Rosignano Solvay: la città ostaggio dell’industria chimica.

L’inchiesta de “L’Indipendente” sulla Solvay in Italia ha già compreso gli articoli di Michele Manfrin su Spinetta Marengo con l’intervista di Lino Balza (clicca qui) e prosegue  su Rosignano (clicca qui) nel quale la multinazionale belga afferma: «La sostenibilità è nel nostro DNA». la realtà racconta un’altra storia: quella di un territorio segnato da oltre un secolo di presenza industriale, che continua ancora oggi a lasciare tracce evidenti, mercurio, piombo, selenio e fenoli, ammoniaca….

Fermare subito le produzioni inquinanti di Solvay.

Lettera aperta a Adriano Di Saverio, presidente della Commissione Ambiente e Sicurezza del Comune di Alessandria.
 
Egregio dottor Adriano Di Saverio,
 
prima ancora di riconoscersi presidente della “Commissione Ambiente e Sicurezza” del Comune di Alessandria, sono convinto che Lei innanzitutto risponda ai “principi etici che guidano la professione medica sulla tutela della salute individuale e collettiva”. Dunque, “per agire con spirito di solidarietà mettendo a disposizione le proprie competenze in situazioni di emergenza e calamità che gravano sul territorio”. 
 
Il territorio è quello di Alessandria su cui incombe il disastro ambientale e sanitario. Della gravità del quale Lei ha piena conoscenza: sia per ben due procedimenti penali nei confronti di Solvay (Syensqo) di Spinetta Marengo; sia per la sentenza del tribunale di Vicenza sulla relazione causa-effetto nocività Pfas;  sia per le numerose indagini epidemiologiche morti-ammalati ASL di cui l’ultima del 2019; sia per tutti i catastrofici campionamenti aria-acqua-suolo documentati da ARPA; sia per gli astronomici referti ematici (Pfas) contenuti nelle cartelle cliniche dei lavoratori Solvay; sia per le catastrofiche analisi (Pfas) dell’Università di Liegi; sia per l’altrettanto (rallentato) monitoraggio Pfas pubblico; sia per il diktat del  Comitato Tecnico Regionale (Vigili del fuoco, Regione Piemonte, Arpa, ASL, Provincia e Comune di Alessandria) sul sistema di gestione della sicurezza interna ed esterna dello stabilimento Solvay; sia per il  delittuoso “colabrodo” dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) in deroga dal 2020, anzi 2010, denunciato da Greenpeace e Comitati e perfino dal partito suo e del sindaco; sia per l’esplicito confronto pubblico con noi associazioni e comitati; sia per la convincente voluminosità della documentazione scientifica internazionale peraltro a sua disposizione su il Sito e la mailing list del “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”; sia per i grandi rilievi mediatici nazionali su Spinetta e Pfas (vedi Greenpeace); eccetera.
 
Per queste Sue ineludibili consapevolezze Lei, dati alla mano che non lasciano onesti spazi al dubbio se esista un collegamento tra inquinanti e malattie: al riguardo si legga la sentenza del tribunale di Vicenza che ha certificato il decesso collegato alla contaminazione da Pfas, Lei si è espresso nell’intervista su “Il Piccolo”: “La sensazione è che la gente della Fraschetta abbia a che fare con un problema ambientale serio”. Anzi, “esprime la propria preoccupazione perché i dati mostrano evidenze di alti livelli di Pfas nelle matrici ambientali”.
 
Ebbene, egr. Di Saverio, quale medico: libero per giuramento di Ippocrate da condizionamento politico, Lei non ritiene di fare un passo in avanti? Come ha fatto da tempo “ISDE Associazione Medici per l’Ambiente”, come ha fatto l’ “Ordine dei medici di Torino” (Omceo), che non hanno paralizzanti dubbi sulla cancerogenicità dei Pfas (“nuovo amianto: professor Philippe Grandjean dell’Università di Harvard) prodotti e diffusi aria-acqua-suolo da Solvay Spinetta Marengo: unica attività produttiva in Italia. Insomma, Lei non ritiene quale medico (ancor che autorevole politico, anche se non la massima autorità sanitaria locale) che la situazione di emergenza ambientale e sanitaria di Alessandria debba essere affrontata assolutamente con provvedimento urgente che, oggi e non domani, e senza scaricabarili, alla luce del sacrosanto principio di precauzione elimini all’origine gli estremi pericoli che gravano sulla salute dei cittadini, cioè fermi le fonti di avvelenamento che stanno uccidendo e ammalando? Ogni minuto che passa è paralisi imperdonabile. Non resti a guardare.
 
Lino Balza – Movimento di lotta per la salute Maccacaro.

La CGIL contribuisca alla class action contro Solvay.

Lettera aperta a Maurizio Landini
 
Perché intervenga sulla CGIL Camera del Lavoro provinciale, affinché apra finalmente cause civili contro Solvay di Spinetta Marengo per risarcire i lavoratori morti e ammalati. Anzi, affinchè la CGIL dia disponibilità a contribuire ad aprire cause civili collettive, class action, per tutta la popolazione: lavoratori e cittadini.
 
La CGIL faccia ammenda del proprio immobilismo, la convinca infine la sentenza del Tribunale di Vicenza che ha condannato l’Inail a pagare il risarcimento per malattia professionale ai familiari di un ex operaio morto per un tumore a contatto con le sostanze Pfas della fallita azienda Miteni. “Si ritiene raggiunta la prova, con elevato grado di probabilità, del nesso di causalità fra l’ambiente in cui il ricorrente ha prestato la propria attività lavorativa la patologia in questione”, si legge nella sentenza.
Continua cliccando qui.

Basta chiudere gli occhi sui Pfas.

Lettera aperta degli scienziati all’Unione Europea.
Chiudere un occhio e rimandare l’azione ai prossimi decenni o introdurre nuovi modi per aggirare: non fa che aggravare il problema e creare una sfida sociale, ambientale ed economica molto più grande per il futuro.
Oltre 450 scienziati e scienziate di tutta Europa, coordinati dall’European Environmental Bureau (EEB), hanno chiesto all’Unione Europea di aggiornare rapidamente gli standard di inquinamento dell’acqua per affrontare adeguatamente le sempre più numerose fonti di contaminazione chimica, PFAS inclusi.
A sostegno dell’iniziativa hanno partecipato anche una quarantina di ricercatrici e ricercatori italiani, tra cui Roberto Romizi, presidente dell’Associazione Medici per l’Ambiente ISDE Italia, Serge Orsini, presidente della Società Speleologica Italiana, Vanessa De Santis, rappresentante di European Fresh and Young Researchers (EFYR), forum dei giovani ricercatori e ricercatrici nel campo delle acque dolci in UE, e Alfieri Pollice, ricercatore capo dell’Istituto di Ricerca Sulle Acque del CNR di Bari.
Clicca qui la lettera aperta.

