Suscitano allarmate perplessità le decisioni della Conferenza dei servizi composta da Comune, Provincia, Arpa, Asl, Solvay, con la CGIL come uditore. Non può infatti che essere una ulteriore perdita di tempo affidare allo stesso inquinatore Solvay il progetto di bonifica del sito inquinato da cromo esavalente e altri venti veleni tossici e cancerogeni. Solvay infatti non progetterà certo di accollarsi il costo di eliminare, con opportune tecniche e tecnologie, l’enorme quantità di veleni sotterrati dentro e intorno allo stabilimento. Dunque proporrà un finto progetto di bonifica: non per “eliminare” ma per “limitare”, “ridurre”, “diminuire” l’inquinamento, ossia vuole prendere altri sei mesi di tempo, e poi altri sei mesi, e continuare come ha fatto da dieci anni a danno della sicurezza e della salute fuori e dentro la fabbrica. Non a caso Solvay si è dichiarata soddisfatta dell’esito della Conferenza dei Servizi. Speriamo qualcosa in più dal processo, 38 gli imputati, che si aprirà il prossimo 5 aprile.