Mostra sui morti sul lavoro con 100 opere su queste tragedie.

Carlo Soricelli è il fondatore dell’Osservatorio morti sul lavoro di Bologna, http://cadutisullavoro.blogspot.it, attivo dal 1° gennaio 2008, e molto più preciso e veritiero dell’Inail. Pittore e scultore da oltre 50 anni, come potete vedere in allegato allestirà una mostra importantissima con un centinaio di opere sui morti e infortuni sul lavoro, tema che egli tratta con le opere fin dal 1980. La mostra presso la Carisbo di Bologna dal 20 dicembre, con inaugurazione alle ore 16, presso la sede della Fondazione in Via Farini 15, mostra che durerà fino al 19 gennaio 2025, E’ sotto gli occhi di tutti la strage che c’è sul lavoro e occorrerebbe sensibilizzare i nostri giovani sulla Sicurezza. Sarebbe bello, dice Soricelli, che gli studenti delle scuole venissero a vederla: c’è tra l’altro il “muro delle farfalle bianche” dove ci sono le foto di lavoratori e lavoratrici morti sul lavoro. Spero che vengano organizzate visite, soprattutto rivolte agli studenti delle ultime classi, che tra poco entreranno nel mondo del lavoro, mi auguro che i dirigenti delle scuole portino gli studenti a visitarla, così si rendono conto che la Sicurezza è fondamentale quando andranno nel mondo del lavoro.

Abbasso Assad viva Jolani.

Meloni festeggia la caduta in Siria di Assad per mano dei “ribelli”,  fino a ieri:  “jihadisti”, o “macellai dell’Isis”, o “terroristi di al Qaeda”; guidati dallo statista Ahmed al Shara, fino a ieri: Abu Mohammed al Jolani con una taglia da terrorista di 10 milioni di dollari, criminale di guerra al pari di Milosevic e Putin, forse molto forse di Netanyahu, giammai sia detto di Clinton, Bush jr., Blair,  Aznar, Obama, D’Alema e (bestemmia! ) Berlusconi.
 
Con estrema prontezza di riflessi, Meloni festeggia con l’Europa la possibilità di rimandare in Siria quanti più emigrati possibili: l’Austria annuncia 100.000 profughi, la Germania sospende 47.000 richieste di asilo, la Grecia ne blocca 9.000, al via Belgio, Francia e Italia modello d’Europa. Rimandarli a morire di fame in Siria.