In Italia due delle più gravi contaminazioni da PFAS a livello europeo.

Due gli epicentri. La Miteni di Trissino in Veneto e la Solvay di Spinetta Marengo in Piemonte. La Miteni  è chiusa dal 2018. Solvay è l’unica produttrice di Pfas in Italia. Clicca qui le storie.
Il  Dossier “Pfas. Basta!” è disponibile on line a chi ne fa richiesta. In tre volumi Lino Balza racconta la storia in Italia delle lotte contro gli inquinatori Solvay e Miteni, dalle denunce degli scarichi in Bormida degli anni ’90 fino ai processi 2025 ad Alessandria e Vicenza. Una lunga storia di mobilitazioni anche contro connivenze, complicità, corruzioni, ignavie di Comune, Provincia, Regione, governo, Asl, Arpa, sindacati, magistratura e giornali, che ha ora raggiunto il culmine con la querela del sindaco di Alessandria a Balza… per diffamazione a mezzo stampa.

Finalmente i controlli Pfas ai vigili del fuoco.

Quando già lo studio dell’Università dell’Arizona Health Science ha scoperto che i pompieri -esposti ai Pfas dalle schiume antincendio e dall’abbigliamento composto da tessuto ignifugo-  sono i lavoratori con il più elevato tasso di PFAS nel sanguefinalmente la Direzione nazionale dei Vigili del fuoco suona l’allarme alle Direzioni regionali e interregionali dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, invitandoli a segnalare qualsiasi caso di contaminazione da Pfas, così da poter sottoporre il personale a screening e verificare problemi all’organismo. “Successivamente si procederà ad un monitoraggio ambientale (acqua ed aria) all’interno delle sedi di servizio (locali interni ed aree all’aperto) dei Comandi interessati, per poi procedere, qualora risultasse la presenza di inquinamento ambientale da Pfas, all’effettuazione di uno studio sul personale potenzialmente esposto con le stesse modalità (esame del sangue e del capello del personale vigile del fuoco su base volontaria)”.  Il documento è stato inoltrato anche alle organizzazioni sindacali territoriali e all’Osservatorio bilaterale per le politiche sulla sicurezza sul lavoro e sanitarie del Corpo dei Vigili del fuoco.
 
In Italia i vigili del fuoco sono stati particolarmente colpiti da una vicenda che ha registrato, tra il 2022 e il 2023, il decesso per tumore al cervello di quattro loro uomini, che avevano lavorato ad Arezzo. Si è attivata anche l’Associazione Medici per l’Ambiente (Isde) che ha presentato denunce in 35 Procure della Repubblica italiana, chiedendo di aprire inchieste sui danni causati dai Pfas alla salute umana.

Il TFA della numerosa famiglia dei PFAS. Nel rubinetto, nel vino e nell’acqua minerale. 

Sei minerali bocciate, di cui cinque a causa della presenza di TFA (acido trifluoroacetico), una sostanza che fa parte della famiglia degli PFAS. Sono questi i principali risultati dell’ultimo test di Altroconsumo su 21 marche di acqua minerale naturale, provenienti da diverse zone dell’Italia (più la Evian, che sgorga dalle Alpi francesi). Uno dei parametri di valutazione dell’inchiesta, infatti, era proprio la presenza dei Pfas.
 
Il TFA è un inquinante persistente derivato dalle attività industriali, che si accumula nell’ambiente e resiste ai processi di degradazione naturale, che in precedenza, è già stato ritrovato nell’acqua minerale, di rubinetto e nel vino. I prodotti bocciati da Altroconsumo ne contengono quantità eccessive, superiori ai parametri usati per gli altri PFAS nell’acqua potabile (non esiste ancora un limite specifico per l’acido trifluoroacetico). Gli effetti sulla salute del TFA non sono ancora del tutto noti, ma si sospettano ripercussioni sulla salute del fegato e sulla fertilità, e attualmente l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) sta rivalutando la sicurezza di questa sostanza.
 
I marchi bocciati a causa del TFA sono: Panna, Esselunga Ulmeta, Levissima, Maniva, Saguaro Lidl.
 
 
Altroconsumo è un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni si occupa di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, avvisi e sicurezza. L’accesso al sito è gratuito. Non accetta pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete.
 

Il Trentino affronta l’allarme Pfas.

Il progetto ITINERE (esposizione nazionale italiana ai contaminanti ambientali e valori di riferimento), è uno studio di biomonitoraggio umano realizzato nell’ambito del programma europeo PARC. Per l’Italia il progetto è coordinato dall’Istituto superiore di sanità (ISS) e in Trentino viene realizzato dal Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria.
 
Saranno coinvolte cento persone, che riceveranno a casa una lettera di invito per partecipare al progetto. I cento partecipanti trentini, tra i 18 ei 39 anni, devono essere residenti da almeno tre anni nei territori oggetto di indagine. Chi aderirà allo studio potrà sottoporsi al prelievo di campioni biologici (sangue e urina) effettuato dall’Apss per misurare la presenza di specifiche sostanze chimiche di interesse attuale quali PFAS, bisfenoli, DINCH, ftalati, metalli, pesticidi.

Inceneritore di Roma, “Produrrà diossine e metalli, a rischio la nostra salute”.

L’Agenzia di stampa nazionale “Dire” pubblica in un articolo sull’inceneritore di Roma la denuncia della pediatra Francesca Mazzoli, 30 anni di professione al San Camillo di Roma, membro di ISDE Italia, secondo… L’articolo Inceneritore di Roma, “Produrrà diossine e metalli, a rischio la nostra salute” proviene da ISDE News.

Leggi il resto

Libera caccia…di voti.

Si potrà sparare nelle spiagge. Addirittura Regioni e ministero dell’Agricoltura avranno la facoltà di ridurre le aree protette a favore di quelle in cui sarà possibile cacciare. Si riaprono i roccoli e si liberalizzano i richiami vivi, favorendo il bracconaggio e il traffico illecito di avifauna. Si apre alla caccia senza regole nelle aziende faunistico-venatorie con il riconoscimento della licenza ai cittadini di Paesi esteri: in pratica la natura viene svenduta e diventa il parco giochi dei ricchi, italiani e stranieri.
 
Francesco Lollobrigida aveva promesso di riformare la 157/92, la legge per la protezione della fauna selvatica e il prelievo venatorio, trasformandola nella legge che antepone la caccia alla tutela della biodiversità. E così sta facendo: un ribaltamento netto della norma introdotta 33 anni fa e, soprattutto, dell’articolo 9 della Costituzione.  Fratelli d’Italia si è intestata la battaglia per liberalizzare la caccia senza controlli, superando (a destra) la Lega, e ora è pronta a presentare il disegno di legge – collegato alla legge di Bilancio – per stravolgere la 157/92 nel prossimo Consiglio dei ministri.

