No soldi pubblici per salvare l’Ilva.

Lo Stato non può farsi carico delle perdite di ArcelorMittal. La fabbrica non è sostenibile né dal punto economico né da quello ambientale e sanitario. Se lo Stato ritiene che sia utile salvare la produzione gettando ulteriori miliardi di soldi pubblici in un’azienda che cade a pezzi e senza futuro, allora è necessario che le organizzazioni tarantine e la cittadinanza scendano in strada per raccontare le alternative sostenibili e gli interventi di riconversione che si potrebbero attivare con tali investimenti pubblici. Clicca qui il video con Alessandro Marescotti.

Digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti.

Riprende l’iniziativa mensile della giornata di digiuno promossa da padre Alex Zanotelli . Clicca qui il Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo. Il Centro è una struttura nonviolenta attiva dagli anni ’70 che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali.

Scientificamente infondata, culturalmente irricevibile, politicamente obsoleta.

Quella norma che consente loro la “reiscrizione” al medesimo anno di scuola frequentato. Come verrà spiegato a quell’alunno e alunna con disabilità che “godranno” del diritto a re-iscriversi, i quali non troveranno i loro compagni e compagne in aula a settembre, per effetto Covid. (continua…)

Lo scontro tra profitto e salute.

Il Covid19 ha messo in evidenza, tra le altre, almeno tre cose fondamentali:

  1. a) l’incapacità e l’impossibilità per l’attuale sistema, a livello globale, di proteggere e avere cura della popolazione. Solo grazie all’abnegazione degli operatori sanitari non ci sono stati danni peggiori;
  2. b) la fragilità, anche economica di questo sistema;
  3. c) lo scontro reale, vero e concreto, oggi in atto tra mercato e profitto, da una parte, evita, dall’altro.  Clicca qui il “Manifesto di intenti”

Il legame tra i Pfas e la coagulazione del sangue.

Pubblicato sull’International Journal of Molecular Sciences uno studio riguardante il legame tra i Pfas e la coagulazione del sangue. I ricercatori dell’Università di Padova sono riusciti a dimostrare che queste sostanze chimiche, presenti all’interno di farmaci, vernici e presidi medici, possono attivare le piastrine e rendere più probabile la loro coagulazione, incrementando il rischio di contrarre malattie cardiovascolari. (continua)

PFAS nel sangue. La Magistratura sequestri le cartelle cliniche dei lavoratori Solvay.

Ilham Kadri

Ormai l’hanno capito tutti, ma lo ripeto ancora una volta. Solvay vuole l’autorizzazione AIA per il cC6O4 quale “certificazione” dell’istituzione Provincia per brevettarlo, cioè immetterlo sul mercato dei Pfas, vendere il C6O4,  insomma, e non più solo usarlo in fabbrica. Questa è la spiegazione del perché non si è accontentata della vecchia AIA della compiacente Provincia di Alessandria. La strategia è stata indicata a Bruxelles direttamente dalla amministratore delegato Ilham Kadri  al responsabile italiano Marco Colatarci, perciò il suo insuccesso potrebbe costare caro al direttore di Spinetta Marengo, Andrea Diotto, e al suo mentore Stefano Bigini promosso a guidare “Tecnologie di processo” al centro di ricerche di Bollate dopo aver manovrato per dieci anni il Pfoa a Spinetta. Inoltre, questa Autorizzazione a Spinetta Marengo  metterebbe penalmente al riparo Solvay nelle prevedibili cause di risarcimenti in Italia; come dire: prendere due piccioni con una fava.

La vicenda cC6O4 sta diventando la “cartina di tornasole della pericolosità dello stabilimento di Spinetta Marengo”. Se le lavorazioni fossero, come dovrebbero essere quelle chimiche, a ciclo chiuso, le sostanze anche tossiche e cancerogene sarebbero confinate dentro le apparecchiature degli impianti: assenti nell’aria nell’acqua nel suolo, “emissioni zero”.  Se invece tali sostanze sono addirittura  presenti nel sangue dei lavoratori: è palese che esse sono perdute ovvero scaricate all’esterno. Lo dimostrano le indagini epidemiologiche e le analisi delle falde. In particolare per i Pfas, è dal 2008 che chiediamo ad Asl-Comune il controllo pubblico del sangue dei lavoratori alternativo a quello privato effettuato da Solvay, nonché del sangue dei cittadini. Non è mai troppo tardi che lo imponga la Magistratura: previo il sequestro di tutte le cartelle cliniche nascoste in Solvay.

La Procura nel contempo può arrestare l’utilizzo del C6O4 nelle lavorazioni.

Questi provvedimenti giudiziari  sono urgenti e cautelativi della salute pubblica, a prescindere dalle future determinazioni della Provincia (Conferenza dei Servizi) che rivendichiamo: REVOCA DELL’AUTORIZZAZIONE AIA 2010 DEL C6O4 (ovviamente va respinta la nuova AIA).

Il cC6O4 come cartina di tornasole: se Solvay minaccia (come parrebbe: o mangiate la minestra o saltate dalla finestra) la continuità dell’intero stabilimento qualora fosse priva del C6O4, altro non dimostrerebbe che gli impianti di Spinetta Marengo non sono e non saranno a ciclo chiuso, dimostrerebbe che pretende dalla Comunità una sorta di “patente di avvelenamento” che noi definiamo “licenza di uccidere”.

Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro.

Il cC6O4 è più pericoloso del Pfoa.

Lo conferma il  professor Carlo Foresta, ordinario di endocrinologia presso l’Università di Padova, componente del Consiglio Superiore di Sanità, alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati.  Aggiungiamo che le alternative ai Pfas sono state studiate dall’ Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano.