Giorgio Abonante si difende: il patteggiamento è un business.

Di fronte alla levata di scudi, il sindaco di Alessandria cerca di giustificare perché, tramite il patteggiamento, ha venduto alla Solvay la salute dei suoi concittadini. Perché, in cambio di 100mila euro ha abbandonato il processo, ha rinunciato a chiedere giustizia, finalmente giustizia, contro chi sta ammalando e uccidendo lavoratori e cittadini, a chiedere la condanna dell’imputata Solvay per disastro ambientale colposo, anzi ha rinunciato a chiedere una pena più severa -per dolo- in quanto da ben venti anni Solvay continua a uccidere l’ambiente, e non ha intenzione di smettere. Perché, insomma, per trenta denari ha assolto Solvay prima ancora che il processo (il secondo) cominci. E le ha dato il via libera ad altri decenni di omesse bonifiche e di ulteriori avvelenamenti di suolo-aria-acqua.
Non è pentito come Giuda per i trenta denari, Giorgio Abonante rivendica, parole sue, di aver “guadagnato il doppio del primo processo di soli 50mila euro”. E usa come paravento il presunto parere del suo avvocato, Roberto Calcagni, irretito dal prestigio del principe del foro. Guido Carlo Alleva l’avrebbe convinto di non fare affidamento sulla giustizia del tribunale di Alessandria, sul Procuratore e sul GUP, chè da parte loro sicuramente sarebbero in procinto di procedere a patteggiamento o rito abbreviato, addirittura senza condanna, escludendo il Comune come parte civile. Con questo inverosimile spauracchio puntato alla tempia, secondo Abonante è meglio l’ovetto oggi piuttosto che la gallina domani. Anche perché, conferma, non ha alcuna intenzione di procedere a processo civile contro Solvay.
Siccome Solvay si dichiara innocente come l’acqua (delle falde), e appunto risarcisce al Comune 100mila euro unicamente come “danno di immagine”, l’offerta da Abonante è definita “congrua” …in proporzione all’immagine che ritiene di godere presso i suoi concittadini… dall’alto di quel 20% di aventi diritto che l’avevano eletto. Insomma, immagine misera. Benchè l’avvocato Calcagni gli ha assicurato che “sono d’accordo anche i colleghi che tutelano” si fa per dire “i cittadini costituitisi parte civile nel processo”.
Proseguendo nell’autodifesa, Abonante precisa a scanso d’equivoci del malloppino che“L’obiettivo è quello di mettere a frutto l’intero” ci mancherebbe altro! “stanziamento in favore della collettività.   Immediatamente per far fronte ai lavori straordinari che interesseranno i cimiteri cittadini.” All’implementazione dei quali garantisce la situazione sanitaria assicurata dal polo chimico.  Poi, sfida l’ilarità con la promessa di “rendere più operativo l’Osservatorio ambientale della Fraschetta che abbiamo recentemente insediato”: tutt’altra cosa, peraltro, della elaborazione democratica degli anni ’90 (nota dell’Autore).
Abonante esce dal processo con questo “congruo” patteggiamento che di fatto assolve Solvay, giustificando sè che la tutela dell’ambiente e della salute del territorio alessandrino competerebbe a tutti gli altri:  con analogo amichevole patteggiamento “al Ministero dell’Ambiente impegnato a far valere le proprie ragioni” (sappiamo come) e ai giudici “che ci aspettiamo che possano riconoscere allo Stato”, sempre con affettuoso  patteggiamento, “un risarcimento congruo da mettere a disposizione per il territorio di Spinetta e della Fraschetta per accelerare di molto” ma senza troppa fretta “il procedimento di bonifica ambientale di tutta l’area inquinata all’esterno del polo chimico”. Il tutto per grazia ricevuta: senza chiudere, è ovvio, le produzioni inquinanti. Nello scarica barile, Abonante, è ovvio, non cita la Regione: sodale responsabile per aver evitato e rallentato il monitoraggio di massa della popolazione alessandrina.

Il Comune ha fatto da bulldozer. Colpo di spugna della Solvay sul processo e sulla messa al bando dei Pfas. Premio miliardario alla presidentessa Syensqo.

Avendo l’avvocato Guido Carlo Alleva, all’ultima udienza davanti al GUP di Alessandria, proposto la procedura di patteggiamento della Solvay (Syensqo) alla Procura della Repubblica, il sindaco di Alessandria, Giorgio Abonante, forte… del consenso elettorale del 20% degli aventi diritto, ha bypassato l’effimero consiglio comunale e concordato la somma di 100mila euro per scappare dal processo. I cittadini del Capoluogo sono circa 100.OOO, cioè un euro a testa del cosiddetto “risarcimento”. Cifra pari a quella patteggiata, sempre per danno di immagine, dal Comune di Montecastello (274 abitanti). Più che “vendita della salute” sarebbe più appropriato parlare di “svendita”. E -se avessimo ancor più forza di ironizzare- dovremmo  dare tutta la colpa ai cittadini che l’hanno eletto?
 