Se non vai a votare.

Se non vai a votare non puoi essere mio amico e ti invito ad andartene dalle mie amicizie, perché non hai umanità. Con la morte ieri di questi 4 lavoratori sui luoghi di lavoro Muhammed Memishok Alessio Gardin Salvatore Cugnetto Carlo Alboreo arriviamo a questa mattina a contare 580 lavoratori morti sul lavoro nel 2025, di questi 406 sui luoghi di lavoro. Chi non va a votare i referendum sul lavoro è complice di questa strage e si comporta come quelli che si giravano dall’altra parte per la strage degli ebrei nei campi di concentramento, e dei palestinesi oggi. Muhammed Memishok è un macedone di 63 anni, è uno di quel 33% di stranieri sotto i 60 anni che muore sul lavoro in Italia, e a questi lavoratori (non ai clandestini), si chiede di dare la cittadinanza dopo 5 anni. Se non vai a votare non puoi essere mio amico, perchè non hai umanità
Carlo Soricelli

Vacche grasse per le partite Iva.

Per le partite Iva italiane il 2023 è stato un anno di vacche grasse. I redditi medi di quelle a cui si applicano le “pagelle fiscali” dell’Agenzia delle Entrate sono saliti di oltre il 10%, mentre quelli da lavoro dipendente progredivano solo del 4,5%. Ma l’amore per il nero è immutato: i dati appena diffusi dal dipartimento Finanze del Mef mostrano che più di metà degli autonomi restano probabili evasori. Basta un’occhiata alle cifre rielaborate dal Fatto per capire il motivo: il 75% dei ristoratori risulta aver guadagnato soli 15mila euro, in media. Credibili quanto i 7mila euro medi annui con cui tirerebbero avanti 750 discoteche e night club, i 14mila portati a casa dai gestori di 5.600 tintorie e i poco più di 20mila con cui sopravvive l’81% dei noleggiatori di auto, primi nella classifica del rischio evasione realizzata dal Fatto. Nella top ten anche servizi di assistenza domiciliare e ricerche di mercato, mentre le attività finanziarie sono al quindicesimo posto. Dove si evade di più? In testa ci sono Molise, Calabria e Basilicata.
 

Netanyahu nega di affamare Gaza: “Tutti in carne, ma poco allenati”.

“A Gaza non c’è la carestia di massa. Abbiamo una prova semplice: abbiamo arrestato migliaia e migliaia divisi tra civili e miliziani e li abbiamo fotografati senza maglietta, non ce n’era uno emaciato. Neanche un singolo caso dall’inizio della guerra a oggi. Anzi, si vede esattamente il contrario perché non si fa molto esercizio fisico”. Con queste parole pronunciate martedì alla conferenza dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) il premier israeliano Benjamin Netanyahu – dopo 600 giorni di attacchi alla Striscia di Gaza – ha assicurato che il suo governo non sta affamando i gazawi sopravvissuti alle bombe, accuse che ha derubricato a “menzogna del momento”. Anche tutti i video sono falsi. 

Meloni: “Accuse vergognose contro la Polizia”.

Il Consiglio d’Europa: “Razzismo tra le forze di polizia italiana”. 
«La nostra raccomandazione verso il governo italiano è che conduca al più presto uno studio indipendente sul fenomeno della profilazione razziale nelle sue forze di polizia, per poter valutare la situazione», ha affermato oggi Bertil Cottier, presidente della commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa (Ecri). «È un fenomeno crescente in molti Paesi europei, agenti di polizia fermano le persone basandosi sulla base del colore della pelle, o sulla loro presunta identità o religione, tutto ciò viola i valori europei», ha aggiunto in conferenza stampa Tena Simonovic Einwalter, vicepresidente dell’Ecri. «Le parole pronunciate dalla Commissione, che accusano le Forze di Polizia italiane di razzismo, sono semplicemente vergognose. Tutti conoscono i numerosi episodi in cui agenti delle Forze dell’Ordine vengono aggrediti, spesso da immigrati irregolari, mentre svolgono il proprio dovere con coraggio, dedizione e rispetto della legge», ha ribattuto sui social la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni -. «Purtroppo non è la prima volta che alcuni organismi del Consiglio d’Europa  si abbandonano a giudizi infondati, frutto di un approccio ideologico e di pregiudizi evidenti», ha aggiunto la premier.

Gli jihadisti amici dell’occidente.

Madre Agnes Mariam De la Croix.
Siria. Continuano ad arrivarci, nel silenzio dei media internazionali, appelli disperati contro i massacri e crimini quotidiani degli “Jihadisti democratici” che reggono le fila a Damasco per gli interessi stranieri. Enrico Vigna, 29 maggio 2025.
 
Madre Agnes Mariam De la Croix, ha lanciato numerosi appelli per la solidarietà alla popolazione alawita e cristiana della Siria, massacrata e schiacciata sotto il tallone dei “lupi” della “nuova” Siria.

Il genocidio di Netanyahu fabbrica l’antisemitismo internazionale.

Due diplomatici sono stati assassinati a Washington e uno è stato fermato dalla polizia che gridava “Liberate la Palestina” mentre lo conducevano in cella. Questa è una conseguenza diretta del genocidio che lo Stato di Israele sta perpetrando nella Striscia di Gaza. L’odio genera odio e Netanyahu sta piantando i semi per un raccolto sempre più abbondante, sta costruendo una fabbrica jihadista. Nessuna persona sana di mente può immaginare che le 50.000 persone uccise da Israele dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023 rimarranno impuniti. Nessuno può essere così ingenuo da credere che la carneficina di Gaza, le orge di fuoco e sangue, laa fame, saranno gratuite o resteranno impunite. La Palestina sta generando un movimento di reazione popolare globale che alla fine culminerà in una violenta risposta di resistenza. Nessun popolo resta a guardare mentre affronta lo sterminio totale, senza ribellarsi, senza combattere, senza lottare per la propria sopravvivenza. E questo campo di battaglia raggiungerà ogni angolo. La dimensione storica del genocidio è talmente enorme che alla fine si trasformerà in un Hamas internazionale.
 
Clicca qui José Antequera, giornalista, scrittore e direttore della rivista Gurb.

Non basta piantare alberi.

Non basta piantare alberi. Serve sapere perché. Serve sapere dove. E serve sapere per chi. La riforestazione non è un gesto poetico. È una scelta politica. Una strategia industriale. Un progetto economico. L’errore più grande è considerarla un’azione riparatoria, un modo per farsi perdonare. La vera riforestazione non è pentimento. È visione. È radice del futuro. In Italia ci sono centinaia di migliaia di ettari agricoli abbandonati. Spazi che potrebbero ospitare foreste produttive. Rigenerare suolo. Proteggere biodiversità. Rallentare l’erosione. Trattenere acqua. Assorbire anidride carbonica. Invece li lasciamo marcire. Ci diciamo sostenibili, ma ci manca una politica del verde. Una politica capace di legare ambiente, sviluppo e futuro. Clicca qui.

