Ilva. Pieno sostegno alla magistratura contro il governo.

La mattina del 7 maggio 2025 all’altoforno 1 dello stabilimento Ilva di Taranto si è verificato lo scoppio di una tubiera, con uscita di gas incendiato e proiezione di materiale solido incandescente, causando un vasto incendio. L’evento ha esposto a gravi rischi i lavoratori presenti nell’area.
 
l sequestro dell’altoforno è un atto che la magistratura ha dovuto prendere di fronte a un incidente rilevante che oggettivamente costituisce un pericolo grave e immediato. Ancora una volta si conferma una cosa evidente: abbiamo avuto ragioni da vendere nel contestare in ogni sede le gravi critiche degli impianti ILVA. Mi fatti ci danno ragione, purtroppo.
 
La Procura di Taranto si è agita con tempestività, trasparenza e rigore, autorizzando tutte le attività richieste dall’azienda nei tempi previsti e in piena conformità alle indicazioni tecniche degli enti preposti al controllo ambientale e alla sicurezza. Le decisioni assunte sono state dettate esclusivamente dalla necessità di tutelare l’integrità delle prove, la sicurezza dei lavoratori e la salute pubblica, senza mai ostacolare le attività essenziali per la messa in sicurezza dell’impianto.
 
Il ministro Urso, invece di trarre insegnamento dalle dure ed evidenti lezioni dell’esperienza, contesta la magistratura. Fa come il malato che contesta il medico.
 
Ricordiamo che Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, aveva inaugurato la riaccensione dell’altoforno 1 dello stabilimento siderurgico di Taranto il 15 ottobre 2024, dopo che l’impianto era stato fermato da agosto 2023 per manutenzione. Le associazioni ambientaliste avevano contestato l’evento.
 
Ricordiamo infine che, per quanto riguarda l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), tra le misure rimaste incomplete allo stabilimento Ilva di Taranto spicca la mancata acquisizione del certificato di prevenzione incendi (CPI) per il quale sono state chieste e concesse numerose proroghe.
 
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