Con il patteggiamento, cioè con la strozzatura del processo penale, e delle relative condanne penali, Solvay si era proposta la condizione di non preoccuparsi definitivamente della chiusura delle produzioni e della bonifica, nonché di non essere chiamata a pagare milioni di risarcimenti alle Vittime: migliaia di ammalati e morti. Scelto come ventre molle, il Comune di Alessandria serviva da apripista per le altre contrattazioni, locali e nazionali, in corso in questi mesi.
 
Così, con l’apripista di Abonante, il mercanteggiamento della salute è scontato che si concluda anche fra la Solvay e la Regione Piemonte dell’inverosimile assessore alla sanità Federico Riboldi detto l’imbonitore. Idem per il governo, considerando che Gilberto Pichetto Fratin è l’attuale ministro dell’Ambiente.
A loro volta, grazie al bulldozer Abonante, gli avvocati delle parti civili fisiche non aspettavano altro: valutano che fra i loro assistiti, magari extracomunitari occasionali, sono numerosi quelli non toccati da malattie proprie o dei loro famigliari o amici, e che non disdegnano una inaspettata elemosina risarcitoria (3.500 euro) di Solvay.
 
Insomma, supportate dai Comitati, contrarie al mercimonio della salute restano, con scandalizzate e pesanti prese di posizione nei confronti di Abonante, le Associazioni ambientaliste che chiederanno (fuori dal coro: WWF, Medicina democratica e ProNatura) ai loro avvocati il rigetto del patteggiamento. Va da sé che il patteggiamento è una vera pacchia per tutti gli avvocati.
 
Con queste carte in mano, Solvay si farà forte presso la debole Procura di Alessandria per concludere il patteggiamento già nella prossima udienza di giugno davanti al GUP, a quel giudice Andrea Perelli che ha addirittura escluso Lino Balza come parte civile dal processo. Il patteggiamento è l’alibi per i parlamentari, di ogni colore, per “arrendersi” alla lobby chimica che proibisce la legge di messa al bando dei Pfas. Insommanel complesso, Alleva è più preoccupato per le sue esportazioni di vini di lusso a rischio dei dazi di Trump. Una coppa di spumante vip per tutti. Il brindisi più gradito sarà quello con Ilhham Kadri, presidentessa di Syensqo, che ha ricevuto 27,5 milioni di euro in bonus negli ultimi due anni; alla quale entro il 2026 potrebbe essere aggiunto un bonus di fidelizzazione di 7,5 milioni di euro.  Un po’ come il business di Abonante & soci.
 
Va da sè che solo la società civile, ovvero manifestazioni di massa potevano bloccare -chi osa più sperarlo?-  questo meccanismo perverso tra padroni, istituzioni e magistratura, che ha già riempito i primi due volumi del libro “Ambiente Delitto Perfetto” di Lino Balza e Barbara Tartaglione, prefazione di Giorgio Nebbia Questo, della vittoria 2025 di Solvay –Spinetta non chiude e nessuna messa al bando dei Pfas- è descritto nel terzo volume. Non ci sarà un quarto. A noi la magrissima consolazione: avevamo previsto giusto https://www.rete-ambientalista.it/2025/04/01/scosse-di-terremoto-ad-alessandria/

Che pale queste pale.

Parco Eolico di Scansano. No di agricoltori, sindaci e Regione: “non si può fare energia pulita distruggendo l’ambiente”. Previste 11 pale eoliche alte 200 metri e un cavidotto di 45 km, nei comuni di Scansano e Magliano. Ma tutta la Maremma è assediata, in arrivo 9 impianti con 96 aerogeneratori. Clicca qui.

Amianto del Tav Terzo Valico.

Durante la costruzione delle gallerie del Terzo Valico, l’alta velocità ferroviaria Genova-Milano, sono state estratte 350mila tonnellate di rocce amiantifere, l’equivalente a due navi da crociera, che l’Italia priva di siti di stoccaggio per tali volumi è stata costretta a smaltire in Germania. Lo riporta ‘Il Secolo XIX’ a seguito del secondo open day da tutto esaurito organizzato nell’ambito del progetto del Gruppo FS ‘Cantieri Parlanti’ per informare i cittadini e comunicare in modo chiaro e trasparente l’opera.

Smontato il processo No Tav di Torino.

I giudici di primo grado hanno assolto i militanti di Askatasuna dall’accusa di associazione per delinquere «perché il fatto non sussiste». I risarcimenti milionari richiesti dalla presidenza del Consiglio e ministri sono stati tutti disattesi. Intanto, mentre si svolgeva il processo durato due anni è andato avanti un progetto che riconosce al centro sociale la sua attività nella città di Torino.