Tav Terzo Valico: enorme spreco per una “gran opera” inutile e dannosa.

2006. La marcia Serravalle-Arquata della Rete Ambientalista .
Il tunnel appenninico del Terzo valico se lo pagano gli italiani, non c’è Pnrr che tenga. Con l’approvazione da parte del Parlamento della Proposta di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza una quota consistente dei 3,8 miliardi di euro arrivati dall’Unione europea per realizzare l’Alta capacità tra Genova e Tortona sarà destinata altrove, non più per l’opera più importante, la maxi galleria, per l’appunto. La perdita delle ingenti risorse in scadenza nel giugno 2026 è dovuta all’impossibilità di rispettare tutti i problemi emersi nello scavo della doppia galleria sotto l’Appennino che hanno ben presto bloccato le talpe meccaniche: la scoperta di enorme quantità di gas a rischio di esplosione, l’amianto volutamente ignorato, la prevedibile friabilità delle rocce, la prevista intercettazione delle falde acquifere ecc. Insomma, una devastazione del territorio. Clicca qui Giampiero Carbone.
 
Tutte queste criticità ambientali, oltre allo spreco enorme di fondi pubblici per una “grande opera” inutile, erano già state allarmate nelle battaglie condotte dai Comitati e dalle Associazioni che avevano indetto imponenti manifestazioni popolari.

Vincono le minoranze.

A Genova la Salis ha vinto con circa il 25% degli aventi diritto al voto!!!
 
Come nelle scorse elezioni politiche quando le destre hanno conquistato il governo con circa il 27% degli aventi diritto al voto … quindi basta una MINORANZA per vincere e andare al potere … è per questo che da decenni destre ed ex-sinistra hanno adottato il sistema elettorale che permette a una minoranza di vincere appunto anche se fanno scelte dannose, supercostose (a spese dei cittadini) e inutili come quelle che vogliono fare le destre e l’ex-sinistra ora con la Salis cioè le cosiddette grandi opere che permettono anche mastrussi e quindi soldi per le campagne elettorali di conquista della maggioranza degli elettori (compresi i precari delle cooperative sociali che non hanno scelta) … comunque occorre una seria riflessione per capire cosa fare per rilanciare la partecipazione dell’ex popolo della sinistra disgustato amareggiato e impotente rispetto al dominio di questa coalizione di fatto fra destre e ex-sinistra con la benedizione dell’opus dei (la troika genovese).
 
INTANTO MOBILITIAMOCI AL MASSIMO PER I CINQUE SI SI SI SI SI AL REFERENDUM !!!
 
Prof. Salvatore Palidda

Bruciate vive 32 persone.

Strage di Viareggio, confermata in appello la condanna per Moretti, ex amministratore delegato di Fs. Al processo d’appello ter per la strage alla stazione di Viareggio (Lucca) del 29 giugno 2009, è stata confermata la condanna a 5 anni per l’ex ad di Fs e Rfi Mauro Moretti. Quest’ultimo era tra i 12 imputati per i quali i giudici di secondo grado di Firenze, dopo il rinvio della Cassazione, erano chiamati a quantificare le condanne limitatamente all’entità della riduzione di pena inflitta per le circostanze attenuanti generiche. La difesa di Moretti ha già annunciato ricorso.

L’ILVA affonda. Come il Titanic.

Per anni abbiamo lanciato l’allarme, documentando non solo l’inquinamento devastante, ma anche l’assenza di una vera prospettiva industriale, economica, occupazionale. Più volte abbiamo detto che non esisteva un piano industriale per Ilva ma in TV i ministri ne parlavano. Sapendo che non era vero. I power point e le slide erano presentati come piano industriale. Incredibile ma vero.
 
Gli unici che hanno detto le cose che andavano dette siamo stato noi. E abbiamo previsto tutto. Abbiamo portato dati, studi, analisi. Ma ci hanno detto che eravamo catastrofisti. Ci hanno bollati come disfattisti. A volte ci hanno anche detto che eravamo degli incompetenti, con velato sarcasmo.
 
Ma ora sta accadendo tutto quello che ragionevolmente era prevedibile.Ora sta accadendo in campo economico ciò che era già avvenuto in campo ecologico: quello che avevamo anticipato si sta avverando. Avevamo ragione. Ma c’è l’hanno negata, a colpi di decreti. Abbiamo detto la verità. Ma ci hanno trattati da propagandisti. Abbiamo studiato. Ma ci hanno chiamati dilettanti. Eppure non parliamo mai a caso. Siamo abituati a studiare prima di parlare. E soprattutto siamo abituati a non ingannare le persone.
 
Ora che il gigante d’acciaio affonda sotto il peso delle sue enormi falle industriali, chiediamoci: chi ha davvero difeso il futuro di Taranto?
 
Alessandro Marescotti Presidente PeaceLink.

I medici di famiglia difendono la sanità pubblica agonizzante.

Si parla tanto dei problemi legati alla Medicina di base, mentre è vivo il ricordo degli “introvabili” durante il Covid. La sanità pubblica è agonizzante, ma davanti a possibili soluzioni il sistema va a rilento.
 
Una delle riforme che potrebbero cambiare lo scenario del Servizio sanitario nazionale è proposta dal ministero della Salute: al momento i medici di Medicina generale che spesso sono solo dei prescrittori, sono lavoratori autonomi pagati dal Ssn, il che gli permette d’organizzare autonomamente il proprio tempo. Possono mantenere un doppio lavoro, il rapporto con il Ssn e la libera professione. Per ogni paziente standard percepiscono 70 euro l’anno se il numero di pazienti assistiti è inferiore a 500 e 35 se supera i 500 assistiti. In media, ogni medico di base segue 1.500 assistiti. A ciò di solito aggiunge un pari (a volte superiore) introito per la libera professione. Evidente il totale disallineamento economico e di responsabilità coi medici che stanno scappando dagli ospedali. 
 
