L’ecopacifismo nel nuovo governo.

Si rafforzerà il potere del complesso militare industriale e dell’alta finanza, con una ulteriore perdita dei principi di sovranità e ripudio della guerra sanciti dalla Costituzione? Si possono prevedere le linee guida attraverso i curricula di alcuni ministri e del presidente del Consiglio? Vediamoli: Clicca qui. Alla Difesa e agli Esteri riconfermati Roberto Guerini e Luigi Di Maio, all’Ambiente Roberto Cingolani ex del gruppo militare Leonardo, allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, all’’Economia e Finanze Daniele Franco, soprattutto al ruolo internazionale svolto  allo stesso Mario Draghi, indicherebbero che il nuovo governo  rafforzerà ulteriormente l’«atlantismo». Se non è così, il Ministero della Transizione ecologica inizi la sua attività eliminando la maggiore minaccia che grava sul nostro ambiente di vita: via le armi nucleari Usa installate in Italia.

Donne con disabilità: il covid aumenta invisibilità e discriminazioni.

L’invisibilità delle donne con disabilità è la costante negativa che le caratterizza. Un’invisibilità che impedisce loro di essere riconosciute come cittadine e titolari di diritti; e dall’inizio dell’emergenza Covid, la loro situazione di esclusione e abbandono si è ulteriormente aggravata, mostrando tutta la sua crudezza e tragicità. (continua…)

Governo, in nome della nostra Costituzione pacifista, ti chiediamo di non concorrere alla corsa agli armamenti nucleari.

Il 22 gennaio scorso, in occasione dell’entrata in vigore del Trattato internazionale che proibisce le armi nucleari (TPAN), non firmato dall’Italia, il ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio, ha emesso una nota stampa in cui è stata ribadita la subordinazione del nostro paese alle strategie dell’Alleanza Atlantica.  “Pur nutrendo profondo rispetto per le motivazioni dei promotori del Trattato di proibizione delle armi nucleari e dei suoi sostenitori – ha affermato Di Maio – riteniamo che l’obiettivo di un mondo privo di armi nucleari possa essere realisticamente raggiunto solo attraverso un articolato percorso a tappe che tenga conto, oltre che delle considerazioni di carattere umanitario, anche delle esigenze di sicurezza nazionale e stabilità internazionale”. Si conferma, caro Di Maio, con tutto il rispetto, che tu non sei proprio un ecopacifista. (continua)

Nessun piano amianto nel Recovery Plan?

Mentre i processi si concludono tutti senza risarcimenti per le Vittime, non risulta un piano di incentivi e risarcimenti per la rimozione dell’amianto sul territorio nazionale. L’amianto non è un problema del passato ma del presente e del futuro, e senza le necessarie bonifiche le persone continueranno ad ammalarsi e morire. Ogni anno 6.000 persone perdono la vita a causa delle malattie asbesto-correlate, altre decine di migliaia per tumori professionali, più di 1.400 per infortuni sul lavoro. Sono presenti ancora più di 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto, 33 in matrice compatta e 7 friabile, in un milione di siti, di cui 50.000 industriali e 40 di interesse nazionale e ci sono ancora circa 2.400 scuole a rischio, con un bacino di 350.000 alunni e 50.000 insegnanti. Per non parlare degli edifici privati.

Ma sì, giusto, facciamolo ad Alessandria questo maxi deposito nucleare.

previde Berlinguer pensando a Fornaro (e non solo)

Eravamo stati facili profeti: “il granitico fronte del no” si scioglierà quale neve al sole.  Come su Il Piccolo, proseguono su La Stampa le interviste ai favorevoli all’ubicazione in Alessandria del deposito nucleare nazionale. Si era appena espresso, chiamando addirittura a sostegno Legambiente,  il segretario provinciale della CGIL, Franco Armosinola costruzione del deposito nucleare potrebbe fungere da  valvola di sfogo occupazionale e di sicurezza  alla chiusura di Solvay. Fin troppo immediata, per non sospettare concordata fra ex comunisti, l’intervista di Federico Fornaro, con il ministro Speranza il più autorevole esponente di LEU Liberi e Uguali. Fornaro (clicca qui) rassicura: “i rifiuti radioattivi arrivano in sicurezza e conservati in altrettanta sicurezza, non ci sono rischi di percolamento come per molte discariche della provincia, si sta parlando di un sito che deve garantire sicurezza al massimo grado per 300 anni, l’importante è che si proceda nell’individuazione del sito nella massima trasparenza e il sito deve essere il migliore in assoluto”. In più, da sinistra i due sottolineano il business per gli industriali: “ll Parco tecnologico, annesso al deposito, è un investimento nella ricerca scientifica e sul futuro”. L’unico possibile dissenso tra Fornaro e Armosino potrebbe sorgere sull’esatto posizionamento del deposito nell’alessandrino, l’uno preferirebbe Bosco Marengo, l’altro Castelletto d’Orba, ma una via di mezzo si può sempre trovare. 

Fornaro non  smentisce la fama di  nuclearista antiambientalista dei DS oggi PD LeU: l’allora segretario provinciale marchiò con parole di fuoco (L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza pag. 170 vol. 3°il sostegno DS al Tav Terzo Valico e il disprezzo verso le nostre manifestazioni:

Daniele Borioli, assessore regionale ai trasporti, quasi mi sbeffeggia: “Il Terzo valico innescherà una politica di sviluppo per la provincia di Alessandria”. Federico Fornaro e Ennio Negri (capogruppo DS consiglio provinciale) congiungono le firme su Il Piccolo con una serie di castronerie “dopo il sofferto voto pro Tav in presenza di un gruppo di contestatori in consiglio provinciale”: “una storica opera strategica per il rilancio della vocazione logistica alessandrina in ambito italiano ed europeo e cinese”… “compatibile con le caratteristiche ambientali e sociali delle aree interessate”… “grazie alla minimizzazione dei disagi dei cantieri, delle falde e delle discariche”… “scontando il massimo dialogo con le popolazioni” … “respingendo gli atteggiamenti violenti e comunque non rispettosi della legalità e delle istituzioni”. Ad esempio l’occupazione del consiglio provinciale.