Morti sul lavoro, bollettino di guerra.

Dal 2021 al 2024, 4.442 persone hanno perso la vita sul lavoro in Italia.
Il settore delle Costruzioni è quello in cui si conta il maggior numero di decessi con 564 vittime. Le zone con il rischio più alto sono al Centro e al Sud. Basilicata e Umbria in zona rossa per quattro anni consecutivi, seguite da Campania e Valle d’Aosta per tre. La Toscana si distingue come la regione più virtuosa, con due anni in zona bianca.
Le costanti drammatiche dell’emergenza: gli over 65 sono i più vulnerabili, mentre gli stranieri registrano un tasso di mortalità doppio rispetto agli italiani, sia sul posto di lavoro sia in itinere.
418 le donne che hanno perso la vita sul lavoro.

Scorie nucleari che vanno e vengono.

Mentre il governo è pronto a mettere mano al portafoglio per investire in nuove centrali nucleari, si aggiunge un nuovo capitolo alla lunga, e ancora irrisolta, questione della gestione delle scorie prodotte prima che l’Italia dicesse addio all’atomo. La Sogin, la società dello Stato incaricata di smantellare le vecchie centrali e di costruire il Deposito nazionale, si è appena affidata a due super esperti per svolgere servizi che dovrebbero scenari inediti. Piazzare all’estero le scorie italiane più pericolose, e nel frattempo occuparsi di quelle che a breve dovranno rientrare nel nostro Paese dall’estero. Costi astronomici.
Una soluzione Sogin: acquistare speciali contenitori, denominati cask , per trasportare e stoccare rifiuti presso un sito idoneo ritenuto idoneo: “sito di stoccaggio temporaneo e Deposito Avogadro”. Di che deposito si tratta? È l’impianto Fiat di Saluggia, nel Vercellese, che oggi appartiene a Stellantis. Clicca qui.
 
Su Il Manifesto l’articolo del 1996 “Sventare un piano pericoloso” di Lino Balza clicca qui.

Crollano le borse…della spesa.

La crisi non è per tutti. L’industria italiana della Difesa va a gonfie vele, esportando materiale (aerei, missili, droni, navi) con numeri da boom. Lo si scopre dalla relazione annuale sul commercio di armamenti appena inviata dal governo al Parlamento e letta in anteprima dal Fatto. Il documento descrive un 2024 monstre per il settore: rispetto al 2023, le autorizzazioni individuali per esportare materiale bellico sono aumentate del 35,34%, raggiungendo un valore di 6,45 miliardi di euro (l’anno prima erano a 4,76 miliardi). Molti di questi prodotti sono finiti a regimi o a Paesi con cui l’Italia ha avuto rapporti diplomatici difficili: l’Egitto, il Qatar, gli Emirati arabi, l’Arabia saudita. Continua cliccando qui.

A Roma e a Barbiana per risvegliare le coscienze.

Sabato 5 aprile, la Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace parteciperà alla manifestazione organizzata dal Movimento 5 Stelle contro il piano di difesa europea “Basta soldi per le armi. Fermiamoli! “.
 
 
Sempre domani a Barbiana, in occasione della Giornata Internazionale della Coscienza promossa dall’Onu
 
Suoniamo la sveglia delle coscienze!
 
Questo è il tempo in cui dobbiamo prendere coscienza di una serie di errori che sono stati commessi in passato, a tutti i livelli, e che ora stiamo pagando per aver messo troppo spesso i soldi, l’individualismo e la competizione tra tutti (persone, comunità, imprese e Paesi) davanti a ogni altra cosa.
 
Questo è il tempo in cui dobbiamo scegliere e agire con coscienza cominciando a far tesoro delle lezioni che ci vengono copiosi anche da questa alluvione e dalle tante guerre e tragedie in corso, per riscoprire la nostra umanità, per cercare soluzioni ai problemi pregressi che non abbiamo ancora risolti, per vincere l’inerzia e gli interessi che ancora ci impediscono di risolvere i problemi che abbiamo causato nei decenni, per risanare i provocati da questa tragedia, per non trovarci impreparati davanti alle prossima crisi, per riscoprire che “dobbiamo agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.

Pacifisti in ascolto.

Chissà se fra le parole d’ordine della manifestazione ascolteremo: “L’Italia firmi il Trattato di non proliferazione nucleare” e “Fuori la Nato dall’Italia, fuori l’Italia dalla Nato”.

Se vuoi la pace con la Russia, prepara la guerra.