La nuova proposta del ministro Schillaci trasformerebbe i nuovi medici di base in dipendenti pubblici, proprio come i medici ospedalieri e sarebbero utilizzabili, con turni ben precisi, nelle Case di Comunità. Grazie ai fondi Pnrr, entro il 2026, dovrebbero essere 1.420: a ora, per carenza di personale, sono attive solo 413. È uno dei pochi passi concreti, subito attuabili, verso un miglioramento dell’assistenza sanitaria che, da un lato renderebbe realmente disponibile l’assistenza medica e, dall’altra, allevierebbe il lavoro nei Pronto soccorso: i dati indicano che più del 60% delle prestazioni svolte sono non urgenti o irrilevanti dal punto di vista clinico; si tratta soprattutto di anziani che, non trovando disponibile il proprio medico, si rivolgono al Pronto soccorso. Questi casi potrebbero essere assistiti presso le Case di Comunità dai medici di base. La riforma prevede che, a parte i neo-assunti, tutti gli altri medici di famiglia (circa 37.000) possono scegliere di restare “convenzionati”, ma mettere a disposizione circa 14-16 ore a settimana per il distretto. Perché c’è tanta resistenza nell’accettare questa riforma? I cambiamenti sono sempre difficili, ma non accettare la proposta non ha una spiegazione razionale.
 
Maria Rita Gismondo Virologa

Una società abilista.

Per una persona con disabilità buttarla sul ridere è una delle possibili strategie di sopravvivenza alle micro e macro aggressioni quotidiane a cui la espone una società ancora profondamente abilista. È un po’ questa la filosofia di “Abilisti fantastici e dove trovarli”, l’ultima fatica letteraria di Marina Cuollo, che già in precedenti lavori aveva scelto uno stile ironico per parlare di disabilità Il disegno di una donna in sedia a rotelle, ritratta di spalle, leggermente di lato, mentre

Fare scienza di comunità in materia di ambiente, lavoro, salute.

In Alessandria, la sede della “Casa di Quartiere e Comunità San Benedetto al Porto”, fondata da don Gallo, ha ospitato la folta e partecipata assemblea pubblica del 23 maggio 2025. Con la quarta sessione dei “Workshop tematici”, si è infatti conclusa la serie di incontri pubblici organizzati da Public Engagement del Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino, nell’ambito del progetto europeo Fare scienza di comunità in materia di ambiente, lavoro, salute”.
 
I temi della salute pubblica e della tutela ambientale e del lavoro sono affrontati ad Alessandria, dove,   in forma comparativamente più critica rispetto al resto della regione, e di tutta Italia, la diffusione di informazioni allarmanti in particolare sulla contaminazione da PFAS sta alimentando crescente preoccupazione pubblica, fratture sociali e mobilitazioni, fino a controversie in sede giudiziaria e penale.
 
L’intervento conclusivo della giornata è andato a Lino Balza, a nome del Movimento di Lotta per la salute Maccacaro: clicca qui; o, ancor più “vivace”, sopportatevi il video dell’intervento: clicca qui.  In particolare, sono trattati temi controversi quali il ruolo dei sindacati nel disastro ambientale e sanitario della Solvay di Spinetta Marengo. Presenti, in un animato dibattito, Franco Armosino, segretario provinciale della Camera del Lavoro di Alessandria e Giampaolo Zanni segretario CGIL del Veneto. Scintille su difesa dell’occupazione e tutela della salute.

Il sindaco di Alessandria querela il giornalista no Pfas.

Conferenza stampa di Lino Balza, Movimento di lotta per la salute Maccacaro.
Sono stato appena avvertito che presso la Procura di Alessandria verrà instaurato un procedimento penale art. 595 comma 3 e 4 CP diffamazione a mezzo stampa, per querela del sindaco di Alessandria, Giorgio Abonante.
Clicca qui il video.
Clicca qui la trascrizione.

Landini, facciamo class action contro Solvay.

Lettera aperta a Vivere in Fraschetta.
“Vivere in Fraschetta” è il Comitato che raggruppa i pensionati CGIL dei sobborghi della Fraschetta, tra cui Spinetta Marengo, e che insieme ai Comitati e alle Associazioni aveva chiesto a tutte le parti civili di respingere qualunque trattativa con Solvay per un patteggiamento che interrompesse e bloccasse il dibattimento del processo penale a carico della multinazionale belga. Tant’è che “Vivere in Fraschetta”, insieme agli altri Comitati e Associazioni, ha preso una posizione molto dura nei confronti del sindaco di Alessandria che ha patteggiato con Solvay 100mila euro per… l’urgenza di tagliare l’erba dei cimiteri. Non solo, “Vivere in Fraschetta” ha di recente inviato un accorato appello al segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, sollecitandogli un intervento diretto.
Ci auguriamo che l’intervento non sia volto a scongiurare, impedire che la Camera del Lavoro di Alessandria intraprenda un patteggiamento con Solvay. Anzi, vogliamo dare per scontato che essa abbia già rifiutato l’iniziativa dell’azienda imputata per il disastro ambientale e sanitario: rifiuto in coerenza con quanto annunciò (20 febbraio 2024) per la propria costituzione a parte civile. Cioè “parte offesa per l’omessa bonifica di contaminazioni pregresse e un rilascio di altri contaminanti di produzione recente (PFAS), contaminazione (dati ARPA) che riguarda il sottosuolo, le acque sotterranee, l’aria, con la persistente presenza di inquinanti a base di cloro e fluoro”Nello stesso documento, la CGIL Camera del Lavoro Provinciale, dopo aver precisato di sentirsi rappresentate dei lavoratori, dei pensionati e cittadini tutti, nonché riferendosi ai risultati degli studi epidemiologici svolti da Asl e Arpa, ovvero alla  correlazione tra le sostanze inquinanti e le patologie in eccesso, concludeva:  “Ci sono persone che hanno subito danni o rischiano di subirli in futuro: vengano risarciti da chi ha fatto profitti procurando danni alla salute, se lavoratrici e lavoratori rischiano nel presente e nel futuro di subire conseguenze patologiche per il loro lavoro che siano risarciti e che si aprano per loro benefici previdenziali come in passato per il tema amianto”. 
Noi lo ribadiamo fino alla noia: i processi penali non determinano reali risarcimenti alle Vittime, al più risarcimenti simbolici. La via è quella dei processi civili. A questo scopo, le cartelle cliniche delle Vittime, lavoratori e cittadini, sono ormai raccolte in massa. Vanno utilizzate. 
Dunque, pensiamo che l’invito a Landini di intervenire sia rivolto alla Camera del Lavoro provinciale, affinchè apra finalmente cause civili contro Solvay per risarcire i lavoratori morti e ammalati. Anzi, affinchè la CGIL dia disponibilità a contribuire ad aprire cause civili, class action, per tutta la popolazione: lavoratori e cittadini.
La CGIL faccia ammenda del proprio immobilismo, la convinca infine la sentenza del Tribunale di Vicenza che ha condannato Inail a pagare il risarcimento per malattia professionale ai familiari di un ex operaio morto per un tumore a contatto con le sostanze Pfas della fallita azienda Miteni. “Si ritiene raggiunta la prova, con elevato grado di probabilità, del nesso di causalità fra l’ambiente in cui il ricorrente ha prestato la propria attività lavorativa la patologia in questione”, si legge nella sentenza della giudice Caterina Neri.
Si tratta di una sentenza storica: di una vittoria per l’INCA CGIL del Veneto, una vittoria   fondamentale per tutti i lavoratori a contatto coi Pfas, composti considerati pericolosi dagli anni 2000 e prodotti ancora in Italia dalla Syensqo Solvay.
Oggi a maggior ragione, La Cgil in Piemonte abbia il coraggio denunciare in sede civile Solvay, di imitare la consorella del Veneto, che già nel 2020 perseguì la via del processo civile: quanto meno ci tentò visto che il processo stato archiviato per vizio di forma della perizia del consulente tecnico del tribunale.

