Reati di opinione.

Dopo 7  mesi, Dana Lauriola esce dal carcere. Il Tribunale di Sorveglianza ha accolto la richiesta di misure alternative e disposto la detenzione domiciliare. Diversi artisti, musicisti ed esponenti della società civile avevano lanciato un appello per la sua liberazione. Dana deve scontare una pena di due anni di detenzione dopo una sentenza definitiva per un episodio avvenuto nel 2012 durante un’azione dimostrativa pacifica sull’autostrada Torino-Bardonecchia. Gli attivisti avevano bloccato con il nastro adesivo l’accesso ad alcuni tornelli del casello, facendo passare le auto senza pagare. Lauriola spiegava al megafono le ragioni della manifestazione, e indirizzava le macchine. Amnesty International: “Chi esprime il proprio dissenso pacificamente non può essere punito con il carcere. L’arresto di Dana è emblematico del clima di criminalizzazione del diritto alla libertà d’espressione e di manifestazione non violenta, garantiti dalla Costituzione e da diversi meccanismi internazionali”. Clicca qui.

Fascismo aziendale.

Consideriamo che lo Stato è ri-entrato nel capitale dell’azienda dell’acciaio. Ebbene, nell’ArcelorMittal di Taranto, di fatto statale, un lavoratore è stato licenziato dalla direzione  perché aveva pubblicato un post su Facebook, col quale invitava a seguire una fiction televisiva che faceva eco alla grave situazione ambientale della fabbrica e della città

Negli anni cinquanta Giuseppe Di Vittorio chiamava fascismo aziendale quel regime autoritario nei luoghi di lavoro che non solo imponeva alle lavoratrici ed ai lavoratori l’oppressione di durissime condizioni di sfruttamento, ma colpiva la libertà di pensiero e di espressione, imponendo loro di non manifestare e di nascondere le loro opinioni. Oggi quel fascismo aziendale sta tornando e si sta diffondendo in questo clima politico. Clicca qui.

O Lamorgese si scambia il ministero con Figliuolo, oppure Draghi la promuova generale.

La protesta dei sindaci: “Ci aspettavamo vaccini, ci portano cantieri e polizia. Qua si calpestano diritti, sia dei cittadini che degli amministratori che rappresentano una comunità. È assurdo che la politica l’unica cosa che sappia dire è il Tav deve andare avanti, condanniamo le violenze. Alla manifestazione di ieri sera si è toccato il fondo perché sparare lacrimogeni dentro un centro abitato in piena notte, con il fumo che entrava nelle case, è allucinante”. Clicca qui.

Strage di Viareggio. I rappresentanti delle Vittime devono risarcire lo Stato.

Sei lavoratori, rappresentanti per la Sicurezza sul Lavoro delle ferrovie e parti civili nel processo, sono stati “puniti” con l’ingiunzione a pagare la somma di circa 80.000 euro. E’ una conseguenza del verdetto con cui la Cassazione ribaltando i giudizi di primo e secondo grado sulla strage di Viareggio, non riconoscendo l’incidente sul lavoro, ha fatto cadere la condanna per omicidio colposo dei vertici di Ferrovie, tra cui l’ad Moretti. Un esito vergognoso che lascia impunita una strage in cui persero la vita 32 Vittime e vanifica 11 anni di sofferenze dei parenti. Clicca qui.