Se l’Unione europea investirà 800 miliardi in armi convenzionali, la Russia ne investirà almeno altrettanti ma in quelle nucleari. Terminati i rispettivi riarmi, l’Europa sarebbe più vulnerabile di prima. A meno che l’Europa pareggi l’attuale rapporto nucleare: 6.257 testate nucleari della Russia contro le 515 dell’Europa. Però, altro che 800 miliardi! sempre che la Russia stia ferma ad attendere il pareggio. Risultato: tutti i poveri sicuramente più poveri, ammesso e non concesso di scansare la guerra mondiale, terza e finalmente ultima.
 
E se, invece, proponiamo, realisticamente, alla Russia (e anche agli Usa) di distruggere 1 testata europea contro 10 russe (e 10 americane)? Invece di “Riarmare l’Europa” parleremmo d i “Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari (TNP)” , il trattato di disarmo che l’Italia si ostina a non firmare. Saremmo sicuramente tutti meno poveri.

AAA offrensi Kit e Bunker di sopravvivenza.

“Ormai famiglie e società ci chiamano tutti i giorni, vogliono sapere come fare ad avere un bunker in giardino o in cantina” : sulla Repubblica pubblicizza Angelo Cavalieri, ingegnere di ItalBunker, società di costruzione.

Teologi a mano armata.

Non nominate il nome di Gesù invano, anzi a sproposito.
 
Mario Deaglio, economista della Stampa: “Anche il Vangelo ci spinge all’autodifesa”, “Uno dei discepoli colpì con la spada uno di quelli venuti ad arrestare Gesù e gli staccò l’orecchio. Gesù… riattaccò l’orecchio, ma di certo non sgridò chi aveva sfoderato la spada”. Narra INVECE l’evangelista Matteo (26,52) che Gesù  cazziò il feritore: “Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che prendono la spada periranno di spada”. (Chi di spada ferisce, di spada perisce).
 
Corrado Augias a Di Martedì: “San Paolo diceva che bisogna prepararsi ad affrontare il nemico. E poi è il Vangelo. E poi è la Bibbia. Se Hitler bussa alla tua porta e tu gli dici: ‘Chi è?’. ‘Sono Hitler’. ‘Ah prego, si accomodi, io sono un pacifista’, non va bene perché Hitler ti mangia vivo… Le armi servono”. INVECE (Vangelo secondo Matteo 5,1-7,29) nel “Discorso della Montagna” Gesù disse: “Fu detto: ‘Occhio per occhio e dente per dente’; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello”.
 
INVECE, nel vangelo di Luca, il “Discorso della pianura”, Gesù dice: “Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra. 
 
Cristiano o pacifista che fosse (insomma un fanatico, secondo Augias, Deaglio ecc.) ,  ma Gesù era anche realista  (vangelo di Luca 14:25-35): “Se un re va in guerra contro un altro re, cosa fa prima di tutto? Si mette a calcolare se con diecimila soldati può affrontare il nemico che avanza con ventimila… Se vede che non è possibile, manda dei messaggeri incontro al nemico; e, mentre il nemico si trova ancora lontano, gli fa chiedere quali sono le condizioni per la pace”.
 
Men che mai ispirò il motto (di Augias, Deaglio ecc.) “Armiamoci e partite”.  

Meloni si astiene.

Il Parlamento europeo approva con 399 sì contro 198 no e 71 astenuti, la relazione sulla politica di sicurezza e di difesa comune dell’Unione europea. Il Pd approva (ad eccezione di Cecilia Strada e Marco Tarquini) insieme a Forza Italia mentre il principale partito di governo, Fratelli d’Italia, si astiene. Votano contro, invece, Lega, M5S e Alleanza Rossoverde. Passa anche per alzata di mano l’emendamento che accoglie il piano di riarmo proposto dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

Il sindaco di Alessandria patteggia con Solvay la vendita della salute dei cittadini. Ma la colpa è dei cittadini che l’hanno eletto.

