Speciale Pfas 18. Pfas del Tav nelle contaminazioni in Valsusa.

La società TELT (incaricata di realizzare il progetto Tav Tunnel Euroalpin Lyon Turin), in relazione ai lavori nel cantiere di Chiomonte per il tunnel Maddalena, e per quanto riguarda gli PFAS presenti nell’acqua potabile in Valsusa denunciati  dall’indagine di Greenpeace (contaminazione da PFAS nell’area metropolitana di Torino, con oltre 70 comuni coinvolti, inclusi 19 comuni della Valle di Susa), respinge l’ipotesi che l’inquinamento da PFAS nell’area fosse collegato all’utilizzo di prodotti oleorepellenti o tensioattivi impiegati nello scavo con la “talpa” TBM.

A detta di TELT, “a Chiomonte non è stato richiesto schiume né un uso massiccio di cementi a presa rapida”, “è priva di fondamento l’affermazione che vorrebbe correlare l’utilizzo del Robot AXEL a specifiche condizioni di inquinamento da PFAS dell’aria in galleria”. Smentite che non convincono, tant’è che, per l’avvenire, TELT ammette che “Le lavorazioni previste per lo scavo del tunnel di base in Italia faranno probabilmente uso di additivi durante la fase di sotto-attraversamento del Cenischia. In fase di progettazione esecutiva si valuterà se si rende necessario l’impiego di additivi contenenti PFAS e in quali quantità”, e già mette le mani avanti negando che i PFAS possano essere trasportati dall’aria convogliata dagli impianti di ventilazione”.