Landini, abbiamo Pfas nell’aria, nell’acqua, nel sangue. Intervieni.

Non si preoccupa del taglio dell’erba nei cimiteri il Gruppo “Vivere in Fraschetta” che, invece, ha consegnato al segretario della Cgil Maurizio Landini (ad Alessandria per promuovere i referendum dell’8 e 9 giugno) una accorata  lettera sul tema dei Pfas, sollecitandogli un intervento diretto.
 
 “Ti scriviamo con grande preoccupazione, perché quello che sta succedendo qui da noi ci riguarda tutti, cittadini e lavoratori. La nostra salute è ormai compromessa da un inquinamento che a Spinetta Marengo dura da decenni, e in particolare dai pfas, sostanze tossiche e per nulla biodegradabili. Conosci bene la vicenda della Miteni, ora in fallimento ma ancora inquinante, e della Solvay, che continua a produrre i PFAS più pericolosi al mondo. Ricordiamo i casi negli Stati Uniti, in Belgio, e in altri Paesi, dove queste sostanze hanno provocato malattie e disastri ambientali, ricordiamo l’Eternit”.
 
“Qui da noi la situazione è simile: abbiamo pfas nell’aria, nel sangue, e nei corpi di tanti di noi, anche di quei lavoratori di ditte esterne che non vengono monitorati. Le istituzioni, i sindacati, la politica, sanno tutto, eppure non fanno niente. È come parlare al muro di gomma dell’indifferenza. La nostra paura è grande: temiamo per noi, per i nostri figli, per il futuro del nostro ambiente e della nostra salute”.
 
“Vivere in Fraschetta” è il Comitato che raggruppa i pensionati CGIL dei sobborghi della Fraschetta, tra cui Spinetta Marengo, e ha preso una posizione molto dura nei confronti del sindaco che ha patteggiato con Solvay 100mila euro per il taglio dell’erba dei cimiteri.

Il sindaco taglia l’erba nel cimitero di Spinetta Marengo.

L’annuncio di risultati trimestrali in calo ha fatto sprofondare in borsa il titolo Solvay. Ma il titolo a picco non si ripercuoterà sulla esigua somma di 100mila euro che Solvay Syensqo deve versare al Comune di Alessandria quale merito del patteggiamento che ha aperto la strada ai patteggiamenti delle altre parti civili, innanzitutto Regione Piemonte e Governo, che consentirebbero alla multinazionale belga di uscire praticamente indenne dal processo per il disastro ambientale e sanitario del sito di Spinetta Marengo: senza risarcimenti per le Vittime, senza bonifica del territorio, proseguendo indisturbata nelle produzioni inquinanti.
 
Il sindaco di Alessandria si è giustificato del patteggiamento, che ha scandalizzato Comitati e Associazioni di tutta Italia: “ha svenduto la salute”, con la necessità urgente di far fronte al degrado dei cimiteri.  Il lavoro di sfalcio dell’erba è già avviato nei camposanti di Spinetta e Litta Parodi. “Proseguirà” rassicura il sindaco Giorgio Abonante “in tutti i cimiteri. Stiamo facendo l’impossibile con le risorse che abbiamo a disposizione. Non è facile trovare 1.5 milioni di euro.” L’affermazione ha rinfocolato le polemiche: per far quadrare i conti ci volevano proprio gli scandalosi 100mila euro?
 
In più, il sindaco ha annunciato di voler utilizzare il diserbo chimico, malgrado non sia ammesso dal regolamento comunale. Ciò ha provocato critiche da parte delle opposizioni, che hanno ironizzato: diserbanti prodotti da Solvay? Però anche si è scossa la tenuta della sua maggioranza, con la contrarietà ambientalista dei Cinquestelle, già feriti dall’inaudita decisione di contrattare il patteggiamento con Solvay.

Pfas alla foce del Po: mozioni per monitoraggi e per divieti di produzione.

Messo in moto da Alessandria tramite la nostra campagna nazionale contro i Pfas, nel 2010 a Ferrara il compagno Valentino Tavolazzi, della locale Sezione nonché consigliere comunale di “Progetto per Ferrara”, si attivò a informare i mass media (tra cui L’Espresso) e soprattutto per allarmare il controllo (fino ad allora assente) di Ato, Asl ed Hera sulla alta concentrazione di Pfoa nelle acque del Po, dalle acque superficiali del quale Ferrara attingeva il 70% dell’acqua da potabilizzare.
Oggi, i consiglieri comunali di “Civica Anselmo” e “La Comune di Ferrara” presentano una mozione per “richiedere al Gestore Hera Spa di sviluppare ulteriormente il monitoraggio e la quantificazione della somma di Pfas nell’acqua destinata al consumo umano nel Comune di Ferrara”, nonché per “procedere, in collaborazione con il gestore, all’analisi puntuale a campione dell’acqua potabile, o dell’acqua in bottiglia, erogata nelle scuole pubbliche presenti nel Comune”, infine per “rendere pubbliche integralmente le risultanze provenienti da Hera Spa – ed eventualmente da indagini effettuate in autonomia dal Comune stesso – circa la quantificazione della presenza delle singole sostanze Pfas, e comunque della qualità dell’acqua dell’acquedotto pubblico, e di farne capillare pubblicità, attraverso tutti i canali istituzionali, al fine di aumentare la consapevolezza della popolazione circa la qualità dell’acqua consumata”.
La mozione, inoltre, invita  a “richiedere alla Regione Emilia Romagna di implementare il piano di monitoraggio capillare su tutto il territorio regionale al fine di accertare il reale stato di contaminazione delle acque destinate al consumo umano”, e a “richiedere alla Regione Emilia Romagna di farsi promotrice della sperimentazione che ha per oggetto il monitoraggio diffuso dell’acido trifluoroacetico Tfa, al fine di conoscerne la diffusione e l’accumulo nel tempo, verificando al contempo l’efficacia dei sistemi di trattamento delle acque rispetto a questi inquinanti”.
La mozione conclude con la richiesta di “sollecitare Governo e Parlamento, anche tramite l’invio di questa mozione, all’introduzione del divieto di produzione in Italia di questi inquinanti ‘eterni’“.