Abbiamo appreso da “Radio Gold News Alessandria”, ore 13,30 venerdì 4 Aprile 2025 (fosse stato 1° aprile per un attimo si poteva pensare al pesce d’aprile):
Sì del Comune di Alessandria al risarcimento Solvay: “100mila euro per tavolo ambientale e ripristino cimiteri”.
ALESSANDRIA – Il Comune di Alessandria ha accettato il risarcimento di 100 mila euro proposto dalla multinazionale Syensqo (ex Solvay, ndr) nell’ambito del processo per disastro ambientale colposo nei confronti degli ex direttori dello stabilimento di Spinetta Stefano Bigini e Andrea Diotto. Come ha precisato Palazzo Rosso in una nota “l’unica voce a cui possono appellarsi gli Enti Locali è il danno di immagine”.
Due le destinazioni di questa cifra: “Implementare le risorse del tavolo di monitoraggio ambientale del Comune e far fronte ai lavori straordinari che interesseranno i cimiteri cittadini” “L’offerta dell’azienda, accettata dopo un lungo lavoro di analisi da parte dell’avvocatura comunale (Roberto Calcagni) e un dialogo serrato con i legali che tutelano i cittadini costituitisi parte civile nel processo” ha rimarcato l’amministrazione “andrà a potenziare il monitoraggio delle condizioni ambientali del territorio e per far partire i primissimi lavori di ripristino del decoro dei cimiteri della città. L’obiettivo è quello di mettere a frutto l’intero stanziamento, in favore della collettività”.
Il sindaco che ha bypassato l’effimero consiglio comunale si chiama Giorgio Abonante, eletto con il consenso del 20% degli aventi diritto. I cittadini del Comune di Alessandria sono circa 100.OOO, cioè un euro a testa del cosiddetto “risarcimento”. Cifra pari a quella patteggiata, sempre per danno di immagine, dal Comune di Montecastello (274 abitanti). Con il patteggiamento, cioè con la strozzatura del processo penale, Solvay fa conto che non sarà chiamata a pagare milioni di risarcimenti alle Vittime: migliaia di ammalati e morti. A meno che Abonante, invece che al grottesco potenziamento dei loculi cimiteriali, destini i 100mila euro a finanziare un pool di avvocati e consulenti in causa civile contro Solvay.  Conoscendo Abonante, questa ipotesi è surreale.
Così, il mercanteggiamento della salute è scontato che si concluda anche fra Solvay e la Regione Piemonte dell’inverosimile assessore alla sanità Federico Riboldi detto il temporeggiatore.  Idem per il governo, considerando che Gilberto Pichetto Fratin è l’attuale ministro dell’Ambiente.
Gli avvocati delle parti civili fisiche considerano che fra i loro assistiti, magari extracomunitari occasionali, sono numerosi quelli non toccati da malattie proprie o dei loro famigliari o amici, e che non disdegnano una inaspettata elemosina risarcitoria (2.500 euro) di Solvay.
Insomma, contrarie al mercimonio della salute restano, con scandalizzate e pesanti prese di posizione, le Associazioni ambientaliste che chiederanno, salvo solitari ripensamenti, ai loro avvocati il rigetto del patteggiamento.
Con queste carte in mano, Solvay si farà forte presso la debole Procura di Alessandria per concludere il patteggiamento già nella prossima udienza di giugno davanti al GUP, quel giudice Andrea Perelli che ha addirittura escluso Lino Balza come parte civile dal processo. Va da sé che il patteggiamento è una pacchia per tutti gli avvocati.
Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro

Karl Marx aveva ragione.

I ricchi diventano sempre più ricchi ei poveri sempre più poveri.
Perché i ricchi vogliono ad ogni costo diventare sempre più ricchi, più ricchi di così cosa gli servono? Perché Musk e chi gli sta attorno stanno lottando con tanta aggressività contro i più deboli? Cosa vogliono davvero lui e gli altri multimiliardari? Qual è il loro obiettivo finale? Non è ciò che le classi dominanti hanno sempre desiderato e creduto fosse loro di diritto: più potere, più controllo, più ricchezza? E non vogliono che le persone comuni e la democrazia intralcino il loro cammino? Elon Musk ei suoi colleghi oligarchi, convinti di avere il diritto assoluto di governare, vedono il governo e le leggi semplicemente come ostacoli ai loro interessi ea ciò che ritengono di meritare?
Bernie Sanders , nel rispondere a queste domande, parte dalla situazione del proprio paese, gli Stati Uniti, la nazione più ricca e potente, per concludere con una considerazione valida per tutte le nazioni: viviamo in una società oligarchica in cui i miliardari non solo dominano la politica e le informazioni che consumiamo, ma anche il nostro governo e le nostre vite economiche: non esiteranno a sacrificare il benessere delle persone comuni per difendere i propri privilegi. L’economia è truccata, il sistema politico è corrotto, stanno conducendo una guerra contro la classe lavoratrice.
 
Troviamo il coraggio di sfidarli, incita infine Sanders, perché siamo in tanti a non volere un mondo come il loro. E per farlo non dimentichiamo le grandi lotte ei sacrifici che milioni di persone hanno fatto nel corso della storia per costruire una società più democratica, giusta e umana. In questi tempi difficili, la disperazione non è un’opzione. Dobbiamo combattere con ogni mezzo possibile. Venire? Clicca qui.

Un invito alla rete delle liste civiche.

