guerre decise dalla Casa Bianca (Nato). La Casa Bianca si prepara alla guerra con la Cina , con l’ Iran e magari anche con la Russia , se la situazione andasse fuori controllo. E ha bisogno di alleati ben armati per migliorare la propria deterrenza e scaricare parte dei costi delle proprie guerre su di loro. L’Italia è entrata nei teatri di guerra in Jugoslavia, Afghanistan e in Iraq per alleggerire i costi degli Stati Uniti. I soldati italiani non si trovano in Libano per difendere gli interessi nazionali dell’Italia, ma per aiutare la Casa Bianca a risparmiare soldi e soldati. Analogo discorso vale per la missione italiana nel Mar Rosso contro gli Houthi . Un caso eclatante che dimostra che l’Italia compra le armi americane per metterle al servizio degli americani è il bombardamento italiano della Libia del 2011. Non è vero che la Nato bombardò la Libia in quel modo perché lo chiese l’Onu. L’Onu non chiese mai il rovesciamento del regime libico. L’ Ucraina conferma. Biden ha incancrenito la guerra rendendo impossibile una soluzione diplomatica. E adesso Trump scarica sull’Italia i costi della guerra per procura degli Stati Uniti contro la Russia chiedendole di comprare armi americane da dare all’Ucraina (il piano di riarmo serve anche ad armare Zelensky).

Piccoli Goebbels crescono.

Il “Fatto Quotidiano” riporta gli allucinanti commenti dei giornalisti con l’elmetto che si sono arruolati nella guerra di Trump e Netanyahu “in difesa dei valori occidentali”.
 
Guerra al male – “Un avvertimento ai regimi in nome della democrazia”. “È guerra di libertà” (Sallusti – il Giornale). Il tiranno – “Iran, minacce all’ Occidente”. “Segreti e pugno di ferro. Così l’erede di Khomeini tiene il potere da 30 anni”. (Repubblica). – È qui la festa? “Il regime sciita barcolla. I giovani persiani festeggiano i bombardamenti. Netanyahu combatte anche per chi gli sputa addosso. L’Europa lo tradisce e lui risponde difendendola”. – (Libero). – La profezia – “Obiettivo regime change? “Auspicabile e possibile.” (G. Pasquino – Domani). Parola di generale. “Azione militare tecnicamente perfetta”. (L. Tridico – Il Tempo). – Spezzeremo le reni. “Israele stronca la spina dorsale del regime di Khamenei. Israele sta passeggiando sui cieli iraniani coi suoi droni kamikaze. È un’ abilissima guerra costruita sull’intelligence”. (Il Riformista). Forza Occidente. “Israele difende anche la nostra libertà.” (Il Giornale). La grande bellezza. “Le bombe per smantellare il nucleare e impedire agli Ayatollah di dotarsi dell’atomica, dalla quale secondo l’ONU erano a un passo”. (M. Feltri – La stampa). Avanti tutta. “Israele vede la vittoria”. (Il Dubbio). Salvatore chi? “Netanyahu, l’uomo che ci salva l’anima”. (A. Likmeta – Il Riformista). Viva le bombe. “Finalmente! L’Iran delle belve sta per cadere. Perché il lavoro deve essere finito.” (M. Sechi – Libero). Bibi, uno di noi. “L’ha fatto Netanyahu. Ma dovevamo pensarci prima.” (M. Sechi – Libero). Il buon Narciso. “Con Israele contro la rappresaglia atomica dei Mullah. Si spera che Trump faccia fronte con tutta la sua passione narcisista ai doveri di un presidente americano che non si può permettere la sconfitta di Israele”. (G. Ferrara – Il Foglio). L’ottimismo di guerra. “L’Occidente torna a dare le carte.” (Il Messaggero). Basta chiacchiere. “Spallata finale di Donald al regime”. (Il Tempo). Cara Elly ti scrivo. “La sinistra di Eia Eia Ayatollah”. (T. Cerno – Il Tempo). Poker atomico. “Tutte le carte in mano a Bibi per la pace in Medio Oriente. Il premier israeliano presto avrà vinto su ogni fronte e sarà risolutivo.” (B. Guetta – La Stampa).

Un genocidio di entità superiore a quello ufficiale.

Uno studio del professore israeliano Yaakov Garb, della Ben Gurion University pubblicato sullo Harvard Dataverse, rivela che Israele ha fatto “sparire” almeno 377.000 palestinesi dall’inizio della sua campagna genocida contro la Striscia di Gaza nel 2023. Si ritiene che metà di questi siano minori. I 377.000 palestinesi di cui si è persa rappresentano circa il 17% dell’intera popolazione: ora ammontano a circa 1,85 milioni, prima della guerra era stimata in 2,227 milioni.
 
Il Professore osserva che il bilancio ufficiale delle vittime, pari a 61.000, è chiaramente una sottostima poiché le vittime rimaste intrappolate sotto le macerie non sono incluse.
 
Anche la rivista medica The Lancet ha pubblicato uno studio a gennaio di quest’anno rivelando che il bilancio delle vittime del genocidio israeliano a Gaza è stato molto probabilmente sottostimato del 41% nei primi nove mesi di guerra. Lo studio ha evidenziato che circa il 59,1% delle vittime erano donne, bambini e anziani.

I politici e i sanitari nelle istituzioni sono degli irresponsabili.

Nel silenzio spesso complice dell’informazione ufficiale, il glifosato — l’erbicida più utilizzato al mondo — continua a insinuarsi nella nostra catena alimentare, nell’acqua che beviamo e nell’aria che respiriamo, eppure i dati più recenti, provenienti da studi sperimentali e ricerche epidemiologiche, confermano i rischi per la salute legati all’esposizione al glifosato.
 
In particolare, dallo studio dell’Istituto Ramazzini, pubblicato sulla rivista Environmental Health: l’esposizione cronica al glifosato, iniziata in utero e protratta per due anni in ratti di laboratorio, ha provocato un aumento significativo e dose-dipendente di tumori multipli: leucemie precoci, tumori del sistema nervoso, della pelle, del fegato, delle ossa e della tiroide.
 
Ma i rischi non si fermano qui. Studi recenti suggeriscono che il glifosato possa contribuire anche allo sviluppo di malattie neurologiche complesse, come l’autismo e il morbo di Parkinson, agendo come co-fattore ambientale in soggetti geneticamente predisposti, danneggiando il sistema nervoso fin dalle prime fasi della vita. Inoltre, il glifosato altera profondamente il microbiota intestinale, influenzando l’equilibrio tra cervello e intestino e contribuendo a stati infiammatori cronici e stress ossidativo.
 
La questione, oggi, non è più se il glifosato sia pericoloso. La vera domanda è: perché le istituzioni politiche e sanitarie locali  continuano a tollerarne l’utilizzo in ambiti così sensibili — come parchi pubblici, giardini scolastici e aree verdi urbane — pur conoscendone la tossicità documentata?