Fibre anticolesterolo. Anche anti Pfas?

Non esistono interventi per ridurre i Pfas una volta entrati nell’organismo umano, dove è scientificamente assodato che gli “inquinanti eterni” sono associati al cancro, all’alterazione del sistema endocrino e all’aumento del colesterolo nel sangue.  E ampiamente dimostrato che l’esposizione ai Pfas può aumentare il colesterolo totale e quello Ldl (colesterolo cattivo). Nell’ambito di uno studio relativo al colesterolo, pubblicato su “Environmental Health”, un team di scienziati canadesi, mentre indagava sull’assunzione di fibre alimentari per ridurre il colesterolo nel sangue, ha notato che, in coloro che assumevano un integratore di fibre, alcuni Pfas specifici si sono ridotti drasticamente dopo l’intervento.
 
L’ipotesi, tutta da dimostrare in futuro, è che le fibre alimentari potrebbero ostacolare l’assorbimento o il riassorbimento dei Pfas formando un gel che riveste l’intestino e intrappola sostanze come gli acidi biliari, che hanno una struttura chimica simile a quella dei vari Pfas. Queste fibre gelificanti si trovano comunemente in alimenti come avena e orzo.