Affonda malgrado l’S.O.S.

Sono abbastanza demoralizzato. Malgrado l’appello, non si riesce a racimolare quel migliaio di euro che mancano per garantire   l’abbonamento annuo della mailing list. Quasi cinquantamila la ricevono. Potrebbero sottoscrivere 2 centesimi a testa. Sarebbe meraviglioso.  Dai 42 mila utenti togliamo pure inquinatori e guerrafondai che tramite Lista e Sito ci tengono d’occhio, i nostri avversari. Analogamente, togliamo pure amministratori e politici, i complici degli inquinatori. Togliamo pure 3mila giornalisti, che per mestiere devono informarsi (e talvolta per fortuna ci copiano). Togliamo pure. Ma quante decine di migliaia di persone restano, che fanno parte dei Comitati e Associazioni ambientaliste e pacifiste che usufruiscono del servizio di informazione della Lista? Quante persone comuni che si identificano, spesso partecipando, nelle lotte per l’Ambiente, la Salute, la Pace, la Nonviolenza, e che sono l’humus della Lista? Persone che sono minoranza, purtroppo, nel Paese, ma qui, fra noi, sono maggioranza. Eppure… tantissimi apprezzamenti… avanti bravo bis…  ma…
Sono abbastanza demoralizzato. Un migliaio di euro posso sempre sottrarlo al bilancio familiare. Rinunciare questa estate alla vacanza non è la morte di nessuno. Ma sarebbe giusto? Se giocassi e li vincessi al gratta e vinci? Non sarebbe giusto. E’ una questione di principio, non personale ma collettiva, una questione politica, morale. Le lotte sono di tutti. O la Lista Rete Ambientalista appartiene ai Movimenti di lotta per la Salute, l’Ambiente, la Pace la Nonviolenza, e dunque sostenuta in comune da sottoscrizione
Bonifico, tramite IBAN IT68T0306910400100000076215 specificando la causale, ovvero tramite PayPal lubaja2003@yahoo.it.
 
Oppure non ha più ragione di essere portata avanti, (anche perché, alla mia età, devo ripensare al detto “c’è più tempo che vita”).
 
Lino Balza.  

Pfas: assolviamoli tutti.

I difensori della Solvay di Spinetta Marengo al processo di Alessandria contano neppure di arrivarci, boccandolo con un assolutorio patteggiamento davanti al GUP (giudice udienza preliminare). In Corte di Assise a Vicenza, invece, nelle arringhe finali, i difensori della Miteni di Trissino, società inabile in quanto fallita a comprare le assoluzioni come possono i profitti stratosferici della multinazionale belga, devono affidarsi alla sentenza del tribunale e fidarsi di una giustizia che, come è dimostrato (cfr. i tre volumi di “Ambiente Delitto Perfetto”), è classista già sul piano legislativo: assolve i colpevoli e punisce due volte le Vittime.
 
Insomma, gli avvocati Miteni chiedono l’assoluzione di quattro manager, imputati del 2005 al 2018, “per non aver commesso il fatto”, come già aveva chiesto il pubblico ministero Blattner. Il “fatto non commesso”, insomma il fatterello, consiste in “avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari”.
 
I quattro si difendono, così come i due direttori unici imputati ad Alessandria, che la responsabilità gestionale non è loro bensì di esclusiva competenza del consiglio di amministrazione che aveva ben stretto in mano i cordoni della borsa, dunque loro -miserelli- avevano senza autonomia di spesa “solo un ruolo operativo, non certo direzionale”. Nello scaricabarile gerarchico, a loro volta gli amministratori li accusano di aver tenuto nascosto -cattivelli- il drammatico stato di contaminazione del sito. Per conto del c.d.a si distingue Luigi Guarracino, già sgusciato via dal processo pescarese Montedison-Solvay di Bussi, già direttore di Spinetta Marengo da dove era stato chiamato a Trissino per la sua esperienza a scaricare Pfas nei fiumi (Bormida, Tanaro, Po), già imputato per “reato di dolo” (11 anni di reclusione), già condannato (si fa per dire) per “reato colposo” a “1 anno e mesi 8 di reclusione con i doppi benefici di legge” dalla Corte di Assise di Appello di Torino, condanna già confermata in Cassazione.
 
In conclusione, si dichiarano tutti angioletti. Il fatto non costituisce reato: non è reato che la contaminazione della Miteni di Trissino sia passata dall’acqua nel sangue di 300 mila abitanti, che significa 4mila morti in eccesso nella zona rossa rispetto alla media del resto della regione. A tacere Spinetta Marengo…