Dove vanno a finire gli aiuti all’Ucraina.

Un nuovo repulisti  contro la corruzione della classe dirigente. A seguito degli scandali degli ultimi mesi, oggi è stata licenziata “l’intera dirigenza dell’agenzia delle dogane” ed è stata perquisita l’agenzia delle entrate, la cui responsabile ad interim è accusata di operazioni illegali per 375 milioni di euro. A casa della funzionaria sarebbero stati trovati circa 1,3 milioni di euro in contanti, gioielli, orologi e due auto di grossa cilindrata. I media locali parlano anche di “avvisi di garanzia ad alti funzionari del ministero della Difesa” per lo scandalo delle forniture alimentari dell’esercito.

L’Italia dall’inizio della guerra ha fornito all’Ucraina circa 1 miliardo di dollari in armamenti, e nessuno dei principali media ha ricordato a chi stiamo fornendo queste armi e questi soldi. Zelensky, quasi fuori tempo massimo, ha fatto una purga di sapore staliniano, dove cojo cojo, liquidando quindici alti dirigenti ucraini, viceministri, governatori, membri della magistratura, accusati a vario titolo di corruzione e di aver speculato sulla guerra ai danni di chi stava combattendo sul campo (la cosa non è nuova, almeno alle orecchie di noi italiani: durante la Prima guerra mondiale mentre i soldati contadini – vedi i Malavoglia di Verga – si battevano e morivano al fronte, la borghesia faceva affari d’oro ai loro danni). Ma la corruzione dell’Ucraina non è cosa di oggi, secondo i dati dell’International Transparency l’Ucraina è al 122esimo posto in questa poco commendevole classifica che vede al primo la virtuosa Danimarca (secondo lo stesso istituto, l’Italia è al 42esimo).