Lista Civica Italiana (LCI), clicca qui è stata formalizzata con una assemblea a Rimini nel 2013 dopo un percorso partecipativo di due anni tra attivisti e attiviste di associazioni e di liste civiche. Da allora LCI non ha mai pensato alle elezioni e ha preferito fare campagne come quella internazionale dell’Overshoot Day, le battaglie contro leggi elettorali come il Porcellum o contro la flat tax. Ha inoltre partecipato attivamente ai lavori del centro studi sulla politica Forme e Riforme .
 
Ora intende iniziare un progetto politico nuovo basato sui suoi capisaldi di sempre che sono la nonviolenza, il riequilibrio umanità–pianeta, i principi fondanti della Costituzione italiana ai quali ha aggiunto le scoperte del filosofo Giuseppe Polistena sulla politica e le sue forme patologiche.Queste scoperte ci hanno confermato quanto avevamo ‘intuito’ e ci hanno dato una solida base teorica. LCI ora è pronta a iniziare il suo percorso verso un modo di fare politica radicalmente diverso da quello a cui siamo abituati da sempre.
 
L’invito è ad un incontro su Zoom mercoledì 9 aprile alle ore 21. Il link per partecipare ti verrà inviato dall’indirizzo info@listacivicaitaliana.org alcuni giorni prima se avrai compilato il modulo che trovi qui .”

Scosse di terremoto ad Alessandria.

Si vedono le crepe al processo di Alessandria (il secondo) contro la Solvay (Syensqo). Regione e Comune disponibili al colpo di spugna del Patteggiamento proposto da Solvay alla arrendevole Procura (https://www.rete-ambientalista.it/2025/03/01/lofferta-di-solvay-a-comune-e-regione-per-comprare-la-salute-della-popolazione/ ).
Le differenze socio-economiche con il processo gemello di Vicenza: Miteni chiusa, Solvay monopolista in Italia (https://www.rete-ambientalista.it/2025/03/25/parti-civili-che-tutelano-ambiente-e-salute-e-altre-che-non-lo-fanno/ ).
In queste crepe (https://www.rete-ambientalista.it/2025/03/17/a-fronte-di-un-siffatto-disastro-sanitario-ed-ecologico-quanti-ad-alessandria-hanno-la-coscienza-a-posto/) si inseriscono  i cunei della multinazionale belga determinata ad impedire la chiusura immediata delle produzioni del polo chimico di Spinetta Marengo (AL) che provocano il disastro ambientale e sanitario. La sua lobbistica si avvale di una intensa propaganda mediatica a livello locale anche con ricorrenti “opuscoli informativi” alla popolazione. Che annunciano, anzi confermano: la bonifica praticamente è fatta.

Ma di quale bonifica sta ciarlando Solvay?

Assieme alla propaganda lobbistica a tutto campo europeo, a livello mediatico  locale Solvay  fa sfoggio di ricorrenti “opuscoli  informativi” alla popolazione. Nell’ultimo patinato, distribuito dal nuovo direttore Federico Frosini, vecchia volpe dei famigerati Pfas, e anticipando la linea difensiva al processo (eventuale), Solvay sostiene un presunto “raggiungimento degli obiettivi di bonifica per i solventi clorurati nella falda all’interno del sito, anche se per certificarlo prega di avere la pazienza di aspettare almeno altri due anni. Solvay sostiene questa prospettiva seducente gratificando (secondo noi: chiamando in correo, ovvero annegando nel ridicolo) partner qualificati come l’Università del Piemonte Orientale di Alessandria e gli Enti localiper la loro costante collaborazione”.  
Insomma, le attività di bonifica starebbero  “procedendo verso il progressivo raggiungimento di tutti gli obiettivi” e i monitoraggi confermerebbero “il significativo miglioramento dello stato qualitativo dei terreni e delle acque di falda”. Anche se tra i denti deve ammettere che è ben lontana la bonifica delle aree contaminate dal vecchio micidiale cromo esavalente, appunto perché non è andata oltre alla primordiale  messa in sicurezza della sua inefficiente barriera idraulica. Per quanto riguarda, poi, la bonifica delle aree esterne: il bollettino autostende un pietoso velo definendola “fase in progetto”.
La realtà di Alessandria propagandata da Solvay è smentita dall’Arpa, con i dati raccolti nel corso del 2024 sulla presenza dei cancerogeni pfas (il Pfoa vietato fin dal 2013 e i brevettati cC6O4 e l’Adv). Infatti, nei pozzi l’Arpa ha rilevato stabilmente 10mila microgrammi per litro di C6O4, oltre al picco di  200mila microgrammi.  Per molto molto meno fu chiusa la Miteni in Veneto.
 
