Solvay di Spinetta in stato di assedio.

Anche questo facebook di Legambiente aveva allarmato Solvay, non bastasse l’istanza di sequestro degli impianti.

Appena Solvay è stata  dalla “talpa” informata del blitz che si stava preparando, ha predisposto le contromisure per impedire l’incursione dentro lo stabilimento che gli Solvay di Spinetta in stato di assedio.ambientalisti avrebbero compiuto introducendosi alla spicciolata fra i visitatori accorsi alla annuale iniziativa pubblicitaria  aziendale, domenica scorsa, denominata “Fabbriche aperte” (ironico lo striscione: “Il prossimo anno Fabbrica chiusa”).

Il responsabile della sorveglianza ha individuato due luoghi  sensibili dove potrebbe tenersi la contestazione: i nuovi impianti spacciati “free pfas” e la mensa con attrazioni culinarie, soprattutto quest’ultima, perché accessibile anche dal piazzale esterno della fabbrica. Il direttore Andrea Diotto ha subito emanato una direttiva: “Per ragioni organizzative e di sicurezza, la prenotazione è obbligatoria e sarà disponibile fino ad esaurimento dei posti. La procedura è molto semplice: basta collegarsi alla piattaforma online dedicata e scegliere la fascia nella quale si desidera svolgere il tour guidato”. Tramite questo “filtro”, l’apparato aziendale  ha avuto modo di investigare su ognuna delle richieste e rifiutare -ufficialmente “per esaurimento posti”- quelle sospette. Non sentendosi sufficientemente garantiti da questa presunta scrematura, la blindatura della fabbrica è stata rafforzata da  un formidabile servizio di sorveglianza armata interna ed esterna.

Ebbene, che si sappia, gli ambientalisti non avevano organizzato nessun blitz. Evidentemente la dirigenza Solvay soffre di paranoia e si sente assediata: esilaranti sul documentario della TV belga  le sequenze dei rangers che correvano dietro alla troupe televisiva radioguidati dal direttore.  Insomma una settimana di fuoco, con le voci del sequestro preventivo degli impianti e la revoca della AIA Autorizzazione Integrata Ambientale  della Provincia.