La studentessa condannata per aver fatto ricerca antropologica sul movimento NO TAV “partecipando in modo moralmente attivo ad alcune azioni giudicate illegali”.

E’ in atto un pesante tentativo di isolamento e annichilimento dei movimenti antagonisti che propongono un modello alternativo e sostenibile di vita sul territorio. Perciò si deve parlare sempre di più di NO TAV in ambito accademico, senza cedere alle intimidazioni e alla repressione. Clicca qui un documento universitario a sostegno della libertà di espressione e ricerca scientifica.