Anche la propaganda inquina.

Solvay di Spinetta Marengo si affida alla propaganda per arginare la sempre più insistente richiesta di cessazione immediata dei famigerati PFAS. Attualmente, da un lato punta sull’iniziativa “Fabbriche aperte”, col terzo rendez-vous di fumo senza arrosto: “una visita guidata alla barriera idraulica, all’impianto di Trattamento Acque di Falda (TAF) e un successivo laboratorio di ascolto e dialogo”, rinfreschi e applausi dei giornalismi inclusi, “al fine di rafforzare  lo spazio di confronto tra l’azienda e la popolazione locale per comprendere come funziona la rete di pozzi che costituisce la barriera idraulica a protezione dello stabilimento e del territorio circostante”.

Dall’altro, l’Arpa pubblicizza sui giornali che “Il Laboratorio Specialistico Piemonte Sud Est si arricchisce di una apparecchiatura d’avanguardia, di importanza fondamentale per poter tracciare le vie di diffusione di queste sostanze non solo nelle matrici liquide, e nell’acqua, ma anche nei suoli. Quel “si arricchisce” è di involontario quanto macabro umorismo. Non a caso applaude il sindaco di Alessandria Giorgio Abonante all’unisono con l’assessore regionale all’ambiente Matteo Marnati, entrambi, come noto, da sempre oltremisura “impegnati   nella direzione della ricerca per il controllo dei livelli di inquinamento sul nostro territorio”. Come Solvay, peraltro. Una mano lava l’altra.

Mamme, bambini e donne incinte non utilizzate acqua del rubinetto.

«Nel cimitero di Zimella ci sono le tombe di sette bambini maschi morti per aborto tardivo spontaneo negli ultimi anni, mentre fra il 1960 ed il 2000 i casi analoghi erano stati in tutto due. Ma non è tutto, perché i problemi si manifestano in maniera grave dopo dieci anni di esposizione legata all’uso dell’acqua.”

Cinque anni fa aveva fatto rabbrividire questa testimonianza di un medico di base, Elisa Dalla Benetta, che confermava le ricerche del professor Carlo Foresta dell’Università di Padova: i Pfas sono interferenti ormonali e, abbattendo la produzione di testosterone, possono causare infertilità, problemi al sistema riproduttivo e tumori. Dunque bambini che muoiono a causa di aborti tardivi spontanei, ragazzi che vivono situazioni di confusione in merito alla loro identità sessuale, donne che affrontano l’idea della gravidanza con il timore di trasmettere ai propri figli problemi drammatici.

Ora, giugno 2023, «Va raccomandato alle donne in stato di gravidanza residenti nelle zone inquinate dai Pfas di non bere acqua di rubinetto». È possibile che in essa le sostanze perfluoro-alchiliche superino i livelli tollerabili dai neonati.” Ad affermarlo è il Consiglio regionale del Veneto. La mozione fatta propria dal Consiglio cita l’autorità europea per la salute alimentare Efsa, anche quando dice: «I bambini di età inferiore ai sei mesi sono maggiormente esposti alla contaminazione da Pfas attraverso il latte materno», così come l’accademia nazionale americana Nasem, che parla di aumento di rischio di basso peso neonatale ed ipertensione in gravidanza per le donne con concentrazioni derivanti dalla somma dei Pfas nel sangue.

Lo studio compiuto dal Coordinamento malattie rare della Regione ha evidenziato possibilità nettamente più alte della media per le donne in gravidanza che hanno a che fare con l’inquinamento da sostanze perfluorate di contrarre pre-eclampsia (+27%) e diabete gestazionale (+44%) e che c’è una probabilità più elevata del 29% che i bimbi abbiano un basso peso e che ci siano rischi significativi di anomalie al sistema nervoso e difetti congeniti al cuore.

Non solo i Pfas anche i Bisfenoli e uccidono.

Ancora una volta rilanciamo l’allarme. Avevamo cominciato ad Alessandria  anni fa con esposti a Procura-Prefetto-Arpa. L’Arpa aveva confermato quanto avevamo denunciato: alla Solvay di Spinetta Marengo nel cocktail con i PFAS (PFOA, C6O4, ADV) tra gli interferenti endocrini c’è anche il Bisfenolo nelle sostanze in uso. Sul nostro Sito c’è ampia documentazione.

Questa volta riprendiamo un articolo dalla Toscana (clicca qui) dal titolo: “Allarme contenitori cibi: c’è il bisfenolo A