Schmidheiny punta sul delitto perfetto.

L’oligarca svizzero Stephan Schmidheiny in tribunale di Novara  è accusato di omicidio volontario con dolo eventuale per 392 vittime dell’amianto. Si difende affermando che esse non si sono ammalate durante la sua gestione ma sicuramente prima che diventasse lui padrone dell’Eternit di Casale Monferrato. Malgrado questi espedienti dei suoi strapagati avvocati, Schmidheiny era stato condannato per disastro ambientale doloso, reato prescritto in Cassazione nel 2014. Ora  è sotto processo in seguito della “spacchettamento” deciso dai giudici di Torino, che avevano  inviato i fascicoli alle procure italiane competenti territorialmente. Quella di Torino si accontenta di confermare  quattro anni di carcere, quella di Napoli chiede 23 anni e 11 mesi.

Cingolani cieco muto sordo sui Pfas.

Cristina Guarda e Eleonora Evi, consigliere di Europa Verde rispettivamente in Regione Veneto e Parlamento europeo, accusano il ministro Cingolani  di “silenzio assordante sui limiti Pfas”, proprio  mentre undici paesi dell’Unione europea  hanno chiesto a gran voce alla Commissione di non consentire ulteriormente il loro utilizzo  nei processi di fabbricazione.

Si estende la ricerca dei Pfas nel sangue dei cittadini.

Cittadini veneti, perché per i piemontesi di Alessandria (Solvay di Spinetta Marengo) il monitoraggio non è mai iniziato. Si amplia la zona rossa: dopo la  campagna di monitoraggio delle fontane e dei pozzi di via IV Novembreda Trissino (Miteni) lo screening dell’Ulss 8 Berica interessa oltre 1000 cittadini trissinesi: principalmente persone residenti in alcune zone collinari di Trissino vecchia e persone che hanno frequentato l’asilo parrocchiale dal 1963 agli anni Ottanta.

Pfas, gli obiettivi degli ambientalisti possono diventare Legge.

Il disegno di legge depositato dal senatore Mattia Crucioli “Norme relative alla cessazione della produzione e dell’impiego delle sostanze poli e perfluoroalchiliche” (clicca qui) è in piena corrispondenza con il Dossier (clicca qui) presentato da Legambiente in occasione della  Giornata mondiale dell’acqua 2022 .

La road map di Legambiente infatti, in coincidenza degli obiettivi di Sviluppo Sostenibile  delle Nazioni Unite, si pone il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla Direttiva Quadro Acque (2000/60), in particolare della  messa al bando nella produzione e nella commercializzazione delle sostanze inquinanti, persistenti e bioaccumulabili, i PFAS, “per i quali la gravità della situazione è ben conosciuta e che, nonostante l’attivismo di associazioni e cittadini, continuano a rappresentare un pericolo per l’ambiente e per la salute delle persone”.

I PFAS, le sostanze perfluoroalchiliche, tossiche e sospette cancerogene in diverse patologie, nonché  ampiamente riconosciute come interferenti endocrini,  hanno contaminato aria e acque di vaste  aree del Veneto e del Piemonte, e  si stanno ritrovando anche in numerose parti d’Italia. Emblematici i casi della Solvay di Spinetta Marengo e della Miteni di Trissino. Per quest’ultima, finalmente chiusa dopo una gigantesca contaminazione delle falde che ha avvelenato centinaia di migliaia di abitanti, è in corso dal 2021 il processo penale a Vicenza; ad Alessandria sta per essere avviato. “Un caso paradossale” stigmatizza Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente – “se si pensa che, nonostante la presenza di questo inquinante sia accertata fino al Po e nella falda esterna dello stabilimento, la Solvay ha chiesto e ottenuto dalla provincia di Alessandria l’estensione dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) per l’uso e la produzione di cC6O4. Attualmente, è perciò autorizzata a produrre 60 tonnellate/anno di cC6O4 e a scaricarne nel fiume Bormida fino a 940 Kg/anno”. E la popolazione neppure è sottoposta a monitoraggio del sangue.

Nel Disegno di Legge del senatore Crucioli si realizzerebbero  gli obiettivi di Legambiente e di tutte le forze che da anni si stanno battendo: Greenpeace, Movimento di lotta per la salute Maccacaro, Mamme No Pfas, Comitato Stop Solvay, Friday for Future, Isde Medici per l’Ambiente. Infatti il DDL  stabilisce con termini temporali precisi e senza ambiguità- che  “i limiti di scarico in aria, in acqua e nel sottosuolo dei PFAS siano portati allo zero tecnico, al pari delle acque potabili”; ovvero: “È vietato l’uso,  la commercializzazione e la produzione di PFAS o di prodotti contenenti PFAS”. Infine esso “Detta norme per la realizzazione di misure di decontaminazione e di bonifica delle aree interessate dall’inquinamento da PFAS, per la ricerca finalizzata alla individuazione di materiali sostitutivi, alla riconversione produttiva e per il controllo sull’inquinamento”.