Un regolamento di messa al bando in Europa di Pfas e Bisfenoli è fortemente avversato dalle lobby industriali, Solvay in testa, malgrado che si aggiunga al parere di ECHA (Agenzia Ue per le sostanze chimiche) l’allarme di AEA (Agenzia Ue per l’ambiente) che ha incrociato il limite aggiornato da EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) con i risultati di uno studio di biomonitoraggio condotto in 11 Paesi europei.
L’impasse della Commissione che porta avanti il nuovo regolamento legislativo, dunque, dovrà trovare approdo davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE).
Il “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” ha denunciato, anche alla magistratura, con esposti dal 2009, l’utilizzo nello stabilimento Solvay di Spinetta Marengo del Bisfenolo insieme ai Pfas: “…questa sostanza senza autorizzazione AIA è da parte della multinazionale belga -tra i principali produttori nel mondo di Bisfenolo- ben conosciuta da decenni e volutamente non evidenziata per la sua pericolosità all’ARPA”. Abbiamo ripetutamente riproposto la denuncia negli anni: si vedano gli articoli correlati, ma né magistrati né amministratori si sono mossi.
Anche ora, settembre 2023, l’Agenzia Ue per l’ambiente rilancia l’allarme sul bisfenolo A. Secondo l’Aea, l’esposizione della popolazione europea alla sostanza chimica, che viene utilizzata in contenitori alimentari in plastica e metallo, bottiglie riutilizzabili e anche nei tubi dell’acqua potabile, “è ben al di sopra dei livelli accettabili di sicurezza sanitaria” e “rappresenta un potenziale rischio per la salute di milioni di persone“. L’allarme di Aea si aggiunge al parere dell’Agenzia Ue per le sostanze chimiche, l’Echa, che ha classificato il bisfenolo A come tossico per la riproduzione, e alla decisione dell’Efsa di ridurre di oltre 20mila volte la dose quotidiana tollerabile per la sostanza. Aea ha incrociato il limite aggiornato da Efsa con i risultati di uno studio di biomonitoraggio condotto in 11 Paesi europei mettendo in evidenza come fino al 100% del campione era esposto al bisfenolo “al di sopra delle soglie di sicurezza per la salute”.
Il Disegno di Legge del senatore Mattia Crucioli, da noi promosso, vieterebbe l’uso, la commercializzazione e la produzione di Bisfenolo e di PFAS o di prodotti contenenti PFAS, ne disciplinerebbe la riconversione produttiva e le misure di bonifica e di controllo.
Insieme alla “class action”, prepariamo in magistratura una “azione collettiva inibitoria” nei confronti dei comportamenti omissivi e complici di Comune (che non emette ordinanza di chiusura delle produzioni), Provincia (che rilascia le Autorizzazioni) e Regione Piemonte (che non sottopone la popolazione a monitoraggio ematico): è diventata drammatica la situazione ambientale e sanitaria inferta ad Alessandria dalla Solvay di Spinetta Marengo, incurante della condanna in Cassazione per disastro ambientale e omessa bonifica nonchè del nuovo processo, impassibile alle censure di Onu e Commissione Ecomafie. Infatti Pfas e Bisfenolo sono paradossalmente “soltanto” la punta di un immenso iceberg di sostanze tossiche e cancerogene che piovono da 72 ciminiere.
Tutti i Pfas vanno messi al bando. Non esistono sostanze perfluoroalchiliche innocue. A Dordrecht (Paesi Bassi) infatti Chemours (Du Pont) nel 2012 ha sostituito il Pfoa con GenX spacciandolo come non tossico e non cancerogeno. Analogamente hanno, con cC6O4 e ADV, fatto Solvay a Spinetta Marengo e Miteni a Trissino.Solvay addirittura li produce ancora, perché il sindaco di Alessandria non è intervenutoa chiudere le lavorazioni.
Le aziende sono responsabili di aver rilasciato per decenni deliberatamente e illegalmente i Pfas nell’aria, nel suolo e nelle acque, nascondendo le contaminazioni, e mettendo così a repentaglio la salute e la vita di lavoratori e cittadini. Perciò 3.000residenti di Dordrecht e dintorni hanno sporto denuncia contro Chemours, e ad Alessandria, andati vani gli esposti alla Procura, ci apprestiamo a lanciare una class action contro Solvay.
Alla stregua in Italia della nostra “Campagna per la messa al bando degli Pfas”, Chemours, produttrice come Solvay dei fluoropolimeri (es. Teflon), è stata oggetto di un programma di inchieste giornalistiche di Zembla che ha esibito centinaia di documenti riservati e atti giudiziari americani. Tra i quali emerge l’ammissione che la bonifica è tecnicamente e finanziariamente impossibile (situazione peraltro ipotizzabile per Piemonte e Veneto). La campagna olandese di crowdfunding chiamata “Stop pfas, stop Chemours” ha raccolto migliaia di euro per il supporto legale (avvocato Bénédicte Ficq)
Non dimentichiamo la consapevolezza dolosa, da decenni, da parte di queste multinazionali della chimica per i danni provocati. Dagli Usa, è diventata famosa (il documentario The Devil We Know, il film Dark Waters) la causa subìta proprio da DuPont. E sempre DuPont-Chemours è stata costretta a giugno ad un accordo preliminare negli Stati Uniti costato più di un miliardo di dollari. L’accordo non significa la fine delle accuse e dei risarcimenti contro la società: negli Stati Uniti sono state intentate nuove cause legali.
Anche in Europa, nei Paesi Bassi, Chemours ha annunciato di voler raggiungere un accordo e ha tentato di risarcire diversi milioni di euro in una causa in cui i comuni di Dordrecht, Sliedrecht, Papendrecht e Molenlanden hanno ritenuto l’azienda responsabile dei danni dei Pfas. L’accordo non è stato raggiunto e la sentenza è prevista imminente. In Italia, prossimamente…
E’ l’unica iniziativa in tutta Italia, purtroppo. Donata Albiero è dirigente scolastica in pensione. Vive ad Arzignano, nel vicentino, zona inquinata dai PFAS, le sostanze chimiche indistruttibili e pericolose per la salute. Donata, Insieme a suo marito medico Isde, ha negli anni passati creato la CiLLSA (Cittadini per il Lavoro, la Legalità, la Salute e l‘Ambiente). Nel 2018, insieme a medici, professori e altri esperti del territorio ha inoltre dato avvio al gruppo educativo Zero PFAS, di cui è coordinatrice. Clicca qui.
“Scenderemo in piazza anche con il presidio più glamor mai visto! Voi da che barbie vi vestirete? P.s. il rosa non è opzionale, abusatene pure”: questa di Fridays For Future e altre iniziative nella newslettera dalla Valsusa, clicca qui.
Il sistema di Collocamento Disabili non funziona, la Legge 68/99 (“Norme per il diritto al lavoro dei disabili”) è obsoleta, e le persone con disabilità sono in balia di servizi che si caratterizzano per il fortissimo divario territoriale e per l’incapacità di affrontare le nuove sfide. (continua…)
Il legame tra Covid e inquinamento atmosferico è divenuto fin dall’inizio dell’emergenza pandemica argomento centrale nel dibattito mediatico internazionale, suscitando, da più parti, teorie ed ipotesi che si è ritenuto giusto e doveroso approfondire anche nel nostro Paese per poter dare una risposta tecnico-scientifica e di sanità pubblica. Per questo, l’Istituto superiore di sanità (Iss) e l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) con il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) hanno avviato un programma nazionale congiunto di studi epidemiologici, il progetto EpiCovAir, con la collaborazione della rete italiana ambiente e salute (Rias). Clicca qui.