La rivolta contro il Movimento5Stelle.

Il ritorno a Taranto il 24 aprile del vicepremier Luigi Di Maio si annuncia incandescente: crocifissione o resurrezione? Secondo gli accusatori, il Movimento5stelle avrebbe tradito gli elettori e la città è in rivolta dopo l’accordo con Acelor Mittal, dopo che   PeacelinkComitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, Comitato quartiere Tamburi, Isde Medici per l’ambiente  Massafra, FLMUniti-CUB, Giustizia per Taranto, Legamjonici, LiberiAmo Taranto,  Tamburi Combattenti, Taranto L.I.D.E.R.,  Taranto Respira, TuttaMiaLa Città, libere cittadine e liberi cittadini, Mamme del quartiere Tamburi ecc. avevano ribadito che “L’Ilva non può continuare a produrre nel cuore di una città in maniera compatibile alla salute umana, neanche in presenza di investimenti importanti. L’unica via perseguibile è chiusura, bonifica ad opera dei lavoratori attualmente impiegati, tutela della salute e riconversione economica dell’intera area ionica”. Analogamente si è espresso il “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”: clicca qui.

I Cinquestelle ci accusano di essere “allarmisti”: clicca qui.

Ma tutti i dati ambientali e sanitari li smentiscono: clicca qui. E clicca qui .

Dunque il 24 aprile sarà dura per Di Maio acquietare  i tarantini nel clima descritto dai giornali: clicca

Il Fatto Quotidiano

La Gazzetta del Mezzogiorno 

Dire

La Repubblica

Buonasera Taranto

Il Convegno al servizio della lobby Ilva Acelor Mittal.

E’ scontato che il “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” sia al fianco dei Comitati e delle Associazioni che si battono per la “Urgente chiusura dell’Ilva e conseguente riconversione economica dell’intera area ionica” (clicca qui)

per le motivazioni ripetutamente riportate sul Sito della Rete Ambientalista: clicca qui.

E’ scontato che imprenditori, sindacati, politici, ministri, giornalisti, si oppongano alla chiusura urgente dell’Ilva, come sempre avvenuto (Acna, Farmoplant, Tav ecc.) per “conciliare lavoro e salute” ovvero gli interessi padronali e politici sulla pelle delle vittime.

Ma non era per tutti scontato che facesse parte di questa schiera Medicina democratica, l’Associazione già conflittuale e anticapitalista fondata dallo scienziato Giulio Maccacaro, la quale si era sempre battuta per la chiusura delle fabbriche della morte. Questa sciagurata posizione ribadita in un Convegno a Taranto (clicca qui)

era invece scontata per i Soci, anche fondatori dell’Associazione, che l’hanno abbandonata a causa della sopravvenuta mutazione genetica che ha tradito i princìpi di Maccacaro. Il recente Convegno di una Associazione sconosciuta nel territorio può passare inosservato fra i tarantini, anche se  fotografa il circolo vizioso che caratterizza la mutazione genetica di una Medicina democratica oggi ridotta ai minimi termini dell’iscrizione e pienamente integrata nel sistema: essa, annichilite le Sezioni territoriali e cessata ogni azione come Movimento di lotta nei territori,

a) entra come parte civile (parte lesa, lesa di che?) in tutti i procedimenti penali, i quali normalmente si risolvono senza condanne e bonifiche e soprattutto senza risarcimenti sostanziali per le Vittime, ma assicurano foraggiamenti agli avvocati e alla propria cassa;

b) la cassa è vitale per il bilancio: senza di essa per alcuni non sarebbero praticabili conferenze, rappresentanze, trasferimenti, libri, riviste, referenze, consulenze, incarichi ecc.;

c) tra queste attività autoreferenziali rientrano costosi convegni come quello di Taranto (vitto e alloggio e viaggio: una bestemmia per il volontariato di  chi per decenni se li è sempre pagati di tasca propria);

d) abolito il Movimento delle Sezioni, le suddette attività servono a giustificare la propria esistenza quale “studio legale” di fatto. In tale veste è l’interesse di Medicina democratica per Taranto: per i processi. E ritorniamo al punto a) del circolo vizioso.