Oltre alla situazione interna al sito, Arpa ha spiegato al Comune, che fa finta di niente, la situazione della contaminazione esterna, a cominciare dall’inquinamento da Pfas nell’aria in punti precisi. Nel sobborgo di Spinetta, davanti allo stabilimento (dove lavorava chi scrive), i cittadini respirano fino a 3,8 nanogrammi per metro quadrato di cC6O4 al giorno. Un valore che si abbassa -ma è in aumento!- quando si vive vicino all’Istituto tecnico Volta, nel centro di Alessandria (dove abita chi scrive), dove addirittura è stato riscontrato il GenX: il Pfas ritrovato pure  in alcuni campioni di alimenti coltivati intorno al polo chimico, assieme al Pfoa da 4 a 10 microgrammi per  litro nei terreni.
Insomma, il Comune, con la Provincia e con la Regione, fa finta di niente anche se da anni e anni i valori superano di svariate volte il limite ambientale stabilito dal pur blandissimo  decreto ministeriale del 2016 (0,5 microgrammi per litro), un dato allarmante perché cronico. Paradossale è la Provincia, che, nascondendosi dietro il governo, per i parametri di bonifica del Pfoa fa riferimento ante 2019. Dunque, in pratica la bonifica è sospesa. Una situazione ben diversa da quella di Arpa Veneto, che è riuscita a ottenere i limiti del Pfoa coinvolgendo direttamente il Nucleo operativo ecologico (Noe). Arpa Alessandria, organo tecnico della Procura, non sembra intenzionata a seguire la stessa strada.
La bonifica della Solvay è proprio una balla.

I Pfas ad Alessandria si stanno allargando a macchia d’olio.

La bonifica della Solvay è proprio una balla. La contaminazione dei Pfas si è allargata a macchia d’olio attorno allo stabilimento di Spinetta Marengo. Ha raggiunto l’acqua dei pozzi dei privati cittadini utilizzata per irrigare i campi e fino a qualche tempo fa bevuta dai residenti. La prestigiosa rivista “lavialibera” ha analizzato la situazione negli ultimi nove mesi dei Pfas cC6O4, Adv N2 e GenX trovati in otto pozzi ubicati intorno al polo chimico. Nel sobborgo di Lobbi , in un pozzo profondo una ventina di metri, sono stati riscontrati cumulativamente 500 nanogrammi di Pfas: 110 nanogrammi di cC6O4 (brevettato nel 2011 ma denunciato AIA solo nel 2019 mentre la Procura ignorava i nostri esposti!!), 310 nanogrammi di PFOA fuorilegge internazionale dal 2013, e addirittura 30 nanogrammi di GenX , pfas che NON confrontano nel documento autorizzativo ( AIA ) rilasciato dalla Provincia di Alessandria.
 
E, nota bene, zitti zitti già nel giugno 2020 sia Solvay che Arpa avevano trovato lo “sconosciuto” GenX in diversi pozzi interni ed esterni al polo, con concentrazioni fino a 2 microgrammi per litro. E c’è di più. Nel dicembre 2023 l’Arpa ha trovato GenX anche nell’aria respirata dagli alessandrini grazie ai campioni raccolti con il metodo Pm10. E questo Genx, privo di autorizzazioni, è rinvenuto da Arpa Piemonte anche nel Po.
 
Il GenX è presente in tutti gli otto campioni raccolti da lavialibera . Anche in quelli relativi al comune di Piovera a dieci chilometri dal sito produttivo. In un pozzo sono stati trovati 460 nanogrammi di vari pfas, oltre il valore limite di legge per le acque potabili (100 nanogrammi per litro): 32 nanogrammi di GenX, 235 nanogrammi di pfoa , 155 nanogrammi di cC6O4 e 28 nanogrammi di Adv.
 
“lavialibera” ha raccolto un campione d’acqua da un pozzo utilizzato a scopo agricolo a nord est del sito chimico: 563 nanogrammi di pfas, di cui il cC6O4 per 177 nanogrammi per litro, il Pfoa per 235 nanogrammi155 nanogrammi di cC6O4 e 28 nanogrammi di Adv. Trattandosi di un pozzo poco profondo, si presume che sia esposto alla contaminazione in atmosfera per la ricaduta delle emissioni dai camini.
Camini che hanno anche inquinato i tre pozzi ad est in località Cascinagrossa, frazione di Alessandria, che dista circa sei chilometri dall’industria. Sempre a Cascinagrossa, in una cascina destinata all’allevamento privato, le analisi hanno accertato la presenza di GenX, cC6O4 e pfoa fino a una profondità di 55 metri. In località Ventolina, nel sottopassaggio costantemente allagato da una risorgiva sono stati trovati 392 nanogrammi di pfas, con prevalenza di Pfoa e cC6O4.
 
