Può essere potabile un’acqua che sgorga da sotto la Solvay?

L’udienza del 20 novembre (clicca qui) è stata la solita solfa di Solvay (ingenua acquirente) di scaricare le proprie responsabilità penali su Ausimont (truffaldina venditrice) ed Enti pubblici. A questi ultimi, i politici e anche i sindacati, si possono senz’altro attribuire (e Medicina democratica in solitudine l’ha sempre fatto) grandissime responsabilità, ma politiche e morali, di inefficienza ovvero complicità. La tesi ulteriore di Bruxelles, che ASL, ARPA ecc. nientemeno nascondessero i dati allarmanti proprio ad Ausimont e Solvay, fa letteralmente scoppiare dalle risate. A maggior ragione quando si esibiscono analisi di potabilità dell’acqua su campioni forniti… dalla stessa Azienda inquinatrice. Acqua che non poteva mai e poi mai essere potabile in quanto proveniente da sotto uno stabilimento chimico!!!! Insomma, la multinazionale belga mente sapendo di mentire nelle veline che rifila ai giornalisti: “Tutti sapevano”, è falso. Vero è che “Non tutti sapevano tutto” perché Ausimont e Solvay nascondevano tanto a tutti”. “Solo Solvay sapeva tutto, e non ha fatto nulla”. Si torna a parlare con insistenza dell’Osservatorio ambientale della Fraschetta. Al processo Solvay gli avvocati della difesa lo citano come realizzato. Il Movimento 5 Stelle, invece, al fine della bonifica ne chiede la realizzazione tramite una mozione in consiglio comunale. Insomma, esiste o non esiste? Clicca qui il nostro parere e quello dei dirigenti ARPA.
Clicca qui Il Piccolo “Una difesa strenua, con un’unica nota stonata”
Clicca qui La Stampa “La Solvay punta il dito sugli enti: sapevano che lì era inquinato”
Clicca qui La Stampa “Processo polo chimico oggi fra i testimoni un europarlamentare”
Clicca qui Pennatagliente “resoconto udienza processo”
Clicca qui Pennatagliente “Osservatorio ambientale della fraschetta tema scottante”

Sempre colpiti i più deboli.

A Roma, per farsi ascoltare i malati di SLA rischiano la vita staccandosi dagli autorespiratori. Ad Alessandria, gli anziani non autosufficienti, per quel poco che gli resta da vivere, ricevono dal CISSACA  (clicca qui allegato) comunicazione che non solo non vedranno gli arretrati dell’anno, ma neppure prenderanno più una lira dal prossimo 2014. Sempre colpiti i più deboli. Invece i soldi ci sono per i politici dello Stato che si regge sulle tasse dei pensionati e dei lavoratori. I soldi della Regione Piemonte vanno piuttosto alle allegre “spesucce” dei consiglieri regionali. I soldi del Comune di Alessandria (670.000 euro!!) al direttore ATM che l’ha lasciata con l’acqua alla gola. Chissà se il “compagno” Buzzi, già elettoralisticamente improvviso paladino di salo da prima pagina senza lute e ambiente, darà le dimissioni di presidente del CISSACA. O le darà da neo assessore Cattaneo (Mauro, naturalmente).
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