Mai Premio Attila fu più meritato.

Aggiorniamo per l’ennesima volta  il curriculum (clicca qui) di Fabrizio Palenzona, uno dei nostri più “prestigiosi” vincitori del Premio Attila come nemico dell’ambiente.  Si farebbe prima a elencare le poltrone che Palenzona non ha collezionato, perciò ricordiamo solo brevemente i precedenti della sua carriera (dal termine latino “carrus”, che significa veicolo a ruote, da distinguersi da “professione” che deriva dal termine latino “profiteri”):

Nato a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, il 1 settembre 1953, Palenzona, soprannominato il camionista di Tortona, figlioccio di Marcellino Gavio e da sempre vicino al Gruppo e alla famiglia, con cui i rapporti negli ultimi anni si sono un po’ raffreddati. Grazie a loro è stato banchiere, per diversi anni vicepresidente di Unicredit e consigliere di Mediobanca, poltrona lasciata nel 2012. E’ stato presidente dell’Aiscat e dell’Asecap, le associazioni italiana ed europea delle concessionarie di autostrade, e degli Aeroporti di Roma, oltre che di Conftrasporto. Il tutto grazie anche  alla politica che è stata centrale nella sua invidiata vita. Ha fatto parte dell’Acli, della Dc, apparteneva alla corrente di Carlo Donat-Cattin, suo maestro, poi ha aderito alla Margherita e a Renzi. Viene considerato di area centrosinistra, corrente camaleonte.  Dal 1985 al 1995 è stato sindaco di Tortona. Dal 1995 al 2004 presidente della provincia di Alessandria. Diverse le inchieste giudiziarie che l’hanno toccato con la famiglia in questi anni, ma non hanno mai scalfito le sue dimensioni.