La Politica incapace di governare il conflitto sociale.

Incapace di cogliere la domanda di ascolto, di tutela dei diritti e di giustizia che, inascoltata, si trasforma appunto in conflitto sociale aperto e a volte aspro. Responsabile delle tensioni in Valsusa è il governo Draghi. Ma anche nel resto del Paese domina la repressione  delle lotte, l’insofferenza nei confronti del dissenso, della protesta, dell’opposizione radicale, del pensiero diverso. Insomma la  democrazia è alla prova del dissenso e del conflitto. Su questi temi si svolge il convegno in due sessioni: la prima come da locandina  il 22 aprile per dibattere il quesito. La seconda il 20 maggio, risponderà alle domande: che fare? di fronte a “Pensiero unico, dissenso, repressione”?

Promotori delle due iniziative sono: CENTRO PER LA RIFORMA DELLO STATO, CONTROSSERVATORIO VALSUSA, FONDAZIONE LELIO E LISLI BASSO, SOCIETÀ DELLA RAGIONE, STUDI SULLA QUESTIONE CRIMINALE, UDIPALERMO, VOLERE LA LUNA.

NO TAV. SI VATtene dalla Valsusa

Lo scenario che si sono trovati di fronte, alla luce del giorno, è ancora più impressionante. Statale bloccata, centinaia di agenti in antisommossa, mezzi da cantiere che si spostano bulimici tra i boschi della Località Baraccone, alla ricerca di pezzi di terra da distruggere. I sindaci di San Didero e dei paesi limitrofi (Bruzolo, Bussoleno, Mattie e San Giorgio), insieme ai No Tav, hanno raggiunto il check-point della polizia per accertarsi che i ragazzi che si trovano, ancora ora, sul tetto del presidio stessero bene ma non c’è stato nulla da fare. Gli amministratori locali sono stati bloccati e non hanno tutt’ora modo di andare a verificare cosa succede sul proprio territorio. Nel frattempo i manifestanti accorsi da tutta la valle vengono quasi subito caricati dalla polizia che, continua a difendere solertemente Telt e i suoi operai.