I Pfas nelle birre. Controllare le acque in origine.

Secondo uno studio pubblicato su Environmental Science and Technology che ha analizzato i PFAS in 94 campioni di birra, molte birre popolari, sia quelle prodotte da piccoli birrifici che quelle prodotte da grandi aziende nazionali e internazionali, contengono sostanze chimiche PFAS collegate a tumori, danni agli organi e al sistema immunitario e altri problemi di salute.
 
Le birre – che in media sono costituite per circa il 90% da acqua – prodotte in contee con elevati livelli di PFAS nell’acqua potabile presentavano la contaminazione maggiore. Lo studio ha evidenziato che circa il 18% dei birrifici statunitensi si trova in codici postali in cui è nota la presenza di PFAS nell’acqua potabile. Nelle birre della Carolina del Nord, in particolare quelle situate nei pressi del bacino del fiume Cape Fear, sono state rilevate più concentrazioni di PFAS rispetto alle birre del Michigan o della California. L’area del bacino del fiume Cape Fear è notoriamente contaminata da una varietà di PFAS, molti dei quali sono riconducibili al sito della Chemours Fayetteville Works.
 
Insomma, norma per ogni consumatore, prima di bere una birra si dovrebbe controllare se l’acqua potabile della zona di produzione contiene Pfas.

Chi ha le scorie nucleari se le tenga.

La strategia appena enunciata dal governo Meloni (ministro Pichetto Fratin) rinuncia definitivamente alla costruzione di un deposito unico nazionale delle scorie nucleari, optando di lasciarle dove si trovano.  Si userebbero cioè gli stoccaggi esistenti: in Italia i depositi temporanei che custodiscono rifiuti radioattivi sono ex centrali nucleari (4 centrali e 4 impianti del ciclo del combustibile), centri di ricerca nucleare e centri di gestione di rifiuti industriali. Le ex centrali nucleari, attive fino alla fine degli anni Ottanta, sono a Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina e Sessa Aurunca (Caserta). Ci sono poi un impianto di “Fabbricazioni Nucleari” a Bosco Marengo (Alessandria) e tre impianti di ricerca sul ciclo del combustibile a Saluggia (Vercelli), Casaccia (Roma) e Rotondella (Matera).
 
Ebbene, questa marcia indietro governativa riattualizza l’edizione di “Storia nucleare”, il dossier di Lino Balza che racconta la storia che va da Bosco Marengo (AL) al Forum nazionale dei Movimenti Antinucleari e al Referendum 2011, dal dopo Referendum ai governi “verde-giallo-rossi” e “policromo”, e infine di destra, fino all’odierno rilancio del “nuovo nucleare” e alla risoluzione del deposito nazionale. L’attualità è vieppiù affermata dall’imminente Referendum dell’8-9 giugno 2025.
 
“Storia nucleare” racconta oltre quaranta anni (1981-2025) di lotte contro il nucleare in Italia: l’epopea della mobilitazione popolare che contrastò il nucleare civile e ne perseguì la fuoriuscita definitiva, anche tramite una sentenza pilota valida come precedente per tutti i siti nucleari italiani. E’ anche la Storia dello strapotere politico-giudiziario che la impedì sulla pelle delle generazioni presenti e future; dunque, è Storia -documentata- anche di connivenze complicità corruzioni ignavie.
 
 “Storia nucleare” è disponibile a chi ne fa richiesta: tratta in breve da stralci dei libri “Ambiente Delitto Perfetto” (Barbara Tartaglione – Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia) e “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”, nonché alle centinaia di articoli del Sito “Rete Ambientalista Movimenti di lotta per la salute, l’ambiente, la pace e la nonviolenza” gestito dal “Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccacaro”.

Giustizia postuma.

Caso emblematico di “giustizia postuma”, la sentenza riguarda un operaio della Colgate-Palmolive di Anzio esposto all’amianto e affetto da gravi patologie. Aveva finalmente ottenuto il riconoscimento dei benefici previdenziali con la condanna dell’INPS, ma è deceduto qualche giorno fa prima di poter andare in pensione. L’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) proseguirà ora l’azione legale per la vedova, con richiesta di aumento della pensionerendita INAIL e risarcimento .
LINK PER SCARICARE LA SENTENZA : https://we.tl/t-Sg5vi1f3hU

La RAI deve informare, non censurare: stop all’oscuramento dei referendum.

l’8 e il 9 giugno si vota per i referendum. Eppure, a meno di un mese dalle elezioni, la RAI continua a non parlarne. Il servizio pubblico ha il dovere di informare i cittadini in modo completo, imparziale e pluralista su un tema così importante. Firma questo appello per chiedere alla RAI di fare il proprio dovere: informare gli italiani. Clicca qui.

Ilva, l’altoforno doveva essere già spento.

L’altoforno 1 dell’Ilva avrebbe dovuto essere spento quando è scoppiato l’incendio lo scorso 7 maggio, se solo l’amministrazione straordinaria fosse riuscita a rispettare il cronoprogramma concordato con i sindacati nel luglio dello scorso anno. Il suo spegnimento era previsto tra febbraio e marzo e al suo posto avrebbe dovuto essere in marcia l’altoforno 2. Non è avvenuto, anche perché, come spiegato ai sindacati due giorni fa dai manager di Acciaierie d’Italia, gestore del siderurgico in amministrazione straordinaria, proprio l’impianto che doveva ripartire ha a sua volta problemi. Così l’altoforno 1 ha continuato a produrre per due mesi oltre il momento previsto. Fino all’incidente che ha portato la Procura di Taranto al sequestro senza facoltà d’uso, innescando un nuovo scontro con i commissari e il ministro Adolfo Urso contro i pm.

Infortuni degli studenti lavoratori a basso costo.

Quella che fino a pochi anni fa era chiamata “alternanza scuola-lavoro”, oggi rinominata “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” (Pcto), costa ogni anno infortuni a oltre 4 mila studenti. Nel 2023 fecero scalpore alcuni casi di ragazzi morti durante l’alternanza scuola-lavoro. Nel 2024, metà degli studenti infortunati (2011) subisce incidenti stradali durante il tragitto per raggiungere la sede delle attività; l’altra metà (2058) si fa male proprio mentre svolge il tirocinio in azienda.  Solo nel primo trimestre del 2025, l’Inail ha ricevuto 600 denunce di infortuni di studenti “in occasione di lavoro” e altre 584 “in itinere. Ora il governo Meloni prevede di aumentare il numero di studenti da mandare in questi percorsi, facendo partire l’alternanza negli istituti tecnici già dal secondo anno.
 