Non c’è dubbio, la bonifica della Solvay è proprio una balla. A prescindere dai ricorrenti incidenti. Come quello recente https://www.rete-ambientalista.it/2025/03/25/ultimora/ con oltre 45mila microgrammi di CFC clorofluorocarburi riscontrati nello sversamento nelle acque sotterranee, che ha coinvolto un reattore interno all’impianto Algofrene, dove avviene la reazione dei gas, passaggio indispensabile nella produzione di Pfas. Neppure l’emergenza del sistema di barriera idraulica interna ha funzionato, bloccata da un black out con tutti gli impianti.

La santa alleanza tra ambiente e produzione, officiata da sindaco e regione.

Di fronte a siffatta situazione ambientale che abbiamo più volte denunciato (esempio: https://www.rete-ambientalista.it/2024/05/16/altri-pozzi-di-acquedotto-chiusi-ad-alessandria-per-i-pfas-ma-lasl-fa-il-gioco-di-solvay-2/ e a tacere i 20 miei esposti alla Procura), corrisponde la drammatica situazione sanitaria.  Il sindaco di Alessandria avrebbe avuto il dovere di affrontarla fermando le produzioni inquinanti della Solvay di Spinetta Marengo https://www.rete-ambientalista.it/2024/01/01/il-biomonitoraggio-di-massa-la-pistola-fumante-che-solvay-soci-devono-disarmare/,  e invece è complice della Regione Piemonte a rinviare all’infinito il monitoraggio di massa della popolazione che inchioderebbe definitivamente la multinazionale belga anche in momento processuale https://www.rete-ambientalista.it/2024/06/23/per-29-abitanti-il-monitoraggio-di-massa-della-regione-per-i-pfas-della-solvay-criminale/.
La Regione dunque, facendo l’occhiolino a Solvay, ha avviato un finto monitoraggio, furbescamente cioè un micro monitoraggio al rallentatore: dopo un primo step l’anno scorso a 135 residenti entro 500 metri dal Polo Chimico di Spinetta, ora, nel 2025, scatta  la fase del biomonitoraggio su base volontaria ai residenti entro 3 chilometri dallo stabilimento. La fase due si protrarrà quanto meno per tutto il 2025. Poi, di questo passo, nel giro di qualche decennio coinvolgerebbe le altre potenziali Vittime (400 mila a livello provinciale, o solo 90mila per il capoluogo). Vittime potenziali? Più che potenziali: se si esaminano le otto indagini epidemiologiche (l’ultima nel 2019) che hanno interessato la provincia, confrontandole con le analisi epidemiologiche che riproducono le patologie scientificamente attribuibili ai Pfas, a tacere le altre 21 sostanze tossiche cancerogene dello stabilimento Solvay di Spinetta Marengo.
Insomma una colossale presa in giro. Orchestrata l’assessore alla sanità Federico Riboldi con la fanfara della santa “alleanza tra ambiente e produzione”. Né potrà fungere da piffero magico il progetto finanziato dall’Unione Europea (Scenarios)  che chiederà a 300 residenti del comune campioni di sangue, urine e di acqua potabile proveniente dalle loro abitazioni, al fine di validare procedure e metodologie scientifiche innovative per scopi di ricerca e futuri studi.

Ci vuole la rivoluzione.

… ripetiamo ancora una volta che occorre un’insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori più atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalità che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all’umanità.
Occorre opporsi (continua)

Cara Europa ti scrivo.

Qui di seguito, arricchita dalle firme di altri mittenti, la nostra lettera all’Europa del 21 marzo, nella sua versione corretta, con l’aggiunta di un’importante annotazione del canonista prof. Francesco Zanchini, secondo cui uno dei peccati originali dell’Europa è stato la sua separazione dall’Oriente, Vicino e Lontano, e dalle sue culture. Clicca qui.

Legambiente a Casalecchio di Reno.

Il circolo LEGAMBIENTE SettaSamoggiaReno ribadisce la sua contrarietà alla costruzione di un palazzo di nove piani a Casalecchio di Reno (BO) nell’area ex Pedretti per le dimensioni inadeguate al luogo (lungo circa 45 metri, alto circa 32 metri, per 47 alloggi e 47 autorimesse interrate oltre alle attività commerciali previste), per l’impatto paesaggistico, perché rischia di snaturare le caratteristiche edilizie del contesto aprendo la strada all’edificazione di strutture di dimensioni ingenti e perché va ad impattare su un territorio già ampiamente costruito e reso cardine della diffusione di strutture invasive (supermercati, capannoni, centri commerciali) nell’area bolognese. Clicca qui.

Cinque SI per i diritti.

L’8-9 giugno 2025 si svolgeranno cinque referendumquattro per abrogare alcune norme della riforma del lavoro approvata tra il 2014 e il 2016 dal governo Renzi, meglio nota come Jobs Actil quinto per dimezzare, da dieci a cinque, gli anni di soggiorno legale continuativo necessari alle persone straniere per ottenere la cittadinanza italiana. Clicca qui Marco Bersani.