Matteo Renzi dice la sua sul Pfas C6O4.

L’OK dello scienziato Matteo

Cioè una cazzata (clicca qui). Arriva a dire che chi in Alessandria (Legambiente, Comitato Stop Solvay, Movimento di lotta per la salute Maccacaro, ecc.) si oppone all’autorizzazione AIA alla Solvay del cancerogeno C6O4 sta alimentando la contrapposizione retorica tra tutela dell’occupazione e tutela dell’ambiente e della salute”. Contrapposizione retorica: lo dice a me? Lo dice chi si è da sempre strafregato  dello stabilimento di Spinetta Marengo, con annessi inquinamenti e connesse morti!  Lo dice proprio a me? Che in 50 anni di lotta ho denunciato i fatti, non chiacchiere, e sono appunto stato colpito da un numero inverosimile di rappresaglie (compreso il licenziamento) per le quali l’azienda è SEMPRE stata condannata da TUTTI i tribunali fino alla Cassazione. I Matteo Renzi non hanno neppure letto il progetto C6O4, e  anche se lo leggessero, scientificamente ignoranti e politicamente in malafede come sono, concluderebbero: “sì al C6O4  perché è un progetto di miglioramento della qualità ambientale”.  D’altronde si inventano CHE GIA’ ADESSO emissioni terra-acqua-suolo, barriere idrauliche e bonifiche hanno… solo bisogno di ulteriori progressi e potenziamenti. Noi, che faremmo “contrapposizione retorica”, affermiamo invece che GIA’ ADESSO le analisi epidemiologiche, idrogeologiche e atmosferiche dimostrano il disastro ecosanitario: GIA’ ADESSO, SENZA AGGIUNGERE ULTERIORMENTE IL PFAS C6O4.

Noi siano dunque impegnati affinchè (anche col voto) “Italia Viva” non viva sulla pelle degli abitanti e dei lavoratori alessandrini.

Lino Balza

Le persone con disabilità “vulnerabili tra le vulnerabili” ai cambiamenti climatici.

I pesanti effetti del cambiamento climatico in corso nel nostro pianeta si distribuiscono seguendo i medesimi modelli di disuguaglianza già presenti nella società, rendendo quindi ancora una volta le persone con disabilità, vittime di discriminazioni multiple e intersezionali, “vulnerabili tra le vulnerabili”. (continua…)

Notte di tensione in Val Susa: idranti contro i manifestanti No Tav vicini al cantiere.

I resistenti dei Mulini, come di consueto, hanno fatto visita al cantiere in piena notte. Le forze dell’ordine hanno risposto con l’idrante

Come ogni notte, puntuale, la protesta dei No Tav fa sentire la propria voce in Val Susa. È stata l’ennesima serata di tensione con le forze dell’ordine quella appena trascorsa: i residenti dei Mulini hanno fatto visita il cantiere, un blitz seguito dalla solita “battitura” della recinzione con pietre e bastoni.

La polizia, stufa delle continue visite, ha risposto utilizzando l’idrante per allontanare e disperdere i manifestanti. Nelle ultime ore il presidio dei Mulini, che le forze dell’ordine avevano provato a sgomberare qualche settimana fa, si è invece rinforzato: i No Tav hanno ripristinato alcune barricate sul sentiero, sia a ridosso dei Mulini che più avanti.

Azioni quotidiane, che si alternano a quelle di disturbo messe in campo da polizia, militari e Cacciatori di Sardegna nei boschi della Val Susa. Facile quindi immaginare un agosto “caldo” e movimentato: il dispiego di forze dell’ordine a protezione del cantiere è ingente, così come il fronte dei manifestanti che pare rinfoltirsi ogni giorno di più.

Mattarella col bavaglio.

Ha affermato celebrando il 6 agosto l’anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima nel 1945:  “L’Italia sostiene con forza l’obiettivo di un mondo libero da armi nucleari”. Non  dice la vetità: l’Onu il 7 luglio 2017 ha adottato il Trattato per la proibizione delle armi nucleari, trattato che lo stato italiano scandalosamente ancora non ha sottoscritto. Mattarella perciò dovrebbe chiedere, con noi, che l’Italia  firmi   il trattato; che inizi il disarmo, cessi di produrre armi, cessi di vendere armi a regimi criminali e stragisti, che cessi di prendere parte a missioni armate ed operazioni militari in diversi paesi del mondo;  che si adoperi innanzitutto per lo scioglimento della Nato; continua con Beppe Sini e Guenther Anders.