L’ “Unione degli studenti” (UDS) pone una serie di questioni. Sui criteri di selezione delle aziende in cui mandare gli studenti, che non tengono conto anche della sicurezza sul lavoro, e sugli infortuni in itinere. “I dati Inail dimostrano come il lavoro sicuro non è garantito in tutto il Paese. Quindi, come succede ai lavoratori, nel momento in cui gli studenti vengono mandati in fabbrica non si può pensare che gli infortuni scompaiano magicamente. I corsi di sicurezza svolti prima del percorso di alternanza non sono sufficienti a formare gli studenti su come stare in una fabbrica e anche su come raggiungerla. Sono poche ore e spesso online o frontali; in ogni caso la formazione è importante, ma per la sicurezza servono gli investimenti”.
 
La questione dell’alternanza scuola-lavoro è molto dibattuta, tra chi sostiene che sia necessaria per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro e chi, invece, ritiene che la scuola debba formare in un altro modo, soprattutto che le aziende usano i Pcto per ottenere manodopera a basso costo in luoghi di lavoro insicuri.

Vecchi, Nuovi fascismi, oppure fascismi mascherati?

Spettabile redazione ,
leggo da decenni con interesse i vostri articoli e anche oggi ho approfondito i vari temi come quello di Eva Maldonado sui Fascismi del XXI secolo, oltre ai vostri libri. Vedendo quello sul ricatto sanitario, non posso non ricordare il ricatto sanitario del 2021/2022 in cui i partiti di sinistra o presunti tali (PD, 5stelle e compagnia bella…anzi brutta!) hanno imposto un ricatto sanitario in cui chi non acconsentiva a subire i vaccini covid veniva privato del lavoro e stipendio, complice una tessera (il green pass) obbligatoria per lavorare, usare i mezzi pubblici e usufruire di servizi e molto altro per le persone da 12 a 99 anni.
Quindi spiace dirlo, ma io quello che si associa per prima cosa al fascismo ovvero “se non prendi una tessera e fai quello che ti dico io stato/governo non lavori, non usi i treni non vai in banca/posta” associato a campagne di stampa denigratorie e discriminatorie il sottoscritto (e molti altri) lo hanno subito da partiti di sinistra nel periodo covid.
Quindi non stupitevi se molta parte del “vecchio popolo della sinistra” guarda a destra per scappare dal fascismo.
Spiace che questi temi non vengano affrontati dai partiti di sinistra se non in modo unidirezionale e manicheo (VAX buoni, NO-VAX cattivi).
Perchè a me sembra che la “destra” persegua un fascismo teorico, mentre la sinistra, nel 2021-202 ha messo in PRATICA il fascismo alla luce dei fatti sopra descritti.
Cordialmente
Marco Milanesio
PS: La presente mail è nella responsabilità dell’autore e NON associata all’ente di appartenenza
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Professore di Chimica Fisica
Università del Piemonte Orientale “A Avogadro”
Via Michel 11, 15100 Alessandria – Italy

Ilva. Pieno sostegno alla magistratura contro il governo.

La mattina del 7 maggio 2025 all’altoforno 1 dello stabilimento Ilva di Taranto si è verificato lo scoppio di una tubiera, con uscita di gas incendiato e proiezione di materiale solido incandescente, causando un vasto incendio. L’evento ha esposto a gravi rischi i lavoratori presenti nell’area.
 
l sequestro dell’altoforno è un atto che la magistratura ha dovuto prendere di fronte a un incidente rilevante che oggettivamente costituisce un pericolo grave e immediato. Ancora una volta si conferma una cosa evidente: abbiamo avuto ragioni da vendere nel contestare in ogni sede le gravi critiche degli impianti ILVA. Mi fatti ci danno ragione, purtroppo.
 
La Procura di Taranto si è agita con tempestività, trasparenza e rigore, autorizzando tutte le attività richieste dall’azienda nei tempi previsti e in piena conformità alle indicazioni tecniche degli enti preposti al controllo ambientale e alla sicurezza. Le decisioni assunte sono state dettate esclusivamente dalla necessità di tutelare l’integrità delle prove, la sicurezza dei lavoratori e la salute pubblica, senza mai ostacolare le attività essenziali per la messa in sicurezza dell’impianto.
 
Il ministro Urso, invece di trarre insegnamento dalle dure ed evidenti lezioni dell’esperienza, contesta la magistratura. Fa come il malato che contesta il medico.
 
Ricordiamo che Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, aveva inaugurato la riaccensione dell’altoforno 1 dello stabilimento siderurgico di Taranto il 15 ottobre 2024, dopo che l’impianto era stato fermato da agosto 2023 per manutenzione. Le associazioni ambientaliste avevano contestato l’evento.
 
Ricordiamo infine che, per quanto riguarda l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), tra le misure rimaste incomplete allo stabilimento Ilva di Taranto spicca la mancata acquisizione del certificato di prevenzione incendi (CPI) per il quale sono state chieste e concesse numerose proroghe.
 
Clicca qui Peacelink.

Rispettare il diritto all’obiezione di coscienza.

15 maggio 2025 – Giornata internazionale dell’obiezione di coscienza indetta dalla WAR RESISTERS INTENATIONAL, insieme a Connection e.V., European Bureau for Conscientious Objection, Pax Christi International, Quaker Council for European Affairs, Un ponte per.
 
Queste organizzazioni, nell’occasione, hanno lanciato un appello alle istituzioni europee e ai paesi membri a rispettare pienamente questo diritto umano. Si tratta di dar protezione agli obiettori di coscienza costretti a fuggire dai propri paesi in cui l’esercizio di questo diritto è violato e criminalizzato. Le citate organizzazioni invitano inoltre organizzazioni della società civile, gruppi e individui a partecipare a una mobilitazione social per domani e i giorni a seguire, pubblicando contenuti a tema che sono stati realizzati apposta per l’occasione e disponibili a questo link: https://drive.google.com/file/d/1qzE7iHKM6N5g5bemU5Oan5EdgEQws-WM/view?usp=drive_link 

Il piano nucleare del governo si riduce a slogan e annunci ad effetto.

Le aziende interessate al business del nucleare, sostenute da Confindustria, promuovono il Governo per il cosiddetto “nuovo nucleare”. Il quale, attraverso il PNIEC, ipotizza per il 2050 una quota di energia nucleare doppia rispetto a quella prevista dalla IEA su scala globale. Il Piano punta su reattori di nuova generazione a fissione: gli SMR (Small Modular Reactor) e gli AMR (Advanced Modular Reactor), entrambi progettati per essere più sicuri e flessibili delle centrali tradizionali. Ma nessuna di queste tecnologie è disponibile e siamo ancora a livello di prototipi e progetti sulla carta.
 
Clicca qui l’opposizione del “Coordinamento Libero” con l’intervento del suo presidente, Attilio Piattelli.